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È TikTok o un Reality Show? Cronache di una Piattaforma in Balìa di Instagram, Trump e l’Eterna Lotta per la Sopravvivenza

Benvenuti nel meraviglioso mondo della Creator Economy, dove ogni piattaforma sembra avere un piano perfettamente progettato per il fallimento, seguito da un salvataggio spettacolare. Questa volta la protagonista è TikTok, o meglio, il dramma che la circonda. TikTok è ancora tra noi, come un vecchio amico che ti ricorda un debito mai saldato. Ma il suo futuro? Beh, diciamo che è più incerto di un meteo di febbraio.

TikTok, la piattaforma che ha trasformato balletti improvvisati e ricette in 60 secondi in cultura pop, è attualmente in uno stato di “vediamo cosa succede”. Certo, è tornata online, ma solo per gli utenti esistenti negli Stati Uniti. Per gli altri? Dovranno aspettare di vedere se Google e Apple decideranno di reintegrarla nei loro app store. E poi c’è il piccolo dettaglio dell’ordine esecutivo di Trump: 75 giorni di “non applicazione” di una legge che sembra un puzzle legale creato per un episodio di Law & Order.

TikTok si prepara a chiudere le sue porte digitali negli Stati Uniti: L’Ultimo Balletto negli Stati Uniti?

Tentando di aprire TikTok domenica mattina, trovano invece un malinconico pop-up che recita: “Siete invitati a un viaggio nostalgico verso un sito Web che vi spiegherà perché non potete più ballare davanti alla fotocamera.” È così che TikTok, il gigante dei video brevi, si prepara a chiudere le sue porte digitali negli Stati Uniti, a meno che la Corte Suprema non arrivi con un colpo di scena hollywoodiano per bloccare un divieto federale.

La legge in questione, con una precisione chirurgica che fa invidia ai migliori influencer, non si limita a suggerire il divorzio tra TikTok e la sua casa madre cinese, ByteDance: lo impone. Se il taglio non avviene entro il 19 gennaio, Apple e Google dovranno rimuovere TikTok dai loro app store e Oracle, il fornitore di servizi cloud della piattaforma, dovrà fare altrettanto con i suoi server. Niente più balletti sincronizzati, meme virali o improbabili ricette da chef dilettanti per i cittadini americani.

TikTok, con un’ironia quasi poetica, ha già predisposto una sorta di “exit strategy” per gli utenti. Chi vorrà potrà scaricare una copia dei propri dati personali, come se si trattasse di un souvenir di un viaggio che non potrà più essere fatto. Questa scelta di chiudere completamente l’app, anziché lasciarla languire per chi l’ha già scaricata, sembra un gesto teatrale calcolato per evidenziare l’impatto del divieto. Come a dire: “Vedete cosa succede quando si mette in discussione la libertà digitale?”

Il cuore del problema è la presunta minaccia alla sicurezza nazionale rappresentata dai legami di TikTok con ByteDance, e quindi, potenzialmente, con il governo cinese. Anche se ByteDance ha sempre negato che i dati degli utenti siano accessibili a Pechino, la politica americana sembra aver trovato in TikTok il capro espiatorio perfetto in un contesto di tensioni geopolitiche crescenti.

Gli utenti, intanto, si preparano a un futuro senza TikTok, forse migrando verso altre piattaforme, forse, più probabilmente, disperandosi all’idea di perdere il proprio angolo di creatività e intrattenimento. Nel frattempo, il destino dell’app è sospeso a un filo, o meglio, a una sentenza. E mentre aspettiamo di sapere se TikTok danzerà ancora sugli schermi americani, una cosa è certa: nessun filtro o hashtag potrà rendere questa situazione più accettabile.

L’Entropia Strategica di TikTok: Elon Musk, il Cavaliere di X, e il Destino dell’App più Contesa al Mondo

Un caffè al BAR dei DAINI.

Mentre il mondo osserva con una miscela di curiosità e cinismo, l’ecosistema digitale globale sembra trovarsi di fronte a una nuova biforcazione. TikTok, il colosso del social media che ha catturato l’attenzione di milioni di utenti, potrebbe diventare la prossima pedina nella scacchiera geopolitica. Secondo Bloomberg, funzionari cinesi starebbero valutando l’opzione di permettere a Elon Musk di acquisire le operazioni statunitensi dell’app, integrandole nella sua società X.

Un passo del genere, apparentemente assurdo quanto realistico, potrebbe essere una mossa disperata per evitare il bando che il governo americano ha fissato per il 19 gennaio. La legge impone alla società madre cinese, ByteDance, di vendere la sua divisione statunitense per scongiurare il blocco totale dell’app sul suolo americano. Tuttavia, ByteDance ha negato con forza questa narrazione, definendola una “pura finzione”, un’affermazione che suona quasi come un mantra per allontanare un’idea troppo scomoda per essere accettata apertamente.

La Corte Suprema pronta a spegnere TikTok: gioco del pollo con la Cina?

Non lo avremmo mai creduto, la Corte Suprema, che si fa un bel caffè e decide del futuro di TikTok come se niente fosse. Venerdì scorso, il tribunale ha lanciato quella che potremmo definire una sentenza storica (per usare un eufemismo) sulla libertà di parola, la sicurezza nazionale e i social media. La questione? Se una legge che potrebbe vietare TikTok negli Stati Uniti debba essere approvata. Spoiler: sembra che TikTok stia per fare una bella figuraccia.

I giudici, con la stessa grazia di chi ha appena scoperto un bug in un’app, hanno smontato l’argomento di TikTok che la legge stesse infrangendo la sua libertà di parola, quella stessa libertà che, ricordiamo, dovrebbe valere per i 170 milioni di utenti statunitensi che, probabilmente, si stanno ancora chiedendo come mai non possano fare a meno di scrollare. Ma la vera domanda, secondo la Corte, è: “Perché TikTok non può semplicemente vendere la sua anima, o almeno la sua parte cinese (ByteDance)?” L’avvocato di TikTok, Noel Francisco, ha tentato di difendersi dicendo che vendere sarebbe “estremamente difficile” (cosa che suona come una scusa da appassionato di videogiochi che non vuole svendere la sua console), ma i giudici non si sono lasciati impressionare.

Il Futuro di TikTok sotto Esame: Tra Divieto e Accuse di Sicurezza, Report

Il 6 gennaio 2025, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e TikTok hanno presentato documenti contrastanti presso la Corte Suprema, delineando le rispettive posizioni in vista delle udienze programmate per il prossimo venerdì. Al centro della disputa c’è una legge che, se non bloccata, potrebbe imporre un divieto totale di TikTok negli Stati Uniti a partire dal 19 gennaio. La legge in questione obbliga TikTok a disconoscere i legami con la società madre cinese ByteDance, pena il blocco della piattaforma. Tuttavia, la popolare app di video social ha sollevato un appello, ritenendo la legge inadeguata e in conflitto con i diritti di libertà di parola garantiti dalla Costituzione degli Stati Uniti.

TikTok: Tra Incudine e Martello negli Stati Uniti

Aggiornamenti sulla battaglia legale di TikTok negli Stati Uniti

TikTok, l’applicazione di condivisione video di proprietà cinese, si trova al centro di una tempesta politica e legale negli Stati Uniti. Una legge, approvata nell’aprile 2024, impone a ByteDance, la società madre di TikTok, di cedere l’applicazione entro il 19 gennaio 2025, altrimenti l’app sarà bandita dal paese. Questa misura riflette le preoccupazioni del governo statunitense riguardo alla sicurezza nazionale, temendo che i dati degli utenti possano essere accessibili al governo cinese.

Tra Natale e Capodanno: Trump e TIKTOK

Il venerdì tra Natale e Capodanno doveva essere un tranquillo preludio al nuovo anno, ma invece si è trasformato in una commedia burocratica degna di un film surreale. L’imminente presidente Donald Trump, in un atto di brillante tempismo, ha deciso di depositare un documento presso la Corte Suprema per rinviare il divieto su TikTok, previsto per entrare in vigore il 19 gennaio—giusto un giorno prima della sua incoronazione, pardon, insediamento ufficiale.

Quando i TikTokers diventano azionisti: una commedia degli errori digitali

Frank McCourt, miliardario con un sogno e un’insolita passione per il decentralismo digitale, ha organizzato una cena nella sua villa di Malibu per discutere di TikTok. Come in una sceneggiatura, l’atmosfera oscillava tra l’ambizione visionaria e l’assurdo esistenziale. “Vogliamo che TikTok diventi come i Green Bay Packers”, ha dichiarato McCourt, riferendosi alla famosa squadra di football di proprietà dei tifosi. “I creatori dovrebbero possedere una parte della piattaforma. Creano contenuti, fanno ballare la gente, meritano di essere azionisti!”

ByteDance TikTok collabora con Broadcom su chip AI

ByteDance, proprietaria di TikTok, collabora con Broadcom per sviluppare un avanzato chip AI, garantendo una fornitura stabile e riducendo i costi in mezzo alle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, secondo fonti di Reuters.

TikTok e Avatar AI generativi

TikTok ha svelato i suoi nuovi avatar AI generativi per i contenuti di marca e la pubblicità. Questi includono avatar stock basati su attori pagati e avatar personalizzati modellati su creator e portavoce di marca.

TikTok etichettera’ i contenuti generati dall’IA da altre piattaforme

TikTok, la rinomata piattaforma di video brevi, ha annunciato giovedì che introdurrà un sistema automatico per contrassegnare i contenuti prodotti tramite intelligenza artificiale (AI) importati da altre piattaforme. La società, sotto l’egida della cinese ByteDance, ha dichiarato di voler collaborare con la Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA) impiegando la loro avanzata tecnologia per identificare e marcare i video generati dall’AI provenienti da fonti esterne.

“Vogliamo assicurarci che le persone abbiano la capacità di capire cosa è un fatto e cosa è una finzione”, ha detto in un’intervista a Good Morning America Adam Presser, capo delle operazioni di TikTok.

“Questo è un ulteriore passo in modo che i contenuti generati utilizzando l’intelligenza artificiale su altre piattaforme vengano etichettati come intelligenza artificiale quando vengono pubblicati su TikTok. La speranza è che quante più piattaforme possibile implementino questa tecnologia”,

Presser.

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