Masayoshi Son, CEO di SoftBank, ha tranquillizzato tutti: l’intelligenza artificiale non ci mangerà. Non perché ci voglia bene, non perché abbia un’etica, ma semplicemente perché non funziona a proteine. “Se la loro fonte di energia fosse proteine, allora sarebbe pericoloso,” ha spiegato Son, con la serena consapevolezza di chi sta costruendo il futuro dell’umanità con la stessa nonchalance con cui si investe in una startup di delivery.
A fargli eco, Sam Altman di OpenAI, che durante il loro incontro a Tokyo ha rassicurato il pubblico su un altro aspetto: l’AI non ruberà nemmeno il lavoro, perché, tanto, l’umanità trova sempre qualcosa da fare. Certo, come no. Così come i tessitori del XIX secolo hanno trovato facilmente impiego quando i telai automatici hanno fatto il loro ingresso trionfale nelle fabbriche. O come i lavoratori del call center quando sono arrivati i chatbot. Il progresso non si ferma mai: l’importante è che la gente continui a essere ottimista mentre l’AI riscrive le regole del gioco.