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Seaweed, il colpo di ByteDance che umilia i giganti del video AI

Nel teatrino dell’IA generativa, dove ogni player misura la virilità del proprio modello a colpi di miliardi di parametri e petaflops di addestramento, ByteDance ha appena fatto qualcosa di inaudito: ha messo KO i muscolosi Google Veo, OpenAI Sora e compagnia cantando con Seaweed, un modello video “snello” da 7 miliardi di parametri. Una piuma, se confrontato con gli elefanti del settore. Eppure, Seaweed vince. Anzi, surclassa. Perché l’efficienza, quando è ben pensata, non è un compromesso: è un vantaggio competitivo.

Partiamo da ciò che conta davvero, non dai numeri: il risultato. Seaweed genera video di 20 secondi in output nativo, partendo da testo, immagine o audio. Non ci sono pipeline spezzate, stadi intermedi malamente incollati tra loro, né effetti Frankenstein tipici di alcuni modelli occidentali. Il flusso è fluido, naturale, quasi cinematografico. Sì, perché il cuore di Seaweed è la narrazione. Lì dove molti modelli si perdono in pixel e frame, Seaweed orchestra un racconto. E lo fa con multi-shot control, movimenti di camera logici, e colpo di classe una sincronizzazione labiale che non sembra più un esperimento universitario, ma una vera produzione audiovisiva.

ByteDance lancia PixelDance e Seaweed: due generatori di video AI

ByteDance ha fatto una mossa significativa nel settore della generazione di video AI con l’introduzione di due nuovi modelli: PixelDance e Seaweed. Questi modelli, presentati durante un evento a Shenzhen il 24 settembre 2024, sono attualmente in beta privata e sono progettati principalmente per utenti aziendali, con una potenziale disponibilità pubblica prevista per il prossimo mese, a condizione degli esiti delle elezioni generali statunitensi.

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