Riflessioni sul Futuro dell’Intelligenza Artificiale: Donne che Cambiano il Gioco
Benvenuti alla prima edizione di una nuova iniziativa mensile di Rivista.AI! Il racconto breve coinvolgente di Raffaella Russo è solo l’inizio di una serie di contributi che verranno pubblicati regolarmente ogni mese. Questo primo soggeto che potremmo definire “HumanAnalytic” introduce temi intriganti e approfondimenti unici sull’intelligenza artificiale, aprendo la strada a una serie di pubblicazioni che esploreranno in modo approfondito le sfide e le opportunità offerte dalla tecnologia moderna. Restate sintonizzati per scoprire nuovi contenuti ogni mese e approfondire la vostra comprensione dell’IA e del suo impatto sulla società.
Purtroppo, si tratta di una mancanza o, per essere precisi, di una “lunga ma reversibile cecità degli occhi interiori”.
Introduzione
Ricordo una storia che la maestra Silvana, mia maestra delle elementari che ricordo con molto affetto, un giorno ci raccontò. Ho sempre amato i racconti, ma questa storia mi colpì particolarmente. Sono solita richiamarla alla mente ancora oggi, quando, nell’affrontare nuove sfide, alcuni punti sfuggono alla comprensione e chiedere aiuto sembra essere un segno di debolezza e ignoranza quando, in realtà, sono índice di grande maturità, intelligenza e forza.
Il racconto è di Ivan Krylov ed e´ intitolato “La scimmia e gli occhiali”. Di seguito una traduzione del racconto originale :
Man mano che la vecchiaia si avvicinava Per la scimmia sempre più difficile vedere diventava. Ma, dagli umani aveva sentito, questo sventura non era così grave: Semplicemente gli occhiali bisognava indossare. Raccolse mezza dozzina di occhiali Li maneggiò in tutti i modi. Se li mise sulla fronte, Se li mise sulla coda, Li annusò, lì leccò; Con gli occhiali non cambiava niente. “Speranze andate in fumo”, disse: ” E che sciocca ad ascoltare le chiacchiere degli umani: Tutto ciò che si dice sugli occhiali è una bugia; sono inutili”. La scimmia, triste e infastidita, Ruppe gli occhiali deludenti con una pietra, Ne rimasero solo le tracce luccicanti. Per sfortuna, questo succede anche agli uomini che, non conoscendo il valore di qualcosa, Per ignoranza, ne sottovalutano il senso; o ai più fortunati e consapevoli che lo usano per perseguitare e bandire.
Mi sembra giusto porgere innanzitutto i miei omaggi e ringraziamenti alla bellissima storia di Ivan Krylov e all’altrettanto meritevole traduzione di Ivan Luden e fermarci con tutti voi ad osservarla ed analizzarla per cogliere da essa tutti gli spunti di riflessione assolutamente contemporanei che possiamo ricavare da essa.
Il Monkeyrisk
Cercheremo di scoprire nuovi aspetti guardando la storia di Ivran da un punto di vista HumanAnalytic e ci riferiremo al nostro parámetro di analisi come Monkeyrisk. Il Monkeyrisk possiamo identificarlo come indice di “danno della morale” stessa. Giallo o Rosso a seconda della deviazione del pensiero della “Scimmia” dalla realtà e dall’impatto che tale discostamento ha sulla società e sul bene della Scimmia stessa, come si evince anche dalla storia di Ivran.
Primo livello di Monkeyrisk
Il primo livello di Monkeyrisk può essere identificato agevolmente nel racconto. Questo livello di rischio lo potremmo definire “meno grave” dal punto di vista sociale poiché potremmo trovarlo addirittura razionale guardando al modello sociale.
Il punto di messa a fuoco è da identificare nella frase:
” E che sciocca ad ascoltare le chiacchiere degli umani: Tutto ciò che si dice sugli occhiali è una bugia; sono inutili “
Tracciando un parallelo con la narrativa tecnologica moderna, il rischio dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale con parte della società totalmente impreparata rispetto ad essa e non integrata nel discorso etico che la compone, evidenzia come una comprensione inadeguata, alimentata da un passaparola incompleto o errato, possa portare a un uso improprio o al rifiuto totale dell’AI, ponendole l’etichetta ingiusta di “bugia” o di “inutile”, come ogni giorno ascoltiamo.
Human Analyst power: on!
Essendo HumanAnalyst, possiamo servirci della psicologia comportamentale per guardare al nostro fenómeno e comprendere una frase che altrimenti potrebbe sembrare del tutto insensata e priva di fondamenta: La povera Scimmia compra gli occhiali anche se non sa come usarli. Infatti, ne compra sei paia perché “, dagli umani aveva sentito, questo sventura non era così grave:
Semplicemente gli occhiali bisognava indossare e con questa nuova invenzione, anche lei, una Scimmia, avrebbe potuto vedere meglio”, un’occasione da non perdere per una Scimmia non vedente mentre tutti gli altri guardano, e LEI VUOLE ESSERE PARTE DEL GRUPPO di quelli che “vedono”.
Il senso di appartenenza è qualcosa di così forte per gli esseri umani, splendidi animali sociali, che sentirci parte di un gruppo ci spinge a comprare sei paia di occhiali per non esserne esclusi, anche se in realtà nemmeno abbiamo capito cosa sono in fondo questi occhiali.
E qui casca la Scimmia…!
La Scimmia, senza saperli usare, compra sei paia di occhiali ma di fatto, senza che nessuno la guidi, è una scimmia meno ricca che rimane tale, sottomessa all’uomo vedente, e questo lei lo sa, e, voglio dire: prendine pure un altro paio, guarda che sono proprio lì, anzi questo nuovo modello te lo regalo così magari inizi anche a volermi bene…
“Tutto ciò che si dice sugli occhiali è una bugia; sono inutili “
In questo caso, il nostro rischio è giallo. La tecnologia è sminuita, considerata inutile, non capita.
Confrontandolo con lo scenario che stiamo vivendo, possiamo metterlo in relazione con tutti quei casi in cui l’IA viene rifiutata perché, come esperti, non siamo riusciti a spiegare e forse a capire davvero come usarla al meglio. La Scimmia, in questo caso, è ‘relativamente innocua’, potrebbe diventare un bel fiore se volesse o una brutta erbaccia.
I casi in cui questa tecnologia viene rifiutata e ritenuta inutile possono essere ricondotti ai casi in cui, come esperti e come società, non siamo riusciti ad integrare una parte del dipinto umano nel prodotto creato anche per loro, un prodotto che gli proponiamo adesso di acquistare e maneggiare per sentirsi parte del grande quadro che non hanno mai visto.
Non siamo riusciti a raggiungere persone che parlano semplicemente un’altra lingua e ne paghiamo lo smacco.
In questo articolo, per ora mi piace lasciare questo rischio come una scatola di Schrödinger per non trasformare questo testo in un trattato e spostarci insieme al secondo livello.
Secondo livello di Monkeyrisk
Il secondo livello di Monkeyrisk è qualcosa di più complesso e profondo, perché riguarda un’ignoranza che va più in profondità dell’ignoranza derivante dalla mancanza di istruzione.
Purtroppo si tratta di una mancanza o, per essere precisi, di una “lunga ma reversibile cecità degli occhi interiori“.
Abbiamo già visto anche questo in realtà, nelle biases del nostro fedele specchio ingrandente, ma abbiamo provato a romperlo con una pietra.
Continuiamo infatti a girare e rigirare gli occhiali perché quello che vediamo non ci piace e quindi continuiamo a dire di non veder nulla o che ciò che mostrano e´ una bugia.
In questo caso, le neuroscienze comportamentali entrano in gioco per dare un aiuto alla psicologia.
Il focus in questo caso deve essere spostato sulla frase:
“Ruppe gli occhiali deludenti con una pietra”
Il rischio più grave: l´ego
La Scimmia sa che così tanti uomini tessono le lodi degli occhiali e cosa fa?
Le distrugge in modo da non dover riconoscere con se stessa la sua ignoranza.
In questo caso il rischio è rosso.
La Scimmia Istruita, distrugge la geniale ed utile creazione che puo migliorarle la vita poiché “ferita nell’ego, non ha strumenti per gestire un’emozione tanto intensa”.
Da sempre così chiusa nel comprendere le sue emozioni e quelle degli uomini che la circondano, da saper gestire tutti gli attacchi dei predatori esterni ma non i più distruttivi, quelli che da sola continua a lanciarsi da sempre e che la condannano Scimmia in un mondo di Uomini.
È un tale paradosso.
________ Some human species, sadly, are the same: A clueless boor would eagerly defame A useful thing, regardless of its merit; And if he happens to be born a magnate, He’d use his power to persecute or ban it.
L’importanza di aprire le “scatole interiori”
Qui lasciare la scatola chiusa è un altro pericolo. Qui il pericolo è quello di perdere una vita consapevole, libera e degna di essere chiamata con questo nome.
Quando questo paradosso può rischiare di assumere estensioni tali da coinvolgere tutte le scimmie e le scimmiette future, comincia allora ad assumere la dimensione di pericolo di dramma umano e, a questo punto, lasciare le scatole chiuse diventa un atto di codardia che non possiamo permetterci se amiamo davvero la vita.
Dobbiamo aprire le nostre “scatole interiori” senza paura e renderci conto che ora dobbiamo essere più che mai umani, coraggiosi, collaborativi e follemente creativi.
Possiamo colorare i nostri mostri ormai se ci spaventano e farli ballare sotto note meravigliose; rappresentarli per quello che sono o scoprirli nel lungo viaggio della loro comprensione, prenderci cura di loro e di noi. E possiamo, proprio per la combinazione dell’uomo e della splendida tecnologia che abbiamo creato, se non rifiutiamo di prenderci le responsabilità che ne derivano e fare la nostra parte.
Possiamo possedere le migliori tecnologie in commercio, potere, denaro e fama ma se non siamo in grado di riconoscerci o di comprendere le dinamiche che guidano le nostre azioni, ci stiamo comportando come Cyber-Scimmie e il fatto di avere occhiali AI e chiamarci tutti i giorni Umani non ci farà di certo diventare tali. La conoscenza, la collaborazione e la voglia di mettersi in discussione, di imparare, chiedere dove non si sa e saper fermarsi e cambiare approccio quando non incontriamo la strada giusta sono gli unici davvero in grado di innalzarci dal livello di scimmie technologiche a quello di Uomini ed essere in grado cosi´ di saper prendere al momento giusto la decisione giusta per il bene nostro e della societa.
16/05/2024, Out of Touch Space Raffaella Russo
References
Ivan Luden | Lyrics Translate traduzione storia Ivan K Baumeister, R. F., & Pohhal, A. L. (1996). The Banality of Denial: The Psychological Dynamics of Denying Responsibility. *Personality and Social Psychology Review. Ego-defense mechanisms and brief psychotherapies for the management of major depressive disorder in adults: A longitudinal and quasi-experimental study da Silva Machado a, Igor Soares Vieira a b, Carolina Scaini a, Mariane Lopez Molina a c, Luana Porto Barbosa a, Giovana Del Grande da Silva a, Liliane Ores d, Luciano Dias de Mattos Souza a, Karen Jansen a, Ricardo Azevedo da Silva a Karpman, S. (1968). Fairy Tales and Script Drama Analysis. Transactional Analysis Bulletin. Science DenialA Narrative Review and Recommendations for FutureResearch and PracticeKirsti M. Jylhä1, Samantha K. Stanley2, Maria Ojala3, and Edward J. R. Clarke4 Bhatt, M. A., Lohrenz, T., Camerer, C. F., & Montague, P. R. (2017). Neural dynamics of interpersonal decision-making in the external world. Grin, D., Oetzel, Daniel, & Zhang, J. (2020). Neuroscience based AI for human brain-computer interactions. Kowalski, R. M., & Hanmer, T. J. (2000). Jealousy in response to perceived extradyadic interest: A test of the mediating mechanism. Journal of Social and Personal Relationships. Miller, J. D., & Campbell, W. K. (2010). The case for using research on trait narcissism as a building block for understanding narcissistic personality disorder. Personality Disorders: Theory, Research, and Treatment, 1(3), 180-191. Holtzman, N. S., Vazire, S., & Mehl, M. R. (2010). Sounds like a narcissist: Behavioral manifestations of narcissism in everyday
Unfortunately, it is a lack or, to be precise, a “long but reversible blindness of the inner eyes”.
Generated with AI, Felt by Human (Da Vinci & SyncOff, Out of Touch Space)
O . o ¡x! Human Analytic !x¡ o. O
Introduction
I remember a story that my teacher Silvana, my elementary school teacher who I remember with love, one day told us.
I’ve always loved stories, but this story struck me particularly. I still call it back to my mind today, when, in facing new challenges, some points escape my understanding and asking for help seems to be a sign of weakness and ignorance when now I know, they are sign of great maturity, intelligence and strength.
The story is by Ivan Krylov and is entitled “The monkey and the glasses”. Here a translation of the original story by Olga Dumer
With time, old Monkey’s eyes were getting poor; One day, she heard that Glasses were the cure. If it was true indeed what people said, Then her predicament was not so bad! She got the Glasses — half a dozen frames; And tried them on in each and every way; Applied them to her chest and tied them to her tail; And smelled and licked them, pair after pair; And all of it — to no avail. «Damn it! — she cried — one who believes this drool, Is nothing but a stupid fool: It is just hogwash; not a word of truth; They lied to me: the Glasses are no use!» Frustrated and upset, old Monkey threw a fit And smashed the Glasses on the wall so hard They changed to piles of tiny sparkling bits.
________ Some human species, sadly, are the same: A clueless boor would eagerly defame A useful thing, regardless of its merit; And if he happens to be born a magnate, He’d use his power to persecute or ban it.
It seems right to pay my first respects and thanks to the beautiful story of Ivan Krylov and the equally deserving translation of Olga Dumer, and to stop with all of you to observe and analyse it to grasp from it all the insights absolutely that we can derive from it.
Generated with AI, Felt by Human (Da Vinci & SyncOff, Out of Touch Space)
Il Monkeyrisk
We will try to discover new aspects by looking at the history of Ivran from an HumanAnalytic point of view and we will refer to our analysis parámeter as Monkeyrisk.
Monkeyrisk can be identified as an index of “moral´s damage” itself.
Giallo o Rosso depending on the deviation of the “Monkey´s thoughts” from reality and the impact that such a deviation has on society and on the well-being of the Monkey itself, as can be seen from the story of Ivran.
First level of Monkeyrisk
The first level of Monkeyrisk can be easily identified in the story. We could define this level of risk as “less dangerous” from the social point of view since we could find it even rational looking at the social model.
The focus point is to be identified in the sentence:
“And what a fool to listen to the rumours of humans: All that is said about glasses is a lie; are useless “
Drawing a parallel with the modern technological narrative, the risk of the adoption of Artificial Intelligence with part of society totally unprepared for it and not integrated in the ethical discourse that makes it up, highlights as an inadequate understanding, fed by an incomplete or incorrect “mouth to mouth”, may lead to an improper use or total rejection of AI, placing to it the unjust label of “lie” or “useless”, as we hear every day.
Human Analyst power: on!
Being HumanAnalyst, we can use behavioural psychology to look at our phenomenon and understand a sentence that otherwise might seem completely meaningless and without foundations:
Our poor Monkey buys glasses even though she doesn’t know how to use them. In fact, he bought six pairs because “she heard that Glasses were the cure:
If it was true indeed what people said, then her predicament was not so bad!
With this invention, she too, a Monkey, could have seen better”, an opportunity not to be missed for a blind Monkey in a world where everyone else was seeing. SHE WANTS TO BE PART OF THE GROUP of those who “see”, of course.
The sense of belonging is something so strong for human beings, beautiful social animals, that feeling part of a group pushes us to buy six pairs of glasses not to be excluded, even if we have not even understood what these glasses are at heart.
And here falls..the Monkey!
The Monkey, without knowing how to use them, buys six pairs of glasses but in fact, without anyone driving it, it is a less rich monkey that remains such, submissive to the sighted man, and this he knows it, so I mean:
take another pair, look they are right there, In fact, this new model I give you so maybe you even start to love me… –
«Damn it! one who believes this drool, Is nothing but a stupid fool: It is just hogwash; not a word of truth; They lied to me: the Glasses are no use!»
In this case, our risk is yellow.
Technology is belittled, considered useless, not understood.
Comparing it to the scenario that we’re experiencing, we can relate it to all those cases where AI is rejected because, as experts, we haven’t been able to explain it and maybe really understand how to use it best.
The Monkey, in this case, is ‘relatively harmless’; could become a beautiful flower or an ugly weed.
The cases in which this technology is rejected and deemed useless can be traced back to cases where, as Experts and as a Society, we have failed to integrate a part of the human painting in the product created for them too, a product that we now propose them to buy and Master, to feel part of the great picture that they have never seen or decided for.
We have not been able to reach people who simply speak another language and pay for it.
In this article, for now I like to leave this risk as a Schrödinger´s box, to don´t turn this text into a treaty and move together to the second level.
Second level of Monkeyrisk
The second level of Monkeyrisk is something more complex and unconscious, because it concerns an ignorance that goes deeper than ignorance resulting from lack of education
We have already seen this, in the biases of our faithful magnifying mirror, but we tried to break it with a stone.
In fact, we keep turning and turning our glasses because we don’t like what we see and so we keep saying that we don’t see anything or what they are showing is an hallucination.
In this case, behavioural neuroscience comes into play to help psychology.
The focus in this case must be moved to the sentence:
“And smashed the Glasses on the wall so hard They changed to piles of tiny sparkling bits.”
The most serious risk: ego
Does Monkey know that so many men sing the praises of glasses and what does he do? He destroys them so that he does not have to recognize his ignorance with himself.
In this case the risk is red.
The Educated Monkey destroys the brilliant and useful creation that can improve her life because “wounded in the ego, she has no tools to manage such an intense emotion”.
Always so closed in understanding her emotions and those of the men around her, to be able to handle all the attacks of external predators but not the most destructive, those that alone continues to launch since ever and that condemn Monkey in a world of Men.
It’s such a paradox.
________ Some human species, sadly, are the same: A clueless boor would eagerly defame A useful thing, regardless of its merit; And if he happens to be born a magnate, He’d use his power to persecute or ban it.
The importance of opening the “inner boxes”
Here we cannot leave the box closed since leaving the box closed is another kind of danger.
Here the danger is to lose the chance to live our only life as a conscious life, free and worthy of being called by this name.
Plus, when this paradox can risk assuming such extensions as to involve and impact all future monkeys an baby-monkeys, it then begins to assume the dimension of danger of human drama.
At this point, leaving the boxes closed becomes an act of cowardice that we cannot afford if we truly love life.
We must open our “inner boxes” without fear and realize that now we must be more than ever human, courageous, collaborative, and insanely creative.
We can colour our monsters by now if they frighten us and make them dance under beautiful notes; represent them for what they are or discover them on the long journey of understanding them, take care of them and ourselves. And we can, precisely because of the combination of us and the wonderful technology we have created, if we do not refuse to start to do our part, making ourselves ALL EQUALLY RESPONSIBLE, since WE are “THE SOCIETY”; while and when we create something or when we take it in, while we stand by silently doing ‘our thing’ and benefit directly or indirectly from it, or when we just don’t bother to protect OUR WORLD but only look for monsters or culprits in the end.
We can own the best technologies in commerce, power, money, and fame but if we are not able to recognize ourselves or understand the dynamics that guide our actions, behave like Cyber-Monkeys with AI glasses and calling ourselves Humans daily won’t make us Humans.
Knowledge, collaboration and the desire to question ourselves, to learn, ask where we do not know and recognize when to stop and change approach,when we are not on the right path, are the only ways able to raise us from the level of technological monkeys to the one of Men and gain the human power to take the right decision in the right time for the best of ourselves and society at whole.
Generated with AI, Felt by Human (Da Vinci & SyncOff, Out of Touch Space)
19/05/2024, Out of Touch Space
Raffaella Russo
References
Olga Dumer 2018-2024, Russian Poems In Translations, @ add translation
Baumeister, R. F., & Pohhal, A. L. (1996). The Banality of Denial: The Psychological
Dynamics of Denying Responsibility. *Personality and Social Psychology Review.
Ego-defense mechanisms and brief psychotherapies for the management of major depressive disorder in adults: A longitudinal and quasi-experimental study da Silva Machado a, Igor Soares Vieira a b, Carolina Scaini a, Mariane Lopez Molina a c, Luana Porto Barbosa a, Giovana Del Grande da Silva a, Liliane Ores d, Luciano Dias de Mattos Souza a, Karen Jansen a, Ricardo Azevedo da Silva a
Karpman, S. (1968). Fairy Tales and Script Drama Analysis. Transactional Analysis
Bulletin.
Science DenialA Narrative Review and Recommendations for FutureResearch and PracticeKirsti M. Jylhä1, Samantha K. Stanley2, Maria Ojala3, and Edward J. R. Clarke4
Bhatt, M. A., Lohrenz, T., Camerer, C. F., & Montague, P. R. (2017). Neural dynamics
of interpersonal decision-making in the external world.
Grin, D., Oetzel, Daniel, & Zhang, J. (2020). Neuroscience based AI for human
brain-computer interactions.
Kowalski, R. M., & Hanmer, T. J. (2000). Jealousy in response to perceived
extradyadic interest: A test of the mediating mechanism. Journal of Social and
Personal Relationships.
Miller, J. D., & Campbell, W. K. (2010). The case for using research on trait
narcissism as a building block for understanding narcissistic personality disorder.
Personality Disorders: Theory, Research, and Treatment, 1(3), 180-191.
Holtzman, N. S., Vazire, S., & Mehl, M. R. (2010). Sounds like a narcissist:
Behavioral manifestations of narcissism in everyday