Era un giorno grigio, intriso di quell’inquietudine palpabile che precede un grande cambiamento. L’ufficio di Anna, una piccola stanza stipata di tecnologia datata, brillava debolmente alla luce di un monitor. Le notifiche scattavano come proiettili su uno schermo sovraffollato: un mix caotico di comunicazioni umane, bot automatici e algoritmi che combattevano per la supremazia digitale.