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Papa Francesco sull’Intelligenza Artificiale: ripensiamo il significato di ‘Intelligenza’ per il bene comune

Il Papa, nell’udienza ai partecipanti della conferenza organizzata dalla Centesimus Annus, è tornato a parlare di intelligenza artificiale, dopo il suo intervento della scorsa settimana al G7 di Borgo Egnazia.

Papa Francesco al G7: la tecnologia sia al servizio dell’essere umano

Al via oggi a Borgo Egnazia la seconda e ultima giornata di lavori del G7 dei leader, che ha visto poco fa Papa Francesco nella veste di “keynote speaker”‘ nell’ultima sessione del summit, dedicata all’Intelligenza Artificiale.

Un evento annunciato e atteso – per la prima volta in assoluto un Pontefice partecipa ai lavori del G7 – anche per l’attenzione che il Santo Padre e il Vaticano hanno dedicato al tema da qualche anno, a partire dalla firma a Roma, nel 2020, della Rome Call for AI Ethics e, più in generale, per tutti gli interventi volti a rimarcare la necessità di una moderazione etica degli algoritmi e dei programmi di Intelligenza Artificiale che poi è stata definita con la parola “algoretica”.

La cattedra dei non credenti aspettando Papa Francesco al G7 Borgo Egnazia

La Cattedra dei non credenti è stata probabilmente una delle intuizioni più caratterizzanti l’episcopato di Carlo Maria Martini a Milano. L’iniziativa si sviluppò dal 1987 al 2002, lungo 12 edizioni e 50 incontri.

«… Ciascuno di noi ha dentro di sé un non credente e un credente che ci parlano dentro, che si interrogano a vicenda».

Cardinale Carlo Maria Martini

Anche la Chiesa Anglicana firma la Rome Call for AI Ethics

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha firmato a nome della Chiesa d’Inghilterra la Rome Call for AI Ethics, il documento, nato nel 2020, che sta dando un forte contribuito alla riflessione globale su uno dei temi di più stretta attualità: la necessità e l’urgenza di un’etica nello sviluppo e nella realizzazione dell’Intelligenza Artificiale.

La firma dell’arcivescovo Justin Welby, oggi, è benvenuta per molti motivi. Anzitutto perché sottolinea che le questioni etiche che l’AI solleva sono di interesse globale” è il commento di mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita Esse, che aggiunge come questo tema trascenda i confini religiosi e culturali e abbracci principi universali come la dignità dell’uomo e del rispetto per il pianeta in cui vive.

L’adesione alla Rome Call da parte dell’arcivescovo Justin Welbi è importante proprio in quanto elemento capace di rafforzare questi principi perché, continua ancora mons. Paglia, “la Chiesa d’Inghilterra, attraverso la sua autorevolezza nel mondo globalizzato, può avere un ruolo decisivo nel sensibilizzare sulle questioni etiche legate all’Intelligenza Artificiale. Sono convinto che con questa firma crescerà la consapevolezza della responsabilità della società di fronte alla sfida rappresentata dall’Intelligenza Artificiale. E’ uno dei nuovi compiti affidati alla sapienza delle religioni perché in questo mondo ove lo sviluppo tecnologico sia al servizio della persona umana e dello sviluppo sostenibile del pianeta“.

Commentando l’evento, l’arcivescovo Welby, che ha firmato a nome della Chiesa d’Inghilterra, ha dichiarato: “Sono lieto di sostenere la Rome Call for AI Ethics, che sottolinea la dignità di ogni essere umano in mezzo ai cambiamenti tecnologici. Anche se non possiamo prevedere il futuro, sappiamo che continueranno ad esserci rapidi sviluppi nella scienza e nella tecnologia e dobbiamo essere preparati. L’intelligenza artificiale offre un enorme potenziale per migliorare le capacità umane. Deve anche cercare di proteggere, preservare e tutelare la dignità della persona umana. Gli enormi progressi offerti dall’AI non possono essere proprietà esclusiva dei suoi sviluppatori o di una singola parte dell’umanità. Devono essere per tutte le persone, ovunque. Devono essere al servizio del bene comune, del clima e dello sviluppo sostenibile. Il modo in cui comprendiamo l’intelligenza artificiale dipende in gran parte dal modo in cui comprendiamo la natura dell’essere umano. Lavoriamo tutti per garantire che la dignità di ogni essere umano, creato da Dio, non per il profitto o la produttività, sia al centro di tutto ciò che facciamo”.

La Rome Call for AI Ethics è un documento che mira a promuovere un senso di responsabilità condivisa per la dignità umana in un contesto di rapidi progressi tecnologici. Per garantire che ogni individuo, indipendentemente dal proprio background, possa beneficiare di questi progressi, le religioni, le organizzazioni internazionali, i governi, le istituzioni e il settore privato devono lavorare insieme. Il documento chiede uno sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale che sia al servizio dell’umanità piuttosto che del profitto e che contrasti la graduale sostituzione delle persone sul posto di lavoro e che, al tempo stesso, promuova il rispetto per il pianeta Terra.

Dal lancio della Rome Call nel febbraio 2020, molti stakeholder hanno firmato il documento, tra cui rappresentanti delle religioni abramitiche – l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam – il governo italiano, nonché player del settore come Microsoft, IBM e Cisco e la Fao a livello di organizzazione internazionale.

Padre Paolo Benanti, Professore Straordinario di Etica delle tecnologie presso la Pontificia Università Gregoriana e direttore scientifico della Fondazione RenAIssance, ha affermato: “Con questa nuova espansione della Rome Call possiamo guardare con rinnovata fiducia all’algoretica, ovvero al contributo positivo dell’approccio etico all’intelligenza artificiale. Non è mai un mero problema di innovazione. Si tratta piuttosto di trasformare quest’ultima in sviluppo umano. È altresì molto importante il fatto che il patrimonio di sapienza umana rappresentata dalle religioni parli all’intera umanità, valorizzando ciò che è condiviso per affrontare le sfide della contemporaneità”.


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La vision di Papa Francesco sull’Intelligenza Artificiale: strumento per la pace e la dignità umana


Papa Francesco, nonostante i suoi 87 anni e l’essere parte di una generazione meno avvezza alla tecnologia moderna, ha abbracciato con fermezza il potenziale delle nuove tecnologie come strumento per promuovere la pace e la dignità umana. Riconoscendo che le nuove tecnologie non devono incutere paura, ma piuttosto essere guidate da principi etici e valori, il Papa ha dedicato i principali documenti del 2024 all’Intelligenza Artificiale.

Il Messaggio per la Pace e il Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali, entrambi pubblicati all’inizio di quest’anno, affrontano il tema dell’Intelligenza Artificiale.

Il Papa ha anche avuto incontri personali con leader dell’industria tecnologica come Elon Musk e Tim Cook, oltre che con il ceo di Cisco, Chuck Robbins che nei giorni scorsi ha aderito alla Rome Call for Ai Ethics.

Il Papa si preoccupa del ruolo delle nuove tecnologie nel promuovere la pace e nel contrastare la possibilità che siano utilizzate per fini bellici o destabilizzanti, auspicando che l’Intelligenza Artificiale possa favorire la fraternità e la solidarietà tra le persone.

L’ “algoretica“, come viene definita dal Vaticano, non solo promuove l’etica nell’uso dell’Intelligenza Artificiale, ma garantisce anche la democrazia, contrastando la polarizzazione dell’opinione pubblica e promuovendo il pluralismo. Per questo motivo viene incoraggiato l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel campo della comunicazione, sottolineando l’importanza di non annullare il ruolo del giornalismo ma di integrarlo positivamente.

In un mondo sempre più complesso e tecnologicamente avanzato, Papa Francesco si pone come guida nella promozione di un utilizzo etico e responsabile delle nuove tecnologie e in particolare dell’Intelligenza Artificiale, affinché possano essere strumenti al servizio della pace e della dignità di tutti gli esseri umani.


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Padre Paolo Benanti: una guida etica per il futuro dell’Intelligenza Artificiale. Rome Call al G7

In un momento in cui la complessità dello scenario, legato all’evoluzione tecnologica, mostra che non c’è un tipo di conoscenza che da sola risolve tutti i problemi, la Rome Call“, il documento del Vaticano che chiede l’applicazione dei principi dell’etica all’Intelligenza Artificiale, “mostra la sapienza delle religioni sul tema, affinché si possa assicurare un domani all’umanità di pace e prosperità. In questo contesto la partecipazione del Papa al G7 in Puglia è di grande rilevanza“.

Sono le parole di padre Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco sull’Intelligenza Artificiale, docente della Pontificia Università Gregoriana, membro del Comitato AI presso le Nazioni Unite e presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale di Palazzo Chigi.

È proprio lui il punto di contatto tra le due sponde del Tevere e la sua attenzione per una tecnologia al servizio dell’uomo, tanto presente nei documenti vaticani, sta facendo il giro del mondo. È sempre lui ad aver convinto le grandi aziende tecnologiche, Università e organizzazioni internazionali com la Fao a sottoscrivere il documento.

La Rome Call non è tanto “un insieme di regole ma la volontà di mettere in primo piano secoli di sapienza umana” ha avuto modo di spiegare padre Benanti e proprio per questo il documento vaticano arriverà fino in Giappone, dove nel mese di luglio sarà essere fatto proprio anche dai leader delle religioni orientali (dopo quelle abramitiche).

Andremo ad Hiroshima, un luogo dalla forte valenza simbolica, per dire che la tecnologia mai più sia uno strumento di distruzione” continua ancora Benanti che ritiene, questa della tecnologia e dell’Intelligenza Artificiale in particolare, una sfida “di oggi, non del futuro“.

Per Benanti “ci sono elementi fondamentali per affrontare le trasformazioni dell’AI e tra questi c’è l’abilitazione delle sue capacità, che stanno rapidamente avanzando e stanno trasformando molti settori. Per abilitare le capacità di AI in modo etico, è necessario agire in più direzioni: sviluppare data set di grandi dimensioni, di alta qualità e imparziali per addestrare i modelli di IA; dare accesso alle infrastrutture informatiche; costruire competenze di AI; stabilire quadri di governance per gestire lo sviluppo dell’AI; e che i sistemi di AI siano trasparenti, responsabili e allineati con i valori umani“.


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Partecipazione storica del Papa al G7: focus su Intelligenza Artificiale e etica tecnologica


Papa Francesco si unirà al G7 per la prima volta nella storia: l’annuncio è arrivato dalla premier Giorgia Meloni ed è stato successivamente confermato dalla sala stampa vaticana. Il Pontefice parteciperà quindi all’evento di Borgo Egnazia in Puglia a metà giugno, prendendo parte alla sessione dedicata all’Intelligenza Artificiale aperta ai Paesi non membri, la cosiddetta ‘Outreach’. Questo segna un momento senza precedenti, con il Pontefice coinvolto nel vertice che coinvolge Stati Uniti, Canada, Francia, Regno Unito, Germania e Giappone.

La presidenza italiana del G7 intende promuovere l’iniziativa della Santa Sede sull’Intelligenza Artificiale attraverso la “Rome Call for AI Ethics“, portandola all’attenzione dei leader mondiali durante il vertice in Puglia. La presenza del Papa promette di contribuire significativamente alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale per l’Intelligenza Artificiale, sottolinea la premier Meloni.

L’interesse del Pontefice per l’Intelligenza Artificiale è evidente, considerando la sua recente dedizione ai temi tecnologici, come dimostrato nei suoi messaggi per la Pace e per la Giornata delle Comunicazioni sociali. Papa Francesco ha anche incontrato il CEO di Cisco, Chuck Robbins, lodando gli sforzi per l’istruzione dei detenuti, sottolineando l’importanza di utilizzare l’IA per il bene comune anziché per fini manipolativi o distruttivi.

La Rome Call for AI Ethics, promossa dalla Pontificia Accademia per la Vita, sta raccogliendo consensi a livello globale, coinvolgendo leader religiosi, aziende e istituzioni accademiche. La partecipazione del Papa al G7 evidenzia l’impegno del Vaticano nel promuovere un dialogo interdisciplinare sull’etica tecnologica, con l’obiettivo di garantire un futuro di pace e prosperità per tutta l’umanità.

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, la presenza del Papa al G7 rappresenta un’opportunità unica per affrontare le sfide etiche legate all’Intelligenza Artificiale e per promuovere un approccio responsabile e orientato al bene comune nell’uso delle nuove tecnologie.


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Papa Francesco: regolare l’uso dell’Intelligenza Artificiale o rischiamo il pensiero unico

Occorre una regolamentazione a livello internazionale dell’Intelligenza Artificiale per evitare un suo uso distorto. Lo dice il Papa nel Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali che si celebrerà il 12 maggio e che ha come tema proprio l’AI.

Della prima ondata di intelligenza artificiale, quella dei social media, abbiamo già compreso l’ambivalenza toccandone con mano, accanto alle opportunità, anche i rischi e le patologie. Il secondo livello di intelligenze artificiali generative segna un indiscutibile salto qualitativo. È importante quindi” sottolinea Papa Francesco “avere la possibilità di comprendere, capire e regolamentare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi. Come ogni altra cosa uscita dalla mente e dalle mani dell’uomo, anche gli algoritmi non sono neutri. Perciò è necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico“.

Come ogni altra cosa uscita dalla mente e dalle mani dell’uomo” continua il Pontefice “anche gli algoritmi non sono neutri. Perciò è necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico“.

A seconda dell’orientamento del cuore, ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo“, ammonisce il Santo Padre parlando del pericolo di “inquinamento cognitivo“, di “alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute, e condivise, come se fossero vere” in riferimento al problema della disinformazione e al tema delle fake news e che oggi si avvale del deep fake, ovvero la creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false, a proposito del quale Papa Francesco ha chiosato “è capitato anche a me di esserne oggetto” in riferimento ad una serie di immagini generate con tool di Intelligenza Artificiale che lo ritraevano in pose pop, con look street-style o intento a scatenarsi in discoteca.

Come usare l’intelligenza artificiale dipende dall’uomo e dall’utilizzo che intende farne continua il Pontefiche aggiungendo che “la risposta non è scritta, dipende da noi. Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza“.

E da qui gli interrogativi ai quali il tema ci pone davanti:

  • come far sì che le aziende che sviluppano piattaforme digitali si assumano le proprie responsabilità rispetto a ciò che diffondono e da cui traggono profitto, analogamente a quanto avviene per gli editori dei media tradizionali;
  • come rendere più trasparenti i criteri alla base degli algoritmi di indicizzazione e de-indicizzazione e dei motori di ricerca, capaci di esaltare o cancellare persone e opinioni, storie e culture;
  • come garantire la trasparenza dei processi informativi

Secondo la visione di Papa Francesco, non è accettabile che l’uso dell’Intelligenza Artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva. La rappresentazione della realtà in big data, per quanto funzionale alla gestione delle macchine, implica infatti una perdita sostanziale della verità delle cose, che ostacola la comunicazione interpersonale e rischia di danneggiare la nostra stessa umanità. L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione.

L’obiettivo a cui tendere, secondo il Pontefice, è quello di evitare che l’Intelligenza Artificiale finisca per costruire nuove caste basate sul dominio informativo, generando nuove forme di sfruttamento e di diseguaglianza, perché se usata bene questa tecnologia può portare invece più eguaglianza, promuovere una corretta informazione e una maggiore consapevolezza del passaggio epocale che stiamo attraversando, favorendo l’ascolto dei molteplici bisogni delle persone e dei popoli, in un sistema di informazione articolato e pluralista.

Da questo punto vi sta quindi “l’uso dell’Antelligenza Artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa“. Così Papa Francesco nel messaggio per la 58ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si celebra il 12 maggio 2024 sul tema ‘Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana’.

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