L’Università di Pisa è la prima in Italia a siglare una partnership con OpenAI, puntando a rivoluzionare didattica, ricerca e amministrazione con ChatGPT Edu.
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Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente articolato una visione audace per il futuro dell’intelligenza artificiale (IA), posizionandosi come una figura centrale nel dibattito in corso riguardante il suo sviluppo e le sue implicazioni. Le sue affermazioni riflettono un significativo spostamento dai tradizionali ruoli di fondatore verso uno stile di leadership più visionario, enfatizzando la duplice natura del potenziale dell’IA: i suoi enormi benefici insieme a sostanziali sfide etiche e regolatorie.
Le minacce biologiche rappresentano una sfida significativa per la sicurezza globale. Sebbene i modelli di intelligenza artificiale come quelli di OpenAI non permettano a non esperti di creare direttamente agenti biologici pericolosi, possono assistere gli esperti nella pianificazione operativa per riprodurre minacce note. Questo sottolinea la necessità di un rigoroso controllo per prevenire potenziali abusi.
OpenAI ha avviato un progetto per valutare i rischi associati all’uso dell’intelligenza artificiale nella creazione di minacce biologiche. Questo intervento è emerso in risposta alla crescente preoccupazione riguardo all’uso potenziale di modelli di linguaggio avanzati, come GPT-4, per facilitare la progettazione e la produzione di agenti biologici pericolosi.
OpenAI sfonda il tetto di un milione di utenti paganti dei suoi prodotti aziendali ChatGpt Enterprise, Team ed Edu. Lo ha reso noto la stessa azienda che due anni fa, nell’autunno 2022, ha innescato l’inarrestabile ascesa del fenomeno AI con il lancio di ChatGpt.
Giovedì scorso OpenAI ha annunciato che ChatGPT ha superato i 200 milioni di utenti attivi settimanali, raddoppiando la sua base rispetto allo scorso novembre e confermando in questo modo la leadership tra i chatbot basati sull’Intelligenza Artificiale generativa, in un settore estremamente competitivo.
RCS MediaGroup, uno tra i principali gruppi editoriali multimediali internazionali, che edita, tra gli altri, Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport in Italia e El Mundo e Marca in Spagna, ha annunciato di aver siglato una partnership strategica con OpenAI.
Si tratta del primo accordo di OpenAI con una casa editrice italiana, dopo quelli siglati con il gruppo Axel-Springer, News Corp., Financial Times, Time, The Atlantic, Le Monde e El Pais, e consente a RCS di sviluppare applicazioni innovative basate sull’AI per migliorare le interazioni con il pubblico.
Jan Leike, ex capo delle iniziative di allineamento di OpenAI, ha spiegato su Twitter (ora X) perché ha lasciato l’azienda martedì. Nel thread, Leike ha citato la mancanza di risorse e attenzione alla sicurezza come motivi delle sue dimissioni dal produttore di ChatGPT.
OpenAI, l’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale fondata da Elon Musk e Sam Altman, ha recentemente introdotto un nuovo standard chiamato “Model Spec” per documentare in modo chiaro e trasparente i modelli di AI. In un blog post intitolato “Introducing the Model Spec“, OpenAI delinea le motivazioni e i dettagli di questo nuovo framework, che mira a promuovere una maggiore comprensione e responsabilità nello sviluppo e nell’implementazione dei sistemi di AI.
La settimana scorsa abbiamo parlato del misterioso modello “gpt2-chatbot” che ha superato GPT-4 e Claude Opus in vari compiti. “Ho un debole per Gpt2”: il tweet criptico di Sam Altman e il mistero del nuovo chatbot di OpenAI Molti ipotizzano sia una nuova creatura di OpenAI. Sebbene non fosse disponibile allora, è riemerso ed ecco come accedervi: 1. Vai su chat.lmsys.org 2. Assicurati di essere in modalità Arena, gpt2-chatbot sarà selezionato per impostazione predefinita (non visualizzato) Verificare: 1. Immettere una richiesta 2. Valuta la risposta che ricevi (in basso) 3. Controlla il nome del modello, se non è “im-a-good-gpt2-chatbot” aggiorna e riprova. Queste nuove iterazione mostrano capacità uguali o maggiori di quelle di GPT-4, nella risoluzione di problemi analitici complessi. |
Microsoft ha deciso di investire e collaborare con OpenAI, potenzialmente a causa della sensazione di restare indietro rispetto a Google di Alphabet ha riferito Bloomberg News, citando un’e-mail interna rilasciata nell’ambito del progetto del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti caso antitrust contro Google.
Kevin Scott, Chief Technology Officer di Microsoft, era preoccupato quando ha esaminato i “divari di capacità” di formazione del modello di intelligenza artificiale tra Google e Microsoft, secondo un’e -mail di giugno 2019 che ha scritto al CEO Satya Nadella e al co-fondatore Bill Gates.
Lo scambio suggerisce che il dirigente ha riconosciuto in privato che mancavano l’infrastruttura e la velocità di sviluppo per raggiungere OpenAI –il creatore del chatbot ChatGPT e DeepMind di Google.
Scott ha scritto nell’e-mail: “siamo diversi anni indietro rispetto alla concorrenza in termini di scala ML [machine learning]”.
Nadella aveva approvato l’e-mail di Scott e l’aveva anche inoltrata al direttore finanziario Amy Hood, dicendo “un’ottima e-mail che spiega perché voglio che lo facciamo… e anche perché poi garantiremo che i nostri addetti all’infrastruttura vengano eseguiti”.
L’e-mail è stata pubblicata martedì scorso dopo che i media, tra cui il New York Times e Bloomberg, sono intervenuti nel caso antitrust e hanno chiesto un maggiore accesso pubblico, osserva il rapporto .
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva notato che ChatGPT di OpenAI e altre innovazioni avrebbero potuto essere rilasciate anni fa se Google non avesse monopolizzato il mercato della ricerca, aggiunge il rapporto.
La settimana scorsa, il giudice Amit Mehta ha ordinato alle società di fornire una versione redatta, poiché le informazioni “fanno luce sulla difesa di Google riguardo agli investimenti relativi di Google e Microsoft nella ricerca”, osserva il rapporto.
Giovedì e venerdì, Google e il Dipartimento di Giustizia dovrebbero presentare le argomentazioni conclusive del caso. Secondo il rapporto, si prevede che il giudice Mehta prenderà una decisione entro la fine dell’anno.
Un nuovo modello di intelligenza artificiale denominato “gpt2-chatbot” è apparso senza annuncio su LMSYS Chatbot Arena. Ha superato GPT-4 di OpenAI e Claude Opus di Anthropic nei compiti di ragionamento, codifica e matematica, sbalordendo i ricercatori con le sue capacità.
I primi resoconti del modello sono apparsi per la prima volta su 4chan, poi si sono diffusi su piattaforme di social media come X , seguito subito dopo dall’hype .
C’è una teoria tra gli sviluppatori che suggerisce che sia stata scoperta una nuova tecnica per addestrare modelli linguistici in modo più efficiente. Questo avrebbe portato alla creazione di un modello di dimensioni simili a GPT-2, ma con prestazioni pari a GPT-4. Il test di questo modello segreto potrebbe essere un preludio a qualcosa di più grande. Ci sono opinioni contrastanti sulla sua natura e sulle potenzialità, ma molti sono entusiasti delle possibilità rivoluzionarie che potrebbe portare.
Alcuni credono che un team lo abbia rilasciato per mostrare le capacità dell’intelligenza artificiale e generare buzz, simile a GPT-4chan nel 2022.
Presenta somiglianze con i modelli OpenAI; Si prevede che OpenAI si stia preparando per il rilascio del suo prossimo modello principale, GPT-5, quest’estate. Gpt2 si autoidentifica come creato da OpenAI; Il CEO di OpenAI Sam Altman ha twittato in modo criptico “Ho un debole per gpt2”. Potrebbe essere la prossima iterazione, deludente ma non sorprendente.
Non solo Google, nel futuro dell’iPhone potrebbe esserci anche ChatGpt. Secondo le ultime indiscrezioni di Bloomberg, rappresentanti di Apple avrebbero incontrato le controparti di OpenAI, l’azienda che sviluppa ChatGpt, per capire in che modo integrare il famoso chatbot all’interno di iOS 18, il sistema operativo per iPhone che verrà lanciato in autunno e, in anteprima, alla conferenza per sviluppatori Wwdc 2024 di giugno.
Bllomberg spiega che questa mossa non chiude le porte alla possibilità di collaborazione tra Apple e Google per portare a bordo del melafonino Gemini, l’IA di Big G. Quest’ultimo verrebbe inserito nelle funzionalità di ricerca web dello smartphone, mentre ChatGpt, o parte di esso, sarebbe il motore alla base del nuovo Siri, ossia una versione aggiornata dell’assistente digitale che Apple ha reso disponibile per la prima volta nel 2011, con iOS 5.
Ad oggi, ChatGpt è presente come app indipendente da scaricare sui dispositivi della Mela. Ad ogni modo, per Bloomberg le partnership con OpenAI e Google sposterebbero più in là lo sviluppo di un’intelligenza artificiale totalmente a marchio Apple, con il colosso che comincerebbe intanto ad abituare gli utenti iPhone alle funzionalità di IA, da internalizzare in un secondo momento. Intanto, l’azienda di Cupertino ha rimosso dal suo negozio di app, l’App Store, alcuni software utilizzati per generare immagini con l’IA, perché capaci di creare anche contenuti di nudo.
Ad attirare l’attenzione di Apple è stato un report di 404media, che ha individuato un certo numero di app che, tramite i social, sponsorizzavano la possibilità di sfruttare l’intelligenza artificiale generativa per realizzare foto di donne svestite. “Segno – scrive 404media – che le aziende tech stanno diventando più veloci nell’intraprendere azioni contro gli usi illeciti della tecnologia IA”.
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Secondo un rapporto di mercoledì di Bloomberg, l’investimento di 13 miliardi di dollari di Microsoft in OpenAI eviterà qualsiasi indagine formale da parte dei funzionari dell’Unione Europea.
La Commissione Europea ha concluso che l’investimento non conta come un’acquisizione poiché la direzione di OpenAI, il creatore di ChatGPT, non è controllata da Microsoft, hanno detto a Bloomberg persone a conoscenza della questione .
Mi verrebbe da dire se l’ Europa (quale?) investra’ mai 13 miliardi di Dollari in una startup o che si potra’ mai permettersi di farlo, tanto x citare un numero esso rappresenta il fatturato delle Ferovie dello Stato.
Alcune delle preoccupazioni dell’UE sull’investimento sono state dissipate dopo che al CEO di OpenAI Sam Altman è stato permesso di tornare nel consiglio di amministrazione di OpenAI a seguito di un’analisi da parte dello studio legale WilmerHale degli eventi che hanno portato alla sua temporanea estromissione.
Microsoft ha affermato che il suo rapporto con OpenAI promuove “l’innovazione e la concorrenza nell’intelligenza artificiale, preservando l’indipendenza di entrambe le società”, ha riferito Bloomberg.
Attualmente il BM di OpenAI e’ Freemium :
Negli ultimi anni diversi membri dei Magnifici 7 hanno investito in startup basate sull’intelligenza artificiale.
Il mese scorso, Amazon ha investito 2,75 miliardi di dollari in Anthropic, portando il suo investimento totale nella società a 4 miliardi di dollari. Anche Google a investito in Anthropic e Cohere. Cohere ha anche collaborato con Oracle e Nvidia.
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OpenAI ha fatto un annuncio importante oggi attraverso il suo account X: il modello GPT-4 Turbo with Vision è ora “generalmente disponibile” tramite le sue API. Questa nuova versione del modello di intelligenza artificiale di OpenAI promette di rivoluzionare il modo in cui le applicazioni interagiscono con il linguaggio naturale e le immagini.
GPT-4 Turbo with Vision è un modello di intelligenza artificiale avanzato che combina la capacità di elaborazione del linguaggio naturale di GPT-4 con la capacità di analisi delle immagini. Questo modello è stato addestrato su una vasta gamma di dati, tra cui testi, immagini e video, per fornire risposte più accurate e pertinenti alle query degli utenti.
Con la disponibilità generale di GPT-4 Turbo with Vision tramite le API di OpenAI, gli sviluppatori possono ora integrare facilmente questa tecnologia all’avanguardia nelle loro applicazioni. Questo significa che le applicazioni potranno elaborare e comprendere il linguaggio naturale e le immagini in modo più accurato e veloce, fornendo agli utenti un’esperienza più fluida e intuitiva.
Con questa nuova versione, le capacità di computer vision di GPT-4 possono essere integrate nelle applicazioni tramite API testuali JSON, semplificando enormemente il lavoro degli sviluppatori.
Il JSON genera uno snippet di codice che gli sviluppatori possono utilizzare per automatizzare le azioni all’interno delle loro app connesse, come l’invio di e-mail, la pubblicazione di contenuti online o l’effettuazione di acquisti.
OpenAI ha dichiarato che la disponibilità generale di GPT-4 Turbo with Vision è un passo importante verso la realizzazione della sua visione di un’intelligenza artificiale accessibile a tutti. L’azienda prevede di continuare a migliorare e sviluppare la sua tecnologia per fornire soluzioni di intelligenza artificiale sempre più avanzate e innovative.
In un mondo sempre più connesso e dipendente dalla tecnologia, l’annuncio di OpenAI sulla disponibilità generale di GPT-4 Turbo with Vision rappresenta un passo importante verso un futuro in cui l’intelligenza artificiale sarà sempre più integrata nella nostra vita quotidiana. Gli sviluppatori e le aziende che adotteranno questa tecnologia all’avanguardia saranno in grado di fornire esperienze utente più avanzate e innovative, aprendo la strada a nuove opportunità e possibilità.
Elon Musk ha annunciato che il chatbot Grok della sua startup di intelligenza artificiale xAI sarà presto accessibile a tutti gli abbonati premium della piattaforma di social media, condividendo la notizia su X: “entro questa settimana, Grok sarà abilitato per tutti gli abbonati premium (non solo premium+)“.
All’inizio di questo mese, Musk ha rivelato l’intenzione di xAI di rendere open source Grok, presentato per la prima volta a novembre dello scorso anno. Questa mossa è avvenuta pochi giorni dopo che Musk ha citato in giudizio OpenAI, il produttore di ChatGPT sostenuto da Microsoft (NASDAQ: MSFT), sostenendo che avesse messo il profitto davanti al beneficio dell’umanità. OpenAI, co-fondata da Musk, ha respinto le accuse del miliardario della tecnologia.
Queste ultimi sviluppi pongono il chatbot Grok di xAI al centro dell’attenzione, poiché Musk si impegna a rendere la tecnologia più accessibile e trasparente per gli utenti della sua piattaforma di social media.
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Secondo un recente sondaggio condotto dal Pew Research Center, il ChatGPT di OpenAI continua a guadagnare popolarità, con quasi un adulto statunitense su quattro che ha affermato di aver utilizzato il chatbot in qualche modo. Questo segna un aumento rispetto al 18% registrato sette mesi prima, evidenziando un trend di crescita costante nell’utilizzo del ChatGPT.
In particolare, l’uso del ChatGPT per scopi lavorativi è aumentato significativamente negli ultimi 12 mesi. Nel marzo 2023, l’8% degli adulti statunitensi ha affermato di aver utilizzato il chatbot per svolgere attività lavorative, percentuale che è salita al 20% a febbraio 2024.
L’età e il livello di istruzione sembrano influenzare chi utilizza maggiormente il ChatGPT per lavoro. Il sondaggio ha rivelato che quasi un americano su tre con meno di 30 anni ha utilizzato il chatbot per scopi lavorativi, mentre questa percentuale scende al 21% per gli adulti tra i 30 e i 49 anni e al 10% per coloro che hanno 50 anni o più.
Inoltre, gli adulti con titoli di studio laureati e triennali utilizzano il ChatGPT in misura maggiore, rispettivamente al 33% e al 25%, mentre scende al 19% per coloro che hanno un diploma di scuola superiore e all’8% per chi ha un diploma di scuola superiore o inferiore.
Tuttavia, c’è un aspetto su cui gli americani sembrano concordare: la diffidenza nei confronti del ChatGPT quando si tratta di politica, soprattutto in vista delle imminenti elezioni presidenziali americane del 2024. Il sondaggio ha rivelato che circa quattro cittadini su dieci non hanno troppa o nessuna fiducia nelle informazioni elettorali fornite dal ChatGPT, superando di gran lunga la fiducia nelle informazioni politiche fornite dalla piattaforma.
Nonostante il crescente numero di utenti del ChatGPT, il 34% degli americani intervistati dal Pew Research Center ha dichiarato di non aver mai sentito parlare del chatbot, evidenziando che c’è ancora una significativa fetta di popolazione che non è a conoscenza di questa tecnologia.
OpenAI ha appena annunciato di aver chiuso un accordo con gli editori di Le Monde e di El País al fine di poter utilizzare i loro contenuti per addestrare ChatGPT e gli altri modelli di Intelligenza Artificiale generativa.
Si tratta di accordi significativi, che seguono quelli chiusi a suo tempo con Associated Press e con l’editore tedesco Axel Springer, ma che arrivano anche nel mezzo della battaglia legale della società non solo con il New York Times, che l’ha portata in tribunale per violazione del copyright, ma anche con altri editori Usa che accusano la società di aver usato i loro contenuti senza permesso.
Gli accordi appena chiusi con El País e con Le Monde sono una buona notizia in generale per gli editori, perché non solo indicano che la società non ha intenzione di continuare a innescare controversie sui diritti di proprietà intellettuale con i media di tutto il mondo ma anche perché in un momento in cui scendono le diffusioni e calano i ricavi pubblicitari erodendo i margini, il patrimonio di contenuti e di informazione che gli editori hanno a disposizione può diventare un asset monetizzabile tramite accordi con i player dell’Intelligenza Artificiale.
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OpenAI ha lanciato il nuovo text-to-video model “Sora” un mese fa.
Sora si pone come il nuovo protagonista nel panorama dell’intelligenza artificiale con il suo rivoluzionario generatore di video basato su testo, sviluppato da OpenAI. Grazie a Sora, gli utenti possono trasformare semplici messaggi di testo in coinvolgenti video, aprendo nuove frontiere nell’ambito della creatività digitale.
I video campione di Sora rilasciati da OpenAI sono ad alta definizione e ricchi di dettagli. OpenAI afferma che può generare video fino a un minuto di durata.
OpenAI sostiene anche che Sora gestisce bene l’occlusione. Un problema con i modelli esistenti è che possono perdere traccia degli oggetti quando questi scompaiono dalla vista.
Prompt: “Several giant wooly mammoths approach treading through a snowy meadow, their long wooly fur lightly blows in the wind as they walk, snow covered trees and dramatic snow capped mountains in the distance, mid afternoon light with wispy clouds and a sun high in the distance creates a warm glow, the low camera view is stunning capturing the large furry mammal with beautiful photography, depth of field”.
Sebbene possa sembrare simile ai suoi predecessori, come DALL-E o Firefly, celebri per la loro abilità di trasformare testo in immagini, Sora si distingue per la sua capacità di creare video dinamici arricchiti da interazioni e rendering in 3D. Un’esperienza visiva che cattura l’attenzione e lascia un’impressione indelebile in chiunque ne sia testimone.
Sora incarna il prossimo capitolo nell’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale generativa, consentendo a individui di qualsiasi livello di esperienza di esplorare nuovi orizzonti nella creazione di contenuti digitali. Con i suoi risultati straordinari, Sora si afferma come una pietra miliare in questa continua tendenza, aprendo le porte a un universo di possibilità creative senza precedenti.
Il recente lancio di “Sora” da parte di OpenAI ha scosso il mercato, suscitando preoccupazioni tra varie aziende, tra cui studi cinematografici, agenzie pubblicitarie e strumenti di editing. In particolare, Adobe, rinomata nel settore degli strumenti di editing, si trova ad affrontare una serie di sfide che meritano attenzione.
In primo luogo, emerge una crescente incertezza sul futuro. L’avvento dell’intelligenza artificiale ha abbattuto le barriere nella creazione di contenuti, ponendo interrogativi sul ruolo predominante di alcune aziende nel settore creativo nei prossimi anni tra cui ad esempio il colosso Adobe. L’impiego sempre più diffuso dell’IA, specialmente nella generazione di contenuti, potrebbe influenzare anche la fase di editing, cruciale per le entrate di Adobe.
Questo scenario solleva dubbi sulla stabilità occupazionale, poiché l’automatizzazione guidata dall’IA potrebbe portare a una maggiore produttività e, di conseguenza, a una riduzione della domanda di manodopera.
Ad esempio, il management di Adobe ha suggerito un possibile approccio di monetizzazione basato sull’utilizzo dell’IA, tramite crediti di utilizzo. Questa strategia potrebbe mitigare gli effetti negativi sulla domanda di posti di lavoro, ma la sua efficacia rimane da verificare.
Un secondo problema potenziale riguarda la distribuzione. Mentre alcuni temevano che l’IA avrebbe rivoluzionato completamente il settore del software, è fondamentale considerare l’importanza della distribuzione. Sebbene l’IA possa apportare cambiamenti significativi, la sua adozione su larga scala dipende da una serie di fattori, compresa la facilità di accesso e l’infrastruttura necessaria.
Le aziende devono affrontare le sfide derivanti da questa nuova era. La capacità di adattamento e l’innovazione strategica saranno fondamentali per mantenere una posizione di leadership in un ambiente in continua evoluzione.
Sebbene l’ecosistema delle startup dell’intelligenza artificiale possa generare una concorrenza serrata, la capacità di distribuzione rimane un fattore determinante per il successo. Anche se un’azienda sviluppa il modello più avanzato di intelligenza artificiale, senza un efficace canale di distribuzione rischia di non ottenere una diffusione ampia sul mercato. Questo è il motivo per cui, nonostante la competizione con le grandi società consolidate, come Microsoft Corporation, le startup dell’AI devono porre particolare attenzione alla distribuzione.
OpenAI, ad esempio, ha stabilito un legame strategico con Microsoft, uno dei principali attori nel panorama del software aziendale. Questa partnership non solo conferisce a OpenAI un’identità come startup nell’ambito dell’intelligenza artificiale, ma le offre anche un canale di distribuzione di vasta portata. Grazie a questa collaborazione, OpenAI può accedere a un pubblico più ampio e ottenere una rapida adozione dei suoi prodotti e servizi nell’ecosistema aziendale.
Non male per una società nemmeno quotata.
L’incertezza sul futuro è oggi più tangibile che mai. L’ascesa dell’intelligenza artificiale sta esercitando pressioni significative sul panorama lavorativo, e OpenAI non può essere sottovalutata come una mera “startup AI senza distribuzione”.
Comunque, è improbabile che l’intelligenza artificiale generativa possa fornire risultati finali all’altezza delle aspettative della creatività. Modelli come Sora potrebbero generare video basati su testo, ma è poco probabile che questi corrispondano esattamente alle visioni creative degli artisti. Questa discrepanza potrebbe essere accettabile per l’utente medio, ma difficilmente sarà soddisfacente per i professionisti del settore.
Ciò significa che gli strumenti creativi tradizionali continueranno probabilmente a essere rilevanti, poiché l’intelligenza artificiale risolverà solo una parte del processo creativo. Questo fenomeno è già evidente nell’ambito delle immagini generate dall’IA e è probabile che si ripeta anche nel caso dei video, considerando la complessità e la ricchezza di questo formato.
Ad esempio quando OpenAI ha introdotto DALL-E, si temeva che avrebbe rivoluzionato completamente il settore, ma Adobe ha risposto prontamente integrando la tecnologia nella sua suite creativa con il lancio di Firefly. Questa flessibilità e capacità di innovazione suggeriscono che anche nel caso di Sora, Adobe potrebbe trovare un modo per capitalizzare sull’intelligenza artificiale generativa, mantenendo la sua posizione dominante nel settore.
Sora potrebbe subire una “commoditizzazione” simile a quella riscontrata con DALL-E.
L’intelligenza artificiale generativa sta abbassando le barriere di accesso all’industria creativa, con vantaggi e svantaggi. Se da un lato i costi di ingresso sono ridotti, dall’altro il rischio di una contrazione del divario competitivo è presente. Tuttavia, si apre anche la possibilità di un notevole ampliamento del bacino di utenza, sebbene una parte di esso potrebbe non essere facilmente monetizzabile. In questo contesto, le strategie di pricing di le offerte di intelligenza artificiale sarà fondamentale nel valutare l’opportunità di monetizzazione degli attuali players.
I clienti mostrano un interesse non solo per la fase generativa, ma per l’intera catena del valore.
Possiamo ritenere che l’intelligenza artificiale possa non solo aumentare la produttività, ma anche espandere il bacino di utenza, poiché le aziende si impegnano sempre più nella creazione di contenuti. Questa visione è supportata dai dati e dalle ricerche condotte tra la clientela, che mostrano un crescente coinvolgimento e una maggiore percezione del valore derivante dall’utilizzo delle nuove tecnologie.
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Nel regno degli enigmi e delle alchimie digitali, la giornata di Martedì 5 Marzo fu scossa dalle parole del potente signore dei Fulmini, Elon Musk, CEO della Casa Tesla .
Egli accusò OpenAI, l’antica congrega degli artefici dell’intelligenza, di essersi allontanata dalla sacra missione di forgiare l’IA per il bene dell’umanità, preferendo il sentiero del profitto.
Nell’antro digitale, sostenuto dal mago Microsoft, i custodi di ChatGPT levantarono la loro voce attraverso i lumi del blog, ribadendo la purezza della loro causa e respingendo le accuse di Musk.
Tuttavia, il vento delle dispute soffiava forte, poiché la settimana precedente il signore dei Fulmini aveva scagliato il suo dardo legale contro la congrega, insieme al suo CEO, Sam Altman.
(All’inizio di febbraio 2018, Musk ha inoltrato un’e-mail in cui suggeriva che OpenAI avrebbe dovuto “attaccarsi a Tesla come sua mucca da mungere”.)
Gli arcani rivelavano che Musk desiderava piegare OpenAI alla sua volontà, proponendo un patto con la Casa Tesla o reclamando il dominio completo. Ma gli artefici dell’intelligenza rifiutarono di cedere alle richieste del potente signore, difendendo con fermezza la loro indipendenza.
Fu così che si rivelò il conflitto tra le due potenze. Nel cuore del dissenso giaceva la questione del futuro di OpenAI: doveva rimanere un faro di conoscenza aperta o cedere al richiamo del lucro? Musk, con la sua saggezza acuminata e la sua sete di potere, insisteva sulla strada del guadagno, ma i custodi dell’IA si rifiutavano di piegare la loro volontà.
“Dobbiamo optare per una cifra molto più grande di 100 milioni di dollari per evitare di sembrare senza speranza rispetto a ciò che Google o Facebook stanno spendendo. Penso che dovremmo dire che stiamo iniziando con un impegno di finanziamento di 1 miliardo di dollari. Questo è reale. Coprirò qualunque cosa nessun altro lo fornisce“, si legge in un’e-mail di Musk condivisa da OpenAI nel blog.
E così, nel vortice delle parole digitate, fu svelato il passato. Musk aveva lasciato l’assemblea di OpenAI, maledicendo la necessità di un contendente alla Casa Google/DeepMind. Tuttavia, nell’ombra degli algoritmi, la verità nascosta venne alla luce: Musk aveva desiderato il controllo assoluto, il dominio indiscusso.
(OpenAI ha condiviso un’e-mail di Musk in cui si legge: “Tesla è l’unica strada che potrebbe sperare di reggere il confronto con Google. Anche in questo caso, la probabilità di essere un contrappeso a Google è piccola. Semplicemente non è zero“.)
Il destino, intessuto di magie elettroniche, si dispiegava davanti agli occhi degli osservatori. OpenAI, nata da un sogno di saggezza condivisa, ora doveva confrontarsi con il tradimento di un alleato caduto. E mentre i vapori dell’IA generativa permeavano il mondo, la tristezza si diffuse tra i custodi di OpenAI, che rimpiangevano l’amicizia perduta e guardavano oltre, alla ricerca di una via verso il futuro incerto.
“Siamo tristi che si sia arrivati a questo con qualcuno che abbiamo profondamente ammirato, qualcuno che ci ha ispirato a puntare più in alto, poi ci ha detto che avremmo fallito, ha creato un concorrente e poi ci ha fatto causa quando abbiamo iniziato a fare progressi significativi verso OpenAI missione senza di lui“, ha detto OpenAI nel post sul blog.
Potete leggere la Storia completa qui : https://openai.com/blog/openai-elon-musk
“Questa settimana xAI renderà Grok open source“,!!!
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In un’intervista al Wall Street Journal, Mira Murati, Chief Technology Officer di OpenAI, ha confermato che Sora, il suo modello di Intelligenza Artificiale generativa che crea video da istruzioni di testo e da immagini fisse, sarà disponibile entro la fine dell’anno.
Nei giorni scorsi, il Garante per la privacy italiano ha avviato un’istruttoria per capire come OpenAI addestra l’algoritmo di Sora, quali dati degli utenti raccoglie ed elabora e se e quali fonti esterne vengono utilizzate per generare i video.
Murati ha riferito che il software potrà creare non solo filmati ma anche la parte sonora, almeno in un aggiornamento successivo del modello, rendendo il risultato qualcosa di molto vicino ad un’opera cinematografica.
Per salvaguardare la trasparenza dei contenuti, i video dovrebbero contenere anche metadati ed etichette in grado di far capire agli utenti quando ciò che stanno guardando è vero o frutto di un’elaborazione effettuata con tool di AI.
“Considerando la possibilità di creare disinformazione” afferma Murati “siamo impegnati a prendere tutte le giuste misure preventive prima di un rilascio pubblico di Sora, anche in vista delle elezioni presidenziali di novembre“. Anche se Sora è molto più costoso da gestire rispetto ad altri modelli di Intelligenza Artificiale, OpenAI punta a renderlo disponibile a tariffe simili a Chat GPT o a Dall-e, l’AI che crea immagini statiche da testo.
OpenAI ha riammesso il CEO, Sam Altman, nel consiglio di amministrazione dell’azienda. La decisione arriva quasi cinque mesi dopo che Altman è stato rimosso dal Consiglio e licenziato temporaneamente dalla carica di amministratore delegato. Un licenziamento particolarmente breve perché Altman è poi tonato alla guida dell’azienda appena due settimane dopo, senza tuttavia essere riammesso nel Consiglio di amministrazione.
OpenAI ha pubblicato sul proprio blog aziendale una sintesi dei risultati di WilmerHale, uno studio legale al quale il Consiglio di amministrazione della società aveva dato incarico, nel dicembre 2023, di condurre un’indagine sugli eventi che hanno portato al licenziamento di Altman.
Sempre secondo quanto riportato da OpenAI, lo studio legale WilmerHale ha completato la sua analisi sugli eventi che hanno portato alla rimozione di Altman dalla società affermando che “WilmerHale ha riscontrato che il precedente Consiglio ha agito, nella sua ampia discrezionalità, per licenziare il signor Altman, ma ha anche ritenuto che la sua condotta non imponeva la rimozione”.
Venerdì scorso Open AI ha nominato anche tre nuovi membri nel consiglio, tra cui Sue Desmond-Hellmann, ex CEO della Fondazione Bill e Melinda Gates, Nicole Seligman, ex presidente di Sony Entertainment e Fidji Simo, CEO di Instacart.
I massimi dirigenti di OpenAI hanno respinto le accuse avanzate da Elon Musk che ha intentato una causa legale contro la società, il suo Ceo e Microsoft, affermando in una nota inviata allo staff che la società rimane indipendente, impegnata a beneficio dell’umanità e non ha ancora raggiunto l’Intelligenza Artificiale generale nei suoi prodotti.
“Le accuse [di Musk] – comprese le affermazioni secondo cui GPT-4 è un’AGI, che l’open source della nostra tecnologia è la chiave per la missione e che siamo di fatto una filiale di Microsoft – non riflettono la realtà del nostro lavoro o della nostra missione” si legge in una dichiarazione del direttore strategico Jason Kwon in una nota ai dipendenti riportata da Axios, un sito di news fondato da ex giornalisti di Politico.
Il promemoria inviato da Kwon ai dipendenti della società mira, in buona sostanza, a confutare le principali affermazioni di Musk.
Sul fatto che GPT-4 rappresenti l’AGI la società risponde che “È in grado di risolvere piccoli compiti in molti lavori, ma il divario tra il lavoro svolto da un essere umano e il lavoro svolto da GPT-4 nell’economia rimane incredibilmente alto“, si legge nella nota, che aggiunge “è importante sottolineare che un AGI sarà un sistema altamente autonomo in grado di ideare nuove soluzioni a sfide di lunga data: GPT-4 non può farlo“.
Sul fatto che OpenAI abbia abbandonato la sua missione a beneficio dell’umanità la risposta è che la sfida di OpenAI “è sia costruire AGI sia assicurarsi che il suo impatto sia il più positivo possibile” e che “creare tecnologia di frontiera e renderla ampiamente disponibile tramite API e prodotti serve al meglio entrambe le parti di questa missione, poiché in grado di attrarre il capitale necessario, rendere la tecnologia ampiamente utilizzabile e anche fornire protezioni come richiesto dalla società e dalla coscienza“
Sul fatto che OpenAI agisce come una filiale di Microsoft l’azienda afferma la propria libertà di decidere “cosa ricercare e costruire, come gestire l’azienda, a chi servono i nostri prodotti e come vivere la nostra missione” dichiarando di competere direttamente con Microsoft anche per offrire il miglior valore e i migliori prodotti ad aziende, sviluppatori e persone comuni.
Una posizione condivisa dal CEO della società, Sam Altman, che, sempre come riportato da Axios, ha inviato un messaggio di follow-up al personale, facendo eco alle dichiarazioni di Kwon, nel quale avvisa che l’anno in corso si preannuncia difficile per l’azienda perché “gli attacchi continueranno ad arrivare“.
Dopo il New York Times, altre 3 testate giornalistiche hanno citato in giudizio OpenAI e Microsoft per presunta violazione del copyright: si tratta di The Intercept, Raw Story e AlterNet, che hanno intentato cause separate nel distretto di New York sebbene tutti e tre i casi siano portati avanti dallo stesso studio legale.
Come riporta The Verge, secondo gli accusatori il famoso chatbot ChatGpt, nel formulare le sue risposte, prenderebbe, a volte, interi testi di articoli pubblicati sui media, senza citare fonte e autore e senza fare alcuna rielaborazione. Si tratterebbe, di fatto, di un copia-incolla. Le testate affermano infatti che ChatGpt non di rado riproduce “letteramente o quasi letteralmente opere di giornalismo protette da copyright senza fornire informazioni su autore, titolo, termini di utilizzo“.
Secondo i querelanti, se OpenAI lo volesse, potrebbe rendere trasparente le fonti da cui preleva il suo sapere il chatbot, esplicitandole nelle risposte. Va peraltro notato che sia Microsoft che OpenAI offrono copertura legale ai clienti paganti nel caso in cui vengano denunciati per violazione del copyright per l’utilizzo di Copilot o ChatGPT Enterprise.
Sempre su questo tema, va ricordato che a fine 2023, il New York Times ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft per violazione del copyright, ritenendo le due aziende “responsabili per miliardi di dollari di danni legali ed effettivi”.
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Microsoft ha annunciato una nuova partnership con la start-up francese Mistral AI, considerata la risposta europea al produttore di ChatGPT OpenAI, confermando l’interesse ad espandere la propria presenza nel settore in rapida evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. L’investimento sarà di 15 milioni di euro, che si convertiranno in azioni nel prossimo round di finanziamento di Mistral.
In base all’accordo, i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) di Mistral, la tecnologia alla base dei prodotti di intelligenza artificiale generativa, saranno disponibili sulla piattaforma di cloud computing Azure di Microsoft. Mistral diventa così la seconda azienda a ospitare il suo LLM sulla piattaforma dopo OpenAI.
La partnership di Microsoft con Mistral AI si concentra su tre aree principali:
- Infrastruttura di supercalcolo: Microsoft supporterà Mistral AI con l’infrastruttura di supercalcolo AI di Azure che offre prestazioni e scalabilità best-in-class per i carichi di lavoro di formazione e inferenza dell’IA per i modelli di punta di Mistral AI;
- Scalabilità sul mercato: Microsoft e Mistral AI metteranno a disposizione dei clienti i modelli premium di Mistral AI attraverso Models as a Service (MaaS) nel catalogo dei modelli di Azure AI Studio e Azure Machine Learning;
- Ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale : Microsoft e Mistral AI esploreranno la collaborazione su modelli di formazione specifici per clienti selezionati, compresi i carichi di lavoro del settore pubblico europeo.
Il presidente di Microsoft Brad Smith ha dichiarato lunedì che l’accordo è un segnale “importante” del sostegno dell’azienda alla tecnologia europea, anche se, qualche malizioso ha pensato che la mossa possa essere stata guidata dalla volontà di mitigare l’inchiesta della UE sull’investimento di Microsoft in OpenAI in base al regolamento europeo sulle concentrazioni, anche alla luce dell’investimento, 15 milioni di euro verso i 13 miliardi di dollari investiti dall’azienda di Redmond in OpenAI.
Interrogato in merito in occasione del Mobile World Congress che si sta svolgendo a Barcellona, in Spagna, Smith ha affermato che la società si è impegnata ad avere un’offerta di prodotti diversificata. “Per noi è importante dimostrare che non si tratta solo della tecnologia Microsoft, non si tratta solo di prodotti americani” ha affermato, “questo sarà un motore per la tecnologia, l’innovazione e la crescita anche in Europa”.
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Elon Musk ha fatto causa ad OpenAI e al suo Ceo, Sam Altman, affermando che quando aveva finanziato la creazione dell’azienda nel 2015, aveva chiuso un accordo con lo stesso Altman e con Greg Brockman, il presidente della società, per fare sì che la società di intelligenza artificiale restasse un’organizzazione no-profit che avrebbe sviluppato tecnologia open source a beneficio dell’umanità, rendendo disponibile i propri codici.
Cosa che non è accaduta, sostiene Musk, visto che lo sviluppo di ChatGPT 4 è poi avvenuto in gran segreto e che la mission dell’azienda è stata poi snaturata trasformandola “in una filiale di fatto closed source della più grande azienda tecnologica al mondo: Microsoft” si legge nella dichiarazione della causa.
Gli avvocati di Musk hanno affermato che la causa è stata presentata “per costringere OpenAI ad aderire all’accordo costitutivo e a tornare alla sua missione di sviluppare AGI a beneficio dell’umanità, non per avvantaggiare personalmente i singoli imputati e la più grande azienda tecnologica al mondo”.
Microsoft, che sta affrontando il controllo da parte delle autorità di regolamentazione antitrust dell’UE sul suo investimento in OpenAI, ha recentemente annunciato un importante investimento nella start-up francese Mistral AI, considerata la risposta europea a OpenAI, per aiutarla a sbloccare nuove opportunità commerciali e ad espandersi nei mercati globali.
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WordPress e Tumblr venderanno i dati degli utenti per addestrare modelli di Intelligenza Artificiale
Tumblr e WordPress si stanno preparando a vendere i dati degli utenti ad OpenAi e a Midjourney per addestrare modelli Intelligenza Artificiale (AI). La notizia è stata lanciata da 404media, un sito di notizie tecnologiche, che sarebbe entrato in possesso di documenti interni all’azienda che si riferivano in particolare alla “compilazione di un elenco di tutti i contenuti dei post pubblici di Tumblr tra il 2014 e il 2023“.
La società madre delle piattaforme, Automattic Inc., ha pubblicato a tale proposito un post sul blog assicurando agli utenti della piattaforma che potranno rinunciare agli accordi che verranno stipulati per addestrare l’Intelligenza Artificiale o quantomeno avere un certo controllo sui contenuti.
“Le normative proposte in tutto il mondo, come l’AI Act dell’Unione Europea, darebbero agli individui un maggiore controllo su se e come i loro contenuti possono essere utilizzati da questa tecnologia emergente“, ha spiegato Tumblr in un post. “Supportiamo questo diritto indipendentemente dalla posizione geografica, quindi stiamo rilasciando un bottone per disattivare la condivisione dei contenuti dei tuoi blog pubblici con terze parti, comprese le piattaforme di intelligenza artificiale che utilizzano questi contenuti per la formazione dei modelli.“
È un tema, quello dell’utilizzo dei contenuti, di editori o di piattaforme di condivisione, che continua a riproporsi con sempre maggiore attualità negli ultimi mesi. Da quando i sistemi di Intelligenza Artificiale generativa, Open AI in primis, hanno iniziato ad addestrare i propri modelli linguistici su grandi set di dati, legislatori, politici e aziende, soprattutto editoriali, hanno acceso i riflettori sui cosidetti modelli di fondazione per capire cosa sia legale e cosa invece sia da ritenersi protetto da copyright quando le società di Intelligenza Artificiale setacciano il web per addestrare i loro modelli di AI.
D’altra parte, le aziende di Intelligenza Artificiale hanno un bisogno vitale di fonti dati per addestrare i propri sistemi su un insieme di dati o un argomento specifico e migliori sono i dati che alimentano i modelli – da qui l’interesse per i contenuti editoriali – migliori saranno poi i risultati che il modello riuscirà a restituire una volta addestrato.
Proprio per questo stiamo vedendo sempre più spesso accordi tra società di AI e produttori o distributori di contenuti. E’ di appena qualche giorno fa la notizia che Reddit ha firmato un accordo di licenza di contenuti con Google, così come aveva già fatto OpenAI con l’editore tedesco Axel Springer e con l’Associated Press. Anche se, non sempre si riesce a trovare una quadra sull’argomento e le numerose le cause legali, inclusa quella lanciata dal New York Times alla fine dello scorso anno contro OpenAI, stanno a dimostrare che sul tema dei contenuti e della titolarità dei diritti una volta che questi sono messi in rete e resi disponibili su piattaforme di condivisione, c’è ancora molta strada da percorrere.
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In questi giorni, soprattutto sui social, si parla molto di nuovo sistema di intelligenza artificiale in grado di garantire prestazioni e velocità impareggiabili. Si tratta di Groq (che non c’entra nulla con il Grok che ha annunciato Elon Musk), un’azienda fondata nel 2016 da Jonathan Ross, un ex ingegnere di Google, che ha sviluppato un processore di intelligenza artificiale progettato specificamente per accelerare l’elaborazione delle reti neurali profonde a una velocità incredibile.
Si tratta di un motore di inferenza LPU (Language Processing Unit), un tipo di hardware progettato specificamente per elaborare e analizzare il linguaggio naturale. È un tipo di modello di Intelligenza Artificiale in grado di comprendere, interpretare e generare il linguaggio umano. Le LPU sono comunemente utilizzate in applicazioni quali assistenti virtuali, chatbot e servizi di traduzione linguistica.
Le GPU, invece, che sono utilizzate anche per l’elaborazione generale, comprese le attività di AI e di apprendimento automatico, sono un tipo di hardware progettato specificamente per eseguire il rendering di grafica e immagini da visualizzare su uno schermo. Le GPU sono comunemente utilizzate nei computer e nelle console di gioco per gestire l’elevato numero di calcoli necessari a visualizzare grafica di alta qualità in tempo reale.
La differenza principale tra un LPU e una GPU è quindi il tipo di dati che i due sistemi sono ottimizzati per elaborare. Una LPU è ottimizzata per l’elaborazione e l’analisi del linguaggio naturale, mentre una GPU è ottimizzata per il rendering di grafica e immagini.
Tradotto il tutto e parlando in termini di modelli di Intelligenza Artificiale, un LPU è più adatto per le attività di elaborazione del linguaggio naturale, come l’analisi del testo, l’analisi del sentiment e la traduzione linguistica. Una GPU, invece, è più adatta per compiti che richiedono molta potenza di calcolo, come il riconoscimento delle immagini, l’analisi video e il deep learning.
Potete provare il motore di inferenza LPU dell’azienda tramite l’interfaccia GroqChat, sebbene il chatbot non abbia accesso a Internet, e mettere alla prova il sistema scegliendo tra i due motori Mixtral 8x7B-32k e Llama2 70B-4k.
Alla fine dell’anno scorso, i test interni hanno fissato un nuovo livello di prestazione raggiungendo più di 300 token al secondo per utente attraverso Llama-2 (70B) LLM di Meta AI. Nel gennaio 2024, l’azienda ha preso parte al suo primo benchmarking pubblico, lasciandosi alle spalle tutti gli altri fornitori di inferenza basati su cloud. Ora è emerso vittorioso contro gli otto principali fornitori di cloud in test indipendenti.
“ArtificialAnalysis.ai ha valutato in modo indipendente Groq e la sua API Llama 2 Chat (70B) ottenendo un throughput di 241 token al secondo, più del doppio della velocità di altri provider di hosting“, ha affermato Micah Hill-Smith, co-creatore di ArtificialAnalysis.ai . “Groq rappresenta un cambiamento radicale nella velocità disponibile, consentendo nuovi casi d’uso per modelli linguistici di grandi dimensioni“.
Il Groq LPU Inference Engine è risultato il migliore per aspetti quali tempo di risposta totale, throughput nel tempo, varianza del throughput e latenza rispetto al throughput, con il grafico per l’ultima categoria che necessitava di estendere i suoi assi per accogliere i risultati.
“Groq esiste per eliminare ‘chi ha e chi non ha’ e per aiutare tutti nella comunità dell’intelligenza artificiale a prosperare“, ha affermato Jonathan Ross, CEO e fondatore di Groq. “L’inferenza è fondamentale per raggiungere questo obiettivo perché la velocità è ciò che trasforma le idee degli sviluppatori in soluzioni aziendali e applicazioni che cambiano la vita. È incredibilmente gratificante avere una terza parte che convalidi che il motore di inferenza LPU è l’opzione più veloce per eseguire modelli linguistici di grandi dimensioni e siamo grati ai ragazzi di ArtificialAnalysis.ai per aver riconosciuto Groq come un vero contendente tra gli acceleratori di intelligenza artificiale“.
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L’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti (USPTO) ha respinto la domanda di OpenAI di registrare il marchio “GPT”. Il rifiuto si basa sul fatto che GPT descrive semplicemente le caratteristiche, le funzioni e le peculiarità dei prodotti e dei servizi di OpenAI.
Secondo l’USPTO, GPT è semplicemente l’abbreviazione di “Generative Pre-trained Transformer“, che sono modelli di rete neurale che forniscono applicazioni con la capacità i creare testo e contenuti simili a quelli umani e rispondere alle domande in modo colloquiale.
Una brutta notizia per OpenAI che da quando ha lanciato il suo chatbot ChatGPT nel novembre 2022 – suscitando l’interesse del mondo per la tecnologia e dando il via a una vera e propria corsa all’Intelligenza Artificiale generativa – ha sempre tentato di impedire alle altre aziende di poter utilizzare l’acronimo “GPT”. I legali di OpenAI infatti nel portare avanti la richiesta hanno più volte affermato che se si chiedesse a un campione di persone cosa significa GPT, è altamente improbabile che molti saprebbero rispondere dicendo che sta per ‘Generative Pre-trained Transformer’.
Tuttavia l’Ufficio Marchi e Brevetti ha respinto tale tesi ribadendo, nella sua decisione, che invece molti consumatori hanno chiaramente associato “GPT” a determinati prodotti e tecnologie. “Il fatto che i consumatori possano non conoscere le parole che stanno alla base dell’acronimo non altera il fatto che gli acquirenti siano abituati a riconoscere che il termine “GPT” è comunemente usato in relazione al software per identificare un particolare tipo di software dotato di questa tecnologia di domanda e risposta dell’intelligenza artificiale“, ha scritto l’USPTO nelle sue note di commento a valle della decisione, precisando di aver respinto la petizione di OpenAI per evitare che l’azienda soffochi la concorrenza nel suo settore e che possa intentare costose cause per violazione del marchio.
“Le aziende e i concorrenti devono essere liberi di usare un linguaggio descrittivo quando descrivono i propri beni e/o servizi al pubblico nella pubblicità e nei materiali di marketing“, ha concluso l’Ufficio Marchi e Brevetti in merito alla faccenda.
Per la cronaca, questa di febbraio 2024 é la seconda volta che l’agenzia nega la richiesta di OpenAI, inviata nel dicembre 2022, di registrare un marchio per “GPT”. In precedenza, l’USPTO aveva respinto la richiesta dell’azienda nel maggio 2023.
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Se avete pubblicato un post su Reddit, probabilmente state alimentando il futuro dell’Intelligenza Artificiale. Secondo quanto riportato da Bloomberg infatti, Reddit – la piattaforma di social news, intrattenimento e forum – avrebbe firmato un contratto che consente ad una società di AI della quale non è ancora noto il nome (ma che si pensa possa essere OpenAI o anche Google), di addestrare i suoi modelli sui contenuti del sito. La notizia arriva mentre la piattaforma di social media si avvicina al lancio della sua offerta pubblica iniziale (IPO), che potrebbe avvenire già il mese prossimo.
L’accordo dovrebbe avere un valore di 60 milioni di dollari all’anno e potrebbe in teoria servire da modello per futuri accordi con altre società di Intelligenza Artificiale.
Va osservato che, dopo un periodo in cui le aziende di Intelligenza Artificiale utilizzavano i dati di addestramento senza chiedere espressamente l’autorizzazione del titolare dei diritti – un tema che peraltro è ancora aperto con il dibattito tra diritto d’autore e fair use – alcune aziende tecnologiche hanno recentemente iniziato a stipulare accordi in base ai quali acquisiscono l’accesso ai contenuti utilizzati per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale simili a GPT.
Lo scorso mese di dicembre, ad esempio, OpenAI ha firmato un accordo con l’editore tedesco Axel Springer (l’editore di Politico e Business Insider) per l’accesso ai suoi articoli. Sempre OpenAI, che peraltro ha stretto accordi anche con altre organizzazioni, inclusa l’Associated Press, non è riuscita invece a ad accordarsi con il New York Times che ha promosso una causa nei suoi confronti per violazione del diritto d’autore.
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Uno degli argomenti mainstream in queste ore è indubbiamente il nuovo modello di AI generativa Sora, appena lanciato da OpenAI. Siccome il suo funzionamento è molto simile allo strumento AI di generazione di immagini DALL-E sempre realizzato da OpenAI, qualcuno ha voluto mettere a confronto i due sistemi per vedere che tipo di output restituissero.
La sfida è semplice: lo stesso prompt di testo utilizzato per creare uno dei video ad alta definizione prodotti da Sora in questa fase di test viene utilizzato per capire quale risultato mostrerà DALL-E.
Di seguito alcune simulazioni:
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