L’industria finanziaria, per anni paralizzata dalla sindrome dell’eccesso di cautela regolatoria, ha finalmente rotto gli argini. Da timorosa osservatrice a protagonista entusiasta, ha deciso di buttarsi nella piscina stavolta profonda – dell’intelligenza artificiale generativa. Moody’s, con la sobrietà americana che la contraddistingue, lo conferma: il settore finanziario è pronto a flirtare sul serio con la GenAI, e i numeri parlano chiaro.

Secondo Statista, nel 2023 il settore ha investito 35 miliardi di dollari in AI, cifra destinata a quadruplicarsi entro il 2028 raggiungendo i 126,4 miliardi. Non stiamo parlando di esperimenti da laboratorio, ma di un nuovo modello operativo in cui le macchine smettono di suggerire per iniziare a decidere.