La memoria umana è la colonna portante della nostra identità. È quel misto di ricordi imbarazzanti, momenti epici e dettagli irrilevanti che ci permette di dire “io sono questo.” Ma è anche un sistema ingannevole, un archivio disorganizzato e pieno di falle. Ora immaginate di prendere questa meravigliosa confusione e cercare di replicarla in un’intelligenza artificiale. Sembra una buona idea? Certo, come lanciare un boomerang in uno spazio angusto e sperare che non ritorni per colpirti.

La memoria a lungo termine (LTM) e la memoria a breve termine (STM) non sono solo concetti accademici da manuale di psicologia. Sono i due poli su cui si basa ogni processo cognitivo umano. La STM è quella lavagna temporanea su cui scriviamo le informazioni per risolvere problemi immediati: ricordare il numero di una stanza d’hotel, fare calcoli mentali, trovare un modo elegante per uscire da una conversazione noiosa. La LTM, invece, è il magazzino delle nostre esperienze, il contenitore che ci permette di ricordare la lezione di geometria del liceo (anche se ormai non ci serve più) o il nome del nostro primo amore.