Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Cameco Raggiunge un Massimo Storico grazie ai Piani Nucleari dell’Italia

Cameco Corporation ha raggiunto un massimo intraday storico di $57,45 giovedì 17 ottobre 2024, segnando un aumento del 1,5% durante la sessione di trading. Questo balzo è principalmente attribuito all’annuncio del governo italiano di essere in trattative con diverse aziende, tra cui Westinghouse ed EDF, per la creazione di un’entità statale che svilupperà reattori nucleari avanzati. (come riporato da Reuters)

Iniziativa Nucleare Italiana

Microsoft investimento 4,3 miliardi di euro in Italia

Microsoft ha recentemente annunciato un investimento significativo di 4,75 miliardi di dollari (circa 4,3 miliardi di euro) in Italia, destinato a potenziare la propria infrastruttura per l’intelligenza artificiale e la capacità cloud nei prossimi due anni. Questo investimento rappresenta un passo importante per l’azienda nel supportare la trasformazione digitale in Italia, un paese in cui Microsoft è attivamente presente con oltre 850 dipendenti e una rete di 14.000 partner.

L’Agenda USA di Meloni

Espandere l’infrastruttura AI e cloud. Investimento previsto per i prossimi due anni. Supporto a imprese e professionisti nella digitalizzazione e nell’adozione di tecnologie avanzate.

Microsoft Italia ha già avviato il programma AI L.A.B., dedicato a massimizzare l’impatto positivo delle tecnologie AI generative. Questo programma ha coinvolto oltre 300 imprese e ha portato alla formazione di più di 6000 professionisti nel campo dell’AI generativa.

L’investimento non solo rafforza la posizione di Microsoft nel mercato italiano, ma contribuisce anche alla crescita del settore tecnologico nel paese, facilitando l’adozione di soluzioni innovative da parte delle aziende locali. Inoltre, si allinea con la missione di Microsoft di supportare la trasformazione digitale a livello globale, rendendo le tecnologie accessibili a tutti i settori della società.

L’Europa di fronte alla sfida della sovranità tecnologica: il monito di Mattarella

Quella di oggi è un’Europa debole, schiacciata da giganti come gli Stati Uniti e la Cina, e se vuole tornare competitiva deve “riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione” e la “rotta” per farlo “è quella tracciata da Mario Draghi, nel suo autorevole report presentato a Bruxelles”. Sono le parole pronunciate da Presidente Sergio Mattarella durante l’ultimo meeting del Cotec (un’organismo internazionale che coinvolge Italia, Spagna e Portogallo, nato con l’obiettivo di promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica al fine di  migliorare la competitività dei rispettivi Paesi) che si è svolto a Las Palmas de Gran Canaria, che ha dedicato la sua sessione al “sovranismo tecnologico”.

G7 Lavoro. Marcegaglia: sull’AI regole che non uccidano l’innovazione

In occasione del G7 Lavoro e Occupazione in corso di svolgimento a Cagliari, Emma Marcegaglia, presidente del B7, ha espresso la necessità di rafforzare la crescita e la competitività dei paesi del G7, in particolare dell’Europa, per mantenere la loro posizione sullo scacchiere globale. “Qui si parla ovviamente di lavoro, per noi è importante dire innanzitutto che per difendere anche la dignità, i diritti che sono fondamentali, i paesi del G7, in particolare l’Europa, devono anche essere forti dal punto di vista della capacità di crescita, della competitività,” ha dichiarato Marcegaglia, citando le parole di Mario Draghi sulla necessità di essere forti per non perdere la battaglia con Cina, India e Stati Uniti.

Digitalizzazione in Italia tra opportunità e preoccupazioni: sfide e aspettative

Per la maggior parte degli italiani (51%), la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica sono al terzo posto tra le priorità governative, subito dopo salute (68%) e istruzione (55%). È quanto emerge dalla ricerca “L’approccio degli italiani alla trasformazione digitale”, realizzata da Ipsos per Sopra Steria Next. Lo studio mira ad analizzare aspettative e preoccupazioni degli italiani riguardo alla digitalizzazione e al ruolo dell’Intelligenza Artificiale nei settori della Pubblica Amministrazione, del settore finanziario e dell’e-commerce.

Attesa per il Rapporto Draghi sulla Competitività Ue: riforme senza precedenti per un futuro più competitivo

Mario Draghi consegnerà questa mattina alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il tanto atteso Rapporto sul futuro della competitività in Europa. Il documento suggerisce che, per superare i freni strutturali che bloccano la competitività dell’Ue, sono necessarie riforme senza precedenti che coinvolgano tutti gli attori europei. Dopo molte anticipazioni parziali, il rapporto è stato presentato nei giorni scorsi in anteprima agli ambasciatori Ue e ai vertici delle forze politiche al Parlamento europeo.

Italia-Cina. Xi a Meloni: pronti a cooperare su veicoli elettrici e Intelligenza Artificiale

La Cina è disposta a collaborare con l’Italia “per promuovere l’ottimizzazione e il miglioramento della cooperazione tradizionale negli investimenti economici e commerciali, nella produzione industriale, nell’innovazione tecnologica e nei mercati di terzi, nonché per esplorare la cooperazione in aree emergenti come i veicoli elettrici e l’Intelligenza Aartificiale“.  Sono le parole del presidente Xi Jinping nel bilaterale con la premier Giorgia Meloni, che ha poi sottolineato come, nell’era della globalizzazione economica, solo aderendo “alla cooperazione aperta nelle catene industriali e di fornitura globali è possibile ottenere uno sviluppo vantaggioso per tutti“.

Pubblicato il testo della Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026

A pochi giorni dalla pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e dall’inizio delle audizioni in Commissione, presso il Senato della Repubblica, del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, è stato reso disponibile online il documento integrale della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026.

Antitrust: creata l’Unità Data Science all’interno dell’Agcm

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha creato al suo interno una Unità Data Science con l’obiettivo di mantenersi al passo delle sfide dell’era digitale. Lo riferisce la stessa agenzia in una nota nella quale spiega che l’Unità avrà il compito di supportare tutte le attività istituzionali attraverso consulenze specialistiche e lo sviluppo di specifici progetti in materia di dati, tecniche informatiche, intelligenza artificiale e algoritmi.

La francese Data4 investe 2 miliardi in data center in Italia

Parliamo spesso di come gli investimenti esteri, quando si tratta di innovazione e ricerca, vadano per la maggior parte in altri Paesi europei che hanno saputo creare un ecosistema più stabile e attrattivo di quello dell’Italia. Questa volta invece siamo felici di dare risalto alla notizia che Data4, una società francese attiva nella progettazione, costruzione e gestione di data center, intende investire in Italia.

G7, Meloni: Intelligenza Artificiale tra le sfide più urgenti

Abbiamo come oratore principale ad aprire i nostri lavori Sua Sanità Papa Francesco. La sua partecipazione è per noi un grande onore. Questa è la prima volta che un Pontefice partecipa a un meeting del G7 e questo rende l’appuntamento di oggi un momento storico. Quindi non ringrazieremo mai abbastanza Sua Sanità per essere qui“, sono le parole con cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aperto l’ultima sessione di lavoro del G7 in corso a Borgo Egnazia incentrata sui temi dell’Intelligenza Artificiale, dell’energia, dell’Africa/Mediterraneo che si è svolta in modalità allargata, con la partecipazione, oltre che di Papa Francesco anche dei Paesi e organizzazioni invitate dalla Presidenza italiana del vertice.

Tra le tante sfide globali che dobbiamo affrontare in questo periodo” sottolinea la premier Giorgia Meloni “abbiamo deciso di dedicare la sessione outreach a quelle che consideriamo più urgenti: l’Intelligenza Artificiale prima di tutto con le opportunità che si aprono e i rischi collegati, al mediterraneo, un’area di crisi e un luogo di dialogo, all’Africa, continente con cui vogliamo avviare una cooperazione completamente nuova“, sottolineando come ci sia bisogno di lavorare senza approcci ideologici.


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AWS vorrebbe investire in Italia

Amazon Web Services è in trattative per investire miliardi di euro nell’espansione della propria attività di data center in Italia per rafforzare ulteriormente la propria offerta cloud nella regione europea.

Minerva – The Pioneers of Italian Language Models

In a revolutionary step forward in the field of Artificial Intelligence, a team of Italian researchers has introduced Minerva, a family of Large Language Models (LLMs) trained entirely in the Italian language. Baptized in honor of the Roman goddess of wisdom and loyalty, Minerva represents a significant leap forward in AI technology specifically developed for the Italian language.

Perrazzelli, Vice DG Bankitalia: le donne sfruttino i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale

Le donne devono sfruttare i vantaggi e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale evitando che questa colpisca ancora di più i fattori negativi sul mercato del lavoro e l’occupazione femminile.

È quanto auspica la Vice Direttrice Generale di Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli intervenuta al W7 di Roma, un gruppo di impegno civile ufficiale nell’ambito del G7, istituito nel 2018 dalla presidenza canadese, con l’obiettivo di promuovere proposte sull’uguaglianza di genere e sui diritti delle donne che vengono poi presentati ai Governi che ne fanno parte.

Il Futuro dell’IA: Un Nuovo Modello Italiano di Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale (IA) è un campo in continua evoluzione, con nuove tecnologie e applicazioni che emergono ogni giorno. In questo articolo, esploreremo il futuro dell’IA e il ruolo che un nuovo modello italiano di IA, chiamato Velvet, potrebbe giocare in questo campo.

Intelligenza Artificiale, creatività umana e lavoro: le riflessioni del Presidente Mattarella in occasione della Festa del 1° maggio

Nel discorso tenuto in occasione della Festa del Lavoro, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza della creatività umana nel contesto del lavoro. Ha affermato che senza il contributo della creatività, il lavoro sarebbe privo di consistenza e qualità, evidenziando come la sua connessione con la realizzazione della personalità umana conferisca al lavoro un significato ben più ampio di mero valore economico, rendendolo un elemento fondamentale del destino comune.

Le parole di Mattarella hanno posto l’accento su una discussione importante e attuale riguardante il futuro del lavoro in un’era in cui l’Intelligenza Artificiale e le tecnologie emergenti stanno sempre più influenzando il panorama lavorativo. È significativo notare come, nonostante l’avanzamento tecnologico, il presidente abbia espresso preoccupazione riguardo alla possibile rimozione del valore della creatività umana nel lavoro.

La prospettiva di una “fine del lavoro” come traguardo di modernità, spesso associata alla sostituzione dell’imperfezione umana con macchine e tecnologie, solleva interrogativi importanti sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel contesto lavorativo. Mentre alcuni vedono l’Intelligenza Artificiale come un mezzo per eliminare errori e aumentare l’efficienza, le parole di Mattarella ci invitano a considerare il tema anche da un’altra prospettiva.

L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro solleva quindi questioni etiche e sociali cruciali, incluso il tema di come preservare la creatività umana e la libertà individuale nel processo lavorativo.

L’allarme espresso dal presidente Mattarella riflette in un certo senso la necessità di affrontare questi temi in modo responsabile e consapevole, garantendo che l’Intelligenza Artificiale sia utilizzata per migliorare e arricchire il lavoro umano anziché per sostituirlo o limitarlo.

Sono parole, quelle di Sergio Mattarella, che ci spingono a riflettere sulle implicazioni dell’Intelligenza Artificiale nel contesto del lavoro, incoraggiandoci a cercare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e il valore insostituibile della creatività umana. E sono tanto più importanti oggi, 1° maggio, giornata nella quale si celebra il “lavoro” in occasione della quale dobbiamo comprendere come agire senza timore, consapevoli che l’Intelligenza Artificiale può e deve essere un alleato nella realizzazione del potenziale umano.


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Nasce Minerva, l’LLM italiano sviluppato da NLP La Sapienza

Secondo una ricerca condotta da Microsoft, circa l’88% delle lingue parlate nel mondo, che coinvolgono 1,2 miliardi di persone, non ha accesso ai Large Language Models (LLM). Perchè sono costruiti principalmente utilizzando dati in lingua inglese e per utenti di madrelingua inglese: “di conseguenza, la distinzione tra chi ha e chi non ha è diventata piuttosto netta“. La soluzione a questo problema risiede nell’implementazione di LLM multilingue, che possano essere allenati in diverse lingue e utilizzati per compiti in diverse lingue.

Il gruppo di ricerca Sapienza NLP (Natural Language Processing), guidato da Roberto Navigli, professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale “Antonio Ruberti” della Sapienza Università di Roma, annuncia oggi il rilascio dei modelli Minerva, una nuova famiglia di modelli linguistici su larga scala (Large Language Model, LLM) addestrati “da zero” per la lingua italiana.

Minerva è la prima famiglia di LLM italiano-inglese veramente aperti (dati e modello) preformati da zero, un modello da 350 milioni di parametri addestrato su 70 miliardi di token (35 miliardi in italiano, 35 miliardi in inglese), sviluppata da Sapienza NLP in collaborazione con Future Artificial Intelligence Research (FAIR) e CINECA . In particolare, circa la metà dei dati pre-formazione include testo in italiano.

Questo lavoro è stato finanziato dal progetto PNRR MUR PE0000013-FAIR . Riconosciamo il premio CINECA “IscB_medit” nell’ambito dell’iniziativa ISCRA, per la disponibilità di risorse e supporto informatico ad alte prestazioni.

La caratteristica distintiva dei modelli Minerva è il fatto di essere stati costruiti e addestrati da zero usando testi ad accesso aperto, al contrario dei modelli italiani esistenti ad oggi, che sono basati sull’adattamento di modelli come LLaMA e Mistral, i cui dati di addestramento sono tuttora sconosciuti

Nello specifico, ogni modello Minerva è stato addestrato su un vasto insieme di fonti italiane e inglesi online e documentate, per un totale di oltre 500 miliardi di parole, l’equivalente di oltre 5 milioni di romanzi”.

Non solo la trasparenza nell’addestramento dei modelli rafforza la fiducia degli utenti, della comunità scientifica, degli enti pubblici e dell’industria, ma stimola anche continui miglioramenti ed è un primo passo verso processi di verifica rigorosi per garantire la conformità a leggi e regolamenti”.

Roberto Navigli.

Il team di PNL della Sapienza

  • Riccardo Orlando: preelaborazione dei dati, training del modello
  • Pere-Lluis Huguet Cabot: preelaborazione dei dati, vocabolario, valutazione
  • Luca Moroni: data curation, analisi dei dati, compiti downstream, valutazione
  • Simone Conia: data curation, valutazione, supervisione del progetto
  • Edoardo Barba: preelaborazione dati, attività downstream, supervisione del progetto
  • Roberto Navigli: coordinatore del progetto

Ok dal Consiglio dei Ministri al Ddl sull’Intelligenza Artificiale

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato nella riunione di oggi, martedì 23 aprile 2024, il disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di Intelligenza Artificiale, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento.

Nel comunicato del Consiglio dei Ministri si legge che il disegno di legge individua criteri regolatori pensati per riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso.

Introduce, inoltre, norme di principio e disposizioni di settore che, da un lato, promuovano l’utilizzo delle nuove tecnologie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e della coesione sociale e, dall’altro, forniscano soluzioni per la gestione del rischio fondate su una visione antropocentrica.

In quest’ottica – continua ancora il comunicato del CdM – il disegno di legge non si sovrappone al Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale approvato lo scorso 13 marzo dal Parlamento Europeo, di prossima emanazione, ma ne accompagna il quadro regolatorio in quegli spazi propri del diritto interno, tenuto conto che il regolamento è impostato su un’architettura di rischi connessi all’uso della Intelligenza Artificiale.

Le norme intervengono in cinque ambiti: 1) la strategia nazionale; 2) le autorità nazionali; 3) le azioni di promozione; 4) la tutela del diritto di autore; 5) le sanzioni penali.

Si prevede, inoltre, una delega al governo per adeguare l’ordinamento nazionale al Regolamento UE in materie come l’alfabetizzazione dei cittadini in materia di AI (sia nei percorsi scolastici che in quelli universitari) e la formazione da parte degli ordini professionali per professionisti e operatori.

La delega riguarda anche il riordino in materia penale per adeguare reati e sanzioni all’uso illecito dei sistemi di Intelligenza Artificiale.

Le norme stabilite dal CdM prevedono inoltre che il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale debba basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo oltre che sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità.

Inoltre, si legge ancora nel comunicato, le norme specificano i principi che caratterizzano lo sviluppo e soprattutto la concreta applicazione nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo, della prevenzione del danno, della conoscibilità e della spiegabilità.

Si stabilisce che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni. Si introduce la necessità del rispetto della cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale. Si garantisce alle persone con disabilità il pieno accesso ai sistemi di intelligenza artificiale senza forme di discriminazione.

L’utilizzo dei sistemi di AI nei mezzi di comunicazione deve avvenire senza pregiudizio ai principi di libertà e pluralismo alla libertà di espressione e del diritto all’obiettività, completezza, imparzialità e lealtà dell’informazione.

In materia di sviluppo economico si promuove l’Intelligenza Artificiale nei settori produttivi da parte dello Stato e delle pubbliche autorità, per migliorare la produttività e avviare nuove attività economiche per il benessere sociale, nel rispetto principio generale della concorrenza nel mercato, dell’utilizzo e della disponibilità di dati ad alta qualità.

Infine, per quanto riguarda le disposizioni in materia di sicurezza e difesa nazionale, sono escluse dall’ambito di applicazione del provvedimento le attività svolte per scopi di sicurezza nazionale, per la cybersicurezza nazionale nonché quelle svolte per scopi di difesa dalle forze armate e dalle forze di polizia.

Per quanto riguarda i temi legati alla sanità e alla disabilità il testo approvato oggi in Consiglio dei Ministri prevede che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale non possa in alcun modo selezionare con criteri discriminatori condizionando e restringendo l’accesso alle prestazioni sanitarie. Prioritario è il diritto dell’interessato ad essere informato circa l’utilizzo di tali tecnologie.

Si promuove più in generale la diffusione dei sistemi di AI finalizzati all’inclusione, le condizioni di vita e l’accessibilità delle persone con disabilità. L’utilizzo dei sistemi di Intelligenza Artificiale in ambito sanitario deve lasciare impregiudicata la spettanza della decisione alla professione medica.

In tema di ricerca e sperimentazione scientifica si prevede che i trattamenti di dati, anche personali, eseguiti da soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro per la ricerca e la sperimentazione scientifica nella realizzazione di sistemi di Intelligenza Artificiale per finalità terapeutica e farmacologica, siano dichiarati di rilevante interesse pubblico.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in materia di lavoro si applica il principio antropocentrico, chiarendo che l’AI può essere impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone in conformità al diritto dell’Unione europea.

Anche per il lavoro viene ribadito il principio di equità e non discriminazione, stabilendo che l’utilizzo dei sistemi di AI per l’organizzazione o la gestione del rapporto di lavoro non può in nessun caso essere discriminatorio.

Viene poi prevista l’istituzione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un Osservatorio sull’adozione dei sistemi di Intelligenza Artificiale. Per le professioni intellettuali, si stabilisce che il pensiero critico umano debba sempre risultare prevalente rispetto all’uso degli strumenti di Intelligenza Artificiale, che può riguardare solo le attività di supporto all’attività professionale. Per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente si è stabilito, inoltre, che le informazioni relative ai sistemi di AI utilizzati dal professionista debbano essere comunicate al cliente con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.

Il decreto regola poi l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel settore dell’attività della pubblica amministrazione per garantire il buon andamento e l’efficienza dell’attività amministrativa dando centralità al principio dell’autodeterminazione e della responsabilità umana.

Nell’amministrazione della giustizia l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale è consentito esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, quindi per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi. È sempre riservata al magistrato la decisione sull’interpretazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento inclusa la sentenza. Tra le materie di competenza esclusiva del tribunale civile si aggiungono le cause che hanno ad oggetto il funzionamento di un sistema di Intelligenza Artificiale.

All’ACN, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale viene demandato il compito di promuovere e sviluppare ogni iniziativa, anche di partenariato pubblico-privato, volta a valorizzare l’Intelligenza Artificiale come risorsa per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale.

Viene introdotta la Strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale, il documento che garantisce la collaborazione tra pubblico e privato, coordinando le azioni della pubblica amministrazione in materia e le misure e gli incentivi economici rivolti allo sviluppo imprenditoriale ed industriale.

Si istituiscono inoltre le Autorità nazionali per l’Intelligenza Artificiale, disponendo l’affidamento all’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) del compito di garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di AI.

Vengono poi previste misure di sostegno ai giovani sull’Intelligenza Artificiale. Tra i requisiti per beneficiare del regime agevolativo a favore dei lavoratori rimpatriati rientrerà l’aver svolto un’attività di ricerca nell’ambito delle tecnologie di Intelligenza Artificiale.

Nel piano didattico personalizzato (PDP) delle scuole superiori per le studentesse e gli studenti ad alto potenziale cognitivo potranno essere inserite attività volte alla acquisizione di ulteriori competenze attraverso esperienze di apprendimento presso le istituzioni della formazione superiore.

In termini di investimenti nei settori dell’Intelligenza Artificiale, della cybersicurezza e quantum computing, vengono confermati investimenti per un ammontare complessivo di 1 miliardo di euro, al fine di favorire lo sviluppo, la crescita e il consolidamento delle imprese operanti in tali settori. Tali investimenti sono effettuati anche mediante l’istituzione di uno o più fondi appositamente dedicati e mediante coinvestimenti di altri fondi gestiti da CDP Venture Capital Sgr.

In tema di tutela degli utenti e diritto d’autore viene prevista l’identificazione dei contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici prodotti da sistemi di Intelligenza Artificiale. Si prevedono misure, nell’ambito del ‘Testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi’, volte a favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di Intelligenza Artificiale nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici. Il contenuto che sia stato completamente o parzialmente generato, modificato o alterato dai sistemi di Intelligenza Artificiale, in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono, deve avere un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata con l’acronimo ‘IA’ o, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento. Fanno eccezione a tale marchiatura l’opera o un programma manifestamente creativo, satirico, artistico o fittizio, fatte salve le tutele per i diritti e le libertà dei terzi. Le misure attuative sono definite con specifico regolamento dell’AGCOM.

Nell’ambito della legge sul diritto d’autore si prevede inoltre una disciplina specifica per le opere create con l’ausilio di sistemi di Intelligenza Artificiale, assicurando l’identificazione delle opere e degli altri materiali il cui utilizzo non sia espressamente riservato dai titolari del diritto d’autore.

Per quanto riguarda invece il tema della disciplina penale il decreto prevede un aumento della pena per i reati commessi mediante l’impiego di sistemi di Intelligenza Artificiale, quando gli stessi, per la loro natura o per le modalità di utilizzo, abbiano costituito mezzo insidioso, o quando il loro impiego abbia comunque ostacolato la pubblica o la privata difesa o aggravato le conseguenze del reato.

Un’ulteriore aggravante è prevista per chi, attraverso la diffusione di prodotti dell’AI, prova ad alterare i risultati delle competizioni elettorali, come già avvenuto in altri Paesi europei.

Si punisce l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di Intelligenza Artificiale, atti a indurre in inganno sulla loro genuinità, con la pena da uno a cinque anni di reclusione se dal fatto deriva un danno ingiusto. Si introducono circostanze aggravanti speciali per alcuni reati nei quali l’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale abbia una straordinaria capacità di propagazione dell’offesa. Infine, attraverso apposita delega, il Governo è chiamato a prevedere: 1) strumenti tesi ad inibire la diffusione e a rimuovere contenuti generati illecitamente anche con sistemi di intelligenza artificiale, supportati da un adeguato sistema di sanzioni; 2) una o più autonome fattispecie di reato, punite a titolo di dolo o di colpa, nonché ulteriori fattispecie di reato, punite a titolo di dolo, dirette a tutelare specifici beni giuridici esposti a rischio di compromissione per effetto dell’utilizzazione di sistemi di intelligenza artificiale; 3) una circostanza aggravante speciale per i delitti dolosi puniti con pena diversa dall’ergastolo nei quali l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale incida in termini di rilevante gravità sull’offesa; 4) una revisione della normativa sostanziale e processuale vigente, anche a fini di razionalizzazione complessiva del sistema.

CDP Venture lancia Frontech, l’acceleratore dedicato all’AI, Web 3.0 e Metaverso

CDP Venture Capital ha presentato l’acceleratore Frontech, un programma dedicato alla crescita e al sostegno delle startup che sviluppano soluzioni digitali innovative nei settori AI, Web 3.0 e metaverso.

Frontech, con un budget totale di 7 milioni di euro, offrirà ticket di investimento iniziali e investimenti successivi post-accelerazione. Il programma sarà gestito dai co-investitori Gellify e Cariplo Factory, con il supporto di partner istituzionali, tecnologici e aziendali, tra cui Fondazione Sardegna, Algorand, Microsoft, Bper, Banco di Sardegna e FPZ.

L’acceleratore si concentrerà sulle “tecnologie di frontiera”, come l’identità digitale, la blockchain, l’autenticazione della proprietà intellettuale, i modelli AI generativa, il gaming, la realtà aumentata/virtuale, l’arte digitale, la nuova editoria e altre aree che stanno attirando significativi investimenti globali e hanno il potenziale per trasformare interi mercati creando nuovi prodotti e servizi attraverso lo sviluppo di “agenti intelligenti”.

L’obiettivo dell’acceleratore Frontech è supportare 10 startup in fase seed e early stage ogni anno per tre anni, fornendo un investimento iniziale di 120.000 euro e un programma di accelerazione di sei mesi per accompagnare creatori, sviluppatori e founder nella costruzione dell’infrastruttura tecnologica e commerciale delle loro soluzioni dedicate a web 3.0, metaverso e AI generativa.

Le startup selezionate potranno usufruire di workshop, sviluppo di prodotti, attività di business development, supporto per la raccolta fondi e l’opportunità di implementare progetti di proof-of-concept con i partner aziendali di Frontech.

La call per la selezione delle prime 10 startup è aperta da oggi fino al 19 maggio 2023 sul sito www.frontechaccelerator.it. Il bando è aperto a startup italiane e internazionali interessate ad aprire una sede legale in Italia.


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Intelligenza Artificiale in Italia: regolamentazione, competitività e investimenti pubblici

Analizzare quali i risultati abbia raggiunto in Italia l’Intelligenza Artificiale e tracciare gli sviluppi futuri del settore promuovendo un confronto tra tutti gli stakeholder. È questo l’obiettivo del convegno “L’economia dei dati nell’Intelligenza Artificiale” organizzato oggi da Seeweb, durante il quale si sono alternati interventi di relatori istituzionali, del mondo della ricerca, dell’università e dell’imprenditoria.

Durante l’evento è stato presentato uno studio condotto da Seeweb sugli impatti economici dell’Intelligenza Artificiale nel nostro Paese e si sono discusse le strategie migliori per incentivare modelli italiani di Intelligenza Artificiale. L’obiettivo, assicurare il progresso tecnologico e la sostenibilità del nostro ecosistema al fine di raggiungere l’indipendenza tecnologica e garantire una governance etica al settore.

Il paper sottolinea la necessità di adottare misure di alto valore sistemico per promuovere lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale in Italia, riducendo al minimo gli impatti sul lavoro e potenziando le competenze nel paese. Le misure chiave identificate includono:

  1. La regolamentazione dell’accesso e del controllo dei dati utilizzati per l’addestramento dei sistemi di Intelligenza Artificiale;
  2. La prevenzione delle distorsioni e delle concentrazioni di mercato da parte delle piattaforme dominanti extraeuropee;
  3. Il sostegno alle aziende italiane attive nella filiera dell’Intelligenza Artificiale.

Sebbene queste misure da sole potrebbero non risolvere tutte le problematiche sollevate nel paper, sono considerate un punto di partenza fondamentale per progredire nella giusta direzione verso un mercato competitivo, aperto e sicuro per l’Intelligenza Artificiale in Italia.

L’Intelligenza Artificiale ci accompagnerà per molto tempo al di là dell’hype del momento” ha spiegato Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb, che sottolinea poi come “sembra abbastanza chiaro oggi come si possa utilizzare IA per rendere più efficiente il lavoro, non abbiamo però altrettanto chiaro come sia possibile creare un’industria nazionale che possa avere un ruolo di attore. Il ruolo dell’industria del Paese non può essere solo quello di mettere a terra cose fatte da altri; è legittimo e vogliamo che esista ma dobbiamo anche pensare a una nostra capacità produttiva nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale”.

Nel corso della discussione, i relatori hanno affrontato una serie di tematiche cruciali riguardanti i rischi e le opportunità derivanti dall’uso dell’Intelligenza Artificiale e dalla loro integrazione nella società. Il Ceo di Seeweb, Antonio Baldassarra, su questo punto, ha evidenziato le sfide legate alla mancanza di comprensione e alla sottovalutazione degli impatti delle tecnologie emergenti.

Tra i relatori dell’evento, Massimo Chiriatti, Chief Technology e Innovation Officer di Lenovo, ha ribadito l’importanza di non cedere alla paura e all’esagerazione mediatica riguardo alle tecnologie, sottolineando i benefici che queste hanno portato storicamente all’umanità, dall’aumento dell’aspettativa di vita all’innalzamento dei livelli di benessere, evidenziando il ruolo fondamentale delle tecnologie nell’automatizzare attività pericolose e faticose, consentendo così un progresso civile.

Tuttavia, si e’anche invitato alla prudenza nel delegare alle macchine compiti umani, riconoscendo che la sostituzione completa dell’uomo non è auspicabile.

Nel panel finale si è anche posto l’accento sul futuro desiderabile per la società, auspicando che il Paese Italia diventi non solo attrattivo e produttivo, ma anche un luogo in cui l’innovazione e il rispetto siano alla base dello sviluppo.

Citando esperienze passate come quelle delle Baby Bells inegli Stati Uniti nel settore delle telecomunicazioni si è voluto evidenziare l’importanza di non ostacolare l’innovazione tramite monopolizzazioni, ma piuttosto di promuovere un uso consapevole delle tecnologie e un’industria nazionale forte e competitiva.

Infine, sono state sollevate questioni cruciali riguardanti gli investimenti pubblici nelle tecnologie emergenti. Su questo punto si è evidenziato come, nonostante l’importanza strategica di tali investimenti, una parte significativa dei finanziamenti pubblici a livello europeo venga indirizzata verso soggetti esterni all’Europa, alimentando quindi un circolo vizioso di dipendenza tecnologica.

A tale proposito si è auspicata una maggiore attenzione da parte delle istituzioni verso politiche di commesse pubbliche mirate a promuovere l’innovazione e lo sviluppo industriale all’interno del continente, con l’obiettivo di garantire una maggiore sovranità tecnologica e economica.

In conclusione dell’evento, i relatori hanno sottolineato la necessità di un approccio equilibrato e consapevole nei confronti delle tecnologie emergenti, affinché queste possano contribuire al progresso sociale ed economico senza compromettere la dignità e il benessere dell’umanità.


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Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’incontro con i rappresentanti delle Accademie nazionali delle Scienze dei Paesi del G7, in occasione del S7 + SSH7 Academic Summit

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale i rappresentanti delle Accademie nazionali delle scienze dei Paesi del G7, in occasione del S7 + SSH7 Academic Summit, dal titolo “Science for the Future. Challenges, Responsibilities and Opportunities”.

In rappresentanza dell’Accademia nazionale dei Lincei, organizzatrice della conferenza, erano presenti il Presidente Roberto Antonelli e il Vice Presidente Giorgio Parisi.

Dopo l’indirizzo di saluto del Prof. Antonelli, sono stati consegnati al Presidente Mattarella i documenti elaborati dalle Accademie delle scienze su sei grandi temi di interesse globale: Controllo degli Armamenti Nucleari, Salute, Scienza dei beni culturali, Agricoltura, Intelligenza artificiale, Disuguaglianze sociali.

Il presidente ha espresso la sua gratitudine agli illustri rappresentanti delle Accademie delle Scienze dei Paesi del G7 e delle Associazioni internazionali delle Accademie delle Scienze per il loro contributo prezioso in vista dell’incontro imminente del G7.

Ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto dalle Accademie nella tutela e promozione della scienza, e ha auspicato che le raccomandazioni e le considerazioni espresse durante l’incontro vengano accolte non solo dal G7, ma anche dal G20 e dalla comunità internazionale nel suo complesso.

Il presidente ha evidenziato diversi argomenti di grande rilevanza, tra cui la minaccia degli armamenti nucleari, la sicurezza alimentare, la tutela della salute, le diseguaglianze sociali e la povertà, nonché le implicazioni dell’Intelligenza Artificiale.

Ha sottolineato l’importanza di fare un uso positivo degli avanzamenti scientifici e di evitare utilizzi distorti e pericolosi.

Inoltre, ha richiamato l’attenzione sul patrimonio culturale come fonte di saggezza per l’umanità e ha esortato a mantenere un rapporto stretto con esso, come garanzia di progresso, benessere e pace per il futuro dell’umanità.

Il presidente ha concluso ringraziando nuovamente le Accademie per il loro prezioso contributo e augurando loro ogni successo nella loro attività.

Italia: arriva la bozza del disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale

Annunciato per la fine di marzo, arriva finalmente la bozza del disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale promessa dal Governo italiano che “reca principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e modelli di intelligenza artificiale”, “promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunità” e “garantisce la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali dell’intelligenza artificiale”.

Il disegno di legge è composto da 25 articoli, divisi in cinque capitoli: stabilisce la creazione di una fondazione, introduce un “tag” anti-deep fake per certificare il falso e un’aggravante per l’AI nel codice penale, fissa i fondi dedicati alla causa (150 milioni) e prevede un controllo a due dell’Agenzia per l’Italia digitale e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

All’art.17 del testo si legge che la “strategia nazionale per l’intelligenza artificiale è predisposta e aggiornata dalla struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri competente in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale ed è approvata con cadenza almeno biennale dal Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd)”.

L’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di Intelligenza Artificiale sono stabilite in capo all’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) definite “Autorità nazionali per l’Intelligenza Artificiale”.

Nello specifico, l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) “è responsabile di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale” e “provvede altresì a definire le procedure e ad esercitare le funzioni e i compiti in materia di valutazione, accreditamento e monitoraggio dei soggetti incaricati di verificare la conformità dei sistemi di intelligenza artificiale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea”.

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), invece, “ai fini di assicurare la tutela della cybersicurezza nazionale, è responsabile per la vigilanza, ivi incluse le attività ispettive e sanzionatorie, dei sistemi di intelligenza artificiale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea. L’ ACN è, altresì, responsabile per la promozione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale relativamente ai profili di cybersicurezza”.

Nel ddl è anche prevista l’istituzione di una Fondazione per la ricerca, la sperimentazione, lo sviluppo e l’adozione di sistemi di intelligenza artificiale.


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CDP Venture Capital: 1 miliardo di euro per sviluppare l’Intelligenza Artificiale in Italia

Focus su Intelligenza Artificiale e Cybersecurity, con investimenti complessivi di 8 miliardi di euro, di cui 1 dedicato all’AI, per supportare lo sviluppo dell’economia e dell’innovazione italiana: queste le principali novità del Piano Industriale 2024-2028 di CDP Venture Capital appena presentato a Milano dalla Presidente Anna Lambiase e dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Agostino Scornajenchi.

Il focus è concentrato su 7 settori industriali ritenuti strategici per il futuro del Paese:

  1. Industry Tech;
  2. Infra Tech & Mobility;
  3. Agrifood Tech;
  4. Clean Tech;
  5. Aerospazio;
  6. Lifescience;
  7. Intelligenza Artificiale.

All’Intelligenza Artificiale, come aveva anticipato lo scorso mese di marzo la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sono dedicate risorse per 1 miliardo di euro su 3 ambiti specifici:

  • 120 milioni di euro dedicati al trasferimento tecnologico, anello di congiunzione tra ricerca universitaria e mercato;
  • 580 milioni di euro di investimenti in startup con applicazioni settoriali per rafforzare gli attori già esistenti;
  • 300 milioni di euro di investimenti in aziende mature pronte a scalare all’estero e diventare i futuri campioni nazionali.

In merito a quest’ultimo punto Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Cdp Venture Capital ha commentato “abbiamo un silver bullet da 300 milioni di euro per una, due o tre operazioni di concentrazione. Dobbiamo supportare il nostro sistema in modo tale che faccia nascere un campione nazionale dell’Intelligenza Artificiale, dobbiamo fare massa critica su questo ambito e questa fase specifica di investimento sul nostro comparto large venture sarà dedicata a questo“.

Adesso il tema vero è il seguente: 1 miliardo di euro come investimento Paese è sufficiente per far si che l’Italia possa giocare un ruolo significativo nel panorama dell’Intelligenza Artificiale?

Il panorama delle startup italiane continua a essere dinamico e promettente, con alcune aziende che si distinguono per la loro resilienza e capacità di adattamento

Gli investimenti nelle startup italiane hanno subito un duro colpo nel 2023, con una drastica diminuzione del 50% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati elaborati da Italian Tech, gli investimenti in venture capital si sono attestati a 1,15 miliardi di euro. Questo rappresenta un calo significativo rispetto ai 2,39 miliardi del 2022 e ai 1,3 miliardi del 2021.

Ecco alcuni punti chiave riguardanti gli investimenti nelle startup italiane nel 2023:

Ammontare degli investimenti: a dicembre 2023, sono stati investiti 87,4 milioni di euro in startup, distribuiti in 9 aumenti di capitale, portando il totale annuale a 1,15 miliardi;

Numero di deal: nel 2023, sono stati conclusi 173 deal, rispetto ai 202 del 2022 e ai 165 del 2021;

Settori in crescita: i settori che hanno ricevuto maggiori investimenti includono medtech, cleantech, biotech e tecnologie applicate al lavoro HR.
Distribuzione territoriale: La Lombardia ha mantenuto il ruolo di leader con il 39,3% degli investimenti totali, seguita dal Piemonte al secondo posto con il 12%.

Ulteriori dettagli sugli investimenti nelle startup italiane nel 2023:

  1. Investimenti per fase di sviluppo:
    • Seed stage: gli investimenti in questa fase sono stati di circa 200 milioni di euro, con 41 deal conclusi;
    • Early stage: in questa fase, gli investimenti hanno raggiunto circa 600 milioni di euro, con 80 deal;
    • Growth stage: gli investimenti in startup in questa fase sono stati di circa 350 milioni di euro, con 52 deal;
  2. Settori specifici:
    • Medtech: le startup medtech hanno ricevuto circa 150 milioni di euro di investimenti;
    • Cleantech: questo settore ha ottenuto circa 100 milioni di euro;
    • Biotech: le startup biotech hanno ricevuto circa 80 milioni di euro;
    • Tecnologie applicate al lavoro HR: questo settore ha ricevuto circa 70 milioni di euro;
  3. Investimenti esteri:
    • Nonostante la diminuzione complessiva degli investimenti, alcune startup italiane hanno attirato l’attenzione di investitori stranieri. Ad esempio, D-Orbit ha ricevuto un investimento di 100 milioni di euro da SpaceX;
  4. Sfide e opportunità:
    • La riduzione degli investimenti rappresenta una sfida per le startup italiane, ma ci sono ancora opportunità per l’innovazione e la crescita;
    • Le aziende italiane dovrebbero concentrarsi sulla diversificazione delle fonti di finanziamento, cercando anche investitori internazionali;
    • La collaborazione tra startup, università e istituzioni può favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni.

Ci sono piaciute: Hiro Robotics, SunCubes , Nutriafrica, Cap_able, Displaid, Soundsafe Care, Foreverland, Newtwen, Levelquantum, Aindo.

Ecco alcune informazioni sulle startup italiane menzionate:

  1. Hiro Robotics: si occupa del riciclaggio di rifiuti elettronici utilizzando robotica e intelligenza artificialeIl loro sistema robotico modulare consente di trattare oltre 60 monitor e TV all’ora, garantendo il 99% di recupero di materiali preziosi dai rifiuti elettronici;
  2. Soundsafe Care: questa startup combina ultrasuoni e robotica per disrupt i metodi convenzionali di chirurgiaLa loro tecnologia permette un trattamento chirurgico preciso grazie alla robotica e completamente non invasivo grazie agli ultrasuoni;
  3. Aindo: fondata nel 2018 e con sede nell’Area Science Park a Trieste, Aindo propone una soluzione che analizza i dati aziendali per creare dati sinteticiQuesti dati sintetici sono considerati una delle migliori soluzioni per affrontare la carenza di dati su cui addestrare l’intelligenza artificiale.

Queste startup stanno contribuendo all’innovazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale e della robotica in Italia

In sintesi, nonostante le difficoltà, il panorama delle startup italiane continua a essere dinamico e promettente, con alcune aziende che si distinguono per la loro resilienza e capacità di adattamento.

In sintesi, la riduzione degli investimenti di venture capital rappresenta una sfida per le startup italiane, ma alcune aziende continuano a ottenere finanziamenti e a innovare nel panorama imprenditoriale.

“Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026”

L’executive summary della “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026” è stato recentemente pubblicato, delineando una visione ambiziosa per posizionare l’Italia come leader nell’innovazione guidata dall’IA. Questa strategia è un piano dettagliato che mira a sfruttare l’IA come catalizzatore di innovazione, con importanti benefici previsti per la competitività, l’efficienza della pubblica amministrazione e la diffusione delle competenze digitali.

La strategia si sviluppa lungo quattro direttrici principali: Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione.

Ricerca: L’obiettivo è rafforzare e consolidare l’ecosistema di ricerca italiano sull’IA. Questo include il rafforzamento di iniziative esistenti come il Partenariato Esteso sull’Intelligenza Artificiale, l’attrazione e la ritenzione di talenti nel campo dell’IA, lo sviluppo di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) italiani che rispettano i valori e le normative europee, e il finanziamento della ricerca fondamentale e interdisciplinare sull’IA.

Pubblica Amministrazione: L’IA sarà il motore della trasformazione digitale nella pubblica amministrazione. Saranno stabilite linee guida per l’adozione, l’acquisto e lo sviluppo di applicazioni IA nella pubblica amministrazione. Progetti pilota semplificheranno i servizi per cittadini e imprese, mentre iniziative nazionali mireranno a rendere più efficienti i processi interni.

Imprese: L’Italia mira a rafforzare sia il settore ICT che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale, sia i settori tradizionali che possono beneficiare di queste innovazioni. Sarà creato un ecosistema di facilitatori per le piccole e medie imprese (PMI), sostenendo lo sviluppo e l’adozione di soluzioni IA con fondi dedicati. Laboratori congiunti industria-ricerca e misure di supporto per le start-up completeranno il quadro.

Formazione: La formazione è cruciale per colmare il divario di competenze nell’IA. Si prevedono percorsi di avvicinamento all’IA nelle scuole, il potenziamento dell’offerta universitaria nell’IA, incluso il Dottorato Nazionale in IA, programmi di upskilling e reskilling per i lavoratori, e iniziative di alfabetizzazione digitale per i cittadini.

Infine, i fattori abilitanti saranno il potenziamento delle infrastrutture digitali, la creazione di un repository nazionale di dataset e modelli IA, e l’istituzione di una Fondazione per l’IA che coordinerà l’attuazione della strategia. Questi elementi sono fondamentali per garantire il successo della strategia e per fare dell’IA un volano di innovazione in Italia.

L’attuazione della “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026” prevede una serie di passaggi chiave:

Ricerca: Si prevede l’implementazione di iniziative per aumentare il numero di dottorati e attrarre in Italia i migliori ricercatori, sia in ambito di ricerca fondamentale sia applicata. Inoltre, si punta alla creazione di nuove cattedre di ricerca sull’IA, a promuovere progetti per incentivare il rientro in Italia di professionisti del settore, e a finanziare piattaforme per la condivisione di dati e software a livello nazionale.

Pubblica Amministrazione: Si prevede un aumento significativo delle procedure di acquisto di servizi legati all’IA, passando da 100 nel 2025 a 300 nel 2026. Inoltre, si prevede l’implementazione di 150 progetti di IA entro il 2025, destinati a crescere fino a 400 entro il 2026.

Imprese: Le misure a favore delle imprese hanno lo scopo di supportare la Transizione 4.0, favorire la nascita e la crescita di imprese innovative dell’IA e supportarle nella sperimentazione e certificazione dei prodotti di IA.

Formazione: Il programma include politiche per promuovere corsi e carriere nelle materie STEM e per rafforzare le competenze digitali e in Intelligenza Artificiale.

Infine, si prevede la creazione di una Fondazione per l’IA che coordinerà l’attuazione della strategia. Questi passaggi rappresentano un impegno significativo per l’Italia nel campo dell’Intelligenza Artificiale.


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Nomina delle Autorità nazionali per l’AI in Italia: il ruolo conteso tra Garante per la Privacy e AgID

L’AI Act recentemente approvato dal Parlamento europeo prevede, tra le altre cose, che i singoli Paesi europei abbiano a disposizione 12 mesi di tempo per nominare le Autorità nazionali competenti che dovranno supervisionare l’applicazione del pacchetto di norme con il supporto dall’ufficio AI della Commissione europea.

Nei giorni scorsi il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, aveva anticipato che la funzione di vigilanza e controllo dell’Intelligenza Artificiale in Italia sarebbe andato all’AgID e per le competenze che riguardano la cybersecurity all’ACN: “la scelta è di affidare ad Agenzia per l’Italia digitale e Agenzia per la cybersicurezza nazionale i compiti di vigilanza e controllo sull’intelligenza artificiale: rispecchia una visione strategica incentrata sull’efficacia e l’efficienza nella governance dell’AI” le parole del sottosegretario, che prosegue “queste agenzie, con il loro focus specifico sul digitale e sulla cybersicurezza, offrono competenze tecniche e operazionali complementari e altamente specializzate, essenziali per affrontare le sfide poste dall’Ia in ambito di cittadinanza, industria, sicurezza, protezione dei dati e su tutto la difesa e l’interesse nazionale”.

Un’indicazione che non è piaciuta affatto al Garante per la protezione dei dati personali che, tramite il presidente dell’autority, Pasquale Stanzione, in una nota ai presidenti di Senato e Camera e al presidente del Consiglio avoca a se tale ruolo affermando che il Garante “possiede i requisiti di competenza e indipendenza necessari per attuare il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale coerentemente con l’obiettivo di un livello elevato di tutela dei diritti fondamentali“.

La recente approvazione dell’AI Act da parte del Parlamento europeo, ha spiegato il Presidente dell’Authority, “impone agli Stati membri alcune scelte essenziali sulle norme di adeguamento degli ordinamenti interni“. La forte incidenza dell’AI sui diritti fondamentali “rende necessario attribuirne la competenza ad Autorità caratterizzate da requisiti d’indipendenza stringenti, come le Authority per la privacy, anche in ragione della stretta interrelazione tra intelligenza artificiale e protezione dati e della competenza già acquisita in materia di processo decisionale automatizzato“.

L’AI Act infatti, ricorda il Garante, “si fonda sull’articolo 16 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che è la base giuridica della normativa di protezione dei dati, e lo stesso Regolamento sull’intelligenza artificiale prevede il controllo delle Autorità di protezione dei dati personali su processi algoritmici che utilizzino dati personali. La sinergia tra le due discipline e la loro applicazione da parte di un’unica Autorità è quindi determinante per l’effettività dei diritti e delle garanzie sanciti“.

Detto questo, la domanda è chi si assicurerà che in Italia vengano rispettate le norme sull’Intelligenza artificiale? Non c’è il rischio di un conflitto di competenze?

L’intelligenza Digitale per l’Italia

Ieri siamo stati all’evento del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri e AgID – Agenzia per l’Italia Digitale “L’Intelligenza Artificiale per l’Italia“, presso le storiche Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia a Roma.

“Questa iniziativa nasce dalla volontà di alimentare e promuovere un costruttivo scambio di idee e progetti sul futuro dell’IA in Italia, coinvolgendo istituzioni, pubbliche amministrazioni, imprese, università e centri di ricerca in un dialogo aperto e produttivo” ha dichiarato Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica.

Buova visone a chi non ha potuto partecipare.

Un miliardo di euro per trovare il campione italiano dell’intelligenza artificiale. È questa la potenza di fuoco che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto di voler puntare sull’AI in occasione del convegno «L’intelligenza artificiale per l’Italia». I finanziamenti passeranno da Cdp Venture Capital.  

Il videomessaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dell’evento :

È una tecnologia che può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni. Questa è la bussola che ha orientato e continuerà a orientare il nostro lavoro, a ogni livello.”

Si e’ parlato delle novita’ del  Piano Triennale per la digitalizzazione 2024 – 2026 che coinvolge la Pubblica Amministrazione e tutte quelle imprese che vi gravitano intorno.

Una maggiore attenzione agli aspetti di governance da un lato e dall’altro un approccio orientato ai servizi digitali interoperabili, accessibili e sempre più facili da usare lato utente (cittadini e imprese).

Un’ approccio olistico con al centro le esigenze diPA agile e orientata al futuro, la quale promuove una “reingegnerizzazione dei processi amministrativi secondo il principio once only” ovvero una tantum cioè a dire che richiede, a cittadini e imprese, di fornire alle PA soltanto una volta i propri dati, affinché le PA possano dialogare, scambiandosi, su richiesta dell’utente, dati e documenti ufficiali.

«Lavoreremo su tre direttrici principali», ha detto Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Cdp Venture Capital. «Il trasferimento tecnologico, per valorizzare la ricerca e le eccellenze universitarie italiane e portarle a diventare impresa; gli investimenti in fase cosiddetta early stage, aziende già esistenti che hanno bisogno di consolidarsi, e infine, investimenti orientati a creare un campione nazionale per il large language model italiano, che possa assicurare supporto ai processi industriali di domani e garantire la sicurezza dei dati sensibili». 

Si e’ parlato anche di di come il (finanziamento del) Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR e dei Fondi Europei 2021-2027 è fondamentale per realizzare gli obiettivi ambiziosi di cui al Piano in disamina dedicati al digitale e di come AGID possa aiutare le PA ad approcciare il tema dell’intelligenza artificiale fornendo le linee guida e diventando ancora di più un punto di riferimento.

Ma soprattutto si e’ parlato di come dietro IA ci siano persone , uomini e donne che ne decetano il successo quindi Per quanto, in conclusione, il Piano Triennale 2024-2026 dell’AGID rifletta un impegno concreto verso la digitalizzazione della PA, occorre tuttavia affrontarlo con concretezza.

È di 760 milioni di euro il valore del mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia

Il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia è cresciuto del 52% nel 2023 raggiungendo un valore di 760 milioni di euro. La maggior parte degli investimenti riguarda soluzioni di analisi e interpretazione testi per ricerca semantica, di classificazione, sintesi e spiegazione di documenti o agenti conversazionali tradizionali, mentre sono ancora limitati i progetti di Generative AI. 6 imprese italiane su 10 hanno già avviato un progetto di Intelligenza Artificiale, almeno a livello di sperimentazione, e 2 su 3 hanno approfondito a livello interno le possibili applicazioni dell’AI generativa.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano presentati oggi nell’ambito del convegno “AI al centro: novità, applicazioni e regole“.

Nel 2023 la quasi totalità degli italiani (parliamo del 98%) ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale e più di un italiano su quattro (il 29%) dichiara di averne una conoscenza medio-alta. Abbiamo usato il termine dichiara perché poi, a ben vedere, sembra ci sia una certa confusione sul tema, tan’è che se è vero che 3 italiani su quattro hanno sentito parlare di ChatGPT , solo il 57% conosce il termine Intelligenza Artificiale Generativa.

Un dato interessante che emerge dai dati della ricerca è che sebbene solo il 17% degli intervistati si dichiari fermamente contrario all’ingresso dell’AI nelle attività professionali, ben il 77% degli italiani guarda con timore al possibile impatto dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro.

A tale proposito, rileva l’indagine, che già oggi, in Italia, l’Intelligenza Artificiale ha un potenziale di automazione per il 50% di “posti di lavoro equivalenti”, ma da qui a 10 anni, il suo impatto potrebbe coinvolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia anche se, come sottolinea Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence “nel valutare il reale impatto sul lavoro, però, bisogna tenere in considerazione le previsioni demografiche che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, prospettano un gap di 5,6 milioni di posti di lavoro equivalenti entro il 2033″.

In questa prospettiva, quindi, la possibile automazione di 3,8 milioni di posti di lavoro equivalenti secondo Miragliotta “appare quasi una necessità per ribilanciare un enorme problema che si sta creando, più che un rischio“.

Il mercato

Il 90% del mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia è dovuto alle grandi imprese. Il resto è suddiviso in modo equilibrato tra PMI e Pubblica Amministrazione. La quota più significativa del mercato dell’Intelligenza Artificiale italiano (29%) è legata a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (data exploration & prediction, decision support & optimization systems). Il 27% è per progetti di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato (text analysis, classification & conversation systems). Il 22% per algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (recommendation systems). Il 10% analisi di video ed immagini, 7% process orchestration systems, il 5% Generative AI. Guardando alla spesa media in Intelligenza Artificiale per azienda, ai primi posti telco, media e assicurazioni, seguiti da energia, utility, banche e finanza.

La diffusione nelle aziende

Il 61% delle grandi imprese ha all’attivo, almeno al livello di sperimentazione, un progetto di Intelligenza Artificiale, mentre si scende al 18% tra le piccole e medie imprese. L’adozione nelle imprese è sostanzialmente stabile rispetto al 2022. Le aziende che avevano già avviato almeno una sperimentazione proseguono e accelerano. Nelle aziende in ritardo, sono invece rari i casi in cui l’avvento della Generative AI ha già dato vita ad una sperimentazione. Il 37% delle grandi realtà che non hanno progetti all’attivo ha intenzione di attivarli nei prossimi 12 mesi e si moltiplicano le iniziative di workshop ispirazionali/formativi sul tema. Circa 2 grandi aziende su 3 hanno discusso internamente delle applicazioni delle Generative AI, tra queste una su quattro ha avviato una sperimentazione (il 17% del totale, dunque). D’altro canto, soltanto il 7% delle piccole e medie imprese sta riflettendo su potenziali applicazioni e solo il 2% ha concretamente attivato almeno una sperimentazione. 

La maturità delle aziende

L’Osservatorio ha analizzato anche la maturità delle grandi organizzazioni nel percorso di adozione dell’AI, arrivando ad individuare cinque diversi profili. L’11% è definito avanguardista e sono aziende che hanno raggiunto la piena maturità a livello tecnologico, organizzativo e gestionale nell’adozione di soluzioni di Intelligenza Artificiale. Il 23% è definito apprendista e sono aziende che hanno diversi progetti avviati ma difficilmente impiegano metodologie strutturate nel gestirli e tendono a far ricorso a soluzioni standard o pronte all’uso. Nel restante 66% dei casi, permangono situazioni eterogenee: ci sono organizzazioni cosidette in cammino, il 29%), dotate degli elementi abilitanti ma con pochi progetti, e aziende che non percepiscono il tema come rilevante e non dispongono di un’infrastruttura IT adeguata alla gestione di grandi quantità di dati.

Giuliano Amato lascia la presidenza della Commissione Algoritmi. Al suo posto padre Paolo Benanti.

L’ex presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato si dimette da presidente della Commissione Algoritmi dopo le critiche di Giorgia Meloni: “sul tema della commissione algoritmi credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo, ma al di là di questo non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle sue dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale” ha detto la Premier nella conferenza stampa del 4 gennaio.

Amato spiega che si tratta di “una commissione della presidenza del Consiglio e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico“.

La nomina a presidente dell’organismo istituito per studiare rischi e opportunità legati all’Intelligenza Artificiale era arrivata lo scorso mese di ottobre, quando il sottosegretario a Palazzo Chigi Alberto Barachini (di Forza Italia) annunciò che Amato avrebbe presieduto il gruppo di studio sull’impatto dell’intelligenza artificiale su informazione e editoria, provocando una certa irritazione da parte della Premier che dichiarò di non saperne nulla, come pure il  sottosegretario plenipotenziario Alfredo Mantovano.

Il nuovo presidente della Commissione sarà il francescano padre Paolo Benanti, personalità di spicco in materia di Intelligenza Artificiale, già componente della commissione e unico italiano membro del Comitato sull’Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite.

Italia: Parlamento e Governo in ordine sparso sull’IA

Se da un lato va riconosciuto come la gestione della transizione digitale e tecnologica in atto sia un tema oggettivamente complesso va anche detto che il Parlamento e il Governo italiani stanno viaggiando in ordine sparso nell’affrontare le implicazioni dell’uso di sistemi intelligenti che imitano e riproducono le capacità umane.

Da un lato ci ritroviamo un collegato alla manovra economica in arrivo da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dall’altro un’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Attività produttive della Camera, dall’altro ancora il Comitato per la documentazione della Camera che vola oltre oceano per discutere di tecnologie avanzate con le grandi tech company americane e poi la creazione di una commissione algoritmi guidata da Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale.

Nel dettaglio, il Ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che l’AI sarà una sfida che il governo affronterà in un collegato alla manovra. A quest’attività farà poi seguito un’attenzione particolare al tema che l’Italia si impegna a promuovere durante il turno di presidenza italiana del G7 del 2024.

L’indagine conoscitiva sull’AI promossa dal presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, si focalizza invece sui possibili effetti, positivi o negativi, per il mondo produttivo, con l’obiettivo di arrivare alla stesura di un progetto di legge sulla falsariga di quanto già avvenuto per il Made in Italy.

Una delegazione del Comitato per la documentazione della Camera, composta dalla presidente del Comitato e vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e dalle deputate Ilaria Cavo e Maria Rosaria Tassinari vola invece prima a Seattle e poi a San Francisco dove incontrerà le grandi tech company del settore, da Open AI a Microsoft, da Amazon a Meta, per cercare di comprendere quale sia lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale e quale impatto avrà nei diversi settori della società, in vista di futuri interventi normativi.

Dal canto suo invece il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini ha deciso di lanciare una Commissione Algoritmi, istituendo un Comitato formato da esperti e professori universitari che studierà l’impatto di questa tecnologia sul mondo del giornalismo e delle news di cui è stato nominato presidente Giuliano Amato, classe 1938, più volte Ministro, ex Presidente del Consiglio, docente di diritto costituzionale comparato per oltre 20 anni ed ex Presidente della Corte Costituzionale.

Ma non è finita qui perché il sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’innovazione, Alessandro Butti, ha appena nominato un Comitato di esperti incaricati di dare indicazioni per guidare la strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale.

Adesso, guardando dall’esterno tutto questo attivismo in ordine sparso non si può non rilevare come le azioni sia del Governo che del Parlamento italiani restituiscano un certo disordine di fondo non solo sull’argomento in generale ma anche sulle azioni che sarebbe opportuno intraprendere.

L’Intelligenza Artificiale è una nuova frontiera tecnologica che sta rimodellando le industrie, le economie e la vita quotidiana di ognuno di noi. Siamo di fronte ad una straordinaria opportunità di sviluppo, ma anziché coglierne le potenzialità e le opportunità, sembrerebbe che, ancora una volta, la preoccupazione principale in Italia, sia quella di “normare”, di stabilire dei limiti, di mettere dei paletti, di stabilire dei vincoli, di cercare di disciplinare un qualcosa che per sua natura evolve a ritmi velocissimi.

Adesso, pur nella giusta considerazione di tutela dai rischi, dalle manipolazioni e dalle sperequazioni che sono possibili con una gestione non corretta dei sistemi di AI, quello che la politica italiana non vede è che in questo modo si lascia in secondo piano un approccio volto invece a definire le strategie di sviluppo, a individuare le opportunità per il sistema Paese, promuovendone gli investimenti e le attività di ricerca, mettendo a sistema i centri di ricerca, le imprese e le Università per giocare da pari con gli altri Paesi e recuperare quella leadership in innovazione e sviluppo che per tanti anni ha caratterizzato il sistema economico e industriale del nostro Paese.

Quella portata dall’Intelligenza Artificiale è una vera e propria rivoluzione. E noi dobbiamo starci dentro, prima ancora come Paese che come Europa, che pure sembra preoccupata a “normare”. Il resto del mondo non ci aspetta. La posizione della politica italiana su questi temi sarà determinante nello stabilire che ruolo potrà avere l’Italia nello sviluppo futuro di questa tecnologia. Altrimenti perderemo anche questa opportunità.

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