Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Dichiarazione di Hiroshima: intesa al G7 sui codici di condotta sull’Intelligenza Artificiale

L’intelligenza Artificiale rimane al centro dell’agenda politica mondiale e dopo l’Unione Europea, scende in campo anche il G7. La dichiarazione di Hiroshima adottata oggi, 30 ottobre 2023, dai leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti vuole sottolineare le opportunità innovative e il potenziale trasformativo dei sistemi avanzati di Intelligenza Artificiale (IA), in particolare, dei modelli di base e dell’IA generativa.

Riconosciamo la necessità di gestire i rischi connessi, di proteggere gli individui, la società e i nostri principi condivisi come lo Stato di Diritto e i valori democratici, ponendo l’umanità al centro” si legge nella dichiarazione di Hiroshima, che è integrata da 2 documenti più operativi: gli 11 principi guida per i sistemi di AI Generativa avanzata e un Codice di condotta internazionale, che saranno costantemente modificati, se necessario, alla luce del rapido evolversi della materia di cui si occupano.

A tale proposito, i leader dei Paesi del G7 sono favorevoli ad incoraggiare l’adozione di misure adeguate durante l’intero processo di sviluppo di sistemi avanzati di intelligenza artificiale anche prima e durante la loro distribuzione e commercializzazione, con l’obiettivo di identificare, valutare e mitigare i rischi lungo l’intero ciclo di vita delle tecnologie emergenti. Tra queste misure dovrebbero essere previsti anche dei test interni ed esterni indipendenti.

Per quanto riguarda invece l’uso improprio, le organizzazioni responsabili dello sviluppo di sistemi avanzati sono chiamate a monitorare attentamente vulnerabilità, incidenti e rischi emergenti. Dovrebbero facilitare la scoperta e la segnalazione di problemi e vulnerabilità da parte degli utenti dopo l’implementazione. La trasparenza da questo punto di vista è fondamentale, e le capacità, le limitazioni e gli ambiti di utilizzo appropriato e inappropriato dovrebbero essere comunicati pubblicamente attraverso rapporti dettagliati.

La condivisione responsabile delle informazioni e la segnalazione degli incidenti rappresentano dei punti cruciali per i Paesi del G7, coinvolgendo industria, governi, società civile e mondo accademico. L’approccio raccomandato è basato sulla gestione del rischio, in linea con il Regolamento UE in fase di completamento. Ciò implica processi di responsabilità e di governance per valutare e mitigare i rischi.

Occorrono poi dei meccanismi affidabili di autenticazione e di provenienza dei contenuti, come watermarking, etichettatura o dichiarazioni di non responsabilità, in modo da consentire agli utenti di determinare se un contenuto è stato creato con il sistema di intelligenza artificiale di una specifica organizzazione.

Tra le priorità elencate vi è poi la mitigazione dei rischi per la società e la sicurezza, nonché lo sviluppo di sistemi avanzati per affrontare sfide come la crisi climatica, la salute globale e l’istruzione, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Infine, i leader del G7 sottolineano l’importanza di promuovere lo sviluppo e, se del caso, l’adozione di standard tecnici internazionali, insieme a misure adeguate di protezione dei dati personali e della proprietà intellettuale.

A margine di questo accordo, Ursula fon der Leyen, Presidente della Commissione Europea, si è detta lieta di accogliere i principi guida internazionali del G7 e il codice di condotta volontario, esprimendosi a favore dell’impegno congiunto per favorire lo sviluppo tecnologico ponendo in primo piano il tema della sicurezza e dell’affidabilità delle tecnologie.

I benefici potenziali che l’AI comporta per l’economia e i cittadini europei sono fondamentali. Non dobbiamo però dimenticare che la velocità dei processi innescati dall’AI porta con sé anche nuove sfide”, il commento della von der Leyen alla Dichiarazione di Hiroshima, che prosegue “l’Ue è già all’avanguardia, dal punto di vista normativo, grazie all’AI Act, che rappresenta un importante contributo anche a livello di governance globale”.

Italia: Parlamento e Governo in ordine sparso sull’IA

Se da un lato va riconosciuto come la gestione della transizione digitale e tecnologica in atto sia un tema oggettivamente complesso va anche detto che il Parlamento e il Governo italiani stanno viaggiando in ordine sparso nell’affrontare le implicazioni dell’uso di sistemi intelligenti che imitano e riproducono le capacità umane.

Da un lato ci ritroviamo un collegato alla manovra economica in arrivo da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dall’altro un’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Attività produttive della Camera, dall’altro ancora il Comitato per la documentazione della Camera che vola oltre oceano per discutere di tecnologie avanzate con le grandi tech company americane e poi la creazione di una commissione algoritmi guidata da Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale.

Nel dettaglio, il Ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che l’AI sarà una sfida che il governo affronterà in un collegato alla manovra. A quest’attività farà poi seguito un’attenzione particolare al tema che l’Italia si impegna a promuovere durante il turno di presidenza italiana del G7 del 2024.

L’indagine conoscitiva sull’AI promossa dal presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, si focalizza invece sui possibili effetti, positivi o negativi, per il mondo produttivo, con l’obiettivo di arrivare alla stesura di un progetto di legge sulla falsariga di quanto già avvenuto per il Made in Italy.

Una delegazione del Comitato per la documentazione della Camera, composta dalla presidente del Comitato e vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e dalle deputate Ilaria Cavo e Maria Rosaria Tassinari vola invece prima a Seattle e poi a San Francisco dove incontrerà le grandi tech company del settore, da Open AI a Microsoft, da Amazon a Meta, per cercare di comprendere quale sia lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale e quale impatto avrà nei diversi settori della società, in vista di futuri interventi normativi.

Dal canto suo invece il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini ha deciso di lanciare una Commissione Algoritmi, istituendo un Comitato formato da esperti e professori universitari che studierà l’impatto di questa tecnologia sul mondo del giornalismo e delle news di cui è stato nominato presidente Giuliano Amato, classe 1938, più volte Ministro, ex Presidente del Consiglio, docente di diritto costituzionale comparato per oltre 20 anni ed ex Presidente della Corte Costituzionale.

Ma non è finita qui perché il sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’innovazione, Alessandro Butti, ha appena nominato un Comitato di esperti incaricati di dare indicazioni per guidare la strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale.

Adesso, guardando dall’esterno tutto questo attivismo in ordine sparso non si può non rilevare come le azioni sia del Governo che del Parlamento italiani restituiscano un certo disordine di fondo non solo sull’argomento in generale ma anche sulle azioni che sarebbe opportuno intraprendere.

L’Intelligenza Artificiale è una nuova frontiera tecnologica che sta rimodellando le industrie, le economie e la vita quotidiana di ognuno di noi. Siamo di fronte ad una straordinaria opportunità di sviluppo, ma anziché coglierne le potenzialità e le opportunità, sembrerebbe che, ancora una volta, la preoccupazione principale in Italia, sia quella di “normare”, di stabilire dei limiti, di mettere dei paletti, di stabilire dei vincoli, di cercare di disciplinare un qualcosa che per sua natura evolve a ritmi velocissimi.

Adesso, pur nella giusta considerazione di tutela dai rischi, dalle manipolazioni e dalle sperequazioni che sono possibili con una gestione non corretta dei sistemi di AI, quello che la politica italiana non vede è che in questo modo si lascia in secondo piano un approccio volto invece a definire le strategie di sviluppo, a individuare le opportunità per il sistema Paese, promuovendone gli investimenti e le attività di ricerca, mettendo a sistema i centri di ricerca, le imprese e le Università per giocare da pari con gli altri Paesi e recuperare quella leadership in innovazione e sviluppo che per tanti anni ha caratterizzato il sistema economico e industriale del nostro Paese.

Quella portata dall’Intelligenza Artificiale è una vera e propria rivoluzione. E noi dobbiamo starci dentro, prima ancora come Paese che come Europa, che pure sembra preoccupata a “normare”. Il resto del mondo non ci aspetta. La posizione della politica italiana su questi temi sarà determinante nello stabilire che ruolo potrà avere l’Italia nello sviluppo futuro di questa tecnologia. Altrimenti perderemo anche questa opportunità.

L’Onu crea un comitato di esperti sull’intelligenza artificiale. L’unico italiano è il francescano Paolo Benanti

Il teologo Paolo Benanti è l’unico italiano tra i 38 esperti nominati da António Guterres come membri del nuovo Organo consultivo dell’ONU per l’Intelligenza Artificiale, un organismo consultivo composto da 39 esperti dei governi, delle imprese, della società civile, oltre a ricercatori e accademici provenienti da tutti i continenti, incaricati di valutare le opportunità e i rischi dell’AI generativa, di suggerire modelli di governance di questa nuova tecnologia e di individuare le strade per favorire la cooperazione internazionale in un campo essenziale per il futuro del nostro Pianeta.

Il team di esperti dovrà formulare le raccomandazioni preliminari entro il prossimo dicembre e presentare il rapporto conclusivo nell’estate del 2024, prima del Summit Onu sul Futuro del 22 e 23 settembre.

Il nostro Paolo Benanti è un francescano del Terzo Ordine Regolare, si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie, è docente presso la Pontificia Università Gregoriana, l’Istituto Teologico di Assisi e il Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni ed è definito come il principale consigliere di Papa Francesco sull’IA. I suoi studi si focalizzano sulla gestione dell’innovazione: internet e l’impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie.

Di seguito l’elenco degli alti componenti dell’organismo ONU sull’AI:

Anna Abramova, Direttrice del Centro di Intelligenza Artificiale dell’Istituto di Relazioni Internazionali dello Stato di Mosca (MGIMO) – Università

Omar Sultan Al Olama, Ministro di Stato per l’Intelligenza Artificiale degli Emirati Arabi Uniti

Latifa Al-Abdulkarim, Membro del Consiglio della Shura (Parlamento Saudita), Professoressa Associata di Informatica presso l’Università King Saud

Estela Aranha, Consigliera Speciale per il Ministro della Giustizia e della Sicurezza Pubblica, Governo Federale del Brasile

Carme Artigas, Segretaria di Stato per la Digitalizzazione e l’Intelligenza Artificiale della Spagna

Ran Balicer, Chief Innovation Officer e Vice Direttore Generale presso Clalit Health Services Israel

Abeba Birhane, Senior Advisor in AI Accountability presso la Fondazione Mozilla

Ian Bremmer, Presidente e Fondatore di Eurasia Group

Anna Christmann, Coordinatrice del Settore Aerospaziale del Governo Federale Tedesco

Natasha Crampton, Chief Responsible AI Officer presso Microsoft

Nighat Dad, Direttrice Esecutiva della Digital Rights Foundation Pakistan

Vilas Dhar, Presidente della Patrick J. McGovern Foundation

Virginia Dignum, Professoressa di Intelligenza Artificiale Responsabile presso l’Università di Umeå

Arisa Ema, Professoressa Associata presso l’Università di Tokyo

Amandeep Singh Gill, Inviato del Segretario Generale dell’ONU per la Tecnologia

Mohamed Farahat, Consulente Legale & Vicepresidente del MAG del North Africa IGF

Wendy Hall, Professoressa Regia di Informatica presso l’Università di Southampton

Rahaf Harfoush, Antropologa Digitale

Hiroaki Kitano, CTO presso Sony Group Corporation

Haksoo Ko, Presidente della Personal Information Protection Commission (PIPC) della Repubblica di Corea

Andreas Krause, Professore presso l’ETH Zurich

James Manyika, Senior Vice Presidente di Google-Alphabet, Presidente per la Ricerca, Tecnologia e Società

Maria Vanina Martinez Posse, Ramon e Cajal Fellow presso l’Artificial Research Institute (IIIA-CSIC)

Seydina Moussa Ndiaye, Docente presso l’Università Digitale Cheikh Hamidou Kane

Mira Murati, Chief Technology Officer di OpenAI

Petri Myllymaki, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Helsinki

Alondra Nelson, Professoressa Harold F. Linder presso l’Institute for Advanced Study

Nazneen Rajani, Responsabile Ricerca presso Hugging Face

Craig Ramlal, Responsabile del Gruppo di Controllo dei Sistemi presso l’Università delle Indie Occidentali a St. Augustine

He Ruimin, Chief Artificial Intelligence Officer & Vice Chief Digital Technology Officer, Governo di Singapore

Emma Ruttkamp-Bloem, Professoressa presso l’Università di Pretoria

Sharad Sharma, Co-fondatore della Fondazione iSPIRT

Marietje Schaake, Direttore di Politica Internazionale presso il Cyber Policy Center dell’Università di Stanford

Jaan Tallinn, Co-fondatore del Cambridge Centre for the Study of Existential Risk

Philip Thigo, Consigliere presso il Governo del Kenya

Jimena Sofia Viveros Alvarez, Capo di Gabinetto e Consigliera Legale del Giudice Loretta Ortiz presso la Corte Suprema Messicana

Yi Zeng, Professore e Direttore del Brain-inspired Cognitive AI Lab, Accademia Cinese delle Scienze

Zhang Linghan, Professore presso l’Istituto di Diritto dei Dati, Università Cinese di Scienze Politiche e Diritto

Intelligenza artificiale nel settore sanitario: pro e contro

L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel settore sanitario e delle scienze della vita ha rivoluzionato radicalmente il modo in cui affrontiamo le sfide legate alla diagnosi, al trattamento e alla ricerca medica. Questa trasformazione ha aperto nuovi orizzonti, offrendo una serie di benefici tangibili che vanno dalla diagnostica avanzata al trattamento personalizzato, dalla ricerca farmaceutica al miglioramento delle operazioni ospedaliere. Occorre però valutare non solo gli aspetti positivi di questa innovazione ma anche esaminare gli eventuali rischi e le sfide associate all’impiego dell’AI nel contesto sanitario.

Aspetti positivi

1. Diagnostica Avanzata:
Gli algoritmi basati sull’AI dimostrano una capacità superiore nell’analizzare grandi quantità di dati e immagini. Questo si traduce in diagnosi più tempestive e precise, fornendo una base solida per la prognosi di malattie e condizioni gravi. La rapidità diagnostica può essere cruciale per migliorare l’efficacia dei trattamenti e aumentare le possibilità di successo terapeutico.

2. Trattamento Personalizzato:
L’analisi approfondita dei dati del paziente consente la creazione di piani di trattamento altamente personalizzati. Considerando la diversità della composizione genetica di ciascun individuo e integrando informazioni sulla storia medica e le abitudini di vita, l’AI contribuisce a ottimizzare l’efficacia delle terapie. Questo approccio personalizzato promuove risultati più positivi e una gestione più mirata delle condizioni mediche.

3. Ricerca e Sviluppo Farmaceutici:
L’AI rivoluziona il processo di scoperta dei farmaci, analizzando in modo efficiente le strutture molecolari e prevedendo l’efficacia di nuovi composti. Questo acceleramento nella ricerca farmaceutica è fondamentale per affrontare rapidamente le sfide legate a nuove malattie o pandemie, consentendo lo sviluppo più rapido di cure e vaccini.

4. Miglioramento dell’operativià:
L’AI trova applicazioni nella gestione amministrativa e operativa degli ospedali, migliorando l’efficienza e riducendo i costi. Le raccomandazioni generate dall’AI possono migliorare l’efficienza, ottimizzando i processi, la gestione delle risorse e le operazioni generali, fornendo un ambiente ospedaliero più efficiente e centrato sul paziente.

Aspetti critici

1. Privacy dei Dati:
Affinché l’Intelligenza Artificiale possa svolgere in modo efficace le funzioni descritte precedentemente, è necessario che abbia accesso a tutte le informazioni sensibili dei pazienti. Garantire la privacy del paziente deve essere una delle massime priorità di ogni organizzazione nel settore sanitario e delle scienze della vita. È essenziale preservare la confidenzialità dei dati mentre si cerca di migliorare l’efficienza e la personalizzazione dei trattamenti.

2. Bias:
Poiché l’Intelligenza Artificiale è essenzialmente uno strumento creato dall’uomo, le decisioni che prende sono intrinsecamente basate sulla logica con cui è programmata. Se questa logica è influenzata dagli stessi pregiudizi e ingiustizie presenti nella società, il rischio di bias diventa ancor più radicato e difficile da superare. Affrontare questo squilibrio richiede un’attenzione particolare per garantire la neutralità e l’equità nell’implementazione dell’AI.

3. Mancanza di Umanità:
L’efficienza derivante dall’uso dell’Intelligenza Artificiale potrebbe comportare una mancanza di connessione umana. Durante la pandemia di COVID-19, l’importanza della compassione umana è stata evidenziata, ed è cruciale integrare questo apprendimento mentre ci avventuriamo in un futuro in cui l’AI fa parte integrante dei nostri sistemi sanitari. Mantenere un equilibrio tra efficienza e umanità è fondamentale per garantire un’assistenza sanitaria completa e centrata sul paziente.

4. Regolamentazione:
Considerando l’esperienza con lo sviluppo dei social media e le sfide legali ad essi associate, è evidente che i legislatori spesso faticano a tenere il passo con le nuove tecnologie. È imperativo affrontare rapidamente le incertezze legate a responsabilità, sicurezza e normative quando si introduce l’Intelligenza Artificiale nel settore sanitario. La creazione di regolamentazioni robuste è essenziale per garantire un utilizzo etico, sicuro e responsabile di questa innovazione, proteggendo contemporaneamente i diritti dei pazienti e promuovendo una pratica medica avanzata.

Sebbene sia evidente quindi che l’Intelligenza Artificiale rappresenti una risorsa straordinaria nel settore sanitario e delle scienze della vita, offrendo opportunità senza precedenti per migliorare la diagnosi, personalizzare i trattamenti, accelerare la ricerca farmaceutica e ottimizzare le operazioni ospedaliere, è imperativo affrontare le sfide etiche, di sicurezza e di accessibilità, lavorando verso un utilizzo responsabile dell’AI per garantire che questi progressi portino a benefici duraturi per pazienti, professionisti medici e la società nel suo complesso. Da questo punto di vista l’equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela dei valori etici è la chiave per plasmare un futuro in cui l’AI diventi un alleato prezioso nella promozione della salute e del benessere globale.

L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale: dalle regole agli algoritmi di apprendimento automatico

L’Intelligenza Artificiale (AI) ha conosciuto un’evoluzione straordinaria nel corso degli anni, passando da sistemi basati su regole rigide a complesse architetture alimentate da algoritmi di apprendimento automatico. Questa metamorfosi ha plasmato il panorama tecnologico, aprendo le porte a nuove prospettive e sfide. Questo articolo si propone di esaminare l’evoluzione dell’AI, concentrandosi sul passaggio da modelli basati su regole a quelli alimentati da algoritmi di apprendimento automatico.

La fase delle regole nell’AI

Nei primi stadi dello sviluppo dell’IA, l’approccio predominante era basato sulla definizione di regole esplicite. Gli esperti del dominio delineavano criteri specifici e regole decisionali per guidare il comportamento del sistema. Questo approccio, sebbene efficace per compiti ben definiti e circoscritti, dimostrava limiti evidenti nella gestione della complessità e nell’adattamento a scenari in continua evoluzione.

L’emergere degli algoritmi di apprendimento automatico

L’innovazione significativa nell’ambito dell’AI è stata l’introduzione degli algoritmi di apprendimento automatico. Questi algoritmi consentono alle macchine di apprendere dai dati senza una programmazione esplicita delle regole. Ciò ha rappresentato una svolta cruciale, consentendo alle intelligenze artificiali di adattarsi dinamicamente all’ambiente e di migliorare le prestazioni nel tempo.

Apprendimento supervisionato e non supervisionato

Gli algoritmi di apprendimento automatico possono essere categorizzati in apprendimento supervisionato e non supervisionato. Nel primo caso, il sistema è addestrato su un set di dati etichettati, apprendendo relazioni tra input e output. Nel secondo caso, l’AI deve estrarre modelli da dati non etichettati, cercando strutture e pattern significativi. Questa flessibilità ha contribuito a creare sistemi più adattabili e capaci di affrontare compiti complessi.

Reti neurali e deep learning

Un capitolo significativo nell’evoluzione dell’IA è rappresentato dall’uso sempre più diffuso di reti neurali e deep learning. Queste architetture ispirate al cervello umano consentono alle macchine di apprendere rappresentazioni complesse e di eseguire compiti di altissimo livello, come riconoscimento di immagini, linguaggio naturale e autonomia decisionale.

Sfide e prospettive future

Nonostante i notevoli progressi, l’AI non è priva di sfide. La trasparenza delle decisioni, la gestione dell’etica e la necessità di un’adeguata quantità di dati sono solo alcune delle questioni da affrontare. Tuttavia, il futuro dell’intelligenza artificiale si profila con opportunità sempre più intriganti, con sistemi capaci di apprendimento continuo, adattamento contestuale e comprensione approfondita dei contesti.

Papa Francesco sceglie l’Intelligenza Artificiale come tema della Giornata delle Comunicazioni Sociali 2024

La straordinaria importanza dell’Intelligenza Artificiale in questo periodo è testimoniata anche dall’attenzione che il Vaticano dedica a questa materia. L’attenzione della Santa Sede per le implicazioni etiche dell’IA è costante, volta a promuovere una riflessione etica sull’uso degli algoritmi, con un’attenzione particolare alla tutela della dignità umana.

Non è un caso allora che per la 58^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il prossimo 12 maggio 2024 il tema scelto da Papa Francesco sia proprio questo: “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.

Nel renderlo noto dalla Sala Stampa vaticana, si sottolinea che “l’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale rende sempre più naturale comunicare attraverso e con le macchine, in modo che è diventato sempre più difficile distinguere il calcolo dal pensiero, il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani”.

“Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull’intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare”, si legge ancora nella nota vaticana, che sottolinea l’importanza “di guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet“.   

Proprio per questo da Papa Francesco (che pure è stato una delle star delle immagini generate dall’IA) vengono costanti sollecitazioni per un dialogo aperto sul significato delle nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti, con richiami alla “necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi”.

Intelligenza Artificiale e Sanità

Il mercato globale dell’Intelligenza Artificiale nel settore sanitario è destinato a un’esplosione senza precedenti, con stime che proiettano un valore di quasi 188 miliardi di dollari entro il 2030. Rispetto agli 11 miliardi di dollari del 2021, questo tasso di crescita annuo del 37% riflette i considerevoli vantaggi che l’IA apporta al settore sanitario. Tra questi, la riduzione dei costi e il miglioramento del supporto ai medici nell’analisi diagnostica dei pazienti emergono come driver chiave.

Attualmente, il 94% delle organizzazioni sanitarie sfrutta l’IA o il Machine Learning, mentre il 40% dei dirigenti sanitari prevede un aumento degli investimenti nei prossimi cinque anni. Questa crescente adozione rivela il ruolo centrale dell’IA nell’automazione del settore, anticipando un mercato globale dell’IA nel settore sanitario che raggiungerà i 188 miliardi di dollari entro il 2030, con l’obiettivo di migliorare la vita dei pazienti e ridurre i costi.

L’IA emerge come una leva cruciale per ridurre i costi di dimissione, stimati a circa 16 miliardi di dollari, e migliorare l’efficienza nel monitoraggio delle unità di terapia intensiva, con potenziali risparmi di circa 323.000 dollari per letto. Nel settore farmaceutico, l’AI potrebbe ridurre i costi legati alla scoperta di farmaci di oltre 70 miliardi di dollari entro il 2028, grazie all’accelerazione dello sviluppo di nuovi farmaci mediante algoritmi di Machine Learning.

L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando la fornitura di servizi sanitari, rendendo il sistema più efficiente e apportando benefici tangibili a pazienti, medici e fornitori di servizi. Abilitando i professionisti sanitari a risparmiare tempo e ottenere rapidamente informazioni cliniche, l’AI supporta diagnosi più precise e decisioni più informate, riducendo potenzialmente gli errori del 86% e contribuendo a salvare oltre 250.000 vite all’anno.

L’Intelligenza Artificiale si dimostra preziosa anche nel supportare decisioni mediche, come evidenziato da studi che mostrano miglioramenti nella diagnosi di patologie come il carcinoma mammario. Un incremento del 44% nell’efficienza nella lettura delle mammografie è solo uno dei tanti esempi di come l’IA possa alleggerire il carico di lavoro dei medici.

La risposta positiva dei pazienti all’AI è evidente, con la maggior parte che si sente a proprio agio nell’interagire con assistenti virtuali per ottenere informazioni sui farmaci, inviare report ai medici e prenotare visite.

In definitiva le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nel settore sanitario rappresentano un’opportunità di trasformare il panorama medico in modo più efficiente e centrato sui pazienti, offrendo benefici significativi sia in termini di salute che di risparmio di costi.

Corsi gratuiti di Data Science a cura del MIT

Il MIT Massachussets Institute of Technology ha reso disponibili sulla sua piattaforma di Open Learning una serie di corsi on line su Data Science. Vediamo quali sono:

Introduction To Computer Science and Programming in Phyton

Descrizione del corso: il corso di introduzione all’informatica e alla programmazione in Python si rivolge a studenti con poca o nessuna esperienza di programmazione. L’obiettivo è quello di fornire una comprensione del ruolo che il calcolo può svolgere nella risoluzione dei problemi e di aiutare gli studenti, indipendentemente dalla loro specializzazione, a sentirsi sicuri della loro capacità di scrivere programmi che permettano loro di raggiungere degli obiettivi utili. Il corso utilizza il linguaggio di programmazione Python 3.5.

Tipologia: corso gratuito

Durata: 9 settimane per 16 ore settimanali

Link per l’iscrizione

Introduction To Computational Thinking And Data Science

Descrizione del corso: questo corso è rivolto a studenti con un minimo di eperienza di programmazione in Python e una conoscenza della complessità computazionale. Sono previsti esercizi di scrittura di programmi per implementare i concetti trattati nel corso.

Tipologia: corso gratuito con limitazioni su materiali ed esami (corso completo di certificazione euro 70,00)

Durata: 9 settimane per 16 ore settimanali

Link per l’iscrizione

Papa Francesco: perché è la star delle foto generate dall’intelligenza artificiale

Papa Francesco è diventato uno dei personaggi preferiti tra coloro che si divertono a generare immagini con l’aiuto degli strumenti di Intelligenza Artificiale rappresentato nei contesti più impensabili o negli scenari più improbabili. Ed ecco allora che lo vediamo indossare un lungo piumino bianco ispirato a Balenciaga, a cavallo di una moto, a ballare in discoteca e rappresentato con le braccia tatuate, vestito da rapper, all’interno di una sala pesi e via dicendo.

E’ così che sono apparse decine di foto che mostrano il Santo Padre negli scenari più inimmaginabili, scatenando un effetto domino sui social media e provocando una corsa per ritrarre Papa Bergoglio in situazioni sempre più strane. A parte il Pontefice stesso, le immagini hanno tutte qualcosa in comune: sono tutte false, realizzate da strumenti di intelligenza artificiale che creano immagini da brevi suggerimenti di testo.

La prevalenza di Papa Francesco nelle immagini generate dall’intelligenza artificiale è il risultato di una tempesta perfetta di fattori, primo fra tutti la sua riconoscibilità: 10 anni alla guida della Chiesa cattolica lo hanno fatto diventare un come personaggio globale, immediatamente riconoscibile in tutto il mondo. Ha poi un’immagine più accessibile rispetto al suo predecessore che aveva invece un carattere più spigoloso e distante.

Papa Francesco è quindi il personaggio ideale, anche perché è noto per la sua semplicità e la sua solidarietà con i più poveri tra i poveri. E proprio per questo quando è inserito in contesti fantasiosi è in grado di scatenare una curiosità incredibile.

L’immagine che ha trasformato Francis in una star dell’intelligenza artificiale lo mostra con un piumino bianco in stile di Balenciaga, mentre cammina a grandi passi per la strada è stata visualizzata più di 20 milioni di volte. 

Intelligenza Artificiale e creazione di immagini

I programmi di Intelligenza Artificiale hanno ormai raggiunto livelli incredibili nella creazione delle immagini. L’IA generativa consente infatti la la creazione di immagini, disegni e illustrazioni ad alta definizione utilizzando descrizioni testuali. È infatti sufficiente scrivere una parola chiave o un testo e l’algoritmo crea un’immagine personalizzata che rappresenta il concetto espresso. L’utente ha la possibilità di specificare lo stile, il colore, la prospettiva e altri dettagli per personalizzare la sua immagine.

Alcuni sistemi, come Midjourney, usano la Generative Adversarial Network (GAN), una rete neurale composta da due moduli chiamati generatore e discriminatore. Il primo è adibito alla produzione delle immagini dal testo, mentre il secondo valuta se le immagini sono realistiche. L’interazione tra i due moduli porta al miglioramento delle prestazioni per la produzione di immagini sempre più precise.

Dall’editing fotografico avanzato alle soluzioni di generazione di immagini, l’IA offre nuove prospettive creative per artisti, designer e creatori di contenuti, consentendo il miglioramento automatico delle immagini, dalla correzione del colore alla rimozione di imperfezioni, offrendo risultati sorprendenti e creando al tempo stesso un’esperienza visiva altamente personalizzata.

Tuttavia, con il potenziale innovativo possono anche emergere anche dei rischi significativi come la manipolazione dell’identità, perché l’IA rende possibile la creazione di foto fake realistiche di personaggi famosi, come è successo all’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump o anche a Papa Francesco, sollevando preoccupazioni sulla manipolazione dell’identità e la diffusione di informazioni false.

I rischi di abuso possono riguardare, oltre all’eventuale creazione di supporti visivi a supporto delle fake news, anche la sfera reputazionale dei singoli cittadini, mettendone a rischio la privacy, fino a raggiungere quel confine dove la capacità delle società in generale di distingue la differenza tra realtà e finzione assume dei contorni sfocati. E, da questo punto di vista, i rischi possono essere significativi quando si tratta di personaggi famosi o di personalità di primo piano.

Affrontare le straordinarie opportunità offerte dall’IA nella creazione di immagini richiede un approccio bilanciato in grado di combinare l’innovazione tecnologica con un utilizzo non tanto regolamentato quanto etico per garantire che l’IA contribuisca positivamente al nostro mondo visivo senza compromettere verità, integrità e dignità della persona.

Gli impatti dell’IA generativa nel business

Da quando è stato rilasciato ChatGPT, il chatbot basato sul linguaggio di OpenAI, ormai un anno fa, nel novembre 2022, i tool di intelligenza artificiale e generativa sono cresciuti rapidamente, sviluppando funzionalità e applicazioni, riuscendo a coinvolgere un numero sempre maggiore di utilizzatori.

Secondo un report di Insider Intelligence, il 25% degli utenti internet negli Stati Uniti, quasi 80 milioni di persone, avrà utilizzato tool di Intelligenza Artificiale entro la fine del 2023. Un fenomeno che non si limita solo agli Usa ma che può definirsi globale complice anche il fatto che dal rilascio iniziale, la funzionalità dei modelli generativi di IA è notevolmente migliorata rendendola quindi più accessibile.

Proprio quest’accessibilità renderà questa tecnologia trasformativa, come lo sono stati i microprocessori, il web e gli smartphone. Con una differenza sostanziale. Queste sono tecnologie che hanno richiesto anni per prendere piede mentre sembra che il ritmo di adozione e di sviluppo dell’IA sia esponenziale con immaginabili ripercussioni anche nel business.

Goldman Sachs stima che il contributo dell’IA potrebbe aggiungere in 10 anni un 7% di prodotto interno lordo all’economia globale, influenzando tutta una serie di settori, dalla ricerca alle scienze, dalla medicina alla tecnologia. Inoltre, con la capacità creativa che ha già dimostrato, l’IA generativa sarà in grado di intervenire in quelle attività lavorative che un tempo pensavamo fossero intoccabili dalla tecnologia. Basti pensare alla capacità dell’IA di generare video, foto, immagini e anche audio, con un impatto anche nel settore audio e della musica.

Sempre Goldman Sachs stima che almeno un quarto dei lavori negli Stati Uniti e in Europa potrebbe essere automatizzato dall’IA generativa su cui peraltro si sta investendo moltissimo mentre, secondo dati riportati da CB Insights solo nella prima metà del 2023 gli investimenti in start-up IA sono aumentati di 5 volte, raggiungendo la cifra di 14 miliardi di dollari rispetto ai 2,5 miliardi nel 2022.

Libri. Scacco matto all’AI. Come le aziende all’avanguardia stravincono con l’intelligenza artificiale

Dall’autore di bestseller della letteratura manageriale e dal responsabile della divisione AI di Deloitte negli Stati Uniti, uno sguardo affascinante sulle aziende all’avanguardia che utilizzano l’intelligenza artificiale per creare nuovi vantaggi competitivi.

Sebbene la maggior parte delle organizzazioni stia scommettendo in modo modesto sull’intelligenza artificiale, esiste un gruppo di imprese di rilevanza mondiale che stanno puntando tutto su questa tecnologia e trasformando radicalmente i propri prodotti, processi, strategie, relazioni con i clienti e persino la propria cultura. Sebbene queste organizzazioni rappresentino meno dell’uno per cento delle grandi imprese, sono tutte aziende di alto livello nei rispettivi settori. Hanno modelli di business migliori, prendono decisioni migliori, hanno rapporti migliori con i clienti, offrono prodotti e servizi migliori e spuntano prezzi più alti.

Scacco matto con l’AI” analizza l’intelligenza artificiale all’avanguardia dal punto di vista di aziende affermate come Anthem, Ping An, Airbus e Capital One.

Ricco di approfondimenti, strategie e best practice, il libro fornisce ai leader e ai loro team le informazioni necessarie per aiutare le proprie aziende a portare l’intelligenza artificiale a un livello successivo.

Se siete curiosi di conoscere la prossima fase dell’implementazione dell’intelligenza artificiale all’interno delle imprese, o se state cercando di impiegare voi stessi questa potente tecnologia in modo più robusto, il lavoro di Davenport e Mittal vi offrirà una vista dall’interno su ciò
che stanno facendo i principali adottatori dell’intelligenza artificiale, fornendovi al contempo gli strumenti per mettere questa potente tecnologia al centro di tutto ciò che fate.

Scacco matto con l’AI: Come le aziende all’avanguardia stravincono con l’intelligenza artificiale di Thomas H. Davenport e Nitin Mittal, Egea Editore, 236 pagine, euro 32,00

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10 prompt per sfruttare il potenziale educativo di Chat GPT

Ecco una lista di 10 prompt per sfruttare al meglio il potenziale educativo di Chat GPT e imparare in fretta qualsiasi materia:

1. Comprendere facilmente un argomento

Prompt: “Puoi spiegare il concetto di (argomento) in termini semplici? Riassumi i principi principali e illustrali con esempi per facilitare la comprensione”.

2.  Creare un piano di apprendimento

Prompt: “Voglio imparare (argomento). Dammi istruzioni da seguire passo passo su come imparare (abilità). Inizia con le nozioni di base e passa poi alle cose più difficili. Tenete presente che sono un principiante”.

3.  Imparare i termini più importanti

Prompt: “Quali sono i termini chiave che dovrei conoscere su (argomento)? Fai un elenco con una definizione breve e semplice di ogni termine”.

4.  Consultare un esperto e fare domande

Prompt: “Voglio che tu agisca come un esperto di (argomento) e che mi dia delle raccomandazioni per (domanda specifica)”.

5.  Mettete alla prova le vostre conoscenze

Prompt: “Crea un quiz su (argomento) con 10 domande. Ricorda la nostra precedente conversazione quando fai le domande”.

6.  Collegare più argomenti

Prompt: “Descrivi e spiega con parole semplici la relazione tra (concetto 1) e (concetto 2)”.

7.  Definire e comprendere un concetto

Prompt: “Definisci (termine) e fornisci un esempio che possa essere utilizzato nella vita quotidiana. La definizione deve essere completa ma semplice da capire, spiegate le parole complicate se ce ne sono”.

8. Migliorare ciò che si è creato

Prompt: “Il seguente testo tratta di (argomento). Correggi gli errori e le frasi strutturate in modo errato. Se c’è qualcosa che non va nell’argomento, per favore segnalatemelo: (Inserire il testo da controllare)”.

9.   Concentrarsi sugli argomenti più importanti

Prompt: “Agisci come un esperto in (argomento). Il mio obiettivo è imparare (abilità) il più velocemente possibile. Fate una lista con le cose più importanti da sapere che mi permetteranno di padroneggiare questo argomento”.

10.   Procurarsi fonti affidabili

Prompt: “Voglio che tu agisca come assistente di ricerca e mi fornisca 5 fonti affidabili per imparare su (argomento). Ogni volta indicami la data e il link della fonte”.

Chat GPT: uno sguardo nel cuore dell’Intelligenza Artificiale conversazionale

Nell’era dell’Intelligenza Artificiale (IA), Chat GPT si distingue come una delle innovazioni più straordinarie nel campo della conversazione virtuale. Ma cosa è esattamente Chat GPT, come funziona e quali sono le sue applicazioni principali?

Scopriamolo insieme.

Cos’è Chat GPT?

Chat GPT, acronimo di “Generative Pre-trained Transformer“, è un modello di linguaggio basato su trasformatori. Sviluppato da OpenAI, questo sistema di intelligenza artificiale è progettato per comprendere e generare testo in modo coerente e naturale. La sua potenza deriva dalla sua capacità di apprendere da enormi quantità di dati e contesti linguistici.

Come Funziona Chat GPT?

Chat GPT si basa su una rete neurale che utilizza un processo di apprendimento preformazione seguito da un fine-tuning. Durante la fase di preformazione, il modello acquisisce una vasta comprensione del linguaggio umano esplorando enormi dataset. Successivamente, attraverso il fine-tuning, il modello viene raffinato per adattarsi a compiti specifici o contesti particolari.

La sua architettura permette a Chat GPT di catturare le relazioni complesse tra le parole e generare risposte coerenti alle domande e alle richieste degli utenti. L’approccio pre-trained consente al modello di essere versatile, adattandosi a una vasta gamma di applicazioni.

Applicazioni Principali di Chat GPT

  1. Assistenza Virtuale e Supporto Clienti: Chat GPT può essere utilizzato per fornire assistenza virtuale su siti web o per gestire il supporto clienti, rispondendo alle domande degli utenti in modo rapido ed efficiente;
  2. Generazione di Contenuti: grazie alla sua capacità di comprendere e generare testo in stile naturale, Chat GPT può essere utilizzato per la creazione di contenuti, come articoli, descrizioni di prodotti o post sui social media;
  3. Apprendimento e Tutoraggio: Chat GPT può essere impiegato come tutor virtuale, rispondendo a domande degli studenti, spiegando concetti complessi e offrendo supporto nell’apprendimento di nuovi argomenti;
  4. Creazione di Dialoghi Interattivi: con Chat GPT, è possibile creare dialoghi interattivi per scopi di intrattenimento, ad esempio in giochi, applicazioni di narrazione interattiva o assistenti virtuali per la simulazione di conversazioni;
  5. Traduzione Automatica: grazie alla sua comprensione del linguaggio, Chat GPT può essere utilizzato per la traduzione automatica, agevolando la comunicazione tra persone che parlano lingue diverse;
  6. Simulazioni e Prove di Concetto: Le imprese possono utilizzare Chat GPT per simulare scenari e testare nuove idee prima di implementarle effettivamente, permettendo un approccio più flessibile e sperimentale.

Conclusioni

Chat GPT rappresenta un passo significativo nell’evoluzione delle interazioni uomo-macchina. La sua capacità di comprendere e generare linguaggio naturale apre le porte a una vasta gamma di applicazioni, rendendolo uno strumento potente per migliorare la nostra esperienza digitale e interagire in modo più intuitivo con la tecnologia.

La corsa a due per la leadership nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale (IA) è diventata un terreno di sfida globale, con un’aspra competizione per il primato nello sviluppo di tecnologie avanzate. Al centro di questa corsa, la rivalità tra Stati Uniti e Cina emerge in primo piano, ma anche l’Unione Europea, i suoi paesi membri e altre realtà come Gran Bretagna, Canada e India giocano un ruolo significativo.

Gli Stati Uniti sono il leader indiscusso nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, con le principali aziende tecnologiche della Silicon Valley a guidare la carica

Gli Stati Uniti hanno dominato il panorama dell’IA sin dai suoi primi passi. Con un ecosistema ricco di talenti, risorse finanziarie e una cultura favorevole all’innovazione, le aziende americane sono all’avanguardia nello sviluppo di algoritmi avanzati e applicazioni pratiche. La costa pacifica continua ad essere l’epicentro di questa rivoluzione tecnologica, con giganti della tecnologia come Google, Facebook e Microsoft in prima linea nella ricerca e sviluppo con l’obiettivo di rafforzare la propria posizione nel settore.

La Cina è al secondo posto, con il governo che investe pesantemente nella ricerca e nello sviluppo dell’IA

Dall’altra parte dell’Oceano, la Cina ha dimostrato una crescita straordinaria nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale. Con significativi investimenti governativi, una vasta base di dati e un approccio strategico a lungo termine, le aziende cinesi stanno emergendo come concorrenti di rilievo: Alibaba, Baidu e Tencent, sono tutte attivamente coinvolte nello spingere le capacità dell’intelligenza artificiale della Cina a nuovi livelli. La massiccia raccolta di dati e le politiche di supporto governativo offrono alla Cina una solida base per competere a livello globale. 

L’Europa è in ritardo

L’Europa nel suo complesso è in ritardo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, anche se alcuni Paesi come la Germania e la Francia stanno promuovendo investimenti mirati e collaborazioni tra settore pubblico e privato per cercare di recuperare terreno. L’iniziativa di creare un mercato unico digitale e lo sviluppo di una strategia europea sull’IA evidenziano comunque l’impegno dell’UE nel giocare un ruolo fondamentale nella definizione del futuro digitale.

Le posizioni di Gran Bretagna, Canada e India

La Gran Bretagna, con la sua ricca tradizione scientifica, potrebbe essere un attore chiave nello sviluppo dell’IA anche se dopo la Brexit si ritrova a giocare da sola in un mercato molto competitivo. L’approccio britannico enfatizza l’etica e la trasparenza, posizionando il paese come un innovatore responsabile. Nel continente americano, il Canada sta emergendo come un centro globale per la ricerca sull’IA, con un focus particolare sul deep learning.

In Asia, l’India sta rapidamente guadagnando terreno grazie alla sua vasta popolazione di ingegneri e scienziati informatici. Con una crescente attenzione agli investimenti in ricerca e sviluppo, l’India potrebbe svolgere un ruolo sempre più rilevante nell’ecosistema globale dell’IA.

I ritardatari tra nuove sfide e opportunità

Mentre alcuni paesi avanzano speditamente, altri faticano a stare al passo, per una questione di risorse finanziarie limitate, mancanza di competenze specializzate e anche questioni etiche legate all’uso dell’IA. I Paesi in via di sviluppo hanno certamente maggiori difficoltà a colmare il divario tecnologico, ma l’accesso a formazione, risorse finanziarie e partnership internazionali potrebbero aprire nuove opportunità.

La corsa all’intelligenza artificiale pur essendo un’attività globale è al momento una gara a due, tra Stati Uniti e Cina. La rivalità tra i due Paesi è palpabile, anche per motivi geopolitici, con Washington in indiscutibile vantaggio e Pechino che insegue per non rimanere indietro. Tuttavia, l’Unione Europea con le proprie iniziative e altri Paesi del G7 stanno dimostrando che il futuro dell’IA sarà plasmato da una collaborazione internazionale, guidata da valori etici e una visione condivisa per un futuro digitale avanzato e sostenibile.

AI Act: l’UE verso la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale (AI) sta trasformando il nostro mondo con una velocità ed una modalità senza precedenti. Questo crescente utilizzo dell’AI ha tuttavia sollevato preoccupazioni riguardo al suo impatto sui diritti e sulle libertà fondamentali, al punto da spingere l’Unione Europea (UE) a compiere un passo significativo per la sua regolamentazione, con l’adozione, lo scorso 14 giugno, dell’Artificial Intelligence Act.

L’AI Act approvato dal Parlamento europeo, punta a trasformare l’Europa in un hub globale per sistemi di Intelligenza Artificiale affidabili, stabilendo norme armonizzate che disciplinino lo sviluppo, la commercializzazione e l’uso di questa tecnologia nell’UE. 

La legge sull’Intelligenza Artificiale mira a garantire che i sistemi di intelligenza artificiale nell’UE siano sicuri e rispettino i diritti e i valori fondamentali, ponendo nuove restrizioni su quelli che sono considerati gli usi più rischiosi della tecnologia, prevedendo ad esempio lo stop all’uso del software di riconoscimento facciale in tempo reale.

Il disegno di legge europeo adotta un approccio basato sul rischio per regolamentare l’IA, concentrandosi sulle applicazioni con il maggior potenziale di danno. Ciò includerebbe i casi in cui i sistemi di intelligenza artificiale vengono utilizzati per gestire infrastrutture critiche come l’acqua o l’energia, nel sistema legale e nel determinare l’accesso ai servizi pubblici e ai benefit governativi, prevedendo che i produttori di tecnologia dovrebbero condurre valutazioni dei rischi prima di metterla nell’uso quotidiano, in modo simile al processo di approvazione dei farmaci.

Una delle principali aree di dibattito è, come già detto, l’uso dei software di riconoscimento facciale. Il Parlamento europeo ha votato per vietare l’uso del riconoscimento facciale dal vivo, ma rimangono dubbi sull’opportunità di consentire esenzioni per la sicurezza nazionale e altri scopi di applicazione della legge.

Un’altra disposizione vieterebbe alle aziende di raccogliere dati biometrici dai social media per creare database, una pratica che ha attirato l’attenzione dopo che la società di riconoscimento facciale Clearview AI  l’ha utilizzata.

Dopo il voto del giugno scorso, la versione finale della legge sarà negoziata dai rappresentanti dei tre rami dell’Unione europea: Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio dell’Unione europea. L’obiettivo comune è quello di raggiungere un accordo definitivo entro la fine dell’anno.

Vedremo quali saranno gli sviluppi anche se l’Unione europea, nell’interesse di tutti gli Stati membri, dovrebbe evitare normative eccessivamente ampie che inibiscano l’innovazione. Non è per nulla chiaro tra l’altro quanto possa essere efficace qualsiasi regolamentazione dell’intelligenza artificiale considerato che, come sempre succede con la tecnologia, le innovazioni della stessa stanno emergendo più velocemente di quanto i legislatori (non solo europei ma di qualsiasi Paese) siano in grado di affrontarle.

In ogni caso se anche l’UE avrà le capacità di diventare leader nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, difficilmente sarà in grado di guidare l’innovazione dell’intelligenza artificiale nella quale la partita è a due, tra gli Stati Uniti, attuale leader indiscusso nello sviluppo dell’IA e la Cina, con il Governo di Pechino che sta investendo pesantemente nella ricerca e nello sviluppo dell’IA.

Quali rischi con l’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale (IA) offre enormi potenzialità, ma comporta anche diversi rischi che devono essere attentamente considerati e gestiti. Ecco alcuni dei principali rischi legati all’intelligenza artificiale:

  1. Bias algoritmico: gli algoritmi di IA possono riflettere i pregiudizi presenti nei dati con cui vengono addestrati. Se i dati utilizzati sono intrinsecamente bias, l’IA può perpetuare e amplificare queste discriminazioni, portando a decisioni ingiuste e inequità.
  2. Perdita di posti di lavoro: l’automazione guidata dall’IA può portare alla sostituzione di alcuni lavori umani, creando disoccupazione e richiedendo nuove competenze per affrontare il cambiamento nel mondo del lavoro.
  3. Sicurezza informatica: l’aumento dell’uso dell’IA può portare a nuovi rischi di sicurezza, inclusi attacchi informatici avanzati e manipolazione delle tecnologie di intelligenza artificiale stesse. Le conseguenze di un’IA compromessa potrebbero essere gravi e estese.
  4. Mancanza di trasparenza: alcuni modelli di IA, in particolare quelli basati su reti neurali profonde, sono spesso considerati “scatole nere” in cui è difficile comprendere il processo decisionale interno. Questa mancanza di trasparenza può causare preoccupazioni etiche e rendere difficile responsabilizzare l’IA per le sue azioni.
  5. Autonomia e responsabilità: aumentando l’autonomia delle macchine, sorge la questione della responsabilità in caso di comportamenti dannosi o decisioni errate. Chi è responsabile quando un sistema di IA commette un errore che ha conseguenze negative?
  6. Minaccia per la privacy: l’IA può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati personali, aumentando il rischio di violazioni della privacy. I sistemi di sorveglianza basati sull’IA possono anche sollevare preoccupazioni riguardo all’intrusione nella vita privata delle persone.
  7. Impatto ambientale: l’allenamento di modelli di IA complessi richiede notevoli risorse computazionali, che possono contribuire all’aumento dell’impronta di carbonio delle tecnologie dell’informazione se non gestite in modo sostenibile.
  8. Superintelligenza: alcuni teorizzano che un’IA altamente avanzata potrebbe diventare superintelligente, superando la capacità umana in modo imprevisto. Questa prospettiva solleva domande fondamentali sulla gestione di un’intelligenza che supera quella umana.

Affrontare questi rischi richiede un approccio olistico, coinvolgendo governi, aziende, ricercatori e la società nel suo complesso. La regolamentazione, la trasparenza nell’addestramento degli algoritmi, la promozione di standard etici e la riflessione critica sulle applicazioni dell’IA sono tutti elementi chiave per mitigare i rischi associati a questa tecnologia in rapida evoluzione.

Intelligenza Artificiale, non solo rischi ma anche straordinarie opportunità

L’Intelligenza Artificiale (IA) offre una vasta gamma di opportunità in diversi settori. Ecco alcune delle principali opportunità offerte dall’IA:

  1. Automazione dei processi: l’IA consente l’automazione di compiti ripetitivi e noiosi, migliorando l’efficienza operativa e consentendo alle persone di concentrarsi su attività più creative e complesse.
  2. Apprendimento automatico e analisi dei dati: l’IA può analizzare grandi quantità di dati in tempo reale, identificare modelli e fornire insights significativi. Questo è particolarmente utile nei settori come il marketing, la finanza, la sanità e la ricerca scientifica.
  3. Assistenza sanitaria avanzata: l’IA può essere utilizzata per diagnosticare malattie, personalizzare piani di trattamento, monitorare la salute dei pazienti e migliorare la gestione delle informazioni mediche.
  4. Assistenza virtuale e chatbot: i sistemi di intelligenza artificiale, come i chatbot, possono fornire assistenza virtuale in tempo reale, rispondendo alle domande dei clienti, risolvendo problemi e migliorando l’esperienza utente.
  5. Sistemi di raccomandazione: l’IA alimenta sistemi di raccomandazione che suggeriscono prodotti, contenuti o servizi in base al comportamento passato degli utenti, migliorando l’esperienza di acquisto online e la personalizzazione dei servizi.
  6. Veicoli autonomi: l’IA è fondamentale nello sviluppo dei veicoli autonomi, contribuendo a migliorare la sicurezza stradale, ridurre gli incidenti e ottimizzare il traffico.
  7. Produzione intelligente: nelle fabbriche, l’IA può ottimizzare la produzione attraverso la previsione della domanda, la gestione dell’inventario e la manutenzione predittiva delle macchine.
  8. Traduzione automatica: sistemi di traduzione automatica basati su IA migliorano la comunicazione tra persone di diverse lingue, agevolando gli scambi culturali e commerciali su scala globale.
  9. Ricerca scientifica: l’IA accelera la ricerca scientifica attraverso la simulazione di esperimenti, l’analisi di dati complessi e la scoperta di nuovi modelli in vari campi, dalla biologia alla fisica.
  10. Sviluppo di nuovi prodotti e servizi: l’IA stimola l’innovazione consentendo lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi che migliorano la vita quotidiana e risolvono problemi complessi.

In sintesi, l’intelligenza artificiale offre opportunità trasformative in diversi settori, migliorando l’efficienza, stimolando l’innovazione e contribuendo a risolvere sfide complesse. Tuttavia, è essenziale gestire attentamente gli aspetti etici, la sicurezza e i rischi associati a questa tecnologia per massimizzare i suoi benefici.

L’Intelligenza Artificiale: da Alan Touring ai nostri giorni

Sebbene sia diventato un argomento main stream solo nell’ultimo anno, gli albori dell’Intelligenza Artificiale (IA) come disciplina scientifica affondano le radici addirittura negli anni ’50, un’epoca caratterizzata da studi e ricerche scientifiche sui calcolatori e sulla loro applicazione nello sviluppo dei sistemi intelligenti.

Nel 1956, al Dartmouth College nel New Hampshire, si svolse un convegno epocale con la partecipazione dei principali esponenti dell’informatica dell’epoca. Questo evento, il Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence, è considerato come l’evento ufficiale che segna la nascita di questa disciplina e non solo permise di raccogliere i primi contributi sui fondamenti dell’IA ma proiettò anche lo sguardo verso gli sviluppi futuri, delineando il percorso di una disciplina destinata a trasformare il panorama tecnologico contemporaneo. Nel corso della conferenza si discusse anche di reti neurali, teoria della computabilità, creatività ed elaborazione del linguaggio naturale.

Alan Turing, già riconosciuto come uno dei padri dell’informatica moderna per i suoi contributi del 1936 sui concetti di calcolabilità, la macchina di Turing e per aver immaginato, progettato e realizzato un computer in grado di decifrare i messaggi cifrati dai tedeschi tramite Enigma, contribuendo non poco al successo degli alleati nella seconda guerra mondiale, giocò un ruolo cruciale al convegno di Dartmouth.

Nel 1950, anticipando ancora una volta il futuro, Turing propose il “Computing machinery and intelligence“, noto come Test di Turing, stabilendo che una macchina poteva essere considerata intelligente se il suo comportamento, osservato da un essere umano, risultava indistinguibile da quello di una persona.

Il lavoro di Turing catalizzò l’attenzione della comunità scientifica sull’IA, generando approcci innovativi. La logica matematica emerse per dimostrare teoremi e inferire nuova conoscenza, mentre le reti neurali, nell’ultimo decennio, evolsero concretamente, trovando applicazioni nel Deep Learning, una sottobranca del Machine Learning.

Con il passare del tempo, le aspettative sull’IA crebbero. Nel 1957, Herbert Simon previde che entro dieci anni si sarebbe sviluppata un’IA capace di competere con i campioni di scacchi. non andò proprio così. Le limitazioni computazionali dell’epoca non permisero di mantenere queste aspettative e si dovette attendere fino al 1997 quando il supercomputer IBM Deep Blue sconfisse il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov.

Dagli anni Ottanta in poi le prime applicazioni di Intelligenza Artificiale trovarono spazio nell’ambito industriale, con esempi concreti come R1, sviluppato nel 1982 da Digital Equipment per configurare ordini di nuovi computer, permettendo all’azienda di risparmiare 40 milioni di dollari all’anno.

Oggi, l’IA rappresenta uno dei principali campi di interesse nella comunità scientifica informatica, con aree di ricerca che includono Machine Learning, elaborazione del linguaggio naturale e robotica.

Le grandi aziende del settore dell’hi-tech stanno investendo sempre più in questo settore e i progressi tecnologici sono sotto gli occhi di tutti, basti pensare allo straordinario numero di programmi e applicazioni lanciati nel corso dell’ultimo anno.

La sua portata rivoluzionaria richiede però grande attenzione perché se il futuro dell’IA si profila come una costante evoluzione, con applicazioni sempre più sofisticate e integrate in ogni aspetto della vita quotidiana, è anche vero che bisogna aver ben presenti non solo le opportunità offerte da questa nuova tecnologia ma anche i potenziali elementi di rischio che questa tecnologia comporta per la società.

Guida completa ai Prompt nell’uso dell’Intelligenza Artificiale: come sfruttarli al meglio con Chat GPT!

Quando si parla di Intelligenza Artificiale si sente spesso anche il termine “prompt“, un vocabolo sconosciuto a molti fino a poco tempo fa. Oggi non è importante solamente conoscere il significato di questo termine, ma è anche necessario capire come funziona e quali opportunità offre per ottenere risultati significativi e coerenti con i sistemi di IA.

Cos’è un Prompt?

In ambito informatico, un prompt è un input fornito a un sistema di intelligenza artificiale per ottenere una risposta o un risultato specifico. Nei sistemi come Chat GPT, il prompt funge da guida per l’IA, influenzando la generazione della risposta successiva.

Importanza del Prompt con Chat GPT

Utilizzare i prompt correttamente è cruciale per ottenere risposte pertinenti e coerenti da parte di Chat GPT. Ecco alcuni suggerimenti per massimizzare l’efficacia dei prompt:

  1. Chiarezza e Specificità: i prompt devono essere chiari e specifici. Evitare frasi ambigue o troppo generiche. Più il prompt è dettagliato, più l’IA può comprendere le tue esigenze;
  2. Struttura del Prompt: organizza il prompt in modo coerente. Se stai cercando un’informazione specifica, assicurati che il prompt sia formulato in modo logico e comprensibile;
  3. Esperimenti Iterativi: prova diversi prompt per vedere quale produce i risultati desiderati. L’esperimento iterativo è fondamentale per capire come l’IA risponde a diverse formulazioni;
  4. Linguaggio Naturale: utilizza un linguaggio naturale nel prompt. Chat GPT è progettato per comprendere il linguaggio umano, quindi evita formulazioni eccessivamente tecniche o complesse;
  5. Contesto Temporale: se necessario, fornisci un contesto temporale nel prompt. Questo aiuterà l’IA a comprendere meglio il contesto delle tue richieste.

Esempio Pratico

Supponiamo che si vogliano ottenere informazioni sulle ultime scoperte scientifiche nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Un buon prompt potrebbe essere: “Fornisci le ultime scoperte scientifiche nel campo dell’IA pubblicate negli ultimi sei mesi.”

Padroneggiare l’arte dei prompt è essenziale per ottenere risultati ottimali con sistemi di intelligenza artificiale come Chat GPT. Trovare la giusta strada non è proprio semplice, occorre sperimentare e adattare gli approcci per riuscire a godere pienamente della potenza dell’Intelligenza Artificale.

In questo canale cercheremo di dare indicazioni, suggerimenti e consigli su come usarli al meglio. Restate con noi.

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