Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Google blinda Android: mossa difensiva o autogol nel mercato cinese?

Google ha deciso di cambiare le regole del gioco per Android, e la Cina è sul piede di guerra. Dopo anni di sviluppo open-source con aggiornamenti pubblici e costanti, Mountain View ha deciso di blindare il processo interno, rilasciando il codice solo con le major release. Ufficialmente, nulla cambierà: la promessa agli sviluppatori cinesi è che Android resterà open-source. Ma la fiducia è già incrinata, e il sospetto è che Google stia rafforzando le sue difese contro la crescente indipendenza tecnologica della Cina.

Dietro questa mossa si nasconde un dilemma strategico. Da un lato, il modello aperto ha permesso ad Android di conquistare il 71% del mercato mobile globale, dando accesso a miliardi di utenti e permettendo a produttori come Xiaomi, Oppo e Vivo di costruire i loro ecosistemi. Dall’altro, questa apertura ha favorito anche l’ascesa di Huawei, che, spinta dalle sanzioni USA, ha sviluppato HarmonyOS, ormai incompatibile con le app Android.

Google lancia Gemini 2.5 Experimental: il nuovo modello AI che vuole davvero “pensare”

Google ha presentato Gemini 2.5, la sua nuova famiglia di modelli di intelligenza artificiale che, a detta dell’azienda, è in grado di “pensare”. Un’affermazione audace, ma che segna un altro passo nella corsa all’AI sempre più avanzata.

Secondo il colosso di Mountain View, Gemini 2.5 è un modello progettato per il ragionamento avanzato, il che significa che non si limita a classificare e prevedere, ma è capace di analizzare informazioni, trarre conclusioni logiche, incorporare il contesto e le sfumature, e prendere decisioni informate. In sostanza, Google vuole far credere che la sua AI non si limita a rigurgitare dati, ma elabora risposte più intelligenti e contestualizzate.

Google trasforma il tuo smartphone in un oracolo AI: Gemini Live ora “vede” e risponde in tempo reale

Google ha iniziato il rilascio di nuove funzionalità AI per Gemini Live, consentendo all’assistente di “vedere” lo schermo dello smartphone o l’ambiente circostante attraverso la fotocamera e rispondere in tempo reale. La conferma arriva direttamente da Alex Joseph, portavoce di Google, in un’email a The Verge. Dopo quasi un anno dalla presentazione del progetto Astra, finalmente l’azienda porta sul mercato queste capacità avanzate.

L’aggiornamento è già stato avvistato da un utente su Reddit, che ha condiviso un video dimostrativo della nuova funzione di lettura dello schermo su un dispositivo Xiaomi, come riportato da 9to5Google. Questa è solo una delle due caratteristiche annunciate da Google all’inizio di marzo e destinate agli utenti del piano Google One AI Premium, che offre accesso esclusivo alle funzionalità avanzate di Gemini.

Dentro la frenesia di Google per colmare il divario con OpenAI

L’intelligenza artificiale sta vivendo una delle sue evoluzioni più frenetiche e, se c’è un’azienda che sta cercando disperatamente di non restare indietro, quella è Google. Un ampio reportage di Wired offre uno sguardo affascinante sul dietro le quinte di Google, descrivendo come l’azienda di Mountain View stia cercando di colmare il gap rispetto a OpenAI, che è riuscita a fare il botto con GPT. È come se Google fosse stato improvvisamente svegliato da un sonno profondo, dove fino a qualche tempo fa il dominio dell’AI era considerato un dato di fatto, ma il panorama stava cambiando, e non in meglio per loro.

Il primo impatto lo ha avuto Sundar Pichai, CEO di Google, che si è visto sfidato non solo da una startup sconosciuta (OpenAI), ma da un fenomeno tecnologico globale che ha catturato l’immaginazione di tutti. Pichai e i suoi collaboratori hanno dovuto affrontare non solo una sfida tecnologica, ma anche una crisi di identità. Google, un gigante della ricerca, stava rischiando di essere tagliato fuori da un campo che aveva contribuito a definire. È una situazione che ha messo in discussione anni di dominio incontrastato nei motori di ricerca, riducendo la sua leadership tecnologica a un ricordo di un’era ormai superata.

Google estende Audio Overviews a Gemini

​Google ha recentemente introdotto una funzione rivoluzionaria nella sua app Gemini: le “Audio Overviews”. Questa innovazione consente agli utenti di trasformare documenti, presentazioni e rapporti dettagliati generati dalla funzione “Deep Research” in conversazioni audio in stile podcast, animate da due host AI. ​

Lanciata inizialmente a settembre nell’app di annotazioni AI NotebookLM, la funzione Audio Overviews ha ricevuto un’accoglienza entusiastica, spingendo Google a estenderla anche agli utenti di Gemini, sia nella versione gratuita che in quella Advanced. Questa espansione permette di convertire non solo documenti e slide, ma anche i rapporti approfonditi generati da Deep Research in discussioni audio coinvolgenti.

Google svela il Pixel 9a: l’outsider che sfida l’iPhone 16e

Nel mondo della tecnologia, dove l’innovazione è spesso accompagnata da prezzi esorbitanti, Google ha deciso di rompere gli schemi presentando il suo nuovo Pixel 9a. Con un prezzo di partenza di 499€, questo dispositivo non solo mantiene il costo del suo predecessore, ma introduce anche una serie di miglioramenti che lo rendono una proposta allettante per chi cerca qualità senza svenarsi.

Il design del Pixel 9a è stato rinnovato con un modulo fotocamera piatto e un display pOLED da 6,3 pollici più luminoso, con una frequenza di aggiornamento di 120 Hz. La resistenza all’acqua è stata potenziata con una certificazione IP68, garantendo una maggiore durabilità. Ma la vera sorpresa è la batteria da 5.100 mAh, che promette oltre 30 ore di autonomia con una singola carica, un aspetto che potrebbe far riflettere molti utenti sempre in movimento.

Wiz e l’arte dell’acquisizione: come Google ha speso 32 Miliardi per diventare più sicura e ancora più gigante

Google non è mai stato timido nel mostrare il suo potere di mercato, ma l’operazione per acquisire Wiz per 32 miliardi di dollari è una delle dimostrazioni più eclatanti della sua capacità di comprare quello che gli serve. Un acquisto che, a prima vista, sembra il classico esempio di un gigante della tecnologia disposto a pagare qualsiasi cifra pur di mantenere la sua posizione dominante. Eppure, dietro questa transazione, c’è una strategia che merita una riflessione più approfondita.

Google lancia Canvas e Audio Overview: la guerra dei nomi tra AI si fa ridicola

Google ha appena rilasciato due nuove funzionalità per il suo assistente AI Gemini: Canvas e Audio Overview. Dietro l’apparente innovazione, si nasconde una battaglia surreale tra big tech, dove nomi e funzioni si sovrappongono in un gioco di specchi.

Canvas è uno spazio di lavoro interattivo, dove gli utenti possono creare e modificare documenti e codice in tempo reale con il supporto di Gemini. L’AI può generare bozze iniziali, modificare sezioni specifiche, cambiare tono e formattazione, il tutto senza dover uscire dall’ambiente. Per i programmatori, Google ha aggiunto una live preview, così da vedere immediatamente l’impatto delle modifiche sul codice.

Google punta su MediaTek per processori AI più economici: una mossa strategica o un azzardo?

Nel vasto oceano della tecnologia, dove le onde dell’innovazione si infrangono incessantemente sulle scogliere del mercato, emerge una notizia che potrebbe ridefinire gli equilibri del settore: Google avrebbe deciso di collaborare con MediaTek per l’approvvigionamento di processori AI più economici. Una scelta che, a prima vista, potrebbe sembrare dettata dalla volontà di ridurre i costi, ma che nasconde sfumature ben più complesse.

MediaTek, l’outsider che sfida i giganti

Per anni, MediaTek è stata vista come l’eterno secondo, il produttore di chip destinati a dispositivi di fascia media e bassa, lontano dai riflettori occupati da colossi come Qualcomm e Apple. Tuttavia, negli ultimi tempi, l’azienda taiwanese ha saputo risalire la china, introducendo processori che non solo competono in termini di prestazioni, ma lo fanno a costi decisamente più contenuti. Un esempio lampante è il recente Dimensity 9400, un chipset realizzato con processo a 3nm, che promette un’efficienza energetica superiore del 40% rispetto al suo predecessore, il 9300. Questo processore integra una CPU con un core Arm Cortex-X925 a 3,62GHz, tre core Cortex-X4 e quattro core Cortex-A720, offrendo un incremento del 35% nelle prestazioni single-core e del 28% in quelle multi-core. Non solo: la GPU Arm Immortalis-G925 a 12 core garantisce un ray tracing più veloce del 40%, mentre l’ottava generazione della NPU di MediaTek supporta l’addestramento di modelli AI leggeri direttamente sul dispositivo, migliorando le performance dei modelli linguistici di grandi dimensioni dell’80%.

Gemini 2.0 Flash Thinking – AI personalizzata grazie alla ricerca

Google sta ridefinendo il panorama dell’intelligenza artificiale integrando il suo più grande vantaggio competitivo: la ricerca. Con il crescente numero di chatbot AI lanciati da varie aziende, Google sta sfruttando il suo motore di ricerca per rendere Gemini un assistente davvero personalizzato e intelligente. Ora, attivando la funzione di personalizzazione, Gemini può analizzare automaticamente le query e valutare se fare riferimento alla cronologia di ricerca dell’utente per migliorare la qualità delle risposte.

Questa funzionalità è alimentata dal modello sperimentale Gemini 2.0 Flash Thinking, un’innovazione progettata per rendere le risposte dell’AI più contestuali e pertinenti. Se un utente chiede consigli su ristoranti o viaggi, ad esempio, Gemini potrà consultare le ricerche recenti legate al cibo o alle destinazioni turistiche per offrire suggerimenti più mirati. Tuttavia, l’integrazione della cronologia di ricerca è opzionale e può essere disattivata in qualsiasi momento.

Google Gemma 3: l’intelligenza artificiale più potente su una singola gpu

Google ha recentemente annunciato Gemma 3, un modello di intelligenza artificiale che rappresenta un significativo passo avanti nel campo dell’AI. Progettato per funzionare su una singola unità di elaborazione grafica (GPU), Gemma 3 offre prestazioni senza precedenti, rendendolo accessibile a una vasta gamma di sviluppatori e ricercatori.

Gemma 3 si distingue per la sua capacità di elaborare non solo testo, ma anche immagini e brevi video, supportando oltre 35 lingue. Questa versatilità consente applicazioni in diversi settori, dalla creazione di contenuti multimediali all’analisi dei dati visivi. Rispetto ai modelli precedenti e ad altre soluzioni sul mercato, Gemma 3 offre prestazioni superiori su sistemi con una singola GPU, risultando ottimizzato per l’hardware NVIDIA e altre piattaforme specializzate in AI.

Google punta alla realtà aumentata: in trattative per l’acquisizione di Adhawk per potenziare la sua strategia in headset e smart glasses

Google sta negoziando l’acquisizione di AdHawk, una mossa strategica per rafforzare la sua presenza nel settore della realtà aumentata e dei dispositivi indossabili come headset e smart glasses. AdHawk, fondata da ex dipendenti Google, è nota per la sua piattaforma di ottimizzazione pubblicitaria basata su machine learning, che semplifica la gestione delle campagne su piattaforme come Facebook e Google Ads, aggregando i dati in un’unica dashboard aggiornata in tempo reale.

Google potenzia Gmail con l’AI Gemini: eventi automatici su google calendar

Google ha introdotto una nuova funzione basata sull’intelligenza artificiale Gemini, che semplifica l’aggiunta di eventi a Google Calendar direttamente da Gmail. Questa innovazione punta a ottimizzare la gestione del tempo, riducendo la necessità di inserire manualmente appuntamenti e promemoria.

Google sotto attacco: il dipartimento di giustizia vuole Chrome sul mercato, ma è davvero la fine del monopolio?

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti non molla la presa su Google e, con la determinazione di un collezionista di francobolli ossessionato dall’ultimo pezzo mancante, ha nuovamente chiesto a un tribunale federale di costringere l’azienda di Mountain View a separarsi dal suo browser Chrome.

Google rinomina le estensioni di Gemini in “app” e introduce il modello flash 2.0

Google ha ufficialmente rinominato le estensioni di Gemini in Gemini Apps, segnando un ulteriore passo nell’integrazione dell’intelligenza artificiale all’interno del suo ecosistema.

La modifica è stata individuata nella versione beta dell’app Google per Android la scorsa settimana ed è stata successivamente confermata in un riepilogo settimanale di Google Workspace.

Come Meta e Google traggono vantaggio dagli annunci creati dall’intelligenza artificiale di terze parti

L’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle piattaforme pubblicitarie di Meta e Google ha trasformato radicalmente il panorama della pubblicità digitale. Queste due aziende non si limitano a sviluppare internamente algoritmi IA per ottimizzare i propri sistemi pubblicitari, ma collaborano anche con terze parti, utilizzando tecnologie IA di altre aziende per perfezionare e ampliare le proprie offerte. Queste tecnologie, in molti casi, sono all’avanguardia nel campo del machine learning, dell’elaborazione del linguaggio naturale e del riconoscimento delle immagini, permettendo alle piattaforme di offrire esperienze pubblicitarie più precise e personalizzate.

Google testa la modalità AI Mode nella ricerca e introduce Gemini 2.0

Google sta attualmente testando una nuova modalità di ricerca basata esclusivamente sull’intelligenza artificiale, denominata “AI Mode“. Questa funzione, attualmente in fase di sperimentazione per gli abbonati a Google One AI Premium al costo di 19,99 dollari al mese, sostituisce i tradizionali dieci link blu con un riassunto completo generato dall’IA. Il riassunto include collegamenti ipertestuali alle pagine web citate e una barra di ricerca per eventuali domande di follow-up.

Google Pixie: l’assistente IA invisibile (anche per google) che debutterà con Pixel 10

Google sta preparando il lancio di Pixie, un nuovo assistente IA progettato per funzionare direttamente sui dispositivi Pixel senza inviare dati ai server dell’azienda. L’idea è chiara: offrire un’esperienza più contestuale e personalizzata rispetto a Google Assistant, sfruttando le informazioni provenienti da altre app Google senza che nemmeno la stessa azienda possa accedervi.

Inizialmente, Pixie sarebbe dovuto arrivare con i Pixel 9, ma il progetto è slittato. Ora, secondo Android Authority, il debutto avverrà con il Pixel 10 sotto un nuovo marchio: Pixel Sense. Questo potrebbe indicare un rinnovamento più ampio dell’intelligenza artificiale sui dispositivi Google, con un focus sulla privacy e sulle capacità offline.

L’assistente potrebbe rappresentare una mossa strategica per differenziare ulteriormente i Pixel dalla concorrenza, creando un ecosistema di funzionalità esclusive basate sull’IA. Tuttavia, resta da vedere se Pixie sarà un vero valore aggiunto o solo un altro esperimento destinato a finire nel cimitero dei progetti Google.

L’assalto dell’intelligenza artificiale: T-Mobile e Google rivoluzionano l’esperienza mobile

Nell’era digitale odierna, l’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il panorama tecnologico, ridefinendo il modo in cui interagiamo con i dispositivi mobili. Due recenti sviluppi da parte di giganti del settore, Deutsche Telekom e Google, illustrano chiaramente questa tendenza.

Deutsche Telekom, la società madre di T-Mobile, ha annunciato al Mobile World Congress di Barcellona lo sviluppo di un nuovo “AI Phone” alimentato dall’assistente Perplexity. Questo dispositivo, previsto per il lancio nella seconda metà dell’anno, integrerà “Magenta AI”, una suite che combina Perplexity Assistant, Google Cloud AI, ElevenLabs, Picsart e altri strumenti di intelligenza artificiale. L’obiettivo è offrire un’esperienza utente principalmente basata sulla voce, consentendo operazioni come prenotare voli o riservare tavoli al ristorante senza la necessità di passare da un’app all’altra. Il design hardware sembra orientato verso un dispositivo Android di fascia media, con cornici evidenti e un pulsante di accensione rosa. Alcune funzionalità IA saranno accessibili anche tramite l’app MeinMagenta su altri smartphone.

Sergey Brin ai suoi schiavi: “turbocharged o siete fuori”

Sergey Brin è tornato. No, non per riprendersi le redini di Google, ma per dare una bella scossa ai poveri ingegneri di DeepMind, perché a quanto pare non stanno correndo abbastanza nella maratona dell’Intelligenza Artificiale. Il cofondatore di Google, che aveva mollato tutto nel 2019 per godersi la vita da miliardario, ha deciso che ora è il momento di mettere il turbo. E cosa c’è di meglio di un’email motivazionale per trasformare il lunedì mattina di un programmatore in un incubo a occhi aperti?

Brin ha gentilmente suggerito (NYTimes) ai dipendenti di DeepMind di abituarsi a lavorare 60 ore a settimana (perché dormire è sopravvalutato), di presentarsi in ufficio “almeno ogni giorno lavorativo” (che in codice aziendale significa: scordatevi lo smart working) e, soprattutto, di fare tutto più velocemente e in modo più semplice. Insomma, un messaggio rassicurante per chi pensava di avere ancora un briciolo di equilibrio tra vita e lavoro.

Google, Sergey Brin e il paradosso del potere: perché non impone ciò che suggerisce?

Sergey Brin, co-fondatore di Google, è ancora uno dei due uomini che controllano il colosso tecnologico. L’ultima volta che qualcuno ha dato un’occhiata ai numeri, Brin deteneva una quota di voto del 25%, mentre Larry Page ne aveva persino di più. Quindi, se Brin è convinto che il team Gemini dovrebbe lavorare più ore e tornare in ufficio ogni giorno, come riportato dal New York Times, perché non lo ordina e basta? Qual è il punto di lanciare suggerimenti vaghi invece di imporre una direttiva chiara?

Google lancia Gemini Code Assist gratuito per sviluppatori

Google ha recentemente annunciato il lancio globale di Gemini code assist per sviluppatori, una versione gratuita del suo strumento di codifica assistita dall’intelligenza artificiale, ora disponibile in anteprima pubblica. Questo strumento è progettato per supportare sviluppatori individuali, tra cui studenti, liberi professionisti, hobbisti e startup, offrendo un accesso semplificato a funzionalità avanzate di assistenza alla codifica senza la necessità di passare tra diverse risorse.

Una caratteristica distintiva di Gemini code assist è la sua generosa offerta di completamenti di codice: fino a 180.000 al mese, un numero significativamente superiore rispetto ai 2.000 completamenti mensili offerti da concorrenti come github copilot. Questo è reso possibile grazie al modello di intelligenza artificiale gemini 2.0 di google, ottimizzato per la codifica, che supporta una vasta gamma di linguaggi di programmazione e fornisce assistenza tramite un’interfaccia chatbot.

Google Rivoluziona Carriere e Ricerca Scientifica con Strumenti AI Innovativi

Nel panorama tecnologico in continua evoluzione, Google ha recentemente introdotto due strumenti basati sull’intelligenza artificiale (AI) destinati a trasformare sia l’esplorazione delle carriere professionali che la ricerca scientifica.

Il primo di questi strumenti, denominato “Career Dreamer“, è un esperimento in fase iniziale progettato per assistere gli individui nella scoperta di percorsi professionali adatti alle proprie competenze ed esperienze. Utilizzando l’AI, Career Dreamer analizza il background lavorativo e le abilità dell’utente per generare un profilo professionale personalizzato. Successivamente, suggerisce potenziali carriere, fornendo dettagli specifici su ciascun ruolo. Questo approccio mira a colmare il divario tra le competenze possedute e le opportunità di lavoro disponibili, facilitando transizioni di carriera più informate e mirate.

Google lancia Deep Research: l’IA che rivoluziona la ricerca online

Google ha appena svelato Deep Research, un nuovo strumento basato sull’intelligenza artificiale che permette agli utenti di delegare la ricerca sul web al chatbot Gemini, il quale analizza autonomamente le informazioni disponibili e genera un report dettagliato. Questa innovazione rappresenta un ulteriore passo verso l’intelligenza artificiale agentica, ossia sistemi in grado di eseguire compiti complessi in modo autonomo, aprendo scenari inediti per il futuro della ricerca online.

Luddite Club: Come liberarsi dall’Intelligenza Artificiale di Google, trucchi per tornare alla ricerca tradizionale

Negli ultimi tempi, l’esperienza di ricerca su Google è stata profondamente trasformata dall’integrazione di AI Overview, una funzionalità che offre una sintesi automatizzata dei risultati. Tuttavia, per molti utenti, questa funzione si è rivelata più un fastidio che un vantaggio, alterando il modo in cui le informazioni vengono presentate e limitando la visibilità dei risultati organici. Fortunatamente, esistono metodi per aggirare questa sovrapposizione di intelligenza artificiale senza dover necessariamente abbandonare Google come motore di ricerca.

Gemini di Google: L’Intelligenza Artificiale che Ricorda per Rispondere Meglio

Google ha compiuto un significativo passo avanti nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale con il lancio dell’aggiornamento di Gemini AI, ora in grado di ricordare le conversazioni passate per fornire risposte più pertinenti e contestuali. Questa innovazione è riservata agli utenti abbonati a Gemini Advanced tramite Google One AI Premium, segnando un cambio di paradigma nell’interazione con gli assistenti digitali.

Google svelerà la tua ‘Vera’ età: L’Intelligenza Artificiale Giudica, Tu Accetti!

Immagina di accedere a Google o YouTube e subito il sistema ti osserva con l’occhio clinico di un esperto in dati e privacy, pronto a giudicare la tua età, non sulla base di un semplice clic, ma analizzando attentamente il tuo comportamento online. A quanto pare, Google ha deciso di farsi un’idea di quanti anni hai senza chiedere la tua opinione, usando un sofisticato algoritmo di machine learning per stimare l’età degli utenti.

Questa “innovazione” è stata svelata dal CEO di YouTube, Neal Mohan, in una lettera annuale rilasciata martedì scorso, dove l’azienda ha annunciato che testerà questa tecnologia negli Stati Uniti. La missione dichiarata è chiara: garantire “esperienze più adatte all’età” su tutte le piattaforme Google. Ma, veramente, quanto possiamo fidarci di una macchina che decide quanto vecchio siamo sulla base dei video che guardiamo o dei siti che visitiamo?

Google Potenzia NotebookLM con l’AI Premium: Un Nuovo Paradigma per la Presa di Note

Google ha annunciato l’integrazione della sua avanzata applicazione di note basata su AI, NotebookLM Plus, all’interno del piano One AI Premium, senza alcun costo aggiuntivo per gli abbonati. Questa mossa segna un’evoluzione significativa nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione delle informazioni e la ricerca personalizzata, ampliando i limiti di utilizzo e introducendo funzionalità premium che migliorano l’esperienza dell’utente.

Lanciato nel 2023, NotebookLM si è subito distinto come un assistente basato su AI capace di aiutare gli utenti nella ricerca di argomenti specifici e nell’organizzazione delle note. Nel tempo, Google ha arricchito la piattaforma con strumenti interattivi avanzati, tra cui la possibilità di analizzare più a fondo i contenuti di YouTube e persino trasformare la ricerca in un podcast AI con due host virtuali con cui è possibile interagire.

Google Workspace rivoluziona la creatività: immagini AI fotorealistiche ora disponibili per tutti

Google ha recentemente introdotto una funzionalità innovativa in Google Workspace che consente agli utenti di generare immagini fotorealistiche di persone utilizzando l’intelligenza artificiale. Questa capacità, inizialmente lanciata in accesso anticipato lo scorso anno, è ora disponibile per tutti gli account Workspace.

La tecnologia alla base di questa funzione è il modello Imagen 3, parte integrante del sistema Gemini di Google. Imagen 3 rappresenta un significativo avanzamento nella generazione di immagini tramite IA, offrendo dettagli eccezionali e una qualità superiore rispetto alle versioni precedenti. Gli utenti possono ora creare immagini fotorealistiche di persone, paesaggi e molto altro, direttamente all’interno dei loro documenti e presentazioni.

Per utilizzare questa funzione in Google Docs, è sufficiente aprire un documento, selezionare il punto in cui si desidera inserire l’immagine e cliccare su “Inserisci” > “Immagine” > “Aiutami a creare un’immagine”. Nel pannello laterale, si può inserire una descrizione testuale dell’immagine desiderata, ad esempio: “Illustrazione gioiosa di una scrivania con un laptop, una tazza di caffè e piante davanti a una finestra con il sole che entra”. Dopo aver fornito la descrizione, l’IA genererà diverse opzioni tra cui scegliere.

L’evoluzione della pubblicità con l’intelligenza artificiale: l’approccio di Google ai Super Bowl Ads

Il panorama pubblicitario in America sta attraversando una trasformazione significativa, con l’intelligenza artificiale che gioca un ruolo sempre più centrale nel modo in cui i marchi si connettono con i consumatori. Un esempio recente di questa evoluzione è l’introduzione da parte di Google di due nuovi spot per il Super Bowl, che vedono l’intelligenza artificiale come una tecnologia che ha raggiunto una familiarità tale da diventare parte integrante della vita quotidiana, al pari di dispositivi come smartphone e computer. La mossa di Google non solo riflette la crescente importanza dell’AI, ma offre anche uno spunto interessante per analizzare come la pubblicità stia cambiando grazie a questa tecnologia.

Google e la corsa all’intelligenza artificiale: un gioco per chi sa aspettare?

Ecco che Google, dopo aver fatto una timida apparizione nel dicembre scorso con l’accesso a sviluppatori selezionati e tester fidati, ha deciso di aprire il rubinetto: è arrivato Gemini 2.0, la suite di modelli di intelligenza artificiale “più potente” finora creata dal colosso di Mountain View. Ma se vi aspettate una rivoluzione immediata, forse è il caso di rivedere le vostre aspettative.

Gemini 2.0, tanto per iniziare, si presenta con tre varianti. La più robusta, 2.0 Flash, è descritta come “un modello da lavoro, ottimale per compiti di alta frequenza e ad alto volume”, come se le aziende potessero farne un uso intensivo senza battere ciglio. Poi c’è 2.0 Pro Experimental, pensata per gli sviluppatori più affamati di performance nel coding, e infine 2.0 Flash-Lite, la versione economica, ideale per chi vuole spremere ogni centesimo dalla propria carta di credito senza rinunciare alle potenzialità dell’IA. Flash, infatti, costa 10 centesimi ogni milione di “token” per gestire input di testo, immagine e video, mentre la sua versione Lite si ferma a 0,75 centesimi per lo stesso servizio. Non male, no?

Il Lato Oscuro della forza, ops… di Google Gemini: Quando l’AI Diventa il Giocattolo Preferito dei Cybercriminali

E chi l’avrebbe mai detto? L’intelligenza artificiale, quella meravigliosa creatura di Big Tech nata per rendere il mondo un posto migliore, sta finendo nelle mani sbagliate. Stando a quanto riportato da Bleeping Computer, il Threat Intelligence Group (GTIG) di Google ha fatto una scoperta che ha dell’incredibile (o forse no?): gruppi di cybercriminali sponsorizzati dai governi stanno usando Gemini per pianificare i loro attacchi con una precisione chirurgica. E non parliamo di ragazzini annoiati nel seminterrato, ma di squadre di hacker professionisti che puntano dritti alle infrastrutture critiche e ad altri obiettivi di alto valore. In pratica, invece di essere solo uno strumento di produttività, l’AI si sta rivelando un prezioso alleato per chi vuole seminare il caos.

Google Cambia Rotta sulla Diversità: Stop agli Obiettivi di Assunzione per Gruppi Sottorappresentati

Google ha deciso di interrompere la pratica di fissare obiettivi di assunzione specifici per dipendenti appartenenti a gruppi storicamente sottorappresentati, segnando un cambiamento significativo nella sua strategia di diversità e inclusione. La decisione, comunicata ai dipendenti mercoledì e riportata dal Wall Street Journal, riflette un adattamento delle politiche di Alphabet, la società madre di Google, che ha anche eliminato un passaggio chiave dal suo rapporto annuale. In esso, l’azienda affermava il proprio impegno a rendere la diversità, l’equità e l’inclusione elementi centrali della sua cultura aziendale e a costruire una forza lavoro più rappresentativa degli utenti che serve.

Google Gemini 2.0 Flash Thinking: L’AI che Pensa e Spiega – Anche Troppo Bene

Google ha deciso di portarci un passo più vicini al futuro, o forse ci sta solo preparando a un piccolo “game changer” per l’ennesimo esperimento, perché, ammettiamolo, l’azienda che ha visto crescere a dismisura la sua galassia di AI non sembra mai sazia. Il modello di “ragionamento” sperimentale di Gemini 2.0, capace di spiegare come giunge alle sue risposte per domande complesse, arriva oggi nell’app Gemini, sotto il nome di Flash Thinking. È l’ennesima aggiunta all’ormai infinita gamma di roll-out legati a Gemini 2.0 che Google ha annunciato con il piglio di chi ha un budget di 75 miliardi di dollari da investire in cose che, a quanto pare, chiamano AI. E sappiamo tutti quanto ai giganti della tecnologia piacciano le cifre rotonde e le promesse a cinque zeri.

Google Rivede la Sua Politica sull’IA: Nuove Prospettive per Difesa e Sorveglianza

“Riteniamo che le aziende, i governi e le organizzazioni che condividono questi valori debbano lavorare insieme per creare un’IA che protegga le persone, promuova la crescita globale e supporti la sicurezza nazionale”.

Google Post.

Google ha modificato la propria politica sull’intelligenza artificiale, eliminando un divieto esplicito sull’uso delle sue tecnologie per armamenti e sorveglianza. Questa decisione, avvenuta sei anni dopo l’adozione di rigide restrizioni, segna un significativo cambio di direzione e si inserisce in un più ampio contesto di ridefinizione dell’etica dell’IA da parte delle big tech. Anche OpenAI, nel corso dell’ultimo anno, ha adottato una revisione simile, segnalando un trend in crescita nel settore.

La nuova politica di Google afferma che l’azienda impiegherà l’IA in modo responsabile, garantendo “un’adeguata supervisione umana, la dovuta diligenza e meccanismi di feedback per allinearsi agli obiettivi degli utenti, alla responsabilità sociale e ai principi ampiamente accettati del diritto internazionale e dei diritti umani”. Tuttavia, la rimozione del divieto esplicito sull’uso bellico e di sorveglianza solleva interrogativi sul livello di controllo che Google eserciterà effettivamente sui propri strumenti e sulle applicazioni sviluppate da governi o aziende partner.

Verizon e Google: quando l’AI diventa una promozione da supermercato

I chatbot AI conversazionali hanno finalmente raggiunto la loro consacrazione aziendale: ora vengono impacchettati come gadget promozionali nei piani wireless, proprio come una volta si faceva con le suonerie polifoniche o gli SMS illimitati. Verizon, con un colpo di genio degno di un reparto marketing disperato, ha annunciato che offrirà ai suoi clienti l’abbonamento all’AI di Google alla modica cifra di 10 dollari al mese, metà del prezzo ufficiale.

Un affare imperdibile, almeno sulla carta. Ma siamo sicuri che cambierà qualcosa per Google o per Verizon? Il colosso delle telecomunicazioni ha già provato a ingolosire i suoi clienti con sconti su servizi di streaming come Netflix e Max di Warner Bros. Discovery, con risultati discutibili. Il processo di attivazione è tutto fuorché intuitivo: il cliente deve prima aderire all’offerta di Verizon, poi creare un account per ciascun servizio separatamente, con un livello di frustrazione che potrebbe fargli rimpiangere i tempi in cui bastava attivare un decoder satellitare.

Google nel mirino di Pechino: la Cina risponde ai dazi USA con un’indagine antitrust e tariffe mirate

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina continua a intensificarsi, e questa volta il bersaglio è Google. In una mossa che sembra più una risposta politica che una vera indagine di mercato, il governo cinese ha annunciato un’indagine antitrust contro il colosso di Mountain View e una nuova serie di dazi su prodotti americani strategici, tra cui petrolio, gas naturale liquefatto, macchinari agricoli e pick-up. L’annuncio arriva pochi giorni dopo l’introduzione di nuovi dazi del 10% da parte degli Stati Uniti sulle importazioni cinesi.

Google Gemini e il Caso del Formaggio: Quando l’AI Cita Fonti Dubbiamente Accurate, Dovè la Brand Reputation

Google ha recentemente lanciato una serie di spot pubblicitari durante il Super Bowl per mostrare come le piccole imprese negli Stati Uniti utilizzano Gemini AI. Tuttavia, uno degli annunci ha attirato l’attenzione degli osservatori più attenti, specialmente gli appassionati di formaggio, per un’affermazione piuttosto discutibile sulla popolarità del Gouda.

Google Potenzia Gemini con il Modello AI Flash 2.0 e l’Innovativo Imagen 3

Google ha recentemente annunciato un significativo aggiornamento per la sua applicazione Gemini, introducendo il modello AI Flash 2.0. Questo avanzamento mira a fornire risposte più rapide e a migliorare le prestazioni in vari benchmark chiave, assistendo gli utenti in attività quotidiane come brainstorming, apprendimento e scrittura.

L’aggiornamento è in fase di distribuzione sia per le applicazioni web che mobili di Gemini e sarà disponibile per tutti gli utenti.er un periodo limitato, gli utenti avranno ancora accesso ai modelli precedenti, Flash 1.5 e 1.5 Pro.

Deepmind MONA: una svolta nell’apprendimento rinforzato per l’Intelligenza Artificiale sicura e affidabile

Google DeepMind ha recentemente presentato MONA (Myopic Optimization with Non-myopic Approval), un framework innovativo progettato per risolvere una problematica cruciale nell’apprendimento per rinforzo (RL): l’hacking delle ricompense. Questo fenomeno emerge quando un agente AI, incentivato da ricompense, individua modi non previsti o non desiderabili per massimizzare i risultati, compromettendo spesso la sicurezza o l’affidabilità del sistema. MONA propone una soluzione integrata per mitigare questo problema in contesti complessi e multi-fase, ponendo le basi per un’intelligenza artificiale più etica e sostenibile.

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