Due anni fa, ChatGPT di OpenAI ha debuttato trasformando radicalmente il panorama tecnologico. In breve tempo, ha scatenato una corsa agli armamenti tra i rivali, che hanno investito miliardi per sviluppare modelli di intelligenza artificiale propri. L’adozione di questi strumenti da parte di centinaia di milioni di utenti dimostra che l’era dell’Intelligenza Artificiale Generativa è iniziata.
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The Coming Wave, scritto da Mustafa Suleyman, cofondatore di DeepMind, è un’analisi approfondita sulle sfide e le opportunità che tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale (AI) e la biotecnologia stanno ponendo alla società e all’ordine globale. Suleyman esplora il lato oscuro e promettente di queste innovazioni, ponendo una domanda critica per il ventunesimo secolo: come possiamo evitare che queste tecnologie, capaci di potenzialmente migliorare la vita su scala globale, diventino anche fonti di potere incontrollato e minaccia per le democrazie?
Generative AI rappresenta un’importante evoluzione dell’intelligenza artificiale, in grado di creare contenuti originali come testi, immagini, video e audio in risposta a richieste degli utenti. Questa tecnologia si basa su modelli di apprendimento profondo, noti come modelli fondazionali, che analizzano grandi quantità di dati per identificare schemi e generare risposte pertinenti.
Secondo McKinsey, il potenziale economico di Generative AI è significativo, con stime che indicano un valore annuale compreso tra $6.1 trilioni e $7.9 trilioni se implementato su larga scala nell’economia globale. Questo valore deriva da una combinazione di casi d’uso che potrebbero migliorare la produttività e ridurre i costi in vari settori.
Hiroshima e Nagasaki non sono note per la loro particolare religiosità, ma piuttosto per essere state vittime di devastanti bombardamenti atomici da parte degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Hiroshima è stata scelta come sede simbolica per l’evento “AI Ethics for Peace: World Religions commit to the Rome Call”, che ha riunito leader religiosi di tutto il mondo per firmare la “Rome Call for AI Ethics”