Si è parlato di sostenibilità, di trasformazione digitale e di Intelligenza Artificiale nel corso dell’evento Digital Sustainability Day organizzato ieri dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale all’Università La Sapienza.
L’evento, rivolto alle aziende del tessuto economico italiano, a enti, istituzioni, Pubbliche Amministrazioni e Università che hanno intrapreso o stanno per intraprendere processi di trasformazione digitale e che vogliono, o hanno bisogno, di mettere la sostenibilità al centro delle loro attività, è stato l’occasione per fare il punto sui primi 3 anni di attività della Fondazione per la Sostenibilità Digitale che ha rapidamente assunto un ruolo centrale nel panorama del settore, promuovendo una visione sociale della sostenibilità, sottolineando l’importanza di una comprensione diffusa e di scelte economiche consapevoli.
Questo approccio, che negli ultimi anni potremmo chiamare “Sostenibilità Digitale Esponenziale”, per effetto anche dell’Intelligenza Artificiale, riconosce che il futuro sostenibile richiede un contesto abilitante fornito dalla tecnologia digitale.
Le iniziative della Fondazione si concentrano sulla creazione di opportunità di comunicazione, confronto e apprendimento per sostenere le istituzioni nell’adozione di pratiche sostenibili, avendo ben presente che la sostenibilità non può essere imposta dall’alto, ma deve essere accettata e compresa a livello sociale.
Nel contesto del Convegno, è stata affrontata la questione della sostenibilità e della sua relazione con la trasformazione digitale con l’apporto e la partecipazione di una platea ampia e trasversale che riunisce esperti, ricercatori, professionisti ed esponenti del mondo della politica, chiamati ad esaminare le sfide e le opportunità legate alla sostenibilità digitale.
La trasformazione digitale non riguarda il come facciamo le cose, la trasformazione digitale non è una questione tecnologica, o meglio, non è soltanto una questione tecnologica, perché la trasformazione digitale è un fenomeno sociale, è l’impatto sulla società della digitalizzazione e è un impatto che guarda al modo in cui la trasformazione digitale agisce sui comportamenti, agisce sui contesti, agisce sulle cose e ne ridefinisce il senso, non è una scelta, noi non possiamo scegliere che i nostri clienti utilizzino un determinato strumento, non possiamo scegliere che i cittadini usino o non usino delle tecnologie a meno che non siamo in Cina, non possiamo scegliere, ci troviamo in una condizione di contesto e quella condizione di contesto ha un impatto (9:07) fortissimo su di noi, quindi di fatto la trasformazione digitale è un fenomeno sociale unisce il senso delle cose..
Stefano Epifani, Presidente della fondazione per la sostenibilitÀ digitale
È stato sottolineato come la sostenibilità non vada confusa con il mero ambientalismo e come sia di fondamentale importanza per garantire un futuro equo e prospero. La trasformazione digitale, a sua volta, rappresenta un’opportunità per ridefinire il modo in cui affrontiamo le sfide globali, influenzando comportamenti e contesti in modi che vanno oltre il semplice utilizzo della tecnologia.
In particolare, la trasformazione digitale non riguarda solo il miglioramento dei processi esistenti attraverso la tecnologia, ma è un fenomeno sociale che ridefinisce il significato delle nostre interazioni e dei nostri modelli di comportamento. Questo implica una comprensione più profonda di come la tecnologia possa essere utilizzata per promuovere la sostenibilità e per consentire alle future generazioni di fare scelte consapevoli.
Dobbiamo chiederci qual è il ruolo del digitale in questo percorso e vedremo che il ruolo del digitale è duplice perché il digitale interagisce in maniera sistemica col resto, non è uno strumento, è al contempo strumento e contesto, strumento d’azione e contesto di rideterminazione o di rimediazione come direbbe qualcuno.
Stefano EPIFANI, Presidente della fondazione per la sostenibilitÀ digitale
Il tema è quello di mettere al centro la digitalizzazione, mettere al centro la sostenibilità, costruire un bilanciamento tra questi due elementi e sviluppare un modello che ci consenta di lavorare in due direzioni.
Nella seconda parte del convegno sono stati presentati i benefici di misurare il livello di sostenibilità digitale di utenti, territori e specifici progetti, come pre requisito di una scelta consapevole del processo di digitalizzazione, unitamente alla necessità di nuovi modelli di sviluppo e governance territoriale.
L’obiettivo del DISI™ 2024 (Digital Sustainability Index) è stato proprio quello di approfondire la comprensione delle dinamiche che caratterizzano la sostenibilità digitale in diverse aree geografiche e contesti socio-economici.
Da questo punto di vista, quello che emerge dai dati che sono stati presentati, è che il divario piccoli centri-grandi centri sta soppiantando quello nord-sud: se 1 italiano su 3 ovvero il 34% degli abitanti delle grandi città ha una conoscenza limitata o nulla del concetto di sostenibilità, questa percentuale sale al 53%, se i considerano i comuni con meno di 3000 abitanti.
Dalla ricerca emerge poi anche una grande difficoltà da parte dei cittadini italiani nel guardare al digitale come strumento al servizio della sostenibilità, sia essa ambientale, economica o sociale.
Il Presidente della Fondazione Stefano Epifani si è dedicato all’analisi delle differenze nella sostenibilità digitale tra le aree centrali e periferiche, affrontando il tema relativo all’accesso e all’inclusione digitale: l’esplorazione delle disparità di accesso alle tecnologie digitali tra le aree centrali e periferiche e l’identificazione di strategie per ridurre il cosiddetto “digital divide” concetto nei prossimi anni ancora piu importante se considereremo l’impatto della Intelligenza Artificiale.
L’Intelligenza Artificiale (AI) da questo punto di vista può svolgere un ruolo importante nel mitigare il digital divide e le tecnologie basate sull’AI possono essere utilizzate per sviluppare soluzioni innovative che rendano i servizi digitali più accessibili e inclusivi, ad esempio quelli sanitari nei centri periferici. Certo da questo punto di vista è necessaria una visione chiara delle opportunità offerte dall’adozione dell’Intelligenza Artificiale anziché una focalizzazione, come stiamo purtroppo vedendo da certa parte del mondo politico, troppo spesso incentrata sui rischi e le minacce dell’AI, proprio perché
Non si orienta un paese con le paure, riferendosi all’impatto futuro della Intelligenza Artificiali.
Stefano EPIFANI, Presidente della fondazione per la sostenibilitÀ digitale
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