La Cina ha creato un fondo di 344 miliardi di yuan (47,5 miliardi di dollari) per sostenere la sua industria dei semiconduttori, segnando il terzo round di finanziamenti governativi, riporta Bloomberg News.
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Xi Jinping ha dato la massima priorità a una politica di consumi e innovazione interni per garantire una “crescita economica sicura”. Pechino mira a sviluppare una “grande circolazione interna” per limitare le ricadute del possibile “decoupling” dagli Usa. Torna in auge il valore maoista di “autosufficienza autarchica”.
I due produttori cinesi di chip, CXMT e Wuhan Xinxin, stanno avanzando nella produzione di semiconduttori di memoria ad alta larghezza di banda (HBM), fondamentali per i chipset AI, come riportato da Reuters. Questo sviluppo rappresenta un passo significativo per la Cina nel ridurre la dipendenza dalle forniture straniere, soprattutto in un contesto in cui gli Stati Uniti e i loro alleati stanno limitando l’accesso cinese alla tecnologia avanzata dei semiconduttori.
Gli Stati Uniti e la Cina si incontreranno martedì a Ginevra per discutere della mitigazione dei rischi derivanti dall’intelligenza artificiale avanzata, riferisce Reuters, citando funzionari statunitensi.
Nonostante l’incontro, gli Stati Uniti hanno chiarito che le loro politiche tecnologiche non sono negoziabili e che le discussioni si concentreranno sulla mitigazione dei rischi derivanti dall’IA, secondo quanto riportato.
L’Amministrazione Biden sta valutando l’idea di imporre restrizioni alla Cina sull’utilizzo di tecnologie avanzate di intelligenza artificiale (IA) per motivi di sicurezza nazionale, secondo quanto riportato da Reuters.
Questa misura, che potrebbe essere promossa dal Dipartimento del Commercio, mira a impedire l’esportazione di modelli di IA proprietari, come quelli impiegati da OpenAI per ChatGPT, Gemini di Google e Claude di Anthropic, secondo quanto affermato da alcune fonti al notiziario.
Per essere precisi: la nostra esperienza nel campo della tecnologia risale alla fine degli anni ’90. Quello che stiamo vivendo non è una bolla speculativa, bensì l’alba di una quarta rivoluzione industriale imminente. Questa rivoluzione avrà ripercussioni significative sulla crescita del settore tecnologico, in particolare grazie al progresso del software e all’evoluzione dei casi d’uso dinamici.
Redazione
Al di là delle complessità geopolitiche, la Cina vanta aspetti notevolmente meritevoli di considerazione. Con un Prodotto Interno Lordo che si aggira intorno agli 18 trilioni di dollari, si posiziona come la seconda maggiore potenza economica mondiale, subito dopo gli Stati Uniti. Per di più, il mercato azionario del Paese ha vissuto un periodo di flessione dall’inizio del 2021, ma vi sono indicazioni che potrebbe aver raggiunto un punto di minimo nel corso del 2022.
L’economia della Cina, pur fronteggiando alcune difficoltà, conserva la sua robustezza e si prevede che la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) si mantenga stabile intorno al 5%. La tensione tra Cina e Taiwan, benché presente, potrebbe rivelarsi un’evenienza passeggera; le preoccupazioni a riguardo sembrano sovradimensionate, e l’ipotesi di un intervento militare appare estremamente improbabile.
Nel frattempo, una serie di aziende tecnologiche cinesi di spicco e di elevata qualità hanno subito una consistente erosione del loro valore di capitalizzazione di mercato, che si conta in centinaia di miliardi. Questi colossi tecnologici cinesi, tra i più rinomati a livello globale, dominano settori chiave come l’e-commerce, l’intelligenza artificiale, il cloud computing, la ricerca e la sicurezza informatica, oltre ad altri ambiti fondamentali. Nonostante ciò, tali imprese di rilevanza internazionale si presentano sottovalutate e convenienti, un effetto derivante da un protrarsi di percezioni negative e di una cronica sottostima del loro effettivo potenziale.
Si prevede che l’economia della Cina mantenga la sua robustezza e possa persino intensificarsi in avvenire. Le tensioni legate a Taiwan e altre correnti di notizie sfavorevoli si rivelano essere fenomeni passeggeri.
L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale circonda predominante le aziende tecnologiche degli Stati Uniti, tuttavia, si dovrebbe prestare maggior attenzione al potenziale inesplorato delle loro equivalenti cinesi. La Cina vanta alcune delle società tecnologiche più innovative e influenti sul panorama mondiale, le quali presentano programmi di intelligenza artificiale estremamente avanzati. Si prevede che queste imprese otterranno benefici significativi grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale.
Analisi :
Oltre agli innumerevoli Unicorni dell’AI, colossi del settore tecnologico quali Baidu mostrano un’imponente capacità nell’intelligenza artificiale. Si prevede che Baidu assumerà il ruolo di principale fornitore per Apple di modelli generativi di AI in Cina.
Baidu rappresenta un colosso nel panorama digitale cinese, meritandosi l’appellativo di “sovrano della ricerca”. Detiene inoltre una significativa partecipazione del 53% e il controllo del 90% dei diritti di voto nella piattaforma iQIYI , un’entità che evoca le funzionalità di Netflix e YouTube in Cina. Baidu eccelle anche nel settore del cloud computing, con una quota di mercato approssimativa del 9%, e mostra un promettente futuro nel campo dell’intelligenza artificiale.
“Ernie”, il bot di Baidu simile a ChatGPT, rappresenta il culmine dell’innovazione nell’ambito dell’IA e mette in luce le straordinarie prospettive di crescita a lungo termine per Baidu nel settore dell’intelligenza artificiale. Con l’ascesa dell’IA in Cina, Baidu è in ottima posizione per trarre vantaggio da questa tendenza espansiva nei prossimi anni. Inoltre, Baidu si afferma come leader mondiale nel settore della robotica e della guida autonoma, che promettono di spalancare le porte a un futuro di crescita robusta, specie alla luce dell’integrazione delle loro avanzate tecnologie AI.
Nel 2024 la Cina andrà avanti con lo sviluppo di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) – la tecnologia utilizzata per addestrare ChatGPT e applicazioni simili – e di sistemi di intelligenza artificiale generativa (AI), nonostante le restrizioni imposte dagli Stati Uniti all’export di semiconduttori avanzati verso Pechino.
E quanto emerge da un report UBS i cui analisti ritengono che la Cina, pur con tali limitazioni, continuerà ad investire per cercare di ottenere dei progressi puntando ulteriormente sui propri programmi nazionali di accelerazione dell’AI e adottando un approccio più parsimonioso nell’uso delle risorse informatiche, tenuto conto che il Paese è molto indietro nei sistemi di litografia di fascia alta, che sono cruciali per realizzare circuiti avanzati, nonostante i costanti progressi sulla produzione di chip.
Secondo quanto riportato da Reuters tuttavia, i controlli sulle esportazioni statunitensi che hanno bloccato ad esempio l’accesso della Cina ai chip Nvidia utilizzati per progetti di Intelligenza Artificiale, non hanno minato la capacità di Pechino di resistere e di cercare di superare questi ostacoli.
In alcuni casi ricorrendo a soluzioni interne, come il caso del colosso della ricerca Internet Baidu, che gestisce Ernie Bot e Ernie LLM, che ha ordinato 61 milioni di dollari di chip AI 910B Ascend di Huawei, che l’azienda cinese ha sviluppato come alternativa al processore A100 di Nvidia, per 200 server.
In altri casi invece, come riportato dal Financial Times, le aziende cinesi stanno ricorrendo a chip riutilizzati da prodotti di gioco per PC standard per sviluppare strumenti di intelligenza artificiale come alternativa al blocco delle esportazioni da parte degli Usa. Ogni mese migliaia di schede grafiche per videogiochi Nvidia verrebbero spogliate dei loro componenti principali nelle fabbriche e nei laboratori, prima di essere installate su nuovi circuiti stampati sebbene queste non abbiano quella capacità di calcolo necessaria per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni con set di dati più grandi.