OpenAI, leader nell’intelligenza artificiale, ha recentemente condiviso con il governo degli Stati Uniti la visione di un colossale data center che potrebbe rappresentare una svolta per il settore. Mercoledì scorso, durante un evento a Washington, il responsabile delle politiche aziendali di OpenAI, Chris Lehane, ha rivelato i dettagli di questo ambizioso progetto: una struttura che richiederebbe 5 gigawatt di energia, sufficiente a fornire elettricità a cinque città della dimensione di Salt Lake City.
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La crescente domanda di trasformatori spinta dall’espansione dei centri dati alimentati dall’intelligenza artificiale sta mettendo in crisi la capacità produttiva del settore, secondo quanto riportato dal Financial Times. Andreas Schierenbeck, CEO di Hitachi Energy, leader mondiale nella produzione di trasformatori, ha lanciato un monito chiaro: il settore è “sovraccarico” e fatica a soddisfare la richiesta di nuove infrastrutture energetiche.
L’evoluzione recente dei prezzi del gas naturale e delle fonti energetiche in generale si interseca in modo significativo con il potenziale impatto delle tecnologie di Intelligenza Artificiale (AI). In questo contesto, l’AI può svolgere un ruolo cruciale sia per ottimizzare i processi di approvvigionamento energetico sia per mitigare i rischi di volatilità dei prezzi nel mercato dell’energia.
Negli Stati Uniti, ad esempio, i prezzi del gas naturale hanno mostrato un incremento settimanale del 13%, spinto sia da previsioni di temperature più fredde sia da coperture di posizioni corte in previsione dell’imminente scadenza dei contratti di novembre. Il mercato europeo del gas ha registrato un’impennata simile, innescata da un’interruzione nella produzione norvegese e dall’incertezza geopolitica. In Europa, nonostante i prezzi del gas rimangano sotto i livelli storici toccati all’inizio del conflitto in Ucraina, l’instabilità delle forniture sottolinea la vulnerabilità del mercato.
L’industria dell’intelligenza artificiale sta assistendo a un’emergente corsa tra startup di data center, che affermano di poter muoversi più rapidamente rispetto ai grandi sviluppatori.
L’ultima in ordine di tempo è Crusoe Energy, che ha annunciato un accordo per ottenere un prestito di 3,4 miliardi di dollari per sviluppare un data center che potrebbe diventare uno dei più grandi al mondo.Oracle, un importante fornitore di servizi cloud, affitterà il sito e noleggerà server equipaggiati con chip Nvidia per le applicazioni di intelligenza artificiale di OpenAI.
Questo progetto rappresenta una significativa opportunità per Crusoe, che ha già dimostrato la sua capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato AI.Il data center sarà situato nel Lancium Clean Campus ad Abilene, Texas, e sarà progettato per supportare applicazioni IT ad alta densità energetica.
Si prevede che il centro dati operi con un potenziale di 206 MW e possa gestire fino a 100.000 GPU su una rete integrata, ottimizzando l’uso delle risorse energetiche rinnovabili.
Questa iniziativa non solo evidenzia la crescente domanda di infrastrutture dedicate all’AI, ma sottolinea anche come le startup come Crusoe possano competere efficacemente con i giganti del settore grazie a modelli di business innovativi e approcci sostenibil
“Non ci saranno più le grandi centrali nucleari. Quello è il nucleare di prima e seconda generazione” sono le dichiarazioni dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ai giornalisti sulle prospettive del nucleare in Italia a margine del Venice Hydrogen Forum.
Pichetto ha poi sottolineato come il futuro dell’Italia, così come quello dei Paesi del G7-G20, vede un’esplosione dei consumi di energia, che secondo tutti gli analisti è destinata a raddoppiare al 2050.
Ubitus K.K., un’azienda di servizi cloud con sede a Tokyo supportata da Nvidia, sta attivamente cercando di acquisire terreni per stabilire un nuovo data center in Giappone. Le potenziali località considerate includono Kyoto, Shimane o una prefettura sull’isola meridionale di Kyushu. Questa mossa strategica è principalmente influenzata dalla disponibilità di energia nucleare in queste regioni, vista come una fonte energetica affidabile per sostenere le operazioni in espansione dell’azienda, in particolare nei servizi di intelligenza artificiale generativa (AI).
Exowatt, una startup con sede a Miami sostenuta da Sam Altman, CEO di OpenAI, ha svelato un approccio innovativo per affrontare le crescenti esigenze energetiche dell’industria dei data center. Recentemente ha ottenuto un finanziamento seed di 20 milioni di dollari guidato da importanti aziende di venture capital come Andreessen Horowitz (a16z) e Atomic, con l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui i data center generano e utilizzano energia.
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha fatto passi da gigante, ma con questi progressi è emersa una sfida significativa: il potere richiesto per addestrare i modelli di IA all’avanguardia sta aumentando a un ritmo allarmante. Secondo un rapporto di Epoch AI, il potere necessario per addestrare questi modelli raddoppia annualmente, mentre il calcolo di addestramento cresce a un ritmo di 4-5 volte all’anno.
Non solo rinnovabili, ma anche idrogeno e nucleare. Il governo Meloni sta preparando un decreto legge sull’ambiente che cambia le priorità del Paese in materia di transizione energetica. I progetti prioritari sull’energia non saranno più soltanto eolico, solare e idroelettrico, ma tutti quelli che permettono di conseguire gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione e che sono sostenibili economicamente.
Microsoft e Constellation Energy hanno annunciato una partnership significativa il 20 settembre 2024, mirata a riavviare il reattore Unit 1 della centrale nucleare di Three Mile Island. Questa iniziativa fa parte di un accordo ventennale in cui Constellation fornirà elettricità generata da nucleare a Microsoft, principalmente per soddisfare la crescente domanda energetica dei suoi data center, specialmente quelli che supportano tecnologie di intelligenza artificiale (AI).
Un primo passo verso la sostenibilità e la chiarezza normativa del settore dei Data Center, comparto altamente strategico per il Paese, è stato fatto. Secondo l’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, questo settore potrebbe valere fino a 15 miliardi di euro di investimenti entro il 2025. Milano, in particolare, ha il potenziale per diventare una delle cinque top destination a livello europeo per questo segmento. Le nuove linee guida per le procedure di valutazione ambientale dei Data Center, pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) a fine agosto, rappresentano un primo passo importante, anche se in Italia manca ancora una legislazione ad hoc per queste infrastrutture.
Il dibattito sugli impatti ambientali dell’intelligenza artificiale (IA) è diventato sempre più acceso, specialmente dopo la pubblicazione di un articolo del Washington Post che ha suscitato critiche da parte di esperti del settore. Molti di loro hanno messo in discussione la validità dei dati presentati, sottolineando che i numeri non sembrano coerenti con le evidenze attuali.
Transizione Energetica 2.0: come l’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il futuro dell’energia
L’impatto e i costi sociali e finanziari della transizione energetica devono essere condivisi da tutti per riscuotere il consenso dell’opinione pubblica e non pesare troppo sulle fasce più deboli, che devono essere aiutate. Durante la conferenza con l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ospitata dalla Banca d’Italia, il Governatore Fabio Panetta e il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno sottolineato l’importanza di non arrestare l’inevitabile transizione energetica, anche se gli investimenti sembrano rallentare.
L’incontro alla Casa Bianca di giovedì segna una collaborazione significativa tra i principali dirigenti del settore dell’intelligenza artificiale (IA) e alti funzionari del governo degli Stati Uniti, con l’obiettivo di affrontare la crescente domanda di energia associata alle tecnologie di IA.
Tra le figure chiave che dovrebbero partecipare ci sono Sam Altman, CEO di OpenAI; Dario Amodei, CEO di Anthropic; e Ruth Porat, dirigente senior di Google. Questo incontro senza precedenti sottolinea l’urgente necessità di affrontare le sfide poste dal crescente consumo energetico dell’IA, che potrebbe potenzialmente mettere sotto stress la rete elettrica statunitense.
L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla Domanda Energetica
Mentre il numero di iniziative di intelligenza artificiale (IA) cresce, anche la domanda di energia da parte di hyperscaler e data center globali è in aumento. Entro il 2026, si prevede che questi hub globali consumeranno energia quanto l’intero Giappone, sottolineando l’urgente necessità di soluzioni energetiche a lungo termine.
L’energia nucleare potrebbe essere in procinto di svolgere un ruolo cruciale. Il mercato dell’uranio, essenziale per il combustibile nucleare, sta già affrontando vincoli di offerta, creando una sfida per fornitori e acquirenti.
Le politiche pubbliche globali, in particolare le recenti politiche statunitensi, potrebbero alleggerire ulteriormente l’onere per la costruzione di reattori nucleari.
La crescente domanda di energia necessaria per alimentare l’intelligenza artificiale (IA) è una preoccupazione, ma la tecnologia stessa potrebbe offrire soluzioni.
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, il consumo di elettricità dei data center potrebbe raddoppiare entro il 2026 rispetto al 2022, quando rappresentava il 2% dell’elettricità mondiale. Tuttavia, l’IA sta anche creando efficienze energetiche in altri settori, potenzialmente compensando il suo alto consumo energetico.
Bloom Energy ha annunciato una partnership per installare le sue celle a combustibile presso un data center ad alte prestazioni di CoreWeave in Illinois.
Sebbene il mercato si concentri sul potenziale rivoluzionario dell’IA, non ha ancora affrontato pienamente i veri ostacoli legati a questa tecnologia emergente. Mentre si cerca di rispondere alla crescente domanda di unità di elaborazione grafica all’avanguardia, emergono nuovi punti critici nella corsa all’IA.
Questi includono l’approvvigionamento di siti per data center, l’allacciamento alla rete elettrica e l’ottenimento di sistemi di raffreddamento adeguati.
Sebbene riteniamo che il mercato troverà soluzioni alla maggior parte di questi problemi, l’elettricità rimane un elemento cruciale e l’accesso stabile alla rete elettrica e alla capacità di generazione di energia rappresenteranno probabilmente sfide durature.
La centrale nucleare di Gates in Wyoming
Bill Gates e la sua azienda energetica, TerraPower, hanno avviato i lavori per una centrale nucleare di nuova generazione a Kemmerer, in Wyoming. L’impianto Natrium, (fissione nucleare ) previsto per il 2030, mira a rivoluzionare l’energia nucleare con funzionalità di sicurezza avanzate, elettricità a zero emissioni di carbonio e il potenziale di stimolare l’economia locale.
Microsoft ha registrato un aumento del 29,1% nelle emissioni di carbonio totali dal 2020, principalmente a causa della costruzione di data center per supportare le esigenze crescenti di intelligenza artificiale.
Le emissioni Scope 1 e 2 dell’azienda, che includono le emissioni dirette e indirette legate all’energia consumata, sono diminuite del 6,3% nel 2023 rispetto al 2020.
Tuttavia, le emissioni Scope 3, che derivano da attività indirette come la costruzione di data center e l’uso di materiali hardware, sono aumentate del 30,9% nello stesso periodo.
Brookfield Asset Management ha dichiarato mercoledì che svilupperà per Microsoftpiù di 10,5 GW di nuova capacità di energia rinnovabile , quasi 8 volte più grande del più grande accordo di acquisto di energia aziendale mai firmato; i termini finanziari non sono stati resi noti.
Brookfield ha affermato che il “primo accordo quadro globale nel suo genere” della durata di cinque anni, a partire dal 2026 negli Stati Uniti e in Europa, accelererà l’espansione della capacità di energia rinnovabile per contribuire agli obiettivi di sostenibilità di Microsoft con il potenziale per fornire ulteriore capacità rinnovabile agli Stati Uniti e all’Europa, nonché all’Asia-Pacifico, all’India e all’America Latina.
Le società non hanno rivelato i termini finanziari dell’accordo, ma il Financial Times ha affermato che i 10,5 GW di nuova capacità – sufficienti per alimentare circa 1,8 milioni di case – costerebbero più di 10 miliardi di dollari , sulla base delle recenti tendenze del settore.
L’accordo arriva quando il crescente interesse per l’intelligenza artificiale generativa ha causato preoccupazioni sulla loro intensa domanda di energia e sulle emissioni di carbonio associate.
First Solar ha dichiarato mercoledì di aver firmato un accordo per la fornitura di 457 MW di moduli solari a film sottile, inclusi 170 MW di moduli bifacciali Serie 6 Plus e 287 MW di moduli Serie 7, alla spin-out MN8 Energy di Goldman Sachs Renewable Power; I dettagli finanziari non sono stati divulgati.
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Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha annunciato che il colosso tecnologico investirà 2,2 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni nella nuova infrastruttura cloud e AI della Malesia e nella creazione di un centro nazionale di intelligenza artificiale, segnando il più grande investimento di Microsoft in Malesia.
L’annuncio arriva subito dopo che Microsoft ha dichiarato che costruirà un data center in Tailandia e ha annunciato un investimento di 1,7 miliardi di dollari in servizi cloud e AI in Indonesia .
Il mese scorso, Microsoft ha anche svelato un investimento di 2,9 miliardi di dollari in Giappone e 1,5 miliardi di dollari in G42, un’azienda di intelligenza artificiale con sede ad Abu Dhabi .
Il boom della domanda energetica sta spingendo al limite la rete elettrica americana. Complici l’intelligenza artificiale, i centri per i dati e il mining di criptovalute, la richiesta di energia elettrica è balzata negli ultimi anni mettendo a dura prova la rete di trasmissione elettrica con il rischio di innescare una crisi di sistema potenzialmente in grado di minacciare anche la transizione verso l’energia pulita.
Secondo quanto riportato in un articolo del Washington Post, vaste aree degli Stati Uniti rischiano di rimanere a corto di energia. In Georgia, la domanda di energia industriale sta raggiungendo livelli record, con la proiezione di un nuovo utilizzo di elettricità per il prossimo decennio ormai 17 volte superiore a quello registrato solo di recente. In Arizona si prevede che la capacità di trasmissione sarà esaurita prima della fine del decennio e la Virginia del Nord ha bisogno dell’equivalente di diverse grandi centrali nucleari per servire tutti i nuovi data center pianificati e in costruzione. Senza parlare dell Texas, dove la carenza di elettricità è già una routine.
Aziende tecnologiche come Amazon, Apple, Google, Meta e Microsoft così come molte altre aziende meno conosciute sono a caccia di siti per nuovi data center che andranno ad esercitare ulteriori pressioni su una rete già sovraccarica. Senza contare che l’impennata del consumo di energia sta già ritardando la chiusura delle centrali a carbone.
Tenere il passo con la crescita del settore e la conseguente crescente domanda di elettricità da parte dell’Intelligenza Artificiale causerà un aumento delle emissioni di riscaldamento del pianeta, che alcuni stimano poter essere fino all’80%, anche se va detto che proprio i progressi nei sistemi di AI possono contribuire a migliorare il riscaldamento globale.
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per prevedere la siccità in Africa e in altre zone del pianeta, per monitorare la deforestazione, identificare sversamenti illegali, monitorare gli eventi meteorologici, analizzare i cambiamenti nello scioglimento del giacchio ai poli ma anche gestire in modo più intelligente le città, il traffico urbano, i trasporti, riducendo l’impatto dell’inquinamento.
Con il mondo sulla buona strada per non riuscire a raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5° C, sfruttare l’Intelligenza Artificiale per arginare il cambiamento climatico è, tra le altre, l’enorme opportunità di questa tecnologia.
Secondo il rapporto Accelerating Climate Action with AI di BCG scritto in collaborazione con Google, l’implementazione della tecnologia e della scalabilità dell’intelligenza artificiale ha già dimostrato che le applicazioni dell’intelligenza artificiale per il clima possono ridurre significativamente le emissioni globali di gas serra (GHG). Scalando le applicazioni e le tecnologie attualmente collaudate, l’AI ha il potenziale per sbloccare informazioni che potrebbero aiutare a mitigare dal 5% al 10% delle emissioni di gas serra entro il 2030 che inserito nel contesto di cui si parla, equivale alle emissioni totali dell’Unione Europea.
Il tema del ruolo dell’intelligenza artificiale nell’affrontare il cambiamento climatico sarà sicuramente un argomento caldo alla prossima COP29 che si terrà a Baku in Azerbaijan anche se suona un po’ paradossale il fatto che discutere come raggiungere l’obiettivo delle Nazioni Unite di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 si faccia in un Paese esportatore di combustibili fossili, il cui uso è la principale causa del riscaldamento globale (non che la scelta di Dubai per la COP 28 fosse, dallo stesso punto di vista, tanto oculata).
Il problema effettivo, tornando al nostro tema principale, è che sebbene l’Intelligenza Artificiale possa essere parte della soluzione al tema del riscaldamento climatico, è essa stessa parte del problema, avendo una propria, significativa, impronta carbonica. Da questo punto di vista è necessario un approccio integrato al problema che coinvolga l’ottimizzazione dei processi tecnici, l’adozione di pratiche sostenibili e l’impegno a livello politico e industriale per promuovere la sostenibilità ambientale che passi non solo dall’azione su larga scala di fonti rinnovabili già disponibili e mature come il solare e l’eolico, ma anche attraverso la ricerca di fonti di energia alternative e pulite come la fusione a confinamento magnetico in grado di rilasciare un’enorme quantità di energia senza emettere gas a effetto serra.
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