L’esplosione dell’intelligenza artificiale (IA) non sta solo consumando quantità massicce di energia e risorse idriche, ma sta anche generando un’ondata senza precedenti di rifiuti elettronici. Secondo un recente studio pubblicato su Nature, l’evoluzione rapida e l’espansione su larga scala dei modelli di linguaggio (LLMs) come ChatGPT, Claude e LLaMa potrebbero produrre annualmente circa 2,75 milioni di tonnellate di e-waste, con implicazioni ambientali sempre più serie. La crescita esponenziale degli investimenti in IA – passati da 3 miliardi di dollari nel 2022 a 25 miliardi nel 2023 secondo Stanford University – ha portato le aziende a aggiornare incessantemente i data center, eliminando apparecchiature ancora funzionanti per mantenere un vantaggio competitivo.