“Progetto Manhattan” per l’Intelligenza Artificiale: La Visione della Seconda Amministrazione Trump
La proposta della seconda amministrazione Trump per l’intelligenza artificiale (IA) potrebbe rappresentare un profondo cambiamento rispetto alle politiche attuali. L’approccio di Trump verso l’IA, già delineato nel suo primo mandato, mirava a rafforzare la sicurezza nazionale, la competitività economica e a ridurre la regolamentazione. Questi obiettivi sono destinati a evolversi ulteriormente in una seconda fase, orientata su iniziative tecnologiche ancora più ambiziose.
L’ecosistema della difesa e dell’intelligence statunitense si arricchisce con una nuova, potente sinergia: Anthropic, sostenuta da Amazon , si allea con Palantir Technologiese Amazon Web Services (AWS) per fornire alle agenzie governative l’accesso ai suoi modelli di intelligenza artificiale Claude 3 e 3.5, integrati all’interno dell’infrastruttura cloud di AWS.
Le elezioni americane di oggi vanno oltre la scelta del prossimo presidente: sono un’occasione per riflettere sul ruolo degli Stati Uniti nella sicurezza globale e sulla necessità di una strategia europea forte e autonoma.
Questa Settimana Meta, il gigante tecnologico dietro Facebook, ha recentemente esteso l’uso dei suoi modelli di intelligenza artificiale Llama all’esercito statunitense, collaborando con società come Accenture, Amazon Web Services, Palantir, Lockheed Martin e Microsoft. Questo passo nasce in parte come risposta alla crescente adozione dei modelli di Meta da parte di istituzioni cinesi, incluse quelle collegate all’Esercito Popolare di Liberazione (PLA). Ricercatori cinesi hanno infatti adattato Llama 2 per usi militari, tra cui l’analisi delle informazioni strategiche e l’addestramento per la guerra elettronica, sviluppando strumenti come il ChatBIT che supporta simulazioni e decisioni operative complesse.
“Le battaglie si vincono o si perdono prima di tutto nelle menti dei contendenti.”
Questa dichiarazione di apertura, simile a quella del Generale Fernando Giancotti, troverebbe profonda risonanza tra i comandanti militari di molti paesi alleati Transatlantici. La visione strategica va ben oltre le mere capacità belliche: è una disciplina mentale e morale, in cui il successo dipende in larga misura dalla forza intellettuale e dall’agilità decisionale di ogni soldato e leader, nonché dall’integrazione tra questi elementi.
Meta, il colosso dei social media e della tecnologia, ha recentemente annunciato che renderà disponibili i modelli open-source di Llama, la sua avanzata AI, alle agenzie di difesa degli Stati Uniti e ai loro partner industriali, puntando a rafforzare la sicurezza nazionale e consolidare il primato americano nella corsa globale all’intelligenza artificiale. In un post sul blog, Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, ha confermato che Llama sarà accessibile alle agenzie governative e alle aziende private che operano nel settore della difesa e sicurezza.
Un documento interno recentemente emerso getta luce sull’acquisto da parte del comando AFRICOM degli Stati Uniti di servizi cloud di Microsoft e, con essi, delle tecnologie di OpenAI. Questo acquisto è giustificato dall’importanza crescente che AFRICOM attribuisce a soluzioni avanzate di intelligenza artificiale e apprendimento automatico per affrontare le sfide del suo mandato in Africa. L’accordo si inserisce nel quadro del progetto Joint Warfighting Cloud Capability, del valore di 9 miliardi di dollari, ma il valore specifico dell’acquisto di AFRICOM, approvato dall’Agenzia per i Sistemi Informativi di Difesa (DISA), rimane riservato, sebbene sia inferiore a 15 milioni di dollari.
A settembre, il tenente generale He Lei, ex vicedirettore dell’Accademia delle scienze militari (AMS), ha esortato le Nazioni Unite a stabilire restrizioni sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) in contesti bellici. Tuttavia, questo appello sembra nascondere un intento più profondo: la Repubblica Popolare Cinese (RPC) non sta cercando di limitare i rischi associati all’IA militare, ma piuttosto sta accelerando l’integrazione della tecnologia IA nelle proprie forze armate. La RPC sta attivamente sfruttando le tecnologie occidentali, come il modello open source Llama di Meta, per potenziare le proprie capacità militari e i vantaggi strategici.
Gli istituti di ricerca cinesi, con stretti legami con l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), hanno sviluppato un modello di intelligenza artificiale (IA) denominato ChatBIT, basato sull’IA open source Llama, creata da Meta. Questo sviluppo è stato documentato in un articolo accademico pubblicato a giugno, in cui gli autori, tra cui ricercatori del PLA, hanno illustrato l’utilizzo di ChatBIT per finalità che spaziano dall’analisi dell’intelligence alla pianificazione strategica e al processo decisionale nel contesto militare. Secondo quanto riportato da Reuters, ChatBIT rappresenta un potenziale strumento per potenziare le capacità del PLA, puntando a ottimizzare il processo decisionale a vari livelli di comando.
Tra i ricercatori cinesi figurano Geng Guotong e Li Weiwei del Military Science Information Research Center dell’AMS e del National Innovation Institute of Defense Technology, oltre a ricercatori del Beijing Institute of Technology e della Minzu University
Con un passo strategico verso l’open innovation, Fincantieri, uno dei leader mondiali nella costruzione di navi ad alta intensità tecnologica, ha annunciato l’apertura di una nuova Innovation Antenna presso il Mind the Bridge Innovation Center a San Francisco. L’iniziativa, che colloca l’azienda italiana nel cuore della Silicon Valley, conferma il suo impegno nel creare un ecosistema dove tecnologie Dual-Use, applicabili quindi sia nel settore civile che in quello militare, possano trovare terreno fertile e svilupparsi attraverso collaborazioni e sinergie. Gli ambiti di sviluppo riguardano principalmente l’Intelligenza Artificiale, la cyber security, l’automazione e la robotica, settori in cui la convergenza tra applicazioni civili e militari è particolarmente marcata.
Negli ultimi anni, i progressi nell’intelligenza artificiale (AI) e nei sistemi autonomi hanno iniziato a cambiare radicalmente il panorama militare. Secondo il generale Mark Milley, ex Presidente del Comitato dei Capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti, entro i prossimi 10-15 anni tra il 25% e il 33% delle forze armate statunitensi potrebbe essere costituito da unità robotiche. Milley ha fatto queste osservazioni durante un evento organizzato da Axios, sottolineando che il futuro delle operazioni militari sarà fortemente caratterizzato dall’integrazione di AI e robotica.
Come affermato nella Strategia di Difesa Nazionale, la missione primaria del DoD è quella di fornire forze militari credibili sul campo per dissuadere la guerra e proteggere la sicurezza della nazione. Mantenere un vantaggio tecnologico e militare è fondamentale per adempiere a questa missione, ma non deve avvenire a scapito dei valori democratici che sono alla base del sistema di governo statunitense. Lo sviluppo e l’uso dell’IA da parte del DoD riflette questa sfida: mantenere la supremazia tecnologica senza compromettere principi etici e legali fondamentali.
Secondo un’analisi di Fortune, le forze di difesa e di sicurezza degli Stati Uniti stanno investendo massicciamente nell’Intelligenza Artificiale, collaborando con centinaia di aziende per sviluppare e testare nuovi algoritmi e strumenti in modo sicuro.
Nei due anni trascorsi dal rilascio del chatbot ChatGPT di OpenAI, che ha scatenato un forte interesse globale per l’AI, il Dipartimento della Difesa ha destinato circa 670 milioni di dollari in contratti a quasi 323 aziende per vari progetti legati all’Intelligenza Artificiale. Questi numeri segnano un incremento del 20% rispetto al 2021 e al 2022, sia per il numero di aziende coinvolte che per il valore complessivo dei contratti.
Negli ultimi anni, il progresso nell’Intelligenza Artificiale ha iniziato a trasformare ogni settore della società e a riscrivere le regole del conflitto e della sicurezza internazionale. In questo articolo, esploreremo le implicazioni per la Difesa e analizzeremo come il Ministero della Difesa del Regno Unito (MOD UK) stia rivalutando le sue priorità alla luce del rapido sviluppo dell’AI e dell’AGI (Intelligenza Artificiale Generale). Questo tema non riguarda solo il futuro prossimo, ma avrà effetti strategici di vasta portata fino al 2050 e oltre, ridefinendo la natura della guerra e la sicurezza globale.
Palmer Luckey figura controversa, è considerato un visionario nel campo delle tecnologie emergenti, sia per quanto riguarda la realtà virtuale che le applicazioni militari avanzate.
Capitolo 1: la visione di Palmer
Era una mattina di primavera quando Palmer Luckey, il fondatore di Anduril, ricevette una chiamata cruciale. La sua azienda, nota per la sua innovativa piattaforma Lattice, era stata selezionata per collaborare con Microsoft su un progetto rivoluzionario: l’integrazione del software di Anduril con il sistema di visualizzazione IVAS dell’esercito degli Stati Uniti. L’obiettivo? Trasformare la guerra moderna attraverso la tecnologia.
La Sfida del 2025 tra Mobilità Militare e Minaccia Russa
La riflessione politica che emerge dal contesto internazionale attuale, in particolar modo riguardo alle forze armate europee, rivela diverse questioni di importanza strategica per l’Italia, la NATO e l’Unione Europea.
In un momento in cui la Francia si prepara a mettere alla prova la capacità del proprio esercito di rispondere rapidamente a una potenziale minaccia russa, il caso francese offre spunti di riflessione anche per il nostro paese, soprattutto alla luce di quanto discusso in ambito militare e geopolitico da fonti italiane.
Dataminr è una piattaforma di intelligenza artificiale specializzata nel rilevamento in tempo reale di eventi critici e rischi. Utilizza modelli avanzati di fusione multi-modale, che integrano diverse fonti di dati pubblici, come testi, immagini e dati da sensori, per generare avvisi tempestivi su eventi emergenti. Il sistema sfrutta oltre 50 modelli di intelligenza artificiale proprietari, supportati da una tecnologia chiamata ReGenAI, che aggiorna continuamente le informazioni in tempo reale.
Questa piattaforma è utilizzata da settori come sicurezza aziendale, pubblica sicurezza e media per rispondere a minacce in rapida evoluzione.
Un nuovo report dell’organizzazione WITNESS, intitolato “Audiovisual Generative AI and Conflict Resolution“, mette in evidenza i rischi associati all’uso dell’intelligenza artificiale generativa nei contesti di conflitto. Questo documento analizza come le tecnologie di sintesi mediatica possano influenzare negativamente i processi di pace e il panorama informativo, contribuendo a distorcere la realtà e a fomentare tensioni tra le popolazioni coinvolte.
Intervenuto in videoconferenza agli Stati Generali dell’Economia a Pescara, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che l’Intelligenza Artificiale “sarà fondamentale per la difesa e per tutti i nostri processi produttivi” facendo poi notare che “solo il 2%dei brevetti sono europei” mentre “il 61 per cento dei brevetti sulla sicurezza sono cinesi”.
Palantir ha ottenuto un contratto di 99,8 milioni di dollari per licenze utente per il sistema intelligente AI Maven, supporto software accessorio e hardware.
Maven, in particolare il Maven Smart System (MSS), è uno strumento avanzato di intelligenza artificiale (AI) sviluppato da Palantir Technologies per applicazioni militari. La sua funzione principale è quella di integrare e analizzare enormi quantità di dati provenienti da diverse fonti per migliorare la consapevolezza situazionale e il processo decisionale sul campo di battaglia.
I dirigenti di quattro importanti aziende tecnologiche statunitensi, ovvero Advanced Micro Devices (AMD), Intel, Texas Instruments e Analog Devices, sono stati convocati per testimoniare davanti a una commissione del Senato degli Stati Uniti. L’udienza, fissata per martedì 10 settembre, si concentrerà sull’uso dei prodotti di queste aziende negli armamenti russi, in particolare nel contesto della guerra in Ucraina.
“Queste quattro aziende sono state selezionate sulla base di resoconti pubblici riguardanti la ripetuta presenza dei loro prodotti nelle attrezzature militari russe e/o prove che i loro prodotti continuano a essere esportati in Russia nonostante i controlli sulle esportazioni” nota del PSI .
Per la Santa Sede è della massima urgenza fornire un solido strumento giuridicamente vincolante che vieti l’uso delle cosiddette armi autonome letali oltre a stabilire, nel frattempo, una moratoria immediata sulla loro sviluppo e utilizzo. È questa, in estrema sintesi, la posizione del Vaticano riportata dall’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite e le Organizzazioni internazionali a Ginevra, nel suo intervento in occasione della seconda sessione del Gruppo di esperti governativi 2024 sulle tecnologie emergenti nel settore dei sistemi d’arma autonomi letali (Laws), che si è concluso ieri nella città svizzera.
Le recenti rivelazioni riguardanti l’accesso delle entità cinesi a tecnologie avanzate statunitensi tramite servizi cloud evidenziano un problema di sicurezza nazionale di portata significativa.
Secondo un rapporto di Reuters, alcune entità legate al governo cinese stanno utilizzando piattaforme di cloud computing offerte da giganti come Amazon Web Services (AWS) per accedere a chip avanzati e a capacità di intelligenza artificiale che altrimenti non potrebbero ottenere a causa delle rigide restrizioni alle esportazioni imposte dagli Stati Uniti.
Queste restrizioni, progettate per limitare l’accesso della Cina a tecnologie avanzate utilizzabili anche in ambito militare, sembrano essere aggirate attraverso l’utilizzo di servizi cloud, che attualmente non sono regolamentati allo stesso modo delle esportazioni dirette di prodotti e software.
L’esercito americano chiederà agli appaltatori di assisterlo nell’integrazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale nelle sue operazioni, ha riferito giovedì la pubblicazione di settore Defense One.
“Vogliamo adottare algoritmi generati da terze parti con la stessa rapidità con cui li state costruendo”, ha detto Young Bang, il principale vice segretario aggiunto dell’esercito per le acquisizioni, la logistica e la tecnologia, all’Amazon Web Services di Washington, DC, Mercoledì il vertice
Essendo uno dei maggiori consumatori di intelligenza artificiale e algoritmi, l’Esercito è pronto a collaborare con l’industria privata e a incorporare la più recente tecnologia proprietaria, ha riferito Defense One.
L’aumento della spesa per la difesa e l’accumulo di armi non aiutano, ma potrebbero essere necessari in una nuova era di conflitto. Questa situazione arriva mentre l’Occidente affronta la diminuzione del reclutamento militare e la pressione dei grandi debiti e dei tassi di interesse più alti, che potrebbero presto dover cambiare per adattarsi al nuovo contesto.
La posizione degli Stati Uniti sul nucleare è caratterizzata da un approccio di mantenimento della deterrenza e della supremazia nucleare, attraverso investimenti significativi nella modernizzazione del loro arsenale, pur rimanendo aperti a possibili negoziati di controllo degli armamenti in futuro.
(Reuters) Un funzionario statunitense Paul Dean ha sollevato una questione di fondamentale importanza riguardo al controllo delle armi nucleari, esortando Cina e Russia a dichiarare ufficialmente che solo gli esseri umani, e non l’Intelligenza Artificiale (IA), hanno il potere decisionale sulle armi nucleari.
Washington ha preso un “impegno chiaro e forte” affinché gli esseri umani abbiano il controllo totale sulle armi nucleari, Francia e Gran Bretagna hanno fatto lo stesso.
Paul Dean
“Saremmo lieti di ricevere una dichiarazione simile da parte della Cina e della Federazione Russa”, “Pensiamo che sia una norma estremamente importante di comportamento responsabile e pensiamo che sia qualcosa che sarebbe molto gradito in un contesto P5”
Paul Dean
Questa richiesta riflette la crescente preoccupazione riguardo all’impiego dell’IA nel settore della difesa e della sicurezza, e in particolare sulle implicazioni etiche e strategiche legate al controllo delle armi nucleari.
L’idea che le decisioni cruciali legate alla sicurezza globale possano essere delegate a sistemi automatizzati e non controllati dall’uomo solleva serie preoccupazioni riguardo alla stabilità e alla sicurezza internazionale.
La richiesta del funzionario statunitense sottolinea l’importanza di mantenere il controllo umano sulle decisioni legate alle armi nucleari, garantendo che le scelte cruciali che potrebbero avere conseguenze catastrofiche siano prese in modo ponderato e responsabile da individui dotati di empatia, discernimento e comprensione del contesto globale.
La dichiarazione di Cina e Russia su questo tema potrebbe rappresentare un passo significativo verso la promozione di norme internazionali che pongano limiti chiari sull’impiego dell’IA nel settore della difesa, garantendo che le decisioni cruciali rimangano saldamente nelle mani degli esseri umani.
In un’epoca in cui l’IA sta assumendo un ruolo sempre più rilevante in diversi settori, compreso quello della sicurezza e della difesa, è fondamentale riflettere attentamente sulle implicazioni etiche e strategiche legate al suo impiego.
Pranay Vaddi, alto funzionario della Casa Bianca per il controllo degli armamenti e la non proliferazione, ha dichiarato a un think tank di Washington che sarebbe stato importante avere i primi colloqui sul controllo degli armamenti con la Cina a novembre, ma ha sottolineato la necessità che coinvolgano i principali decisori o influencer cinesi. sulla posizione nucleare del paese.
La richiesta di garantire il controllo umano sulle armi nucleari rappresenta un importante passo verso la promozione di una governance responsabile e consapevole nell’utilizzo dell’IA, assicurando che le decisioni cruciali per la sicurezza globale siano prese con saggezza e responsabilità.
Tuttavia gli Stati Uniti sono una delle principali potenze nucleari mondiali, con un arsenale stimato di circa 5.428 testate nucleari, di cui 1.744 schierate e 1.964 in riserva.
Nonostante i limiti imposti dal Trattato New START, gli Stati Uniti stanno investendo significativamente nella modernizzazione del loro arsenale nucleare, incluso lo sviluppo di una nuova bomba nucleare a gravità guidata (B61-12) e di un nuovo bombardiere pesante.
Il presidente Trump ha espresso preoccupazioni riguardo alla presunta perdita della supremazia nucleare degli Stati Uniti rispetto alla Russia, minacciando una nuova corsa agli armamenti nucleari.
Tuttavia, gli esperti affermano che l’arsenale nucleare statunitense rimane comunque superiore a quello russo in termini numerici e di capacità.
Gli Stati Uniti mantengono una posizione di deterrenza nucleare, con circa 100 testate nucleari non strategiche dispiegate in basi europee per sostenere gli alleati NATO.
La Commissione Congressuale sul Controllo Strategico Nucleare raccomanda agli Stati Uniti di perseguire una strategia integrata di modernizzazione nucleare, pur esplorando opportunità di controllo degli armamenti nucleari se il contesto geopolitico dovesse cambiare.