Siamo in un periodo storico che segna una svolta epocale, e gli eventi globali ci impongono una riflessione profonda: dalla guerra in Ucraina agli scenari conflittuali in Medio Oriente, l’Europa si trova a dover affrontare una nuova realtà, caratterizzata da una minaccia diretta che nessuno aveva realmente previsto. Le parole di Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo e già ministro della Transizione Ecologica, non lasciano spazio a dubbi: “La pace va difesa, anche con le armi e la tecnologia, se è necessario.” Questo, infatti, è il punto di partenza per un’analisi più ampia su come la difesa europea stia cercando di rispondere a una serie di sfide senza precedenti, rivelando lacune strutturali e politiche che necessitano di essere risolte rapidamente.
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Sens. Elizabeth Warren, D-Mass., and Eric Schmitt, R-Mo
Nel cuore della crescente preoccupazione globale per il dominio delle grandi aziende tecnologiche, due senatori statunitensi, Elizabeth Warren (D-Massachusetts) e Eric Schmitt (R-Missouri), si stanno unendo per fare una mossa audace che potrebbe riequilibrare il panorama competitivo nella difesa e nella tecnologia. Con la proposta del Protecting AI and Cloud Competition in Defense Act, i due legislatori cercano di smantellare l’influenza spropositata che giganti come Google, Amazon e Microsoft esercitano sui contratti del Pentagono, in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale (AI) e al cloud computing.
L’azienda tedesca Helsing, specializzata in software per la difesa basato su Intelligenza Artificiale, ha annunciato l’avvio della produzione di massa del drone da combattimento HX-2, progettato per resistere alla guerra elettronica e alle misure di disturbo grazie alla tecnologia AI integrata.
OpenAI, il gigante dell’intelligenza artificiale noto per la creazione di ChatGPT, ha annunciato una partnership strategica con Anduril Industries, un’azienda leader nella tecnologia per la difesa, con l’obiettivo di sviluppare e implementare soluzioni avanzate di intelligenza artificiale per missioni di sicurezza nazionale. Questa mossa segna il primo passo significativo di OpenAI nel settore della difesa, un ambito altamente strategico e tecnologicamente complesso.
La recente escalation militare in Ucraina ha portato alla ribalta una nuova generazione di armamenti: i missili ipersonici, capaci di cambiare drasticamente il panorama strategico globale. L’attacco russo alla città ucraina di Dnipro del 20 novembre rappresenta un salto tecnologico e geopolitico, evidenziando l’uso del missile sperimentale “Oreshnik”, un’arma con capacità devastanti e un chiaro messaggio politico per l’Occidente.
Per anni, ci siamo immaginati il futuro della guerra come un grande palcoscenico sci-fi, un po’ alla Philip K. Dick, con droni spietati e robot killer che si aggirano tra le macerie di un mondo in conflitto. Era il nostro Ubik, ma con un filo di ansia in più. Oggi, quel futuro è diventato tangibile. Le armi autonome – capaci di muoversi, localizzare obiettivi e, in alcuni casi, sparare senza alcun intervento umano – sono una realtà concreta. Droni, torrette automatizzate e veicoli blindati autonomi come il Rex MK II (utilizzato dall’esercito israeliano) dimostrano che anche il peggio della nostra immaginazione può prendere forma.
Il cielo si sta preparando a un cambiamento epocale e il protagonista di questa rivoluzione non è solo il Falco Xplorer, il drone a pilotaggio remoto sviluppato da Leonardo, ma anche l’intelligenza che lo guida: gli algoritmi. Questi cervelli digitali sono la chiave di volta che consente al Falco Xplorer di volare in modo autonomo e sicuro, operando in spazi aerei condivisi con velivoli con equipaggio. Ma c’è di più: grazie a una serie di test recenti, il drone ha raggiunto traguardi che lo pongono all’avanguardia nella corsa alla sicurezza del traffico aereo europeo.
Nel panorama sempre più competitivo del venture capital, una nuova generazione di gestori di fondi si sta facendo avanti per colmare il vuoto creato dalla contrazione del mercato. Michelle Volz, partner di Andreessen Horowitz nel team American Dynamism, è l’ultima protagonista di questa dinamica. Secondo fonti ben informate, Volz sta raccogliendo un fondo di debutto da 50 milioni di dollari, mirato a sostenere startup nelle fasi pre-seed e seed focalizzate sulla sicurezza nazionale.
Nel pieno della corsa agli armamenti digitali alimentata dall’intelligenza artificiale, il Regno Unito si posiziona in prima linea annunciando il Laboratory for AI Security Research (LASR), una nuova iniziativa strategica progettata per affrontare le minacce provenienti da Russia e altri attori ostili. Con un finanziamento iniziale di 8,22 milioni di sterline (10,3 milioni di dollari), questa struttura mira a rafforzare la sicurezza nazionale attraverso collaborazioni pubblico-private e un modello di “finanziamento catalitico“.
“Progetto Manhattan” per l’Intelligenza Artificiale: La Visione della Seconda Amministrazione Trump
La proposta della seconda amministrazione Trump per l’intelligenza artificiale (IA) potrebbe rappresentare un profondo cambiamento rispetto alle politiche attuali. L’approccio di Trump verso l’IA, già delineato nel suo primo mandato, mirava a rafforzare la sicurezza nazionale, la competitività economica e a ridurre la regolamentazione. Questi obiettivi sono destinati a evolversi ulteriormente in una seconda fase, orientata su iniziative tecnologiche ancora più ambiziose.
L’ecosistema della difesa e dell’intelligence statunitense si arricchisce con una nuova, potente sinergia: Anthropic, sostenuta da Amazon , si allea con Palantir Technologiese Amazon Web Services (AWS) per fornire alle agenzie governative l’accesso ai suoi modelli di intelligenza artificiale Claude 3 e 3.5, integrati all’interno dell’infrastruttura cloud di AWS.
Ieri è uscita una bella intervista su Dissipatio.it al Generale Fernando Giancotti sui temi della guerra e della pace, che Rivista.AI aveva avuto l’onore di conoscere.
Le elezioni americane di oggi vanno oltre la scelta del prossimo presidente: sono un’occasione per riflettere sul ruolo degli Stati Uniti nella sicurezza globale e sulla necessità di una strategia europea forte e autonoma.
Questa Settimana Meta, il gigante tecnologico dietro Facebook, ha recentemente esteso l’uso dei suoi modelli di intelligenza artificiale Llama all’esercito statunitense, collaborando con società come Accenture, Amazon Web Services, Palantir, Lockheed Martin e Microsoft. Questo passo nasce in parte come risposta alla crescente adozione dei modelli di Meta da parte di istituzioni cinesi, incluse quelle collegate all’Esercito Popolare di Liberazione (PLA). Ricercatori cinesi hanno infatti adattato Llama 2 per usi militari, tra cui l’analisi delle informazioni strategiche e l’addestramento per la guerra elettronica, sviluppando strumenti come il ChatBIT che supporta simulazioni e decisioni operative complesse.
“Le battaglie si vincono o si perdono prima di tutto nelle menti dei contendenti.”
Questa dichiarazione di apertura, simile a quella del Generale Fernando Giancotti, troverebbe profonda risonanza tra i comandanti militari di molti paesi alleati Transatlantici. La visione strategica va ben oltre le mere capacità belliche: è una disciplina mentale e morale, in cui il successo dipende in larga misura dalla forza intellettuale e dall’agilità decisionale di ogni soldato e leader, nonché dall’integrazione tra questi elementi.
Un documento interno recentemente emerso getta luce sull’acquisto da parte del comando AFRICOM degli Stati Uniti di servizi cloud di Microsoft e, con essi, delle tecnologie di OpenAI. Questo acquisto è giustificato dall’importanza crescente che AFRICOM attribuisce a soluzioni avanzate di intelligenza artificiale e apprendimento automatico per affrontare le sfide del suo mandato in Africa. L’accordo si inserisce nel quadro del progetto Joint Warfighting Cloud Capability, del valore di 9 miliardi di dollari, ma il valore specifico dell’acquisto di AFRICOM, approvato dall’Agenzia per i Sistemi Informativi di Difesa (DISA), rimane riservato, sebbene sia inferiore a 15 milioni di dollari.
A settembre, il tenente generale He Lei, ex vicedirettore dell’Accademia delle scienze militari (AMS), ha esortato le Nazioni Unite a stabilire restrizioni sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) in contesti bellici. Tuttavia, questo appello sembra nascondere un intento più profondo: la Repubblica Popolare Cinese (RPC) non sta cercando di limitare i rischi associati all’IA militare, ma piuttosto sta accelerando l’integrazione della tecnologia IA nelle proprie forze armate. La RPC sta attivamente sfruttando le tecnologie occidentali, come il modello open source Llama di Meta, per potenziare le proprie capacità militari e i vantaggi strategici.
Con un passo strategico verso l’open innovation, Fincantieri, uno dei leader mondiali nella costruzione di navi ad alta intensità tecnologica, ha annunciato l’apertura di una nuova Innovation Antenna presso il Mind the Bridge Innovation Center a San Francisco. L’iniziativa, che colloca l’azienda italiana nel cuore della Silicon Valley, conferma il suo impegno nel creare un ecosistema dove tecnologie Dual-Use, applicabili quindi sia nel settore civile che in quello militare, possano trovare terreno fertile e svilupparsi attraverso collaborazioni e sinergie. Gli ambiti di sviluppo riguardano principalmente l’Intelligenza Artificiale, la cyber security, l’automazione e la robotica, settori in cui la convergenza tra applicazioni civili e militari è particolarmente marcata.
Negli ultimi anni, i progressi nell’intelligenza artificiale (AI) e nei sistemi autonomi hanno iniziato a cambiare radicalmente il panorama militare. Secondo il generale Mark Milley, ex Presidente del Comitato dei Capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti, entro i prossimi 10-15 anni tra il 25% e il 33% delle forze armate statunitensi potrebbe essere costituito da unità robotiche. Milley ha fatto queste osservazioni durante un evento organizzato da Axios, sottolineando che il futuro delle operazioni militari sarà fortemente caratterizzato dall’integrazione di AI e robotica.
Come affermato nella Strategia di Difesa Nazionale, la missione primaria del DoD è quella di fornire forze militari credibili sul campo per dissuadere la guerra e proteggere la sicurezza della nazione. Mantenere un vantaggio tecnologico e militare è fondamentale per adempiere a questa missione, ma non deve avvenire a scapito dei valori democratici che sono alla base del sistema di governo statunitense. Lo sviluppo e l’uso dell’IA da parte del DoD riflette questa sfida: mantenere la supremazia tecnologica senza compromettere principi etici e legali fondamentali.
Secondo un’analisi di Fortune, le forze di difesa e di sicurezza degli Stati Uniti stanno investendo massicciamente nell’Intelligenza Artificiale, collaborando con centinaia di aziende per sviluppare e testare nuovi algoritmi e strumenti in modo sicuro.
Nei due anni trascorsi dal rilascio del chatbot ChatGPT di OpenAI, che ha scatenato un forte interesse globale per l’AI, il Dipartimento della Difesa ha destinato circa 670 milioni di dollari in contratti a quasi 323 aziende per vari progetti legati all’Intelligenza Artificiale. Questi numeri segnano un incremento del 20% rispetto al 2021 e al 2022, sia per il numero di aziende coinvolte che per il valore complessivo dei contratti.
Negli ultimi anni, il progresso nell’Intelligenza Artificiale ha iniziato a trasformare ogni settore della società e a riscrivere le regole del conflitto e della sicurezza internazionale. In questo articolo, esploreremo le implicazioni per la Difesa e analizzeremo come il Ministero della Difesa del Regno Unito (MOD UK) stia rivalutando le sue priorità alla luce del rapido sviluppo dell’AI e dell’AGI (Intelligenza Artificiale Generale). Questo tema non riguarda solo il futuro prossimo, ma avrà effetti strategici di vasta portata fino al 2050 e oltre, ridefinendo la natura della guerra e la sicurezza globale.
Palmer Luckey figura controversa, è considerato un visionario nel campo delle tecnologie emergenti, sia per quanto riguarda la realtà virtuale che le applicazioni militari avanzate.
Capitolo 1: la visione di Palmer
Era una mattina di primavera quando Palmer Luckey, il fondatore di Anduril, ricevette una chiamata cruciale. La sua azienda, nota per la sua innovativa piattaforma Lattice, era stata selezionata per collaborare con Microsoft su un progetto rivoluzionario: l’integrazione del software di Anduril con il sistema di visualizzazione IVAS dell’esercito degli Stati Uniti. L’obiettivo? Trasformare la guerra moderna attraverso la tecnologia.
La Sfida del 2025 tra Mobilità Militare e Minaccia Russa
La riflessione politica che emerge dal contesto internazionale attuale, in particolar modo riguardo alle forze armate europee, rivela diverse questioni di importanza strategica per l’Italia, la NATO e l’Unione Europea.
In un momento in cui la Francia si prepara a mettere alla prova la capacità del proprio esercito di rispondere rapidamente a una potenziale minaccia russa, il caso francese offre spunti di riflessione anche per il nostro paese, soprattutto alla luce di quanto discusso in ambito militare e geopolitico da fonti italiane.
Dataminr è una piattaforma di intelligenza artificiale specializzata nel rilevamento in tempo reale di eventi critici e rischi. Utilizza modelli avanzati di fusione multi-modale, che integrano diverse fonti di dati pubblici, come testi, immagini e dati da sensori, per generare avvisi tempestivi su eventi emergenti. Il sistema sfrutta oltre 50 modelli di intelligenza artificiale proprietari, supportati da una tecnologia chiamata ReGenAI, che aggiorna continuamente le informazioni in tempo reale.
Questa piattaforma è utilizzata da settori come sicurezza aziendale, pubblica sicurezza e media per rispondere a minacce in rapida evoluzione.
Un nuovo report dell’organizzazione WITNESS, intitolato “Audiovisual Generative AI and Conflict Resolution“, mette in evidenza i rischi associati all’uso dell’intelligenza artificiale generativa nei contesti di conflitto. Questo documento analizza come le tecnologie di sintesi mediatica possano influenzare negativamente i processi di pace e il panorama informativo, contribuendo a distorcere la realtà e a fomentare tensioni tra le popolazioni coinvolte.
Intervenuto in videoconferenza agli Stati Generali dell’Economia a Pescara, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che l’Intelligenza Artificiale “sarà fondamentale per la difesa e per tutti i nostri processi produttivi” facendo poi notare che “solo il 2%dei brevetti sono europei” mentre “il 61 per cento dei brevetti sulla sicurezza sono cinesi”.
Palantir ha ottenuto un contratto di 99,8 milioni di dollari per licenze utente per il sistema intelligente AI Maven, supporto software accessorio e hardware.
Maven, in particolare il Maven Smart System (MSS), è uno strumento avanzato di intelligenza artificiale (AI) sviluppato da Palantir Technologies per applicazioni militari. La sua funzione principale è quella di integrare e analizzare enormi quantità di dati provenienti da diverse fonti per migliorare la consapevolezza situazionale e il processo decisionale sul campo di battaglia.
I dirigenti di quattro importanti aziende tecnologiche statunitensi, ovvero Advanced Micro Devices (AMD), Intel, Texas Instruments e Analog Devices, sono stati convocati per testimoniare davanti a una commissione del Senato degli Stati Uniti. L’udienza, fissata per martedì 10 settembre, si concentrerà sull’uso dei prodotti di queste aziende negli armamenti russi, in particolare nel contesto della guerra in Ucraina.
“Queste quattro aziende sono state selezionate sulla base di resoconti pubblici riguardanti la ripetuta presenza dei loro prodotti nelle attrezzature militari russe e/o prove che i loro prodotti continuano a essere esportati in Russia nonostante i controlli sulle esportazioni”
nota del PSI .
Per la Santa Sede è della massima urgenza fornire un solido strumento giuridicamente vincolante che vieti l’uso delle cosiddette armi autonome letali oltre a stabilire, nel frattempo, una moratoria immediata sulla loro sviluppo e utilizzo. È questa, in estrema sintesi, la posizione del Vaticano riportata dall’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite e le Organizzazioni internazionali a Ginevra, nel suo intervento in occasione della seconda sessione del Gruppo di esperti governativi 2024 sulle tecnologie emergenti nel settore dei sistemi d’arma autonomi letali (Laws), che si è concluso ieri nella città svizzera.
Le recenti rivelazioni riguardanti l’accesso delle entità cinesi a tecnologie avanzate statunitensi tramite servizi cloud evidenziano un problema di sicurezza nazionale di portata significativa.
Secondo un rapporto di Reuters, alcune entità legate al governo cinese stanno utilizzando piattaforme di cloud computing offerte da giganti come Amazon Web Services (AWS) per accedere a chip avanzati e a capacità di intelligenza artificiale che altrimenti non potrebbero ottenere a causa delle rigide restrizioni alle esportazioni imposte dagli Stati Uniti.
Queste restrizioni, progettate per limitare l’accesso della Cina a tecnologie avanzate utilizzabili anche in ambito militare, sembrano essere aggirate attraverso l’utilizzo di servizi cloud, che attualmente non sono regolamentati allo stesso modo delle esportazioni dirette di prodotti e software.
L’esercito americano chiederà agli appaltatori di assisterlo nell’integrazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale nelle sue operazioni, ha riferito giovedì la pubblicazione di settore Defense One.
“Vogliamo adottare algoritmi generati da terze parti con la stessa rapidità con cui li state costruendo”, ha detto Young Bang, il principale vice segretario aggiunto dell’esercito per le acquisizioni, la logistica e la tecnologia, all’Amazon Web Services di Washington, DC, Mercoledì il vertice
Essendo uno dei maggiori consumatori di intelligenza artificiale e algoritmi, l’Esercito è pronto a collaborare con l’industria privata e a incorporare la più recente tecnologia proprietaria, ha riferito Defense One.