
In un settore in cui tutti sembrano correre, ma pochi sanno davvero dove stanno andando, l’annuncio di DeepSeek su V3.2-Speciale cade come una sassata nello stagno ipercompetitivo dell’intelligenza artificiale. L’ecosistema occidentale ha passato mesi a discutere di nuovi layer multimodali e fantasmagoriche architetture sparse tra San Francisco e Londra, convinto che il primato fosse un affare privato tra OpenAI e Google DeepMind. Poi arriva una start up cinese con hardware limitato, training FLOPs risicati e un budget che farebbe sorridere qualsiasi VC californiano, e dichiara con un aplomb quasi divertito di aver creato un modello che regge il confronto con Gemini 3 Pro. A questo punto qualcuno dovrebbe iniziare a chiedersi se la presunta superiorità infrastrutturale occidentale non sia diventata una scusa più che un fondamento.


