Di Raffaella (sync off) Russo
Purtroppo, si tratta di una mancanza o, per essere precisi, di una “lunga ma reversibile cecità degli occhi interiori”.
Introduzione
Ricordo una storia che la maestra Silvana, mia maestra delle elementari che ricordo con molto affetto, un giorno ci raccontò.
Ho sempre amato i racconti, ma questa storia mi colpì particolarmente. Sono solita richiamarla alla mente ancora oggi, quando, nell’affrontare nuove sfide, alcuni punti sfuggono alla comprensione e chiedere aiuto sembra essere un segno di debolezza e ignoranza quando, in realtà, sono índice di grande maturità, intelligenza e forza.
Il racconto è di Ivan Krylov ed e´ intitolato “La scimmia e gli occhiali”. Di seguito una traduzione del racconto originale :
Man mano che la vecchiaia si avvicinava
Per la scimmia sempre più difficile vedere diventava.
Ma, dagli umani aveva sentito, questo sventura non era così grave:
Semplicemente gli occhiali bisognava indossare.
Raccolse mezza dozzina di occhiali Li maneggiò in tutti i modi.
Se li mise sulla fronte,
Se li mise sulla coda,
Li annusò, lì leccò;
Con gli occhiali non cambiava niente.
“Speranze andate in fumo”, disse: ” E che sciocca ad ascoltare le chiacchiere degli umani:
Tutto ciò che si dice sugli occhiali è una bugia; sono inutili”.
La scimmia, triste e infastidita,
Ruppe gli occhiali deludenti con una pietra,
Ne rimasero solo le tracce luccicanti.
Per sfortuna, questo succede anche agli uomini che, non conoscendo il valore di qualcosa,
Per ignoranza, ne sottovalutano il senso;
o ai più fortunati e consapevoli che lo usano per perseguitare e bandire.
Mi sembra giusto porgere innanzitutto i miei omaggi e ringraziamenti alla bellissima storia di Ivan Krylov e all’altrettanto meritevole traduzione di Ivan Luden e fermarci con tutti voi ad osservarla ed analizzarla per cogliere da essa tutti gli spunti di riflessione assolutamente contemporanei che possiamo ricavare da essa.
Il Monkeyrisk
Cercheremo di scoprire nuovi aspetti guardando la storia di Ivran da un punto di vista HumanAnalytic e ci riferiremo al nostro parámetro di analisi come Monkeyrisk.
Il Monkeyrisk possiamo identificarlo come indice di “danno della morale” stessa.
Giallo o Rosso a seconda della deviazione del pensiero della “Scimmia” dalla realtà e dall’impatto che tale discostamento ha sulla società e sul bene della Scimmia stessa, come si evince anche dalla storia di Ivran.
Primo livello di Monkeyrisk
Il primo livello di Monkeyrisk può essere identificato agevolmente nel racconto. Questo livello di rischio lo potremmo definire “meno grave” dal punto di vista sociale poiché potremmo trovarlo addirittura razionale guardando al modello sociale.
Il punto di messa a fuoco è da identificare nella frase:
” E che sciocca ad ascoltare le chiacchiere degli umani: Tutto ciò che si dice sugli occhiali è una bugia; sono inutili “
Tracciando un parallelo con la narrativa tecnologica moderna, il rischio dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale con parte della società totalmente impreparata rispetto ad essa e non integrata nel discorso etico che la compone, evidenzia come una comprensione inadeguata, alimentata da un passaparola incompleto o errato, possa portare a un uso improprio o al rifiuto totale dell’AI, ponendole l’etichetta ingiusta di “bugia” o di “inutile”, come ogni giorno ascoltiamo.
Human Analyst power: on!
Essendo HumanAnalyst, possiamo servirci della psicologia comportamentale per guardare al nostro fenómeno e comprendere una frase che altrimenti potrebbe sembrare del tutto insensata e priva di fondamenta:
La povera Scimmia compra gli occhiali anche se non sa come usarli. Infatti, ne compra sei paia perché “, dagli umani aveva sentito, questo sventura non era così grave:
Semplicemente gli occhiali bisognava indossare e con questa nuova invenzione, anche lei, una Scimmia, avrebbe potuto vedere meglio”, un’occasione da non perdere per una Scimmia non vedente mentre tutti gli altri guardano, e LEI VUOLE ESSERE PARTE DEL GRUPPO di quelli che “vedono”.
Il senso di appartenenza è qualcosa di così forte per gli esseri umani, splendidi animali sociali, che sentirci parte di un gruppo ci spinge a comprare sei paia di occhiali per non esserne esclusi, anche se in realtà nemmeno abbiamo capito cosa sono in fondo questi occhiali.
E qui casca la Scimmia…!
La Scimmia, senza saperli usare, compra sei paia di occhiali ma di fatto, senza che nessuno la guidi, è una scimmia meno ricca che rimane tale, sottomessa all’uomo vedente, e questo lei lo sa, e, voglio dire: prendine pure un altro paio, guarda che sono proprio lì, anzi questo nuovo modello te lo regalo così magari inizi anche a volermi bene…
“Tutto ciò che si dice sugli occhiali è una bugia; sono inutili “
In questo caso, il nostro rischio è giallo. La tecnologia è sminuita, considerata inutile, non capita.
Confrontandolo con lo scenario che stiamo vivendo, possiamo metterlo in relazione con tutti quei casi in cui l’IA viene rifiutata perché, come esperti, non siamo riusciti a spiegare e forse a capire davvero come usarla al meglio.
La Scimmia, in questo caso, è ‘relativamente innocua’, potrebbe diventare un bel fiore se volesse o una brutta erbaccia.
I casi in cui questa tecnologia viene rifiutata e ritenuta inutile possono essere ricondotti ai casi in cui, come esperti e come società, non siamo riusciti ad integrare una parte del dipinto umano nel prodotto creato anche per loro, un prodotto che gli proponiamo adesso di acquistare e maneggiare per sentirsi parte del grande quadro che non hanno mai visto.
Non siamo riusciti a raggiungere persone che parlano semplicemente un’altra lingua e ne paghiamo lo smacco.
In questo articolo, per ora mi piace lasciare questo rischio come una scatola di Schrödinger per non trasformare questo testo in un trattato e spostarci insieme al secondo livello.
Secondo livello di Monkeyrisk
Il secondo livello di Monkeyrisk è qualcosa di più complesso e profondo, perché riguarda un’ignoranza che va più in profondità dell’ignoranza derivante dalla mancanza di istruzione.
Purtroppo si tratta di una mancanza o, per essere precisi, di una “lunga ma reversibile cecità degli occhi interiori“.
Abbiamo già visto anche questo in realtà, nelle biases del nostro fedele specchio ingrandente, ma abbiamo provato a romperlo con una pietra.
Continuiamo infatti a girare e rigirare gli occhiali perché quello che vediamo non ci piace e quindi continuiamo a dire di non veder nulla o che ciò che mostrano e´ una bugia.
In questo caso, le neuroscienze comportamentali entrano in gioco per dare un aiuto alla psicologia.
Il focus in questo caso deve essere spostato sulla frase:
“Ruppe gli occhiali deludenti con una pietra”
Il rischio più grave: l´ego
La Scimmia sa che così tanti uomini tessono le lodi degli occhiali e cosa fa?
Le distrugge in modo da non dover riconoscere con se stessa la sua ignoranza.
In questo caso il rischio è rosso.
La Scimmia Istruita, distrugge la geniale ed utile creazione che puo migliorarle la vita poiché “ferita nell’ego, non ha strumenti per gestire un’emozione tanto intensa”.
Da sempre così chiusa nel comprendere le sue emozioni e quelle degli uomini che la circondano, da saper gestire tutti gli attacchi dei predatori esterni ma non i più distruttivi, quelli che da sola continua a lanciarsi da sempre e che la condannano Scimmia in un mondo di Uomini.
È un tale paradosso.
________
Some human species, sadly, are the same:
A clueless boor would eagerly defame
A useful thing, regardless of its merit;
And if he happens to be born a magnate,
He’d use his power to persecute or ban it.
L’importanza di aprire le “scatole interiori”
Qui lasciare la scatola chiusa è un altro pericolo. Qui il pericolo è quello di perdere una vita consapevole, libera e degna di essere chiamata con questo nome.
Quando questo paradosso può rischiare di assumere estensioni tali da coinvolgere tutte le scimmie e le scimmiette future, comincia allora ad assumere la dimensione di pericolo di dramma umano e, a questo punto, lasciare le scatole chiuse diventa un atto di codardia che non possiamo permetterci se amiamo davvero la vita.
Dobbiamo aprire le nostre “scatole interiori” senza paura e renderci conto che ora dobbiamo essere più che mai umani, coraggiosi, collaborativi e follemente creativi.
Possiamo colorare i nostri mostri ormai se ci spaventano e farli ballare sotto note meravigliose; rappresentarli per quello che sono o scoprirli nel lungo viaggio della loro comprensione, prenderci cura di loro e di noi. E possiamo, proprio per la combinazione dell’uomo e della splendida tecnologia che abbiamo creato, se non rifiutiamo di prenderci le responsabilità che ne derivano e fare la nostra parte.
Possiamo possedere le migliori tecnologie in commercio, potere, denaro e fama ma se non siamo in grado di riconoscerci o di comprendere le dinamiche che guidano le nostre azioni, ci stiamo comportando come Cyber-Scimmie e il fatto di avere occhiali AI e chiamarci tutti i giorni Umani non ci farà di certo diventare tali. La conoscenza, la collaborazione e la voglia di mettersi in discussione, di imparare, chiedere dove non si sa e saper fermarsi e cambiare approccio quando non incontriamo la strada giusta sono gli unici davvero in grado di innalzarci dal livello di scimmie technologiche a quello di Uomini ed essere in grado cosi´ di saper prendere al momento giusto la decisione giusta per il bene nostro e della societa.
16/05/2024, Out of Touch Space
Raffaella Russo
References
Ivan Luden | Lyrics Translate traduzione storia Ivan K
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