“Un velo di tristezza ci pervade per la morte del caro papa Francesco, ma dal mondo sale un inno di ringraziamento a Dio per il dono di questo successore di Pietro, che ci ha guidati a riscoprire una Chiesa impegnata nel Vangelo della gioia e della misericordia, in cammino tra le strade del mondo e attenta al grido dell’umanità”. Accogliendo l’invito del Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, le Chiese in Italia pregano per Papa Francesco, morto lunedì 21 aprile alle 7.35.

Nel raffinato teatro dell’elezione papale, la massima più sussurrata nei corridoi vaticani è anche la più crudele: Chi entra papa in conclave ne esce cardinale.” Il conclave non è un talk show spirituale, non è un talent ecclesiale. È, almeno in teoria, l’ultimo baluardo di un potere che si pretende sacro, ispirato direttamente dallo Spirito Santo. In pratica? È un ibrido di diplomazia, tradizione, lobbying clericale e un pizzico di marketing morale.

Il funerale di Papa Francesco, morto a 88 anni, non solo chiude un’epoca quella di un pontefice che ha tentato di riformare la Chiesa a colpi di misericordia, piedi sporchi e periferie ma apre la porta alla più spietata partita a scacchi spirituale del pianeta. Chi siederà sul trono di Pietro? Nonostante la narrazione da santuario, c’è già la fila, e il campo è ben affollato. Rivista.AI lo ha chiesto a Divine Algorythm.