Il settore dei semiconduttori negli Stati Uniti è diventato un tema cruciale in vista delle elezioni presidenziali del 2024, con il Vicepresidente Kamala Harris e l’ex Presidente Donald Trump che hanno presentato approcci significativamente diversi per rilanciare la produzione domestica di chip. In un recente dibattito, Joe Albano, leader di un gruppo di investimento di Tech Cache, ha analizzato le strategie dei due candidati, evidenziando le complessità e le sfide legate a ciascuna proposta.
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OpenAI ha recentemente annunciato una partnership strategica con Broadcom e Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) per sviluppare i propri chip AI in-house. Questa mossa segna un cambiamento significativo nella strategia di OpenAI, che ha deciso di abbandonare il piano di costruire una rete globale di fonderie per concentrarsi sulla progettazione interna dei chip. La decisione è stata influenzata dai costi elevati e dai tempi lunghi associati alla costruzione di fonderie, portando l’azienda a formare un team di circa 20 ingegneri specializzati, tra cui esperti con esperienza nella progettazione delle Tensor Processing Units (TPU) di Google.
Uno dei terremoti più potenti degli ultimi 25 anni a Taiwan, 7,4 gradi di magnitudo, oltre a provocare il crollo di diversi edifici, diversi morti e il ferimento di numerose persone ha, tra le altre cose, interrotto la produzione di chip.
Le potenziali ripercussioni per l’industria tecnologica mondiale sono significative a causa del ruolo fondamentale che Taiwan svolge nella produzione di chip avanzati, che sono alla base di tutte le moderne tecnologie, dai pc agli smartphone, dai veicoli elettrici ai sistemi di Intelligenza Artificiale.
Aziende come TSCM Taiwan Semiconductor Manufactoring Co. e United Microelectronics Corp. che sono tra i più grandi produttori di chip avanzati per realtà come Nvidia e Apple hanno fermato la produzione nei propri stabilimenti che sono stati evacuati. Tecnicamente, con una produzione che va dall’80 al 90% dei chip di fascia alta, Taiwan rappresenta il tallone d’Achille dell’industria dei semiconduttori.
Da questo punto di vista se consideriamo che la totalità degli ordini di Nvidia sono gestiti da TSMC si capisce che anche brevi interruzioni della fornitura possono avere ripercussioni amplificate su tutto il settore dell’Intelligenza Artificiale. E la criticità non dipende solo da quanti stabilimenti sono o saranno effettivamente interessati dalla chiusura e per quanto tempo. Occorre anche considerare i danni che il sisma ha provocato alle infrastrutture di Taiwan e i potenziali effetti sulla logistica che potrebbe subire un contraccolpo.
E uno scenario già visto con le interruzioni nella catena di produzione dei chip causate dalla pandemia. Nonostante ciò, poco è stato fatto da parte dei Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa in primis, per risolvere questa criticità e delocalizzare da Taiwan la produzione di chip avanzati. Rischiamo, ora, di pagarne, ancora una volta, le conseguenze.
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