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Come evitare “un nuovo colonialismo digitale”
Non è possibile parlare di “AI per tutti” (la retorica di Google), di “AI responsabile” (la retorica di Facebook) o di “distribuire su larga scala” i suoi benefici (la retorica di OpenAI) senza riconoscere e affrontare onestamente gli ostacoli che si frappongono.
Ora una nuova generazione di studiosi sta sostenendo una “AI decoloniale” per restituire il potere dal Nord del mondo al Sud del mondo, dalla Silicon Valley alle persone. Per non rendere le Nazioni dipendenti e indebitate con le corporations e dipendenti tecnologiche dal silicio. La spesa ICT nel settore business in Italia ha raggiunto a fine 2023 quasi 39 miliardi di euro (secondo i dati Assintel) e di questo valore, una fetta intorno al 30% va “oversea“.
La nostra speranza è che questa articolo possa fornire uno spunto su come potrebbe essere l’Intelligenza Artificiale decoloniale e un invito alla riflessione, perché c’è molto altro da esplorare.
Sappiamo che l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo industriale. Tuttavia, in Italia, molti si chiedono come sia possibile finanziare questa nuova rivoluzione industriale se si è sommersi dai debiti.
Ristrutturazione del debito: prima di tutto, è importante affrontare la questione del debito, perché l’equazione è la seguente:
Debito = < Investimenti in AI
Una delle ragioni principali per prepararci un’altra ondata di crisi del debito italiano è che tutti i fattori che potrebbero consentire al bel Paese di ridurre il proprio debito si stanno ora muovendo nella direzione sbagliata.
Per il 2024 l’Italia prevede un debito pubblico in rapporto al Pil sostanzialmente stabile rispetto al 2023, rimanendo il secondo più elevato (140,1 per cento) dopo la Grecia (152,2 per cento), l’economia italiana è circa dieci volte più grande di quella della Grecia e ha un mercato dei titoli di Stato da 3mila miliardi di dollari. Se la crisi del debito greco del 2010 ha scosso i mercati finanziari mondiali, quanto potrebbe farlo una eventuale crisi del debito italiano oggi?
Quando si tratta di valutare le prospettive economiche italiane, faremo bene a ricordare il famoso :
Se qualcosa non può andare avanti per sempre, si fermerà.
Herb Stein:
Se mai questo aforisma è vero, lo è per quanto riguarda la continua capacità dei Governi in Italia di emettere una quantità sempre maggiore di debito per coprire il proprio deficit di bilancio. Ciò è particolarmente vero quando ci sono poche prospettive che l’Italia possa mai ridurre l’entità della sua montagna di debito pubblico.
Una delle ragioni principali per prepararci ad un’altra ondata di crisi del debito italiano è che tutti i fattori che potrebbero consentire al nostro Paese di ridurre il proprio debito si stanno ora muovendo nella direzione sbagliata. Ciò deve essere particolarmente preoccupante se si considera che il rapporto debito pubblico/Pil di oggi è pari al 145%, ovvero circa 20 punti percentuali in più rispetto al periodo della crisi del debito italiano del 2012.
Per pura questione aritmetica, i tre fattori che potrebbero migliorare il peso del debito pubblico di un Paese sono un sano avanzo di bilancio primario (la differenza tra la spesa pubblica e le entrate tributarie ed extra-tributarie al netto degli interessi da pagare sul debito), tassi di interesse più bassi e un ritmo più rapido di crescita economica. Sfortunatamente, nel caso attuale dell’Italia, tutti e tre questi fattori vanno nella direzione opposta.
Nel frattempo, lungi dallo sperimentare una rapida crescita economica, l’economia italiana sembra essere sul filo di un’altra recessione economica anche grazie alle conseguenze della stretta monetaria della BCE per riprendere il controllo dell’inflazione. Una simile recessione difficilmente ispirerebbe fiducia nella capacità dell’Italia di riuscire a ridurre il proprio debito. Senza contare che dall’adesione all’Euro nel 1999, il livello del reddito pro capite italiano è rimasto pressoché invariato.
Fino a poco tempo fa, il nostro Paese aveva avuto poche difficoltà a finanziarsi a condizioni relativamente favorevoli nonostante la montagna di debito pubblico. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che, con il suo programma quantitativo aggressivo, la BCE ha coperto quasi la totalità del fabbisogno netto di indebitamento italiano. Tuttavia, dal luglio 2023, la BCE ha completamente interrotto i suoi programmi di acquisto di obbligazioni. E ciò rende l’Italia molto più dipendente dai mercati finanziari per soddisfare le proprie esigenze di prestito.
Sfruttare le sovvenzioni e gli incentivi fiscali: l’Italia, come molti altri Paesi, offre una serie di sovvenzioni e incentivi fiscali per le aziende che investono in tecnologia e innovazione.
Secondo l’Osservatorio sulle politiche in materia di AI dell’OCSE, numerosi Paesi e territori, inclusa l’Unione Europea, hanno introdotto iniziative per le politiche sull’Intelligenza Artificiale .
Anche l’Italia ha fatto la sua parte, pubblicando tre piani programmatici multisettoriali nel 2020 e nel 2021.
Il primo è stato reso ufficiale dal Ministero dello Sviluppo Economico durante il Governo Conte II, mentre il secondo è stato diffuso congiuntamente dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Università e della Ricerca durante il Governo Draghi e per ultimo il piano annunciato dall’attuale Premier Meloni assieme al un coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.
Il fatto che siano stati necessari 3 piani in così poco tempo potrebbe essere attribuito all’instabilità politica dell’Italia e alla volontà del nuovo Governo di adattare le politiche sull’AI al nuovo contesto politico. In ogni caso, nel frattempo abbiamo nominato, ovviamente, 3 commissioni diverse, quindi abbiamo “parzialmente” ricominciato tutto da capo ogni volta.
Ora, ancora una volta il successo della nuova strategia nazionale dipende dall’attuazione di queste nuove iniziative, poiché sono strettamente interconnesse.
Sulla carta c’è un fondo da un miliardo sull’Intelligenza Artificiale. È forse questo l’investimento più atteso del piano industriale 2024-28 di Cdp Venture Capital sgr.
Ma quale è la situazione lato imprese?
In Italia, circa la metà delle grandi aziende (49%)
Osservatorio Artificial Intelligence
ha iniziato a riflettere sulle potenzialità e sugli impatti della Generative AI e il 17% ha già all’attivo
progettualità sul tema. Le piccole e medie imprese, invece, rimangono per lo più escluse dal percorso:
soltanto il 7% sta riflettendo su potenziali applicazioni e, ancor meno (2%) ha concretamente attivato
effettive sperimentazioni o iniziative.
Come faccio ad aumentare questi numeri senza ingenti investimenti pubblici, si controllati per non prendere scivoloni come per il super bonus, ma non iper burocratizzati?
Abbiamo a disposizione 1 miliardo contro i 7 della Germania e della Francia e guardando al Regno Unito, anche se fuori dall’UE, notiamo che è il terzo mercato di Intelligenza Artificiale al mondo dopo Stati Uniti e Cina, con una valutazione attuale di 21 miliardi di dollari, che si stima raggiungerà i mille miliardi di dollari entro il 2035.
Al di fuori dei confini UE notiamo altresì che la tecnologica locale di Israele si è affermata in prima linea nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, raggiungendo 11 miliardi di dollari di investimenti privati tra il 2013 e il 2022 (Mirae Asset), il quarto più alto al mondo.
Ovviamente gli Stati Uniti sono il paese più prolifico nella ricerca sull’Intelligenza Artificiale, con Macro Polo che rileva che quasi il 60% dei ricercatori di “alto livello” sull’Intelligenza Artificiale lavora per Università e aziende americane, e Mirae Assets che suggerisce che fino ad oggi sono stati raccolti 249 miliardi di dollari in finanziamenti privati.
Non ci sorprende infine che il secondo contributore più significativo alla ricerca sull’Intelligenza Artificiale al mondo sia la Cina, che ha l’11% dei ricercatori di alto livello impegnati sull’Intelligenza Artificiale (Macro Polo), 232 investimenti legati alle tematiche dell’AI nel 2023 e che ha raccolto 95 miliardi di dollari in investimenti privati tra il 2022 e il 2023 (sempre secondo i dati Mirae).
Sembrerebbe una battaglia con i fucili di legno a guardarla così, sia per il nostro Paese ma anche per l’UE nel suo complesso:
Guardando all’adozione da parte delle organizzazioni, circa 6 grandi imprese su 10 (61%) dichiarano di avere
Osservatorio Artificial Intelligence
all’attivo – almeno a livello di sperimentazione – progetti di Intelligenza Artificiale. L’adozione scende al 18%
tra le piccole e medie imprese (+3 punti percentuali rispetto al 2022). L’adozione nelle imprese è dunque
sostanzialmente stabile rispetto al 2022, ma ciò non deve essere letto in contrasto con la crescita del mercato.
Infatti, le aziende che avevano già avviato almeno una sperimentazione proseguono e accelerano.
Contrariamente alle aspettative, l’avvento della Generative AI non sembra aver influenzato il percorso di
avvicinamento all’AI di quelle aziende che non hanno ancora adottato la tecnologia: mentre per le aziende
più mature è il 33%
Anche se la strada per finanziare la rivoluzione dell’AI può sembrare ardua, ci sono molte strategie che possono essere adottate per navigare tra i debiti e finanziare l’innovazione. Con la giusta pianificazione e strategia, la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale può diventare una realtà anche per coloro che attualmente si trovano in una situazione di debito.
Per chi volesse guardarsi i numeri dell’AI in Italia c’è un’interessante Contributo dell’Osservatorio Artificial Intelligence all’Indagine Conoscitiva sull’Intelligenza Artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo italiano, che riportiamo sotto.
A voi le conclusioni.
Alla luce dell’intensificarsi dei preparativi per le imminenti Olimpiadi di Parigi, l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nei sistemi di sorveglianza stradale in tempo reale ha acceso, in Francia e non solo, un acceso dibattito sulle libertà civili e le preoccupazioni per la sicurezza.
In base ai piani, avanzati algoritmi di Intelligenza Artificiale saranno dispiegati attraverso le telecamere CCTV in tutta Parigi, mirati a rilevare attività sospette come bagagli abbandonati e folle inaspettate. Mentre i i gruppi per i diritti civili esprimono preoccupazioni riguardo all’eventuale violazione delle libertà individuali, i sostenitori argomentano che tali misure siano cruciali per garantire la sicurezza pubblica durante eventi di rilievo.
Il quadro normativo che consente la video sorveglianaza algoritmica è contenuto nell’articolo 7 della Legge sui Giochi Olimpici, approvato dall’Assemblea Nazionale con 59 voti favorevoli e 14 contrari, che autorizza l’uso della cosiddetta videosorveglianza “intelligente” , basata su algoritmi per analizzare le immagini catturate da telecamere o droni, al fine di rilevare automaticamente azioni e azioni potenzialmente rischiose.
Secondo la formulazione dell’articolo, le immagini ottenute avranno il solo scopo di rilevare “in tempo reale eventi predeterminati idonei a manifestare o rivelare tali rischi e di segnalarli”, mentre il riconoscimento facciale non sembrerebbe autorizzato.
Tuttavia, lo scetticismo persiste tra coloro che sostengono che la videosorveglianza alimentata dall’AI, anche senza il riconoscimento facciale, costituisca una significativa minaccia alla privacy e all’autonomia personale per il rischio che tali tecnologie possano consentire una sorveglianza di massa, erodendo i diritti degli individui all’anonimato e alla libertà di movimento negli spazi pubblici.
L’introduzione di tale tecnologia rappresenta comunque una novità nel continente europeo. In una lettera aperta, 38 organizzazioni europee della società civile sostengono che l’uso generalizzato della videosorveglianza guidata da algoritmi presenta un rischio significativo per le libertà individuali e civili e viola il diritto internazionale sui diritti umani.
Mentre il governo francese naviga in un equilibrio delicato tra la sicurezza e le libertà civili, ancora una volta la questione mette in evidenza l’importanza delle considerazioni etiche nell’adozione dei sistemi di AI che toccano temi come la privacy e le libertà individuali, che stanno plasmando i discorsi pubblici in vista delle Olimpiadi di Parigi.
L’uso della tecnologia di sorveglianza automatizzata è un tema controverso, proprio per il rischio che l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale possa rappresentare una nuova transizione nella sorveglianza di massa delle popolazioni civili. Questo perché l’uso di algoritmi nella videosorveglianza significa che il comportamento di chiunque venga filmato in uno spazio pubblico è costantemente analizzato e da qui al riconoscimento biometrico e facciale il passo è breve. Quello che è certo è che occorre trovare il giusto equilibrio tra i rischi per la sicurezza e la limitazione delle libertà civili.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato nella riunione di oggi, martedì 23 aprile 2024, il disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di Intelligenza Artificiale, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento.
Nel comunicato del Consiglio dei Ministri si legge che il disegno di legge individua criteri regolatori pensati per riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso.
Introduce, inoltre, norme di principio e disposizioni di settore che, da un lato, promuovano l’utilizzo delle nuove tecnologie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e della coesione sociale e, dall’altro, forniscano soluzioni per la gestione del rischio fondate su una visione antropocentrica.
In quest’ottica – continua ancora il comunicato del CdM – il disegno di legge non si sovrappone al Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale approvato lo scorso 13 marzo dal Parlamento Europeo, di prossima emanazione, ma ne accompagna il quadro regolatorio in quegli spazi propri del diritto interno, tenuto conto che il regolamento è impostato su un’architettura di rischi connessi all’uso della Intelligenza Artificiale.
Le norme intervengono in cinque ambiti: 1) la strategia nazionale; 2) le autorità nazionali; 3) le azioni di promozione; 4) la tutela del diritto di autore; 5) le sanzioni penali.
Si prevede, inoltre, una delega al governo per adeguare l’ordinamento nazionale al Regolamento UE in materie come l’alfabetizzazione dei cittadini in materia di AI (sia nei percorsi scolastici che in quelli universitari) e la formazione da parte degli ordini professionali per professionisti e operatori.
La delega riguarda anche il riordino in materia penale per adeguare reati e sanzioni all’uso illecito dei sistemi di Intelligenza Artificiale.
Le norme stabilite dal CdM prevedono inoltre che il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale debba basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo oltre che sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità.
Inoltre, si legge ancora nel comunicato, le norme specificano i principi che caratterizzano lo sviluppo e soprattutto la concreta applicazione nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo, della prevenzione del danno, della conoscibilità e della spiegabilità.
Si stabilisce che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni. Si introduce la necessità del rispetto della cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale. Si garantisce alle persone con disabilità il pieno accesso ai sistemi di intelligenza artificiale senza forme di discriminazione.
L’utilizzo dei sistemi di AI nei mezzi di comunicazione deve avvenire senza pregiudizio ai principi di libertà e pluralismo alla libertà di espressione e del diritto all’obiettività, completezza, imparzialità e lealtà dell’informazione.
In materia di sviluppo economico si promuove l’Intelligenza Artificiale nei settori produttivi da parte dello Stato e delle pubbliche autorità, per migliorare la produttività e avviare nuove attività economiche per il benessere sociale, nel rispetto principio generale della concorrenza nel mercato, dell’utilizzo e della disponibilità di dati ad alta qualità.
Infine, per quanto riguarda le disposizioni in materia di sicurezza e difesa nazionale, sono escluse dall’ambito di applicazione del provvedimento le attività svolte per scopi di sicurezza nazionale, per la cybersicurezza nazionale nonché quelle svolte per scopi di difesa dalle forze armate e dalle forze di polizia.
Per quanto riguarda i temi legati alla sanità e alla disabilità il testo approvato oggi in Consiglio dei Ministri prevede che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale non possa in alcun modo selezionare con criteri discriminatori condizionando e restringendo l’accesso alle prestazioni sanitarie. Prioritario è il diritto dell’interessato ad essere informato circa l’utilizzo di tali tecnologie.
Si promuove più in generale la diffusione dei sistemi di AI finalizzati all’inclusione, le condizioni di vita e l’accessibilità delle persone con disabilità. L’utilizzo dei sistemi di Intelligenza Artificiale in ambito sanitario deve lasciare impregiudicata la spettanza della decisione alla professione medica.
In tema di ricerca e sperimentazione scientifica si prevede che i trattamenti di dati, anche personali, eseguiti da soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro per la ricerca e la sperimentazione scientifica nella realizzazione di sistemi di Intelligenza Artificiale per finalità terapeutica e farmacologica, siano dichiarati di rilevante interesse pubblico.
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in materia di lavoro si applica il principio antropocentrico, chiarendo che l’AI può essere impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone in conformità al diritto dell’Unione europea.
Anche per il lavoro viene ribadito il principio di equità e non discriminazione, stabilendo che l’utilizzo dei sistemi di AI per l’organizzazione o la gestione del rapporto di lavoro non può in nessun caso essere discriminatorio.
Viene poi prevista l’istituzione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un Osservatorio sull’adozione dei sistemi di Intelligenza Artificiale. Per le professioni intellettuali, si stabilisce che il pensiero critico umano debba sempre risultare prevalente rispetto all’uso degli strumenti di Intelligenza Artificiale, che può riguardare solo le attività di supporto all’attività professionale. Per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente si è stabilito, inoltre, che le informazioni relative ai sistemi di AI utilizzati dal professionista debbano essere comunicate al cliente con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.
Il decreto regola poi l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel settore dell’attività della pubblica amministrazione per garantire il buon andamento e l’efficienza dell’attività amministrativa dando centralità al principio dell’autodeterminazione e della responsabilità umana.
Nell’amministrazione della giustizia l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale è consentito esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, quindi per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi. È sempre riservata al magistrato la decisione sull’interpretazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento inclusa la sentenza. Tra le materie di competenza esclusiva del tribunale civile si aggiungono le cause che hanno ad oggetto il funzionamento di un sistema di Intelligenza Artificiale.
All’ACN, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale viene demandato il compito di promuovere e sviluppare ogni iniziativa, anche di partenariato pubblico-privato, volta a valorizzare l’Intelligenza Artificiale come risorsa per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale.
Viene introdotta la Strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale, il documento che garantisce la collaborazione tra pubblico e privato, coordinando le azioni della pubblica amministrazione in materia e le misure e gli incentivi economici rivolti allo sviluppo imprenditoriale ed industriale.
Si istituiscono inoltre le Autorità nazionali per l’Intelligenza Artificiale, disponendo l’affidamento all’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) del compito di garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di AI.
Vengono poi previste misure di sostegno ai giovani sull’Intelligenza Artificiale. Tra i requisiti per beneficiare del regime agevolativo a favore dei lavoratori rimpatriati rientrerà l’aver svolto un’attività di ricerca nell’ambito delle tecnologie di Intelligenza Artificiale.
Nel piano didattico personalizzato (PDP) delle scuole superiori per le studentesse e gli studenti ad alto potenziale cognitivo potranno essere inserite attività volte alla acquisizione di ulteriori competenze attraverso esperienze di apprendimento presso le istituzioni della formazione superiore.
In termini di investimenti nei settori dell’Intelligenza Artificiale, della cybersicurezza e quantum computing, vengono confermati investimenti per un ammontare complessivo di 1 miliardo di euro, al fine di favorire lo sviluppo, la crescita e il consolidamento delle imprese operanti in tali settori. Tali investimenti sono effettuati anche mediante l’istituzione di uno o più fondi appositamente dedicati e mediante coinvestimenti di altri fondi gestiti da CDP Venture Capital Sgr.
In tema di tutela degli utenti e diritto d’autore viene prevista l’identificazione dei contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici prodotti da sistemi di Intelligenza Artificiale. Si prevedono misure, nell’ambito del ‘Testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi’, volte a favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di Intelligenza Artificiale nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici. Il contenuto che sia stato completamente o parzialmente generato, modificato o alterato dai sistemi di Intelligenza Artificiale, in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono, deve avere un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata con l’acronimo ‘IA’ o, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento. Fanno eccezione a tale marchiatura l’opera o un programma manifestamente creativo, satirico, artistico o fittizio, fatte salve le tutele per i diritti e le libertà dei terzi. Le misure attuative sono definite con specifico regolamento dell’AGCOM.
Nell’ambito della legge sul diritto d’autore si prevede inoltre una disciplina specifica per le opere create con l’ausilio di sistemi di Intelligenza Artificiale, assicurando l’identificazione delle opere e degli altri materiali il cui utilizzo non sia espressamente riservato dai titolari del diritto d’autore.
Per quanto riguarda invece il tema della disciplina penale il decreto prevede un aumento della pena per i reati commessi mediante l’impiego di sistemi di Intelligenza Artificiale, quando gli stessi, per la loro natura o per le modalità di utilizzo, abbiano costituito mezzo insidioso, o quando il loro impiego abbia comunque ostacolato la pubblica o la privata difesa o aggravato le conseguenze del reato.
Un’ulteriore aggravante è prevista per chi, attraverso la diffusione di prodotti dell’AI, prova ad alterare i risultati delle competizioni elettorali, come già avvenuto in altri Paesi europei.
Si punisce l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di Intelligenza Artificiale, atti a indurre in inganno sulla loro genuinità, con la pena da uno a cinque anni di reclusione se dal fatto deriva un danno ingiusto. Si introducono circostanze aggravanti speciali per alcuni reati nei quali l’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale abbia una straordinaria capacità di propagazione dell’offesa. Infine, attraverso apposita delega, il Governo è chiamato a prevedere: 1) strumenti tesi ad inibire la diffusione e a rimuovere contenuti generati illecitamente anche con sistemi di intelligenza artificiale, supportati da un adeguato sistema di sanzioni; 2) una o più autonome fattispecie di reato, punite a titolo di dolo o di colpa, nonché ulteriori fattispecie di reato, punite a titolo di dolo, dirette a tutelare specifici beni giuridici esposti a rischio di compromissione per effetto dell’utilizzazione di sistemi di intelligenza artificiale; 3) una circostanza aggravante speciale per i delitti dolosi puniti con pena diversa dall’ergastolo nei quali l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale incida in termini di rilevante gravità sull’offesa; 4) una revisione della normativa sostanziale e processuale vigente, anche a fini di razionalizzazione complessiva del sistema.
Google ha annunciato di aver sviluppato un nuovo modello di Intelligenza Artificiale per la generazione di previsioni meteorologiche su larga scala denominato SEEDS, Scalable Ensemble Envelope Diffusion Sampler, in grado di prevedere il meteo più velocemente e in grado di rilevare eventi meteorologici estremi in modo più tempestivo rispetto alle metodologie convenzionali basate sulla fisica.
SEEDS, strutturato in modo analogo ai modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT e agli strumenti di Intelligenza Artificiale generativa come Sora, si distingue per la capacità di generare numerosi insiemi di previsioni meteorologiche in maniera più rapida ed efficiente rispetto ai tradizionali modelli di previsione.
I risultati del team di ricerca sono stati documentati in un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances il 29 marzo scorso.
La previsione meteorologica si presenta come una sfida complessa, pproprio perché coinvolge numerose variabili che possono condurre a eventi meteorologici di portata devastante, quali uragani e ondate di calore. L’urgente necessità di prevedere con precisione tali eventi, specie in un contesto di mutamento climatico e frequenza crescente di eventi meteorologici estremi, sottolinea l’importanza vitale della previsione meteorologica precisa per la salvaguardia delle vite umane, consentendo alle persone di prepararsi adeguatamente ai potenziali effetti dannosi dei disastri naturali.
Attualmente, le previsioni meteorologiche basate sulla fisica integrano una vasta gamma di misurazioni per produrre una previsione finale, mediando molteplici modelli di previsione, o insiemi, che riflettono diverse combinazioni di variabili. Tuttavia, la maggior parte di tali previsioni risulta sufficientemente accurata per condizioni meteorologiche comuni, mentre la predizione di eventi meteorologici estremi rimane un’ardua sfida al di là delle capacità dei servizi meteorologici convenzionali.
Le attuali metodologie di previsione si avvalgono sia di modelli deterministici che probabilistici, introducendo variabili casuali nelle condizioni iniziali. Tuttavia, ciò comporta un aumento significativo del tasso di errore nel tempo, rendendo difficile la predizione accurata di condizioni meteorologiche estreme e future. Gli errori inattesi nelle condizioni iniziali possono impattare considerevolmente il risultato della previsione, poiché le variabili crescono in modo esponenziale nel tempo, e la modellazione di previsioni dettagliate comporta costi elevati. Gli studiosi di Google hanno stimato che sono necessarie fino a 10.000 previsioni in un modello per predire eventi con solo l’1% di probabilità di manifestarsi.
SEEDS adotta un approccio basato sull’utilizzo di misurazioni fisiche raccolte da agenzie meteorologiche, focalizzandosi sullo studio delle relazioni tra l’unità di energia potenziale per massa del campo gravitazionale terrestre nella media troposfera e la pressione a livello del mare, due parametri comunemente impiegati nelle previsioni meteorologiche. Questo approccio consente a SEEDS di generare un numero maggiore di insiemi di previsioni rispetto ai metodi tradizionali, sfruttando l’intelligenza artificiale per estrapolare fino a 31 insiemi di previsioni basati su uno o due “seeding” di previsioni utilizzati come dati di input.
L’intelligenza artificiale sta scuotendo Internet con le sue straordinarie capacità creative, evidenziate dalle immagini generate da piattaforme come Midjourney, Dall-E e Stable Diffusion. Queste rappresentazioni suscitano riflessioni sull’approccio “vedere per credere” per comprendere il potere dell’IA. E una volta accettata questa potenza visiva, non sorprende che l’IA sia altrettanto efficace nel dominio audio.
La musica, fondamentale per l’esperienza cinematografica, può essere generata e completata dall’IA. Registi come Gareth Edwards hanno sperimentato l’IA per comporre colonne sonore, ottenendo risultati sorprendentemente buoni. Sebbene possa non raggiungere l’eccellenza di artisti consolidati come Hans Zimmer, per i creatori emergenti un’IA che produce una colonna sonora decente può fare la differenza tra avere una colonna sonora e non averne affatto.
Come Photoshop ha rivoluzionato la grafica, l’IA offre nuove opportunità anche nella composizione musicale. Tutorial online permettono a chiunque, anche senza esperienza musicale, di creare la propria musica.
L’intelligenza artificiale non è limitata al visivo e all’audio, ma può anche abbattere le barriere linguistiche. Offrendo traduzioni in tempo reale, rende possibile la comprensione reciproca tra persone che parlano lingue diverse, aumentando la connessione umana anche attraverso video, testi e situazioni reali.
Vediamo alcuni esempi di come l’AI viene utilizzata nell’ambito audio:
- Riconoscimento automatico del parlato (ASR): Gli algoritmi di ASR utilizzano l’intelligenza artificiale per convertire il parlato umano in testo scritto. Questa tecnologia è utilizzata in assistenti vocali come Siri, Alexa e Google Assistant, nonché in applicazioni di trascrizione automatica per riunioni, interviste e altro ancora.
- Sintesi vocale: L’AI può essere utilizzata per generare voci sintetiche realistiche che possono leggere testo scritto ad alta voce. Questa tecnologia è utile per la creazione di audiolibri, assistenti vocali e applicazioni di accessibilità per persone non vedenti o ipovedenti.
- Riconoscimento musicale: Alcune applicazioni utilizzano l’AI per riconoscere canzoni in base al suono, consentendo agli utenti di identificare brani musicali in corso di riproduzione.
- Trascrizione automatica di brani musicali: Gli algoritmi di trascrizione musicale utilizzano l’AI per convertire brani musicali registrati in partiture musicali o spartiti.
- Editing e mastering audio: Alcuni software di editing audio utilizzano l’AI per migliorare la qualità del suono, rimuovere il rumore di fondo, normalizzare il volume e applicare altri effetti audio.
- Riconoscimento dell’umore e delle emozioni: L’AI può essere utilizzata per analizzare l’audio e identificare l’umore o le emozioni associate al parlato o alla musica. Questa tecnologia può essere utilizzata per scopi di analisi del feedback dei clienti, di valutazione dell’esperienza dell’utente e di analisi dei sentimenti sui social media.
- Generazione di musica e suoni: Alcuni algoritmi di intelligenza artificiale sono in grado di generare musica e suoni originali in base a modelli e stili esistenti. Questa tecnologia è utilizzata in composizione musicale assistita dall’AI e nella produzione di effetti sonori per film, giochi e altri media.
Chiamate telefoniche
- AICaller.io – AICaller è una soluzione per chiamate collettive automatizzate e semplice da usare che utilizza la più recente tecnologia di intelligenza artificiale generativa per attivare chiamate telefoniche per te e portare a termine le tue attività. Può eseguire operazioni come la qualificazione dei lead, la raccolta di dati tramite telefonate e molto altro. Viene fornito con una potente API, prezzi bassi e prova gratuita.
- Cald.ai – Agenti di chiamata basati sull’intelligenza artificiale per chiamate telefoniche in uscita e in entrata.
Discorso
- Eleven Labs – Generatore vocale AI.
- Assomiglia all’AI : generatore vocale AI e clonazione vocale per la sintesi vocale.
- WellSaid : converti testo in voce in tempo reale.
- Play.ht – Generatore vocale AI. Genera una voce realistica di sintesi vocale online con l’intelligenza artificiale. Converti testo in audio.
- Coqui – AI generativa per la voce.
- podcast.ai – Un podcast interamente generato dall’intelligenza artificiale, basato sull’intelligenza artificiale testo-voce di Play.ht.
- VALL-E X – Un modello linguistico codec neurale multilingue per la sintesi vocale multilingue.
- TorToiSe – Un sistema di sintesi vocale multi-voce addestrato con un’enfasi sulla qualità. #opensource
- Bark : un modello da testo ad audio basato su trasformatore. #opensource
Musica
- Loudly: Loudly è un’applicazione mobile che offre un servizio di riconoscimento musicale simile a Shazam. Gli utenti possono utilizzare l’app per identificare canzoni in corso di riproduzione semplicemente avvicinando il loro dispositivo mobile alla fonte del suono. Una volta identificata la canzone, Loudly fornisce informazioni dettagliate sul brano, come il titolo, l’artista, l’album e la possibilità di ascoltarlo direttamente dall’app o di acquistarlo.
- Suno: Suno è un’altra applicazione mobile che offre funzionalità simili a Loudly e Shazam. Gli utenti possono utilizzare Suno per identificare canzoni ascoltate in tempo reale o registrate in precedenza. Inoltre, Suno offre anche funzionalità sociali che consentono agli utenti di condividere le loro scoperte musicali con amici e seguaci attraverso la piattaforma.
- Harmonai : siamo un’organizzazione guidata dalla comunità che rilascia strumenti audio generativi open source per rendere la produzione musicale più accessibile e divertente per tutti.
- Mubert : un ecosistema musicale esente da royalty per creatori di contenuti, marchi e sviluppatori.
- MusicLM – Un modello di Google Research per generare musica ad alta fedeltà da descrizioni di testo.
Questo sono solo alcuni esempi, ormai nel mondo si contano piu’ di 2100 applicazioni AI con un tasso di crescita del 30% anno… il famoso Hype.
Microsoft ha recentemente introdotto VASA-1, un modello di intelligenza artificiale che produce video realistici di volti parlanti da una singola immagine statica e una clip audio.
Il modello è in grado di produrre video con una risoluzione di 512×512 pixel e una frequenza di 40 fotogrammi al secondo (FPS), con una latenza di soli 170 millisecondi sui sistemi GPU NVIDIA RTX 4090.
L’architettura del modello si basa su un approccio di diffusione.
A differenza dei metodi tradizionali che trattano le caratteristiche facciali separatamente, VASA-1 utilizza un modello basato sulla diffusione per generare dinamiche facciali e movimenti della testa in modo olistico. Questo metodo considera tutte le dinamiche facciali, come il movimento delle labbra, l’espressione e i movimenti degli occhi, come parti di un unico modello completo.
VASA-1 opera all’interno di uno spazio latente del viso districato ed espressivo, che gli permette di controllare e modificare le dinamiche facciali e i movimenti della testa indipendentemente da altri attributi facciali come l’identità o l’aspetto statico.
Il modello è stato addestrato su un set di dati ampio e diversificato, che gli consente di gestire un’ampia gamma di identità facciali, espressioni e modelli di movimento. Questo approccio di addestramento aiuta il modello a funzionare bene anche con dati di input che si discostano da ciò su cui è stato addestrato, come input audio non standard o immagini artistiche.
L’addestramento del modello prevede tecniche avanzate di districamento, che consentono la manipolazione separata delle caratteristiche facciali dinamiche e statiche. Ciò si ottiene attraverso l’uso di codificatori distinti per diversi attributi e una serie di funzioni di perdita attentamente progettate per garantire un’efficace separazione di queste caratteristiche.
VASA-1 è stato rigorosamente testato rispetto a vari benchmark e ha dimostrato di superare significativamente i metodi esistenti in termini di realismo, sincronizzazione degli elementi audiovisivi ed espressività delle animazioni generate.
Nonostante i risultati promettenti, la ricerca riconosce alcuni limiti del modello, come l’incapacità di elaborare le dinamiche di tutto il corpo o di catturare completamente elementi non rigidi come i capelli. Tuttavia, sono previsti lavori futuri per espandere le capacità del modello e affrontare queste aree.
L’Intelligenza Artificiale (AI) per immagini e video ha rivoluzionato molti settori, tra cui il riconoscimento di oggetti, l’analisi delle immagini mediche, la sorveglianza di sicurezza, la creazione di contenuti multimediali e molto altro. Ecco alcuni esempi di come l’AI viene utilizzata per immagini e video:
Altri esempi di Modelli in allegato
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CDP Venture Capital ha presentato l’acceleratore Frontech, un programma dedicato alla crescita e al sostegno delle startup che sviluppano soluzioni digitali innovative nei settori AI, Web 3.0 e metaverso.
Frontech, con un budget totale di 7 milioni di euro, offrirà ticket di investimento iniziali e investimenti successivi post-accelerazione. Il programma sarà gestito dai co-investitori Gellify e Cariplo Factory, con il supporto di partner istituzionali, tecnologici e aziendali, tra cui Fondazione Sardegna, Algorand, Microsoft, Bper, Banco di Sardegna e FPZ.
L’acceleratore si concentrerà sulle “tecnologie di frontiera”, come l’identità digitale, la blockchain, l’autenticazione della proprietà intellettuale, i modelli AI generativa, il gaming, la realtà aumentata/virtuale, l’arte digitale, la nuova editoria e altre aree che stanno attirando significativi investimenti globali e hanno il potenziale per trasformare interi mercati creando nuovi prodotti e servizi attraverso lo sviluppo di “agenti intelligenti”.
L’obiettivo dell’acceleratore Frontech è supportare 10 startup in fase seed e early stage ogni anno per tre anni, fornendo un investimento iniziale di 120.000 euro e un programma di accelerazione di sei mesi per accompagnare creatori, sviluppatori e founder nella costruzione dell’infrastruttura tecnologica e commerciale delle loro soluzioni dedicate a web 3.0, metaverso e AI generativa.
Le startup selezionate potranno usufruire di workshop, sviluppo di prodotti, attività di business development, supporto per la raccolta fondi e l’opportunità di implementare progetti di proof-of-concept con i partner aziendali di Frontech.
La call per la selezione delle prime 10 startup è aperta da oggi fino al 19 maggio 2023 sul sito www.frontechaccelerator.it. Il bando è aperto a startup italiane e internazionali interessate ad aprire una sede legale in Italia.
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Analizzare quali i risultati abbia raggiunto in Italia l’Intelligenza Artificiale e tracciare gli sviluppi futuri del settore promuovendo un confronto tra tutti gli stakeholder. È questo l’obiettivo del convegno “L’economia dei dati nell’Intelligenza Artificiale” organizzato oggi da Seeweb, durante il quale si sono alternati interventi di relatori istituzionali, del mondo della ricerca, dell’università e dell’imprenditoria.
Durante l’evento è stato presentato uno studio condotto da Seeweb sugli impatti economici dell’Intelligenza Artificiale nel nostro Paese e si sono discusse le strategie migliori per incentivare modelli italiani di Intelligenza Artificiale. L’obiettivo, assicurare il progresso tecnologico e la sostenibilità del nostro ecosistema al fine di raggiungere l’indipendenza tecnologica e garantire una governance etica al settore.
Il paper sottolinea la necessità di adottare misure di alto valore sistemico per promuovere lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale in Italia, riducendo al minimo gli impatti sul lavoro e potenziando le competenze nel paese. Le misure chiave identificate includono:
- La regolamentazione dell’accesso e del controllo dei dati utilizzati per l’addestramento dei sistemi di Intelligenza Artificiale;
- La prevenzione delle distorsioni e delle concentrazioni di mercato da parte delle piattaforme dominanti extraeuropee;
- Il sostegno alle aziende italiane attive nella filiera dell’Intelligenza Artificiale.
Sebbene queste misure da sole potrebbero non risolvere tutte le problematiche sollevate nel paper, sono considerate un punto di partenza fondamentale per progredire nella giusta direzione verso un mercato competitivo, aperto e sicuro per l’Intelligenza Artificiale in Italia.
“L’Intelligenza Artificiale ci accompagnerà per molto tempo al di là dell’hype del momento” ha spiegato Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb, che sottolinea poi come “sembra abbastanza chiaro oggi come si possa utilizzare IA per rendere più efficiente il lavoro, non abbiamo però altrettanto chiaro come sia possibile creare un’industria nazionale che possa avere un ruolo di attore. Il ruolo dell’industria del Paese non può essere solo quello di mettere a terra cose fatte da altri; è legittimo e vogliamo che esista ma dobbiamo anche pensare a una nostra capacità produttiva nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale”.
Nel corso della discussione, i relatori hanno affrontato una serie di tematiche cruciali riguardanti i rischi e le opportunità derivanti dall’uso dell’Intelligenza Artificiale e dalla loro integrazione nella società. Il Ceo di Seeweb, Antonio Baldassarra, su questo punto, ha evidenziato le sfide legate alla mancanza di comprensione e alla sottovalutazione degli impatti delle tecnologie emergenti.
Tra i relatori dell’evento, Massimo Chiriatti, Chief Technology e Innovation Officer di Lenovo, ha ribadito l’importanza di non cedere alla paura e all’esagerazione mediatica riguardo alle tecnologie, sottolineando i benefici che queste hanno portato storicamente all’umanità, dall’aumento dell’aspettativa di vita all’innalzamento dei livelli di benessere, evidenziando il ruolo fondamentale delle tecnologie nell’automatizzare attività pericolose e faticose, consentendo così un progresso civile.
Tuttavia, si e’anche invitato alla prudenza nel delegare alle macchine compiti umani, riconoscendo che la sostituzione completa dell’uomo non è auspicabile.
Nel panel finale si è anche posto l’accento sul futuro desiderabile per la società, auspicando che il Paese Italia diventi non solo attrattivo e produttivo, ma anche un luogo in cui l’innovazione e il rispetto siano alla base dello sviluppo.
Citando esperienze passate come quelle delle Baby Bells inegli Stati Uniti nel settore delle telecomunicazioni si è voluto evidenziare l’importanza di non ostacolare l’innovazione tramite monopolizzazioni, ma piuttosto di promuovere un uso consapevole delle tecnologie e un’industria nazionale forte e competitiva.
Infine, sono state sollevate questioni cruciali riguardanti gli investimenti pubblici nelle tecnologie emergenti. Su questo punto si è evidenziato come, nonostante l’importanza strategica di tali investimenti, una parte significativa dei finanziamenti pubblici a livello europeo venga indirizzata verso soggetti esterni all’Europa, alimentando quindi un circolo vizioso di dipendenza tecnologica.
A tale proposito si è auspicata una maggiore attenzione da parte delle istituzioni verso politiche di commesse pubbliche mirate a promuovere l’innovazione e lo sviluppo industriale all’interno del continente, con l’obiettivo di garantire una maggiore sovranità tecnologica e economica.
In conclusione dell’evento, i relatori hanno sottolineato la necessità di un approccio equilibrato e consapevole nei confronti delle tecnologie emergenti, affinché queste possano contribuire al progresso sociale ed economico senza compromettere la dignità e il benessere dell’umanità.
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L’adozione dell’Intelligenza Artificiale generativa potrebbe portare alle pubbliche amministrazioni in tutto il mondo benefici pari a 1.750 miliardi di dollari all’anno entro il 2033. È quello che emerge da uno studio di Boston Consulting Group, che sottolinea come l’AI generativa in Italia sarà in grado di aumentare la produttività della PA per circa 25 miliardi di dollari l’anno (circa 23,5 miliardi di euro).
Gli analisti di BSC hanno condotto un’analisi su 41.600 utenti abituali del web in 48 giurisdizioni a livello globale, in collaborazione con Salesforce.
Dal report, intitolato “Gen Ai: The Trust Multiplier for Government“, emerge che, sebbene molti cittadini si sentano a proprio agio con l’idea che il governo utilizzi l’Intelligenza Artificiale, sono due le principali fonti di preoccupazione: la velocità di implementazione e il potenziale impatto su posti di lavoro.
Gli italiani, in particolare, si dicono preoccupati principalmente per la perdita di posti di lavoro (36%) e per le capacità ad usare questi strumenti (30%), atteso che, in Italia, solo il 4% degli intervistati usa sistemi di AI almeno una volta al giorno rispetto ad una media internazionale del 16% (la percentuale più alta di utilizzo si registra nel Qatar con il 42%).
Per quanto riguarda l’Italia, il 48% degli intervistati dichiara di sentirsi a proprio agio nell’interagire con l’AI per accedere ai servizi governativi, ma più di un terzo non si fida dell’uso responsabile della tecnologia da parte dei governi.
Importanti anche le aspettative. Dal momento che il 74% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto problemi con i servizi digitali della PA negli ultimi due anni, la stessa percentuale, anzi leggermente superiore, il 75% si aspetta che grazie all’implementazione delle innovazioni tecnologiche e all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale anche nella PA la qualità arrivi ad essere al pari di quella delle aziende del settore privato.
L’intelligenza artificiale (AI) può svolgere diverse funzioni per migliorare la produttività e agire come assistente durante le riunioni. Ecco alcuni modi in cui l’AI può essere utilizzata in queste situazioni:
- Automatizzazione delle attività ripetitive, Analisi dei dati, Assistenza nella ricerca e preparazione, Trascrizione e riassunto delle riunioni, Traduzione istantanea, Rilevamento delle emozioni e coinvolgimento, Assistenza nelle decisioni.
Produttività
- Mem : Mem è il primo spazio di lavoro al mondo basato sull’intelligenza artificiale personalizzato per te. Amplifica la tua creatività, automatizza le attività banali e rimani organizzato automaticamente.
- Taskade : delinea attività, note, elenchi strutturati generati e mappe mentali con Taskade AI.
- Notion AI : scrivi note e documenti migliori e più efficienti.
- Nekton AI : automatizza i tuoi flussi di lavoro con l’intelligenza artificiale. Descrivi i tuoi flussi di lavoro passo dopo passo in un linguaggio semplice.
- Elephas : assistente personale di scrittura con intelligenza artificiale per Mac.
- Lemmy – Assistente AI autonomo per il lavoro.
- Generatore di formule di Fogli Google : dimentica le formule frustranti in Fogli Google.
- CreateEasily : strumento gratuito di conversione della voce in testo per creatori di contenuti che trascrive accuratamente file audio e video fino a 2 GB.
- aiPDF : l’assistente documentale AI più avanzato
- Riepilogo con AI : riepiloga qualsiasi PDF lungo con AI. Riepiloghi completi che utilizzano informazioni da tutte le pagine di un documento.
- Emilio – Smetti di affogare nelle email – Emilio dà priorità e automatizza le tue email, risparmiando il 60% del tuo tempo
- Pezzi : strumento di produttività abilitato all’intelligenza artificiale progettato per potenziare l’efficienza degli sviluppatori, con un copilota sul dispositivo che aiuta ad acquisire, arricchire e riutilizzare materiali utili, semplificare la collaborazione e risolvere problemi complessi attraverso una comprensione contestuale del flusso di lavoro degli sviluppatori
Assistenti alle riunioni
- Otter.ai : un assistente alle riunioni che registra audio, scrive note, acquisisce automaticamente diapositive e genera riepiloghi.
- Cogram : Cogram prende appunti automatici nelle riunioni virtuali e identifica le azioni da intraprendere.
- Sybill – Sybill genera riepiloghi delle chiamate di vendita, inclusi i passaggi successivi, i punti critici e le aree di interesse, combinando trascrizione e approfondimenti basati sulle emozioni.
- Loopin AI : Loopin è uno spazio di lavoro collaborativo per riunioni che non solo ti consente di registrare, trascrivere e riepilogare le riunioni utilizzando l’intelligenza artificiale, ma ti consente anche di organizzare automaticamente le note delle riunioni sul tuo calendario.
Il governo indiano, sotto la guida del primo ministro Narendra Modi, ha identificato l’Intelligenza Artificiale come una tecnologia strategica in grado di apportare cambiamenti trasformativi in tutti gli aspetti della vita del Paese. Coerentemente con questa visione ha lanciato la strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale, oltre ad una serie di altre iniziative per promuovere l’adozione dell’AI su diversi settori che includono la sanità, l’agricoltura, l’istruzione, le smart city, i servizi finanziari, la difesa, i trasporti e l’energia.
Certo, ci vorrà del tempo prima che l’India raggiunga i leader del settore come gli Stati Uniti e la Cina, ma è indubbio che l’Intelligenza Artificiale in India sia un panorama in forte espansione con un immenso potenziale di sviluppo. L’India ha approvato lo scorso mese di marzo un investimento di 103 miliardi di rupie (1,25 miliardi di dollari) in progetti di Intelligenza Artificiale, tra i quali è previsto lo sviluppo di infrastrutture informatiche e lo sviluppo di grandi modelli linguistici.
Il denaro verrà utilizzato anche per finanziare startup basate sull’intelligenza artificiale e per sviluppare applicazioni di Intelligenza Artificiale per il settore pubblico.
La città di Bangalore, la capitale dello stato indiano meridionale di Karnataka e centro dell’industria tecnologica del Paese, ospita attualmente il maggior numero di startup GenAI in India, che hanno raccolto complessivamente poco più di 590 milioni di dollari di finanziamenti.
Un recente rapporto pubblicato da EY stima che l’AI generativa potrebbe aumentare il PIL dell’India di 359-438 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita stimata tra il 5,9 e 7,2%. Gli impatti si farebbero sentire anche sui lavoratori. Si stima che oltre 16 milioni di dipendenti a tempo pieno in India avrebbero bisogno di riqualificarsi e di migliorare le proprie competenze a causa dell’automazione, soprattutto nei settori manifatturiero, agricolo, forestale e ittico. Ma anche settori come i servizi alle imprese, la finanza, la sanità e l’istruzione sarebbero impattati in modo significativo da questa trasformazione.
D’altra parte l’Intelligenza Artificiale non ridefinirebbe soltanto i vecchi lavori ma andrebbe a creare anche nuove opportunità. Le stime parlano di una crescita fino a 4,7 milioni di nuovi posti di lavoro legati all’adozione della nuova tecnologia nel settore manifatturiero, della vendita al dettaglio, dell’istruzione e dell’industria e della finanza.
L’istituzione di programmi nazionali per l’intelligenza come “Make AI for India” e “Make AI Work for India”, mirano a promuovere la collaborazione tra università e aziende nella ricerca e nello sviluppo di applicazioni pratiche di Intelligenza Artificiale in settori chiave come l’agricoltura, la sanità e le smart city. Al fine di aggiornare le skill di studenti e lavoratori, è stato poi lanciato il programma YUVAI (Responsible AI for Youth) che ha l’obiettivo di migliorare le competenze nell’area dell’Intelligenza Artificiale e le università e le aziende tecnologiche indiane stanno sviluppando programmi e certificazioni di Intelligenza Artificiale.
Iniziative come KissanGPT per l’agricoltura, PolicyGPT per le assicurazioni, GitaGPT per l’impegno culturale e BharatGPT per il supporto linguistico mostrano come l’Intelligenza Artificiale generativa possa essere in grado di gestire sfide specifiche, ottimizzando i processi e dando maggiore potere alle comunità indiane in generale. L’adozione diffusa di questi strumenti di Intelligenza Artificiale adattati alle esigenze specifiche dell’India racchiude un immenso potenziale di innovazione, progresso e sviluppo inclusivo dal basso verso l’alto.
La strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale mira a rendere l’India un leader nello sviluppo e nell’adozione dell’AI. L’obiettivo del Paese è quello di concentrarsi sulla creazione di infrastrutture digitali pubbliche per sostenere la crescita dell’Intelligenza Artificiale e gli investimenti in set di dati di formazione indigena per le lingue indiane. L’istruzione continua a essere una delle principali preoccupazioni in quasi tutti i Paesi in via di sviluppo. Le tecnologie di Intelligenza Artificiale in grado di impartire un’istruzione di qualità alla popolazione indiana, caratterizzata da una grande varietà linguistica, potrebbero rivelarsi, da questo punto di vista, molto utili anche in altri Paesi in via di sviluppo.
I recenti progressi nel campo dell’AI possono contribuire ad affrontare alcune sfide che l’India si trova a dover affrontare. Ad esempio l’adozione dell’Intelligenza Artificiale può contribuire a facilitare l’accesso al sistema sanitario da parte delle popolazioni che vivono in aree disagiate, può favorire una crescita finanziaria inclusiva per ampie fasce di popolazione finora escluse dai prodotti finanziari formali prodotti finanziari formali, può fornire consulenza in tempo reale agli agricoltori e contribuire ad affrontare i fattori imprevisti che rischiano di minacciare la produttività, così come essere utilizzata per favorire l’azione di infrastrutture intelligenti ed efficienti nell’ambito delle smart city per rispondere alle esigenze di una popolazione in rapida urbanizzazione.
Un altro aspetto delle potenzialità dell’India nell’acquisire un ruolo nel panorama più generale dell’Intelligenza Artificiale è la comprovata esperienza del Paese come fornitore di soluzioni tecnologiche per le aziende in outsourcing che potrebbe essere un modello da seguire anche per l’Intelligenza Artificiale come Servizio (AIaaS). Per inquadrare bene questa potenzialità basta considerare che il maggior numero di sviluppatori su GitHub, un servizio basato su cloud per lo sviluppo di software, proviene dall’India.
Le aziende IT indiane sono state pioniere nel portare prodotti e sviluppi tecnologici come soluzioni in tutto il mondo. Man mano che l’Intelligenza Artificiale matura e le applicazioni generalizzate diventano comuni, l’India potrebbe trarne vantaggio per quanto riguarda l’implementazione su larga scala.
Inoltre, la competenza indiana nel campo dell’IT, unita a opportunità come l’interoperabilità tra più lingue, fornisce l’impulso necessario per trovare soluzioni scalabili per problemi che hanno implicazioni globali, come la PNL.
Certo, stiamo parlando di analisi delle potenzialità. L’India non ha finora generato un impatto significativo nel settore dell’Intelligenza Artificiale e nessuna realtà indiana è emersa al punto da poter sfidare il dominio di grandi giganti del settore come OpenAI con GPT-4 e Google con Bard. Ma in quale altro Paese questo è successo? In ogni caso, l’India possiede un enorme pool di talenti per lo sviluppo di software e un mercato di consumo interno forte espansione che potrebbe consentire al Paese di diventare un importante fornitore di applicazioni di AI, non solo per il suo mercato interno in forte espansione, ma anche, come dicevamo per il mercato globale.
Tra l’altro, oltre a offrire opportunità uniche, l’India costituisce un terreno di gioco perfetto per le imprese e le istituzioni di tutto il mondo per sviluppare soluzioni scalabili che possono essere facilmente implementate nel resto delle economie emergenti e nei Paesi via di sviluppo. Questo vorrebbe dire l’apertura di infinite potenzialità. Proviamo ad esempio ad immaginare una soluzione avanzata basata sull’Intelligenza Artificiale in ambito sanitario, legata ad esempio alla diagnosi precoce della tubercolosi che è ancora oggi, una delle prime dieci cause di morte al mondo. Ecco, in questo caso una eventuale soluzione potrebbe essere immediatamente estesa sia agli altri Paesi del Sud-Est asiatico che ai Paesi dell’Africa. Occore tenere in considerazione peraltro che, oltre all’assistenza sanitaria, le tecnologie AI in altri settori, come l’agricoltura, l’istruzione e la mobilità, sono destinate a trasformare il mondo. La comunanza di problematiche relative ai settori sopra citati tra l’India e i Paesi in via di sviluppo costituisce un caso d’uso ideale per lo sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale che potrebbero essere adattate a più mercati.
Sempre analizzando la realtà indiana dal punto di vista delle potenzialità va anche tenuto conto che l’età media in India, che conta 1,4 miliardi di abitanti, è di 28 anni (contro quella Europea che è di 44 ). Secondo l’autorità indiana di regolamentazione delle telecomunicazioni (TRAI), l’India ha più di 790 milioni di utenti di banda larga mobile e la penetrazione di Internet continua ad aumentare. Si tratta di un dividendo demografico e tecnologico estremamente importante perché questa caratteristica specifica costituisce il substrato ideale per creare una vastissima base utenti per servizi e applicazioni di Intelligenza Artificiale. Che è un dato da non trascurare.
L’infrastruttura digitale pubblica in forte espansione, costituisce poi un terreno ideale per lo sviluppo di sistemi basati sull’AI anche se il problema maggiore al momento è rappresentato dal dilemma regolatorio.
Fino allo scorso anno il governo indiano ha sempre dichiarato che non avrebbe regolamentato l’Intelligenza Artificiale al fine di promuovere un ambiente favorevole all’innovazione con l’obiettivo di facilitare la corsa dell’India alla leadership legata alle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale.
Ora invece, con le elezioni alle porte (1) e con i principali partiti politici indiani che hanno iniziato ad utilizzare i deepfake nelle loro campagne, il governo Modi, che punta al terzo mandato, ha in parte cambiato idea, chiedendo alle aziende tecnologiche di ottenere il suo esplicito assenso prima di lanciare pubblicamente modelli o strumenti di Intelligenza Artificiale generativa.
Insomma, lo status emergente dell’India come potenza tecnologica, combinato con il suo panorama socioeconomico unico, la mette in una posizione favorevole per diventare il più grande utilizzatore di Intelligenza Artificiale al mondo entro la fine di questo decennio. Dalla semplificazione dell’istruzione al sostegno ai programmi di protezione sociale, l’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per penetrare profondamente nella società indiana, determinando un cambiamento ampio e significativo.
[1] Le elezioni indiane si terranno tra il 19 aprile e il 1° giugno 2024 quando, nell’arco di 6 settimane, saranno chiamati al voto più di 950 milioni di elettori. Il conteggio dei voti verrà effettuato il 4 giugno.
Nella battaglia epocale per il dominio dell’Intelligenza Artificiale si intravede un conflitto globale di proporzioni monumentali.
Ebbene si, nel cuore del XXI secolo, il mondo assiste a una competizione titanica tra le principali potenze mondiali per conquistare il primato nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale. E non si tratta semplicemente di un’altra gara tecnologica, ma di un confronto epocale che potrebbe plasmare il corso della storia per le generazioni a venire.
Già nel 2019, il segretario alla Difesa statunitense Mark Esper sollevò il velo su una realtà imminente. “Persone diverse mettono cose diverse al primo posto; per me è l’intelligenza artificiale”, ha detto durante l’udienza sulle sue principali priorità tecnologiche in risposta a una domanda da parte di Martin Heinrich, membro del SASC, il Comitato per i Servizi Armati del Senato, a cui è conferito il potere di controllo legislativo delle forze armate nazionali. L’Intelligenza Artificiale “probabilmente cambierà il carattere della guerra, e credo che chiunque la padroneggerà dominerà sul campo di battaglia per molti, molti, molti anni”, ha concluso Esper, riconoscendo l’enorme potenziale dei progressi nell’Intelligenza Artificiale e avvertendo che tali sviluppi avrebbero potuto rivoluzionare radicalmente la natura di eventuali futuri conflitti armati.
La sua visione su questo punto era molto chiara: la nazione che per prima avrebbe saputo padroneggiare questa tecnologia avrebbe goduto di un vantaggio decisivo sul campo di battaglia per molti anni a venire.
È in questo momento che la corsa all’AI ha preso forma, con gli Stati Uniti e la Cina nel ruolo di protagonisti principali di un nuovo dramma geopolitico.
Nel frattempo la Cina è riuscita a fare progressi significativi nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Il Pentagono stima che l’AI sviluppata dalla Cina sia ormai si vicina a quella americana. In molte aree, Pechino ha eguagliato o addirittura superato gli Stati Uniti, soprattutto nell’ambito delle applicazioni militari.
Già nel 2017 Pechino aveva avviato un piano nazionale specificamente rivolto all’intelligenza artificiale, il piano “A New Generation Artificial Intelligence Development Plan”, una strategia nazionale adottata al fine di “promuovere iniziative e fissare degli obiettivi per ricerca e sviluppo, industrializzazione, sviluppo dei talenti, istruzione e acquisizione di competenze, definizione di standard e regolamenti, norme etiche e sicurezza nel settore dell’intelligenza artificiale“.
Un esempio di questo progresso è stato osservato durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022 quando 520 droni hanno eseguito coreografie complesse e coordinate, sottolineando le capacità avanzate della Cina nell’Intelligenza Artificiale, nei contesti militari. Tant’è che la Cina oggi è il principale esportatore globale di droni da combattimento.
Come mostrano i dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), Pechino ha messo a segno un’intensa attività commerciale: ha “spedito almeno 282 droni da combattimento armati in 17 Paesi negli ultimi dieci anni. Nello stesso periodo gli Stati Uniti ne hanno esportati solo 12 in Francia e Gran Bretagna”.
Prima del 24 febbraio 2022 (data dell’invasione Russa dell’Ucraina), DJI una società tecnologica cinese con sede a Shenzhen, nel Guangdong, aveva esportato sia in Russia che in Ucraina, AeroScope, una piattaforma completa di rilevamento dei droni che identifica rapidamente i collegamenti di comunicazione degli UAV, monitorandone i dati e raccogliendo informazioni come lo stato del volo, i percorsi e altre informazioni in tempo reale.
Possiamo quindi dire che la Cina ha riconosciuto da subito che uno dei campi di battaglia chiave nella competizione con gli Stati Uniti sarebbe stata proprio l’Intelligenza Artificiale, il cui controllo potrebbe determinare il destino del primato globale nel XXI secolo. In questa lotta titanica, la Cina non intende rimanere indietro, ma anzi si propone di raggiungere e superare gli Stati Uniti nella corsa all’Intelligenza Artificiale.
Tuttavia, occorre considerare che l’Intelligenza Artificiale non è un’entità monolitica, ma piuttosto una sinergia di tre tecnologie fondamentali: algoritmi, potenza di calcolo e big data. Questi pilastri sono sorretti da microchip avanzati, che agiscono come il motore pulsante dell’AI.
In risposta alla crescente minaccia cinese nel campo della tecnologia dei microprocessori, gli Stati Uniti hanno intrapreso una serie di misure restrittive, cercando di soffocare il progresso tecnologico cinese e mantenere la loro supremazia.
Gli gli Stati Uniti hanno infatti vietato a giganti tecnologici come Huawei di stringere legami con società occidentali e hanno inserito aziende come Da-Jiang Innovations (DJI) nella loro Entity List, una sorta di lista nera commerciale.
Il Dictat e’ impedire alla Cina di accedere ai microchip avanzati necessari per alimentare l’Intelligenza Artificiale.
Il mondo dei semiconduttori è suddiviso in diverse categorie di aziende, ognuna con ruoli distinti e cruciali nel processo di produzione e progettazione dei circuiti integrati.
In primo luogo, ci sono le società IDM (Integrated Device Manufacturer), le quali non solo progettano ma producono i circuiti integrati all’interno dei loro stabilimenti. Tra le principali società IDM vi sono giganti come Intel e Texas Instruments negli Stati Uniti, Micron e SK Hynix in Corea del Sud.
In secondo luogo, ci sono le società cosiddette “Fabless”, che si concentrano esclusivamente sulla progettazione dei circuiti integrati, mentre la produzione è affidata a terzi.
Questo gruppo include nomi di rilievo come Qualcomm, NVIDIA e Broadcom negli Stati Uniti e MediaTek a Taiwan. Infine, ci sono le società di fonderie, che si dedicano esclusivamente alla produzione di semiconduttori per conto terzi, fornendo servizi alle aziende Fabless e alcune IDM.
Tra queste, il colosso mondiale è TSMC a Taiwan, seguita da Samsung in Corea del Sud, che svolge anche attività IDM, specialmente nel settore dei chip di memoria.
La “guerra dei chip” ha assunto una nuova rilevanza, soprattutto alla luce delle crescenti tensioni tra Cina e Taiwan. Quest’ultima peraltro, essendo sede di TSMC, è il più grande centro di produzione di chip al mondo.
Questo sforzo mirato a contenere la tecnologia cinese ha riguardato anche l’Europa: gli Stati Uniti hanno esercitato pressione sui Paesi Bassi affinché non cedessero la società ASML a Pechino, nonostante un accordo preesistente firmato quattro anni prima.
In risposta alle minacce cinesi e per proteggere le aziende che dipendono dalla fornitura dei chip, l’Unione Europea ha introdotto il “Chips Act”, un programma di incentivi del valore di 43 miliardi di euro per incoraggiare le aziende a stabilire fabbriche sul suolo europeo o in Paesi alleati.
Gli Stati Uniti hanno seguito l’esempio con un piano simile dal valore di 53 miliardi di dollari. Inoltre, l’amministrazione Biden ha proposto un’alleanza denominata “Chip 4”, coinvolgendo Stati Uniti, Taiwan, Giappone e Corea del Sud, mirata a garantire l’autonomia e la sicurezza dell’intera catena di produzione dei semiconduttori, con un obiettivo esplicito anti-cinese.
Questo approccio mirato ha lo scopo di privare la Cina delle componenti microelettroniche essenziali necessarie per la progettazione e lo sviluppo dell’AI. Senza accesso a questi componenti critici, Pechino sarebbe costretta a rallentare o addirittura interrompere lo sviluppo di hardware e software specifici per l’Intelligenza Artificiale, indebolendo così la sua posizione nel panorama globale della tecnologia.
La crescente incorporazione di software e sensori d’Intelligenza Artificiale nei sistemi d’arma contribuisce di fatto a ridisegnare i vecchi modelli di combattimento. Agli analisti militari cinesi non sono sicuramente sfuggite le difficoltà che la Russia sta incontrando nel confronto con le armi intelligenti del proprio avversario, come gli Himars o i cosiddetti droni kamikaze figli del nuovo programma “Replicator”.
Date le opportunità, i rischi e le minacce derivanti da questa nuova tecnologia, i Paesi membri della Nato hanno riconosciuto la necessità di trovare forme di cooperazione per fronteggiare fenomeni ritenuti “troppo vasti perché un singolo attore possa gestirli da solo”.
Il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg in un’intervista al Financial Times ha sottolineato che “per decenni gli alleati Nato hanno dominato nel segmento della tecnologia. Ma questo non è più così ovvio”. D’altra parte è stata proprio la superiorità tecnologica della Nato sul piano dell’Intelligenza Artificiale a permettere alle forze di Kiev di avere una percezione più limpida del campo di battaglia rispetto agli avversari.
Secondo un nuovo policy brief dello European Council on Foreign Relations (ECFR), gli analisti cinesi non considerano la guerra della Russia contro l’Ucraina come un grande punto di rottura con il passato, bensì come un’ulteriore manifestazione dell’annosa rivalità tra la Cina e gli Stati Uniti.
Il policy brief, intitolato “China and Ukraine: The Chinese debate about Russia’s war and its meaning for the world” presenta quattro lezioni chiave, tratte da oltre 30 interviste condotte off-the-record dagli autori con analisti ed esperti strategici cinesi provenienti dalle migliori università, da think tanks e da organi affiliati al Partito Comunista Cinese.
- Gli USA stanno usando la guerra in Ucraina per accerchiare la Cina, senza però riuscire a mobilitare il resto del mondo;
- La Cina ha più da guadagnare che da perdere stando dalla parte della Russia – e oggi è Mosca ad essere il junior partner di Pechino;
- La guerra in Ucraina non ha alterato le probabilità di un potenziale conflitto su Taiwan, ma le risposte occidentali stanno certamente influenzando il pensiero cinese;
- L’interdipendenza economica non proteggerà la Cina, che deve prepararsi alle sanzioni.
La corsa all’AI è diventata una lotta non solo per il dominio tecnologico, ma anche per il controllo delle risorse chiave che alimentano questa rivoluzione digitale. Il controllo dei microchip avanzati si è trasformato in un’arma geopolitica, utilizzata dalle potenze mondiali per influenzare il corso della competizione tecnologica e consolidare la propria supremazia nel settore dell’Intelligenza Artificiale.
Alcuni progetti nel campo dell’Intelligenza Artificiale rivestono una duplice funzione, poiché possono essere utilizzati sia per scopi civili che militari come nel caso della tecnologia AeroScope sviluppata da DJI, leader mondiale nel settore dei droni.
Ciò che emerge chiaramente è che la competizione per il dominio nell’Intelligenza Artificiale è non solo una sfida che coinvolge risorse umane, finanziarie e tecnologiche di vasta portata ma anche una competizione tra differenti sistemi sociopolitici e ideologici.
Se vogliamo, la corsa all’Intelligenza Artificiale è paragonabile alla corsa al nucleare del XX secolo e Pechino è determinata a non restare indietro rispetto agli Stati Uniti. Resta da vedere chi avrà la meglio in questa contesa.
Da questo punto di vista tuttavia, va anche considerato che la corsa all’Intelligenza Artificiale è una battaglia che va oltre i confini delle tecnologie di difesa e sicurezza. Le aziende cinesi, come Tencent, Alibaba e TikTok, dominano il mercato globale degli algoritmi e dei droni civili. Questo dominio non solo solleva interrogativi sulla sicurezza, ma suggerisce anche l’applicabilità potenziale dell’AI in una vasta gamma di settori, inclusi quelli civili.
Nonostante gli sforzi degli Stati Uniti per mantenere la loro supremazia nell’AI, la Cina sta guadagnando terreno.
La corsa all’AI tra Stati Uniti e Cina è diventata una guerra tra sistemi sociopolitici, con implicazioni che vanno ben oltre il campo tecnologico. In questo confronto titanico, solo il tempo ci dirà quali saranno le conseguenze.
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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale i rappresentanti delle Accademie nazionali delle scienze dei Paesi del G7, in occasione del S7 + SSH7 Academic Summit, dal titolo “Science for the Future. Challenges, Responsibilities and Opportunities”.
In rappresentanza dell’Accademia nazionale dei Lincei, organizzatrice della conferenza, erano presenti il Presidente Roberto Antonelli e il Vice Presidente Giorgio Parisi.
Dopo l’indirizzo di saluto del Prof. Antonelli, sono stati consegnati al Presidente Mattarella i documenti elaborati dalle Accademie delle scienze su sei grandi temi di interesse globale: Controllo degli Armamenti Nucleari, Salute, Scienza dei beni culturali, Agricoltura, Intelligenza artificiale, Disuguaglianze sociali.
Il presidente ha espresso la sua gratitudine agli illustri rappresentanti delle Accademie delle Scienze dei Paesi del G7 e delle Associazioni internazionali delle Accademie delle Scienze per il loro contributo prezioso in vista dell’incontro imminente del G7.
Ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto dalle Accademie nella tutela e promozione della scienza, e ha auspicato che le raccomandazioni e le considerazioni espresse durante l’incontro vengano accolte non solo dal G7, ma anche dal G20 e dalla comunità internazionale nel suo complesso.
Il presidente ha evidenziato diversi argomenti di grande rilevanza, tra cui la minaccia degli armamenti nucleari, la sicurezza alimentare, la tutela della salute, le diseguaglianze sociali e la povertà, nonché le implicazioni dell’Intelligenza Artificiale.
Ha sottolineato l’importanza di fare un uso positivo degli avanzamenti scientifici e di evitare utilizzi distorti e pericolosi.
Inoltre, ha richiamato l’attenzione sul patrimonio culturale come fonte di saggezza per l’umanità e ha esortato a mantenere un rapporto stretto con esso, come garanzia di progresso, benessere e pace per il futuro dell’umanità.
Il presidente ha concluso ringraziando nuovamente le Accademie per il loro prezioso contributo e augurando loro ogni successo nella loro attività.
Siamo lieti di darvi il benvenuto nella nostra nuova avventura: un Report Mensile dedicato all’esplorazione, all’analisi e alla discussione delle più recenti innovazioni nel mondo dell’Intelligenza Artificiale.
All’interno di questo Report, così come nel nostro sito web, ci impegniamo a esplorare l’AI in tutta la sua complessità e ricchezza, con l’obiettivo di offrire un quadro completo delle ultime tendenze, delle sfide emergenti e delle prospettive future dell’Intelligenza Artificiale, presentando analisi originali, interviste, recensioni approfondite e approfondimenti tecnici.
Ma cosa rende questo Report diverso dalle altre pubblicazioni sull’AI?
Innanzitutto, il nostro approccio interdisciplinare. L’Intelligenza Artificiale non può essere compresa solo attraverso una lente tecnologica: richiede una prospettiva ampia e inclusiva che abbracci anche aspetti sociali, etici, legali e culturali.
Pertanto, nei nostri Report, troverete contributi provenienti da vari campi, dalla scienza dei dati alla filosofia, dalla psicologia all’etica, dalla sostenibilità alle valutazioni geopolitiche. Tutto con uno standard di eccellenza e rigore scientifico.
Buona lettura.
L’Intelligenza Artificiale (AI) è una delle tecnologie più trasformative del
nostro tempo. Ha le potenzialità per migliorare la vita di miliardi di persone,
accrescere le capacità umane e risolvere alcune delle sfide più importanti che l’umanità si trova ad affrontare.
D’altra parte, l’AI ci pone di fronte a dei rischi e a delle sfide significative: l’impatto sociale, le incertezze legali, i limiti tecnici e i dilemmi etici sono
effetti dirompenti che vanno analizzati e studiati con attenzione per far si che l’Intelligenza Artificiale sia sviluppata e utilizzata in modo da rispettare la protezione dei diritti umani e promuovere il benessere della persona.
Per fare questo e per comprendere l’Intelligenza Artificiale e il suo vero potenziale, è necessario capire bene come funziona questa tecnologia e
quali sono le sue implicazioni per le persone, le aziende e la società in generale.
Questo White Paper intende fornire una panoramica completa e accessibile
dell’ecosistema dell’Intelligenza Artificiale, dai suoi fondamenti e metodi alle sue applicazioni e implicazioni.
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L’approccio all’Intelligenza Artificiale (AI) può essere paragonato al film “La strana coppia” del 1968, con Jack Lemmon e Walter Matthau1. Nel film, due amici con abitudini diametralmente opposte sono costretti a convivere: Felix Ungar (Jack Lemmon), maniacale dell’ordine e della pulizia, e Oscar Madison (Walter Matthau), disordinato e approssimativo (che, più o meno, potrebbe somigliare al sottoscritto).
Quando ci si approccia all’AI, spesso si devono cambiare le proprie abitudini di pensiero. Come Felix e Oscar che devono adattarsi l’uno all’altro per convivere, così chi si approccia all’Intelligenza Artificiale deve adattarsi a nuovi modi di pensare e di lavorare. L’AI, infatti, richiede un approccio basato su dati e algoritmi, piuttosto che su intuizioni personali.
Per i piu’ giovani Jack Lemmon e Walter Matthau hanno recitato insieme in numerosi film, formando una delle coppie più affiatate e amate del cinema americano. Tra i loro film più noti, oltre a “La strana coppia”, ci sono “Grumpy Old Men” e il suo sequel “Grumpier Old Men”, in cui interpretano due vicini di casa in età avanzata che si contendono l’amore della stessa donna. Questi film, come “La strana coppia”, sono caratterizzati da un umorismo pungente e da una grande alchimia tra i due attori, un po’ come quella che c’è tra me e l’altro co-founder di Rivista.AI.
Il primo passo per creare un’abitudine è renderla evidente. Quando si tratta di intelligenza artificiale, significa renderla facilmente accessibile e visibile nel tuo ambiente quotidiano. Ecco alcune idee su come rendere l’AI più presente nella tua vita:
- Aggiungete un pulsante ChatGPT al tuo Stream Deck;
- Inserite i vostri strumenti IA preferiti nella barra degli strumenti del vostro browser;
- Impostate il vostro strumento AI preferito come homepage del vostro browser;
- Posizionate ChatGPT sulla schermata iniziale del vostro telefono.
- Configurate un comando vocale Siri per attivare ChatGPT;
- Aggiungete un tag NFC alla scrivania che apre la tua app AI preferita quando viene toccato;
- Iniziate ogni giornata chiedendo al vostro strumento AI un riepilogo del vostro programma, aggiornamenti di notizie o di affrontare la prima attività nella vostra lista di cose da fare;
- Aggiungete un post-it sulla vostra scrivania con un promemoria divertente come “Claude è affascinante”.
Il prossimo passo è rendere l’abitudine attraente. Le abitudini tendono a persistere quando sono associate a emozioni ed esperienze positive. Ecco alcuni suggerimenti su come rendere l’uso dell’AI più piacevole:
- Durante una passeggiata di 30-60 minuti, dettare e-mail o attività a Otter AI;
- Mentre vi truccate, fate una conversazione completa con ChatGPT Voice;
- Usate Speechify per leggere ad alta voce gli articoli mentre siete in viaggio o mentre mangiate;
- Ogni mattina, mentre la colazione si sta riscaldando, affidate la vostra lista di cose da fare all’Intelligenza Artificiale.
Infine, rendete l’abitudine semplice. Ridurre l’attrito è fondamentale per formare abitudini durature. Ecco alcuni modi per semplificare l’uso dell’AI:
- Create una libreria di prompt precompilati o procedure operative standard (SOP) per gli strumenti o le attività di Intelligenza Artificiale più utilizzati;
- Usate assistenti ad attivazione vocale per accedere agli strumenti di Intelligenza Artificiale a mani libere, facilitando il multitasking;
- Usate strumenti di automazione basati sull’AI per semplificare le attività ripetitive;
- Installate la versione dell’app mobile per gli strumenti AI che utilizzate in modo da non doverli aprire nel browser;
- Integrate gli strumenti AI direttamente nelle piattaforme che già utilizzate, come Slack, Trello o client di posta elettronica;
- Create scorciatoie da tastiera per attivare strumenti o script AI.
Ricordate, la chiave per formare un’abitudine è la costanza. Quindi, iniziate da qualcosa di piccolo, rendetelo divertente e mantenetelo semplice!
Per rafforzare l’abitudine all’uso dell’Intelligenza Artificiale, è importante provare un senso di soddisfazione e realizzazione quando la si utilizza. È puro condizionamento umano. Occorre rinforzare il tuo comportamento.
Potete:
- Condividere i vostri risultati basati sull’Intelligenza Artificiale con la vostra rete;
- Condividere le creazioni IA sui social media e chiedere feedback;
- Creare un sistema di ricompensa per voi stessi (es: dopo aver risparmiato una certa quantità di tempo utilizzando l’Intelligenza Artificiale, potete prendere un maritozzo (se siete a Roma) con il caffè mattutino.
Il divario tra chi utilizza l’Intelligenza Artificiale e chi no si sta allargando in modo preoccupante. Come persona coinvolta nel campo dell’Intelligenza Artificiale, sto assistendo a questa tendenza e sono determinato a dare il mio contributo per colmare questo divario.
Non sto sostenendo l’uso dell’Intelligenza Artificiale per tutto (non inserite il vostro Codice Fiscale su ChatGPT!), ma sto esortando tutti a familiarizzare con questa tecnologia con la rapidità con la quale il nostro mondo si sta trasformando.
La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale non è solo alle porte: sta già rivoluzionando il mercato del lavoro. Ad esempio, l’AI sta già trasformando settori come la sanità, dove gli algoritmi di apprendimento automatico possono aiutare a diagnosticare malattie, e il settore finanziario, dove l’AI può prevedere le tendenze del mercato.
In futuro, l’esperienza con l’Intelligenza Artificiale diventerà un fattore chiave nelle decisioni di assunzione, promozione e persino nella creazione di ricchezza. Ad esempio, le aziende potrebbero dare la preferenza ai candidati con competenze in Intelligenza Artificiale, e coloro che sono in grado di utilizzare l’AI per migliorare l’efficienza o generare nuove idee potrebbero avere maggiori opportunità di avanzamento di carriera.
Se il messaggio di questa articolo e spero di Rivista.AI non è ancora chiaro, eccolo: più ci impegniamo con l’Intelligenza Artificiale, meglio saremo attrezzati per affrontare le sfide e le opportunità future.
Coloro che seguono questa Rivista hanno un vantaggio. Ricevere consigli pratici, approfondimenti reali e azioni concrete da intraprendere. Condividete pure queste informazioni con la vostra famiglia, i vostri amici e i vostri colleghi.
Iniziate in piccolo, rendetelo divertente e osservate come la vostra abitudine all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale cresca. Ad esempio, potreste iniziare a utilizzare un assistente virtuale per organizzare il vostro calendario o potreste iniziare a utilizzare strumenti di analisi dei dati basati sull’AI per migliorare le vostre decisioni aziendali. Ricordate, ogni piccolo passo conta!
Se questi suggerimenti sono stati in grado di cambiare il modo in cui utilizzate l’Intelligenza Artificiale, fatemelo sapere [mail: redazione@rivista.ai].
PS: la Redazione di Rivista.AI non ha nessuno accordo commerciale con gli esempi citati, se li he comperati…
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La Corea del Sud investirà quasi 7 miliardi di dollari nell’Intelligenza Artificiale entro il 2027, nel tentativo di diventare un leader globale nei semiconduttori all’avanguardia. Ad annunciarlo il Presidente Yoon Suk-Yeol durante un incontro con i rappresentanti di Samsung, SK Hynix, il gigante tecnologico Naver e la startup di chip Ai Sapeon.
“Il futuro dell’industria dei semiconduttori dipende dall’intelligenza artificiale“, ha dichiarato il Presidente Yoon, precisando che Seul investirà 9.400 miliardi di won (pari a 6,94 miliardi di dollari) nell’Intelligenza Artificiale e nei semiconduttori AI entro il 2027 e istituirà un fondo separato con una dotazione di 1.400 miliardi di won (circa 1 miliardo di dollari) per aiutare la crescita delle aziende innovative di semiconduttori AI.
La Corea del Sud ospita Samsung e SK Hynix, i due principali produttori al mondo di chip, inclusi quelli premium a larghezza di banda elevata (Hbm) utilizzati nell’hardware che alimenta l’Intelligenza Artificiale.
L’industria dei semiconduttori è un pilastro importante dell’economia della Corea del Sud che è focalizzata sulle esportazioni e Seul punta a diventare leader mondiale nella tecnologia AI e a conquistare il futuro mercato dei chip di Intelligenza Artificiale per il quale ha commentato Yoon “la competizione dei semiconduttori che si sta verificando oggi è una guerra industriale e una guerra totale tra le nazioni” in riferimento alla rivalità tra Stati Uniti e Cina, alimentata anche dalle recenti tensioni per Taiwan.
Microsoft investirà 2,9 miliardi di dollari in Giappone nei prossimi due anni, con l’obiettivo di potenziare i centri dati considerati essenziali per l’elaborazione dell’Intelligenza Artificiale generativa.
Lo anticipa l’agenzia Kyodo che cita fonti a conoscenza del dossier.
La società guidata da Satya Nadella prevede anche di aprire un centro di ricerca a Tokyo, il primo di questo tipo in Giappone, hanno detto le fonti, aggiungendo che l’annuncio sarà fatto a breve, in concomitanza con la visita del premier giapponese Fumio Kishida a Washington.
Per Microsoft sarebbe il maggior investimento nel Paese del Sol Levante mai realizzato fino ad oggi.
L’investimento, infatti, è parte del più ampio coinvolgimento di Microsoft nel programma governativo giapponese Generative AI Accelerator Challenge, coordinato dal ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria.
Un aspetto importante sarà la collaborazione con l’ufficio di gabinetto giapponese, mirata a “rafforzare la resilienza di cybersicurezza del governo, delle aziende e della società”, come previsto dalla strategia di sicurezza nazionale approvata nel 2022.
Inoltre, Microsoft Research Asia sta estendendo la propria leadership nella ricerca nella regione Asia-Pacifico con l’apertura di un laboratorio a Tokyo.
Il nuovo laboratorio si concentrerà su aree quali l’intelligenza artificiale incorporata, la robotica, l’intelligenza artificiale sociale e la scoperta scientifica, in linea con le priorità socioeconomiche del Giappone.
Microsoft fornirà 10 milioni di dollari in sovvenzioni in risorse nei prossimi cinque anni all’Università di Tokyo e alla partnership sulla ricerca sull’intelligenza artificiale tra la Keio University e la Carnegie Mellon University per promuovere una migliore collaborazione nella ricerca.
Immagine da sinistra a destra: Fumio Kishida, Primo Ministro del Giappone; Brad Smith, vicepresidente e presidente di Microsoft; Suzanne P. Clark, Presidente e CEO, Camera di Commercio degli Stati Uniti; Rahm Emanuel, ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone; Miki Tsusaka, Presidente, Microsoft Giappone.
Annunciato per la fine di marzo, arriva finalmente la bozza del disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale promessa dal Governo italiano che “reca principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e modelli di intelligenza artificiale”, “promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunità” e “garantisce la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali dell’intelligenza artificiale”.
Il disegno di legge è composto da 25 articoli, divisi in cinque capitoli: stabilisce la creazione di una fondazione, introduce un “tag” anti-deep fake per certificare il falso e un’aggravante per l’AI nel codice penale, fissa i fondi dedicati alla causa (150 milioni) e prevede un controllo a due dell’Agenzia per l’Italia digitale e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
All’art.17 del testo si legge che la “strategia nazionale per l’intelligenza artificiale è predisposta e aggiornata dalla struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri competente in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale ed è approvata con cadenza almeno biennale dal Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd)”.
L’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di Intelligenza Artificiale sono stabilite in capo all’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) definite “Autorità nazionali per l’Intelligenza Artificiale”.
Nello specifico, l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) “è responsabile di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale” e “provvede altresì a definire le procedure e ad esercitare le funzioni e i compiti in materia di valutazione, accreditamento e monitoraggio dei soggetti incaricati di verificare la conformità dei sistemi di intelligenza artificiale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea”.
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), invece, “ai fini di assicurare la tutela della cybersicurezza nazionale, è responsabile per la vigilanza, ivi incluse le attività ispettive e sanzionatorie, dei sistemi di intelligenza artificiale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea. L’ ACN è, altresì, responsabile per la promozione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale relativamente ai profili di cybersicurezza”.
Nel ddl è anche prevista l’istituzione di una Fondazione per la ricerca, la sperimentazione, lo sviluppo e l’adozione di sistemi di intelligenza artificiale.
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Focus su Intelligenza Artificiale e Cybersecurity, con investimenti complessivi di 8 miliardi di euro, di cui 1 dedicato all’AI, per supportare lo sviluppo dell’economia e dell’innovazione italiana: queste le principali novità del Piano Industriale 2024-2028 di CDP Venture Capital appena presentato a Milano dalla Presidente Anna Lambiase e dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Agostino Scornajenchi.
Il focus è concentrato su 7 settori industriali ritenuti strategici per il futuro del Paese:
- Industry Tech;
- Infra Tech & Mobility;
- Agrifood Tech;
- Clean Tech;
- Aerospazio;
- Lifescience;
- Intelligenza Artificiale.
All’Intelligenza Artificiale, come aveva anticipato lo scorso mese di marzo la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sono dedicate risorse per 1 miliardo di euro su 3 ambiti specifici:
- 120 milioni di euro dedicati al trasferimento tecnologico, anello di congiunzione tra ricerca universitaria e mercato;
- 580 milioni di euro di investimenti in startup con applicazioni settoriali per rafforzare gli attori già esistenti;
- 300 milioni di euro di investimenti in aziende mature pronte a scalare all’estero e diventare i futuri campioni nazionali.
In merito a quest’ultimo punto Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Cdp Venture Capital ha commentato “abbiamo un silver bullet da 300 milioni di euro per una, due o tre operazioni di concentrazione. Dobbiamo supportare il nostro sistema in modo tale che faccia nascere un campione nazionale dell’Intelligenza Artificiale, dobbiamo fare massa critica su questo ambito e questa fase specifica di investimento sul nostro comparto large venture sarà dedicata a questo“.
Adesso il tema vero è il seguente: 1 miliardo di euro come investimento Paese è sufficiente per far si che l’Italia possa giocare un ruolo significativo nel panorama dell’Intelligenza Artificiale?
Gli investimenti nelle startup italiane hanno subito un duro colpo nel 2023, con una drastica diminuzione del 50% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati elaborati da Italian Tech, gli investimenti in venture capital si sono attestati a 1,15 miliardi di euro. Questo rappresenta un calo significativo rispetto ai 2,39 miliardi del 2022 e ai 1,3 miliardi del 2021.
Ecco alcuni punti chiave riguardanti gli investimenti nelle startup italiane nel 2023:
Ammontare degli investimenti: a dicembre 2023, sono stati investiti 87,4 milioni di euro in startup, distribuiti in 9 aumenti di capitale, portando il totale annuale a 1,15 miliardi;
Numero di deal: nel 2023, sono stati conclusi 173 deal, rispetto ai 202 del 2022 e ai 165 del 2021;
Settori in crescita: i settori che hanno ricevuto maggiori investimenti includono medtech, cleantech, biotech e tecnologie applicate al lavoro HR.
Distribuzione territoriale: La Lombardia ha mantenuto il ruolo di leader con il 39,3% degli investimenti totali, seguita dal Piemonte al secondo posto con il 12%.
Ulteriori dettagli sugli investimenti nelle startup italiane nel 2023:
- Investimenti per fase di sviluppo:
- Seed stage: gli investimenti in questa fase sono stati di circa 200 milioni di euro, con 41 deal conclusi;
- Early stage: in questa fase, gli investimenti hanno raggiunto circa 600 milioni di euro, con 80 deal;
- Growth stage: gli investimenti in startup in questa fase sono stati di circa 350 milioni di euro, con 52 deal;
- Settori specifici:
- Medtech: le startup medtech hanno ricevuto circa 150 milioni di euro di investimenti;
- Cleantech: questo settore ha ottenuto circa 100 milioni di euro;
- Biotech: le startup biotech hanno ricevuto circa 80 milioni di euro;
- Tecnologie applicate al lavoro HR: questo settore ha ricevuto circa 70 milioni di euro;
- Investimenti esteri:
- Nonostante la diminuzione complessiva degli investimenti, alcune startup italiane hanno attirato l’attenzione di investitori stranieri. Ad esempio, D-Orbit ha ricevuto un investimento di 100 milioni di euro da SpaceX;
- Sfide e opportunità:
- La riduzione degli investimenti rappresenta una sfida per le startup italiane, ma ci sono ancora opportunità per l’innovazione e la crescita;
- Le aziende italiane dovrebbero concentrarsi sulla diversificazione delle fonti di finanziamento, cercando anche investitori internazionali;
- La collaborazione tra startup, università e istituzioni può favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni.
Ci sono piaciute: Hiro Robotics, SunCubes , Nutriafrica, Cap_able, Displaid, Soundsafe Care, Foreverland, Newtwen, Levelquantum, Aindo.
Ecco alcune informazioni sulle startup italiane menzionate:
- Hiro Robotics: si occupa del riciclaggio di rifiuti elettronici utilizzando robotica e intelligenza artificiale. Il loro sistema robotico modulare consente di trattare oltre 60 monitor e TV all’ora, garantendo il 99% di recupero di materiali preziosi dai rifiuti elettronici;
- Soundsafe Care: questa startup combina ultrasuoni e robotica per disrupt i metodi convenzionali di chirurgia. La loro tecnologia permette un trattamento chirurgico preciso grazie alla robotica e completamente non invasivo grazie agli ultrasuoni;
- Aindo: fondata nel 2018 e con sede nell’Area Science Park a Trieste, Aindo propone una soluzione che analizza i dati aziendali per creare dati sintetici. Questi dati sintetici sono considerati una delle migliori soluzioni per affrontare la carenza di dati su cui addestrare l’intelligenza artificiale.
Queste startup stanno contribuendo all’innovazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale e della robotica in Italia
In sintesi, nonostante le difficoltà, il panorama delle startup italiane continua a essere dinamico e promettente, con alcune aziende che si distinguono per la loro resilienza e capacità di adattamento.
In sintesi, la riduzione degli investimenti di venture capital rappresenta una sfida per le startup italiane, ma alcune aziende continuano a ottenere finanziamenti e a innovare nel panorama imprenditoriale.
Quando Alibaba Group si è quotato in borsa alla Borsa di New York il 18 settembre 2014, il CEO Jack Ma ha detto dell’IPO da 25 miliardi di dollari da record: “Quello che abbiamo raccolto oggi non è denaro, è fiducia”.
Alibaba sta tagliando i prezzi per i suoi clienti cloud a livello globale fino al 59%, in un contesto di crescente concorrenza per respingere i rivali e attirare sviluppatori di software AI, ha riferito Reuters.
Il colosso tecnologico cinese ha affermato che i prodotti relativi all’informatica, allo storage, alla rete, ai database e ai big data vedranno in media una riduzione dei prezzi del 23%, aggiunge il rapporto di Reuters .
Queste riduzioni di prezzo riguardano circa 500 specifiche di prodotti cloud e gli sconti sono ora disponibili per i clienti in 13 regioni, tra cui Giappone, Indonesia, Emirati Arabi Uniti e Germania, ha riferito Bloomberg News .
Questa è la terza volta che l’azienda riduce i prezzi nell’ultimo anno.
A febbraio, Alibaba ha dichiarato che avrebbe effettuato una forte riduzione dei prezzi per i suoi servizi cloud, con l’obiettivo di recuperare utenti da concorrenti come Tencent , che competono per fornire gli strumenti necessari per addestrare l’intelligenza artificiale .
I giganti della tecnologia cinese Alibaba Group Holding e Tencent Holdings hanno investito congiuntamente 2,5 miliardi di yuan (342 milioni di dollari) in Zhipu, una startup di intelligenza artificiale con sede a Pechino .
Alibaba e Tencent, insieme ad altre importanti aziende cinesi come Ant Group, Xiaomi e Meituan, stanno supportando Zhipu nella sua missione di sviluppare alternative nazionali al ChatGPT di OpenAI .
Zhipu è tra le numerose startup cinesi che stanno lavorando attivamente su tecnologie di intelligenza artificiale generativa, con l’obiettivo di competere con attori riconosciuti a livello globale come OpenAI e Google.
Pochi giorni dopo l’annuncio di Alibaba, anche JD.com ha dichiarato che avrebbe tagliato i prezzi del cloud computing.
JD.com ha recentemente annunciato il lancio della sua iniziativa Spring Dawn migliorata, una solida suite di soluzioni per i commercianti di terze parti per aumentare i ricavi, inclusi nuovi servizi di intelligenza artificiale progettati per ridurre i costi operativi dei commercianti fino al 50%.
Dal suo lancio iniziale nel gennaio 2023, l’ iniziativa Spring Dawn è stata un catalizzatore di crescita, aumentando di 4,3 volte il numero di commercianti terzi sulla nostra piattaforma. Mentre ci avviciniamo all’accoglienza del nostro milionesimo partner commerciale, siamo entusiasti di lanciare la fase successiva dell’iniziativa.
Le riduzioni dei prezzi segnano le mosse aggressive di Alibaba per stare al passo con i rivali, tra cui Tencent e Baidu, nel business del cloud, e rischiano di iniziare una guerra dei prezzi in un settore già fortemente competitivo.
Secondo il rapporto di Reuters, gli attuali tagli dei prezzi rappresentano l’ultimo sforzo di Alibaba per attirare gli sviluppatori a creare modelli e applicazioni di intelligenza artificiale ad alta intensità di dati utilizzando i servizi cloud dell’azienda.
Lo scorso novembre, Alibaba ha annullato il progetto di spin-off del suo Cloud Intelligence Group, noto anche come Aliyun. La società ha affermato che l’espansione delle restrizioni statunitensi sull’esportazione di chip informatici avanzati ha creato incertezze sulle prospettive del business del cloud. Successivamente, Alibaba ha avviato un rinnovamento del business del cloud computing, coinvolgendo, tra le altre cose, veterani in nuove posizioni di leadership.
L’intelligenza artificiale ha il potenziale per trasformare vari settori, dai trasporti ai media e alla finanza, e potrebbe guidare una nuova fase di crescita economica.
Tuttavia, la tecnologia ha anche applicazioni militari e governative, il che potrebbe complicare ulteriormente il già teso rapporto tra Washington e Pechino.
In questo articolo condivideremo statistiche sulle dimensioni del mercato e su come le aziende utilizzano l’Intelligenza Artificiale per migliorare l’esperienza del cliente e risparmiare denaro, oltre a fornire uno sguardo su ciò che il futuro potrebbe riservarci in un mondo di AI.
Statistiche sulla strategia di intelligenza artificiale del governo #
Nel marzo 2017, il Canada ha lanciato la prima strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale al mondo. 5 anni dopo, a dicembre 2022, quasi un terzo dei governi globali (62 paesi) aveva implementato un approccio simile.
In base all’analisi delle strategie governative di Intelligenza Artificiale per Paese emerge che, tra il 2019 e il 2023, il governo degli Stati Uniti ha investito di più nell’AI, rispetto ad altri paesi, con quasi 328 miliardi di dollari. Si tratta di circa 195 miliardi di dollari in più di quanto investito nello stesso periodo dalla Cina, che si posiziona al secondo posto al mondo in termini di investimenti nel settore.
Gli investimenti di entrambi i Paesi fanno impallidire il valore di 25,5 miliardi di dollari investiti nello stesso periodo dal Regno Unito, terzo classificato nella classifica, con quasi 13 volte meno il volume totale degli investimenti fatto dagli Stati Uniti.
Una ripartizione delle statistiche sugli investimenti pubblici nell’AI per Paese #
Paese | Somma degli investimenti negli ultimi 5 anni (milioni di dollari) | Investimenti negli ultimi 5 anni (per mille dollari di PIL) | Investimenti negli ultimi 5 anni, come percentuale degli investimenti negli Stati Uniti (per mille dollari di PIL) |
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Singapore | 7.005 | 15.01 | 116,30 |
Svezia | 8.281 | 14.13 | 109,53 |
Stati Uniti | 328.548 | 12.90 | 100,00 |
Estonia | 415 | 10.89 | 84.44 |
UK | 25.541 | 8.32 | 64.46 |
Cina | 132.665 | 7.39 | 57.24 |
Corea del Sud | 10.348 | 6.21 | 48.16 |
Canada | 12.457 | 5.82 | 45.12 |
India | 16.147 | 4.77 | 36,97 |
Svizzera | 3.239 | 4.01 | 31.08 |
(Fonte: AIPRM tramite OCSE e Banca Mondiale)
Quando le statistiche sugli investimenti nell’Intelligenza Artificiale vengono giudicate rispetto al PIL del Paese, Singapore risulta essere la migliore. Nonostante abbiano investito una modesta cifra di 7 miliardi di dollari rispetto ad altre nazioni, ciò rappresenta più del 15% della loro ricchezza relativa per mille dollari di Pil.
Singapore è seguita dalla Svezia, con investimenti che rappresentano il 14,13% del suo Pil speso nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.
Al contrario, gli Stati Uniti investono un valore pari a circa il 12,9% del Pil nello sviluppo della propria infrastruttura di Intelligenza Artificiale, rispetto all’8,32% del Regno Unito
In termini di confronto tra gli investimenti nell’Intelligenza Artificiale tra Paesi e gli Stati Uniti, Singapore è ancora una volta all’avanguardia. Con il 116,3%, ciò significa che il tasso di investimenti nell’AI da parte del governo di Singapore è di circa il 16% in più rispetto alle controparti statunitensi (in termini relativi per miliardo di Pil). Allo stesso modo, la Svezia si attesta al 109,53%, essendo l’unica altra nazione che investe più degli Stati Uniti nell’Intelligenza Artificiale, in termini di ricchezza relativa.
In confronto, il livello di investimenti nell’Intelligenza Artificiale del Regno Unito tra il 2019 e il 2023 è pari al 64,46% (rispetto al Pil degli Stati Uniti), il che significa che durante questo periodo è stata effettuata quasi un terzo in meno della spesa per l’Intelligenza Artificiale in relazione finanziaria agli Stati Uniti.
Quanto dovrebbe investire ciascun paese nell’intelligenza artificiale per raggiungere gli Stati Uniti?
Sulla base degli attuali livelli di spesa, è molto probabile che la Cina raggiunga gli Stati Uniti in termini di investimenti nell’Intelligenza Artificiale. Per raggiungere questo obiettivo entro il 2030, la Cina dovrebbe spendere oltre 94 miliardi di dollari nella sua infrastruttura di Intelligenza Artificiale entro la fine del decennio per raggiungere lo stesso livello di investimenti degli Stati Uniti.
Una ripartizione delle statistiche sugli investimenti nell’intelligenza artificiale e quanto ogni Paese dovrebbe spendere nell’Intelligenza Artificiale per raggiungere gli Stati Uniti entro il 2030, 2040 e 2050#
Paese | Recuperare il ritardo entro il 2030 (milioni di dollari) | Recuperare il ritardo entro il 2040 (milioni di dollari) | Recuperare il ritardo entro il 2050 (milioni di dollari) |
---|---|---|---|
Cina | 94.237 | 99.242 | 117.915 |
Regno Unito | 157.923 | 157.408 | 182.527 |
India | 162.589 | 161.996 | 187.814 |
Israele | 163.436 | 163.180 | 189.369 |
Germania | 163.821 | 163.483 | 189.676 |
Canada | 164.441 | 164.243 | 190.634 |
Corea | 165.430 | 165.066 | 191.502 |
Francia | 165.637 | 165.342 | 191.858 |
Svezia | 166.289 | 165.715 | 192.143 |
Singapore | 167.118 | 166.934 | 193.766 |
(Fonte: AIPRM tramite OCSE e Banca Mondiale)
Il Regno Unito è il secondo Paese più propenso a raggiungere gli Stati Uniti in termini di investimenti nell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo dovrebbero spendere altri 157,9 miliardi di dollari entro il 2030.
Sulla base dei livelli di investimenti nell’Intelligenza Artificiale nel 2023, quanto tempo occorrerebbe ai Paesi per raggiungere gli Stati Uniti? #
Paese | Raggiungere gli Stati Uniti nel 2030 (anni) | Al passo con gli Stati Uniti nel 2040 (anni) | Raggiungere gli Stati Uniti nel 2050 (anni) |
---|---|---|---|
Cina | 14 | 38 | 72 |
Regno Unito | 79 | 195 | 361 |
India | 119 | 291 | 538 |
Israele | 141 | 344 | 636 |
Germania | 145 | 355 | 656 |
Canada | 164 | 400 | 740 |
Corea | 183 | 447 | 825 |
Francia | 193 | 472 | 872 |
Svezia | 200 | 486 | 897 |
Singapore | 274 | 666 | 1.231 |
(Fonte: AIPRM tramite OCSE e Banca Mondiale)
A partire dal 2023, la Cina è il paese che con maggiori probabilità raggiungerà gli Stati Uniti in termini percentuale di spesa in base al Pil per l’Intelligenza Artificiale.
Supponendo che la Cina mantenga lo stesso livello di investimenti nell’AI a partire dal 2023, ci vorrebbero 14 anni (fino al 2037) per raggiungere lo stesso livello di investimenti degli Stati Uniti nel settore. Se la Cina riuscisse a mantenere questo livello di spesa nel futuro, impiegherebbe 38 anni (fino al 2061) per raggiungere il livello a sua volta raggiunto dagli Stati Uniti nel 2040, e altri 34 anni (fino al 2095) per raggiungere il livello raggiunto dagli Stati Uniti nel 2050.
Analizzando i dati da questo punto di vista, ciò significa che, entro la fine del secolo, la Cina potrebbe essere 45 anni indietro rispetto all’America in termini di investimenti nell’Intelligenza Artificiale (se continuerà a investire la stessa quantità di denaro anno dopo anno come nel 2023).
Il Regno Unito è il secondo Paese meglio posizionato per raggiungere gli Stati Uniti in termini di investimenti nell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, se il Regno Unito dovesse mantenere lo stesso livello di spesa per l’intelligenza artificiale del 2023, ci vorrebbe fino al 2102 per raggiungere il livello in cui si troveranno gli Stati Uniti nel 2030 (72 anni indietro in termini di sviluppo dell’AI).
Una ripartizione della conoscenza pubblica dell’AI tra diversi Paesi#
Nel complesso, i Paesi asiatici tendono a mostrare una maggiore conoscenza soggettiva dell’Intelligenza Artificiale, con Corea del Sud e Cina in testa (rispettivamente 85% e 82%). Nonostante ciò, solo un quarto (25%) della popolazione giapponese ha una conoscenza elevata o moderata della tecnologia: il dato più basso riportato in tutti i paesi inclusi nello studio di KPMG.
In confronto, le statistiche sull’Intelligenza Artificiale rivelano che meno della metà (45%) degli americani ritiene di avere un livello alto o moderato di conoscenza dell’AI, con quasi tre quarti (73%) che desiderano saperne di più sul tema.
I Paesi in cui le persone desiderano maggiormente ampliare le proprie conoscenze sull’Intelligenza Artificiale sono Cina (96%) e Israele (94%). Al contrario, poco più della metà (55%) della popolazione giapponese vuole saperne di più sull’Intelligenza Artificiale, il dato più basso riportato nello studio.
Una ripartizione della conoscenza pubblica dell’AI tra diversi gruppi demografici#
Analizzando poi i dati sulla base dell’età della popolazione, scopriamo che la generazione Z e i Millennials mostrano un livello maggiore di conoscenza soggettiva dell’Intelligenza Artificiale rispetto alle loro controparti più anziane. Quasi tre intervistati su cinque, il 57% di tutti coloro che hanno un’età compresa tra 18 e 39 anni ritengono di avere un livello elevato o moderato di conoscenza dell’AI, rispetto al 50% delle persone tra i 40 e i 55 anni e al 39% degli over 56.
La Gen Z e i Millenial sono anche i più desiderosi di saperne di più sull’Intelligenza Artificiale (86%), rispetto al 79% della Gen X e al 76% della generazione dei Boomers.
Tra tutti, le persone con un’istruzione universitaria mostrano una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale maggiore di un terzo rispetto a coloro che non hanno frequentato l’università (62% contro 40%) e hanno un maggiore livello di entusiasmo nell’apprendere di più di questa tecnologia (86% contro 77%).
Gli uomini mostrano un livello più elevato di conoscenza soggettiva dell’AI rispetto alle donne (60% contro 40%) e un maggiore desiderio di saperne di più sul tema (84% contro 79%).
La conoscenza percepita dell’AI tende ad aumentare man mano che i lavoratori diventano più qualificati. Ad esempio, due lavoratori manuali su cinque (40%) ritengono di avere una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale da moderata a elevata rispetto a circa due terzi (67%) dei manager. Anche il desiderio di espandere la conoscenza dei temi legati all’Intelligenza Artificiale segue un modello simile, ma con cifre molto più vicine tra i gruppi (77% per gli operai rispetto all’88% per i manager).
Interessante anche il tema legato alla Diversity, che rileva come la maggior parte degli iscritti a PhD sull’AI negli Usa siano bianchi, con le componenti ispaniche e di colore della popolazione americana largamente sottorappresentate.
Secondo un sondaggio McKinsey, nonostante le crescenti richieste di attenzione verso i temi etici associati all’uso dell’Intelligenza Artificiale, le aziende mostrano un’attenzione limitata all’equità nell’AI.
L’evoluzione della strategia globale sull’Intelligenza Artificiale è, come abbiamo visto, un fenomeno degno di nota che rivela la crescente consapevolezza e l’importanza attribuita a questa tecnologia a livello internazionale, con gli Stati Uniti che ricoprono un ruolo preminente nel settore rispetto ad altre nazioni, anche se l’analisi demografica della conoscenza della tematica solleva la necessità di promuovere la diversità e l’inclusione nel settore. Affrontare queste disparità non solo migliorerà la rappresentatività e la competenza dell’Intelligenza Artificiale, ma contribuirà anche a garantire un approccio più ampio e inclusivo alla risoluzione dei problemi e all’innovazione tecnologica.
Sundar Pichai, l’Amministratore Delegato di Google , sta apparentemente adottando un approccio diretto nell’incorporare l’intelligenza artificiale generativa nei prodotti dell’azienda, secondo quanto riportato dal Financial Times. Da quando ha preso il posto del co-fondatore di Google, Larry Page, nel mese di agosto 2015, Pichai è essenzialmente diventato il capo del prodotto AI dell’azienda.
Prima di diventare CEO, Pichai ha ricoperto il ruolo di Chief Product Officer di Google. Sia lui che Google hanno affrontato richieste di essere più assertivi e innovativi nel loro processo decisionale.
Il prodotto AI generativo dell’azienda, Gemini, è stato criticato per aver prodotto risultati di immagini prevenute e per la sua lenta integrazione nel prodotto di ricerca di Google, soprattutto di fronte alla concorrenza di OpenAI supportato da Microsoft e altri.
Google sta attualmente testando la sua esperienza generativa di ricerca nel Regno Unito, come riportato dalla BBC.
Ci sono anche rapporti che Google sta considerando di introdurre un paywall per alcune funzionalità di ricerca AI generative, mentre le funzionalità di ricerca tradizionali rimarrebbero gratuite.
La Bank of America ha recentemente suggerito che l’introduzione di un paywall per le funzionalità AI generative potrebbe dare a Google un po’ di respiro per affinare la sua narrazione AI e compensare alcuni dei costi associati alla tecnologia.
Il business di ricerca tradizionale di Google ha generato 175 miliardi di dollari di entrate l’anno scorso, rappresentando oltre la metà del fatturato totale dell’azienda.
Non sono io a dirlo ma alcune studiose del MIT. Sasha Luccioni, con Emma Strubell e Yacine Jernite, hanno testato 88 modelli su 30 set di dati da 10 attività diverse con modalità diverse e hanno trovato cose davvero interessanti:
- I compiti generativi e quelli che coinvolgono le immagini consumano più energia e carbonio rispetto ai compiti discriminativi e a quelli che coinvolgono il testo. Abbiamo scoperto che Stable Diffusion XL utilizza quasi 1 carica telefonica di energia per generazione.
- La formazione continua ad essere molto più ad alta intensità di energia e di carbonio rispetto all’inferenza. Sono necessari dai 200 ai 500 milioni di deduzioni da un modello della famiglia BLOOM per raggiungere la quantità di energia utilizzata durante l’allenamento. Ma questo può essere raggiunto abbastanza velocemente per un modello popolare utilizzato da milioni di utenti, come ChatGPT.
L’utilizzo di modelli multiuso per compiti discriminativi richiede un maggiore dispendio energetico rispetto ai modelli specifici per compiti per gli stessi compiti. Ciò è particolarmente vero per l’analisi del sentiment e la risposta alle domande. La differenza può essere un fattore di 30 volte a seconda del set di dati.
Ma c’è una cosa di cui la gente non parla abbastanza, ed è l’impronta di carbonio dell’Intelligenza Artificiale. Uno dei motivi è che le grandi aziende tecnologiche non condividono l’impronta di carbonio della formazione e dell’utilizzo dei loro enormi modelli, e non disponiamo di metodi standardizzati per misurare le emissioni di cui è responsabile l’intelligenza artificiale. E anche se sappiamo che addestrare modelli di Intelligenza Artificiale è altamente inquinante , le emissioni attribuibili all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale finora sono state un tassello mancante. Cioè, fino ad ora.
In un nuovo studio condotto dai ricercatori della startup AI Hugging Face e della Carnegie Mellon University, generare un’immagine utilizzando un potente modello di Intelligenza Artificiale richiede la stessa quantità di energia necessaria per caricare completamente uno smartphone. Tuttavia, hanno scoperto che l’utilizzo di un modello di Intelligenza Artificiale per generare testo richiede molta meno energia. La creazione di testo 1.000 volte consuma solo il 16% della carica completa di uno smartphone.
Il loro lavoro, che deve ancora essere sottoposto a revisione paritaria, mostra che, sebbene l’addestramento di enormi modelli di Intelligenza Artificiale richieda un’enorme quantità di energia, è solo una parte del quadro. La maggior parte della loro impronta di carbonio deriva dal loro utilizzo effettivo.
Lo studio segna la prima volta che i ricercatori calcolano le emissioni di carbonio causate dall’utilizzo di un modello di Intelligenza Artificiale per vari compiti, secondo Sasha Luccioni, ricercatrice di intelligenza artificiale presso Hugging Face che ha guidato il lavoro. Spera che la comprensione di queste emissioni possa aiutarci a prendere decisioni informate su come utilizzare l’intelligenza artificiale in un modo più rispettoso del pianeta.
Il consumo di energia e l’impronta di carbonio dell’intelligenza artificiale sono un argomento sempre più importante con la crescita dell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale.
Il consumo energetico dei sistemi di Intelligenza Artificiale può essere suddiviso in due fasi principali: addestramento e inferenza.
La fase di formazione, che prevede l’insegnamento del modello di Intelligenza Artificiale utilizzando grandi quantità di dati, è in genere più dispendiosa in termini di energia.
La fase di inferenza, che prevede l’utilizzo del modello addestrato per effettuare previsioni o decisioni, generalmente consuma meno energia ma può comunque accumularsi nel tempo, soprattutto per i sistemi che effettuano previsioni frequenti.
Il consumo energetico dei sistemi di Intelligenza Artificiale è in gran parte determinato dall’hardware e dall’infrastruttura che utilizzano. Ciò include i computer e i server utilizzati per l’addestramento e l’inferenza, nonché i data center che ospitano questi sistemi. Hardware e infrastrutture più efficienti dal punto di vista energetico possono ridurre significativamente il consumo di energia e l’impronta di carbonio dei sistemi di intelligenza artificiale.
La generazione di immagini è di gran lunga l’attività basata sull’Intelligenza Artificiale più dispendiosa in termini di energia e carbonio.
La generazione di 1.000 immagini con un potente modello di intelligenza artificiale, come Stable Diffusion XL, è responsabile della produzione di una quantità di anidride carbonica pari a quella di guidare l’equivalente di 4,1 miglia in un’auto media a benzina.
L’impronta di carbonio dei sistemi di Intelligenza Artificiale dipende anche dalle fonti energetiche utilizzate per alimentarli. I sistemi di Intelligenza Artificiale alimentati da fonti di energia rinnovabile, come l’energia eolica o solare, hanno un’impronta di carbonio inferiore rispetto a quelli alimentati da combustibili fossili.
ESG – La ricerca di Luccioni evidenzia anche come le emissioni legate all’uso dell’intelligenza artificiale dipenderanno da dove verrà utilizzata, afferma Jesse Dodge, ricercatore presso l’Allen Institute for AI, che non ha preso parte allo studio. L’impronta di carbonio dell’intelligenza artificiale in luoghi in cui la rete elettrica è relativamente pulita, come la Francia , sarà molto inferiore rispetto a luoghi con una rete fortemente dipendente dai combustibili fossili, come alcune parti degli Stati Uniti.
Esistono varie strategie per rendere i sistemi di AI più efficienti dal punto di vista energetico, come l’utilizzo di modelli più piccoli, l’ottimizzazione di algoritmi per l’efficienza energetica o l’utilizzo di tecniche come la potatura o la quantizzazione per ridurre i requisiti computazionali dei modelli di AI.
Politiche e normative: le politiche e le normative possono svolgere un ruolo chiave nel ridurre il consumo di energia e l’impronta di carbonio dell’AI. Ciò potrebbe comportare la definizione di standard di efficienza energetica per i sistemi di intelligenza artificiale, l’incentivazione dell’uso di energie rinnovabili o la richiesta alle aziende di segnalare e ridurre le proprie emissioni di carbonio.
Ecco alcuni numeri che evidenziano il consumo energetico e l’impronta di carbonio dell’AI:
Uno studio pubblicato su Nature Climate Change nel 2019 ha stimato che l’addestramento di un singolo modello di intelligenza artificiale può emettere tanto carbonio quanto cinque automobili nel corso della loro vita. Ciò equivale a circa 284.000 libbre (129.000 chilogrammi) di anidride carbonica.
Secondo un rapporto del 2020 dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), i data center, che ospitano molti sistemi di intelligenza artificiale, rappresentano circa l’1% del consumo globale di elettricità. Ciò equivale all’incirca al consumo di elettricità dell’intero paese dell’Australia.
Uno studio del 2020 condotto da ricercatori dell’Università del Massachusetts, Amherst, ha stimato che l’energia utilizzata per l’inferenza dell’intelligenza artificiale nei data center potrebbe rappresentare il 2,5% del consumo globale di elettricità entro il 2030.
Un rapporto del 2020 di OpenAI ha rilevato che la quantità di potenza di calcolo utilizzata nelle più grandi sessioni di formazione sull’intelligenza artificiale è raddoppiata ogni 3,4 mesi dal 2012. Tuttavia, il rapporto ha anche osservato che i miglioramenti nell’efficienza dell’hardware hanno aiutato per compensare parte di questo aumento del consumo di energia.
Alcune aziende di intelligenza artificiale stanno compensando le proprie emissioni di carbonio. Ad esempio, Google è a zero emissioni di carbonio dal 2007 e mira a operare con energia priva di emissioni di carbonio 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in tutti i suoi data center e campus in tutto il mondo entro il 2030.
L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. Questi obiettivi potrebbero portare a riduzioni il consumo energetico e l’impronta di carbonio dell’intelligenza artificiale nell’UE.
Nel 2000 scoppiò la bolla delle dot-com, ponendo fine a un periodo di cinque anni di valutazioni in rialzo e di crescente entusiasmo degli investitori per le numerose applicazioni del World Wide Web.
A partire dal 2018 si è assistito alla creazione di un boom stranamente simile, questa volta incentrato sull’Intelligenza Artificiale (AI).
L’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), stima che gli investimenti in capitale di rischio nell’Intelligenza Artificiale abbiano registrato una crescita costante dal 2012, raggiungendo i 42 miliardi di dollari (una quota del 57% del totale globale) nel 2020.
L’industria dell’Intelligenza Artificiale sta crescendo ad un ritmo senza precedenti, alimentando l’innovazione in settori che vanno dalla sanità alla finanza.
Le stime di Dan Nystedt, riportate su X, svelano che al momento gli ordini di NVIDIA ammontano all’11% del fatturato di TSMC: nel 2023 NVIDIA avrebbe pagato 7,73 miliardi di Dollari a TSMC per i suoi chip.
Le valutazioni, sia per Nvdia produttore di chip statunitense che per i colossi tecnologici che ne fanno uso per addestrare i loro modelli di AI (un gruppo conosciuto come i Magnifici Sette) sono salite alle stelle, generando preoccupazioni tra gli investitori che temono la formazione di una bolla.
Tuttavia, dietro questa crescita c’è un costo significativo. Secondo una presentazione recente della società di venture capital Sequoia, l’industria dell’AI ha speso 50 miliardi di dollari in chip Nvidia utilizzati per addestrare modelli di AI avanzati solo l’anno scorso, ma ha generato solo 3 miliardi di dollari di entrate (dati: WSJ).
QUANTO STIAMO SPENDENDO E QUAL È L’INCIDENZA DEI COSTI INFORMATICI SULLE VARIABILI DI BUSINESS ?
L’addestramento dei modelli di AI richiede una grande quantità di potenza di calcolo. I chip Nvidia, noti per le loro capacità di elaborazione parallela, sono ampiamente utilizzati in questo campo. Tuttavia, l’acquisto di questi chip rappresenta un investimento significativo. Con 50 miliardi di dollari spesi in un anno, è chiaro che l’industria dell’Intelligenza Artificiale sta investendo pesantemente in questa tecnologia.
Il ROI Ritorno sull’Investimento
Nonostante l’ingente investimento, l’industria dell’AI ha generato solo 3 miliardi di dollari di entrate. Questo potrebbe sollevare interrogativi sulla sostenibilità di tali investimenti. Tuttavia, è importante notare che l’Intelligenza Artificiale è un campo in rapida evoluzione e gli investimenti di oggi possono portare a scoperte rivoluzionarie in futuro.
Guardando al Futuro
Lo scienziato cognitivo Guy Marcus ha affermato in un post recente che il settore dell’Intelligenza Artificiale sta attualmente affrontando tre problemi fondamentali: uno, un software che costa molto da sviluppare ma non genera rendimenti adeguati; due, il software ha profondi difetti di sicurezza; tre, le allucinazioni non scompariranno, rendendo quel software inaffidabile per una serie di casi d’uso.
Nonostante l’apparente squilibrio tra costi e ricavi, l’industria dell’AI continua a crescere. L’investimento in tecnologia è visto come un passo necessario verso il progresso. Mentre l’Intelligenza Artificiale continua a svilupparsi, è probabile che vedremo un aumento dell’efficienza e, sperabilmente, un ritorno sull’investimento più elevato.
In conclusione, l’industria dell’AI sta facendo scommesse audaci sul futuro. Solo il tempo dirà se questi investimenti porteranno i frutti sperati. Ma una cosa è certa: l’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo come lo conosciamo, e questo è un viaggio che vale la pena di fare, nonostante il costo.
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