Per anni, le aziende hanno puntato su offshoring, pionere e gigante fu EDS e nearshoring Accenture, IBM, HPE per delegare attività digitali complesse a regioni con costi contenuti. Tuttavia, con l’avvento delle straordinarie capacità dell’intelligenza artificiale, stiamo forse entrando in una nuova era: l’AI shoring. Questo concetto prevede che, anziché affidare compiti manuali come il monitoraggio degli avvisi bancari o le verifiche di conformità a team umani ubicati all’estero, le aziende inizino a sfruttare agenti di intelligenza artificiale e algoritmi di apprendimento automatico (ML). Questa transizione potrebbe rivoluzionare profondamente il modo in cui le organizzazioni affrontano attività ripetitive e basate su processi, aprendo la strada a un futuro più efficiente e automatizzato.

Mentre i piani industriali ancora puzzano di slide PowerPoint e decisioni da comitato, fuori dalla sala riunioni si sta consumando una rivoluzione. Invisibile, distribuita, automatica. Una terza via si sta affacciando oltre le classiche dicotomie strategiche del “make or buy”, ed è molto più subdola, molto più efficiente, e soprattutto non dorme mai: delegare attività operative e decisionali agli agenti AI. Battezziamola pure AI shoring, perché suona bene e inquieta quanto basta.