Mentre gli Stati Uniti e la Cina corrono a briglia sciolta nel selvaggio West dell’intelligenza artificiale, tra venture capital, algoritmi spregiudicati e startup che crescono come funghi radioattivi, l’Unione Europea si guarda allo specchio e, per la prima volta, ammette: “forse ci siamo un tantino complicati la vita da soli”. E così, con una mossa che sa di autocritica tardiva travestita da lungimiranza, Bruxelles annuncia una semplificazione delle sue regole sull’IA. No, la famigerata AI Act non viene abolita, né riscritta. Semplicemente, si cerca di renderla meno simile a un labirinto burocratico e più a qualcosa che un’azienda, magari una PMI italiana che ancora manda fatture in PDF, possa davvero usare.
Henna Virkkunen, voce tecnica dell’europarlamento sul tema, mette sul tavolo un piano che suona tanto come un “tentativo di salvataggio in corner”. Nuove linee guida, standard tecnici più chiari, un codice di condotta per le aziende che vogliono giocare secondo le regole e, per non farsi mancare nulla, un’AI Service Desk. Sì, proprio come il supporto IT della tua azienda quando Outlook decide di non funzionare il lunedì mattina. Solo che stavolta servirà a decifrare un regolamento che, fino a ieri, avrebbe potuto tranquillamente essere usato per testare la pazienza di un’intelligenza artificiale generale.