Un accordo definito storico quello siglato dalle organizzazioni confederali di settore di Cgil, Cisl e Uil e dei datori di lavoro, Anica, Apa e Apee: dopo anni di battaglie, anche gli attori avranno un loro contratto collettivo nazionale che, tra le altre cose affronta anche questioni di straordinaria attualità come come l’Intelligenza Artificiale.
L’ipotesi di contratto – che dovrà comunque essere sottoposto al voto dei lavoratori e che interessa sia le situazioni di lavoro dipendente che autonomo abbracciando tutti gli interpreti di opere destinate alla distribuzione e proiezione nelle sale cinematografiche, in tv e sulle piattaforme di streaming – prevede infatti che venga costituito un tavolo di lavoro focalizzato sull’evoluzione delle tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale.
Sull’intelligenza artificiale il contratto dispone che, in assenza di espliciti accordi, la cessione dei diritti che riguardano la riproduzione dell’immagine e della voce di ciascun interprete siano considerati leciti e validi solamente se riferiti al prodotto audiovisivo per cui sono stati realizzati e al suo conseguente sfruttamento e promozione in ogni forma, mezzo, canale e modalità.
Sono quindi considerate illegittime le estrazioni di parti di recitazione o di campionamento dell’immagine o della voce degli interpreti per sviluppare o addestrare algoritmi di intelligenza artificiale ovvero il cosiddetto machine learning, una disposizione simile a quella contenuta nel contratto dei doppiatori che prevede espressamente il divieto di modifica, rielaborazione e utilizzo in qualsiasi altra forma della voce di ciascun interprete per sviluppare o addestrare algoritmi di Intelligenza Artificiale.