Immagina un mondo in cui la realtà fisica e quella digitale si fondono senza soluzione di continuità. Un futuro in cui le riunioni aziendali sono popolate da ologrammi perfettamente interattivi, mentre le auto a guida autonoma sfrecciano per le città grazie a copie digitali della realtà in tempo reale. Questa non è fantascienza, ma la promessa del 6G, la sesta generazione delle telecomunicazioni mobili.

Mentre la maggior parte del mondo sta ancora cercando di sfruttare appieno il potenziale del 5G, la corsa al 6G è già iniziata, con un attore dominante: la Cina. Pechino ha ufficialmente stabilito tre standard tecnologici per il 6G sotto l’egida dell’International Telecommunication Union (ITU), mettendosi in una posizione di vantaggio rispetto ai rivali occidentali, che appaiono più cauti – o forse solo in ritardo.