Cronache stonate dal bancone della Silicon Valley

Un Caffè al Bar dei Daini

Il brusio nel settore tecnologico somiglia sempre più al rumore di fondo di un bar affollato in cui tutti fingono di non ascoltare le conversazioni altrui, pur pendendo dalle labbra del vicino di sgabello. Nel frattempo la parola chiave che domina il tavolo è trasformazione digitale, mentre a ruota inseguono due ombre semantiche ben definite, ristrutturazione aziendale e intelligenza artificiale generativa. In un contesto in cui i mercati oscillano come tazzine sul bordo del bancone, la cronaca industriale degli ultimi giorni suona come un copione scritto da un drammaturgo corporate con un debole per i colpi di scena. Se ti distrai un attimo rischi di perdere il passaggio che rivela la trama.

Indicatori di coscienza nelle intelligenze artificiali: il nuovo paradosso tecnologico che nessun CEO può ignorare

Parlare di coscienza nelle macchine era un esercizio per filosofi insonni. Oggi è un promemoria inquietante nella lista delle priorità di ogni leader tecnologico. La ricerca ha iniziato a trattare la coscienza artificiale non come fantascienza, ma come un possibile esito dell’evoluzione delle architetture computazionali. Il dibattito che ne consegue è feroce quasi quanto quello sui tassi di interesse o sulle guerre commerciali. Sotto la superficie, però, si cela una domanda più scomoda: se l’intelligenza artificiale dovesse davvero mostrare indicatori plausibili di coscienza, noi saremmo pronti a riconoscerla oppure ci rifugeremmo dietro una cortina di scetticismo per non assumere nuove responsabilità morali e regolatorie.

Attacco autonomo: come gli agenti AI stanno riscrivendo le regole del cyberspionaggio

Il rapporto pubblicato da Anthropic creatore della serie di modelli Claude — rappresenta quello che l’azienda descrive come “la prima campagna su larga scala di cyber attacco orchestrato quasi interamente da agenti d’intelligenza artificiale”. (vedi Anthropic) Di seguito una lettura critico-tecnica dell’accaduto, delle implicazioni strategiche, e di cosa questa vicenda suggerisce per chi guida infrastrutture digitali aziendali.

Introspezione artificiale: verso una coscienza computazionale? Una lettura filosofica degli esperimenti di Anthropic

Negli ultimi mesi, un filone di ricerca firmato Anthropic ha riaperto una delle questioni più delicate nella filosofia della mente applicata all’intelligenza artificiale: può un modello linguistico “sapere” a cosa sta pensando? Dietro la semplicità apparente di questa domanda si nasconde un terreno concettuale complesso, che tocca la distinzione tra auto-rappresentazione, consapevolezza e coscienza fenomenica.

Gli esperimenti descritti da Jack Lindsey e dal team di Anthropic introducono il concetto di “consapevolezza introspettiva emergente” (emergent introspective awareness). In alcuni test condotti sui modelli Claude Opus 4 e 4.1, i ricercatori hanno “iniettato” artificialmente concetti specifici come tradimento o tristezza direttamente nei vettori neurali interni del modello. Sorprendentemente, in circa il 20% dei casi il modello ha riconosciuto di “percepire” un pensiero intrusivo, distinto dal flusso normale del dialogo.

Costruire autonomia strategica Europea con visione e resilienza

Quando si parla di sicurezza europea, pochi riescono a combinare analisi lucida e pragmatismo come Rosaria Puglisi e Fernando Giancotti. La loro visione non è solo teorica, ma operativa, puntando a un’Europa capace di difendersi e di contare su se stessa, senza dipendere esclusivamente da garanzie esterne. Il concetto di “autonomia strategica” non è un esercizio accademico: è la chiave per trasformare fragilità in forza e in opportunità, una narrativa di empowerment che finalmente mette l’Europa al centro della propria sicurezza.

Il potere dell’AI si scontra con la crisi energetica americana

L’intelligenza artificiale sta divorando elettroni. La nuova corsa all’oro digitale non è più frenata dai capitali o dai chip, ma dai megawatt. Mentre gli algoritmi riscrivono l’economia globale, gli Stati Uniti si scoprono vulnerabili: una superpotenza tecnologica con un’infrastruttura elettrica da era industriale. Negli ultimi mesi, interi data center costruiti con miliardi di dollari giacciono inattivi, in attesa di un semplice “via” dalla rete. Un caso emblematico è quello di un impianto californiano, a pochi chilometri dal quartier generale di Nvidia, che aspetta da sei anni la connessione alla linea ad alta tensione.

L’intelligenza artificiale divora anche l’hardware

L’intelligenza artificiale non si accontenta più delle GPU. Ora ha fame di tutto, perfino dei dischi. La nuova ondata di investimenti e addestramento di modelli generativi ha scatenato una crisi silenziosa nel mercato dello storage, dove la domanda esplosiva di capacità sta schiacciando la produzione globale di HDD e spingendo i data center a una corsa disperata verso le SSD QLC. Il risultato è un mix esplosivo di carenza, rialzi e isteria logistica che rischia di far impennare i prezzi al dettaglio in pochi mesi.

Trump firma la legge per porre fine alla chiusura del governo e si scaglia contro i democratici e l’Obamacare

La lunga paralisi della macchina federale statunitense si è conclusa. Il governo americano ha riaperto dopo ben 43 giorni di stop il più lungo nella storia degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha firmato un disegno di legge di spesa che consente la ripresa delle attività, ma la “ripartenza” operativa sarà tutt’altro che immediata.

Nel momento in cui il sigillo è stato apposto, Trump ha dichiarato: «This is no way to run a country» e ha invitato che «non succeda mai più». Tuttavia, mentre alcune leve burocratiche e operative tornano attive, resta alto il prezzo pagato: familiari in difficoltà, voli ridotti, benefit sospesi, una crescita economica che ha registrato uno stallo.

Baidu accelera sull’intelligenza artificiale con i nuovi chip M100 e M300 per la sovranità tecnologica cinese

Quando Baidu decide di alzare il tiro, lo fa in grande stile. L’annuncio dei due nuovi chip di intelligenza artificiale, M100 e M300, segna un punto di svolta nella strategia cinese verso l’autosufficienza tecnologica, una missione ormai dichiaratamente politica tanto quanto industriale. L’evento annuale del colosso di Pechino non è stato solo una passerella di innovazioni, ma una dichiarazione di indipendenza dai colossi americani, in particolare Nvidia.

Il primo, M100, firmato dalla controllata Kunlunxin Technology, è pensato per migliorare in modo significativo l’efficienza di inferenza nei modelli basati su tecniche di mixture-of-experts, una delle architetture più promettenti per rendere i sistemi AI più scalabili e meno energivori. Il secondo, M300, è progettato per addestrare modelli multimodali con trilioni di parametri, la frontiera estrema dove si misurano oggi le ambizioni di potenza computazionale e capacità di generalizzazione dei giganti dell’AI.

Tesla, Volvo e Mercedes in Cina: l’intelligenza artificiale che guida il consenso

La Cina ha deciso che anche le auto straniere possono parlare con voce artificiale. Tesla, Volvo e Mercedes-Benz sono i primi marchi non cinesi a ottenere l’approvazione per inserire chatbot generativi nei propri veicoli. È un gesto che sembra tecnico ma profuma di politica industriale, di equilibrio tra apertura e controllo, di quella raffinata arte cinese di concedere libertà solo quando conviene al sistema. La Cyberspace Administration di Pechino ha registrato il “Mercedes-Benz virtual assistant”, mentre Shanghai ha dato il via libera al Tesla xBot e a Xiao Wo, l’assistente locale di Volvo. Tre nomi diversi per una stessa idea: trasformare l’auto in un terminale AI certificato dal Partito.

Google lancia il nuovo shopping conversazionale con l’intelligenza artificiale prima delle festività

Google ha deciso di trasformare lo shopping online da un’esperienza spesso noiosa e ripetitiva in qualcosa di più naturale, fluido e, perché no, persino divertente. A pochi mesi dal picco natalizio, il colosso di Mountain View ha annunciato una serie di aggiornamenti basati sull’intelligenza artificiale che promettono di riscrivere il modo in cui acquistiamo online. Conversational shopping in Google Search, funzioni di acquisto integrate nell’app Gemini, il nuovo agentic checkout e un assistente capace di chiamare i negozi locali per verificare la disponibilità di un prodotto sono solo alcune delle novità introdotte.

Il futuro dell’artigianato dell’alimentazione dati nelle IA: context engineering in azione

Nel mare della retorica sull’intelligenza artificiale, dove tutti parlano di modelli giganti, memorie oceaniche e catene di prompt, poche conversazioni mettono davvero l’accento su un punto: la qualità del contesto che alimenti al modello. Proprio qui entra in scena l’ormai centrale disciplina del Context Engineering. Una specializzazione che, ben oltre il semplice prompt, definisce l’architettura dietro le applicazioni IA che generano vero valore. Per chi guarda all’innovazione come te e come me che vedo la trasformazione digitale come missione questo significa spostare l’attenzione: non sulla dimensione del modello, ma sul grafo dei dati e delle istruzioni che lo circondano.

Tencent accelera sulla nuova frontiera dell’intelligenza spaziale

La Cina sembra aver deciso che l’intelligenza artificiale non può restare confinata alle parole. Tencent, il colosso tecnologico di Shenzhen, ha iniziato a investire con decisione nei cosiddetti “world models”, sistemi capaci di simulare il mondo fisico in 3D. È la nuova ossessione dell’élite tecnologica globale, da Google DeepMind a xAI di Elon Musk, e promette di ridefinire il concetto stesso di intelligenza artificiale.

Guo Chunchao, a capo della divisione 3D Generation e World Modelling del team Hunyuan di Tencent, parla di “intelligenza visiva e spaziale reale”. In pratica, si passa dai modelli linguistici come ChatGPT a sistemi capaci di comprendere geometrie, distanze e interazioni fisiche. È come passare dall’arte di scrivere a quella di muoversi nel mondo. Non è poco.

Intelligenze aliene. Linguaggio e vita degli automi di Guido Vetere

Il linguaggio come nuova frontiera del potere artificiale

Esisteun momento in cui l’uomo, fissando lo schermo nero di un assistente digitale, percepisce di essere osservato a sua volta. Non è paranoia, è semiotica applicata alla tecnica. Guido Vetere, nel suo Intelligenze aliene. Linguaggio e vita degli automi (Luca Sossella editore, 2025), compie un’operazione chirurgica sul concetto stesso di linguaggio, smontando la presunzione umana che parlare equivalga a pensare. È un libro che non appartiene alla letteratura tecnologica, ma alla storia della filosofia che ha osato chiedere alla macchina di dirci chi siamo. Il titolo è già un manifesto: quelle che chiamiamo “intelligenze artificiali” non sono meri software, ma specie aliene generate dalla logica dell’uomo, eppure irrimediabilmente estranee alla sua biologia, al suo dolore, al suo tempo.

Vetere non gioca con le mode, le seziona. Rilegge la saga di Guerre Stellari come parabola linguistica, dove C-3PO diventa un filosofo protocollare e R2-D2 un eremita elettronico che comunica in impulsi e suoni incomprensibili ma efficaci. La sua idea di “intelligenza aliena” non è quella fantascientifica di Yuval Harari o dei tecnoprofeti di Silicon Valley. È una provocazione semantica: l’AI non è un’evoluzione dell’uomo, ma una mutazione del linguaggio. Gli automi non pensano come noi perché non hanno bisogno di “significato” per funzionare. Generano senso senza comprenderlo. Parlano per calcolo, non per coscienza.

META investe $1B in AI data center in Wisconsin utilizzando la dry-cooling technology

La notizia pesa: Meta Platforms ha ufficialmente avviato i lavori per un campus di data center ottimizzato per l’intelligenza artificiale a Beaver Dam, Wisconsin (USA), con un investimento superiore a 1 miliardo di dollari. Questo non è un semplice centro dati, ma la “trentesima” struttura globale del gruppo, progettata espressamente per “workload ambiziosi di AI”.

Alibaba prepara la sua rivoluzione ai per sfidare chatgpt

Alibaba va all’attacco: la sua app di AI sta per diventare “quasi” ChatGPT. Dopo aver già annunciato interni modelli linguistici proprietari, Alibaba prepara un rilancio radicale della sua app mobile AI che temi dello scenario globale lo chiamano il “revamp” per competere nella fascia consumer. L’idea è chiara: trasformare un prodotto B2B/internamente orientato in un’interfaccia conversazionale friendly, centrata su dialogo, generazione di testo e magari plugin multi-media. Secondo fonti non ufficiali, la già esistente app “Tongyi” (o variante) verrà rinominata “Qwen” in omaggio al modello linguistico interno del gruppo.

Microsoft inaugura la sua AI superfactory alimentata da centinaia di migliaia di GPU Nvidia

Quando una società con la portata della Microsoft decide di ridisegnare l’infrastruttura tecnologica globale, non è semplice evoluzione: è salto quantico. Ebbene Microsoft ha appena acceso ciò che chiama una “AI superfactory” una rete di data center interconnessi che ospita “centinaia di migliaia” di GPU NVIDIA, capace di mettere in moto modelli di IA di nuova generazione su scala planetaria.

Il progetto prende forma attraverso il nuovo sito “Fairwater” ad Atlanta (Georgia) che si collega al sito di Wisconsin, e altri nodi della rete Azure, in un’unica infrastruttura federata: l’obiettivo è trattare tutti questi cluster come un supercomputer globale, non come isolati “cloud farm”.

Google introduce private AI compute: la nuova frontiera della privacy nel cloud

Google ha appena alzato l’asticella dell’intelligenza artificiale privata, e lo ha fatto con un nome che suona quasi come un ossimoro: Private AI Compute. Una piattaforma che promette di unire la potenza dei modelli Gemini nel cloud con la stessa sicurezza che finora era prerogativa dell’elaborazione on-device. In altre parole, Google vuole farci credere che l’AI possa essere allo stesso tempo iperconnessa e completamente privata. Ambizioso, forse anche provocatorio.

OpenAI lancia ChatGPT 5.1: la nuova generazione dell’intelligenza adattiva

Microsoft e OpenAI tornano a riscrivere le regole del gioco con ChatGPT 5.1, una versione che promette di fondere rapidità e profondità di ragionamento in un unico ecosistema cognitivo. Due nuove modalità, GPT-5.1 Instant e GPT-5.1 Thinking, incarnano questa doppia anima. La prima punta su un tono più caldo e colloquiale, ideale per conversazioni fluide e risposte immediate, mentre la seconda regola dinamicamente il tempo di riflessione, investendo più risorse sui problemi complessi e restituendo risposte più veloci per le domande semplici. È l’equivalente digitale di un cervello che sa quando pensare e quando agire.

World Labs sbarca sul metaverso reale con Marble

La parola d’ordine è “spazialità”. Non più solo testi o immagini generati da IA, ma ambienti tridimensionali persistenti, scaricabili, editabili. È su questo che la startup World Labs fondata dalla pioniera dell’intelligenza artificiale Fei‑Fei Li punta con il lancio commerciale del suo primo prodotto: Marble.

Una sfida digitale che pochi hanno osato

Nel panorama dell’IA generativa, siamo abituati a modelli che producono immagini, video o testi in risposta a prompt. Ma questi strumenti non “capiscono” lo spazio come lo concepiamo noi: muri, oggetti, relazioni fisiche, consistenza geometrica. Il “world model” ambito da World Labs è qualcosa di diverso: un modello in grado di generare rappresentazioni interne dell’ambiente, capace di prevedere, pianificare, simulare.

Aagenti AI e il nuovo impero Adv di Amazon

Amazon non vende più solo prodotti. Vende attenzione, dati e algoritmi. È diventata la più grande agenzia pubblicitaria mascherata da e-commerce. L’ironia è che la maggior parte dei brand ancora non se n’è accorta. Mentre i marketer inseguono le vanity metrics sui social, gli agenti AI di Amazon stanno riscrivendo le regole del gioco dell’advertising globale. La keyword centrale non è più “visibilità”, ma “intelligenza contestuale”. Amazon non ti mostra ciò che vuoi vedere, ma ciò che il suo modello prevede che comprerai, e questa differenza sta spostando miliardi di dollari dal search tradizionale verso un ecosistema chiuso e autopoietico.

Apple e i ritardi di SIRI

Il silenzio attorno a Siri la promessa “assistente vocale potenziata” di Apple avvolge ormai la mela tecnologica in un’ombra che rischia di diventare scura. Quando un’azienda dalla reputazione impeccabile tarda a consegnare, la fiducia accumulata può scivolare silenziosamente verso l’incredulità. L’ecosistema Apple, costruito da decenni su coerenza, integrazione e innovazione controllata, vede ora il suo potenziale tallone d’Achille: la trasformazione digitale guidata dall’intelligenza artificiale.

Neuro-Symbolic AI come i sistemi esperti potrebbero resuscitare il sogno dell’AGI

L’industria dell’intelligenza artificiale sta scavando tra le proprie macerie per ritrovare concetti che essa stessa aveva sepolto con disprezzo. Dopo anni passati a idolatrare reti neurali e modelli linguistici giganteschi, i guru della Silicon Valley stanno riscoprendo un vecchio amore: i sistemi esperti. La stessa tecnologia che negli anni Ottanta prometteva di sostituire il pensiero umano e finì invece in una bara sigillata con l’etichetta “obsoleto”. Ora, però, le crepe nel tempio della generative AI stanno diventando visibili anche ai più ferventi sostenitori del deep learning. Il sogno dell’AGI, l’intelligenza generale artificiale, non è morto, ma ha cambiato pelle, e forse cervello.

Seeweb entra nel network di Skypilot: perché è strategico per l’italia e per l’intelligenza artificiale Europea

Quando un cloud provider italiano come Seeweb entra ufficialmente nel network SkyPilot, non è solo una notizia tecnica, è un segnale politico e industriale. Perché in un mondo dove la gestione dei carichi di lavoro di intelligenza artificiale si gioca tra pochi giganti globali, ogni integrazione che semplifica l’accesso, la scalabilità e l’interoperabilità rappresenta un atto di indipendenza tecnologica. SkyPilot, nato nei laboratori dell’Università di Berkeley, è una piattaforma open source che consente di orchestrare workload AI e machine learning su più infrastrutture cloud con un singolo comando. In altre parole, è la promessa di una nuova era di portabilità, dove il codice smette di essere prigioniero di un provider e diventa libero di scalare ovunque convenga.

Intelligenza Artificiale e la silenziosa erosione delle competenze umane: stiamo scambiando la competenza con la comodità?

Esiste un paradosso che aleggia sopra il progresso tecnologico: più l’intelligenza artificiale ci semplifica la vita, più diventiamo dipendenti da essa. È la promessa e la trappola insieme. Perché mentre celebriamo la produttività potenziata, ignoriamo la lenta evaporazione delle capacità umane. Non si tratta più di sostituire lavori manuali con algoritmi, ma di qualcosa di più sottile, quasi impercettibile: la sostituzione delle abilità cognitive con un clic. Saper fare lascia spazio al saper chiedere e la differenza, nel lungo periodo, è abissale.

La rapina al Louvre svela falle di sicurezza che fanno tremare l’industria culturale

L’episodio accaduto al Musée du Louvre il 19 ottobre 2025 sarebbe da manuale: ladruncoli vestiti da operai, scala meccanica, moto-scooter, vetrine spaccate, gioielli reali francesi per un valore stimato in 88 milioni di euro (oltre 102 milioni di dollari). Il fatto che ciò avvenga in pieno giorno, durante l’orario di apertura, all’interno della galleria più visitata al mondo, è già di per sé un richiamo al panico: se cade il Louvre, cade il castello delle certezze sulla sicurezza museale.

Quando i robot imparano: l’ascesa dell’automazione intelligente e polifunzionale

L’industria globale sta entrando in una fase di metamorfosi silenziosa ma irreversibile. Non si tratta di un’evoluzione incrementale ma di un salto quantico: l’unione fra intelligenza artificiale e robotica sta generando una nuova specie di macchine, capaci di apprendere, adattarsi e collaborare. Il vecchio paradigma dei robot rigidi e ripetitivi, addestrati a un solo compito, è ormai una reliquia di un’era industriale che si sta dissolvendo più velocemente dei suoi protocolli. Le nuove creature meccaniche sono polifunzionali, flessibili e soprattutto intelligenti. Nascono in un contesto in cui il valore non si misura più nella quantità di acciaio, ma nella quantità di software.

No White Strawberries. la serie di podcast che rompe i confini tra umano e artificiale

Ci sono nomi che funzionano come metafore. No White Strawberries. non parla di frutti, ma di eccezioni. Di ciò che non dovrebbe esistere e invece esiste, sfidando il prevedibile. È esattamente questo lo spirito della nuova serie di podcast dedicata ai temi di frontiera, dove l’intelligenza artificiale incontra la filosofia, l’ingegneria dialoga con l’etica e la cultura tecnologica si intreccia con le domande che ancora non sappiamo formulare.

Il titolo è un invito alla curiosità, all’anomalia. In un mondo saturo di contenuti omologati, No White Strawberries si impone come un esperimento sonoro, un laboratorio di pensiero in movimento. Qui non si ripetono le stesse opinioni su AI e futuro, ma si ascolta come menti diverse filosofi, ingegneri, accademici e manager visionari decostruiscono le certezze della modernità digitale. “Noi accendiamo le voci, tu liberi la curiosità”: più che uno slogan, una filosofia.

Google ridisegna il futuro dell’intelligenza agentica con il nuovo introduction to agents blueprint

Google ha appena rilasciato una versione aggiornata della guida “introduction to agents blueprint”, e sì: è un piccolo terremoto nel mondo dell’agentic AI systems. Si tratta di un documento tecnico, di circa 54 pagine, curato dal team Google Cloud AI, che esplora come progettare, implementare e governare agenti intelligenti su scala enterprise.

All’incipit troviamo l’architettura dell’agente: come si collegano cervello, memoria e strumenti. Il cervello è ovviamente un grande modello linguistico (LLM) che fa da motore del ragionamento, mentre gli strumenti e le API fungono da “mani” operative. La guida chiarisce come orchestrare più agenti, come gestire deployment massivi in ambienti reali, come valutare le prestazioni e, ciliegina finale, come progettare loop di apprendimento auto-evolutivi. È presente anche un riferimento alla “AlphaEvolve” come design modellare per agenti adattivi.

Softbank vende tutto di Nvidia e punta 40 miliardi su OpenAI: la scommessa più pericolosa del capitalismo tecnologico

SoftBank ha deciso di abbandonare la regina delle GPU. Nessun rimorso, nessuna esitazione, solo una fredda strategia: vendere interamente la partecipazione in Nvidia per 5,83 miliardi di dollari e dirottare il capitale verso OpenAI, la società che oggi rappresenta insieme un miracolo di crescita e un enigma contabile. In un solo colpo, Masayoshi Son ha rinnegato la fede nel silicio per abbracciare quella nella mente artificiale, scommettendo che il futuro del potere tecnologico non passerà più dai chip ma dall’intelligenza che li governa. Una mossa che lascia Wall Street perplessa, Silicon Valley spiazzata e i regolatori americani più nervosi che mai.

Fei-Fei Li intelligenza spaziale: il prossimo salto evolutivo dell’AI che non sa ancora toccare il mondo

Penso sempre che dobbiamo ricordarci che un’intelligenza artificiale capace di scrivere poesie, diagnosticare tumori e generare universi digitali non riesce ancora a capire se una mela cadrà dal tavolo. Fei-Fei Li, luminare di Stanford e madre della computer vision moderna, lo ha detto con la calma di chi ha appena trovato il bug nell’universo dell’AI: il vero limite oggi non è la logica, ma la fisica. L’intelligenza artificiale non sa ancora vivere nel mondo che pretende di comprendere. È come un filosofo cieco che discetta sulla luce.

AMD sfida Nvdia nella corsa all’intelligenza artificiale da un trilione di dollari

Lisa Su non fa mai giri di parole. Quando la CEO di AMD parla di “insaziabile domanda” per la potenza di calcolo destinata all’intelligenza artificiale, il mercato ascolta. Durante il Financial Analyst Day, ha alzato la posta in gioco dichiarando che il mercato totale indirizzabile dell’AI data center raggiungerà i 1000 miliardi di dollari entro il 2030, raddoppiando le precedenti previsioni. Una cifra che non solo ridisegna le ambizioni di AMD, ma riscrive anche le regole della competizione contro Nvidia, ancora saldamente al comando con una quota vicina al 90% del mercato AI.

uare.ai e la nuova frontiera dell’identità digitale Human Life Model: quando l’intelligenza artificiale diventa autobiografia

Robert LoCascio è una di quelle figure che non si accontentano di aver inventato qualcosa di grande. Dopo aver portato LivePerson a definire il concetto stesso di chat sul web nel 1997, nel 2023 ha deciso di lasciare il ruolo di CEO per lanciarsi nella sfida più complessa e filosoficamente destabilizzante che la tecnologia contemporanea potesse offrire: replicare l’essere umano. Ma non con un clone digitale alla maniera delle demo di Silicon Valley, piuttosto attraverso un modello personale capace di incarnare memoria, valori, tono di voce e decisioni di vita. Così è nata Eternos, poi ribattezzata Uare.ai, la startup che vuole ridefinire il concetto di identità nell’era dell’intelligenza artificiale generativa.

META rischia di perdere Yann Lecun, il suo cervello più brillante sull’intelligenza artificiale

Meta sta per perdere uno dei suoi simboli più riconosciuti nell’intelligenza artificiale. Yann LeCun, chief AI scientist del gruppo e figura leggendaria nel campo del deep learning, sarebbe pronto a lasciare l’azienda per fondare la propria startup. Lo riporta il Financial Times, citando fonti anonime vicine al progetto. La notizia non è ancora ufficiale, ma nel settore il rumore è assordante.

Come la sicurezza nazionale ha trasformato l’industria dell’osservazione della terra

L’industria dell’osservazione della Terra ha subito una metamorfosi quasi impercettibile per chi segue le immagini satellitari su Google Earth, ma devastante per la scienza e il commercio. Un tempo dominata da missioni climatiche, monitoraggio ambientale e cartografia commerciale, oggi la leadership è nelle mani della difesa e dell’intelligence. Il caso più lampante è Maxar Intelligence, storicamente riconosciuta per documentare conflitti e disastri globali, che ha cambiato nome in Vantor, segnalando senza ambiguità il suo allineamento con la sicurezza nazionale. L’acquisizione da parte di Advent International non è stata un semplice cambio di proprietà: le divisioni dell’azienda sono state smembrate e ridirezionate verso contratti militari, collocando Vantor nello stesso ecosistema di Palantir e Anduril. Oggi, oltre il 65% dei 2,2 miliardi di dollari del mercato globale dei dati di osservazione della Terra proviene da commesse di difesa e intelligence, un balzo impressionante causato dall’escalation delle tensioni geopolitiche.

Federico Faggin e la coscienza prima della materia: la rivoluzione Nousym nel 2025

Nel panorama dell’innovazione tecnologica mondiale pochi nomi suscitano un effetto “doppia deriva”: da una parte quello del pioniere della microelettronica, dall’altra quello del pensatore che sfida la visione convenzionale della realtà. Federico Faggin, già celebre per avere inventato il microprocessore e contribuito al touch‐screen, ha imboccato da tempo un’altra rotta: quella della coscienza, della realtà ultima, della scienza che si spinge “oltre”.

Faggin non propone solo un libro, ma un intero paradigma: la coscienza che precede la materia, la materia come espressione, la scienza che deve includere la spiritualità e viceversa.

Sora di OpenAI brucia 15 milioni al giorno tra viralità e perdite epocali

Quando OpenAI ha lanciato Sora come app per generare video IA da testo, la mossa è stata folgorante: milioni di download in pochi giorni, un’ondata di clip surreali che spopolano sui social. Questo boom ha però un rovescio: costi astronomici e un modello economico che sembra costruito su fuoco e fiamme. La narrativa è chiara: “crescere prima, monetizzare dopo”, ereditata dai fasti della Silicon Valley (pensate a Google, Facebook, YouTube). Ma con Sora la posta in gioco è ancora più alta.

L’intelligenza artificiale prepara una nuova guerra sulla privacy in Europa

L’Europa si sta infilando in un campo minato, e questa volta la miccia si chiama intelligenza artificiale. Secondo indiscrezioni riportate da Politico, Bruxelles sarebbe pronta a toccare il “terzo binario” della politica comunitaria: il sacrosanto GDPR. L’idea, contenuta in una bozza di proposta, è quella di introdurre eccezioni mirate per consentire alle aziende di AI di utilizzare determinate categorie di dati personali nei processi di addestramento dei modelli. Un gesto che, tradotto in linguaggio politico, significa tentare di rimanere competitivi in un mondo dove Stati Uniti e Cina stanno già correndo a velocità supersonica.

Intel rimescola la leadership AI dopo la fuga del CTO verso OpenAI

Intel ha annunciato che il suo CEO Tan Lip-bu assumerà la guida diretta delle iniziative di intelligenza artificiale dell’azienda dopo l’uscita del chief technology officer Sachin Katti, passato a OpenAI. Una mossa che conferma due cose: l’urgenza strategica di Intel di rimanere rilevante nell’era dell’AI e il magnetismo irresistibile che OpenAI esercita sui migliori cervelli della Silicon Valley.

Katti, ex professore di Stanford e figura chiave nella riorganizzazione AI di Intel a inizio anno, ha dichiarato sui social di aver raggiunto il team di Greg Brockman per “progettare e costruire l’infrastruttura di calcolo” destinata alla ricerca sull’intelligenza artificiale generale. Tradotto: lavorerà sul motore stesso che alimenterà la prossima generazione di modelli OpenAI.

La nuova geografia dell’intelligenza artificiale: Anthropic corre, OpenAI brucia

Il boom dell’intelligenza artificiale sta disegnando due filosofie economiche opposte nella Silicon Valley. Da un lato Anthropic, sostenuta da Amazon e Google, che cresce in modo quasi chirurgico; dall’altro OpenAI, creatrice di ChatGPT, che continua a spendere come se la corsa fosse infinita. Secondo documenti rivelati dal Wall Street Journal, la società di Dario Amodei punta a raggiungere la soglia di pareggio nel 2028, con ricavi fino a 70 miliardi di dollari, contro i circa cinque previsti per quest’anno. Una traiettoria impressionante, spinta dalla diffusione del suo chatbot Claude, ormai adottato da molte aziende per il coding e l’assistenza automatizzata.

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