Microsoft ha deciso di abbandonare progetti di data center per un totale di 2 gigawatt negli Stati Uniti e in Europa negli ultimi sei mesi. Secondo gli analisti di TD Cowen, la scelta è dovuta a un eccesso di capacità rispetto alla domanda prevista. Ma il dettaglio più significativo è che la decisione è legata al mancato supporto a OpenAI per l’addestramento di nuovi modelli di intelligenza artificiale.
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Microsoft è sempre stata sinonimo di innovazione tecnologica, ma ora sta cercando di alzare l’asticella nel settore dell’intelligenza artificiale, con Satya Nadella che guida la carica. L’azienda ha recentemente posto molta enfasi sul suo investimento strategico nell’IA, e la recente acquisizione del prodotto DeepSeek sta dimostrando di essere un punto di svolta decisivo.
Durante una riunione esclusiva con i dipendenti, Nadella ha rivelato come questo strumento potrebbe non solo spingere Microsoft a nuove vette di efficienza ma anche definire la sua posizione futura nel panorama competitivo dell’intelligenza artificiale. DeepSeek, che è stato lanciato con successo su Azure a gennaio, ha finito per impressionare non solo per le sue capacità tecniche, ma anche per il modo in cui un team relativamente ridotto, composto da circa 200 persone, sia riuscito a ottenere risultati sorprendenti in tempi rapidi.
L’innovazione dietro DeepSeek e la sua efficienza inaspettata
Nel cuore dell’incredibile successo di DeepSeek c’è la sua architettura innovativa, che lavora sotto il layer CUDA di Nvidia, una mossa che ha permesso una maggiore efficienza computazionale nelle operazioni di IA. Questo approccio ha contribuito a ridurre notevolmente i costi computazionali, un fattore cruciale quando si tratta di scalare l’intelligenza artificiale in modo sostenibile. L’efficienza con cui il sistema opera, combinata con l’uso di modelli pre-addestrati, ha dato a Microsoft una marcia in più, dimostrando che con le giuste risorse e visione, anche team piccoli e agili possono dare vita a soluzioni rivoluzionarie.
Ciò che ha colpito davvero Satya Nadella è stato il fatto che il team dietro DeepSeek non si è fermato alla fase di ricerca, ma è riuscito a trasformare il progetto in un prodotto concreto che ha avuto un impatto significativo. Non è da tutti riuscire a portare un’idea dal laboratorio alla cima delle classifiche dell’App Store, ma DeepSeek è riuscito nell’impresa, raggiungendo il primo posto. Questo, per Nadella, rappresenta il nuovo standard di successo: non solo innovare, ma tradurre rapidamente quella ricerca in un prodotto che può cambiare il mercato.
Questa conquista è tanto più significativa se paragonata al successo più altalenante di Copilot. Nonostante l’AI integrata nel sistema Copilot sia una delle principali scommesse di Microsoft, non ha ancora avuto lo stesso impatto virale che ha caratterizzato altre soluzioni, come ChatGPT. Quest’ultimo è infatti regolarmente in cima alle classifiche delle app gratuite, mentre Copilot non è riuscito a entrare nemmeno nei primi 100. Questo solleva la domanda su come Microsoft possa competere efficacemente nel mondo sempre più competitivo dell’IA, dove la velocità di adozione e la facilità di utilizzo sono cruciali.
La visione di Nadella è chiara: l’azienda non deve solo investire in tecnologie all’avanguardia, ma deve anche assicurarsi che questi strumenti diventino mainstream e raggiungano il pubblico giusto, al momento giusto. DeepSeek è quindi il faro che illumina la strada per i prossimi passi dell’azienda nel campo dell’intelligenza artificiale. L’efficienza, la visibilità e la praticità di utilizzo sono la formula che Microsoft spera di applicare anche alle sue altre soluzioni IA, per colmare il divario che ancora esiste tra le sue offerte e quelle di concorrenti come OpenAI.
Il piano di Microsoft di investire 80 miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale è un chiaro segno della determinazione della compagnia nel diventare una delle forze dominanti nel settore. Con un focus così mirato e con DeepSeek come esempio di efficienza, Microsoft sta cercando di posizionarsi non solo come leader tecnologico, ma anche come protagonista nel mercato globale dell’intelligenza artificiale.
Il prossimo passo sarà quello di replicare il successo di DeepSeek, cercando di integrare l’IA in ogni aspetto dei suoi prodotti, ma anche in nuovi mercati dove l’intelligenza artificiale non è ancora stata adottata in modo così pervasivo. La sfida è grande, ma con un investimento mirato e un team orientato alla crescita e all’innovazione, Microsoft sembra pronta ad affrontarla.

Il 25 marzo 2025, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha compiuto un passo significativo nella sua politica di contenimento nei confronti della Cina, aggiungendo ben 80 entità alla sua “entity list”. Si tratta di una mossa senza precedenti che segna un nuovo capitolo nella guerra tecnologica tra le due superpotenze, specialmente nel settore dell’intelligenza artificiale e dei supercomputer avanzati.
Questo intervento, il primo di una lunga serie iniziata con l’amministrazione Trump, ha avuto ripercussioni immediate, con Pechino che ha condannato fermamente l’azione e accusato Washington di voler manipolare la sicurezza nazionale per i propri scopi geopolitici.
L’inserimento di 80 organizzazioni nella lista nera ha coinvolto oltre 50 realtà cinesi, accusate di danneggiare gli interessi di sicurezza nazionale e politica estera degli Stati Uniti. Tra le aziende vietate vi sono alcune delle più potenti del settore tecnologico cinese, comprese quelle coinvolte nello sviluppo di intelligenza artificiale avanzata, supercomputer e chip ad alte prestazioni utilizzati in ambito militare.

La ricerca globale sta vivendo un’evoluzione nella previsione meteorologica, grazie al lancio del nuovo modello AI chiamato Aardvark Weather. Un gruppo di studiosi provenienti dal Regno Unito e dal Canada, con il coinvolgimento di rinomati istituti come l’Università di Cambridge e l’Istituto Alan Turing, ha presentato i risultati di uno studio che potrebbe segnare un punto di svolta nella meteorologia.
Martedì, mentre Google e OpenAI hanno fatto il loro gioco con una serie di novità nel mondo dell’AI, Microsoft ha risposto con un annuncio che non poteva passare inosservato. La società di Redmond ha introdotto due nuovi agenti AI per Microsoft 365 Copilot, presentando Researcher e Analyst, etichettati come i primi della loro specie. Si tratta di strumenti ambiziosi, e come ogni novità nel campo dell’intelligenza artificiale, la promessa è di semplificare enormemente il lavoro quotidiano, ma il diavolo sta nei dettagli.
Researcher sfrutta un modello avanzato di ricerca di OpenAI, progettato per eseguire ricerche complesse in più fasi. A differenza degli strumenti tradizionali, Researcher non si limita a cercare informazioni, ma collega anche dati da fonti esterne come Salesforce o ServiceNow, consentendo ai clienti aziendali di ottenere intuizioni e analisi dettagliate sfruttando gli strumenti già in uso. L’idea è che gli utenti possano trarre vantaggio da una fusione tra la potenza del modello di ricerca AI e la capacità di attingere ai dati aziendali già disponibili.

BMW e Alibaba hanno recentemente annunciato un’espansione della loro partnership strategica in Cina, con l’obiettivo di integrare modelli di linguaggio AI di grandi dimensioni (LLM) nei veicoli di prossima generazione del marchio tedesco. Questa collaborazione prevede l’integrazione dell’AI Qwen di Alibaba nei modelli Neue Klasse di BMW, la cui produzione in Cina è prevista per il 2026.
L’obiettivo dichiarato è sviluppare un assistente personale intelligente (IPA) avanzato, capace di comprendere e rispondere a comandi vocali complessi. Ad esempio, gli utenti potranno pianificare una serata fuori, con il sistema che analizzerà dati in tempo reale su traffico, recensioni dei locali e preferenze personali per fornire suggerimenti personalizzati.
Questa mossa rappresenta un ulteriore passo avanti nella strategia di BMW di rafforzare la propria presenza nel mercato cinese attraverso collaborazioni con giganti tecnologici locali. Già nel 2018, BMW aveva iniziato a integrare l’assistente vocale Tmall Genie di Alibaba nei suoi veicoli destinati al mercato cinese. Successivamente, nel 2020, le due aziende hanno firmato un Memorandum of Understanding per promuovere la trasformazione digitale dell’intero processo aziendale di BMW in Cina.

Nel teatro sempre più affollato delle dispute legali tra giganti tecnologici e detentori di diritti d’autore, l’ultimo atto ha visto protagonista Anthropic, una società di intelligenza artificiale, e un consorzio di editori musicali capeggiato da Universal Music Group (UMG). Questi ultimi avevano avanzato una richiesta preliminare per impedire ad Anthropic di utilizzare testi di canzoni protetti da copyright nell’addestramento del suo chatbot, Claude. Tuttavia, il giudice federale della California, Eumi Lee, ha respinto tale richiesta, definendola “troppo ampia” e priva di prove concrete di un “danno irreparabile” causato agli editori.
La querelle ha avuto inizio nel 2023, quando UMG, insieme a Concord e ABKCO, ha intentato una causa contro Anthropic, accusandola di aver violato i diritti d’autore su testi di almeno 500 canzoni di artisti del calibro di Beyoncé, The Rolling Stones e The Beach Boys. Secondo gli editori, Anthropic avrebbe utilizzato questi testi senza autorizzazione per addestrare Claude a rispondere alle richieste degli utenti. Una mossa che, a loro dire, minerebbe il mercato delle licenze e causerebbe perdite economiche significative.

Nel cuore della battaglia tecnologica tra Cina e Stati Uniti, un nome nuovo si sta facendo largo a colpi di innovazione e ambizione: SiCarrier. Questo produttore cinese di attrezzature per la produzione di semiconduttori, legato a Huawei, ha catalizzato l’attenzione alla fiera Semicon China, dove ha svelato una serie di nuovi strumenti che potrebbero ridurre la dipendenza del paese dalle tecnologie occidentali. (photo Ann Cao)
A soli quattro anni dalla sua fondazione, con il sostegno del governo di Shenzhen, SiCarrier ha mostrato per la prima volta al pubblico le sue macchine per la fabbricazione e il testing di chip. Nonostante il velo di riservatezza che ancora circonda le specifiche tecniche dei suoi strumenti, gli addetti ai lavori ipotizzano che le tecnologie dell’azienda abbiano avuto un ruolo nella produzione dei chip da 7 nanometri sviluppati da Huawei per il Mate 60 Pro nel 2023.

Joe Tsai, presidente di Alibaba Group Holding, ha recentemente lanciato una serie di domande filosofiche sulla reale capacità dell’intelligenza artificiale di superare l’intelligenza umana e sull’effettiva utilità dei robot umanoidi. In un’epoca in cui l’IA sembra essere la chiave per risolvere ogni problema, la sua riflessione non è solo provocatoria, ma mette a nudo i limiti di una visione troppo semplicistica del futuro tecnologico.
Tsai ha parlato durante la finale di Jumpstarter a Hong Kong, un evento organizzato dal fondo per imprenditori di Alibaba per sostenere le startup emergenti. Pur riconoscendo il potenziale trasformativo dell’IA, ha sollevato dubbi sul concetto di intelligenza artificiale generale (AGI). Se le macchine possono elaborare informazioni più velocemente degli esseri umani, ciò le rende davvero più intelligenti? Secondo Tsai, la risposta è no. L’intelligenza umana non è solo calcolo e logica: è emozione, empatia, capacità di interazione sociale. E su questi aspetti, l’IA è ancora distante anni luce.

L’elezione di Trump sta scatenando un’ondata di reazioni globali che si fanno sempre più concrete. Non si tratta solo di boicottaggi simbolici o proteste di piazza: stavolta, a essere sotto attacco, è il dominio tecnologico americano. Se il primo segnale è stato l’aumento della spesa militare europea per compensare il declino del supporto USA all’Ucraina, ora il fronte si sposta su un settore ancora più strategico: il cloud computing.
Google Cloud, Microsoft Azure e Amazon Web Services (AWS) sono i tre pilastri su cui poggia buona parte dell’infrastruttura digitale mondiale. Dai governi alle aziende, migliaia di realtà dipendono dai loro servizi per gestire server, archiviazione dati e applicazioni critiche. Ma qualcosa sta cambiando. In Europa cresce il timore che, sotto la nuova amministrazione Trump, queste piattaforme possano trasformarsi in strumenti di pressione politica, con il rischio che dati sensibili vengano manipolati o resi inaccessibili per motivi geopolitici.

Mentre il tempo scorre e la scadenza del 5 aprile imposta da Trump per la cessione delle operazioni statunitensi di TikTok si avvicina, i potenziali acquirenti si affannano a mettere insieme un piano che abbia un senso. Il problema? Nessuno di loro ha le risorse per gestire un colosso digitale da 170 milioni di utenti senza un’infrastruttura cloud adeguata. E così si aprono le danze per il grande ballo del cloud computing, con Oracle come prima ballerina e Microsoft e Google che cercano di infilarsi nel pas de deux.
Oracle è già il partner cloud di TikTok negli Stati Uniti, e la sua posizione di vantaggio è indiscutibile. Ma gli altri pretendenti al trono sanno che un cambio di proprietà potrebbe rimescolare le carte, e così si stanno muovendo per strappare un pezzo della torta. D’altronde, ByteDance, la società madre di TikTok, è uno dei più grandi clienti di Oracle, e perderlo non sarebbe una passeggiata per l’azienda di Larry Ellison. Il problema è che questa partita non si gioca solo sul tavolo del business, ma anche su quello della geopolitica, con Washington e Pechino a tirare i fili di una marionetta che rischia di strapparsi da un momento all’altro.

Nel panorama dell’intelligenza artificiale, dove giganti come Google e Midjourney dettano legge, un nuovo sfidante si è imposto con un’entrata spettacolare. Reve Image 1.0, precedentemente noto con il nome in codice “Halfmoon”, ha fatto il suo debutto conquistando immediatamente la vetta della classifica mondiale. Un’operazione chirurgica, senza fronzoli: prestazioni superiori, innovazioni concrete e una precisione nel rendering delle immagini che lascia di sasso anche i più scettici.
Se qualcuno pensava che Imagen 3 di Google o Midjourney v6.1 fossero irraggiungibili, si sbagliava di grosso. Reve Image 1.0 non si è limitato a sfidarli: li ha annientati.
L’AI Arena di Artificial Analysis, il principale benchmark del settore, ha sancito senza mezzi termini il nuovo re: primo posto assoluto, prestazioni sopra ogni altro modello testato, e una capacità di interpretazione delle richieste da far impallidire la concorrenza. Ma cos’ha di così speciale Reve? Perché tutti ne parlano?

Il settore automobilistico mondiale sta assistendo a un cambio di equilibri senza precedenti. L’ascesa vertiginosa della cinese Byd, sostenuta da investimenti strategici e innovazioni tecnologiche, sta mettendo in discussione il primato di Tesla nel mercato globale delle auto elettriche. Il gruppo di Shenzhen, supportato dall’investitore di lungo corso Warren Buffett, ha superato per la prima volta la casa automobilistica di Elon Musk nei ricavi, raggiungendo la soglia dei 107,2 miliardi di dollari nel 2024, contro i 97,7 miliardi di Tesla. Un sorpasso che segna una svolta epocale nell’industria delle e-car, in cui la Cina si impone sempre più come leader indiscusso.

Nel mondo frenetico delle imprese di servizi, dove il tempo è denaro e ogni opportunità mancata è un colpo al fatturato, nasce JennyAI, l’assistente AI progettato per generare ricavi immediati. Non si tratta di un semplice software di automazione, ma di una piattaforma intelligente che sfrutta i dati aziendali per massimizzare le opportunità di vendita.
JennyAI è già integrata con ServiceTitan, il principale software di gestione per le aziende di servizi sul campo. Il suo obiettivo? Identificare opportunità di sostituzione e assistenza all’interno della base clienti esistente, ottimizzando il processo di engagement con un approccio iper-personalizzato. Il risultato è una riduzione drastica del tempo necessario per convertire un contatto in un appuntamento, trasformando il database clienti in una macchina da ricavi.

Google ha presentato Gemini 2.5, la sua nuova famiglia di modelli di intelligenza artificiale che, a detta dell’azienda, è in grado di “pensare”. Un’affermazione audace, ma che segna un altro passo nella corsa all’AI sempre più avanzata.
Secondo il colosso di Mountain View, Gemini 2.5 è un modello progettato per il ragionamento avanzato, il che significa che non si limita a classificare e prevedere, ma è capace di analizzare informazioni, trarre conclusioni logiche, incorporare il contesto e le sfumature, e prendere decisioni informate. In sostanza, Google vuole far credere che la sua AI non si limita a rigurgitare dati, ma elabora risposte più intelligenti e contestualizzate.

OpenAI ha appena alzato l’asticella dell’intelligenza artificiale con l’introduzione di Images in ChatGPT, una funzionalità che permette di generare immagini direttamente all’interno della chat utilizzando GPT-4o. Questa evoluzione segna un passo decisivo nell’integrazione dell’AI multimodale, rendendo il chatbot non solo un maestro della parola, ma anche della creazione visiva.
L’accesso a questa funzione sarà garantito a tutti gli utenti, indipendentemente dal piano di abbonamento, con limitazioni simili a quelle già viste con DALL·E. Il portavoce di OpenAI, Taya Christianson, ha però evitato di rivelare numeri precisi sui limiti della versione gratuita, lasciando intendere che potrebbero variare in base alla domanda. DALL·E, per ora, non verrà abbandonato, ma relegato a un “custom GPT” per chi vuole continuare a usarlo.
Ma cosa rende davvero rivoluzionario questo aggiornamento?

Ant Group, il colosso fintech affiliato ad Alibaba, sta riscrivendo le regole del gioco nell’intelligenza artificiale. Mentre gli Stati Uniti impongono restrizioni sempre più rigide sull’export di chip avanzati, la Cina risponde con innovazione e adattamento. Il team Ling di Ant ha dimostrato che è possibile addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) utilizzando GPU di produzione locale, riducendo così la dipendenza da Nvidia e abbattendo i costi di training del 20%. La notizia, che potrebbe ridisegnare il mercato AI, è stata pubblicata su arXiv, una piattaforma di ricerca scientifica open-access.

L’impero di Tencent si allarga ancora, e questa volta punta sulle macchine umanoidi. Il colosso cinese dei videogiochi e dei social media ha ufficialmente investito in Agibot, una delle startup più promettenti nel panorama della robotica. L’operazione conferma il crescente interesse dei giganti tech cinesi per un settore che sta rapidamente diventando un campo di battaglia per venture capitalist, fornitori di componenti e colossi industriali con tasche profonde.
Agibot, nota anche come Zhiyuan Robotics, ha completato un nuovo round di finanziamenti che ha visto la partecipazione di investitori di peso come Lanchi Ventures, Longcheer Technology, Wolong e Zhuhai Huafa Group. Non sono stati divulgati i dettagli sugli importi, ma secondo Tianyancha, il capitale registrato della società è aumentato a 80,46 milioni di yuan (circa 11,1 milioni di dollari) dai precedenti 76,37 milioni. Numeri che confermano la solidità finanziaria della startup e il suo appeal per chi scommette sulla robotica come prossimo grande business.

PsiQuantum: la scommessa da 6 miliardi di dollari che sfida Google e Microsoft sul quantum computing
PsiQuantum sta raccogliendo almeno 750 milioni di dollari con una valutazione pre-money di 6 miliardi, con BlackRock alla guida dell’operazione. Non si tratta solo di un altro start-up nel campo del quantum computing, ma di una società che punta a una strategia radicalmente diversa: sfruttare l’industria dei semiconduttori esistente invece di reinventare la ruota con materiali esotici.
Mentre altre aziende sperimentano con superconduttori e ioni intrappolati, PsiQuantum utilizza la fotonica, la stessa tecnologia alla base delle fibre ottiche per le telecomunicazioni. Questo approccio le permette di produrre i suoi chip quantistici nelle fabbriche di GlobalFoundries a New York, con l’obiettivo di sfornare milioni di unità. La scalabilità è il cuore del problema nel quantum computing, e PsiQuantum sta cercando di risolverlo con un metodo che riduce i rischi di produzione e abbassa i costi. Ma anche con questo vantaggio, servono capitali enormi per trasformare un’idea in una realtà funzionante.

Otter.ai, il servizio di trascrizione automatizzata basato su intelligenza artificiale, ha deciso di alzare il tiro e rendere le riunioni ancora più intelligenti o almeno più automatizzate. Il suo nuovo trio di agenti AI punta a eliminare il lavoro umano superfluo nelle call aziendali, trasformando ogni riunione in un flusso di dati e azioni automatizzate. Il protagonista di questa rivoluzione è l’Otter Meeting Agent, un assistente vocale per meeting capace di rispondere a domande e completare attività attingendo direttamente alle informazioni aziendali.
Otter definisce il Meeting Agent come un’evoluzione “trasformativa” del suo precedente chatbot AI per meeting. In pratica, non si limita più a trascrivere conversazioni e generare riassunti, ma può rispondere attivamente alle domande durante la riunione e persino organizzare nuovi meeting o scrivere email, tutto attraverso un’interazione vocale naturale. Un salto di qualità che potrebbe rendere obsoleti i ruoli di assistenti virtuali e segretarie.

Apple sta preparando il terreno per un utilizzo più aggressivo dei dati raccolti da Look Around, la sua versione di Google Street View. A partire da marzo 2025, le immagini e i dati 3D catturati durante le mappature non serviranno solo per migliorare Apple Maps, ma diventeranno carburante per allenare modelli di intelligenza artificiale destinati a prodotti e servizi dell’azienda.
Il cambiamento, segnalato da 9to5Mac, è stato discretamente aggiornato nella documentazione ufficiale di Apple, e potrebbe rappresentare una svolta significativa nell’approccio dell’azienda alla raccolta e all’uso dei dati visivi. Traduzione: quello che Apple sta catturando con le sue auto e i suoi zaini tecnologici non si limiterà più alla semplice navigazione, ma entrerà direttamente nel mondo della generazione e del riconoscimento di immagini tramite AI.

Nel 2017 era solo uno scherzo, oggi è realtà: Nvidia G-Assist, nato come pesce d’aprile, è diventato un vero e proprio assistente AI per i possessori di GPU RTX. Non si tratta di un semplice chatbot, ma di un’innovazione che promette di cambiare radicalmente l’esperienza di gioco e l’ottimizzazione del sistema.
Integrato direttamente nell’app Nvidia, G-Assist è in grado di gestire e ottimizzare le impostazioni di gioco, misurare i frame rate e persino controllare l’illuminazione di dispositivi compatibili come quelli di Logitech, Corsair, MSI e Nanoleaf. Può essere attivato tramite comandi vocali o testuali e offre risposte in stile ChatGPT su domande come “Come funziona il DLSS Frame Generation?”. Ma il vero valore aggiunto è la capacità di ottimizzare le prestazioni senza che l’utente debba navigare tra menu e impostazioni complesse.

Nvidia ha appena rilasciato Dynamo, una libreria open-source pensata per ottimizzare l’inferenza dei modelli di AI su larga scala. Tradotto: un software che promette di far girare più velocemente i modelli di intelligenza artificiale, riducendo i costi e abbattendo la latenza. Una manna per le aziende che stanno bruciando GPU e milioni di dollari per far funzionare le loro AI.
La mossa arriva in un momento cruciale: l’intelligenza artificiale sta divorando potenza di calcolo come mai prima, con costi che mettono a dura prova anche i colossi del settore. Con Dynamo, Nvidia vuole offrire una soluzione che massimizzi l’efficienza, riduca gli sprechi e renda più accessibile il deployment di modelli sempre più esigenti. Read the Tech Blog

L’intelligenza artificiale è brava a macinare dati, meno a fermarsi a riflettere. Anthropic vuole cambiare le regole del gioco con “Think“, una nuova funzione pensata per potenziare il processo decisionale di Claude, il loro modello linguistico di punta. In un panorama sempre più dominato da AI che devono prendere decisioni in autonomia, questa innovazione potrebbe essere il tassello mancante per una maggiore affidabilità e conformità normativa.
L’idea alla base di “Think” è tanto semplice quanto rivoluzionaria: dare all’AI il potere di fermarsi, analizzare, e verificare le proprie risposte prima di procedere. Se finora i modelli di AI operavano in modo lineare, rispondendo di getto sulla base dei dati disponibili, “Think” introduce una struttura di pensiero più riflessiva. Il risultato? Un miglioramento netto nell’accuratezza delle risposte, con un impressionante +54% nelle performance su test legati al customer service.

Il panorama dell’intelligenza artificiale è stato recentemente scosso dall’ascesa fulminea di DeepSeek, una startup cinese che ha rapidamente scalato le classifiche dell’App Store di Apple negli Stati Uniti, superando persino ChatGPT. Fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, DeepSeek ha sorpreso il mondo tecnologico non solo per le sue capacità avanzate, ma anche per l’approccio open-source, inusuale per una realtà cinese, che ha permesso agli sviluppatori di tutto il mondo di esaminare e costruire sulla sua tecnologia.
L’ultimo aggiornamento, denominato V3-0324, è stato pubblicato su Hugging Face senza alcun annuncio formale. Secondo l’azienda, questo update apporta miglioramenti significativi nelle performance di benchmark, nell'”eseguibilità del codice” e nell’analisi dei report, offrendo output più dettagliati. Tuttavia, la mancanza di una comunicazione ufficiale solleva interrogativi sulla trasparenza e sulle reali capacità di questo aggiornamento.

Ant Group sfida Nvidia: l’ascesa dei chip cinesi nell’intelligenza artificiale
Ant Group, la colossale fintech cinese fondata da Jack Ma e affiliata ad Alibaba, ha recentemente annunciato di aver utilizzato chip prodotti in Cina per sviluppare modelli di intelligenza artificiale a costi ridotti.
Questa mossa rappresenta un significativo passo avanti per l’industria tecnologica cinese, che mira a ridurre la dipendenza da fornitori occidentali come Nvidia. Secondo quanto riportato da Barron’s, Ant Group ha utilizzato chip prodotti da Alibaba e Huawei per addestrare un modello di intelligenza artificiale, ottenendo prestazioni comparabili a quelle raggiunte con l’uso dei chip H800 di Nvidia, attualmente soggetti a restrizioni di esportazione verso la Cina. Questo approccio ha permesso ad Ant Group di ridurre i costi del 20%.

I robot umanoidi di Unitree Robotics non arriveranno nelle case tanto presto, almeno non nei prossimi due o tre anni. Il motivo? Questione di sicurezza. Lo ha confermato Wang Xingxing, fondatore e CEO della società cinese, in un’intervista a media governativi. In parole povere, il sogno di avere un aiutante robotico che cucini e pulisca per noi dovrà aspettare. E forse è meglio così, considerando che l’ultima dimostrazione di Unitree ha mostrato un G1 che, più che uno chef, sembrava un bambino pasticcione: uova rotte, latte versato, un disastro.

Tim Cook ha deciso di giocare d’anticipo sulla concorrenza e sul governo cinese, elogiando pubblicamente i modelli di intelligenza artificiale della start-up DeepSeek proprio alla vigilia della conferenza per sviluppatori di Apple a Shanghai. Un gesto non casuale, che avviene mentre Cupertino attende ancora il via libera per portare la sua Apple Intelligence sugli iPhone in Cina.
La dichiarazione di Cook, rilasciata alla China News Service durante il China Development Forum a Pechino, non è passata inosservata. DeepSeek è un nome sempre più influente nel panorama AI cinese, noto per aver sviluppato modelli di intelligenza artificiale altamente competitivi con una frazione delle risorse utilizzate dai colossi americani. Per Apple, in cerca di un lasciapassare per il mercato cinese, fare un passo verso DeepSeek potrebbe essere una mossa strategica per allinearsi alle aspettative del governo di Pechino.

OpenAI continua la sua corsa verso il dominio dell’intelligenza artificiale, e lo fa con una mossa che sa di consolidamento strategico. Il gigante dell’IA, sostenuto da Microsoft, ha ridisegnato la propria leadership interna, espandendo le responsabilità di tre figure chiave, a partire dal Chief Operating Officer Brad Lightcap.
Lightcap, che già gestiva le operazioni quotidiane dell’azienda, ora avrà un ruolo ancora più centrale, supervisionando il business e il deployment globale di OpenAI. L’azienda ha dichiarato che il suo obiettivo sarà massimizzare l’impatto della ricerca attraverso una strategia focalizzata su partnership, infrastrutture e ottimizzazione operativa. In altre parole, sarà l’uomo che garantirà che OpenAI non solo sviluppi l’IA più avanzata, ma che questa sia anche monetizzabile ed efficiente su larga scala.

L’IA sta sfidando ironicamente la medicina tradizionale, offrendo una speranza e una provocazione. ECgMLP: Un modello MLP innovativo con gate per una diagnosi migliorata del cancro endometriale è stato pubblicato sulla rivista Computer Methods and Programs in Biomedicine Update Dr Asif Karim
Il nuovo modello ECgMLP ha raggiunto un’accuratezza del 99,26% nel rilevare il cancro dell’endometrio, lasciando nella polvere sia i migliori specialisti umani (78-81% di accuratezza) sia le attuali metodologie automatizzate. Se confermato su larga scala, questo sistema potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce del cancro, riducendo drasticamente i tempi di intervento e salvando milioni di vite.
Il segreto di ECgMLP sta nella sua capacità avanzata di analisi delle immagini. Utilizzando meccanismi di self-attention, il modello è in grado di elaborare dettagli microscopici nei tessuti, evidenziando le cellule cancerose con una precisione impensabile per l’occhio umano. Questo non solo elimina gran parte dell’errore diagnostico, ma potrebbe anche ridurre i costi e i tempi legati alla valutazione patologica tradizionale.
E non si ferma solo al cancro dell’endometrio. Il modello ha dimostrato un’efficacia straordinaria anche su altri tipi di tumori: colorettale (98,57%), mammario (98,20%) e orale (97,34%). Questo livello di accuratezza pone ECgMLP al centro di una rivoluzione oncologica, dove la diagnosi precoce diventa non solo una possibilità, ma una certezza.
Se da un lato questa tecnologia apre scenari entusiasmanti, dall’altro potrebbe scatenare un’inevitabile crisi nella professione medica. Con un’IA che surclassa i migliori patologi, quale sarà il ruolo del medico del futuro? L’adozione su larga scala di questi strumenti non è più una questione di “se”, ma di “quando”. Il problema non è la tecnologia, ma la velocità con cui il sistema sanitario riuscirà ad adattarsi.

L’IA va usata a scuola? Quante volte ho visto nei compiti a casa “non usate chatgpt”? Ma è giusto o sbagliato utilizzare i LLM per fare i compiti a casa?
Voglio raccontarvi la mia idea di IA e scuola.Per farlo voglio parlarvi un po’ delle cose da tutti i giorni, senza parlare di aziende, bilanci, budget e vendite, ma di compiti a casa, interrogazioni, ricerche e verifiche. Mio figlio sta facendo la terza media, e già dall’anno scorso usa Copilot e altri tool per fare i compiti a casa.
“Ah! Si fa scrivere i temi da chatgpt!” questa è la frase che mi sono sentito dire, e la risposta è “No”.

Immagina un mondo in cui la realtà fisica e quella digitale si fondono senza soluzione di continuità. Un futuro in cui le riunioni aziendali sono popolate da ologrammi perfettamente interattivi, mentre le auto a guida autonoma sfrecciano per le città grazie a copie digitali della realtà in tempo reale. Questa non è fantascienza, ma la promessa del 6G, la sesta generazione delle telecomunicazioni mobili.
Mentre la maggior parte del mondo sta ancora cercando di sfruttare appieno il potenziale del 5G, la corsa al 6G è già iniziata, con un attore dominante: la Cina. Pechino ha ufficialmente stabilito tre standard tecnologici per il 6G sotto l’egida dell’International Telecommunication Union (ITU), mettendosi in una posizione di vantaggio rispetto ai rivali occidentali, che appaiono più cauti – o forse solo in ritardo.

Apple sta preparando il terreno per un’ennesima rivoluzione nel wearable tech, puntando sull’Intelligenza Visiva (Visual Intelligence). Secondo Bloomberg, la casa di Cupertino sta esplorando l’aggiunta di telecamere su Apple Watch e AirPods, con il lancio previsto entro il 2027. Un passo che potrebbe ridefinire l’utilità degli accessori indossabili, ma che evidenzia anche la sua rincorsa nel settore AI, dove finora ha arrancato rispetto ai rivali.
Google ha iniziato il rilascio di nuove funzionalità AI per Gemini Live, consentendo all’assistente di “vedere” lo schermo dello smartphone o l’ambiente circostante attraverso la fotocamera e rispondere in tempo reale. La conferma arriva direttamente da Alex Joseph, portavoce di Google, in un’email a The Verge. Dopo quasi un anno dalla presentazione del progetto Astra, finalmente l’azienda porta sul mercato queste capacità avanzate.
L’aggiornamento è già stato avvistato da un utente su Reddit, che ha condiviso un video dimostrativo della nuova funzione di lettura dello schermo su un dispositivo Xiaomi, come riportato da 9to5Google. Questa è solo una delle due caratteristiche annunciate da Google all’inizio di marzo e destinate agli utenti del piano Google One AI Premium, che offre accesso esclusivo alle funzionalità avanzate di Gemini.

L’industria cinese dei semiconduttori si sta muovendo sottotraccia, ma con obiettivi chiari: ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e costruire un ecosistema tecnologico autosufficiente. L’ultimo colpo di scena arriva da SiCarrier, un produttore di strumenti per la fabbricazione di chip con sede a Shenzhen, sostenuto dallo Stato e legato a Huawei.
Il debutto ufficiale di SiCarrier avverrà la prossima settimana al Semicon China di Shanghai, un evento organizzato dall’associazione americana SEMI. La sua presenza rappresenta un segnale forte, perché la società, fino ad ora, ha mantenuto un profilo bassissimo, quasi da fantasma industriale. Il sito ufficiale elenca solo quattro strumenti di produzione a bassa tecnologia e non fornisce dettagli sulla proprietà o sul management. Unica eccezione? Una dichiarazione di compliance che promette il rispetto della proprietà intellettuale di terzi. Una mossa più diplomatica che sostanziale.

Mentre l’Occidente si dibatte tra regolamentazioni e investimenti miliardari in intelligenza artificiale, la Cina sferra un colpo diretto a Silicon Valley con 01.AI, la startup fondata dal veterano dell’AI Lee Kai-fu. In meno di otto mesi, la società ha raggiunto lo status di unicorno, superando la valutazione di un miliardo di dollari grazie al suo modello open-source Yi-34B, che batte le alternative americane su metriche chiave. Un’ulteriore dimostrazione che la supremazia nell’intelligenza artificiale non è più esclusiva di OpenAI, Google e Meta.

L’intelligenza artificiale sta vivendo il suo momento di svolta in Cina, e a guidare la carica c’è DeepSeek, la piattaforma open-source che sta riscrivendo le regole del gioco. Lee Kai-fu, ex capo di Google China e fondatore di 01.AI, ha deciso di puntare tutto su DeepSeek, abbandonando lo sviluppo di modelli proprietari per concentrarsi sulla fornitura di soluzioni basate su questa tecnologia. Una mossa che non solo mette in discussione la sostenibilità dei modelli chiusi, ma lancia anche una sfida diretta a OpenAI e al suo business basato su abbonamenti a ChatGPT.

Il 20 marzo 2025, l’ExCeL London (Royal Victoria Dock, London) è stato il palcoscenico dell’Oracle Cloud World Tour 2025, un evento che ha catalizzato l’attenzione di leader del settore, professionisti IT e innovatori da tutto il mondo. Questo incontro ha offerto una panoramica completa sulle ultime tendenze nel cloud computing, nell’intelligenza artificiale e nelle soluzioni aziendali integrate.

Cloudflare ha lanciato AI Labyrinth, un’arma strategica per combattere i bot che raschiano il web senza permesso per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Invece di limitarsi a bloccarli, AI Labyrinth li intrappola in un dedalo di link che li conduce a pagine generate dall’AI, rallentandoli, confondendoli e sprecando le loro risorse. Una trappola digitale che trasforma l’eterna lotta contro il web scraping in un gioco al massacro per i bot non autorizzati.