Un caffè al Bar dei Daini
Se Machiavelli avesse costruito un’intelligenza artificiale generativa, e Clayton Christensen ne avesse progettata un’altra, non avremmo due gemelli digitali. Avremmo due creature con la stessa architettura di base ma con l’anima modellata da visioni opposte. E questa non è un’iperbole letteraria. È il cuore della rivoluzione che stiamo vivendo.
Per decenni, Silicon Valley ha vissuto con un’ossessione quasi maniacale: l’ingegneria pura. Progetta, ottimizza, scala. Il computer non chiedeva mai il perché. Non importava chi fosse l’ingegnere, quali convinzioni avesse, quali bias inconsci infilasse nel codice. Il silicio era cieco, muto e obbediente. Con l’intelligenza artificiale generativa, la storia cambia direzione.



