OpenAI ha trasformato la sua conferenza annuale in una vetrina che non si accontenta più di mostrare modelli: vuole orchestrare un intero flusso di valore attorno a ChatGPT, con app integrate, una versione di Codex pensata per scrivere codice come un apprendista iperattivo, e Sora 2 che promette di mettere il cinema in una API. Questo non è un aggiornamento minore; è la dichiarazione di intenti di un’azienda che vuole essere piattaforma, editore e marketplace contemporaneamente.
La novità più visibile è la capacità di eseguire app dentro ChatGPT. ChatBot che diventa shell per strumenti terzi non è un capriccio estetico: è la trasformazione di un’interfaccia conversazionale in un ambiente operazionale dove si passa dal chiedere al fare con pochi comandi. Il live demo con Canva che genera poster e poi un pitch deck, e con Zillow che mostra una mappa interattiva di case in vendita a Pittsburgh, non erano esercizi di stile ma prove di fattibilità per un ecosistema che includerà Booking.com, Coursera, Figma, Spotify, e altri nomi noti nelle prime integrazioni. Gli sviluppatori possono accedere all’SDK in anteprima, mentre la directory delle app e le linee guida sulla monetizzazione arriveranno a breve. Questo cambia la scommessa di OpenAI: da modello come prodotto a modello come piattaforma di servizi.





