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AI: una bolla pronta a esplodere? Tra euforia, storia e il potenziale dual use

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale è diventata uno dei temi dominanti nel panorama tecnologico e finanziario globale. Investimenti record, acquisizioni miliardarie, startup meteore e alleanze strategiche tra aziende e stati stanno ridefinendo gli equilibri dell’economia mondiale. Tutto questo ricorda, in modo sorprendentemente simile, la bolla delle dot-com dei primi anni 2000.

Apple aumenta gli investimenti in Cina: Tim Cook sfida le tensioni globali e lancia l’Iphone Air

Apple, il gigante tecnologico che ha fatto del design minimalista e della privacy un mantra, ha deciso di fare un passo audace: aumentare gli investimenti in Cina. Tim Cook, il CEO che ha sempre parlato di “responsabilità globale”, ora si trova a bilanciare la sua retorica con la realtà geopolitica. La sua visita a Beijing e Shanghai, accompagnata dal nuovo Chief Operating Officer Sabih Khan, non è solo una questione di business, ma una mossa strategica in un contesto di crescente tensione tra le due maggiori economie mondiali.

OpenAI ha cinque anni per trasformare 13 miliardi in 1 trilione: la scommessa più grande della storia tecnologica

Se pensate che il business delle intelligenze artificiali sia un gioco da ragazzi, OpenAI è qui per dimostrarvi il contrario. Con 13 miliardi di dollari di ricavi annuali di cui il 70% proviene da utenti che pagano 20 dollari al mese per chattare con un algoritmo l’azienda di Sam Altman sta vivendo un momento d’oro. Ma attenzione: dietro l’oro c’è un buco nero finanziario pronto a inghiottire tutto. Perché OpenAI ha promesso di spendere oltre 1 trilione di dollari nei prossimi dieci anni. E non è una cifra scritta su un tovagliolo in un ristorante di lusso, ma un impegno vincolante con partner come Oracle, Nvidia, AMD e Broadcom.

Self-Adapting Language Models

MIT ha letteralmente costruito un’IA che riscrive il proprio codice siamo pronti?

Quando ho letto il titolo del paper “Self-Adapting Language Models (SEAL)” di ricercatori del MIT, la prima reazione è stata: “Finalmente, uno step concreto verso l’IA che evolve da sola”. Ma tra l’emozione e il panico sì, panico controllato serve capire cosa sta davvero succedendo. Perché l’idea che un modello riscriva il proprio “codice” è affascinante quanto pericolosa.

L’Unione Europea sta valutando regole che impongano trasferimenti tecnologici o joint venture obbligatorie come condizione per l’accesso al mercato europeo da parte delle imprese cinesi

Ma la realtà è molto più sfumata e piena di trappole strategiche di quanto i titoli delle agenzie facciano credere.

Durante una recente riunione dei ministri UE svoltasi in Danimarca, il ministro degli Esteri danese Lars Rasmussen ha dichiarato che “se invitiamo investimenti cinesi in Europa, dev’essere con la condizione che ci sia qualche tipo di trasferimento tecnologico”. Il commissario al commercio europeo Maroš Šefčovič ha indicato che gli investimenti esteri dovrebbero essere “reali”, ovvero generare posti di lavoro nell’UE e implicare la condivisione di proprietà intellettuale un’impostazione che implicitamente giustifica condizioni stringenti.

Goldman Sachs intelligenza artificiale e il paradosso della banca che taglia per crescere

Goldman Sachs ha deciso di giocare la sua partita più ambiziosa sul campo dell’intelligenza artificiale, e lo fa nel momento in cui i numeri la incoronano come regina indiscussa dell’investment banking globale. Il terzo trimestre è stato un trionfo: 15,2 miliardi di dollari di ricavi, più 20% rispetto all’anno precedente, e un utile netto balzato del 37% a 4,1 miliardi. David Solomon, il suo amministratore delegato, sorride. O almeno, così sembra. Perché dietro quella curva perfetta di risultati, si intravede la lama tagliente della ristrutturazione più silenziosa mai condotta nel settore bancario: quella guidata dagli algoritmi.

Walmart e OpenAI: quando il carrello entra nella chat

La notizia è semplice nel suo impatto e complicata nelle sue conseguenze: Walmart ha annunciato una partnership con OpenAI per permettere agli utenti di acquistare prodotti direttamente all’interno delle conversazioni di ChatGPT tramite la funzionalità Instant Checkout. Questa mossa trasforma un’interfaccia conversazionale in un punto vendita, e lo fa con la leggerezza di un click e la pretesa di cambiare il comportamento d’acquisto di centinaia di milioni di clienti.

Marc Benioff rilancia l’alleanza strategica tra Salesforce, OpenAI e Anthropic

Alla conferenza Dreamforce 2025, Marc Benioff, cofondatore e CEO di Salesforce, ha alzato il sipario su una accelerazione decisiva nelle relazioni con OpenAI e Anthropic: non più semplici alleati tecnologici, ma componenti integrate del motore generativo del suo ecosistema AI. Il messaggio è chiaro: Salesforce vuole non restare indietro nell’era degli agenti autonomi.

Federico Torreti e la nuova architettura degli AI Agents Oracle

Nel panorama ipercompetitivo dell’intelligenza artificiale enterprise, Federico Torreti (Senior Director Product / AI & ML di Oracle) preparatissimo e gentilissimo, che abbiamo avuto l’opportunità di incontrare all’AI World di Oracle, ci ha raccontato che l’azienda, ha imposto un cambio di paradigma silenzioso ma radicale. Ha spostato il discorso dall’ossessione per i modelli alla concretezza dell’infrastruttura, dall’intelligenza teorica alla realtà del dato. Ha riportato l’AI dentro il cuore dell’azienda, non come accessorio ma come tessuto connettivo operativo e ha introdotto un principio che molti fingono di capire ma pochi sanno applicare: portare l’AI ai dati, non i dati all’AI.

Biofy e Oracle: quando l’infrastruttura diventa strumento di ricerca

Nel biotech, ogni ora persa con i database è un’ora sottratta alla scoperta di nuovi farmaci. La storia di come Biofy sta ripensando la drug discovery

Las Vegas, Oracle AI World 2025 C’è un momento nell’intervento di Paulo Perez, CEO di Biofy, che vale l’intero keynote. Quando gli chiedono perché hanno scelto Oracle Cloud Infrastructure e Autonomous Database, la sua risposta è disarmante nella sua semplicità: “Perché la scoperta di un farmaco richiede anni, ma un collo di bottiglia computazionale ti blocca per ore. E noi non abbiamo ore da perdere.”

Exelon: quando l’Intelligenza Artificiale diventa questione di vita o di morte

Nel settore energetico non esistono margini d’errore. La storia di come Exelon sta ripensando la rete elettrica con Oracle ci dice molto sul futuro dell’AI nelle infrastrutture critiche

Calvin Butler, CEO di Exelon, non è tipo da partecipare a conferenze tech solo per farsi vedere. Quando si è presentato all’Oracle AI World di Las Vegas, aveva con sé il peso di una responsabilità enorme: garantire elettricità a 10 milioni di persone tra il Mid-Atlantic e Chicago. E nel suo settore, quando qualcosa va storto, non si parla solo di utenti scontenti o recensioni negative. Si parla di vite umane.

Il Manifesto di Larry Ellison all’Oracle AI 2025: non un Cloud, ma il Cervello Digitale del pianeta. La vision che riscrive l’AI

Larry Ellison non sale mai su un palco per intrattenere. Quando parla, anche da remoto, costruisce una narrazione di potere tecnologico che non lascia spazio alle interpretazioni. Al keynote di Oracle AI World 2025, la sua visione si è tradotta in un manifesto: non un’apologia dell’intelligenza artificiale come moda, ma una ridefinizione di ciò che significa possedere il cervello digitale del pianeta. Chi ha ascoltato con attenzione non ha sentito un discorso da showman, ma il piano strategico di un uomo che da mezzo secolo vive con un’ossessione: trasformare Oracle da azienda di software a infrastruttura cognitiva globale. Oracle ai 2025 non è solo un evento, è il tentativo di riscrivere le regole del cloud e della conoscenza.

ChatGPT si dà all’eros: Sam Altman e il “tratta gli adulti da adulti” che sa di scusa

Meraviglia delle meraviglie! Sam Altman, il gran capo di OpenAI, ha deciso che ChatGPT, quel santarellino dell’intelligenza artificiale, è pronto a togliersi il saio e indossare un completino un po’ più… piccante. In un post su X, con la nonchalance di chi ordina un caffè, ha annunciato che da dicembre la sua creatura potrà chiacchierare di eros con gli adulti “verificati”. Perché, si sa, nulla dice “maturità tecnologica” come un chatbot che sussurra paroline dolci a chi ha confermato l’età con un clic.

L’impatto dell’intelligenza artificiale sulle schede prodotto Amazon

Amazon ha introdotto negli ultimi anni strumenti che usano IA generativa per automatizzare o assistere la creazione e il miglioramento delle schede prodotto. Per esempio, Amazon permette ai venditori di fornire solo poche parole descrittive o un’immagine del prodotto, e l’IA genera automaticamente titoli, descrizioni, attributi (colore, dimensione, parole-chiave) che aiutano anche l’indicizzazione nella ricerca interna.

Questa automazione non è più un mero optional di nicchia: migliaia di venditori in Europa (in Italia compresa) stanno già usando queste capacità.

Uno strumento particolare è “Enhance My Listing”, che suggerisce miglioramenti per le schede già esistenti: aggiornamento dei titoli, mancanza di attributi, descrizione, e adeguamenti stagionali.

Oracle annuncia un piano per distribuire 50.000 AMD AI chips

Oracle ha annunciato un’importante espansione della propria infrastruttura cloud, pianificando la distribuzione di 50.000 GPU AMD Instinct MI450 per l’intelligenza artificiale entro il terzo trimestre del 2026, con un’ulteriore crescita attesa nel 2027 e oltre. Questo accordo segna una svolta competitiva di rilievo nel settore AI, con Oracle che mira a diventare il primo hyperscaler a offrire un supercluster AI pubblico interamente basato su GPU AMD di nuova generazione, competendo così con Nvidia sia dal punto di vista tecnologico che commerciale.

Milioni di utenti Firefox possono ora scegliere Perplexity come motore di ricerca

A partire da oggi, grazie alla nuova versione Firefox 144.0, gli utenti del browser Mozilla possono impostare Perplexity come motore di ricerca predefinito o selezionarlo in qualunque momento per ottenere risposte intelligenti, accurate e supportate da fonti affidabili.

La funzione è già disponibile nella barra unificata di ricerca di Firefox: basta digitare la query e scegliere “Search with Perplexity” per ricevere risposte conversazionali direttamente nel browser. L’integrazione, che segue mesi di test in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, rappresenta il primo passo concreto di Mozilla verso una navigazione potenziata dall’intelligenza artificiale.

OpenAI e l’arte di vendere fumo (computazionale)

O di come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare i comunicati stampa senza contratti

La stagione degli annunci fantastici

Ottobre 2024: mentre voi comuni mortali vi preoccupavate di deploy in produzione e incident response, OpenAI ha risolto tutti i suoi problemi finanziari con un trucco che i vostri CFO odieranno: annunciare accordi miliardari che non richiedono soldi veri.

In tre settimane, quattro colpi da maestro:

Nvidia: “fino a 100 miliardi” (il “fino a” sta facendo un sacco di lavoro qui)

Oracle: 300 miliardi in 5 anni (secondo “fonti vicine alla questione”; quelle fonti che sbucano sempre quando serve)

AMD: “decine di miliardi” (perché dare numeri precisi è così 2010)

Ieri!!! Broadcom: 10 gigawatt (finalmente qualcuno che misura gli accordi in watt, come Dio comanda)

Wall Street impazzisce. Gli analisti scrivono report entusiasti. Io mi verso un altro whisky al The Venetian.

Navigare nell’alveare dell’intelligenza artificiale open source: come orientarsi tra 4 milioni di modelli

L’intelligenza artificiale open source non è più una nicchia per ricercatori con troppo tempo libero, ma un ecosistema tentacolare e caotico. Hugging Face da sola ospita oltre quattro milioni di modelli, una cifra che somiglia più a un’entropia digitale che a un catalogo scientifico. Si passa da reti neurali per la visione artificiale a sistemi di gestione del rischio, da chatbot educativi a framework per la cybersicurezza. La democratizzazione dell’AI sta accelerando, ma con essa cresce il rumore di fondo, e capire dove si nasconde il valore è diventato un esercizio di lucidità strategica più che di pura curiosità tecnologica.

Oracle AI World CNBC pre sequel, OpenAI e il modello 60 miliardi: follia o visione strategica?

Nel panorama delle contrattazioni epocali tra hyperscaler e startup AI, la dichiarazione di Clay Magouyrk CEO Oracle (intervista CNBC) «ovviamente OpenAI può pagare 60 miliardi all’anno» per l’infrastruttura cloud suona come un manifesto: non è vanteria, è una scommessa militare sul futuro della tecnologia. ai

Magouyrk e Mike Sicilia, i due neo-co-CEO di Oracle, si sono presentati per incontrare il giornalista, un giorno prima dell’evento ufficiale sul palco del “AI World” di Las Vegas per ridisegnare non solo la strategia della società, ma le leggi implicite della scala economica nell’era dell’intelligenza artificiale. Il passaggio da “Cloud World” a “AI World” non è un escamotage da marketing: è un segnale che Oracle intende essere non più semplice fornitore di compute, ma architrave di un ecosistema AI integrato.

Tutti sono esperti di marketing, eppure nessuno lo capisce: la crisi esistenziale del CMO moderno

Julia White, la Chief Marketing Officer (CMO) di Amazon Web Services (AWS) un ruolo che ha assunto dopo lunghi periodi, da lei stessa definiti di “dipendenza” presso Microsoft e SAPsi sta avvicinando al suo primo anniversario. E qual è, potreste chiedere, la sua grande strategia in una delle aziende più freneticamente veloci del pianeta?

woman sits in front of black laptop computer

JPMorgan impegna 10 miliardi di dollari in Tech Strategico USA per sicurezza nazionale e resilienza economica

JPMorgan Chase ha annunciato un ambizioso piano per investire 10 miliardi di dollari in aziende tecnologiche, prevalentemente con sede negli Stati Uniti. Questi investimenti sono diretti verso settori la cui importanza strategica è allineata agli interessi di sicurezza nazionale e del governo americano.

AWS aumenta la dipendenza dal silicio proprietario: oltre il 50% di Bedrock esegue su Trainium, rimodellando i margini AI

Amazon Web Services (AWS) ha svelato dettagli senza precedenti sulla sua infrastruttura di intelligenza artificiale, confermando un significativo spostamento strategico verso il silicio proprietario. Secondo quanto dichiarato da Julia White, Chief Marketing Officer di AWS, in un’intervista con The Information (TITV), più della metà del traffico di Bedrock, il suo servizio cloud fondamentale per l’accesso ai modelli di intelligenza artificiale, è ora gestito dai chip AI personalizzati dell’azienda, i Trainium.

L’era delle architetture ibride: quando l’intelligenza artificiale smette di fingere di capire

L’intelligenza artificiale ibrida è la risposta più sofisticata e meno compresa alla crisi d’identità dell’AI contemporanea. Dopo anni di culto per il deep learning, con le sue reti neurali che divorano dati come una banca centrale stampa liquidità, il settore sta riscoprendo il valore della logica.

Non quella matematica elegante dei laboratori, ma la logica che spiega, giustifica e permette di fidarsi. La logica che un sistema simbolico maneggia da sempre, anche se senza la sensualità statistica delle reti profonde.

La combinazione di queste due forze, nota come neuro-symbolic AI, rappresenta l’architettura di nuova generazione che promette di riformare il rapporto tra apprendimento automatico e ragionamento esplicito.

Habitual Ethics?: il doppio taglio dell’abitudine nell’era digitale di Sylvie Delacroix

La domanda che Delacroix pone non è accademica ma urgente: la tecnologia può trasformare le nostre abitudini in gabbie morali. Habitual Ethics? smonta con rigore la presunzione moderna secondo la quale qualsiasi abitudine possa essere sempre (e facilmente) piegata alla volontà razionale e ci obbliga a fare i conti con il rovescio oscuro del “comportamento che si ripete”.

In un sistema dove le tecnologie data-intensive modellano pattern di comportamento con precisione quasi chirurgica, le nostre abitudini non sono più solo “abitudini”: diventano infrastrutture morali, elementi silenziosi che determinano cosa consideriamo normale, invisibile, desiderabile. Ma se queste infrastrutture si cristallizzano, siamo davvero ancora liberi di deviarle?

Addio ai 7.500 dollari che elettrizzavano l’America: come la fine dei crediti fiscali rischia di spegnere il sogno dei veicoli elettrici

Un caffè al Bar dei Daini

A ottobre 2025 gli Stati Uniti voltano pagina: i crediti fiscali federali per i veicoli elettrici (EV), una volta in grado di offrire fino a 7.500 dollari per veicolo, sono ufficialmente scaduti. Questi incentivi, introdotti con il Inflation Reduction Act del 2022, sono stati per anni il carburante finanziario che ha reso più digeribile l’acquisto di EV e ha spinto le case automobilistiche a investire in produzione. La loro cessazione genera interrogativi ben più grandi delle cifre in gioco: come manterrà il Paese lo slancio nella transizione verso un trasporto pulito?

Di nuovo sul filo del mistero: Fugaku sfida l’energia oscura

Con la precisione di un chirurgo e l’audacia di un visionario, un consorzio globale di cosmologi giapponesi, spagnoli e statunitensi ha sfruttato Fugaku, il supercomputer più potente del Giappone, per condurre una delle simulazioni sull’energia oscura più vaste mai realizzate. Il risultato scuote una delle certezze fondanti della cosmologia moderna: l’energia oscura potrebbe non essere una costante immutabile, ma degradarsi nel tempo.

Wingtech sotto pressione in Europa: Olanda congela controllo di Nexperia e accende tensioni geopolitiche

La recente mossa del governo olandese di prendere il controllo del produttore di semiconduttori Nexperia, controllato dalla cinese Wingtech, segna un punto di svolta nel conflitto tecnologico tra Stati Uniti, Europa e Cina. L’intervento, effettuato ai sensi della legge olandese sulla disponibilità delle merci, è stato motivato da presunti gravi difetti di governance che minacciano la sicurezza economica europea.

Oracle AI world 2025, l’illusione della macchina che pensa

C’è un momento preciso in cui il marketing smette di essere semplice comunicazione e diventa teologia. È quello che accade quando un colosso come Oracle decide di ribattezzare il suo evento storico “CloudWorld” in “Oracle AI World 2025”, come se l’intelligenza artificiale non fosse più un tema tra gli altri, ma l’unica lingua ammessa nel tempio della tecnologia. La scelta è tanto simbolica quanto strategica. Significa dichiarare guerra non solo ai concorrenti ma anche al sospetto, ormai diffuso, che l’AI sia l’ennesima illusione ciclica, un déjà-vu dei tempi del cloud, dell’IoT e del metaverso.

Il futuro è fatto in casa: Microsoft lancia MAI-Image-1 e dichiara guerra fredda a OpenAI

Dunque, è successo. Dopo anni passati a pompare miliardi di dollari nelle tasche di Sam Altman, Microsoft ha finalmente detto basta al lusso da intermediario. Hanno appena annunciato il loro primo generatore text-to-image interamente sviluppato in casa: MAI-Image-1.

Lo definiscono “il prossimo passo nel loro percorso.” Traduzione per noi CTO: “Ci siamo stufati di pagare commissioni su ogni singola generazione e di avere il nostro destino tecnologico nelle mani di un partner che, per quanto ‘amico’, è pur sempre un concorrente.”

Chatbot di compagnia: sono amici o stanno plasmando le menti dei nostri ragazzi? La nuova legge shock che li OBBLIGA a Confessare!

La California è diventata il primo stato a stabilire regole esplicite per i chatbot di “compagnia” (AI che simulano amicizia o intimità), con la firma del Senate Bill 243 (SB 243) da parte del Governatore Gavin Newsom.

Mind Your Tone: Investigating How Prompt Politeness Affects LLM Accuracy

Essere gentili con l’intelligenza artificiale ti rende solo più inefficiente

Essere gentili con una macchina è una di quelle abitudini moderne che rivelano più insicurezza che civiltà. Lo conferma l’ultimo studio della Penn State: quando si parla con un’intelligenza artificiale come ChatGPT, la maleducazione paga. Non metaforicamente, ma in percentuali di accuratezza.

Gli studiosi hanno scoperto che i prompt “molto scortesi” ottengono risposte corrette nell’84,8% dei casi, mentre quelli “molto educati” si fermano all’80,8%. Quattro punti che separano il cortese dallo stupido, o meglio, il diplomatico dal performante. Un divario piccolo ma statisticamente significativo, che ribalta anni di narrazioni zuccherose sul rispetto digitale.

Nvidia DGX Spark e la rivoluzione del supercomputer AI da scrivania

C’è un momento preciso in cui la tecnologia smette di sembrare futuristica e diventa semplicemente inevitabile. Quel momento è adesso. Nvidia l’ha capito meglio di chiunque altro, e il suo DGX Spark è la prova definitiva. Un personal AI supercomputer che entra letteralmente sulla scrivania, con una potenza che fino a ieri richiedeva un data center, un climatizzatore dedicato e un contratto energetico da piccola industria. Il paradosso è che ora quella stessa potenza si collega a una presa elettrica domestica. E costa meno di un Mac Pro.

Quando i comunicati diventano strategia: il patto Broadcom-OpenAI e il nuovo paradigma della capacità di calcolo

È irresistibile pensare che il team di PR di OpenAI stia vivendo il picco del burnout comunicativo: tre annunci relativi ai chip in meno di un mese non sono un’iperbole, sono una tattica. Lunedì, in un giorno festivo statunitense (Columbus Day / Indigenous People’s Day), è apparso un nuovo comunicato su un accordo con Broadcom, che promette chip AI personalizzati per OpenAI. È il sesto grande annuncio nelle ultime tre settimane—un ritmo che confonde chi ascolta e rafforza chi comunica.

Orchestrazione AI: da necessità produttiva a nuova strategia di potere

L’orchestrazione non è più un’opzione: è la strategia che distingue chi sopravvive da chi domina nell’era dell’Intelligenza Artificiale. In un ecosistema dove tutti hanno accesso agli stessi modelli di base e risorse computazionali, la vera differenza la fa la capacità di orchestrare, di gestire e controllare l’intero stack tecnologico in modo indipendente e strategico. L’orchestrazione emerge quindi come il nuovo livello di potere nell’AI, un “control layer” critico tra i modelli e l’infrastruttura.

Oracle e il grande Valzer delle poltrone: quando l’AI ha bisogno di due capitani

Nel regno di Larry Ellison, dove il cloud computing incontra l’egomania aziendale, è accaduto l’impensabile: Safra Catz, CEO di Oracle dal 2014, ha ceduto lo scettro non a uno, ma a ben DUE successori, Clay Magouyrk e Mike Sicilia, mentre lei stessa si è ritirata nel dorato esilio della carica di “Executive Vice Chair“.

Magouyrk, il prodigio trentanovenne arrivato da Amazon Web Services, è stato scelto insieme a Sicilia per guidare Oracle nell’era dell’AI. Perché uno solo non bastava? Forse perché servono due persone per riempire il vuoto lasciato da Catz. O forse perché nel 2025 anche le dinamiche aziendali hanno abbracciato il principio del “buddy system” nessuno dovrebbe affrontare Larry Ellison da solo.

La nuova guerra commerciale Usa-Cina e il riflesso oscuro sui titoli tecnologici globali

La storia sembra scritta da un algoritmo impazzito, programmato per ricominciare lo stesso ciclo ogni cinque anni: minaccia, rappresaglia, panico sui mercati, crollo tecnologico, nuova trattativa. Donald Trump ha deciso di premere ancora una volta il pulsante rosso della guerra commerciale USA-Cina, annunciando un aumento del 100% sulle tariffe su importazioni cinesi. Una mossa che suona più come un atto elettorale che come una strategia economica, ma che ha comunque risvegliato la tensione dormiente tra Washington e Pechino, con una rapidità che solo la geopolitica digitale sa imitare.

AI War; Welcome Back META Dr. Tulloch

In agosto il Wall Street Journal ha pubblicato un report secondo cui Mark Zuckerberg avrebbe tentato prima di acquisire Thinking Machines Lab. Quando quella strada non ha dato frutti, avrebbe provato a sbattere sul piatto un’offerta personale ad Andrew Tulloch, co-fondatore del progetto, con un pacchetto che “potrebbe valere fino a 1,5 miliardi di dollari in almeno sei anni”. (The Wall Street Journal)

How MAGA fell out of love with beerQuando le culture wars bevono amaro

C’è una scena che merita un romanzo: un gruppo di uomini con magliette “Don’t tread on me” che distrugge casse di Bud Light con fucili su TikTok. Non è la satira di un distopico bar in stile “Idiocracy” è andato davvero così nel 2023. Quel momento segna l’inizio della caduta d’amore di MAGA per la birra tradizionale, e rivela che ormai anche ciò che sorseggi non è più neutro: è un simbolo politico.

AWS: E𝘅𝗲𝗰𝘂𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗲 𝘁𝗼 𝗮𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰 𝗔𝗜

Amazon Web Services (AWS) ha appena pubblicato la loro guida esecutiva completa sull’AI agentica. Questa è una lettura essenziale per i leader in ruoli non tecnici che vogliono comprendere gli aspetti chiave che ogni dirigente dovrebbe conoscere: l’AI agentica non è semplicemente un’altra tendenza nell’automazione, ma rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui le organizzazioni operano, innovano e si governano.

Salesforce AgentForce 360 vuole trasformare l’impresa in una macchina conversazionale intelligente

Salesforce non ha semplicemente presentato una nuova piattaforma di intelligenza artificiale. Ha alzato l’asticella e mandato un messaggio molto preciso al mercato enterprise: o si evolve, oppure verrà lasciato a guardare i bot parlare tra loro. La nuova versione di Agentforce, ribattezzata con chirurgica teatralità Agentforce 360, è l’ennesimo segnale che la competizione non è più sui modelli di intelligenza artificiale ma sul controllo dell’orchestrazione conversazionale. Le aziende non vogliono semplicemente un chatbot, vogliono un ecosistema di agenti capaci di ragionare, coordinarsi, imparare e operare come un team di consulenti digitali sempre svegli.

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