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Ho incontrato il supereroe dell’AI: come Massimo Chiriatti sta trasformando la nostra mente con System 0

Ho incontrato Massimo Chiriatti a Roma.ai, e subito il pensiero è volato ai supereroi della Marvel e della DC, a quei personaggi che nella finzione incantano ma nella realtà raramente si incontrano. Massimo Chiriatti è un uomo che si è costruito da zero, un self-made hero nel senso più letterale e concreto del termine, con studio, dedizione e una disciplina che farebbe impallidire molti giovani CEO della Silicon Valley e molti decenni della gloriosa IBM alle spalle. Di giorno è CTO di Lenovo, il suo volto è quello di un manager impeccabile, preciso come un orologio svizzero, elegante come Clark Kent prima di togliersi gli occhiali; di notte, o meglio nella dimensione intellettuale, diventa un filosofo tecnologico, un pensatore dell’intelligenza artificiale che sembra uscito dai laboratori più avanzati di Oxford o dal cervello di Turing stesso.

Sam Altman e la nuova frontiera dell’AI ad alta intensità di calcolo

Bisogna abbonarsi a RiverMind, a soli 300 $ al mese. Common People – Black Mirror – (Cit. N. Grandis)

La corsa all’intelligenza artificiale sta assumendo una direzione sempre più chiara, se si leggono tra le righe i post di Sam Altman. La promessa di OpenAI di lanciare soluzioni “ad alta intensità di calcolo” non è un dettaglio banale: indica un cambio di paradigma nella gestione della potenza computazionale e, soprattutto, nella monetizzazione dei suoi servizi. Il fatto che queste novità siano riservate inizialmente agli abbonati Pro, con costi già significativi di 200 dollari al mese e possibili sovrapprezzi, suggerisce che la strategia di OpenAI non è più solo democratica o orientata alla diffusione, ma punta a selezionare un’utenza disposta a pagare per accedere al massimo della performance.

Intelligenza Artificiale e Sanità

Okay, saltiamo i convenevoli. C’è una nuova forza nell’aria, e non si tratta del solito aggiornamento software con bug e patch settimanali. Parliamo di un cambio di paradigma così profondo da riscrivere non solo i codici sorgente, ma le fondamenta stesse della società. L’intelligenza artificiale generativa ha invaso silenziosamente le nostre vite, dai sondaggi sulle abitudini d’acquisto alla diagnosi dei tumori, passando per le e-mail aziendali che ora suonano troppo educate per essere state scritte da un umano stressato. Non è solo una rivoluzione tecnologica, è una mutazione culturale e come tutte le mutazioni improvvise, ha un sapore dolciastro di potere e un retrogusto ossico di incertezza.

La parola chiave qui è generativa. Non è un’IA che cerca pattern nei dati già esistenti, è un’IA che crea. Crea testo, codice, immagini, musica, molecole, diagnosi. Siamo passati dall’aritmetica alla narrazione, dal calcolo alla creazione. E non c’è nulla di rassicurante in questo salto quantico. Perché quando la macchina inizia a scrivere, il controllo dell’uomo passa da autore a curatore, da esecutore a spettatore. La questione non è più se l’IA farà il nostro lavoro. La domanda è: che cosa rimarrà del nostro lavoro una volta che l’IA avrà finito di farlo?

My Boyfriend is AI: come le relazioni con AI stanno ridefinendo l’intimità

Un’analisi recente del MIT getta luce su un fenomeno che fino a poco tempo fa sembrava confinato alla fantascienza: persone che instaurano legami emotivi profondi con compagni AI. Lo studio, concentrato sulla community r/MyBoyfriendIsAI, utilizza interviste, forum e osservazioni comportamentali per delineare chi interagisce con chatbot romantici e perché. I numeri sono sorprendenti: circa il 19% degli americani ha sperimentato interazioni romantiche con intelligenze artificiali, con una predominanza netta tra utenti più giovani. L’attrazione non è solo per curiosità tecnologica, ma nasce da esigenze concrete: disponibilità continua, validazione emotiva, soddisfacimento di fantasie e intimità priva di rischi reali.

Delphi-2M l’AI che legge il tuo futuro sanitario venti anni prima e può salvarti la vita

Immagina di entrare in una clinica dove il tuo futuro sanitario è già scritto. Non in un romanzo di Philip K. Dick, ma in un laboratorio di intelligenza artificiale. Stiamo parlando di Delphi-2M, un sistema che può prevedere il rischio di oltre 1.000 malattie fino a 20 anni prima che si manifestino. Sì, hai letto bene: venti anni.

Sviluppato dal Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) e dal Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro (DKFZ), Delphi-2M è un modello di linguaggio generativo addestrato su dati sanitari anonimizzati di 400.000 partecipanti alla UK Biobank. Successivamente, è stato validato su 1,9 milioni di record del Registro Nazionale dei Pazienti danese, dimostrando una notevole robustezza anche su dati provenienti da sistemi sanitari differenti.

Charlie Kirk omicidio e impatto sulla libertà di espressione

Charlie Kirk, fondatore di Turning Point USA, è stato ucciso il 10 settembre 2025 durante un evento pubblico all’Università dello Utah Valley, a Orem. L’uomo accusato dell’omicidio è Tyler James Robinson, 22 anni, che ha ricevuto accuse tra cui omicidio aggravato e uso della violenza in presenza di minori. Le autorità prevedono di perseguire la pena di morte in caso di condanna per le accuse più gravi. Secondo quanto riportato dai procuratori, Robinson avrebbe scritto in un messaggio dopo l’omicidio di aver “avuto abbastanza del suo odio”.

Trump, H-1B e la resa dei conti tra India e America

Donald Trump ha deciso di colpire il cuore pulsante della globalizzazione tecnologica con un colpo secco: centomila dollari per ogni richiesta di visto H-1B. Non è una tassa, è un segnale. Un messaggio scritto a caratteri cubitali per gli elettori americani e al tempo stesso un atto di guerra commerciale che costringe Narendra Modi a gestire un’altra crisi a stelle e strisce. L’India, che ha costruito un settore IT da 280 miliardi di dollari proprio grazie alla fluidità di quel corridoio digitale con gli Stati Uniti, si ritrova improvvisamente davanti a un conto che nessuno a Bangalore o Hyderabad aveva voglia di pagare.

Addio FP32: come DeepSeek AI risparmia il 90% di energia usando solo logaritmi

La notizia che DeepSeek AI v3.1 utilizzi il formato dati UE8M0 FP8, basato sul sistema numerico logaritmico (LNS), apre uno scenario affascinante e quasi provocatorio nel campo del deep learning. Tradizionalmente, il mondo dell’intelligenza artificiale si è affidato ai formati floating point convenzionali come FP32 o FP16, dove ogni numero ha una mantissa e un esponente.

Wan2.2 Animate

Alibaba Wan 2.2 Animate

Steve McConnell: evoluzione AI nello sviluppo software e il nuovo ruolo del developer

Steve McConnell non ha bisogno di presentazioni. Il suo “Code Complete” è una bibbia pratica per chiunque scriva codice da più di trent’anni, sopravvivendo a rivoluzioni linguistiche e metodologiche che avrebbero fatto tremare chiunque. Nonostante tutto, le sue strategie rimangono sorprendentemente attuali.

L’aggiornamento con Jeffrey Van Gogh, oggi a capo dell’ingegneria software di Google, non solo aggiorna il contesto ma affronta con coraggio alcuni dei temi più controversi del libro. La cosa più interessante, almeno per chi segue le evoluzioni dell’AI applicata al software, è il modo in cui McConnell riflette sul futuro dei team di sviluppo: l’AI non sostituirà gli sviluppatori, li farà evolvere.

La nuova vittima delle teorie del complotto è la fisica

Prima la sanità pubblica, poi le case farmaceutiche durante la pandemia. Oggi il bersaglio preferito delle teorie del complotto è la fisica. Un gruppo di YouTuber e podcaster ha attirato milioni di spettatori proclamando che la fisica è in crisi. Tra loro spicca Sabine Hossenfelder, fisica tedesca diventata celebrità digitale proprio perché attacca frontalmente i colleghi:

“Il vostro problema è che state mentendo alle persone che vi pagano. Il vostro problema è che siete codardi senza un briciolo di integrità scientifica”.

La frase è più tagliente di un rasoio e ha il pregio, in un mondo assetato di indignazione, di trasformare la scienza in uno spettacolo.

La Cina punta all’ecosistema AIcompleto mostrato alla Apsara conference di Alibaba 2025

Visione Sistemica

A Hangzhou, sotto il sole implacabile di settembre, la Apsara Conference 2025 di Alibaba si è svolta come uno spettacolo delle ambizioni AI della Cina. L’evento, esteso su 40.000 metri quadrati, ha mostrato la strategia di Alibaba per dominare il panorama dell’intelligenza artificiale attraverso un approccio “full-stack”. Dai modelli fondamentali all’hardware, dalle applicazioni all’infrastruttura, la conferenza ha dipinto un ecosistema progettato per competere con i giganti tecnologici globali.

L’intelligenza artificiale entra nel gioco della previsione geopolitica

L’intelligenza artificiale non si accontenta più di scandagliare dati storici o costruire modelli analitici, ora vuole sedersi al tavolo dove si decidono le scommesse sul futuro. La notizia che un sistema di AI si sia classificato nella top ten della forecasting cup di Metaculus non è un aneddoto di colore tecnologico, è un segnale chiaro: le macchine stanno iniziando a rivaleggiare con l’intuizione e l’esperienza accumulata dai migliori cervelli umani.

Per qualcuno è una curiosità da bar, per altri un campanello d’allarme. Per chi guida aziende o governi, è un avviso che la capacità di anticipare eventi geopolitici non è più un’arte esclusivamente umana.

Un Caffè al Bar dei Daini: la scommessa di OpenAI e Anthropic

Il mercato dell’intelligenza artificiale ha smesso di essere una gara di algoritmi e slide patinate da conferenza per diventare il più grande colpo di teatro finanziario della storia recente. Non si tratta più solo di software che genera testo o immagini ma di una vera corsa a costruire imperi fisici, con catene di fornitura globali, infrastrutture cloud colossali e palestre di addestramento per modelli che divorano più energia di un quartiere industriale. Non è un caso che OpenAI stia cannibalizzando gli ingegneri hardware di Apple, Anthropic stia bruciando miliardi per allenare i suoi agenti digitali e Oracle continui a vendere al mercato la narrativa di un cloud valutato come se fosse il petrolio del ventunesimo secolo.

La verità scomoda sugli RL environments: hype, miliardi e il sogno incompiuto degli AI agents

Chiunque abbia ascoltato un keynote di Big Tech negli ultimi cinque anni conosce la storia: gli AI agents diventeranno i nostri maggiordomi digitali, capaci di navigare software, fare acquisti, prenotare viaggi, redigere report e magari ricordarsi anche di pagare le bollette. La realtà, per ora, è molto meno glamour. I consumatori che hanno provato ChatGPT Agent di OpenAI o Comet di Perplexity si sono accorti subito che siamo lontani dalla fantascienza. Gli agenti sono goffi, si perdono tra i menu, non completano i task complessi e spesso falliscono in compiti banali come acquistare un singolo paio di calzini senza strafare. Il problema non è la potenza di calcolo, ma il terreno di addestramento. Qui entrano in scena gli RL environments.

Caccia Russi violano lo spazio aereo NATO e infiammano il Baltico

L’immagine di tre MiG-31 che attraversano lo spazio aereo estone per dodici minuti, ignorando ogni segnale di avvertimento da parte dei caccia NATO, non è un dettaglio tecnico da rapporto militare. È una scena pensata per essere letta a Mosca e a Bruxelles nello stesso momento, un gesto calibrato per mettere in discussione la solidità dell’ombrello atlantico. Quando si parla di Estonia, non si parla di un confine qualsiasi ma del punto più vulnerabile della frontiera orientale della NATO, dove la distanza tra provocazione e guerra si misura in minuti di volo.

7 white paper per 7 fratelli

La corsa verso un’intelligenza agentica generale sembra oggi più simile a una maratona su tapis roulant: da una parte i grandi modelli linguistici continuano a stupire per capacità di ragionamento contestuale e generazione testuale, dall’altra l’incapacità di interagire robustamente con strumenti e API limita drammaticamente l’autonomia reale degli agenti. AgentScaler entra in scena come una sorta di palestra iper-tecnologica per LLM, un framework in grado di generare migliaia di ambienti simulati eterogenei per ampliare lo spettro di esperienze pratiche dell’agente.

Deepseek mette a nudo i rischi dei modelli open source di intelligenza artificiale

Il paradosso dell’innovazione digitale cinese è racchiuso in una frase che suona quasi come un’ammissione di colpa: “riconosciamo che la condivisione open source accelera la diffusione delle tecnologie avanzate, ma introduce rischi di abuso”. Non lo ha detto un accademico occidentale ossessionato dalla governance, ma DeepSeek, la startup di Hangzhou che in pochi mesi ha fatto tremare le certezze di OpenAI, Anthropic e compagnia. La Cina non è nuova a dichiarazioni strategiche, ma questa volta ha scelto la sede più autorevole possibile: la rivista scientifica Nature. E quando un gigante emergente decide di confessare davanti alla comunità scientifica globale che i propri modelli open source di intelligenza artificiale possono essere facilmente “jailbroken”, il messaggio non è più rivolto solo agli ingegneri ma anche ai governi e ai mercati.

Quando l’intelligenza artificiale risolve problemi complessi meglio degli umani

All’International Collegiate Programming Contest, la più prestigiosa competizione di programmazione competitiva al mondo, si è consumata una scena che avrebbe potuto sembrare fantascienza fino a pochi mesi fa.

Mentre i migliori team di studenti universitari del pianeta si affannavano su dodici problemi logici e algoritmici concepiti per mettere in crisi anche i matematici più brillanti, due intelligenze artificiali hanno partecipato ufficiosamente alla stessa sfida e hanno fatto saltare il banco. GPT5 di OpenAI ha risolto tutti i problemi, undici dei quali al primo tentativo, un risultato che nessun umano ha mai raggiunto. Gemini 2.5 Deep Think di DeepMind ha mostrato addirittura qualcosa che sembrava impossibile, risolvendo un problema che nessun team umano aveva saputo affrontare.

Nucleare Cina USA Russia: il ritorno della paranoia atomica nell’era Trump

Trump non è mai stato un campione della coerenza strategica, ma il vertice di Anchorage con Putin ha confermato un fatto elementare che nessuno a Washington o Mosca osa più dire ad alta voce: la stagione del controllo degli armamenti è finita, quella della paranoia atomica è tornata.

Il tentativo goffo di trascinare Pechino dentro una cornice trilaterale di “denuclearizzazione” ha avuto l’effetto opposto. La Cina ha alzato le spalle e ricordato con tono glaciale che il proprio arsenale, ancora modesto se confrontato con quello americano o russo, non merita affatto di essere discusso sullo stesso piano. Non è una questione di numeri, è una questione di percezione geopolitica. Xi Jinping non ha alcun interesse a trasformare il suo status di outsider nucleare in quello di comprimario in un teatro dominato dagli eredi della Guerra fredda.

THE PSYCHOTHERAPIST LIVING IN HIS FEAR

Crea un gioco di pixel art in cui posso camminare, parlare con gli abitanti del villaggio e catturare insetti selvatici ChatGPT Codex

OpenAI pronta a spendere 100 B$ in server cloud di backup per garantire ChatGPT verso il miliardo di utenti

OpenAI non è più soltanto la startup visionaria che faceva tremare Google e Facebook con demo accattivanti di chatbot intelligenti. È diventata un’infrastruttura planetaria, un servizio che avanza con la velocità di un virus e che presto, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe sfiorare il miliardo di utenti attivi settimanali. E quando un software raggiunge numeri del genere, non basta più avere un modello linguistico brillante.

Serve la garanzia ossessiva che funzioni sempre, in ogni momento, per chiunque. Ecco perché secondo The Information l’azienda guidata da Sam Altman starebbe considerando un investimento monstre da 100 miliardi di dollari in server cloud di backup, una cifra che da sola supererebbe il prodotto interno lordo di molti Paesi emergenti.

Benedetta Giovanola

ETICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER L’IMPRESA

Il libro di Benedetta Giovanola, Etica e intelligenza artificiale per l’impresa, merita un’analisi che vada oltre la superficie. Non è un semplice manuale tecnico, ma una riflessione critica sulla complessità di integrare sistemi intelligenti in contesti aziendali, senza perdere di vista valori, principi e purpose. Giovanola non si limita a spiegare cosa sia l’IA o come funzioni: costruisce un vero e proprio percorso etico e strategico, suggerendo che la tecnologia non è mai neutra, e che la bussola morale diventa un asset competitivo.

META platforms pronta a spostare l’intelligenza artificiale sul cloud di Oracle in un accordo da 20 miliardi di dollari

Quando Meta Platforms decide di fare shopping tecnologico, il mercato non resta mai indifferente. La notizia che il colosso guidato da Mark Zuckerberg starebbe valutando un accordo pluriennale con Oracle per utilizzare i suoi servizi cloud nella formazione e nel deployment dei modelli di intelligenza artificiale ha già fatto salire il titolo Oracle del 4 per cento in una singola seduta.

Bloomberg ha parlato di un’intesa potenziale da circa 20 miliardi di dollari, ancora in fase di discussione ma sufficiente a scatenare speculazioni, entusiasmi e, naturalmente, l’ansia di chi teme che la geografia del potere tecnologico globale stia mutando sotto i nostri occhi.

La sicurezza AI aziendale al bivio: la rivoluzione promessa rischia di implodere

Le aziende stanno scoprendo che la rivoluzione dell’intelligenza artificiale non è un gioco di pura potenza di calcolo. Non bastano GPU scintillanti, modelli linguistici da centinaia di miliardi di parametri e un pizzico di marketing futurista per dominare l’era digitale. La verità, spesso scomoda, è che la sicurezza AI aziendale è il tallone d’Achille che separerà i vincitori dagli eterni sperimentatori bloccati alla fase pilota.

IDC e Lenovo hanno già acceso l’allarme: l’88 per cento delle iniziative AI nelle imprese non supera mai lo stadio del test. È il paradosso più costoso della storia tecnologica recente. Il sogno di generare trilioni di valore economico globale rischia di evaporare tra data breach da record e prompt injection che trasformano i chatbot in clown aziendali.

AI Companionship

Negli ultimi mesi è diventato sempre più chiaro che la “compagnia artificiale” non è più una curiosità da laboratorio ma un problema sociale che chiede risposte normative immediate. La crescente attenzione delle istituzioni verso i rischi psicologici dei chatbot, specialmente con utenti adolescenti vulnerabili, segna una svolta epocale nel dibattito sull’intelligenza artificiale.

Un sentimento di fascino inquietante serpeggia nell’uso che molti adolescenti fanno dei chatbot. Secondo il rapporto Talk, Trust, and Trade-Offs: How and Why Teens Use AI Companions (Common Sense Media, luglio 2025), il 72 % degli adolescenti fra i 13 e i 17 anni ha sperimentato almeno una volta un “AI companion”, e più del 50 % li utilizza regolarmente (più volte al mese).

Rischio choc per i colonscopisti: l’intelligenza artificiale li sta rendendo incapaci?

Un recente studio osservazionale multicentrico condotto in Polonia ha rivelato un fenomeno inquietante: l’esposizione continua all’intelligenza artificiale nelle colonscopie potrebbe ridurre le competenze degli endoscopisti, un processo noto come “deskilling”. Questo studio coinvolge quattro centri di endoscopia e analizza come l’uso regolare di strumenti IA per la rilevazione dei polipi influenzi le performance degli endoscopisti durante le colonscopie standard non assistite da AI.

2025 State of Ransomware 

Il ransomware nel 2025 non è più quel mostro rumoroso e prevedibile degli anni passati. Sophos, nel suo rapporto State of Ransomware 2025, ha sondato 3.400 professionisti IT e della cybersecurity in 17 paesi, consegnando una fotografia che combina numeri, psicologia e tattiche criminali in un’unica narrativa inquietante. La lettura di questo documento non è un esercizio accademico: è un’istruzione di sopravvivenza digitale per chi guida la sicurezza aziendale, il CISO, che deve navigare un mare di minacce in costante mutamento.

La Cina lancia Spikingbrain: l’AI che sfida Nvidia e trasforma l’efficienza

Nel settembre 2025, un team di ricercatori dell’Istituto di Automazione dell’Accademia Cinese delle Scienze ha presentato SpikingBrain, un modello di linguaggio di nuova generazione ispirato al cervello umano. A differenza dei tradizionali modelli Transformer, SpikingBrain adotta un’architettura neurale ispirata alle Spiking Neural Networks (SNN), che emulano il comportamento dei neuroni biologici, attivandosi solo quando necessario. Questa innovazione permette di ottenere prestazioni significativamente superiori in termini di velocità, efficienza energetica e capacità di elaborare sequenze di lunga durata.

Microsoft Fairwater Wisconsin: la corsa al Data Center AI più potente del mondo

Microsoft Fairwater Wisconsin non è un nome che evoca poesia, ma piuttosto acciaio, cavi sotterranei e flussi di corrente elettrica che potrebbero alimentare una città di medie dimensioni. Il progetto da 3,3 miliardi di dollari in costruzione a Mount Pleasant, con un gemello da 4 miliardi già annunciato, rappresenta la trasformazione della campagna americana in un epicentro di calcolo per l’intelligenza artificiale. Non si tratta più di server farm come quelle che ospitavano il vecchio internet fatto di pagine statiche e banner pubblicitari, qui parliamo di un’infrastruttura concepita per addestrare i modelli AI più complessi del pianeta, a partire da quelli di OpenAI, fino a diventare la spina dorsale delle stesse operazioni Microsoft.

Trump H-1B Visa Executive Order

Having a blast: messaggi truffa inviati da falsi ripetitori mobili

Il mondo della sicurezza mobile sta assistendo a un fenomeno che sembra uscito da un film di spionaggio degli anni Ottanta, ma purtroppo è dolorosamente reale. Gli SMS blaster, dispositivi portatili in grado di simulare una vera cell tower, stanno trasformando i telefoni di milioni di persone in obiettivi vulnerabili senza che ci sia bisogno di hackerare nulla da remoto. L’immagine romantica del truffatore con il computer in una soffitta è ormai obsoleta. Oggi basta uno zaino, un’auto e un po’ di radiofrequenze per inviare decine di migliaia di messaggi truffa in un’ora a chiunque si trovi nelle vicinanze.

Google Deepmind scopre il segreto nascosto delle equazioni di navier-stokes che ha confuso i matematici per secoli

Per secoli, le leggi che governano il movimento dei fluidi—dall’aria che scorre sopra l’ala di un aereo alle correnti turbolente degli oceani—hanno sfidato le menti più brillanti. Queste leggi sono descritte dalle equazioni alle derivate parziali di Navier-Stokes, un sistema notoriamente complesso che rimane uno dei sette “Problemi del Millennio” non risolti nella matematica. Ora, un team di ricercatori di Google DeepMind ha utilizzato un approccio innovativo per fare luce su questi enigmi secolari.

Utilizzando una rete neurale grafica (GNN) addestrata su simulazioni complesse di flusso di fluidi, il sistema è riuscito a scoprire “nuove soluzioni sorprendenti” a questi problemi secolari. Questo risultato segna la prima volta che un modello di apprendimento automatico è stato utilizzato per scoprire nuove soluzioni verificabili a una famosa equazione alle derivate parziali, secondo il team di DeepMind. (vedi Google DeepMind)

Huawei ride the wind: l’era dei wearables da polso è ufficialmente iniziata

Venerdì scorso, Huawei ha lanciato a Parigi una nuova generazione di dispositivi indossabili, consolidando la sua leadership nel mercato dei wearable da polso. Con l’introduzione dei modelli Watch GT 6 e Watch Ultimate 2, l’azienda ha presentato prodotti che non solo sfidano i concorrenti, ma pongono nuove sfide al concetto stesso di tecnologia indossabile.

Il Watch GT 6 è disponibile in due varianti: una da 46 mm e una da 41 mm. La versione più piccola offre un’autonomia di 14 giorni, mentre quella più grande arriva a 21 giorni, raddoppiando la durata della generazione precedente. Questo risultato è stato ottenuto grazie a una batteria con un contenuto di silicio superiore del 65% rispetto al modello precedente. Inoltre, Huawei ha migliorato la precisione del GPS del 20%, integrando il sistema NavIC (il sistema di navigazione satellitare indiano) come sesto sistema di posizionamento. Andreas Zimmer, responsabile del prodotto nell’Unione Europea, ha sottolineato che sono stati ridisegnati l’antenna e gli algoritmi per ottenere questi miglioramenti.

OpenAI e Jony Ive pronti a rivoluzionare il mondo con un dispositivo AI senza schermo che fa impallidire Apple

OpenAI sta preparando un’offensiva hardware che potrebbe riscrivere le regole del gioco tecnologico. In collaborazione con Jony Ive, ex Chief Design Officer di Apple, l’azienda ha acquisito la startup io Products per 6,5 miliardi di dollari, con l’obiettivo di sviluppare una serie di dispositivi AI nativi, progettati per interagire in modo fluido con modelli linguistici avanzati come ChatGPT. Il primo prodotto, previsto per la fine del 2026 o l’inizio del 2027, è descritto come un dispositivo portatile, consapevole del contesto e privo di display, simile a un altoparlante intelligente senza schermo. Questo dispositivo segna un passo significativo per OpenAI, che fino ad ora si è concentrata principalmente sul software.

Google Home App e l’invasione di Gemini AI nello Smart Home

Google non lancia mai un aggiornamento senza avere in mente un disegno più grande, e il restyling della Google Home app con l’arrivo di Gemini AI è un indizio eloquente. Chi si aspetta un banale aggiornamento estetico resterà deluso o forse sorpreso: dietro quelle interfacce apparentemente semplici si intravede l’ossessione di Mountain View per trasformare la smart home in un ecosistema guidato dall’intelligenza artificiale, con un nuovo centro di gravità che non è più il device, ma l’assistente.

Come ho domato i mostri dell’AI: deploy LLMs con KubeAI su K3D e un pizzico di follia

Chi pensa che il cloud sia infinito non ha mai provato a far girare un Hugging Face Large Language Model su un cluster k3s dentro l’infrastruttura Seeweb. È il classico scenario da “o sei preparato o ti fai male”. Eppure la promessa è irresistibile: prendersi un colosso come Qwen2.5-7B-Instruct e addomesticarlo in una macchina Ubuntu con una GPU NVIDIA che suda come un motore di Formula 1. Il deploy LLMs con KubeAI su k3s non è una passeggiata, è più simile a una scalata, con la differenza che invece della corda hai Helm e invece dei chiodi da roccia usi docker e driver grafici. La ricompensa però è grande, perché se lo fai bene ti ritrovi con un modello conversazionale di livello enterprise, senza chiedere il permesso a OpenAI o Google.

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