L’elezione di Trump sta scatenando un’ondata di reazioni globali che si fanno sempre più concrete. Non si tratta solo di boicottaggi simbolici o proteste di piazza: stavolta, a essere sotto attacco, è il dominio tecnologico americano. Se il primo segnale è stato l’aumento della spesa militare europea per compensare il declino del supporto USA all’Ucraina, ora il fronte si sposta su un settore ancora più strategico: il cloud computing.
Google Cloud, Microsoft Azure e Amazon Web Services (AWS) sono i tre pilastri su cui poggia buona parte dell’infrastruttura digitale mondiale. Dai governi alle aziende, migliaia di realtà dipendono dai loro servizi per gestire server, archiviazione dati e applicazioni critiche. Ma qualcosa sta cambiando. In Europa cresce il timore che, sotto la nuova amministrazione Trump, queste piattaforme possano trasformarsi in strumenti di pressione politica, con il rischio che dati sensibili vengano manipolati o resi inaccessibili per motivi geopolitici.