Quando Elon Musk è stato costretto ad acquistare Twitter due anni fa, ha promesso una rivoluzione. Voleva trasformare il social network in una “piazza digitale” e in una “app per tutto,” che offrisse dall’informazione alla finanza fino a diventare un hub di servizi integrati. A oggi, nessuna di queste promesse si è materializzata. X non è diventata né il centro del dibattito pubblico che Musk immaginava né un’app universale capace di migliorare la nostra vita quotidiana.
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Nuove prospettive su come la tecnologia ai sta plasmando il futuro del business e della finanza

Con l’avvicinarsi dell’halving di aprile (L’halving dei bitcoin viene effettuato ogni quattro anni, quando la quantità di bitcoin versata ai minatori a titolo di ricompensa viene dimezzata), l’industria sta affrontando un passaggio critico, aprendo a nuove prospettive di guadagno con l’adozione dell’intelligenza artificiale. Questa strategia ha catturato l’attenzione di Wall Street, dove l’entusiasmo per l’AI applicata ai data center si sta trasformando in una concreta opportunità di mercato.

Le grandi aziende tecnologiche, tra cui Microsoft, Meta, Amazon e Alphabet , stanno investendo miliardi di dollari nella creazione di centri dedicati all’intelligenza artificiale (AI), per soddisfare la crescente domanda di servizi avanzati basati su questa tecnologia. Tuttavia, l’assenza di un quadro chiaro sui ritorni di questi investimenti sta generando preoccupazioni tra gli investitori, sollevando domande sulla sostenibilità di tali progetti, in un settore dove i margini di profitto sono sempre stati un punto di forza.

Nvidia, il colosso dei semiconduttori e pioniere dell’intelligenza artificiale, sta per unirsi al prestigioso indice Dow Jones Industrial Average (DJIA), sostituendo lo storico concorrente Intel. La decisione, comunicata da S&P Dow Jones Indices, non solo segna un cambiamento epocale per la leggendaria misura di Wall Street, ma riflette anche un più ampio spostamento verso i settori tecnologici che guidano l’economia moderna. Oltre alla sostituzione di Intel con Nvidia, l’indice accoglierà anche Sherwin-Williams, leader nella produzione di vernici, al posto del colosso chimico Dow Inc.. Questo avvicendamento avverrà prima dell’apertura dei mercati l’8 novembre 2024.

Al Bar dei Daini si respira quell’aria di analisi approfondita e discussione appassionata, un rituale per chi desidera scavare nei dettagli delle più recenti performance aziendali. I report finanziari di Apple e Amazon, pubblicati nei giorni scorsi, hanno sollevato numerose questioni, lasciando molti con un mix di ottimismo e preoccupazione: la complessità del contesto economico attuale ha infatti reso questi risultati non del tutto scontati.
Nel mondo dell’intelligenza artificiale, dove l’efficienza e la potenza di calcolo diventano fondamentali per sviluppare modelli sempre più avanzati, l’alleanza tra Nvidia e xAI segna una svolta decisiva
Il quadro che emerge è articolato, una sorta di bilanciamento tra la necessità di innovare e il dovere di affrontare condizioni macroeconomiche sempre più complicate. Tra tazze di caffè e sguardi attenti, i numeri parlano chiaro: per entrambe le aziende i risultati hanno mostrato sì elementi positivi, ma anche segnali di criticità.
Apple: tra crescita degli iPhone e segnali di prudenza per il futuro

Nel panorama tecnologico globale, gli investimenti in intelligenza artificiale (IA) e infrastrutture avanzate stanno conoscendo un’impennata senza precedenti, guidati da colossi come xAI di Elon Musk, Toyota, Nippon Telegraph and Telephone, e sostenuti da investitori di primo livello come Sequoia Capital, Andreessen Horowitz e Valor Equity Partners. Questa ondata di finanziamenti segna non solo l’interesse per le potenzialità dell’IA, ma anche una gara tra le principali società per dominare i settori emergenti della guida autonoma, dei data center e dell’automazione aziendale.
xAI, fondata da Elon Musk, punta a raccogliere 5 miliardi di dollari a una valutazione di circa 45 miliardi, con l’obiettivo di consolidarsi come uno dei principali laboratori di ricerca in IA generativa. Questa iniziativa ambiziosa coinvolge investitori di peso, tra cui Qatar Investment Authority, che intendono capitalizzare la rivoluzione guidata dall’IA, con Musk al timone per accelerare lo sviluppo di modelli avanzati e tecnologie di intelligenza artificiale su scala globale.

Nel vasto panorama dell’intelligenza artificiale generativa, una nuova e ambiziosa startup emerge dalle ombre: Decart. Fondata in Israele e guidata da Dean Leitersdorf e Moshe Shalev, Decart ha rapidamente attirato l’attenzione di Sequoia Capital grazie al partner Shaun Maguire, noto per la sua stretta collaborazione con Elon Musk. Questo collegamento ha già portato Sequoia a partecipare nei round di finanziamento di SpaceX, X e xAI, il laboratorio di intelligenza artificiale di Musk. Ora Maguire punta sulla nascente Decart, con l’obiettivo di posizionarla come un potenziale concorrente per colossi come OpenAI e Midjourney.

Google ha recentemente concluso un accordo straordinario con la startup di intelligenza artificiale Character.AI, pagando 2,7 miliardi di dollari in contanti. Questo accordo include la licenza della tecnologia di Character.AI e l’assunzione dei suoi co-fondatori, Noam Shazeer e Daniel De Freitas, entrambi ex ricercatori di Google. La notizia è stata confermata in un deposito normativo, evidenziando l’importanza strategica di questo movimento per Google nel panorama competitivo dell’IA.
L’accordo con Character.AI è stato descritto come una “reverse acquihire”, dove Google ha scelto di non acquistare direttamente l’azienda, ma piuttosto di ottenere una licenza non esclusiva per utilizzare la sua tecnologia. Questo approccio consente a Character.AI di continuare a operare come entità indipendente, pur perdendo parte del suo talento chiave. L’importo pagato da Google è notevole, specialmente considerando che include anche la cancellazione di strumenti convertibili per centinaia di milioni di dollari, sebbene le cifre esatte non siano state confermate pubblicamente.

In un anno come questo, ci troviamo di fronte a uno scenario in cui startup tecnologiche e colossi del settore danzano in un frenetico valzer di acquisizioni. Queste giovani aziende, molte delle quali affacciate su terreni complessi come l’intelligenza artificiale, cercano un riparo sicuro tra le braccia di grandi imprese già consolidate. I banchieri, dal canto loro, osservano con attenzione, consapevoli che le imminenti elezioni presidenziali potrebbero definire i futuri parametri normativi, soprattutto in tema di antitrust, e molti protagonisti stanno attendendo proprio questi risultati prima di stringere nuovi accordi.

Jaguar Land Rover ha annunciato il lancio del suo nuovo Open Innovation Hub in India, dedicato ad individuare e lavorare a stretto contatto con le startup, con l’obiettivo di sviluppare la prossima generazione di prodotti e servizi che contribuiranno a definire le future esperienze dei clienti di JLR.

L’industria bancaria statunitense si trova di fronte a un possibile punto di svolta pluriennale per i profitti, indipendentemente dal partito che prenderà il controllo della Casa Bianca e del Congresso. Questo il messaggio di Mike Mayo, analista di Wells Fargo, in una nota ai clienti, dove identifica una serie di trend e scenari post-elettorali destinati a influire pesantemente sui bilanci delle principali istituzioni finanziarie del Paese.

I recenti risultati di Google mostrano come l’adozione dell’IA sia già un driver significativo di crescita. Con un tasso di crescita di Google Cloud in aumento dal 29% al 35% nel terzo trimestre, la piattaforma ha superato le aspettative, contribuendo a una crescita globale del 15% per Alphabet. Questo risultato, pur superiore alle stime degli analisti, non è stato sufficiente a risolvere tutte le perplessità degli investitori riguardo al futuro del core business di Google. Infatti, mentre Sundar Pichai, CEO di Google, attribuisce parte di questa crescita all’integrazione dell’IA, l’assenza di dati precisi sull’impatto dell’IA sulla domanda complessiva lascia aperti dubbi tra gli investitori più scettici.

Immaginatevi una scena da film. Un teatro pieno di magnati della finanza e della tecnologia, tutti radunati in una lussuosa sala di Riyadh, Arabia Saudita, per discutere di… beh, di come dominare il mondo. Benvenuti al Future Investment Initiative, affettuosamente noto come “Davos nel deserto,” dove Elon Musk, Masayoshi Son e una schiera di CEO delle più potenti aziende globali si scambiano sorrisi, strette di mano e promesse di un futuro in cui i robot probabilmente ci sostituiranno. L’intero evento, sfarzoso e surreale, ricorda il sogno di un dittatore futurista, o di un autore di fantascienza col senso degli affari.

La startup di intelligenza artificiale generativa xAI è in trattative per raccogliere un nuovo round di finanziamento che potrebbe valutare l’azienda guidata da Elon Musk a 40 miliardi di dollari, come riportato dal Wall Street Journal. Queste discussioni sono descritte come nelle fasi iniziali, indicando che, sebbene ci sia un interesse significativo, l’esito rimane incerto.

Era il 29 ottobre del 1969, quando un gruppo ristretto di pionieri informatici dell’Università della California a Los Angeles (UCLA) realizzò una connessione senza precedenti, dando vita alla trasmissione del primo messaggio “a distanza”. In quel giorno storico, guidato dal professor Leonard Kleinrock, il team lanciò ARPANET, il progetto che avrebbe dato origine all’internet moderno. Con l’ambizione di inviare la parola “LOGIN” al Stanford Research Institute, la trasmissione si interruppe però dopo le prime due lettere: “LO”. Quasi un messaggio profetico, “Lo and behold!” – eccoci qua, come se il destino avesse voluto sottolineare la forza simbolica di quell’inizio, breve ma potente.

Il CEO di SoftBank, Masayoshi Son, ha recentemente sottolineato il potenziale di Nvidia, dichiarandola “sottovalutata” durante il suo intervento al Saudi FII Summit. Ha proiettato che per raggiungere l’intelligenza artificiale superintelligente (ASI) potrebbero essere necessari “centinaia di miliardi di dollari”, insieme a un investimento stimato di 9 trilioni di dollari e 200 milioni di chip. Nonostante un leggero calo delle azioni di Nvidia nel premarket, l’azienda ha visto una crescita notevole, con le azioni in aumento del 191% dall’inizio dell’anno e oltre il 2.600% negli ultimi cinque anni.

L’industria fintech è oggi attraversata da una netta spaccatura, con dinamiche ben delineate tra aziende nate prima e dopo il 2020. La pubblicazione di ChatGPT da parte di OpenAI, supportata da partnership strategiche come quella con Microsoft, ha contribuito a innescare una competizione in cui le aziende nate in epoca pre-intelligenza artificiale si trovano oggi a doversi adattare rapidamente, mentre le giovani realtà native dell’AI avanzano con approcci completamente nuovi, sfruttando al massimo il potenziale di automazione intelligente e personalizzazione nei servizi.

Perplexity, una startup di ricerca basata su intelligenza artificiale, ha recentemente assunto Jessica Chan, ex manager di LinkedIn e Meta, come prima responsabile delle partnership con gli editori. Questa mossa è parte di un programma più ampio che mira a stabilire relazioni più positive con i media, specialmente in un contesto di crescente tensione tra le aziende tecnologiche e gli editori tradizionali.

Salesforce, leader nel cloud e nelle soluzioni per la gestione delle relazioni con i clienti, lancia Agentforce, una piattaforma innovativa che consente alle imprese di creare agenti autonomi basati su intelligenza artificiale. Secondo Stifel, questa mossa apre le porte a un’opportunità da miliardi di dollari, destinata a trasformare radicalmente il mercato dell’AI e a consolidare Salesforce come riferimento nell’automazione del servizio clienti, delle vendite e del marketing.

OpenAI, la società supportata da Microsoft, genera attualmente circa il 75% dei suoi ricavi grazie agli abbonamenti. Questo dato, condiviso dal CFO Sarah Friar durante un’intervista a Bloomberg, mette in luce una significativa espansione della base clienti, in particolar modo nel segmento consumer.
“Siamo impressionati dal ritmo di crescita, soprattutto sul lato consumer,” ha dichiarato Friar. “Anche le nostre attività enterprise, sebbene ancora giovani, stanno già producendo un ammontare notevole di entrate annualizzate. Siamo davvero entusiasti del potenziale che intravediamo lì.”

Negli ultimi anni, il panorama del venture capital (VC) ha subito un’evoluzione significativa, con una tendenza sorprendente che ha preso forma: mentre la raccolta di fondi da parte di nuovi gestori di fondi è scesa ai minimi storici in quasi un decennio, alcuni ex-fondatori di startup stanno riuscendo a ottenere capitali in maniera più efficace e tempestiva. Tra questi, i fondatori di startup nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) stanno emergendo come nuovi attori protagonisti nel mondo del venture capital, avviando fondi propri e attirando investitori in un periodo in cui molti altri faticano. Questo fenomeno evidenzia una crescente fiducia verso chi ha esperienza diretta nel settore tecnologico e, nello specifico, nell’AI, confermando l’importanza dell’esperienza settoriale in un contesto di investimento che sta radicalmente cambiando.

Perplexity AI, una startup specializzata nella tecnologia di ricerca basata su intelligenza artificiale, è attualmente in discussioni per raccogliere circa 500 milioni di dollari a una valutazione di circa 8 miliardi di dollari. Questo rappresenta un significativo aumento rispetto alla sua valutazione precedente di 3 miliardi di dollari, ottenuta dopo un round di finanziamenti guidato da SoftBank all’inizio di quest’anno.

Waymo, la sussidiaria di Alphabet specializzata in veicoli autonomi, ha recentemente annunciato di aver chiuso un round di finanziamento da 5,6 miliardi di dollari, il più grande mai realizzato dall’azienda. Questo round è stato guidato dalla società madre Alphabet e ha visto la partecipazione di investitori noti, tra cui Andreessen Horowitz, Fidelity e Silver Lake.

L’AI Generativa (GenAI) continua la sua corsa e, secondo il 67% degli intervistati da Deloitte, le imprese stanno investendo significativamente in questa tecnologia. Nonostante alcune sfide iniziali legate all’implementazione – come la gestione dei dati, gli investimenti necessari e la misurazione dei risultati – le aziende stanno affrontando queste difficoltà con determinazione, puntando a massimizzare il valore della GenAI. Sono questi alcuni dei risultati della terza edizione del report “State of Generative AI in the Enterprise”, il sondaggio trimestrale del Deloitte AI Institute™ che viene condotto su oltre 2.770 intervistati in 14 Paesi.

La prossima grande tappa nel mondo tecnologico sarà la corsa di Apple verso una valutazione di mercato di $4 trilioni, seguita da Nvidia, secondo il noto analista di Wedbush Securities, Dan Ives. Questo traguardo epocale potrebbe materializzarsi nel 2025, spinto dalla capacità di entrambe le aziende di capitalizzare sull’intelligenza artificiale (IA), su ecosistemi integrati e sulla capacità di mantenere rilevante la loro base utenti. Secondo Wedbush, la visione strategica e tecnologica dei due colossi pone Apple e Nvidia in una posizione dominante, difficilmente eguagliabile.

IBM ha pubblicato i risultati finanziari del terzo trimestre 2024, evidenziando un quadro misto. IBM ha registrato ricavi di 15 miliardi di dollari, con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente (2% a valuta costante). Questo aumento è stato principalmente trainato da una crescita del 10% nel settore software.
Il margine di profitto lordo è migliorato, raggiungendo il 56,3% secondo i principi contabili GAAP, con un incremento di 190 punti base.
Il business dell’intelligenza artificiale generativa di IBM ha superato i 3 miliardi di dollari, segnando un aumento di 1 miliardo rispetto al trimestre precedente. Questo risultato riflette l’impegno dell’azienda nel settore AI e l’espansione delle sue capacità in questo ambito.
Le entrate del segmento software sono aumentate del 9,7%, contribuendo significativamente alla crescita complessiva. Tuttavia, il settore della consulenza ha mostrato segni di debolezza, con ricavi stabili rispetto al trimestre precedente, a causa di una pausa nella spesa discrezionale da parte dei clienti.
IBM prevede che la crescita nel settore software continuerà e si aspetta che il business della consulenza si riprenda man mano che le condizioni economiche migliorano. L’azienda mantiene le sue previsioni per un flusso di cassa libero annuale superiore ai 12 miliardi di dollari, confermando la sua posizione per investimenti futuri e ritorni agli azionisti.
IBM mostra segnali positivi nella sua divisione software e nell’AI generativa, deve affrontare sfide nel settore della consulenza che potrebbero influenzare le sue performance a breve termine.

Nokia e Lenovo hanno annunciato una partnership strategica per sviluppare soluzioni avanzate di data center destinate a soddisfare le crescenti esigenze di carico di lavoro nei settori industriali e tra i fornitori di servizi. Questa collaborazione si concentrerà su infrastrutture in grado di supportare le operazioni di Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning (ML), utilizzando un’integrazione delle tecnologie offerte da entrambe le aziende.

Thomson Reuters ha acquisito la startup statunitense Materia, un’operazione strategica che si integra perfettamente con il suo percorso nell’intelligenza artificiale.
I dettagli finanziari dell’accordo non sono stati resi noti.

OpenAI ha annunciato una nuova collaborazione con il Lenfest Institute for Journalism, un’organizzazione no-profit dedicata a sostenere il giornalismo e l’innovazione nei media. Questa partnership mira a sviluppare soluzioni di intelligenza artificiale generativa (GenAI) specificamente progettate per le redazioni, con l’obiettivo di migliorare la produzione e la distribuzione delle notizie.

OpenAI ha recentemente annunciato la nomina di Aaron Chatterji come suo primo economista capo. Chatterji, già economista capo presso il Dipartimento del Commercio durante l’amministrazione Biden e membro senior del Consiglio dei Consulenti Economici sotto Obama, avrà il compito di guidare la ricerca sugli effetti dell’intelligenza artificiale (IA) sull’economia.

Apollo Global Management e SoftBank stanno discutendo la creazione di un fondo gigante per investire in centri dati, fabbriche di chip e altri progetti legati all’intelligenza artificiale. Secondo un rapporto dei media, le due aziende stanno esplorando opportunità per finanziare la prossima ondata di sviluppo digitale.

BlackRock (BLK) ha recentemente ampliato la sua offerta di fondi negoziati in borsa (ETF) con il lancio di due nuovi fondi attivamente gestiti, focalizzati sulla crescita tecnologica e sull’intelligenza artificiale (AI). Questo passo evidenzia la convinzione del gigante della gestione patrimoniale che l’impatto a lungo termine dell’AI sarà “profound”, nonostante ci troviamo ancora nelle fasi iniziali dello sviluppo di questa tecnologia.
Tony Kim, responsabile del gruppo Fundamental Equities Technology di BlackRock, ha dichiarato: “Siamo all’alba di una rivoluzione dell’intelligenza. Questi ETF attivi possono aiutare gli investitori a cogliere opportunità d’investimento trascurate e significative in tutto il panorama dell’AI e delle tecnologie avanzate”.

Dopo aver raccolto 6,6 miliardi di dollari dagli investitori, OpenAI sembra aver trovato il modo più elegante (e remunerativo) di smantellare la propria struttura non-profit. Il piano? Diventare una public-benefit corporation entro due anni, vendendo il proprio spirito caritatevole al miglior offerente.
Naturalmente, c’è una piccola complicazione: il non-profit che attualmente controlla tutto potrebbe non ricevere la compensazione adeguata. Ma davvero ci sorprende?
OpenAI, nella sua imperscrutabile complessità legale, è composta da una serie di entità incrociate. In cima, un non-profit il cui nobile obiettivo è “beneficiare il pubblico”. In basso, una LLC a scopo di lucro che detiene beni preziosi come i modelli di intelligenza artificiale. Gli investitori? Non possiedono azioni classiche, ma partecipazioni agli utili, limitate a un misero 100x sul loro investimento iniziale (insomma, pochi spiccioli). Oltre quel tetto, il surplus torna al non-profit. Ma non abbiate paura: con il passaggio alla nuova struttura, quel limite verrà “miracolosamente” rimosso. Chi pensava che beneficenza e profitti fossero inconciliabili?


Perplexity AI, startup di ricerca basata su intelligenza artificiale, ha avviato colloqui per raccogliere fondi con l’obiettivo di più che raddoppiare la propria valutazione a 8 miliardi di dollari o più, come riportato dal Wall Street Journal domenica.
La startup, sostenuta da Nvidia, ha informato gli investitori di voler raccogliere circa 500 milioni di dollari nel nuovo round di finanziamento, secondo il report che cita fonti a conoscenza della questione. Perplexity non ha voluto commentare.

Al ComoLake 2024, Roberto Cingolani, CEO di Leonardo, ha tenuto un discorso profondo e stimolante, affrontando le complesse sfide e opportunità che emergono dall’intersezione tra tecnologia, sicurezza dei dati e conflitti globali. Le sue riflessioni risuonano in modo particolare nel contesto dell’attuale panorama digitale, che evolve a un ritmo incessante e solleva nuove domande sulla sicurezza e la gestione delle informazioni. Cingolani ha presentato un quadro ricco di spunti, ponendo l’accento sulla necessità di strategie integrate per affrontare le minacce contemporanee.

Se l’AI generativa venisse adottata su larga scala, l’Italia potrebbe
incrementare il proprio Prodotto Interno Lordo (PIL) di 150-170 miliardi di euro all’anno in dieci anni, pari a una crescita dell’8%, determinata principalmente da un aumento della produttività. Diversamente, un ritardo di soli cinque anni nella sua adozione potrebbe ridurre la spinta di crescita a solo il 2%. Sono queste le principali evidenze emerse dallo studio condotto da Implement Consulting Group per conto di Google.

Deutsche Telekom punta ad accelerare la crescita attraverso l’uso sistematico dell’Intelligenza Artificiale ed un modello di business basato sui dati. È quanto emerge dalla strategia del gruppo al 2027 che prevede una crescita media annua di circa il 4% sia dei ricavi netti che di quelli da servizi.

Come riportato anche da WSJ , OpenAI e Microsoft si trovano attualmente al centro di una negoziazione cruciale che potrebbe ridefinire il panorama tecnologico. Con un investimento di quasi 14 miliardi di dollari in gioco, la questione principale è come tradurre questo investimento, in un contesto di valutazione di OpenAI pari a 157 miliardi di dollari, in equity all’interno di una società profit. Questo passaggio da un’organizzazione senza scopo di lucro a una società profit è una transizione senza precedenti e porta con sé sfide significative.

Un grande corteo di protesta si è svolto a Roma contro la politica industriale di Stellantis, segnando un evento significativo poiché è dal 1994 che i sindacati Fiom, Fim e Uilm non manifestavano insieme in un’azione unitaria nel settore automotive. I lavoratori, provenienti da diverse regioni d’Italia, hanno partecipato numerosi, accompagnati anche dai leader dei partiti di opposizione, che hanno espresso solidarietà alle rivendicazioni dei manifestanti.
Stellantis, il quarto produttore automobilistico al mondo, ha vissuto un avvio promettente nel 2021 dopo la fusione tra Fiat Chrysler e PSA Group, ma le sue fortune sono diminuite drasticamente nei mercati azionari. Attualmente, le azioni di Stellantis sono scambiate a un prezzo inferiore rispetto a quello di chiusura del giorno in cui sono state quotate.
Negli ultimi anni, il settore automobilistico ha affrontato sfide significative, con solo tre delle venti maggiori azioni del settore che hanno visto un aumento del prezzo: BYD Company, Ferrari e Honda Motors. Le prospettive a breve termine per Stellantis non sembrano promettenti.