Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Interviste – (DEI) diversità, equità e inclusione – Impatti Sociali ed Etici – Futuro e Prospettive – Legislazione e Regolamentazione -Educazione e Formazione – Lavoro e Formzione

Le sfide etiche dell’AI e la questione del Proof of Personhood

Il concetto di Proof of Personhood (Prova di Umanità) è stato esplorato in diversi film e libri: Do Androids Dream of Electric Sheep?, Test di Voigt-Kampff” in Blade Runner, Ex Machina. The Matrix. La tematica centrale riguarda la distinzione tra esseri umani e intelligenze artificiali o entità digitali, ed è stata trattata in modo approfondito soprattutto nella fantascienza.

Cosa significa essere umani di fronte alle nuove tecnologie?

Il concetto di Proof of Personhood sta acquisendo una rilevanza fondamentale in un contesto globale sempre più dominato dall’intelligenza artificiale, e in particolare dalla crescente fusione tra esseri umani e macchine. In un mondo dove i bot AI, le identità sintetiche e le tecnologie deepfake stanno rapidamente invadendo gli spazi digitali, è curioso notare come, in alcuni casi, non sia più tanto rilevante identificare chi sia qualcuno, quanto piuttosto confermare se quella persona è umana. La questione quindi non riguarda tanto il “CHI SEI”, ma il “COSA SEI”.

Ergonomia Cognitiva, AI e Complessità: Dal Design di Norman alla Precisione delle Macchine di Zappa

L’intersezione tra intelligenza artificiale, ergonomia cognitiva e complessità dei sistemi è un territorio in cui il pensiero umano si scontra con i limiti e le possibilità delle macchine. Due prospettive fondamentali emergono da autori chiave: Donald Norman, Frank (Francesco) Zappa . Ognuno di loro, da un diverso angolo disciplinare, ha contribuito a ridefinire il nostro rapporto con la tecnologia, il design e l’errore.

STEM WOMEN CONGRESS ITALIA

Torna dal vivo l’edizione italiana, moltiplicata in un programma ancora più ricco fatto di tappe di avvicinamento chiamate Stem Days:  si parte da Bologna il 21 febbraio con un calendario di appuntamenti per promuovere l’inclusione femminile negli ambiti scientifico-tecnologici.

Dopo il grande successo della prima edizione italiana, accolta entusiasticamente da centinaia di giovani, aziende, istituzioni e i grandi volti del mondo della scienza e della tecnologia, lo STEM Women Congress entra nel suo secondo anno, trasformandosi. 

Il format, con un solido heritage internazionale e che ha debuttato per la prima volta lo scorso anno nel nostro Paese, con una trentina di big player, istituzioni e guest star che si sono alternate sul palco, torna, ancora una volta, grazie all’impegno di Orange Media Group, creative content company e di Women at Business, la piattaforma di matching professionale al femminile, costruendo un percorso multiplo su più giornate, chiamate Stem Days, che avrà il suo culmine nel Congresso di Milano il 15 ottobre a Palazzo Castiglioni.  

Elon Musk e il Colpo di Stato Amministrativo: Il Sogno Tecnocratico Diventa un Incubo

Elon Musk non è il presidente degli Stati Uniti, ma agisce come se lo fosse e cosa ancora più preoccupante, lo fa senza essere stato eletto, senza il consenso del Congresso e senza alcun mandato democratico. Invece, questo miliardario nato all’estero sta silenziosamente prendendo il controllo di settori chiave del governo federale, manipolando i flussi di informazioni, i sistemi di pagamento e persino la gestione del personale. È un colpo di stato amministrativo in piena regola, orchestrato con il cinismo di un magnate che si è convinto di poter riscrivere le regole a suo piacimento.

La sua piattaforma è un’improbabile entità governativa chiamata “Department of Government Efficiency” (DOGE), un nome che, nella sua infantilità, sembra quasi uno scherzo. Ma lo scherzo, a quanto pare, è sulle istituzioni americane.

In soli quattordici giorni, Musk ha invaso edifici governativi, annullato contratti di locazione e introdotto il suo personale—spesso giovanissimo e privo di esperienza nei centri nevralgici dell’amministrazione pubblica.

Ha portato con sé ingegneri di Tesla e della Boring Company per effettuare licenziamenti di massa all‘Office of Personnel Management (OPM), affidando il destino di migliaia di dipendenti federali a individui che fino a poco fa erano impegnati a costruire tunnel sotto Los Angeles. (Type the word “Resign” into the “Subject” line of the email. Hit “Send”. Deferred Resignation Email to Federal Employees)

Secondo Wired, uno dei suoi consiglieri ha appena 21 anni, mentre un altro si è diplomato lo scorso anno.

OpenAI e Reddit: Quando l’IA Prova a Convincere i Redditori a Cambiare Idea

Ecco una mossa che non poteva mancare: OpenAI ha deciso di testare la sua IA nel campo di battaglia per eccellenza delle opinioni online: il subreddit r/ChangeMyView, dove i post infuocati sono all’ordine del giorno e i pareri non si cambiano facilmente. E che modo migliore per mettere alla prova i modelli di ragionamento della sua intelligenza artificiale se non convincere degli utenti ostinati a rivedere le loro convinzioni?

Nel tentativo di testare la capacità persuasiva dei suoi modelli, OpenAI ha fatto leva sulle conversazioni di r/ChangeMyView. Questo subreddit è una miniera d’oro per le aziende tecnologiche, come la stessa OpenAI, che desiderano allenare i propri modelli su dati generati da esseri umani. Gli utenti, con le loro argomentazioni spesso taglienti, sono il terreno perfetto per insegnare a un’IA a rispondere in modo convincente, sperando di trasformare le opinioni di chi è troppo testardo per cambiare idea.

AI, Marx e la Crisi della Fisica: DeepSeek Risolve Tutto (O Ci Inganna Meglio?)

Il confronto tra DeepSeek e OpenAI nel contesto dell’intelligenza artificiale può essere interpretato attraverso la lente storica e filosofica della crisi della fisica del XX secolo, un parallelo che richiama la tensione tra modelli consolidati e nuove prospettive.

Se la fisica classica aveva costruito un edificio apparentemente solido fino all’inizio del Novecento, la relatività e la meccanica quantistica ne hanno scardinato i principi fondamentali, portando a una crisi epistemologica che ancora oggi si cerca di risolvere. Analogamente, il monopolio occidentale sulle IA avanzate, incarnato da OpenAI, si trova ora di fronte alla sfida di nuovi attori come DeepSeek, espressione della crescente capacità tecnologica cinese.

DeepSeek e il “Metodo Cinese dell’Innovazione”: Copia, Ottimizza, Domina. La Legge di Wang

Ultima settimana nel magico mondo dell’AI: ecco DeepSeek, un servizio simile a ChatGPT, ma realizzato a una frazione del costo. Miracolo tecnologico? Non proprio. Si mormora che il modello sia stato sviluppato grazie a una tecnica raffinata chiamata “distillazione”—un termine che in Occidente fa rima con “proprietà intellettuale violata”, mentre in Cina si traduce con “business intelligente”.

Ma chi ha tempo per scandalizzarsi? Parliamo piuttosto del vero takeaway: il “Metodo Cinese dell’Innovazione”. Dopo anni “difficili” provenienti da società americane, passati fianco a fianco con i migliori ingegneri asiatici, posso garantire che questa storia è tutto tranne che nuova.

Regno Unito e AI: Una Roadmap Visionaria che l’Europa Dovrebbe Imitare

Ho speso una buona parte della mia vita lavorando per Anglo Americani quello che li ha sempre caratterizzati, forse come ex potenza coloniale, è avere una Roadmap questa è la dimostrazione : Devi avere un Piano

Il governo britannico ha appena rilasciato un documento di policy destinato a rafforzare la sua posizione come potenza globale nell’intelligenza artificiale. Questa iniziativa, basata su 50 misure specifiche, non è solo una dichiarazione d’intenti, ma un piano strategico ben strutturato che dimostra la volontà di guidare il futuro dell’AI con investimenti mirati, regolamentazioni intelligenti e un ecosistema favorevole all’innovazione.

A differenza dell’Europa continentale, spesso intrappolata in un labirinto normativo e burocratico che rallenta lo sviluppo tecnologico, il Regno Unito adotta un approccio pragmatico, delineando obiettivi concreti e misurabili. Questa roadmap comprende l’espansione delle capacità di calcolo, lo sviluppo di hub dedicati all’AI, la creazione di zone di crescita specializzate, incentivi alla condivisione dei dati e un investimento strategico nella formazione e nel talento.

“La Corsa all’AGI: Scenari e Previsioni sulla Timeline dell’Intelligenza Generale Artificiale”

Negli ultimi anni, il dibattito sulla timeline per raggiungere l’AGI (Artificial General Intelligence, ovvero un’intelligenza artificiale capace di comprendere e svolgere compiti di livello umano in ogni dominio) si è intensificato. Voci influenti dell’industria e della ricerca, tra cui Sam Altman, Ray Kurzweil, Demis Hassabis, Elon Musk e altri, hanno espresso opinioni divergenti. La questione non riguarda solo la tecnologia, ma anche le implicazioni sociali, economiche e filosofiche di un traguardo che cambierebbe radicalmente il mondo.

L’America Scopre il Karma: DeepSeek e l’Ipocrisia dell’Intelligenza Artificiale

Recap della settimana, il nuovo Maccartismo

Howard Lutnick, il candidato alla carica di Segretario del Commercio degli Stati Uniti, ha esordito davanti al Senato con una denuncia infuocata: DeepSeek avrebbe rubato tecnologia americana per spazzare via la concorrenza occidentale. “Hanno rubato, si sono introdotti, hanno preso la nostra proprietà intellettuale”, ha dichiarato con sdegno. Un’accusa che riflette la crescente paranoia americana nei confronti delle aziende cinesi, colpevoli – a quanto pare – di giocare sporco quando sono loro a vincere.

La Casa Bianca, prevedibilmente, ha cavalcato l’ondata di indignazione, valutando i rischi per la sicurezza nazionale. I giganti della Silicon Valley, terrorizzati dalla rivoluzione tecnologica scatenata da DeepSeek, hanno rapidamente dipinto l’azienda cinese come un’entità fraudolenta, intenta a sabotare il mercato con spregiudicate manovre di spionaggio industriale e dumping tecnologico.

Splendida Cornice: Geppi Cucciari e Luciano Floridi, bravissimi

In un’epoca in cui l’Intelligenza Artificiale (IA) è diventata protagonista di dibattiti, investimenti miliardari e rivoluzioni tecnologiche, capire davvero di cosa si tratta può sembrare un’impresa da far sanguinare il naso. Eppure, durante una serata speciale del programma Splendida Cornice, condotta da una superlativa Geppi Cucciari su Rai 3, il professor Luciano Floridi, filosofo ed esperto di etica digitale, ha offerto una spiegazione chiara e accessibile, promettendo di farci uscire dal bar senza emorragie nasali.

Luciano Floridi è Professor and Founding Director of the Digital Ethics Center all’Università di Yale e insegna Sociologia della Comunicazione all’Università di Bologna. E’ tra i massimi esperti internazionali nel campo della filosofia dell’informazione e delle trasformazioni digitali, ed è stato recentemente nominato presidente della Fondazione Leonardo. A parte i titoli ha dimostrato, sempre, di essere un personaggio di spessore.

Floridi ha offerto una visione critica e complessa sull’Intelligenza Artificiale (IA), che va oltre la semplice analisi tecnologica. Il suo approccio, come emerso nel programma, si concentra sulla natura stessa dell’intelligenza e sul rapporto tra uomo e macchina, mettendo in discussione alcune delle nostre assunzioni più comuni.

Liang Wenfeng: Il Genio dell’AI che Sta Rivoluzionando il Settore Finanziario, il prossimo Netflix Biopic ?

“Ogni paese nel mondo potrebbe avere un progetto di quel tipo in corso, se riesce ad acquisire il talento necessario e a lavorarci, naturalmente. Il resto dell’industria imparerà da questo,” ha detto Shuman Ghosemajumder, co-fondatore e amministratore delegato di Reken, una startup di intelligenza artificiale con sede a San Francisco.

Liang Wenfeng è un nome che sta rapidamente emergendo nell’elite tecnologica globale. Alcuni lo definiscono il “Sam Altman cinese”, un riferimento al noto CEO di OpenAI, mentre altri lo paragonano a Jim Simons, il leggendario matematico e fondatore di Renaissance Technologies, pionere degli investimenti quantitativi.

L’analisi quantitativa è una tecnica di analisi finanziaria che cerca di capire il comportamento dei mercati finanziari usando modelli matematici e statistici. L’obiettivo è scoprire le cause delle fluttuazioni dei mercati, prevederle e anticiparle.

SoftBank e OpenAI: Il Ritorno del Re degli Investimenti Folli

Masayoshi Son ha di nuovo aperto il portafoglio. E stavolta lo ha fatto in grande, con un potenziale investimento fino a 25 miliardi di dollari in OpenAI, un’operazione che, se confermata, scalzerebbe Microsoft dal trono del principale finanziatore dell’azienda di Sam Altman. Un ribaltone che non solo ridefinisce le alleanze nel settore dell’intelligenza artificiale, ma evidenzia anche il ritorno in scena di SoftBank con la sua solita, inarrestabile ambizione di plasmare il futuro della tecnologia.

Non si tratta solo di una pioggia di miliardi gettata nel vuoto. Questo affare arriva sulla scia di Stargate, un mega-progetto da 500 miliardi di dollari annunciato nientemeno che da Donald Trump (sì, proprio lui), con la promessa di costruire data center in Texas e creare 100.000 posti di lavoro americani. Masayoshi Son, ovviamente, è stato nominato presidente del progetto. Che Trump possa essere un kingmaker dell’AI è un twist che nemmeno Hollywood avrebbe osato scrivere.

Quando una Startup Cinese mette in ginocchio la Silicon Valley (e il MAGA Ride)

Ma chi lo avrebbe mai detto? Una piccola startup cinese ha mandato in tilt l’intero settore tecnologico americano, e non con qualche trucchetto sporco, ma semplicemente costruendo un’intelligenza artificiale più efficiente e meno costosa.

DeepSeek ha rilasciato il suo modello R1, capace di competere con i mostri sacri americani a una frazione del costo. Risultato? Un bagno di sangue in borsa: Nvidia ha bruciato 600 miliardi di dollari di valore in un colpo solo. Per un attimo, sembrava di essere tornati al 2008, ma senza i banchieri di Wall Street da incolpare. Questa volta, il colpevole è un manipolo di programmatori cinesi che, a quanto pare, sanno fare di meglio con meno.

Stargate, SoftBank e la Scommessa di Son: Il Grande Rischio AI

Il pellegrinaggio verso la magione di Masayoshi Son a Tokyo. (50 Billion$) – Speciale un caffè al Bar dei Daini

Questa volta è stato Sam Altman a imbarcarsi in quell’estenuante volo di 11 ore da San Francisco, nella speranza di convincere il miliardario giapponese a iniettare qualche miliardo nella sua ultima fantasia da tech bro. E ha funzionato. SoftBank sta per prendersi la fetta più grande del rischio finanziario dietro Stargate, il mega progetto da 500 miliardi di dollari che promette di rivoluzionare i data center. Son ha promesso di investire circa 40 miliardi, forse divisi tra Stargate e OpenAI. Chiaramente, dettagli insignificanti.

Ma ecco la realtà: il progetto sarà pesantemente finanziato a debito, come sempre. E per far funzionare i numeri, Son dovrà mescolare il suo inossidabile ottimismo tecnologico con la solita finanza creativa. Peccato che i mercati non siano più quelli del 2021 e trovare creditori pronti a credere nell’ennesimo sogno tech potrebbe non essere così facile. Il rischio è enorme, ma per Son è l’ennesima chance di sedersi al tavolo che conta nell’AI, un’ossessione che lo perseguita da anni.

Il venture capitalist Marc Andreessen l’ha definito “il momento Sputnik dell’IA” e potrebbe avere ragione

Marc Andreessen ha recentemente definito (WSJ) il periodo che stiamo vivendo come “il momento Sputnik dell’IA”, un’affermazione che, a prima vista, potrebbe sembrare esagerata, ma che, se esaminata più a fondo, si svela come una descrizione sorprendentemente precisa del momento storico che stiamo attraversando.

L’analogia con lo Sputnik non è casuale. Quando il satellite sovietico fu lanciato nel 1957, il mondo occidentale, in particolare gli Stati Uniti, si ritrovò di fronte a un’invasione tecnologica che non aveva previsto e che li costrinse a reagire. Non era una questione di forza militare, ma di superiorità tecnologica che modificava l’equilibrio globale.

DeepSeek: La Sfida Cinese nell’Intelligenza Artificiale, Stargate e Nvdia, facciamo il punto al Bar dei Daini

L’intelligenza artificiale sta rapidamente emergendo come una delle sfide più complesse e interessanti del nostro tempo. Mentre le potenze occidentali, con in prima linea aziende come Nvidia, continuano a dominare il mercato globale delle tecnologie AI, la Cina sta avanzando con una serie di innovazioni strategiche. A fare da sfondo a questa corsa all’oro digitale, emergono non solo attori consolidati come Nvidia, ma anche realtà emergenti come Stargate, che stanno cercando di capitalizzare sul potenziale di un futuro dominato dall’IA.

L’intelligenza artificiale è diventata il terreno di scontro per le superpotenze tecnologiche mondiali, con il gigante asiatico che, grazie al supporto statale e a una strategia altamente mirata, si sta facendo strada nel panorama globale. Tuttavia, c’è un aspetto che rende questa sfida ancora più interessante: la crescente interconnessione tra diverse realtà, da Nvidia, con i suoi prodotti all’avanguardia, alla Cina, che sta investendo in modo aggressivo per soppiantare i leader del settore.

AI, Denaro e Test Matematici: La Triade infernale. I Test di OpenAI

Altro che Pinocchio! La recente rivelazione del modello o3 di OpenAI—che vanta risultati strabilianti nei benchmark e promette trionfi nell’ambito dell’intelligenza artificiale generale (AGI)—è stata una vera e propria spettacolarizzazione. Il mondo della tecnologia era in subbuglio, convinto che stavamo per varcare la soglia di qualcosa di rivoluzionario. Ma poi, come un colpo di scena mal scritto, la verità ha iniziato a emergere. Il modello o3 di OpenAI ha ottenuto un brillante 25,2% nel benchmark FrontierMath, un test matematico complesso sviluppato da Epoch AI. Impressionante? Certo. Ma qui arriva l’ironia: OpenAI non si è limitata a usare il test, l’ha anche contribuito a scriverlo, il dubbio era palese… e ne avevamo parlato piu’ volte.

La Rivoluzione di DeepSeek R1: L’Intelligenza Artificiale Cinese Sfida Silicon Valley e Rimescola le Carte

L’annuncio della cinese DeepSeek di questa settimana ha scosso le fondamenta della Silicon Valley, mettendo in crisi il predominio delle big tech americane. Il lancio del modello di linguaggio R1 non solo ha segnato un traguardo tecnico impressionante, ma ha anche messo in discussione la capacità delle aziende statunitensi di mantenere il loro vantaggio tecnologico nel settore dell’intelligenza artificiale.

DeepSeek, supportata esclusivamente dal fondo hedge High-Flyer, ha rilasciato lunedì uno studio dettagliato sul proprio modello R1, sottolineando come sia possibile costruire modelli avanzati con budget limitati, il modello esegue query a soli $ 0,14 per milione di token rispetto ai 
$ 7,50 di OpenAI  (-98%) e senza supervisione umana diretta. Questa rivelazione contrasta con l’approccio ad alto capitale che caratterizza le aziende americane come OpenAI, Meta e Anthropic, le quali hanno investito miliardi nello sviluppo di modelli di linguaggio.

L’Audace Visione di Awais Ahmed: Come un Giovane Fondatore Indiano Sta Rivoluzionando lo Spazio Commerciale con Pixxel

Pochi luoghi al mondo raccontano storie di audacia imprenditoriale con la stessa intensità dell’India. È un paese che sta emergendo come una delle principali forze globali nell’economia moderna, con innovatori capaci di trasformare sogni apparentemente impossibili in realtà concrete. Questa è la storia di Awais Ahmed, un visionario di soli 27 anni, il cui nome è ormai sinonimo di avanguardia tecnologica nello spazio commerciale. La sua startup, Pixxel, sta ridefinendo il ruolo dell’India nel settore spaziale, portando il paese a competere su scala globale con giganti internazionali.

Pixxel, con sede a Bangalore, è specializzata nella tecnologia di imaging satellitare iper-avanzata, progettata per monitorare e migliorare il nostro pianeta in modi mai immaginati prima. Con il sostegno finanziario di colossi come Google e Lightspeed Venture Partners, Ahmed ha costruito qualcosa che non è semplicemente una startup, ma una dichiarazione di intenti: l’India non è solo uno spettatore nel settore spaziale, è una protagonista.

Il Vento della Cripto Illusione?

Perché una rivista che si occupa di AI dovrebbe improvvisamente interessarsi al mondo delle criptovalute? Beh, forse perché entrambe, AI e cripto, condividono la stessa promessa fumosa: cambiare il mondo, o almeno farci credere di farlo, con una mano di vernice futuristica su vecchi dilemmi umani. La risposta è, come direbbe Bob Dylan, “soffia nel vento“. Ma in questo caso, il vento è carico del suono di monete digitali che tintinnano nel vuoto.

Parliamoci chiaro: l’industria delle criptovalute sta vivendo il suo momento di Les Misérables, ma al contrario. Non sono i poveri a cantare “Do You Hear the People Sing?”, ma un gruppo di miliardari in smoking che ballano al ritmo di un walzer regolatorio del tutto assente. Le criptovalute si presentano come un baluardo di prosperità futura, ma sotto la superficie ci sono le stesse dinamiche di un casinò di Las Vegas: luci abbaglianti, promesse di vincite rapide e quel sottile profumo di disperazione.

AI vs. AGI: La Rivoluzione della Cognizione Artificiale

Nel panorama dell’intelligenza artificiale, la distinzione tra AI (Artificial Intelligence) e AGI (Artificial General Intelligence) rappresenta un punto cardine per comprendere i progressi tecnologici attuali e futuri. Questa dicotomia richiama il concetto di “pensare veloce e lento”, elaborato dal premio Nobel Daniel Kahneman. I modelli di intelligenza artificiale attuali, come GPT-4/5, Mistral 7B o Llama-3, incarnano il “Sistema 1”: un’intelligenza rapida, reattiva e contestuale, eccellente nel rispondere parola per parola alle richieste degli utenti. Tuttavia, un AGI, il tanto ambito obiettivo dell’IA, rappresenta un salto concettuale e operativo verso un “Sistema 2” più complesso, riflessivo e adattivo.

Big Tech e democrazia: il dilemma della liberal-democrazia nell’era dell’Intelligenza Artificiale

Lo scorso 23 gennaio, Antonio Polito ha pubblicato un articolo su Il Corriere della Sera che affronta una delle questioni più dibattute del nostro tempo: il ruolo delle grandi aziende tecnologiche, le cosiddette Big Tech, nel plasmare il futuro della democrazia liberale. Secondo Polito, colossi come Amazon, Apple, Meta, Google e TikTok hanno acquisito un potere senza precedenti, trasformando i cittadini in consumatori inconsapevoli e creando nuove forme di controllo sociale attraverso la profilazione dei dati e l’Intelligenza Artificiale.

TikTok: La Fuga degli Impiegati verso Meta e i rifugiati digitali

Il mondo TikTok sta cadendo a pezzi, o almeno così sembra. Mentre la piattaforma di video brevi lotta per la sua sopravvivenza negli Stati Uniti, un dettaglio curioso emerge: quasi il 10% degli ex dipendenti americani di TikTok ha deciso di fuggire verso Meta, quella stessa azienda che in pubblico finge di non temere la concorrenza della generazione Z, ma in privato si frega le mani accogliendo il talento rivale. Secondo l’analisi di Live Data Technologies, oltre 800 dipendenti americani di TikTok hanno abbandonato la nave solo da luglio a oggi.

Per aggiungere il sale alla ferita, TikTok registra un tasso di abbandono negli USA quasi doppio rispetto ai colossi come Meta, Apple, Amazon, Microsoft e Google. Come mai? Forse lavorare sotto l’ombra di una possibile chiusura governativa non è proprio un benefit aziendale apprezzato.

La Moderazione Democratizzata: Una Soluzione Olografica che Non Risolve Niente

La crescita vertiginosa della disinformazione, alimentata dai candidati politici americani e dai loro ammiccamenti alle teorie del complotto, ha messo sotto pressione le piattaforme sociali a pochi mesi dalle elezioni. Mentre la percezione che le aziende tecnologiche non stiano facendo nulla per arginare la marea di bugie e fake news cresce ogni giorno, alcune nuove soluzioni fanno capolino nell’orizzonte, in particolare una che potrebbe sembrare “la soluzione” ma che in realtà non lo è affatto. Parliamo, ovviamente, della “democratizzazione” della moderazione tramite fact-checking crowdsourced. Perché non affidare il controllo del nostro flusso di informazioni a chiunque abbia accesso a un dispositivo mobile? Chiaramente, la scelta più sensata.

Meta, fact-checking, Creatori e Intelligenza Artificiale: Quando le Community Notes Trasformano il Sogno in Paradosso

La transizione di Meta dal fact-checking tradizionale alle Community Notes è stata accolta con il classico mix di entusiasmo e scetticismo. Ma tra le discussioni sull’ennesimo cambio di direzione strategica, c’è una domanda che pesa come un elefante nella stanza: cosa accadrà alla visione utopica di Meta di “centinaia di milioni” di creatori di piccole imprese che usano gli strumenti di intelligenza artificiale generativa per creare contenuti “più selvaggi e creativi”?

Meta, sempre con la sua aura di tecnocratica benevolenza, sostiene che le Community Notes si applicheranno solo ai post organici, non agli annunci a pagamento. Ma attenzione: i post organici sponsorizzati, quelli che generano il pane quotidiano per i creatori e che sono il motore silenzioso di intere campagne di marketing su Meta e TikTok, non sembrano avere un trattamento altrettanto chiaro. Certo, il Wall Street Journal ci informa che Meta ha evitato di addentrarsi nei dettagli sui post non promossi di marchi e influencer, ma la vaghezza qui è quasi poetica.

L’Intelligenza Artificiale e il Cinema: la Controversia sulle Voci Modificate nei Film “The Brutalist” ed “Emilia Pérez”

Il mondo del cinema si trova al centro di un dibattito acceso sulla tecnologia e sull’autenticità artistica, a seguito dell’uso dell’intelligenza artificiale per modificare le voci degli attori in due film acclamati dalla critica, “The Brutalist” ed “Emilia Pérez”. Entrambi i film, premiati con il Golden Globe, hanno scatenato una riflessione profonda sull’etica dell’uso dell’AI nelle produzioni artistiche e sulle implicazioni che questa innovazione potrebbe avere nel panorama cinematografico.

“The Brutalist”, diretto da Brady Corbet e interpretato da Adrien Brody, Felicity Jones e Guy Pearce, racconta la storia di un architetto visionario che, dopo essere sfuggito all’Europa post-bellica, cerca di ricostruire la sua vita e la sua carriera negli Stati Uniti grazie al supporto di un influente industriale. Questo film, che esplora la resilienza umana e il potere trasformativo dell’arte e dell’architettura, ha attirato l’attenzione anche per l’uso controverso dell’intelligenza artificiale per manipolare le voci degli attori, al fine di raggiungere specifici effetti drammatici.

AI: L’Insaziabile Fossa delle Marianne del Capitalismo

Quando si parla di “abisso senza fondo”, di solito si pensa a una persona insicura o forse a un fan sfegatato di serie TV che non riesce a fermarsi. Ma oggi questa definizione calza a pennello per il mondo delle startup dell’intelligenza artificiale, una voragine infinita di bisogno di capitale. Al centro di questa epica corsa all’oro tecnologico c’è Anthropic, uno dei principali rivali di OpenAI, che – secondo il Financial Times – starebbe raccogliendo un altro miliardo di dollari da Google. Ma aspetta, non è finita qui: appena due settimane fa, The Information riportava che Anthropic stava già cercando altri 2 miliardi dagli investitori, e solo a novembre Amazon aveva pompato nel progetto la bellezza di 4 miliardi.

TikTok: Il Teatro dell’Assurdo tra Politica, Affari e Algoritmi, un caffè al BAR dei DAINI

È quasi surreale assistere all’ennesimo capitolo della saga TikTok, un mix di geopolitica, economia creativa e pura commedia teatrale. Ora il palcoscenico è il World Economic Forum a Davos, dove le dichiarazioni del CEO di General Atlantic, Bill Ford, su un possibile compromesso legale per salvare TikTok da un ban negli Stati Uniti, hanno acceso nuovi (e forse futili) dibattiti.

Ford, che è anche membro del consiglio di ByteDance, ha proposto un’idea piuttosto vaga: “Non credo che necessariamente debba significare una cessione”. Interessante, certo, ma che tradotto potrebbe suonare come un “Non abbiamo la minima idea di come risolvere questa cosa”. Intanto, il presidente Trump, durante una conferenza stampa che sembrava più uno show televisivo, ha ventilato l’idea che Elon Musk e Larry Ellison possano acquistare TikTok. Ellison, quasi come in uno sketch di Saturday Night Live, ha risposto: “Sembra un buon affare per me, signor presidente”. Nessuno dei due, naturalmente, ha dato il minimo segno di reale interesse, ma lo spettacolo è servito.

Sicurezza dell’IA: quando il paradosso dell’incompetenza cede il passo all’arte del contenimento

Negli ultimi anni, le aziende tecnologiche hanno venduto la sicurezza dei loro modelli di intelligenza artificiale con uno slogan tanto rassicurante quanto ingenuo: “Se non può fare danni, allora è sicuro”. Un mantra che ha funzionato finché le IA erano, francamente, un po’ stupide. Ma ora che i modelli stanno superando i benchmark più sfidanti come un velocista dopato alle Olimpiadi, quel mantra sta diventando obsoleto. Il settore si trova quindi a dover reinventare le proprie metriche di sicurezza, con un pizzico di panico e un sacco di confusione.

Fino ad oggi, la sicurezza dei modelli era garantita da un’idea tanto semplice quanto discutibile: l’incompetenza. Laboratori e aziende come OpenAI e Anthropic si sono affidati a test standardizzati e stress test noti come red teaming per dimostrare che un modello non poteva fare danni, semplicemente perché non era abbastanza capace. Come ha spiegato Lawrence Chan di METR, “Se un’IA non riesce nemmeno a ottenere un punteggio decente in un quiz di biologia, come potrebbe mai creare un’arma biologica?” Semplice, no? E per un po’, ha funzionato.

Quando il futuro distopico di Sinclair Lewis si sovrappone al presente: Trump, AI e le Elite Tecnologiche

Nel romanzo del 1935 It Can’t Happen Here di Sinclair Lewis, emerge uno scenario inquietante che oggi appare meno una fantasia e più un monito sinistro. Pubblicato in un periodo di ascesa del nazifascismo, l’opera descrive l’avvento di un regime autoritario negli Stati Uniti, guidato dal populista Buzz Windrip. Questo romanzo visionario ha guadagnato nuova rilevanza nel contesto del ritorno di Donald Trump sulla scena politica, dell’influenza crescente delle élite tecnologiche e dell’esplosione dell’intelligenza artificiale.

Buzz Windrip, il protagonista del romanzo, è un politico che cavalca il malcontento popolare promettendo un ritorno alla grandezza e una prosperità illusoria. Questa narrazione ricorda la retorica di Donald Trump, che durante il suo mandato e nelle campagne successive ha usato slogan come “Make America Great Again” per galvanizzare le masse. Il fascino di Windrip, come quello di Trump, non risiede solo nelle promesse economiche, ma anche nella sua abilità di costruire un’identità collettiva basata sul nazionalismo e sulla nostalgia per valori tradizionali.

Ellison il CEO di Tutto: Oracle, TikTok e la Partita da Mezzo Trilione di Dollari

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Salve, cari lettori!

Larry Ellison, fondatore e presidente di Oracle, sembra essersi improvvisamente guadagnato il ruolo di protagonista nel grande show della tecnologia. Domenica, Oracle ha fatto il colpo di teatro riportando TikTok in auge e, pochi giorni dopo, è salita sul palco accanto a SoftBank e OpenAI nell’annuncio del presidente Donald Trump di un ambizioso progetto per un centro dati sull’intelligenza artificiale dal costo stimato fino a 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.

Trump, con il suo stile inconfondibile, ha elogiato Ellison definendolo un “uomo straordinario”, non semplicemente un dirigente tecnologico, ma “il CEO di tutto”. Questo nonostante Oracle, con una capitalizzazione di mercato di “appena” 480 miliardi di dollari, sembri una startup in confronto ai giganti del cloud come Amazon, Microsoft e Google, che viaggiano ciascuno tra i 2,4 e i 3,2 trilioni. E no, Trump non ha sbagliato i numeri: Oracle è la piccola fiammiferaia in questa favola digitale.

L’intelligenza artificiale scrive i prospetti IPO? Sì, certo, come ChatGPT scrive Shakespeare

David Solomon, CEO di Goldman Sachs, ha mandato il mondo finanziario in delirio dichiarando che l’AI può scrivere il documento chiave per un’IPO, portandolo al 95% in pochi minuti. Un’affermazione che suona tanto ambiziosa quanto improbabile, più come un tentativo di terrorizzare i ben pagati banchieri e avvocati di Wall Street. Peccato che nessuno ci creda davvero. Non ancora, almeno.

Alan Denenberg, avvocato che ha lavorato sull’IPO di Reddit, è stato lapidario: “L’AI può fornire un buon punto di partenza, ma non molto di più.” Insomma, non esattamente materiale da prima serata. Serve ancora molto lavoro per rendere il linguaggio e lo stile adatti.” Traduzione: l’AI sa fare copia e incolla, ma non è ancora in grado di fare miracoli con il PowerPoint.

E poi c’è il dettaglio tecnico. “L’AI fa schifo con i numeri,” . Ma questa è solo una parte della storia. Solomon stesso ha chiarito che l’intelligenza artificiale è utile per le prime bozze, quelle da presentare ai clienti per strappare il mandato. La versione finale, quella destinata ai regolatori, resta ben ancorata al lavoro umano.

È TikTok o un Reality Show? Cronache di una piattaforma in balìa di Instagram, Trump e l’eterna lotta per la sopravvivenza

Benvenuti nel meraviglioso mondo della Creator Economy, dove ogni piattaforma sembra avere un piano perfettamente progettato per il fallimento, seguito da un salvataggio spettacolare. Questa volta la protagonista è TikTok, o meglio, il dramma che la circonda. TikTok è ancora tra noi, come un vecchio amico che ti ricorda un debito mai saldato. Ma il suo futuro? Beh, diciamo che è più incerto di un meteo di febbraio.

TikTok, la piattaforma che ha trasformato balletti improvvisati e ricette in 60 secondi in cultura pop, è attualmente in uno stato di “vediamo cosa succede”. Certo, è tornata online, ma solo per gli utenti esistenti negli Stati Uniti. Per gli altri? Dovranno aspettare di vedere se Google e Apple decideranno di reintegrarla nei loro app store. E poi c’è il piccolo dettaglio dell’ordine esecutivo di Trump: 75 giorni di “non applicazione” di una legge che sembra un puzzle legale creato per un episodio di Law & Order.

Il Paradosso di OpenAI e il Benchmark FrontierMath: Un Caso di Trasparenza e Incongruenza

Nel panorama tecnologico, il progresso verso l’intelligenza artificiale generale (AGI) è costellato di trionfi straordinari e controversie altrettanto rilevanti. Recentemente, OpenAI ha portato avanti una campagna con la quale vantava le capacità matematiche avanzate del modello GPT-3.5, che ha stupito molti con il suo apparente dominio nel risolvere una serie di problemi matematici complessi definiti con il benchmark FrontierMath, che trovate in allegato. Questi problemi, pensati per mettere alla prova le capacità di risoluzione matematica di modelli linguistici (LLM), sono stati etichettati come indipendenti e unici, con l’intento di dimostrare l’evoluzione delle capacità dei modelli di OpenAI in un ambito considerato fino a quel momento particolarmente arduo per l’intelligenza artificiale.

Tuttavia, un dettaglio che era rimasto nell’ombra in precedenza, è emerso in modo sorprendente grazie a una dichiarazione pubblica di Tamay Besiroglu, il fondatore di Epoch.AI, l’azienda che ha creato il benchmark FrontierMath. In un thread su Reddit, Besiroglu ha svelato un aspetto poco noto: OpenAI non solo ha finanziato Epoch.AI, ma ha avuto accesso al benchmark FrontierMath molto prima che iniziasse l’allenamento del modello GPT-3.5. Eppure, secondo l’accordo verbale, OpenAI avrebbe giurato di non utilizzare quei dati per allenare il modello. Una dichiarazione che solleva dubbi etici e tecnici su come OpenAI ha gestito le informazioni a sua disposizione.

Sam Altman e il grande equivoco sull’Intelligenza Artificiale Generale, ripercorrendo Twitter

L’hype su Twitter è completamente fuori controllo”, ha scritto Sam Altman su X, il 20 gennaio 2025, cercando di spegnere le aspettative gonfiate dagli ultimi mesi di dichiarazioni enigmatiche e previsioni audaci riguardo al modello più recente di OpenAI, l’o3. “Non lanceremo AGI il mese prossimo, e non l’abbiamo nemmeno costruita.”

[Please] chill and cut your expectations 100x!” 

Questo richiamo alla calma è arrivato dopo settimane di rumor in cui Altman aveva alimentato l’immaginario collettivo con visioni avveniristiche. Nel suo ultimo post sul blog, pubblicato il 5 gennaio, Altman aveva affermato che OpenAI era ormai certa di sapere come costruire una AGI (Artificial General Intelligence) e che già nel 2025 avremmo visto agenti AI entrare nella forza lavoro, rivoluzionando la produttività aziendale. “Riteniamo che in pochi migliaia di giorni potrebbero emergere strumenti di superintelligenza,” aveva aggiunto.

L’intelligenza Artificiale e l’economia del futuro: le prospettive di Anton Korinek, consulente per il G7, Anton Korinek

Quando le nazioni più potenti del mondo hanno cercato una guida su come l’intelligenza artificiale (IA) potrebbe influenzare le loro economie, si sono rivolte ad Anton Korinek, professore di economia presso la Darden School of Business dell’Università della Virginia. La sua esperienza nel prevedere gli impatti economici di una possibile automazione su vasta scala, in cui l’IA potrebbe rimpiazzare molte delle mansioni attualmente svolte dall’uomo, lo ha reso una figura centrale nel dibattito globale.

Korinek è stato selezionato tra pochi esperti internazionali per redigere un rapporto destinato ai recenti incontri delle nazioni del G7. Attraverso i suoi studi, ha delineato un quadro di “disruption” e “collasso salariale” che potrebbe accompagnare l’espansione dell’IA nei settori economici.

Bill Dally: il genio dietro i microchip avanzati e la rivoluzione della computazione, i pionieri di DeepMind

Nel mondo in continua evoluzione dell’innovazione tecnologica, alcuni nomi risplendono più di altri. Tra questi, Bill Dally emerge come una figura cruciale nel panorama della scienza dell’informatica. Professore e ricercatore di lunga data, Dally è una delle menti più brillanti e influenti dietro i microchip avanzati che alimentano le macchine di oggi, dalle automobili ai supercomputer. Il suo lavoro ha avuto un impatto profondo non solo sull’industria tecnologica ma anche sulla ricerca scientifica in ambito di intelligenza artificiale (AI). In parallelo, DeepMind, una delle aziende pionieristiche nel campo dell’AI, si distingue come una delle realtà più straordinarie che ha spinto i limiti della comprensione computazionale.

Biden nel suo discorso di addio avverte dell’emergere di un’oligarchia ultraricca e di un complesso tecnologico-industriale

Nel suo discorso di addio tenuto dall’Ufficio Ovale il 15 gennaio 2025, il presidente Joe Biden ha lanciato un allerta riguardo all’emergere di un’“oligarchia” formata dagli ultra-ricchi negli Stati Uniti e ai potenziali pericoli rappresentati da un “complesso tecnologico-industriale”.

Questo intervento segna non solo la conclusione della sua presidenza, ma anche un capitolo significativo nella sua lunga carriera politica, durata oltre cinque decenni.Biden ha espresso profonde preoccupazioni riguardo alla concentrazione di ricchezza e potere tra una ristretta élite.

Ha dichiarato: “Oggi, in America, si sta formando un’oligarchia caratterizzata da una ricchezza estrema, potere e influenza che minaccia letteralmente la nostra democrazia, i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali.”

Informazione e comunicazione al tempo dell’Intelligenza Artificiale

Il tema che l’intelligenza artificiale sappia scrivere meglio di chi lo ha imparato a scuola (rectius dall’intelligenza umana) sta sollevando una seria preoccupazione. L’informazione e la comunicazione, cui le nazioni reali affidano le loro conoscenze sullo storico e sul contemporaneo, stanno via via assumendo un ruolo diverso dal tradizionale cognitivo. Ciò in quanto così facendo alfabetizzano la storia e la cronaca sulla base non già di ciò che si è visto, ascoltato, amato, odiato, scovato con sacrificio e condiviso bensì su una statistica stressata. Dunque, una informazione e una comunicazione siffatte diventano, in una logica che sfugge al gnoseologico, più o meno apprezzate per il risultato che forniscono le fonti algoritmiche, elaborate sulla base dei dati posseduti e pesati in disponibilità miliardaria.

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