Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Categoria: Cultura

Interviste – (DEI) diversità, equità e inclusione – Impatti Sociali ed Etici – Futuro e Prospettive – Legislazione e Regolamentazione -Educazione e Formazione – Lavoro e Formzione

WOMEN IN AI : Intervista con la Prof.ssa Azzurra Ragone

Un approfondimento sul Trustworthy AI e il Responsible AI Engineering

Azzurra Ragone

Professoressa, autrice scientifica, responsabile dell’innovazione e della trasformazione, ingegnere.

Si è laureata con lode presso il Politecnico di Bari (Italia) con una laurea magistrale in Ingegneria Gestionale. Ha proseguito la sua formazione lavorando e conseguendo il Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione presso il Politecnico di Bari.

Attualmente è ricercatrice presso il Dipartimento di Informatica dell‘Università di Bari “A. Moro”.

Il lavoro della Prof.ssa Azzurra Ragone si concentra sullo sviluppo di framework e pratiche concrete per guidare lo sviluppo di sistemi di IA affidabili e responsabili, colmando il divario tra teoria ed etica dell’IA e la sua implementazione pratica.

L’ingresso di Fei-Fei Li nel mondo delle startup di IA

C’è un nuovo protagonista che attira l’attenzione nel competitivo mondo delle startup di intelligenza artificiale. Fei-Fei Li, scienziata informatica e professoressa presso l’Università di Stanford, conosciuta come la “madrina” dell’IA, sta costruendo una nuova azienda “che utilizza l’elaborazione visiva simile all’uomo per rendere l’IA capace di ragionamento avanzato”, secondo un rapporto di Reuters.

The Book of WHY

“The Book of Why: La nuova scienza della causa e dell’effetto” è un libro del 2018 rivoluzionario scritto da Judea Pearl e Dana Mackenzie che esplora i concetti di causalità e inferenza causale. Il libro mira a fornire un nuovo framework per comprendere le relazioni causa-effetto, andando oltre i metodi statistici tradizionali, che spesso si concentrano sulla correlazione piuttosto che sulla causalità. In questa recensione, esploreremo i concetti chiave dietro “The Book of Why” e discuteremo le sue implicazioni per vari campi, tra cui l’intelligenza artificiale, l’economia e le scienze sociali.

Perrazzelli, Vice DG Bankitalia: le donne sfruttino i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale

Le donne devono sfruttare i vantaggi e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale evitando che questa colpisca ancora di più i fattori negativi sul mercato del lavoro e l’occupazione femminile.

È quanto auspica la Vice Direttrice Generale di Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli intervenuta al W7 di Roma, un gruppo di impegno civile ufficiale nell’ambito del G7, istituito nel 2018 dalla presidenza canadese, con l’obiettivo di promuovere proposte sull’uguaglianza di genere e sui diritti delle donne che vengono poi presentati ai Governi che ne fanno parte.

Intervista a Chiara Mugnai sull’AI e il suo ruolo in Eoliann

LE INTERVISTE DI WOMEN IN AI – Chiara Mugnai, un viaggio tra la resilienza climatica, l’Intelligenza Artificiale e verso il cambiamento che genera valore.

Chiara Mugnai ha una laurea magistrale in Ingegneria Bionica e lavora da 6 anni nel campo dell’intelligenza artificiale. Attualmente è co-fondatrice e Chief Data Scientist (CDS) di Eoliann, una startup italiana che, utilizzando l’intelligenza artificiale applicata ai dati satellitari, aiuta le aziende ad adattarsi al cambiamento climatico fornendo probabilità e impatto degli eventi estremi.

Il ruolo di Chiara in Eoliann è fondamentale nel plasmare la direzione e l’impatto tecnologico dell’azienda.

Antropomorfizzare le macchine e computerizzare le menti

L’incrocio di linguaggi tra Intelligenza Artificiale e Scienze Cognitive e del Cervello

Luciano Floridi è un filosofo italiano naturalizzato britannico, professore ordinario di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford, dove è direttore del Digital Ethics Lab, nonché professore di Sociologia della comunicazione presso l’Università di Bologna. 

Anna Christina Nobre FBA, MAE, fNASc è una neuroscienziata cognitiva brasiliana e britannica che lavora presso la Yale University di New Haven, CT, USA. Nobre è professoressa di Wu Tsai presso l’Università di Yale, dove dirige il Centro di Neurocognizione e Comportamento presso l’Istituto Wu Tsai.

Il parallelismo tra il cervello umano e le reti neurali artificiali è un concetto fondamentale sia per le scienze cognitive e le neuroscienze che per lo studio dell’Intelligenza Artificiale (IA). Questo parallelismo ha portato a un’ampia sovrapposizione di terminologia e concetti tra i due campi, che se da un lato può essere utile per la comprensione reciproca, dall’altro può generare incertezza e confusione.

Claudia Segre: inclusione, empowerment e Intelligenza Artificiale

LE INTERVISTE DI WOMEN IN AI Claudia Segre, un viaggio tra finanza sostenibile, inclusione, Intelligenza Artificiale e l’empowerment delle donne con la Thinking Foundation.

Oggi abbiamo l’opportunità unica di condividere con voi un’intervista esclusiva con Claudia Segre, un nome di rilievo nel mondo della finanza sostenibile e del fintech.

Claudia è una paladina nella lotta contro la violenza economica di genere e gioca un ruolo fondamentale nella Thinking Foundation, un’organizzazione che si dedica all’empowerment femminile.

Nel corso di questa intervista, Claudia ci guiderà attraverso la sua visione del futuro del fintech, toccando argomenti come la finanza sostenibile, l’inclusione, l’Intelligenza Artificiale e l’empowerment delle donne. Avremo anche l’opportunità di discutere il ruolo che la Thinking Foundation sta svolgendo nel plasmare il futuro di questo settore.

Inclusive AI vs Bias computazionale

Nell’esplorare il mondo dell’Intelligenza Artificiale, dobbiamo porci una domanda fondamentale: è veramente inclusiva?

Non basta semplicemente incoraggiare le ragazze ad avvicinarsi alle discipline STEM.
Dobbiamo affrontare con determinazione i pregiudizi radicati all’interno dell’AI stessa.
Solo così potremo creare un futuro in cui tutti possano partecipare pienamente e equamente alla rivoluzione tecnologica.”

L’AI come strumento per l’empowerment nelle Regioni in via di sviluppo

Quando riflettiamo sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale, è importante considerare non solo l’impatto nei Paesi in via di sviluppo, ma anche l’effetto globale e il potenziale per favorire l’empowerment femminile.

Una Prospettiva globale: l’AI ha un impatto su scala globale, quindi è essenziale considerare come le sue applicazioni e sviluppi influenzino le donne in tutto il mondo. Anche nei Paesi meno sviluppati, le donne possono beneficiare dell’Intelligenza Artificiale in settori come la salute, l’istruzione, l’economia e altro ancora.

Affrontare il Gender Gap nell’innovazione tecnologica: l’iniziativa di Paola Pisano, ex Ministro dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione

Il Gender Gap, la disparità di genere, continua ad essere una sfida persistente in numerosi settori, inclusa l’innovazione tecnologica.

Tuttavia, negli ultimi anni, sempre più leader politici e figure di spicco si stanno impegnando attivamente per affrontare questa disparità e promuovere una maggiore inclusione delle donne nei settori STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

Le donne per l’Intelligenza Artificiale

Nel campo rivoluzionario dell’Intelligenza Artificiale, le donne si trovano ad affrontare un fronte di battaglia ostico, minato da pregiudizi di genere profondamente radicati.

Sebbene alcune nicchie, come l’etica e la sicurezza nell’ambito dell’AI, mostrino una leggera diversità di genere, è palese che c’è bisogno di una rappresentanza femminile più incisiva in ogni ambito dell’Intelligenza Artificiale.

Le tensioni esplose tra i membri del consiglio e i dirigenti di Altman riguardo alla visione e alla missione di OpenAI sottolineano in modo chiaro e inequivocabile l’indispensabile ruolo delle considerazioni etiche nella progettazione e nell’attuazione dell’AI.

IA, siamo vicini a una democrazia computazionale?

La democrazia e le tecnologie informatiche hanno una relazione complessa e in continua evoluzione. Le tecnologie informatiche, in particolare Internet e le piattaforme digitali, hanno la potenzialità di rendere la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche più efficace e inclusiva. Questo è stato particolarmente evidente nel primo decennio del secolo, quando c’era una grande speranza che il digitale connesso potesse essere lo spazio in cui la democrazia liberale si sarebbe diffusa e rafforzata.

Tuttavia, la fine del secondo decennio ha portato con sé nuove preoccupazioni. Mentre le tecnologie digitali e computazionali continuano a evolversi a un ritmo senza precedenti, stiamo iniziando a vedere come possono essere sfruttate per minare i principi democratici. La disinformazione, le fake news, la manipolazione delle elezioni e la violazione della privacy sono solo alcune delle sfide che stiamo affrontando nello spazio digitale-computazionale.

Paolo Benanti, professore straordinario della facoltà di Teologia presso la Pontificia università gregoriana e presidente della Commissione AI per l’informazione, ha analizzato questi problemi :

La democrazia sfrutta le potenzialità delle tecnologie informatiche per rendere più efficace e inclusiva la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Se il primo decennio del secolo ci ha fatto sperare che il digitale connesso fosse lo spazio dove si sarebbe diffusa e rafforzata la demorazia liberale, la fine del secondo decennio ci ha iniziato a far temere per il futuro nello spazio digitale-computazionale.

Paolo Benanti su formiche.net

Secondo Benanti, è fondamentale che i principi democratici guidino lo sviluppo e l’uso delle tecnologie informatiche.

Inoltre, è necessario un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni relative all’uso delle tecnologie informatiche nella società.

Mentre le tecnologie informatiche hanno il potenziale per migliorare la democrazia, è fondamentale che siano guidate da principi democratici e che i cittadini siano coinvolti nelle decisioni su come queste tecnologie vengono utilizzate e ne siano pienamente consapevoli.

Analizzando le sue riflessioni mi vengono in mente 2 Teorie :

Teoria della democrazia digitale: Questa teoria esplora come le tecnologie digitali influenzino la partecipazione politica, la trasparenza e l’accessibilità alle istituzioni democratiche.

Teoria della sovranità digitale: Questa teoria affronta questioni di controllo e autonomia nelle infrastrutture digitali e nell’accesso ai dati, considerando l’interdipendenza tra nazioni e la questione della governance globale dell’Internet.

In sostanza, le 2 teorie indicano che l’avvento delle tecnologie digitali hanno trasformato radicalmente il modo in cui i cittadini partecipano alla vita pubblica e alla democrazia.

Il termine “computazionale” si riferisce al fatto che il processo di cittadinanza e partecipazione democratica avviene sempre più attraverso piattaforme digitali e sistemi informatici.

In altre parole, poiché sempre più aspetti della nostra vita quotidiana sono mediati attraverso dispositivi digitali e piattaforme online, la partecipazione alla democrazia avviene anche attraverso questi canali.

Il concetto espresso da Benanti a mia modesta opinione interpretativa riflette una preoccupazione profonda riguardante il potere crescente delle tecnologie dell’intelligenza artificiale (IA) e la loro interazione con la democrazia.

Si evidenzia come i servizi basati sull’IA stiano offuscando i confini tra il potere computazionale personale (Edge-Mobile) e quello centralizzato nel cloud (Continuum). Ciò si verifica poiché sempre più processi e funzionalità vengono spostati online e gestiti da server remoti, con conseguente perdita di trasparenza riguardo a ciò che avviene effettivamente all’interno dei nostri dispositivi.

Questa perdita di trasparenza ha implicazioni significative per la democrazia, poiché il controllo e l’autonomia delle persone sulle proprie azioni e sulle informazioni personali possono essere compromessi.

La centralizzazione del potere computazionale personale nei server cloud può quindi portare a una centralizzazione del potere stesso, poiché le decisioni riguardanti la gestione e l’elaborazione dei dati possono essere prese da entità centralizzate che controllano tali server.

In questo contesto, si pone la domanda critica su come rendere democratico il potere centralizzato associato all’IA e al cloud computing.

Questo implica la necessità di sviluppare meccanismi e strumenti che consentano una partecipazione inclusiva e responsabile dei cittadini nella definizione delle politiche e delle pratiche relative all’utilizzo dell’IA.

È fondamentale garantire che le decisioni riguardanti l’IA siano prese in modo trasparente e responsabile, tenendo conto dei valori democratici come la partecipazione, l’equità e la tutela dei diritti individuali.

Allo stesso tempo, è cruciale evitare che la democrazia computazionale si trasformi in un’oligarchia del cloud, dove il potere decisionale è concentrato nelle mani di poche entità dominanti nel settore tecnologico.

Ciò richiede un’attenzione particolare alla regolamentazione e alla supervisione delle aziende tecnologiche, così come la promozione di un’innovazione etica che tenga conto degli impatti sociali e politici delle tecnologie dell’IA.

Affrontare queste sfide richiede un impegno collettivo per garantire che l’evoluzione dell’IA e del cloud computing avvenga nel rispetto dei principi democratici e nell’interesse del benessere pubblico, piuttosto che nel perseguimento del potere concentrato e dell’oligarchia digitale.

Solo così possiamo sperare di navigare con successo nel futuro digitale-computazionale.

Interessante citare a mio avviso il rapporto “Setting Democratic Ground Rules for AI: Civil Society Strategies” edatto da Beth Kerley dell’International Forum for Democratic Studies,. Questi analizza le priorità, le sfide e le promettenti strategie della società civile per promuovere approcci democratici alla governance dell’intelligenza artificiale (IA).

Esamina gli ostacoli – dai racconti fuorvianti all’opacità del governo : La presenza diffusa di narrazioni fuorvianti o manipolate riguardo all’IA può ostacolare una comprensione accurata e consapevole dei suoi impatti sulla democrazia, la disinformazione può influenzare le percezioni pubbliche e impedire un dibattito informato sui modi per garantire un uso democratico e responsabile dell’IA,

le lacune nell’expertise tecnica – che ostacolano l’impegno democratico sulla governance dell’IA ,

la mancanza di comprensione approfondita delle implicazioni tecnologiche dell’IA da parte dei decisori politici, dei funzionari pubblici e del pubblico in generale può ostacolare la formulazione di politiche e regolamentazioni efficaci. Le lacune nell’expertise tecnica possono portare a decisioni errate o inefficaci che non tengono conto delle sfide e delle opportunità specifiche dell’IA,

l’opacità dei governi e delle aziende, l’assenza di trasparenza da parte dei governi e delle aziende riguardo alla formulazione e all’implementazione delle politiche sull’IA può rendere difficile per i cittadini valutare e influenzare il processo decisionale e esplora come un nuovo pensiero, nuove istituzioni e nuove collaborazioni possano meglio equipaggiare le società per stabilire regole democratiche per le tecnologie dell’IA.

Il rapporto sottolinea che con i recenti progressi nello sviluppo dell’IA, stiamo vivendo un cambiamento sismico nel bilancio di potere tra le persone e i governi, che pone nuove sfide ai principi democratici come la privacy, la trasparenza e la non discriminazione e inclusione.

Sappiamo che l’IA plasmerà il mondo politico in cui viviamo, ma come possiamo garantire che le norme e la “governance” delle istituzioni democratiche plasmino la traiettoria dell’IA.

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Women4Ethical AI

Women4Ethical AI è una piattaforma di esperti lanciata da UNESCO per promuovere l’uguaglianza di genere nell’agenda dell’Intelligenza Artificiale (AI). Questa piattaforma collaborativa multilaterale supporta gli sforzi dei governi e delle aziende per garantire che le donne siano rappresentate in modo equo nella progettazione, nell’uso e nel dispiegamento dell’Intelligenza Artificiale.

Gli obiettivi principali di Women4Ethical AI sono:

  • Sostenere l’attuazione della Raccomandazione sull’Etica dell’Intelligenza Artificiale
  • Condividere la ricerca e contribuire a un repository di buone pratiche
  • Promuovere progressi su algoritmi e fonti di dati non discriminatori
  • Incentivare ragazze, donne e gruppi sottorappresentati a partecipare all’IA

Guidare l’Intelligenza Artificiale verso l’emancipazione femminile: una sfida cruciale per il nostro tempo

L’accelerato avanzamento dell’Intelligenza Artificiale richiede politiche e azioni proattive per contrastare le minacce all’uguaglianza di genere.

Lo scorso anno, la Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne (CSW) ha riunito le parti interessate a livello globale per valutare i progressi compiuti nell’uguaglianza di genere in relazione all’innovazione, alla tecnologia e all’educazione digitale. Tra le varie conclusioni della Commissione, è emerso il riconoscimento delle promesse e dei rischi legati all’Intelligenza Artificiale (AI).

Women in AI è un’iniziativa di Rivista AI volta a dare voce alle donne che si occupano di Intelligenza Artificiale per favorire lo sviluppo di una tecnologia che sia inclusiva e a vantaggio della società globale. 

Se analizziamo l’attuale scenario mondiale dell’Intelligenza Artificiale vediamo che i principali protagonisti soano uomini. Le donne ricoprono appena il 16% dei posti di lavoro dell’AI. Se vogliamo maggiore equilibrio e maggiore uguaglianza nella costruzione di algoritmi, agire contro la riproduzione dei pregiudizi di genere negli algoritmi e renderli più inclusivi, per far sì che rispondano meglio alle caratteristiche e ai bisogni di tutta la popolazione, bisogna favorire la rappresentanza di ragazze e donne nell’istruzione STEM e nei lavori del futuro.

Abbiamo bisogno che le donne siano maggiormente coinvolte nel campo dell’AI e riteniamo che il racconto di storie, carriere e ruoli delle donne che si occupano di Intelligenza Artificiale possa essere da stimolo per le future generazioni nell’identificare modelli positivi di ruolo femminili. Riteniamo altresì importante aumentare la rappresentanza femminile nel settore dell’AI e, più in generale, nelle materie STEM, per contribuire a mitigare il divario di genere nel settore, gettando al tempo stesso le basi per un uso equo e inclusivo dell’Intelligenza Artificiale.

Ecco perché abbiamo deciso di lanciare una serie di interviste incentrate sulle donne che stanno contribuendo alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale e che ricoprono ruoli importanti nell’ambito delle nuove tecnologie. 

Pubblicheremo diversi articoli durante l’anno evidenziando quel lavoro che spesso non viene riconosciuto o che comunque non ha la stessa visibilità dei colleghi uomini. Intervisteremo manager, ricercatrici, CIO, CTO, amministratici delegate, parlando del loro percorso professionale, del futuro dell’innovazione, delle sfide che le donne devono affrontare nell’AI, delle politiche di inclusione all’interno delle aziende e dei consigli da dare a tutte quelle donne che aspirano ad una carriera nell’AI, cercando di capire cosa sta determinando il divario di genere nell’IA e cosa si può fare per risolverlo.

Se volete contattarci, segnalarci dei nominativi o altro, potete farlo qui sotto:

Nove donne che hanno fatto la storia dell’informatica:

La sesta edizione della borsa di studio Amazon Women in Innovation

C’è un crescente riconoscimento dell’importanza di promuovere la partecipazione femminile nelle STEM e nel settore tecnologico in Italia e nel mondo. Le donne stanno giocando un ruolo sempre più importante in questi settori, e ci sono molte opportunità per contribuire all’innovazione e alla crescita economica attraverso il lavoro in STEM e nell’ecosistema tecnologico.

Promuovere la partecipazione delle donne nelle STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in Italia attraverso AWS (Amazon Web Services) può essere un’opportunità straordinaria per creare una comunità più equa e inclusiva. Ecco una formula che potrebbe contribuire a raggiungere questo obiettivo:

L’Ego di Elon Musk: Un Mito che si Rafforza

La Compagnia delle Indie Orientali, fondata nel 1600, divenne una potente forza economica e politica grazie al monopolio del commercio con l’India. Oggi, il controllo del mondo sembra passare attraverso il dominio della tecnologia, in particolare dell’intelligenza artificiale. Alcuni punti chiave:

Come la Compagnia delle Indie, oggi le grandi aziende tecnologiche come Google, OpenAI (Sam Altman) e altre stanno acquisendo un potere enorme grazie al controllo di tecnologie cruciali come i chatbot e i modelli linguistici di IA.

Proprio come la Compagnia delle Indie, queste aziende rischiano di diventare monopoli difficili da controllare, con il pericolo di diffondere disinformazione e fake news su larga scala.

Per cercare di mantenere il controllo, alcuni governi come quello indiano stanno imponendo regole stringenti, richiedendo l’autorizzazione per l’uso di IA e chatbot. Questo ricorda i monopoli concessi dai governi alle compagnie coloniali.

Allo stesso tempo, si sta sviluppando un sottobosco di chatbot e modelli di IA indipendenti, creati da sviluppatori anonimi, che sfuggono a ogni controllo. Questo processo di dispersione ricorda la frammentazione del potere.

Elon Musk è un uomo che ha conquistato il mondo con la sua tecnologia e la sua visione. Tuttavia, la sua influenza non si limita solo alle sue invenzioni e alle sue imprese. La sua personalità, il suo ego e la sua capacità di influenzare i destini delle nazioni sono argomenti che suscitano curiosità e preoccupazione.

La Biografia di Musk

La biografia di Elon Musk, scritta da William Isaacson, ha rivelato alcuni aspetti della sua personalità che hanno suscitato ammirazione e disprezzo. La sua decisione di non distruggere la flotta russa nel mar Nero durante la guerra in Ucraina ha suscitato polemiche e ha dimostrato la sua capacità di influenzare gli eventi internazionali.

Musk è noto per una gestione brutale delle sue aziende, con un senso maniacale di urgenza, licenziamenti improvvisi, processi decisionali capricciosi e indifferenza verso i sentimenti dei dipendenti, come il suo braccio di ferro contro il sindacato Tesla in Svezia.

Durante una crisi produttiva di Tesla, si dice che Musk abbia dormito accanto alla linea di montaggio, un gesto eccentrico o folle a seconda dei punti di vista.

Tuttavia, molti dipendenti vedono questa gestione controversa come una fonte d’ispirazione, forse perché i suoi obiettivi sono immancabilmente audaci.

Nel 2023, i sindacati del Nord Europa hanno dichiarato una rivolta contro Musk e Tesla, chiedendo regole più stringenti per la gestione delle aziende e migliori condizioni lavorative per i dipendenti.

In Svezia, il sindacato If Metall ha condotto uno sciopero contro Tesla, accusando l’azienda di non rispettare le regole sindacali e di non garantire condizioni lavorative dignitose.

Inoltre, il sindacato Workers United ha fatto ricorso al National Labor Relations Board (NLRB) contro Tesla, accusando l’azienda di comportamento antisindacale e di non rispettare i diritti dei lavoratori.

Musk è noto per la sua opposizione ai sindacati e per la sua visione di un mondo senza sindacati.

Ha anche attaccato i sindacati su Twitter, accusandoli di chiedere troppo soldi e di non essere disposti a lavorare duramente. Tuttavia, i sindacati hanno risposto alle critiche di Musk, sottolineando la necessità di proteggere i diritti dei lavoratori e di garantire condizioni lavorative dignitose.

La Starlink e la Guerra in Ucraina

La Starlink, il sistema di satelliti di comunicazione di proprietà di Musk, ha permesso all’Ucraina di sfuggire ai tentativi russi di imporre un blackout. Tuttavia, quando l’esercito ucraino ha provato a usare alcuni droni marittimi per distruggere le navi russe ormeggiate in Crimea, ha scoperto che la ricezione delle comunicazioni era compromessa. Questo ha portato a una decisione mai spiegata da Musk, che ha impedito all’esercito ucraino di distruggere la flotta russa.

La Politica Estera e la Cina

La politica estera di Musk è stata oggetto di critiche e preoccupazioni. La sua influenza sulla politica estera ha suscitato molta costernazione, ma le aziende intervengono regolarmente su questioni di questo tipo. Tuttavia, la sua vulnerabilità nei confronti della Cina è un problema più grave. La chiusura delle fabbriche imposte dalla Cina e poi dalla California per contenere la Covid-19 ha infiammato la sua vena antiautoritaria. Tuttavia, solo la California è stata oggetto dell’ira pubblica di Musk, che ha definito fasciste le chiusure e ignorante il funzionario responsabile. Non ha detto nulla di simile pubblicamente sulla Cina, anche quando lo stabilimento Tesla di Shanghai è rimasto chiuso per 22 giorni l’anno scorso.

La Deferenza di Musk

La deferenza di Musk nei confronti della Cina si estende anche a X. Isaacson scrive che poco dopo il suo acquisto, disse al giornalista Bari Weiss che la piattaforma avrebbe dovuto stare attenta “alle parole che usava riguardo alla Cina, perché l’attività di Tesla poteva essere minacciata”. Questo ha portato a una serie di critiche e preoccupazioni sulla sua capacità di influenzare i destini delle nazioni.

La Concorrenza e la Tecnologia

La concorrenza è al lavoro per cercare di indebolire la quota di mercato di SpaceX nei lanci e X nei social media. Per quanto riguarda le auto elettriche, ora che i marchi cinesi hanno recuperato terreno, ci si aspetta che Tesla venga estromessa dal mercato cinese, proprio come è successo ad altre aziende straniere una volta che Pechino non le ha più ritenute utili. Musk potrebbe essere meno vulnerabile nei confronti della Cina quando non avrà più vendite da proteggere.

La Realtà dell’Ego di Musk

La realtà dell’ego di Musk è che è un uomo che ha conquistato il mondo con la sua tecnologia e la sua visione. Tuttavia, la sua influenza non si limita solo alle sue invenzioni e alle sue imprese. La sua personalità, il suo ego e la sua capacità di influenzare i destini delle nazioni sono argomenti che suscitano curiosità e preoccupazione. La sua capacità di influenzare gli eventi internazionali e la sua vulnerabilità nei confronti della Cina sono aspetti che richiedono attenzione e analisi.

Musk ha un ego molto forte e spesso cerca di attirare l’attenzione su di sé, come dimostrato dall’episodio in cui ha “rubato la scena” durante una conferenza su Westworld.

La sua filosofia manageriale si basa su concetti come “dare il massimo” e “solo i paranoici sopravvivono”, che ripete come un mantra ai dipendenti.

Isaacson descrive Musk come un ragazzo brillante ma vittima di bullismo, con una sindrome di Asperger non diagnosticata e un padre sociopatico, elementi che potrebbero aver contribuito a forgiare il suo ego

L’ego di Elon Musk è un mito che si rafforza giorno dopo giorno. La sua influenza sulla politica estera e la sua capacità di influenzare i destini delle nazioni sono argomenti che suscitano curiosità e preoccupazione.

La sua personalità, il suo ego e la sua capacità di influenzare gli eventi internazionali sono aspetti che richiedono attenzione e analisi.

Chi riuscirà a controllare le tecnologie chiave del futuro, in particolare l’IA, avrà un enorme vantaggio geopolitico e potrà plasmare il mondo a sua immagine, per il meglio o per il peggio. La storia sembra ripetersi, ma su un palcoscenico tecnologico.

Il consolidamento dei media

La rimozione degli archivi di MTV News e di altri media digitali è una preoccupante tendenza che minaccia la conservazione del patrimonio culturale e storico online.

Negli ultimi anni, diversi organi di informazione hanno visto i loro archivi cancellati o rimossi temporaneamente, come l’archivio Gothamist nel 2017 e i licenziamenti di Vice all’inizio del 2023, che hanno portato lo staff a darsi da fare per preservare il proprio lavoro.

Uno studio del Pew Research Center ha rilevato che il 38% delle pagine web esistenti nel 2013 non erano più accessibili nell’ottobre 2023 e un quarto delle pagine che erano online in quel periodo sono ormai scomparse.

Questa tendenza evidenzia le crescenti preoccupazioni circa la conservazione dei media digitali di fronte alle decisioni aziendali e alla potenziale perdita di preziosi materiali culturali e storici.

Il consolidamento dei media e la scomparsa di contenuti storici da Internet sono fenomeni complessi dalle molteplici cause.

Da un lato, le aziende mediatiche devono affrontare sfide economiche e di business che portano a prendere decisioni difficili, come la chiusura degli archivi online.

D’altro canto, la natura volatile e mutevole del web rende l’archiviazione a lungo termine dei contenuti digitali una sfida significativa.Tuttavia, la perdita di questo patrimonio storico e culturale ha gravi conseguenze.

Gli archivi online rappresentano una preziosa risorsa per ricercatori, studenti e cittadini interessati a comprendere il passato e il presente.

La loro scomparsa limita l’accesso a informazioni e testimonianze cruciali per la ricostruzione della memoria collettiva.Per affrontare questa sfida, sono necessari sforzi concertati a livello istituzionale, aziendale e individuale.

Le istituzioni culturali, le università e le organizzazioni senza scopo di lucro dovrebbero collaborare per sviluppare strategie di archiviazione e conservazione digitale a lungo termine.

Le aziende mediatiche dovrebbero inoltre riconoscere il valore dei loro archivi e adottare politiche di conservazione più solide.

A livello individuale, gli utenti del web possono contribuire segnalando contenuti a rischio di scomparsa e supportando iniziative di archiviazione e digitalizzazione.

Inoltre, l’adozione di buone pratiche di gestione dei dati digitali, come il backup regolare e l’utilizzo di formati aperti, può aiutare a preservare il nostro patrimonio digitale.In conclusione, la tendenza alla rimozione degli archivi di media digitali è un fenomeno preoccupante che richiede un’azione concertata per salvare il nostro patrimonio culturale e storico online.

Solo attraverso sforzi congiunti a livello istituzionale, aziendale e individuale potremo preservare la memoria digitale per le generazioni future.

Artificial Intelligence and Peace Pope Francis 2024

In his message for the 57th World Day of Peace, initiated by Paul VI in 1968, Pope Francis delved into the potential risks and opportunities that Artificial Intelligence brings to humanity. The pontiff contemplated the impact of digital technologies on individuals, society, global stability, and world peace.

He remarked that while human intelligence is a divine gift, artificial intelligences are human creations designed to emulate our cognitive abilities, often with objectives that may not align with the common good. Francis stated: “We cannot assume that its development will inherently benefit humanity and peace. Achieving this requires responsible action and adherence to fundamental human values such as inclusion, transparency, security, fairness, privacy, and reliability.”

The Pope posed a critical question: can algorithms ever replace God’s merciful love, which uniquely knows how to forgive, unlike a rigid calculation? Clearly, they cannot: “Algorithms must not be permitted to dictate human rights, disregard essential values like compassion, mercy, and forgiveness, or eliminate the prospects of change and redemption,” the text asserts. Pope Francis urged reflection on the purposes behind our use of science and technology, emphasizing the necessity of protecting fundamental human rights, social justice, and the common good. He cautioned that the rapid advancement of artificial intelligence should not exacerbate inequalities and injustices but should aim to end wars and alleviate suffering.

“May Christians, believers of various religions, and all people of good will unite to tackle the challenges posed by the digital revolution and ensure that future generations inherit a more just, compassionate, and peaceful world,” concluded the Pope.

The significant advancements in artificial intelligence are profoundly impacting our daily, social, political, and economic lives. Pope Francis encourages open discussions about the meaning of these powerful and ambivalent technologies.

He emphasizes the importance of preventing the violent and discriminatory use of such tools, which could harm the most vulnerable and marginalized.

The Pope urges the responsible use of AI for the benefit of humanity and the protection of our planet, extending ethical reflection to education and law. Safeguarding human dignity and promoting true global fraternity are essential to ensure that technological development fosters justice and peace in the world.

Here is the Pope’s message:

Messaggio di Sua Santità Papa Francesco per il 57 Giorno Mondiale della Pace 1 gennaio 2024 Intelligenza Artificiale e Pace

Messaggio di Sua Santità Papa Francesco per il 57° Giorno Mondiale della Pace1° gennaio 2024Intelligenza Artificiale e Pace

  1. Introduzione

In questo nuovo anno, il mondo si trova di fronte a sfide sempre più complesse e interconnesse. Tra queste, la pace è una delle priorità più urgenti. In questo contesto, il 57° Giorno Mondiale della Pace, celebrato il 1° gennaio 2024, rappresenta un’opportunità per riflettere sulla strada che ci conduce verso una società più giusta e pacifica. In questo messaggio, vorrei esplorare il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) e la sua relazione con la pace.

  1. L’IA e la pace

L’Intelligenza Artificiale è un campo in rapida evoluzione che ha il potenziale di rivoluzionare molte aree della nostra vita, dalle tecnologie di comunicazione alle applicazioni mediche. Tuttavia, come sempre, il progresso tecnologico deve essere accompagnato da una riflessione etica e morale. In questo contesto, è importante chiedersi come l’IA possa contribuire alla pace e come possa essere utilizzata per promuovere la comprensione e la cooperazione tra le nazioni.

  1. I benefici dell’IA per la pace

L’IA può avere un impatto significativo sulla pace in diversi modi. In primo luogo, può aiutare a prevenire conflitti e crisi mediante l’analisi di dati e la previsione di eventi potenzialmente destabilizzanti. Inoltre, può essere utilizzata per migliorare la gestione dei conflitti esistenti, aiutando a identificare soluzioni più efficaci e a ridurre i rischi di escalation. Infine, l’IA può contribuire a promuovere la cooperazione internazionale mediante la facilitazione della comunicazione e della collaborazione tra le nazioni.

  1. I rischi dell’IA per la pace

Tuttavia, l’IA non è priva di rischi per la pace. In primo luogo, può essere utilizzata per sviluppare armi più sofisticate e perfezionate, aumentando il rischio di conflitti e di distruzione. Inoltre, può essere utilizzata per manipolare le informazioni e per influenzare le decisioni politiche, minando la stabilità e la sicurezza internazionale. Infine, l’IA può essere utilizzata per creare divisioni e conflitti all’interno delle società, mediante l’utilizzo di algoritmi che possono esacerbare le differenze e le ineguaglianze.

  1. La responsabilità etica

In questo contesto, è fondamentale che gli sviluppatori di tecnologie IA si rendano conto della loro responsabilità etica. Devono essere consapevoli dei potenziali impatti delle loro creazioni e lavorare per assicurare che queste siano utilizzate per il bene comune. Inoltre, è importante che le società e le istituzioni internazionali lavorino insieme per stabilire norme e regole che garantiscano l’utilizzo etico dell’IA.

  1. Conclusione

In conclusione, l’Intelligenza Artificiale può avere un impatto significativo sulla pace, sia come strumento per prevenire e gestire i conflitti, sia come rischio per la stabilità internazionale. È fondamentale che gli sviluppatori di tecnologie IA si rendano conto della loro responsabilità etica e lavorino per assicurare che queste siano utilizzate per il bene comune. In questo modo, possiamo lavorare insieme per costruire una società più giusta e pacifica, dove l’IA sia un strumento per la pace e non per la guerra. 

Il Ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella Prevenzione dei Conflitti

Considerando il costante impegno di Papa Francesco per la pace e la protezione della vita umana, sorge la domanda su come l’Intelligenza Artificiale possa essere impiegata per prevenire le guerre e promuovere la pace nel mondo. L’IA offre strumenti avanzati per l’analisi dei dati, la previsione dei conflitti e la gestione delle crisi, potenzialmente aiutando a prevenire situazioni destabilizzanti e a identificare soluzioni efficaci per risolvere i conflitti esistenti. Inoltre, l’IA può facilitare la comunicazione e la cooperazione internazionale, promuovendo la comprensione reciproca e la risoluzione pacifica delle controversie.

Il Ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella Prevenzione dei Conflitti

L’Intelligenza Artificiale (IA) ha il potenziale per svolgere un ruolo significativo nella prevenzione dei conflitti e nella promozione della pace a livello globale. Tuttavia, il suo utilizzo nel contesto militare e di sicurezza solleva importanti questioni etiche e di responsabilità che devono essere affrontate con attenzione.

Potenziali Benefici dell’IA per la Prevenzione dei Conflitti

L’IA può contribuire alla prevenzione dei conflitti in diversi modi:

  1. Analisi dei dati e previsione di eventi destabilizzanti: L’IA può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati provenienti da varie fonti, al fine di identificare potenziali fattori di rischio e prevedere situazioni che potrebbero portare a conflitti.
  2. Gestione delle crisi e risoluzione dei conflitti: L’IA può aiutare a gestire le crisi in corso e a trovare soluzioni efficaci per risolvere i conflitti esistenti, riducendo il rischio di escalation.
  3. Promozione della cooperazione internazionale: L’IA può facilitare la comunicazione e la collaborazione tra le nazioni, promuovendo la comprensione reciproca e la risoluzione pacifica delle controversie.

La Necessità di un Approccio Etico e Responsabile

L’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per contribuire in modo significativo alla prevenzione dei conflitti e alla promozione della pace a livello globale. Tuttavia, il suo utilizzo nel contesto militare e di sicurezza richiede un approccio etico e responsabile, basato su norme e regolamentazioni internazionali, trasparenza e coinvolgimento di tutti gli attori chiave. Solo attraverso sforzi concertati e una visione a lungo termine, sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’IA per costruire un mondo più pacifico e sicuro per tutti.

3D printing prototype and how AI is revolutionizing the world of 3D printers: An interview with Bernardo Mattiucci

In 1989, S. Scott Crump patented Fused Deposition Modeling (FDM), a 3D printing technology that uses melted material to form objects layer by layer. Four years later, MIT in Boston achieved 3D color printing, a costly but groundbreaking technology.

Despite the years since 3D printers hit the market, the field continues to evolve and capture interest, driven by advancements in Artificial Intelligence (AI). We spoke with Bernardo Mattiucci, an innovative technician with extensive experience in various technological fields. He explains why 3D printers remain relevant in 2024 and how AI is redefining this industry.

In the interview that follows, Mattiucci shares his insights, his 3D printing prototype, and how AI is revolutionizing the world of 3D printers, opening up new possibilities and challenges for the industry. He also explores emerging trends and future applications of this rapidly evolving technology.

The Collective intelligence of the Hyve Mind

The collective thought of the digital swarm is a phenomenon that develops thanks to the spread of digital technologies and their ability to connect people globally.

This phenomenon is often associated with the notion of “collective intelligence” and is characterized by the ability to create new forms of social bonding, no longer based on territorial belonging or power relations, but on gathering around common centers of interest, play, sharing of knowledge and cooperative learning.

This type of collective intelligence develops through the active participation of people, who share experiences, opinions and knowledge in real time, creating an environment of collaboration and continuous learning.

In this context, collective intelligence presents itself as a form of emancipation and civilization, as it allows each person to express themselves freely and to appeal to the intellectual resources and human qualities of the community.

The concept of “hive mind” is closely related to this phenomenon, as it describes the ability of people to work together, share information and thoughts, and create a collective opinion that can be broader and more complex than the individual one.

This type of collective thinking can be influenced by digital narcissism, which can lead to greater self-awareness and opinions, but also to greater distraction and superficiality in communication.

In this context, the laws of onlife life are changing the way digital communities think and act. The term derives from the contraction of Online and Offline, so from the union between the actions of our life when we are connected to the network and when we are disconnected. “

I coined this neologism a few years ago to highlight the hybrid nature of our daily experiences, partly digital and partly analog,”

Luciano FLORIDI

The spread of digital technologies has led to greater global connection, but also to greater fragmentation and distraction.

It is therefore important to understand how these technologies are influencing our relationships and our perception of the world, in order to create a more sustainable and aware future.

Digital narcissism is a phenomenon that has developed with the advent of digital technologies and social media. It is characterized by extreme egocentrism, self-aggrandizement and a constant need for approval and attention from others.

This type of narcissism manifests itself through the publication of personal content, such as selfies and stories, which are intended to obtain “Likes” and comments.

Since the second half of the last century, our daily life has become an increasingly interconnected field, the so-called “fourth revolution” of Luciano Floridi in the essay The Fourth Revolution.

How the infosphere is transforming the world. Connections to computer networks make every person reachable by information from any part of the world. We are not only receivers of information, but “interconnected informational agents”.

The term “infosphere” was coined in the 1980s by Alvin Toffler, who defined it as the “third wave” of communication that is radically changing society and culture.

In the 2000s, Floridi took up and further developed this concept, emphasizing how the infosphere is profoundly transforming the human being, leading us to live in an “onlife” dimension in which online and offline are now indistinguishable. In the infosphere, we are prosumers, that is, producers and consumers of ideas and information, often relaunching them in an endless cycle on the web.

The network has created new accesses and has expanded enormously, governed by fluidity. In the software society, as theorized by Derrick de Kerckhove in 2010, everything becomes malleable and interchangeable, shaping both the material elements and the immaterial structures of our culture.

This concept is closely related to the theory of the software of the mind, developed by Geert Hofstede and Michael Minkov, which argues that the values and beliefs that guide our actions are expressed and communicated through a set of cultural rules and norms that can be modified and adapted according to circumstances.

In this context, the malleability and interchangeability of cultural structures are essential to understand how people interact and adapt to new situations. The theory of the software of the mind suggests that values and beliefs are central to leadership and intercultural communication, and that the ability to adapt to new situations is essential for success in culturally diverse contexts.

The notion of the malleability and interchangeability of cultural structures is also closely related to the theory of cultural mindset, which argues that people can have a fixed or malleable mindset in relation to their cultural beliefs and attitudes.

A malleable mindset is more likely to consider the possibility of cultural changes and to be open to adaptation and learning, while a fixed mindset tends to consider cultural beliefs as fixed and immutable.

In the digital society, where we not only use technology but become technology, we are isolated individuals in interconnection.

The digital is not neutral, shaping our thinking and behavior. On the network, we are not only passive users, but active agents in a constant communicative flow.

The digital community is a sort of “hive mind” with a collective consciousness.

According to what is described in the essay “In the Swarm. Visions of the Digital” by Byung-Chul Han, the “digital swarm” that characterizes contemporary society is composed of isolated individuals, devoid of a unifying soul or spirit as happened instead in the traditional crowd.

Although connected and able to communicate quickly, individuals in the digital swarm do not develop a true “We” and lack internal coherence.

Even when phenomena of collective indignation occur online, such as “shitstorms”, this cohesion is only apparent and superficial, lacking a true unifying voice.

So, unlike the crowd of the past, the digital swarm is characterized by a weak and fragmented connection between individuals, who maintain their private identity even when acting as a group.

The digital revolution has thus eroded the sense of collectivity, making individuals more isolated and focused on optimizing their personal image and identity.

Contemporary society is often characterized by a climate of indignation and derision, in which respect and constructive dialogue seem to be lacking.

This phenomenon can be exacerbated by the media and social networks, which offer a space to vent resentment in a controlled and institutionalized way.

However, derision and indignation do not always lead to the expulsion of the target from the community.

Sometimes they are channeled into socially acceptable forms, such as comedy, which ritualizes the comic experience within defined boundaries.

Furthermore, the media can act in a containment way with respect to the destructive power of laughter, while offering a space for its expression.

Gramsci emphasized the importance of civil society in the formation of ideology, which is not artificially imposed but emerges from the connection of different elements present in social reality.

(Antonio Gramsci (1891-1937) was an Italian Marxist philosopher, journalist, and politician)

In this sense, the lack of dialogue and stability in the public sphere can be seen as a reflection of deeper trends in society.

Digital narcissism and the extreme personalization of the Self undermine representative democracy, transforming our subjectivity into a self-performing project.

Digital narcissism and the extreme personalization of the Self can undermine representative democracy through fragmentation and atomization, manipulation and control, polarization and radicalization, and the loss of empathy and humanity.

Vilém Flusser described digital connection as an opportunity to reduce subjectivity, but the reality of the network can lead to “ego islands”. From afar, digital connection seems a paradise of souls, but up close, it can turn out to be a series of isolated ego points.

This contradiction has been analyzed by Flusser, who noted how the human condition in the world dominated by technological apparatuses can appear bottomless, with a deep void opening up in depth.

This void can be filled by human relationships, which Flusser describes as a “field of intersubjective relations” where the individual finds himself immersed in a network of relationships that connect him with others.

How to Save Yourself?

Disconnection and re-connection: It is important to disconnect from digital technologies and reconnect with the real world to maintain a balanced mental health.

Authenticity: The search for authenticity and genuineness is a good antidote to digital narcissism.

Moderation: Using social media in moderation and not excessively can help reduce the risk of developing digital narcissism.

One might wonder what is the role of bloggers in the world described by Byung-Chul Han. Every critical theory, including that of Byung-Chul Han, has an origin and a point of view, represents an interpretation of reality, but it is not clear what Han’s is.

The risk of these radical criticisms (one is reminded of the “critical criticism” with which Marx mocked Bruno Bauer in “The Holy Family”) and of these great epochal syntheses, is to make an indirect defense of what is criticized: even reading this article and sharing it would only add data to big data and perpetuate your own subordination.

Let’s ask ourselves if the opposition movements that periodically emerge on the world scene and often use the network are not a counterexample to the current form of totalitarianism described by the author.

Let’s also ask ourselves if the utopia of big data to map the world really allows their use and if the possibility of predict

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