Dopo il New York Times, altre 3 testate giornalistiche hanno citato in giudizio OpenAI e Microsoft per presunta violazione del copyright: si tratta di The Intercept, Raw Story e AlterNet, che hanno intentato cause separate nel distretto di New York sebbene tutti e tre i casi siano portati avanti dallo stesso studio legale.
Come riporta The Verge, secondo gli accusatori il famoso chatbot ChatGpt, nel formulare le sue risposte, prenderebbe, a volte, interi testi di articoli pubblicati sui media, senza citare fonte e autore e senza fare alcuna rielaborazione. Si tratterebbe, di fatto, di un copia-incolla. Le testate affermano infatti che ChatGpt non di rado riproduce “letteramente o quasi letteralmente opere di giornalismo protette da copyright senza fornire informazioni su autore, titolo, termini di utilizzo“.
Secondo i querelanti, se OpenAI lo volesse, potrebbe rendere trasparente le fonti da cui preleva il suo sapere il chatbot, esplicitandole nelle risposte. Va peraltro notato che sia Microsoft che OpenAI offrono copertura legale ai clienti paganti nel caso in cui vengano denunciati per violazione del copyright per l’utilizzo di Copilot o ChatGPT Enterprise.
Sempre su questo tema, va ricordato che a fine 2023, il New York Times ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft per violazione del copyright, ritenendo le due aziende “responsabili per miliardi di dollari di danni legali ed effettivi”.
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