“Le reti ad alte prestazioni sono fondamentali”. Con queste parole, Börje Ekholm, Presidente e CEO di Ericsson, ha aperto il Mobile World Congress 2025 a Barcellona, lanciando una visione ambiziosa per il futuro della connettività mobile. Parlando davanti a una platea di leader dell’industria tecnologica, Ekholm ha sottolineato come l’integrazione tra reti mobili, cloud computing e intelligenza artificiale sia il pilastro su cui si reggerà la digitalizzazione globale. Ma per realizzarla, serve eccellenza in ogni dettaglio: reti programmabili, performanti e aperte agli sviluppatori per spingere l’innovazione. “Senza connettività, cloud e AI non possono scalare”, ha dichiarato, delineando un mondo in cui la rete non sarà più un semplice strumento, ma una piattaforma universale per infinite applicazioni.
Autore: wp_7622315

Dopo il New York Times, altre 3 testate giornalistiche hanno citato in giudizio OpenAI e Microsoft per presunta violazione del copyright: si tratta di The Intercept, Raw Story e AlterNet, che hanno intentato cause separate nel distretto di New York sebbene tutti e tre i casi siano portati avanti dallo stesso studio legale.
Come riporta The Verge, secondo gli accusatori il famoso chatbot ChatGpt, nel formulare le sue risposte, prenderebbe, a volte, interi testi di articoli pubblicati sui media, senza citare fonte e autore e senza fare alcuna rielaborazione. Si tratterebbe, di fatto, di un copia-incolla. Le testate affermano infatti che ChatGpt non di rado riproduce “letteramente o quasi letteralmente opere di giornalismo protette da copyright senza fornire informazioni su autore, titolo, termini di utilizzo“.
Secondo i querelanti, se OpenAI lo volesse, potrebbe rendere trasparente le fonti da cui preleva il suo sapere il chatbot, esplicitandole nelle risposte. Va peraltro notato che sia Microsoft che OpenAI offrono copertura legale ai clienti paganti nel caso in cui vengano denunciati per violazione del copyright per l’utilizzo di Copilot o ChatGPT Enterprise.
Sempre su questo tema, va ricordato che a fine 2023, il New York Times ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft per violazione del copyright, ritenendo le due aziende “responsabili per miliardi di dollari di danni legali ed effettivi”.
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