Notizie di Intelligenza Artificiale Inclusiva in Tempo Reale: Innovazione e Accessibilità Pro bono publico

Autore: Redazione Pagina 44 di 46

Elon Musk fa causa ad OpenAI e al Ceo Sam Altman

Elon Musk ha fatto causa ad OpenAI e al suo Ceo, Sam Altman, affermando che quando aveva finanziato la creazione dell’azienda nel 2015, aveva chiuso un accordo con lo stesso Altman e con Greg Brockman, il presidente della società, per fare sì che la società di intelligenza artificiale restasse un’organizzazione no-profit che avrebbe sviluppato tecnologia open source a beneficio dell’umanità, rendendo disponibile i propri codici.

Cosa che non è accaduta, sostiene Musk, visto che lo sviluppo di ChatGPT 4 è poi avvenuto in gran segreto e che la mission dell’azienda è stata poi snaturata trasformandola “in una filiale di fatto closed source della più grande azienda tecnologica al mondo: Microsoft” si legge nella dichiarazione della causa.

Gli avvocati di Musk hanno affermato che la causa è stata presentata “per costringere OpenAI ad aderire all’accordo costitutivo e a tornare alla sua missione di sviluppare AGI a beneficio dell’umanità, non per avvantaggiare personalmente i singoli imputati e la più grande azienda tecnologica al mondo”.

Microsoft, che sta affrontando il controllo da parte delle autorità di regolamentazione antitrust dell’UE sul suo investimento in OpenAI, ha recentemente annunciato un importante investimento nella start-up francese Mistral AI, considerata la risposta europea a OpenAI, per aiutarla a sbloccare nuove opportunità commerciali e ad espandersi nei mercati globali.


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Microsoft investe in Mistral AI

Microsoft ha annunciato una nuova partnership con la start-up francese Mistral AI, considerata la risposta europea al produttore di ChatGPT OpenAI, confermando l’interesse ad espandere la propria presenza nel settore in rapida evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. L’investimento sarà di 15 milioni di euro, che si convertiranno in azioni nel prossimo round di finanziamento di Mistral.

In base all’accordo, i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) di Mistral, la tecnologia alla base dei prodotti di intelligenza artificiale generativa, saranno disponibili sulla piattaforma di cloud computing Azure di Microsoft. Mistral diventa così la seconda azienda a ospitare il suo LLM sulla piattaforma dopo OpenAI.

La partnership di Microsoft con Mistral AI si concentra su tre aree principali: 

  1. Infrastruttura di supercalcolo: Microsoft supporterà Mistral AI con l’infrastruttura di supercalcolo AI di Azure che offre prestazioni e scalabilità best-in-class per i carichi di lavoro di formazione e inferenza dell’IA per i modelli di punta di Mistral AI;
  2. Scalabilità sul mercato: Microsoft e Mistral AI metteranno a disposizione dei clienti i modelli premium di Mistral AI attraverso Models as a Service (MaaS) nel catalogo dei modelli di Azure AI Studio e Azure Machine Learning; 
  3. Ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale : Microsoft e Mistral AI esploreranno la collaborazione su modelli di formazione specifici per clienti selezionati, compresi i carichi di lavoro del settore pubblico europeo. 

Il presidente di Microsoft Brad Smith ha dichiarato lunedì che l’accordo è un segnale “importante” del sostegno dell’azienda alla tecnologia europea, anche se, qualche malizioso ha pensato che la mossa possa essere stata guidata dalla volontà di mitigare l’inchiesta della UE sull’investimento di Microsoft in OpenAI in base al regolamento europeo sulle concentrazioni, anche alla luce dell’investimento, 15 milioni di euro verso i 13 miliardi di dollari investiti dall’azienda di Redmond in OpenAI.

Interrogato in merito in occasione del Mobile World Congress che si sta svolgendo a Barcellona, ​​in Spagna, Smith ha affermato che la società si è impegnata ad avere un’offerta di prodotti diversificata. “Per noi è importante dimostrare che non si tratta solo della tecnologia Microsoft, non si tratta solo di prodotti americani” ha affermato, “questo sarà un motore per la tecnologia, l’innovazione e la crescita anche in Europa”.


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Alla scoperta di Groq, l’alternativa a ChatGPT

In questi giorni, soprattutto sui social, si parla molto di nuovo sistema di intelligenza artificiale in grado di garantire prestazioni e velocità impareggiabili. Si tratta di Groq (che non c’entra nulla con il Grok che ha annunciato Elon Musk), un’azienda fondata nel 2016 da Jonathan Ross, un ex ingegnere di Google, che ha sviluppato un processore di intelligenza artificiale progettato specificamente per accelerare l’elaborazione delle reti neurali profonde a una velocità incredibile.

Si tratta di un motore di inferenza LPU (Language Processing Unit), un tipo di hardware progettato specificamente per elaborare e analizzare il linguaggio naturale. È un tipo di modello di Intelligenza Artificiale in grado di comprendere, interpretare e generare il linguaggio umano. Le LPU sono comunemente utilizzate in applicazioni quali assistenti virtuali, chatbot e servizi di traduzione linguistica.

Le GPU, invece, che sono utilizzate anche per l’elaborazione generale, comprese le attività di AI e di apprendimento automatico, sono un tipo di hardware progettato specificamente per eseguire il rendering di grafica e immagini da visualizzare su uno schermo. Le GPU sono comunemente utilizzate nei computer e nelle console di gioco per gestire l’elevato numero di calcoli necessari a visualizzare grafica di alta qualità in tempo reale.

La differenza principale tra un LPU e una GPU è quindi il tipo di dati che i due sistemi sono ottimizzati per elaborare. Una LPU è ottimizzata per l’elaborazione e l’analisi del linguaggio naturale, mentre una GPU è ottimizzata per il rendering di grafica e immagini.

Tradotto il tutto e parlando in termini di modelli di Intelligenza Artificiale, un LPU è più adatto per le attività di elaborazione del linguaggio naturale, come l’analisi del testo, l’analisi del sentiment e la traduzione linguistica. Una GPU, invece, è più adatta per compiti che richiedono molta potenza di calcolo, come il riconoscimento delle immagini, l’analisi video e il deep learning.

Potete provare il motore di inferenza LPU dell’azienda tramite l’interfaccia GroqChat, sebbene il chatbot non abbia accesso a Internet, e mettere alla prova il sistema scegliendo tra i due motori Mixtral 8x7B-32k e Llama2 70B-4k.

Alla fine dell’anno scorso, i test interni hanno fissato un nuovo livello di prestazione raggiungendo più di 300 token al secondo per utente attraverso Llama-2 (70B) LLM di Meta AI. Nel gennaio 2024, l’azienda ha preso parte al suo primo benchmarking pubblico, lasciandosi alle spalle tutti gli altri fornitori di inferenza basati su cloud. Ora è emerso vittorioso contro gli otto principali fornitori di cloud in test indipendenti.

ArtificialAnalysis.ai ha valutato in modo indipendente Groq e la sua API Llama 2 Chat (70B) ottenendo un throughput di 241 token al secondo, più del doppio della velocità di altri provider di hosting“, ha affermato Micah Hill-Smith, co-creatore di ArtificialAnalysis.ai . “Groq rappresenta un cambiamento radicale nella velocità disponibile, consentendo nuovi casi d’uso per modelli linguistici di grandi dimensioni“.

Il Groq LPU Inference Engine è risultato il migliore per aspetti quali tempo di risposta totale, throughput nel tempo, varianza del throughput e latenza rispetto al throughput, con il grafico per l’ultima categoria che necessitava di estendere i suoi assi per accogliere i risultati.

Fonte: Artificial Analysis [Throughput: Tokens per second received while the model is generating tokens (ie. after first chunk has been received from the API)].

Groq esiste per eliminare ‘chi ha e chi non ha’ e per aiutare tutti nella comunità dell’intelligenza artificiale a prosperare“, ha affermato Jonathan Ross, CEO e fondatore di Groq. “L’inferenza è fondamentale per raggiungere questo obiettivo perché la velocità è ciò che trasforma le idee degli sviluppatori in soluzioni aziendali e applicazioni che cambiano la vita. È incredibilmente gratificante avere una terza parte che convalidi che il motore di inferenza LPU è l’opzione più veloce per eseguire modelli linguistici di grandi dimensioni e siamo grati ai ragazzi di ArtificialAnalysis.ai per aver riconosciuto Groq come un vero contendente tra gli acceleratori di intelligenza artificiale“.


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Impara a programmare in Python gratis: 15 corsi essenziali per avvicinarti all’Intelligenza Artificiale

L’interesse per l’Intelligenza Artificiale e le sue applicazioni pratiche sta crescendo sempre di più. Se sei un appassionato di questo campo in continua evoluzione e desideri imparare a programmare in Python, sei nel posto giusto.

Python è diventato il linguaggio di programmazione preferito per molti sviluppatori di AI grazie alla sua sintassi semplice, alla flessibilità e alla vasta gamma di librerie specializzate. Se sei nuovo nel mondo della programmazione o se hai già esperienza e desideri approfondire le tue conoscenze, esistono numerosi corsi online gratuiti che possono aiutarti a padroneggiare Python e avviarti nel campo dell’AI.

In questo articolo, ti presenteremo una lista di 15 corsi online gratuiti di Python che coprono una vasta gamma di argomenti, dal linguaggio di base alle applicazioni pratiche nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Che tu sia uno studente, un professionista o semplicemente un appassionato, c’è un corso adatto a te.

Continua a leggere per scoprire i migliori corsi gratuiti disponibili online.

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13. Get Started with Python con Google by Coursera https://imp.i384100.net/q4391q

14. Programming in Python con Meta con University of Michigan by Courserahttps://imp.i384100.net/DKgG5G

15. Data Analysis with Python con IBM by Coursera https://imp.i384100.net/jrDMMb


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Il Dipartimento di Giustizia Usa nomina l’ex consigliere di Kamala Harris come nuovo capo dell’Intelligenza Artificiale

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha nominato il suo primo funzionario in assoluto dedicato all’Intelligenza Artificiale (AI), in previsione dell’impatto che questa tecnologia in rapida evoluzione avrà sul sistema della giustizia penale. 

La scelta è caduta su Jonathan Mayer, assistant professior all’Università di Princeton, dove ricopre incarichi presso il Dipartimento di Informatica e la Princeton School of Public and International Affairs. Prima di entrare a far parte della facoltà di Princeton, ha ricoperto il ruolo di consigliere tecnologico della senatrice Kamala Harris e Chief Technology Officer presso la FCC, la Commissione Federale delle Comunicazioni.

Il Dipartimento di Giustizia deve tenere il passo con la rapida evoluzione degli sviluppi scientifici e tecnologici al fine di compiere la nostra missione di sostenere lo stato di diritto, mantenere il nostro Paese sicuro e proteggere i diritti civili“, ha affermato in una nota il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland a valle della nomina.

Nel suo nuovo ruolo, che è quello di Capo consulente scientifico e tecnologico del Dipartimento di Giustizia e il Capo dell’Intelligenza Artificiale dovrebbe consigliare Garland e gli altri direttori del Dipartimento di Giustizia su questioni relative alle tecnologie emergenti, compreso il tema su come integrare responsabilmente l’Intelligenza Artificiale nelle indagini e nei procedimenti penali del dipartimento. 

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, Mayer guiderà un comitato appena formato di forze dell’ordine e funzionari per i diritti civili che consiglierà Garland e altri al Dipartimento di Giustizia sull’etica e l’efficacia dei sistemi di intelligenza artificiale, cercando anche di reclutare più esperti tecnologici nel dipartimento.

I funzionari statunitensi hanno valutato come bilanciare al meglio i benefici dell’intelligenza artificiale, minimizzando al tempo stesso i pericoli di una tecnologia poco regolamentata e in rapida espansione. 

Secondo il vice procuratore generale degli Stati Uniti, Lisa Monaco, il Dipartimento di Giustizia ha già utilizzato l’intelligenza artificiale per il contrasto ad alcune attività illecite, nello specifico legate al commercio di sostanza stupefacenti, ma occorre ponderarne bene l’uso perché sebbene abbia “il potenziale per essere uno strumento indispensabile per aiutare a identificare, contrastare e scoraggiare criminali e terroristi”, il suo uso comporta anche dei rischi tra cui quello di “amplificare i pregiudizi esistenti e le pratiche discriminatorie“.

Lasciata senza guardrail” continua Monaco, “l’intelligenza artificiale pone sfide immense alle democrazie di tutto il mondo. Quindi, siamo a un punto di svolta con l’intelligenza artificiale. Dobbiamo muoverci rapidamente per identificare, sfruttare e governare i suoi usi positivi, adottando misure per minimizzarne i rischi”, commentando così l’istituzione del nuovo ufficio dedicato all’AI all’interno del Dipartimento di Giustizia.


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GPT non è un marchio ma solo un termine descrittivo secondo l’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti

L’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti (USPTO) ha respinto la domanda di OpenAI di registrare il marchio “GPT”. Il rifiuto si basa sul fatto che GPT descrive semplicemente le caratteristiche, le funzioni e le peculiarità dei prodotti e dei servizi di OpenAI.

Secondo l’USPTO, GPT è semplicemente l’abbreviazione di “Generative Pre-trained Transformer“, che sono modelli di rete neurale che forniscono applicazioni con la capacità i creare testo e contenuti simili a quelli umani e rispondere alle domande in modo colloquiale.

Una brutta notizia per OpenAI che da quando ha lanciato il suo chatbot ChatGPT nel novembre 2022 – suscitando l’interesse del mondo per la tecnologia e dando il via a una vera e propria corsa all’Intelligenza Artificiale generativa – ha sempre tentato di impedire alle altre aziende di poter utilizzare l’acronimo “GPT”. I legali di OpenAI infatti nel portare avanti la richiesta hanno più volte affermato che se si chiedesse a un campione di persone cosa significa GPT, è altamente improbabile che molti saprebbero rispondere dicendo che sta per ‘Generative Pre-trained Transformer’.

Tuttavia l’Ufficio Marchi e Brevetti ha respinto tale tesi ribadendo, nella sua decisione, che invece molti consumatori hanno chiaramente associato “GPT” a determinati prodotti e tecnologie. “Il fatto che i consumatori possano non conoscere le parole che stanno alla base dell’acronimo non altera il fatto che gli acquirenti siano abituati a riconoscere che il termine “GPT” è comunemente usato in relazione al software per identificare un particolare tipo di software dotato di questa tecnologia di domanda e risposta dell’intelligenza artificiale“, ha scritto l’USPTO nelle sue note di commento a valle della decisione, precisando di aver respinto la petizione di OpenAI per evitare che l’azienda soffochi la concorrenza nel suo settore e che possa intentare costose cause per violazione del marchio.

Le aziende e i concorrenti devono essere liberi di usare un linguaggio descrittivo quando descrivono i propri beni e/o servizi al pubblico nella pubblicità e nei materiali di marketing“, ha concluso l’Ufficio Marchi e Brevetti in merito alla faccenda.

Per la cronaca, questa di febbraio 2024 é la seconda volta che l’agenzia nega la richiesta di OpenAI, inviata nel dicembre 2022, di registrare un marchio per “GPT”. In precedenza, l’USPTO aveva respinto la richiesta dell’azienda nel maggio 2023.


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Stability AI annuncia l’arrivo di Stable Diffusion 3, una nuova generazione di AI per la creazione di immagini

Stability AI ha annunciato il lancio di  Stable Diffusion 3, l’ultima versione del suo modello AI per la generazione di immagini.

Stability AI ha affermato che il nuovo modello, che non è ancora ampiamente disponibile, migliora la qualità dell’immagine, funziona meglio con istruzioni contenenti più argomenti e può inserire testo più accurato come parte dell’immagine generata. L’aspetto tipografico è sempre stato il tallone d’achille non solo dei precedenti modelli di Stable Diffusion ma anche dei rivali come DALL-E 3  e Midjourney che hanno lavorato proprio su questo aspetto nelle loro versioni più recenti.

L’annuncio arriva pochi giorni dopo che il più grande rivale di Stability AI, OpenAI, ha presentato Sora , un nuovissimo modello di intelligenza artificiale in grado di generare video quasi realistici e ad alta definizione da semplici istruzioni di testo.

Non è chiaro quando Stable Diffusion 3 verrà rilasciato al pubblico, ma fino ad allora chiunque sia interessato può iscriversi a una lista d’attesa 

Prompt: “Night photo of a sports car with the text “SD3” on the side, the car is on a race track at high speed, a huge road sign with the text “faster”. Made with SD3. Credits: @andrekerygma
Prompt: “A horse balancing on top of a colorful ball in a field with green grass and a mountain in the background”. Made with SD3. Credits: @andrekerygma
Prompt: “Studio photograph closeup of a chameleon over a black background”. Made with SD3: Credits: @StabilityAI

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Adobe lancia CAVA per rivoluzionare il video editing e l’animazione dopo il debutto di Sora di OpenAI

Adobe risponde ad OpenAI. Subito dopo il lancio di Sora, il nuovo modello AI per il video editing della società guidata da Sam Altman, la software house di San José ha creato una nuova organizzazione di ricerca sull’Intelligenza Artificiale composta da 50 persone, chiamata CAVA (Co-Creation for Audio, Video, & Animation).

L’obiettivo è quello di accelerare gli sforzi nella creazione di video e animazioni che fino ad ora sono stati un po’ trascurati rispetto allo sviluppo di strumenti di AI generativa per la creazione di immagini (Firefly, Photoshop Generative Fill ecc.). D’altra parte l’area DI o Digital Imaging di Adobe, responsabile del colosso Photoshop e di strumenti come Lightroom, è quella che contribuisce per la maggior parte alle entrate della società.

Adesso invece il gruppo DVA o Digital Video & Audio, che sviluppa strumenti come Premiere, After Effects e Audition, dovrebbe ricevere più attenzione e risorse, stando almeno alle dichiarazioni di Gautham Mysore, Head of Audio e Video AI Research di Adobe.


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Nvidia: ricavi record in crescita del 265% grazie al boom dell’Intelligenza Artificiale

Nvidia ha comunicato i risultati del quarto trimestre fiscale battendo di gran lunga le previsioni di Wall Street per quanto riguarda utili e vendite: 22,10 miliardi di dollari di ricavi contro i 20,62 miliardi di dollari previsti dagli analisti e un utile per azione di 5,16 dollari rispetto ai 4,64 dollari attesi.

Nvidia, che ha beneficiato del recente boom del settore tecnologico per i grandi modelli di Intelligenza Artificiale che vengono sviluppati sui costosi processori grafici per server dell’azienda e che l’ha portata a superare Alphabet e Amazon in termini di capitalizzazione di borsa, ha messo a tacere anche i timori degli investitori sulla sua capacità di continuare a mantenere questi livelli di crescita anche per il prossimo anno, dichiarando, per bocca del suo amministratore delegato, Jensen Huang, che la domanda di GPU dell’azienda rimarrà elevata grazie all’Intelligenza Artificiale generativa e al passaggio, in tutto il settore, dai processori tradizionali a quelli ad alte prestazioni prodotti da Nvidia.

Nel complesso, il fatturato totale di Nvidia è aumentato del 265% rispetto a un anno fa, grazie alle forti vendite di chip AI per server, in particolare i chip “Hopper” dell’azienda, come l’H100, con la domanda trainata dal software aziendale e dalle applicazioni Internet per i consumatori, oltre che da diversi settori verticali, tra cui l’automotive, i servizi finanziari e la sanità.

Nonostante il rallentamento delle vendite in Cina dovuto alle restrizioni all’export imposte dal governo degli Stati Uniti per paura che i chip AI di Nvidia possano essere utilizzati per scopi militari, la società ha dichiarato di prevedere un fatturato per il trimestre in corso di 24,0 miliardi di dollari, superiore ai 22,17 miliardi di dollari attesi dagli analisti.

Il contenuto del presente articolo deve intendersi solo a scopo informativo e non costituisce una consulenza professionale. Le informazioni fornite sono ritenute accurate, ma possono contenere errori o imprecisioni e non possono essere prese in considerazione per eventuali investimenti personali.

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Air Canada: quando il chatbot combina un guaio

Ad Air Canada è stato ordinato di rimborsare un passeggero a cui era stata erroneamente promessa una tariffa più economica dal chatbot AI della compagnia aerea. Siamo davanti ad una possibile decisione storica perché sempre più aziende si rivolgono all’Intelligenza Artificiale per la gestione del servizio clienti.

La storia è questa: Jack Moffat, residente a Vancouver, aveva chiesto al chatbot di supporto della compagnia aerea se offriva tariffe per il lutto per un viaggio che avrebbe dovuto fare a seguito alla morte di sua nonna nel novembre 2022. Il chatbot ha risposto dicendo che avrebbe potuto richiedere una tariffa scontata per lutto fino a 90 giorni dopo il volo presentando una semplice richiesta.

L’effettiva politica della compagnia aerea in casi come questo invece prevede che si, vi sia una tariffa scontata, ma che questa debba essere accordata e approvata prima del viaggio e dell’emissione del biglietto, non dopo. Così quando mr. Moffat inoltrò richiesta di rimborso ad Air Canada per il volo Vancouver-Toronto per il funerale della nonna la compagnia rispose che non era possibile e che il chatbot si era sbagliato.

Il passeggero irritato ha quindi intentato una causa contro la compagnia aerea, allegando peraltro anche gli screenshot della sua conversazione con il chatbot, mentre Air Canada, da parte sua, ha risposto che il chatbot era da considerarsi una “entità giuridica separata” dalla compagnia e che quindi responsabile delle sue azioni.

La settimana scorsa l’epilogo della vicenda: un tribunale canadese si è schierato con il passeggero e ha ordinato ad Air Canada di emettere un rimborso di circa 600 dollari. “Sebbene un chatbot abbia una componente interattiva, è comunque solo una parte del sito web di Air Canada. Dovrebbe essere ovvio per Air Canada che è responsabile di tutte le informazioni presenti sul suo sito web“, si legge nelle note del giudizio del tribunale che conclude affermando che per il tema in questione “non fa differenza se le informazioni provengono da una pagina statica o da un chatbot”.

Un portavoce della compagnia ha commentato la vicenda affermando che la compagnia aerea si atterrà alla decisione del tribunale. In ogni caso, al momento in cui scriviamo, il chatbot non è disponibile sul sito di Air Canada.

Reddit firma un accordo di licenza dei contenuti con una società di AI in vista dell’IPO

Se avete pubblicato un post su Reddit, probabilmente state alimentando il futuro dell’Intelligenza Artificiale. Secondo quanto riportato da Bloomberg infatti, Reddit – la piattaforma di social news, intrattenimento e forum – avrebbe firmato un contratto che consente ad una società di AI della quale non è ancora noto il nome (ma che si pensa possa essere OpenAI o anche Google), di addestrare i suoi modelli sui contenuti del sito. La notizia arriva mentre la piattaforma di social media si avvicina al lancio della sua offerta pubblica iniziale (IPO), che potrebbe avvenire già il mese prossimo.

L’accordo dovrebbe avere un valore di 60 milioni di dollari all’anno e potrebbe in teoria servire da modello per futuri accordi con altre società di Intelligenza Artificiale.

Va osservato che, dopo un periodo in cui le aziende di Intelligenza Artificiale utilizzavano i dati di addestramento senza chiedere espressamente l’autorizzazione del titolare dei diritti – un tema che peraltro è ancora aperto con il dibattito tra diritto d’autore e fair use – alcune aziende tecnologiche hanno recentemente iniziato a stipulare accordi in base ai quali acquisiscono l’accesso ai contenuti utilizzati per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale simili a GPT.

Lo scorso mese di dicembre, ad esempio, OpenAI ha firmato un accordo con l’editore tedesco Axel Springer (l’editore di Politico e Business Insider) per l’accesso ai suoi articoli. Sempre OpenAI, che peraltro ha stretto accordi anche con altre organizzazioni, inclusa l’Associated Press, non è riuscita invece a ad accordarsi con il New York Times che ha promosso una causa nei suoi confronti per violazione del diritto d’autore.


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Softbank: 100 miliardi di dollari per costruire chip per l’AI e fare concorrenza a Nvidia

Masayoshi Son, il fondatore di SoftBank Group Corp. una delle holding giapponesi più importanti al mondo e specializzata nell’investimento in capitale di rischio, ha intenzione di raccogliere fino a 100 miliardi di dollari per finanziare un’impresa di chip in grado di competere con Nvidia Corp. e fornire semiconduttori essenziali per l’Intelligenza Artificiale.

Lo riporta Bloomberg, secondo cui il progetto, con il nome in codice di Izanagi – il dio giapponese della creazione e della vita – mira a creare una società che possa integrare al suo interno l’unità di progettazione di chip Arm Holdings (società controllata sempre da SoftBank e specializzata nel settore dei semiconduttori) e nel quale SoftBank investirebbe 30 miliardi di dollari, mentre 70 miliardi di dollari arriverebbero da investitori istituzioni del Medio Oriente.

Se avrà successo, questo progetto rappresenterà uno dei maggiori investimenti nell’ambito dell’intelligenza artificiale dall’avvento di ChatGPT, superando di gran lunga l’investimento di oltre 10 miliardi di dollari di Microsoft Corp. in OpenAI.

I dettagli su come il progetto sarà finanziato o le modalità con le quali verranno investiti i finanziamenti non sono ancora stati definiti. Quello che è noto al momento è che Son sta valutando diverse idee e strategie di investimento per rafforzare la presenza di Arm nel mercato dei chip dell’Intelligenza Artificiale, al momento dominata da Nvidia, ed esplorando la possibilità di realizzare processori di prossima generazione.

Sora vs DALL-E: generatore di video e di immagini a confronto

Uno degli argomenti mainstream in queste ore è indubbiamente il nuovo modello di AI generativa Sora, appena lanciato da OpenAI. Siccome il suo funzionamento è molto simile allo strumento AI di generazione di immagini DALL-E sempre realizzato da OpenAI, qualcuno ha voluto mettere a confronto i due sistemi per vedere che tipo di output restituissero.

La sfida è semplice: lo stesso prompt di testo utilizzato per creare uno dei video ad alta definizione prodotti da Sora in questa fase di test viene utilizzato per capire quale risultato mostrerà DALL-E.

Di seguito alcune simulazioni:

Scopri di più sulla nostra politica di embedding.

Alla scoperta di Sora, il nuovo generatore di video di OpenAI

Sora è il nuovo generatore di text-to-video di OpenAI. Lo strumento, presentato giovedì scorso dall’azienda con sede a San Francisco, utilizza l’intelligenza artificiale generativa per creare istantaneamente brevi video basati su comandi scritti.

Sora non è il primo a lanciare questo tipo di tecnologia, dove sono già presenti realtà come Runway, Stable Video Diffusion, Pika e più recentemente Google con Lumiere. Tuttavia se andiamo ad analizzare i commenti dei vari esperti del settore rileviamo che sono tutti unanimi nel sottolineare l’alta qualità dei video realizzati finora e che l’introduzione di questa nuova App segni un passo avanti significativo sia per OpenAI che per il futuro della generazione di testo in video in generale.

Nel dettaglio Sora è un generatore di testo in video che crea video lunghi fino a 60 secondi in base a istruzioni scritte utilizzando l’Intelligenza Artificiale generativa. Il modello può anche generare video da un’immagine fissa esistente, tuttavia non è ancora disponibile per l’uso pubblico (OpenAI afferma che sta collaborando con politici e artisti prima di rilasciare ufficialmente lo strumento) e ci sono ancora molte cose che non sappiamo. Ma dall’annuncio di giovedì, la società ha condiviso una serie di esempi di video generati da Sora per mostrare cosa può fare e i risultati sembrano davvero impressionanti.

Prompt: “A stylish woman walks down a Tokyo street filled with warm glowing neon and animated city signage. She wears a black leather jacket, a long red dress, and black boots, and carries a black purse. She wears sunglasses and red lipstick. She walks confidently and casually. The street is damp and reflective, creating a mirror effect of the colorful lights. Many pedestrians walk about”.
Prompt: “several giant wooly mammoths approach treading through a snowy meadow, their long wooly fur lightly blows in the wind as they walk, snow covered trees and dramatic snow capped mountains in the distance, mid afternoon light with wispy clouds and a sun high in the distance creates a warm glow, the low camera view is stunning capturing the large furry mammal with beautiful photography, depth of field.”
Prompt: “animated scene features a close-up of a short fluffy monster kneeling beside a melting red candle. the art style is 3d and realistic, with a focus on lighting and texture. the mood of the painting is one of wonder and curiosity, as the monster gazes at the flame with wide eyes and open mouth. its pose and expression convey a sense of innocence and playfulness, as if it is exploring the world around it for the first time. the use of warm colors and dramatic lighting further enhances the cozy atmosphere of the image”.
Prompt: “historical footage of California during the gold rush”.
Prompt: “the camera directly faces colorful buildings in burano italy. An adorable dalmation looks through a window on a building on the ground floor. Many people are walking and cycling along the canal streets in front of the buildings”.
Prompt: “an extreme close-up of an gray-haired man with a beard in his 60s, he is deep in thought pondering the history of the universe as he sits at a cafe in Paris, his eyes focus on people offscreen as they walk as he sits mostly motionless, he is dressed in a wool coat suit coat with a button-down shirt , he wears a brown beret and glasses and has a very professorial appearance, and the end he offers a subtle closed-mouth smile as if he found the answer to the mystery of life, the lighting is very cinematic with the golden light and the Parisian streets and city in the background, depth of field, cinematic 35mm film”.

Contestualmente al rilascio, OpenAI ha dichiarato di essere consapevole che Sora potrebbe essere usata per produrre deepfake e disinformazione, specificando che l’azienda sta lavorando con i cosidetti “red teamer” esperti in aree come disinformazione, contenuti che incitano all’odio e pregiudizi, che testeranno il modello in modo contraddittorio, al fine di rilevare eventuali possibilità di rilevare contenuti fuorvianti. Immaginiamo quindi che non sarà possibile creare contenuti violenti o pornografici, né tantomeno riprodurre le fattezze di persone reali o lo stile di artisti famosi, come peraltro già succede per il suo generatore di immagini, Dall-E.

In ogni caso questo ulteriore passaggio evolutivo dell’AI generativa pone in capo a OpenAI una ulteriore responsabilità, non solo sul più vasto tema delle fake news che è possibile generare grazie a questi modelli ma anche dal punto di vista di eventuali problemi legati al diritto d’autore dei dati di addestramento per i quali OpenAI è già stata citata in giudizio da attori come il New York Times.

Nvidia vale più di Alphabet e di Amazon grazie al boom dei chip AI

Nvidia continua la sua irresistibile ascesa in Borsa. L’azienda californiana di semiconduttori, protagonista indiscussa dei processori di intelligenza artificiale, ha raggiunto un nuovo traguardo ieri, 14 febbraio, superando Alphabet in termini di capitalizzazione di mercato, appena un giorno dopo aver superato Amazon. 

Bloomberg riporta che le azioni del produttore di chip valgono ora 1,83 trilioni di dollari , battendo, anche se di poco, la capitalizzazione di mercato di 1,82 dollari della holding a cui fa capo Google. Tutto ciò rende Nvidia la quarta azienda con maggiore capitalizzazione al mondo dopo Microsoft (3,04 trilioni di dollari), Apple (2,84 trilioni di dollari) e Saudi Aramco.

La quotazione di Nvidia è il segno di quanto sia forte la domanda di chip in grado di gestire l’intelligenza artificiale all’avanguardia, nonché dell’interesse degli investitori per le aziende che producono semiconduttori.

fabio ricceri

Le azioni di Nvidia sono aumentate di oltre il 246% negli ultimi 12 mesi a causa della forte domanda per i suoi chip AI per server che possono costare più di 20 mila dollari ciascuno, che aziende come Microsoft, OpenAI e Meta acquistano a migliaia per prodotti come ChatGPT e Copilot. Motivo per cui l’azienda si sta affermando come attore chiave nella rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale generativa, anche se progetta semplicemente i suoi chip che poi vengono prodotti da realtà come TSMC a Taiwan e Samsung in Corea del Sud.

Più in generale, si prevede che il mercato dei chip AI esploderà nei prossimi dieci anni, passando da 29 miliardi di dollari nel 2023 a quasi 260 miliardi di dollari nel 2033, con un aumento di quasi nove volte il valore dello scorso anno.

Da Google 25 milioni di euro per colmare lo skill shortage sull’AI in Europa

Google ha annunciato l’intenzione di lanciare un fondo di sostegno di 25 milioni di euro per aiutare a sostenere la formazione dei cittadini europei nel campo dell’Intelligenza Artificiale (AI).

L’iniziativa AI Opportunity Initiative for Europe ha l’obiettivo di contribuire a fornire formazione affinché le persone possano cogliere le opportunità offerte da questo settore in un momento in cui l’area economica europea sarà l’apripista nello sfruttamento dell’Intelligenza Artificiale per motivi commerciali.

L’azienda di Mountain View ha dichiarato che sta lavorando a questa iniziativa insieme ai governi dell’Unione Europea, alla società civile, al mondo accademico e alle imprese per fornire una formazione avanzata sull’intelligenza artificiale alle startup locali, con particolare attenzione alle comunità vulnerabili.

Circa 10 milioni di euro saranno destinati a fornire ai lavoratori le competenze necessarie per evitare di rimanere indietro e nelle intenzioni del gigante della tecnologia c’è la volontà di bissare un’analoga iniziativa di successo lanciata nel 2015, denominata Grow with Google, che offriva formazione gratuita per contribuire a colmare il divario di competenze digitali nell’UE.

Illegali negli Usa le chiamate robotizzate con voci generate dall’AI

La FCC americana, la Commissione federale per le comunicazioni ha appena messo fuori legge le robocall, ovvero le chiamate robotizzate che contengono voci generate dall’Intelligenza Artificiale,  ai sensi del Telephone Consumer Protection Act, una legge del 1991 che limita limita l’uso di messaggi vocali artificiali o preregistrati a meno che non abbiano il consenso del destinatario della telefonata. La legge è stata approvata 30 anni fa per cercare di limitare i robocall, ma non si applica alle chiamate che non sono fatte per scopi commerciali. Nella decisione di oggi la FCC ha stabilito che rientra nel divieto anche l’uso delle attuali tecnologie di AI che generano voci umane.

L’annuncio arriva a poche settimane di distanza da una serie di telefonate automatizzate che hanno preso di mira gli elettori del New Hampshire, nelle quali una voce che simulava quella del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden li invitava a non votare, potendo in questo modo interferire con le elezioni primarie e presidenziali del 2024.

Il regolamento approvato oggi autorizza la FCC a multare con effetto immediato le aziende che utilizzano le voci generate dall’AI nelle loro chiamate e anche a bloccare i fornitori di servizi che le inoltrano. Secondo la FCC, inoltre, questa decisione consentirebbe ai destinatari della chiamata di avere uno strumento per avviare azioni legali e potenzialmente recuperare fino a 1.500 dollari di danni per ogni chiamata indesiderata, e fornirebbe ai Procuratori Generali dei singoli Stati stato un meccanismo legale per intervenire e comminare multe che possono arrivare fino a 23 mila dollari per chiamata.

La presidente dell’agenzia, Jessica Rosenworcel, ha affermato che in questo modo la FCC vuole limitare la minaccia concreta dell’utilizzo di voci generate dall’Intelligenza Artificiale nelle chiamate robotizzate non solo per disinformare gli elettori, ma anche per impersonare celebrità e o di membri della famiglia con lo scopo di truffare o carpire la buona fede dei cittadini.

L’Intelligenza Artificiale legge Epicuro. Decifrati i papiri carbonizzati di Ercolano

Nel 79 d.C. un boato improvviso interruppe lo scorrere quotidiano della vita alle falde del Vesuvio. Una colonna di materiale vulcanico si elevò fino a raggiungere i 14 km di altezza rilasciando una pioggia di lapilli e pomici che, mossa dal vento, iniziò a depositarsi su Pompei e sui vicini centri abitati. Ercolano fu investita dapprima da nubi ardenti con una temperatura di circa 400° che viaggiavano ad una velocità di oltre 80 km orari e poi da colate di fango che seppellirono la città sotto una coltre di circa 20 metri di materiale vulcanico.

A rimanere sepolta fu anche una villa che ospitava al suo interno una grande biblioteca di rotoli di papiro che, grazie alle altissime temperature raggiunte, combinate poi con l’assenza di ossigeno, sono rimasti carbonizzati ma anche preservati dal deterioramento. Scoperti negli scavi del 1752 sono però rimasti illegibili fino ad ora proprio perché impossibili da srotolare senza distruggerli.

Ora invece un team internazionale di ricercatori, grazie all’Intelligenza Artificiale, è riuscito a rivelare parte del contenuto di uno dei papiri un software per srotolare virtualmente i papiri, utilizzando immagini tridimensionali di tomografia computerizzata. Si tratta di Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger, che hanno sfruttato uno strumento chiamato ThaumatoAnakalyptor che permette di rilevare gli strati accartocciati presenti nella scansione 3D del rotolo fatta coi raggi X, permettendo così di srotolarli.

I brani decifrati sono 11 colonne di testo, per un totale di oltre 2mila caratteri che parlano di musica, cibo e, in generale, di piacere, che farebbero pensare a parole del filosofo greco Filodemo, un seguace di Epicuro che visse nella villa di Ercolano che ospitava i rotoli di papiro.

Si tratta di un fatto entusiasmante, non tanto per il testo in se, quanto per le possibilità che questa nuova tecnica apre agli studiosi per decifrare le centinaia di rotoli di papiro di Ercolano sigillati ancora da leggere e che potrebbero celare opere considerate perdute.

L’intelligenza artificiale nel settore pubblicitario: le strategie di WPP e Publicis

Wpp ha dichiarato di voler spendere circa 250 milioni di sterline (318 milioni di dollari) all’anno per investire in nuove tecnologie per la messa a punto di tecnologie proprietarie nell’ambito dell’intelligenza artificiale e dell’analisi dei dati.

“L’intelligenza artificiale sta trasformando il nostro settore e noi la vediamo come un’opportunità e non come una minaccia. Crediamo fermamente che rafforzerà e non sostituirà la creatività umana», ha affermato il Ceo Mark Read in relazione al piano di investimenti pianificato nel settore. 

Stiamo già fornendo ai nostri dipendenti strumenti basati sull’intelligenza artificiale per aumentare le loro competenze, produrre lavoro in modo più efficiente e migliorare le prestazioni dei media” continua Read riferendosi a WPP Open, la piattaforma tecnologica di intelligenza artificiale proprietaria, già oggi utilizzata da oltre 28.000 persone nel gruppo e adottata anche da alcune importanti clienti come L’Oréal e Nestlé.

La notizia segue un annuncio simile da parte del gruppo Publicis che ha dichiarato che investirà 300 milioni di euro (327 milioni di dollari) nei prossimi tre anni sull’intelligenza artificiale, di cui 100 milioni di euro nel 2024, poiché la nuova tecnologia sarà sempre più utilizzata nel settore pubblicitario.

Gli investimenti saranno suddivisi equamente per potenziare l’area tecnologia, licenze, software e infrastruttura cloud, e l’area risorse umane, attraverso il miglioramento delle competenze dei dipendenti e con nuove assunzioni mirate. Publicis ha dichiarato a tale proposito che trarrà vantaggio dai 2,3 miliardi di profili di dati individuali di sua proprietà per addestrare la sua piattaforma tecnologica Core AI, per personalizzare le campagne, prevederne l’impatto e adattare il pubblico target in tempo reale, soprattutto in vista del passaggio ad un approccio cookieless e in favore di un modello basato su dati proprietari di prima parte.

Meloni a Tokyo: l’Intelligenza Artificiale al centro dell’agenda italiana del G7

La presidente del Consiglio si trova nel paese nipponico per il passaggio di consegne tra la presidenza giapponese del G7 e quella italiana. L’incontro bilaterale è stato anche l’occasione per approfondire non solo le questioni legate alla cooperazione internazionale ma anche temi come l’Intelligenza artificiale e le sue applicazioni.

Un tema quello dell’Intelligenza Artificiale lanciato dal G7 di Hiroshima sul quale la premier ha rilasciato un’ampia intervista al quotidiano Yomiuri Shimbun durante la quale ha spiegato come la Presidenza giapponese del G7 abbia fatto “un lavoro straordinario per attirare l’attenzione su una tecnologia che può generare grandi opportunità ma può anche nascondere enormi rischi per le nostre società. I sistemi di IA generativa possono avere un impatto decisivo sul mondo del lavoro, dell’informazione, sugli equilibri globali e sulla nostra sicurezza. La Dichiarazione di Hiroshima sull’AI è di importanza cruciale in questo contesto, in quanto afferma la necessità di adottare principi guida e un codice di condotta per le aziende che sviluppano intelligenza artificiale”.

Da parte italiana, continua la premier, “svilupperemo ulteriormente questo lavoro per garantire che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, tenendo conto dei principi etici fondamentali dell’umanità. Siamo anche di fronte alla possibilità concreta che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite dagli algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo all’aumento del divario tra ricchi e poveri, potenzialmente cancellando la classe media”.

Per questo motivo, spiega Meloni, è intenzione dell’Italia di focalizzare l’attenzione dei Paesi partner sull’impatto dell’AI sul mondo del lavoro, coinvolgendo non solo le aziende ma anche la società civile e i sindacati per dare risposte a quello che è un rischio molto concreto per i lavoratori.

Per quanto riguarda l’impatto politico dell’Intelligenza Artificiale e le fake news che questa tecnologia è in grado di generare, Meloni sostiene che “si tratta di un problema molto attuale che si sta diffondendo ovunque a grande velocità, con impatti che vanno dalla polarizzazione interna delle nostre società all’interferenza nelle elezioni e nei processi democratici. Le false informazioni sono una parte importante della guerra ibrida, che mette a rischio la coesione delle nostre democrazie. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio, contrastando gli attacchi e le interferenze esterne e garantendo allo stesso tempo la libertà di espressione, che è un pilastro fondamentale delle nostre democrazie” auspicando poi che la politica, grazie al lavoro congiunto in sedi come il G7, possa essere in grado di  combinare soluzioni tecniche e strumenti normativi adeguati alla portata della sfida.

Parlando poi in termini più ampi in qualità di Presidente del G7, oltre al Vertice che si terrà nella Regione Puglia il 13-15 giugno, Meloni ha sottolineato come la Presidenza italiana intenda affrontare, oltre all’AI anche temi come la situazione in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente e le relazioni con i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti.

L’Italia ha concluso poi la Premier concentrerà i propri sforzi anche su temi chiave come le migrazioni, il clima, la salute globale, la sicurezza energetica, la sicurezza alimentare e le sfide derivanti dall’invecchiamento della popolazione.

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