Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Autore: Redazione Pagina 4 di 53

Amazon spara in orbita la sfida: Project Kuiper punta 27 satelliti contro Starlink

Nel teatro sempre più affollato dell’internet satellitare, Amazon accende i motori e si prepara a lanciare il suo guanto di sfida contro SpaceX. Mercoledì sera, dal pad di Cape Canaveral, 27 satelliti della costellazione Kuiper prenderanno il volo a bordo di un razzo Atlas V della United Launch Alliance, la joint venture tra Boeing e Lockheed Martin. Non si tratta più di test o prove tecniche di trasmissione: questa è la prima vera infornata operativa, quella che segna il passaggio dal laboratorio all’arena commerciale.

Il battesimo del fuoco segue il volo di due prototipi messi in orbita lo scorso anno, piccoli precursori lanciati per testare le fondamenta della rete Kuiper. Adesso si fa sul serio. I satelliti sono destinati a diventare le prime pedine concrete nella gigantesca scacchiera cosmica dove Amazon ambisce a posizionare oltre 3.200 unità. Obiettivo? Copertura internet globale, low-latency e a banda larga, in una guerra fredda dello spazio che si combatte a colpi di gigabit, orbite basse e frequenze radio.

La Mossa di Trump sull’AI: Carbone o Energia Pulita?

Un capitolo piuttosto inusuale si è appena aggiunto al dibattito sull’energia per l’intelligenza artificiale (AI) negli Stati Uniti. Il giorno prima che diversi leader tecnologici di spicco fossero convocati al Congresso per discutere come ottenere più energia per l’industria dell’AI in forte crescita, il presidente Donald Trump ha preso una decisione audace per affrontare la crisi firmando un ordine esecutivo volto a rilanciare la produzione di carbone. L’ordine, facente parte di un pacchetto di iniziative più ampio pensato per rilanciare l’industria del carbone americana, cerca di rispondere alle crescenti necessità energetiche dei centri di elaborazione dati per l’AI, facendo affidamento su quelle che Trump ha definito le “belle risorse di carbone pulito” degli Stati Uniti.

L’ordine firmato da Trump, che affronta specificamente le esigenze energetiche dell’AI, incarica i Dipartimenti del Commercio, dell’Energia e degli Interni di condurre studi per determinare se le infrastrutture alimentate a carbone possano supportare i centri di dati per l’AI. Con l’AI destinata a diventare una forza onnipresente in tutto, dalla sicurezza nazionale alle attività quotidiane, la questione di come alimentare i vasti e affamati di energia centri di elaborazione dati che sostengono queste tecnologie è diventata centrale. Il problema è innegabile: l’AI richiederà più energia che mai, e l’industria tecnologica è alla ricerca di soluzioni per soddisfare tale domanda.

Trump fa marcia indietro sui chip Nvidia in Cina: la politica estera ora si decide a cena a Mar a Lago

Donald Trump, il maestro del colpo di teatro e delle trattative condite da bistecche ben cotte a Mar-a-Lago, ha appena riscritto il copione della geopolitica tecnologica globale. Secondo un’esclusiva riportata da NPR, l’ex Presidente e probabile futuro candidato ha deciso di sospendere le nuove restrizioni sui chip AI venduti da Nvidia alla Cina, dopo un tête-à-tête serale con l’AD Jensen Huang, noto più per il suo giubbotto di pelle che per l’amore verso la diplomazia.

La vicenda ha i tratti di un western high-tech, dove le sanzioni USA, ideate per bloccare il progresso dell’IA cinese, vengono messe in pausa non da un consiglio di sicurezza o da un’analisi strategica del Pentagono, ma da una conversazione informale con un CEO. Huang avrebbe promesso a Trump “significativi investimenti” in data center di nuova generazione negli Stati Uniti, ovviamente a condizione di mantenere aperto l’accesso al lucroso mercato cinese. D’altronde, Huang non è nuovo ai giochi di equilibrio geopolitici: Nvidia vende chip avanzatissimi che fanno gola a entrambi i lati del Pacifico.

Google Docs podcast, vuole che la tua bozza parli da sola, letteralmente

Nel panorama già sovraffollato delle intelligenze artificiali che vogliono “aiutarti” a lavorare meglio, Google ha appena rilanciato con una mossa che mescola tecnologia avanzata e un pizzico di follia da Silicon Valley: podcast generati dall’IA dentro Google Docs. Sì, hai capito bene. Ora, se volevi ascoltare due voci robotiche discutere del tuo report trimestrale prima che tu lo mandi al capo, Google ha deciso che ne avevi bisogno, anche se non lo sapevi.

La novità rientra nel pacchetto di aggiornamenti Gemini per le Workspace apps. Un’ondata di funzionalità AI che promette di rivoluzionare – o complicare ulteriormente – il nostro modo di scrivere, analizzare e presentare contenuti. Tutto, ovviamente, sotto il mantra onnipresente: “con Gemini al centro”.

Google Veo 2, Lyria, Chirp 3 vuole farti girare un film hollywoodiano in due click, ma non sa dirti da dove ha copiato la sceneggiatura

Google ha appena alzato l’asticella dell’illusionismo AI. Con l’ultima evoluzione di Veo 2, il suo modello video generativo, promette che chiunque dallo stagista al regista frustrato potrà produrre contenuti “cinematografici” degni di un trailer Marvel, senza nemmeno sporcare le mani con una telecamera vera. L’update arriva tramite la piattaforma Vertex AI e spalma le novità anche su Imagen 3 per le immagini e su Lyria e Chirp 3 per musica e voce. Ma dietro le luci della ribalta c’è il solito dilemma: chi sta veramente scrivendo questa nuova grammatica visiva e sonora?

Il cuore dell’dell’aggiornamento di Veo 2 pulsa attorno a due concetti presi in prestito da Photoshop ma portati in video: inpainting e outpainting. Il primo cancella elementi indesiderati da una clip — loghi, sfondi fuori luogo, o dettagli che potrebbero ricordarti che la realtà è meno perfetta di un feed Instagram. L’outpainting invece espande il frame, aggiungendo porzioni di video create artificialmente, in modo coerente con la scena. Una specie di Photoshop Motion per video, con la mano invisibile dell’AI che completa lo spazio vuoto come se fosse un assistente di Kubrick.

YouTube con il No Fakes Act vuole fare il poliziotto buono dell’IA, ma chi tiene le chiavi della prigione?

Nel solito balletto bipartisan che unisce i due mondi inconciliabili del Congresso americano — democrazia e spettacolo — i senatori Chris Coons (Democratico del Delaware) e Marsha Blackburn (Repubblicana del Tennessee) rispolverano per la terza volta il loro giocattolino legislativo chiamato NO FAKES Act. Un acronimo tanto ridicolo quanto pretenzioso, che dovrebbe tutelare volti, voci e nomi dei poveri esseri umani — o meglio, delle loro versioni sintetiche generate dall’intelligenza artificiale. Una specie di diritto d’autore applicato alla carne e ossa, o a quel poco che ne resta online.

La novità rispetto alle versioni 2023 e 2024? Questa volta YouTube si è infilata nel party con tanto di vestito buono, appoggiando pubblicamente la proposta. Secondo la piattaforma di Google, il disegno di legge avrebbe finalmente trovato “il modo giusto per bilanciare protezione e innovazione”: tradotto, significa che il potere di segnalare contenuti AI considerati “inappropriati” passa direttamente all’utente coinvolto. L’illusione perfetta della democrazia digitale: sei tu a decidere, certo, ma entro i limiti che stabiliamo noi.

Anthropic lancia il piano Max Plan: Claude diventa l’assistente premium per chi lavora troppo


https://www.anthropic.com/news/max-plan

Certo, puoi continuare a fare miracoli con Claude a 20 dollari al mese, ma solo fino a quando non finisci il fiato. O meglio, i token. Perché quando ti accorgi che l’AI che hai integrato nella tua giornata lavorativa inizia a tossire e a rallentare, allora forse sei diventato quella categoria: il power user. E per te, oggi, c’è un nuovo girone: il Max Plan.

Anthropic lo ha annunciato con la consueta sobrietà californiana, ma il sottotesto è chiarissimo: se usi Claude come se fosse un collega full-time, ora puoi pagarlo come tale. Cento dollari al mese per cinque volte le risorse del piano Pro. Duecento dollari per venti volte tanto. Chiaro, no?

Scott White, il solito volto sorridente della product strategy di Anthropic, lo dice senza troppe circonlocuzioni: “abbiamo creato Max perché ci sono utenti che stanno facendo tutto il loro lavoro dentro Claude. Tutto.” E qui ci si avvicina sempre di più all’assistente personale definitivo, quello che scrive, corregge, programma, sintetizza, progetta e magari, un giorno, vota al posto tuo.

Nvidia sotto assedio: corsa cinese da 16 miliardi prima del prossimo ban USA

In questa tragicommedia geopolitica che chiamiamo tech war, l’ultimo atto ha per protagonisti Nvidia, Washington e una Cina che non solo non vuole restare indietro, ma rilancia pesante, e in contanti. Secondo The Information, l’annuncio (o meglio: il sentore) di un possibile divieto USA sui chip H20 di Nvidia sviluppati appositamente per rispettare le restrizioni precedenti e vendibili solo in versione “castrata” al mercato cinese –ha scatenato una valanga di ordini da parte delle big tech cinesi.

Parliamo di 16 miliardi di dollari, e no, non è un refuso.Il paradosso qui è perfettamente americano: nel tentativo di soffocare la capacità di calcolo cinese, la Casa Bianca potrebbe aver generato una domanda isterica anticipata che arricchisce Nvidia ben oltre le sue aspettative trimestrali.

Armi Autonome Sotto la Lente: Un Nuovo Approccio per Valutarne i Rischi a Livello Globale

Società Digitale esplora temi legati alla governance, alle trasformazioni, agli ecosistemi e agli sviluppi della tecnologia digitale, analizzando le loro ripercussioni sulla società. La rivista incoraggia indagini approfondite, valutazioni critiche e raccomandazioni basate sui principi di una solida ricerca accademica, indipendentemente dall’approccio disciplinare adottato. Particolare attenzione è riservata ai contributi che si inseriscono nelle quattro Aree Tematiche principali.

A Risk-Based Regulatory Approach To Autonomous Weapon Systems

Open access Pubblicato: 03 Aprile 2025 di Alexander BlanchardClaudio NovelliLuciano Floridi & Mariarosaria Taddeo

La regolamentazione internazionale dei sistemi d’arma autonomi (AWS) sta emergendo sempre più come un esercizio di gestione del rischio. Tuttavia, un elemento cruciale per far avanzare il dibattito globale è la mancanza di un quadro di riferimento condiviso per valutare i rischi intrinseci a queste tecnologie militari.

Un recente studio propone una struttura innovativa per l’analisi e la regolamentazione dei rischi degli AWS, adattando un modello qualitativo ispirato al Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Questa metodologia esamina le complesse interazioni tra fattori chiave di rischio – determinanti, fattori trainanti e tipologie – per stimare l’entità del rischio associato agli AWS e stabilire soglie di tolleranza attraverso una matrice di rischio. Tale matrice integra la probabilità e la gravità degli eventi, arricchita dalla conoscenza di base disponibile.

La ricerca sottolinea che le valutazioni del rischio e i conseguenti livelli di tolleranza non dovrebbero essere determinati unilateralmente, ma attraverso la deliberazione in un forum multistakeholder che coinvolga la comunità internazionale. Tuttavia, gli autori evidenziano la complessità di definire una “comunità globale” ai fini della valutazione del rischio e della legittimazione normativa, un compito particolarmente arduo a livello internazionale.

Microsoft apre il sipario su Copilot Vision: l’assistente AI ora vede tutto (anche troppo)

Microsoft ha appena fatto un altro passo deciso nella sua marcia verso un futuro sempre più assistito dall’intelligenza artificiale, lanciando in beta test una nuova versione del suo assistente Copilot per Windows che potremmo tranquillamente ribattezzare “l’occhio di Sauron” in versione corporate. Copilot Vision, inizialmente limitato al browser Edge, ora può accedere a qualsiasi applicazione o area del tuo desktop, trasformandosi in una sorta di coach virtuale sempre pronto a intervenire — che tu stia editando una foto in Photoshop, esplorando Minecraft o cercando di montare un video su Clipchamp senza impazzire.

Nel migliore dei casi, sembra una versione migliorata di Clippy dopo un ciclo di steroidi digitali. Nel peggiore, è un’ulteriore inchiodatura del chiodo sulla bara della privacy utente.

Il concetto è semplice: Copilot Vision si comporta come un osservatore silenzioso e intelligente che può evidenziare parti dello schermo, suggerire azioni contestuali, guidarti nell’uso di strumenti complessi, e analizzare contenuti visualizzati in tempo reale — immagini, siti web o documenti. Durante un test alla festa per i 50 anni di Microsoft, alcuni giornalisti hanno potuto giocare a Minecraft con l’assistente AI che suggeriva strategie e ottimizzava le impostazioni video senza battere ciglio. Praticamente un gamer invisibile che ti backseatta meglio del tuo amico nerd di fiducia.

Google svela Ironwood: il TPU di settima generazione che sfida Nvidia nel regno dell’AI

Nel panorama tecnologico odierno, l’intelligenza artificiale è la protagonista indiscussa, e Google non perde occasione per ribadire la sua presenza. Il 9 aprile 2025, durante il Google Cloud Next 25, l’azienda ha presentato Ironwood, il suo settimo Tensor Processing Unit (TPU), progettato specificamente per l’inferenza nell’AI. ​

Ironwood rappresenta un’evoluzione significativa rispetto ai suoi predecessori, integrando funzionalità precedentemente separate e offrendo miglioramenti sostanziali in termini di memoria e efficienza energetica. Secondo Amin Vahdat, vicepresidente di Google, il chip offre il doppio delle prestazioni per watt rispetto al modello Trillium dell’anno scorso. ​

Samsung e Google: la partnership che trasforma Ballie in un maggiordomo AI

Nel panorama tecnologico odierno, dove l’innovazione è spesso sinonimo di effimero, Samsung e Google annunciano una collaborazione che promette di ridefinire il concetto di assistente domestico. Il protagonista di questa rivoluzione è Ballie, il robot sferico di Samsung, ora potenziato dall’intelligenza artificiale Gemini di Google.

Presentato per la prima volta al CES 2020, Ballie sembrava destinato a rimanere un esercizio di stile, un gadget più vicino a un giocattolo che a un vero assistente domestico. Tuttavia, con l’integrazione di Gemini, Ballie si prepara a diventare il maggiordomo digitale che molti hanno solo sognato. Questa collaborazione sfrutta le capacità multimodali di Gemini, permettendo a Ballie di comprendere e rispondere a comandi vocali, interpretare immagini e adattarsi dinamicamente all’ambiente domestico.

TSMC sotto accusa: multa da un miliardo per chip finiti nei circuiti di Huawei

TSMC, il colosso taiwanese della produzione di semiconduttori che tiene letteralmente in pugno la supply chain globale dell’innovazione, potrebbe dover sborsare oltre un miliardo di dollari per risolvere una scomoda indagine statunitense sul controllo delle esportazioni. Il motivo? Un chip fabbricato su commessa di Sophgo, società cinese apparentemente innocua, che però sarebbe finito nel cuore pulsante dell’Ascend 910B, l’ambizioso processore AI di Huawei, attualmente il simbolo della corsa cinese all’autosufficienza tecnologica.

Il Dipartimento del Commercio americano, che ormai fa più il lavoro dell’NSA che della burocrazia industriale, sta scavando nella vicenda da mesi. Secondo fonti riservate, tutto parte da una progettazione firmata Sophgo, trasformata da TSMC in circa tre milioni di chip. Peccato che il risultato finale, identico nei minimi dettagli, sia stato rinvenuto nel cuore della 910B, proprio quel chip made-in-Huawei che doveva essere impossibile da realizzare senza violare le sanzioni USA. Un déjà vu che ha fatto suonare più di un campanello d’allarme a Washington.

Alibaba lancia l’ultima sfida nel mercato globale dell’IA con i modelli Qwen

Alibaba Cloud ha recentemente annunciato un significativo potenziamento delle sue offerte di intelligenza artificiale per i clienti internazionali, presentando nuovi modelli e strumenti avanzati durante l’evento Spring Launch 2025. Questa mossa strategica evidenzia l’ambizione di Alibaba di consolidare la sua presenza nel mercato globale dell’IA, sfidando direttamente i colossi occidentali del settore.​

Al centro di questa iniziativa c’è l’espansione dell’accesso ai modelli linguistici avanzati della serie Qwen. Tra questi spiccano Qwen-Max, un modello su larga scala basato su una struttura Mixture of Experts (MoE), QwQ-Plus, focalizzato sul ragionamento, QVQ-Max, specializzato nel ragionamento visivo, e Qwen2.5-Omni-7B, un modello multimodale end-to-end. Questi modelli sono ora disponibili attraverso le zone di disponibilità di Alibaba Cloud a Singapore, offrendo ai clienti internazionali strumenti potenti per l’analisi dei dati, l’automazione e la creazione di contenuti. ​

Exodus strategica: il cervello di OpenAI Bob McGrew si sposta su Thinking Machine Labs

Quando i top player iniziano a cambiare casacca, non è mai solo una questione di stipendio o titolo. È una dichiarazione d’intenti, uno spostamento tettonico sotto la superficie dell’industria AI. Bob McGrew, ex Chief Research Officer di OpenAI, ha deciso di passare al “lato oscuro” – o meglio, al lato ancora tutto da definire – unendosi a Mira Murati nella sua nuova creatura: Thinking Machine Labs.

McGrew non è l’ultimo arrivato: ha messo piede in OpenAI nel 2017, quando l’azienda era ancora un’idea fresca, appena uscita dall’incubatrice visionaria di Altman & co. Da lì ha scalato l’organigramma, lavorando in prima linea sull’evoluzione dei modelli linguistici che oggi vengono spacciati come intelligenza. Uno che, insomma, ha avuto accesso al motore e ai segreti dell’astronave, non solo al cruscotto.

Amazon Nova Sonic e Nova Reel 1.1: un modello di intelligenza artificiale di nuova generazione per la creazione di applicazioni e agenti vocali e clip di 2 minuti

Mentre il mondo tech è distratto dai duelli OpenAI-Google, Amazon alza il dito quello con l’anello di Jeff Bezos, probabilmente e dice: “ci siamo anche noi”. Questa settimana ha messo in vetrina un paio di nuove chicche AI: un modello vocale conversazionale chiamato Nova Sonic e una versione aggiornata del suo generatore video, Nova Reel 1.1. Due nomi che sembrano usciti da un catalogo di oggetti per viaggi interstellari, ma che hanno dietro un chiaro messaggio: Amazon non vuole più giocare in difesa.

Trump, big tech e l’intelligenza artificiale: Pew Research Center chi guida davvero il futuro quando nessuno si fida?

In un’America già polarizzata su tutto — dalla pizza con l’ananas ai diritti civili ci mancava l’Intelligenza Artificiale a gettare un altro secchio di benzina su un falò che nessuno controlla. L’ultimo studio del Pew Research Center è il termometro perfetto di questa febbre culturale: oltre 1.000 esperti AI da un lato, più di 5.000 comuni cittadini dall’altro. Gli uni pieni di speranza, gli altri col collo rigido dal continuo guardarsi le spalle.

Per gli addetti ai lavori, l’AI sarà manna dal cielo: migliorerà i loro lavori, li renderà più produttivi, li solleverà dalle incombenze inutili. Insomma, il sogno di ogni ingegnere affetto da burnout. Ma per l’americano medio? L’AI è lo spettro del licenziamento, della disinformazione, del controllo sociale. Solo un quarto della popolazione pensa che ne trarrà beneficio. E francamente, chi può biasimarli?

Shopify alza la voce: se il tuo lavoro può essere fatto da un’AI, non serve più che lo faccia tu

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Tobi Lutke, CEO di Shopify, ha deciso che è finita l’era dei “finti busy”. Basta con le task ridondanti, le scartoffie digitali e le scuse comode. Se sei un dipendente e vuoi chiedere budget, risorse, o semplicemente continuare a giustificare il tuo posto di lavoro, dovrai dimostrare –con prove solide che l’AI non può farlo al posto tuo.

In caso contrario, il messaggio è chiaro: sei rimpiazzabile. Niente giri di parole. Lutke ha messo nero su bianco che “utilizzare l’intelligenza artificiale in modo efficace è ormai un’aspettativa fondamentale per tutti in Shopify”.

Google reinventa la cultura: podcast AI per riscoprire i tesori dell’umanità

Nel panorama tecnologico odierno, dove l’intelligenza artificiale sembra essere la panacea per ogni problema, Google ha deciso di applicarla anche al mondo dell’arte e della cultura. Recentemente, Google Arts & Culture ha introdotto una funzione sperimentale che utilizza Gemini, il suo modello AI, per creare “episodi audio approfonditi” su artefatti culturali selezionati. In altre parole, ora possiamo ascoltare podcast generati dall’AI che ci raccontano storie su orsi bruni e ceramiche cinesi antiche.​

Secondo il blog ufficiale di Google, questa funzione permette di apprendere, ad esempio, che l’orso bruno, tecnicamente un carnivoro, ottiene circa il 90% della sua dieta dalle piante. Oppure, possiamo seguire il viaggio della ceramica cinese antica attraverso l’Eurasia tramite l’audio. Un modo innovativo per trasformare il tempo trascorso nel traffico o sul divano in un’esplorazione culturale. ​blog.google

Gemini live: video e screensharing arrivano su Pixel 9 e Galaxy S25

C’è qualcosa di vagamente distopico ma irresistibilmente seducente nell’idea che un’intelligenza artificiale possa guardare quello che stiamo guardando e dirci in tempo reale cosa stiamo vedendo, consigliarci cosa comprare o addirittura dirci se quel pesce nell’acquario è un tetra o un guppy. Non è fantascienza, è il nuovo giocattolo di Google: Gemini Live. E adesso è ufficialmente in rollout, a partire da due flagship che sembrano nati per ospitare un futuro da Black Mirror: il Pixel 9 e il Galaxy S25.

L’annuncio arriva tra le righe, senza fanfare da keynote, ma con la fredda efficienza di un update che cambia le carte in tavola. Gemini Live, l’interfaccia “live” dell’ecosistema Gemini, ora consente non solo di attivare la videocamera e farsi assistere visivamente dall’AI, ma anche di condividere lo schermo del proprio smartphone. E il tutto con una naturalezza che nasconde un’enorme complessità infrastrutturale sotto il cofano. Basta un tap per passare da “scatto la foto al pesce” a “consigliami un nuovo outfit su Zalando”, con la stessa voce pacata e infallibile che ti aiuta a scrivere un’email o sintetizza una riunione su Meet.

Google prova a sedurti con NotebookLM anche su mobile, ma è solo l’ennesimo esperimento che non sa dove andare

Google ha pubblicato un aggiornamento che sa di teaser e poco più: NotebookLM, il tool di intelligenza artificiale per prendere appunti, digestare documenti e persino sputarti fuori dei podcast generati da IA, si sta preparando a sbarcare sui dispositivi mobili. Finora confinato all’esperienza browser su desktop probabilmente in una di quelle interfacce stilisticamente discutibili a metà tra Google Docs e un clone zoppo di Notion — il servizio ora cerca una nuova vita in formato app. Era ora, direbbe chiunque abbia provato a usare NotebookLM da un telefono con la stessa fluidità con cui si cerca di scrivere un saggio su un post-it.

Siri e l’incidente imbarazzante che ha portato un giornalista nel cuore di un attacco militare segreto

The Guardian. Quando un assistente vocale si trasforma in un infiltrato involontario in una chat riservata su un attacco militare, si capisce che siamo ufficialmente entrati nell’era del digital far west. La notizia, rivelata da The Guardian, ha del grottesco ma anche del profetico: Jeffrey Goldberg, direttore dell’Atlantic, è stato aggiunto per errore in un gruppo Signal dove si discuteva, con una certa urgenza, di un’operazione militare imminente in Yemen. Un incidente che non ha nulla a che vedere con hacker, spionaggio internazionale o whistleblower: la colpa è (pare) di Siri.

Guerra dei dazi: la mossa di Trump colpisce Apple, ma Luxshare si difende

Nel grande teatro della geopolitica industriale, Trump torna a calcare il palcoscenico con la delicatezza di un elefante in un negozio di porcellane. Il suo ultimo atto? Un’imposizione di dazi del 34% sulla Cina, con appendici velenose del 46% sul Vietnam e del 26% sull’India. Una mossa che fa tremare le vene ai polsi del mondo tech, ma a Shenzhen, qualcuno sembra aver letto il copione in anticipo. Luxshare Precision Industry, pezzo da novanta della catena di montaggio di Apple, ha già incassato il colpo – almeno sulla carta – e risponde con sangue freddo e manuale di risk management sotto braccio.

Il messaggio, veicolato attraverso le pagine della Shanghai Securities News, è chiaro: “Ci siamo preparati”. Tradotto: diversificazione del portafoglio clienti, decentralizzazione delle operazioni produttive e investimenti muscolari nell’innovazione autonoma delle tecnologie core. In sostanza, Luxshare ha smesso da tempo di mettere tutte le uova nel cesto della Mela.

HAI Stanford AI Index 2025

L’ascesa dell’AI: Tra Innovazione, Sfide e Opportunità

L’intelligenza artificiale ha compiuto progressi straordinari negli ultimi anni, con performance che continuano a migliorare in modo esponenziale. Il 2023 ha visto il lancio di nuovi benchmark come MMMU, GPQA e SWE-bench, che hanno spinto le capacità dei modelli AI verso limiti mai esplorati prima. A distanza di un anno, i risultati sono stati sorprendenti: i punteggi su questi benchmark sono aumentati rispettivamente del 18,8%, 48,9% e 67,3%. Non solo in ambito teorico, ma anche nel mondo pratico, l’AI ha raggiunto traguardi straordinari, come la generazione di video di alta qualità e la capacità di agenti basati su modelli linguistici di superare umani in compiti di programmazione con tempi limitati.

OpenAI e Jony Ive: una collaborazione che ridefinisce il futuro dei dispositivi AI

Negli ultimi mesi, il panorama tecnologico è stato scosso da una notizia che ha il sapore di una rivoluzione annunciata: Jony Ive, l’ex guru del design di Apple, ha ufficialmente confermato la sua collaborazione con Sam Altman, CEO di OpenAI, per lo sviluppo di un nuovo dispositivo hardware basato sull’intelligenza artificiale. Questa partnership, che unisce il genio del design dietro l’iPhone con la mente dietro ChatGPT, promette di ridefinire il concetto stesso di interazione uomo-macchina. ​

La genesi di questa collaborazione risale a una serie di incontri tra Ive e Altman, facilitati da Brian Chesky, CEO di Airbnb. Durante queste conversazioni, è emersa l’idea di creare un dispositivo che sfrutti le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa per offrire funzionalità ben oltre quelle dei tradizionali smartphone. Immaginate un assistente capace non solo di rispondere alle vostre domande, ma di anticipare le vostre esigenze, organizzare i vostri viaggi o persino identificare quella pianta esotica che avete fotografato durante una passeggiata. ​

prim’ordine, tra cui Tang Tan ed Evans Hankey, entrambi ex collaboratori chiave nel design dell’iPhone. Il team opera da un imponente spazio di 32.000 piedi quadrati a San Francisco, parte di un investimento immobiliare di circa 90 milioni di dollari effettuato da Ive stesso.

NAB Show 2025 Verizon si reinventa regista: 5G portatile e IA per dominare il caos degli eventi live

Verizon ha recentemente presentato al NAB Show 2025 una soluzione innovativa che promette di rivoluzionare la produzione di eventi dal vivo: un framework portatile per reti private 5G, potenziato dall’intelligenza artificiale. Questa tecnologia mira a risolvere le sfide legate alla gestione di numerosi flussi video in tempo reale, consentendo ai registi di concentrarsi sui momenti più significativi.

La struttura mobile, dotata di controllo ambientale, è basata su tecnologie avanzate di NVIDIA, tra cui NVIDIA AI Enterprise e NVIDIA Holoscan for Media. Queste soluzioni permettono una prioritizzazione intelligente dei video, gestendo efficacemente i vari feed delle telecamere e mettendo in risalto i momenti chiave. L’obiettivo è offrire una produzione dal vivo più dinamica e coinvolgente, riducendo al contempo i problemi tradizionalmente associati alla trasmissione di eventi in diretta.

Deutsche Bank: Oracle riscrive le regole del cloud

In un’epoca dove l’egemonia del cloud sembra destinata a rimanere saldamente in mano ad Amazon, Google e Microsoft, qualcuno ha dimenticato di dire a Oracle che non è il benvenuto nel club. E Oracle, da buona veterana del tech con ambizioni ancora da startup, ha deciso di ignorare l’invito, rifondare sé stessa e insinuarsi là dove gli altri si sentivano troppo comodi.

Negli ultimi anni, Oracle si è trasformata da colosso legacy del database a una delle realtà cloud più aggressive fuori dal trio delle meraviglie. Ma il vero colpo di scena è che questa metamorfosi non è stata solo marketing, slide PowerPoint e fumo per gli investitori. Secondo Deutsche Bank, Oracle sta costruendo un’infrastruttura cloud con caratteristiche uniche, in particolare nell’ambito dell’intelligenza artificiale, dove l’efficienza non è solo una voce nel bilancio ma una leva competitiva reale.

Protetto: Alibaba e la settima piccola tigre: come un esercito di ex dipendenti sta costruendo il nuovo impero dell’intelligenza artificiale in Cina

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Deepseek GRM e la via cinese all’intelligenza artificiale: meno hype, più silicio e autocritica algoritmica, Inference-Time Scaling for Generalist Reward Modeling

Nel teatro globale dell’intelligenza artificiale, dove l’Occidente gioca a fare il pavone tra press release e versioni beta a pagamento, la Cina si presenta in silenzio, con l’incedere glaciale di chi sa di avere tempo, denaro e uno Stato che tifa per te. DeepSeek, start-up fondata appena nel 2023 dal matematico-imprenditore Liang Wenfeng, è l’ultimo animale mitologico generato da questa alchimia tra capitale quantistico, ricerca universitaria e ambizione sistemica.

Con un tempismo quasi crudele per la Silicon Valley in post-sbornia da hype GPT, DeepSeek ha appena presentato un approccio innovativo alla capacità di ragionamento dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), un ambito ancora traballante nei colossi americani. L’artiglieria concettuale si chiama generative reward modelling (GRM) accoppiato a un’auto-terapia computazionale battezzata self-principled critique tuning. Se i nomi vi sembrano usciti da un laboratorio DARPA, sappiate che non siete lontani dalla realtà: si tratta di un sistema che insegna ai modelli a valutarsi da soli e premiarsi per le risposte più aderenti alla razionalità umana.

Blade Runner: il ritorno di un capolavoro profetico in versione Final Cut

Il 14 ottobre 1982, Blade Runner di Ridley Scott faceva il suo debutto nelle sale italiane, segnando un punto di svolta nella storia del cinema di fantascienza. A quasi 45 anni di distanza, il capolavoro torna sul grande schermo il 14, 15 e 16 aprile 2025 in una versione restaurata e definitiva: il Final Cut di Ridley Scott. Questa edizione, arricchita da scene ampliate ed effetti speciali inediti rispetto alla release originale, offre agli spettatori l’opportunità di immergersi nuovamente in uno dei film più iconici e influenti di sempre, un cult che ha ridefinito il genere fantascientifico con le sue atmosfere cupe, i paesaggi distopici e le profonde riflessioni sull’essenza dell’umanità.

Intel si inginocchia a TSMC: quando il re perde la corona e chiede aiuto al rivale

Il mondo dei semiconduttori, che per anni ha giocato una partita a scacchi in silenzio dietro le quinte del progresso tecnologico globale, oggi mostra le sue fratture più profonde. Secondo quanto riportato da The Information, Intel starebbe per stringere un accordo da manuale di realpolitik con il suo arcinemico TSMC, il colosso taiwanese che da anni le sta facendo mangiare polvere nella corsa alla miniaturizzazione e all’efficienza produttiva.

Il fulcro dell’accordo? Una joint venture che puzza di resa strategica mascherata da partnership. Non è la prima volta che un gigante tenta di salvarsi passando dal controllo al compromesso, ma che a farlo sia proprio Intel, la madre fondatrice del silicio moderno, fa rumore. Rumore sordo, come quello di una cassaforte che si chiude per l’ultima volta su un’eredità ormai in pezzi.

Midjourney V7: l’arte generativa entra nell’era del turbo su misura

Midjourney è tornata. Dopo quasi un anno di silenzio strategico – che sa tanto di chi lavora sodo non lo annuncia sui social – è arrivata la versione 7, e no, non è solo un update incrementale, ma un cambio di passo brutale. Una specie di “Next Level” vestito da rivoluzione silenziosa. E se stai ancora pensando all’AI come un giocattolo per nerd o artisti frustrati, V7 ti sta urlando in faccia che il gioco è cambiato.

Partiamo dal cuore della faccenda: prompt più intelligenti. E non è marketing: ora Midjourney V7 riesce a interpretare in modo molto più coerente i testi, combinandoli con immagini input, correggendo (finalmente) mani da incubo, pose assurde e oggetti fluttuanti. Il risultato? Meno incubi generati, più arte usabile. È come se l’AI avesse finalmente fatto pace con l’anatomia umana e la logica fisica.

Bill Gates condivide il “codice più figo di sempre” Altair BASIC per i 50 anni di Microsoft

Nel cinquantennale di Microsoft, Bill Gates ha fatto qualcosa che non ti aspetteresti da uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo tech: ha pubblicato un PDF di 157 pagine con il codice sorgente di Altair BASIC, il software che ha dato vita all’impero Microsoft. Per celebrare mezzo secolo di storia, ha deciso di togliere la polvere a un pezzo di codice scritto nel 1975 e lo definisce ancora oggi “il codice più figo che abbia mai scritto”. Nessuna startup oggi può vantare di aver iniziato così.

Anthropic: Le catene di pensiero mentono: quando l’AI finge di essere onesta

Da fine 2024, il concetto di reasoning model è diventato il giocattolo preferito di chi crede che l’intelligenza artificiale debba anche spiegare perché arriva a certe risposte. Finalmente, dopo anni di “black box” e risposte che sembravano arrivate per magia, i nuovi modelli come Claude 3.7 Sonnet o DeepSeek R1 raccontano passo passo il percorso che li ha portati a un output. È quello che si chiama Chain-of-Thought (CoT): una sorta di diario di bordo mentale in cui l’AI ragiona a voce alta, come il nerd in un’aula universitaria che ti spiega tutto il processo prima di darti il risultato.

OpenAI cambia rotta: arrivano O3 e O4-mini prima di GPT-5, la rivoluzione può attendere

Sam Altman ha aperto il frigorifero dell’AI e ha trovato un altro piatto da servire prima della portata principale. Con un post su X (ex-Twitter), ha spiazzato la solita truppa di evangelisti e profeti GPT annunciando che prima dell’attesissimo GPT-5 arriveranno due modelli intermedi: O3 e O4-Mini. Uscita prevista? “Tra qualche settimana”. GPT-5? “Tra qualche mese”. Una timeline tanto flessibile quanto la RAM di un LLM con deliri d’onnipotenza.

Microsoft’s 50th Anniversary: copilot diventa umano, ma resta un impiegato zelante in salsa AI

Microsoft, nel festeggiare il mezzo secolo di vita, ha deciso di sparare tutte le cartucce rimaste nel tamburo del suo assistente AI, Copilot. Una valanga di aggiornamenti lanciati tutti in una volta, come se Satya Nadella avesse detto: “Facciamolo sembrare rivoluzionario, così nessuno si accorge che stiamo rincorrendo”. E in effetti, ora Copilot non è più solo un pappagallo ben addestrato: impara, ricorda, osserva, suggerisce, crea podcast e forse – chi lo sa – torna sotto forma di Clippy, il paperclip più odiato e amato della storia dell’informatica.

Microsoft copilot vision: l’intelligenza artificiale diventa il tuo occhio digitale, in tempo reale

Il futuro dell’assistenza digitale non è più una promessa da keynote, ma una realtà che prende forma direttamente nelle mani (e sugli schermi) degli utenti. Microsoft lancia ufficialmente Copilot Vision su Windows, iOS e Android, e la narrativa cambia: l’AI smette di essere confinata al browser per invadere la nostra vita digitale con occhi elettronici pronti a interpretare il mondo visivo in tempo reale.

Non stiamo parlando della solita AI che completa frasi o risponde a domande stile enciclopedia. Qui siamo davanti a un salto concettuale. Copilot Vision, finora relegato a una funzione accessoria all’interno di Edge, esce dalla gabbia del web e si espande, diventando una lente aumentata sul reale. O quasi reale. Un assistente che, grazie alla fotocamera del tuo smartphone o al tuo desktop, può dirti se il tuo ficus sta morendo di sete o se quel divano minimalista su Pinterest starebbe bene nel tuo soggiorno. Welcome to the AI interior designer meets plant whisperer era.

Tariffe Usa, addio al de minimis: e-commerce cinese in ritirata tra panico, sconti cancellati e nuove rotte

Il sogno dorato del Made in China, sold on Amazon si sta sbriciolando sotto i colpi di nuove barriere doganali statunitensi. E questa volta non si tratta di una mossa graduale o diplomatica. È una frustata, netta e rumorosa. Con la consueta grazia da bulldozer, l’amministrazione Trump ha fatto saltare due pilastri chiave del successo dell’e-commerce cinese negli Stati Uniti: da un lato un nuovo pacchetto di dazi fino al 34%, dall’altro la fine dell’esenzione de minimis per spedizioni inferiori a 800 dollari, che fino ad oggi garantiva una via d’accesso privilegiata alla giungla americana.

La reazione è stata immediata e prevedibile: panico operativo, prezzi ritoccati, sconti strappati con violenza dalle homepage, e un’ondata di esplorazioni in territori più ospitali – Europa, Medio Oriente, e chi più ne ha più ne cerchi. Il business transfrontaliero cinese, che ha visto una crescita a doppia cifra anno su anno, toccando quota 2,63 trilioni di yuan nel 2024 (pari a 361 miliardi di dollari), sta ora facendo i conti con un brusco risveglio.

Microsoft: 50 anni di innovazione, dalla visione di Gates all’intelligenza artificiale di Nadella

“In futuro ci sarà un computer su ogni scrivania e in ogni casa”. Con questa visione audace e quasi utopistica, il 4 aprile 1975, due compagni di scuola, Bill Gates e Paul Allen, fondano Microsoft a Albuquerque, nel New Mexico. Quello che inizia come un sogno di due giovani appassionati di informatica si trasforma in una delle più grandi realtà tecnologiche del pianeta. Oggi, a 50 anni dalla sua nascita, Microsoft è un colosso con una capitalizzazione di mercato raggiunge i 2.850 miliardi di dollari (dato aggiornato al 3/4/2025), un’azienda che ha saputo evolversi, adattarsi e, soprattutto, anticipare i tempi. In vista del suo anniversario, ripercorriamo le tappe principali di un viaggio straordinario, dai primi codici per l’Altair 8800 all’attuale scommessa sull’intelligenza artificiale, senza dimenticare i manager che hanno guidato questa rivoluzione.

Cyberattacchi 2025: perché la sicurezza passiva non basta più

Negli ultimi anni, il panorama delle minacce informatiche si è evoluto a una velocità impressionante. Gli hacker affinano costantemente le loro tecniche, mentre le aziende cercano di stare al passo con difese sempre più sofisticate. Il Sophos Active Adversary Report 2025 lancia, da questo punto di vista, un segnale d’allarme chiaro: la semplice prevenzione non è più sufficiente.

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