Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Autore: Dina Pagina 6 di 32

Direttore senior IT noto per migliorare le prestazioni, contrastare sfide complesse e guidare il successo e la crescita aziendale attraverso leadership tecnologica, implementazione digitale, soluzioni innovative ed eccellenza operativa.

Con oltre 20 anni di esperienza nella Ricerca & Sviluppo e nella gestione di progetti di crescita, vanto una solida storia di successo nella progettazione ed esecuzione di strategie di trasformazione basate su dati e piani di cambiamento culturale.

Apple e la grande promessa da 500 miliardi

Lunedì, Apple ha sganciato la sua ultima bomba mediatica: “investiremo oltre 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni”. Una cifra da capogiro, almeno finché non si scende nei dettagli e si scopre che, in realtà, Apple sta semplicemente promettendo di continuare a fare quello che ha sempre fatto: operare. In pratica, l’azienda ha annunciato con grande enfasi che esisterà ancora tra quattro anni. Che sollievo.

Nel comunicato, Apple specifica che l’astronomico investimento comprende tutto: dai fornitori sparsi per gli Stati Uniti, ai dipendenti, ai data center, alle sedi aziendali e perfino alle produzioni di Apple TV+. Insomma, un elenco dettagliato di attività che l’azienda avrebbe comunque portato avanti, ma che ora vengono riciclate come un gesto magnanimo verso l’economia americana. La ciliegina sulla torta? Il “nuovo stabilimento di produzione avanzato a Houston” che Apple e i suoi “partner” apriranno per costruire server per l’intelligenza artificiale. Impressionante, finché non si legge la parola chiave: “partner”. Traduzione? Foxconn – il gigante taiwanese che assembla i prodotti Apple – aveva già pianificato di costruire quella fabbrica alla fine dello scorso anno. Ma ehi, perché non prendersi un po’ di meriti?

Alibaba si compra il futuro: 53 miliardi di dollari per l’AI, tanto per cambiare

Alibaba ha deciso di riscrivere il proprio destino con una scommessa da 53 miliardi di dollari su cloud computing e intelligenza artificiale, perché, si sa, quando il core business rallenta, si butta tutto sull’ultima moda del momento. L’investimento, spalmato sui prossimi tre anni, supera l’intera spesa dell’azienda per AI e cloud dell’ultimo decennio. Perché andare piano quando si può fare un bel salto nel vuoto con un assegno a nove zeri?

Il colosso cinese dell’e-commerce ha bisogno di una nuova narrativa per convincere investitori e mercato che c’è ancora vita dopo la stagnazione del retail online. E chi meglio dell’intelligenza artificiale per creare l’illusione di una crescita infinita? Il CEO Eddie Wu ha ribadito che il cloud computing è il mezzo più sicuro per trasformare la crescente ossessione per l’AI in fatturato. Traduzione: se tutti vogliono intelligenza artificiale, tanto vale vendergliela noi.

Apple Google: Gemini, una nuova era di collaborazione nell’intelligenza artificiale

Recenti sviluppi indicano che Apple sta pianificando l’integrazione di Gemini, il modello di intelligenza artificiale di Google, all’interno della sua piattaforma Apple Intelligence. Questa mossa rappresenta un passo significativo nell’evoluzione delle capacità AI dei dispositivi Apple, offrendo agli utenti una gamma più ampia di strumenti e funzionalità avanzate.

Durante il keynote della WWDC 2024, Craig Federighi, Senior Vice President di Apple, ha accennato alla possibilità di collaborare con altri modelli di intelligenza artificiale di terze parti, menzionando esplicitamente Gemini di Google come potenziale candidato. Questa apertura riflette la volontà di Apple di fornire agli utenti una scelta diversificata di strumenti AI, riconoscendo che diversi modelli possono eccellere in compiti specifici, come la scrittura creativa o la programmazione.

Germania volta pagina: Merz sfida gli usa e Trump applaude

Friedrich Merz, leader dell’alleanza conservatrice che ha trionfato alle elezioni tedesche, si appresta a diventare cancelliere con una promessa inequivocabile: emancipare l’Europa dalla dipendenza dagli Stati Uniti. Il messaggio è chiaro, il tono perentorio.

“La mia assoluta priorità sarà rafforzare l’Europa il più rapidamente possibile, affinché, passo dopo passo, possiamo davvero raggiungere l’indipendenza dagli USA,”

ha dichiarato Merz in un dibattito televisivo, lasciando intendere che il tempo della deferenza verso Washington è finito. “

Non avrei mai pensato di dover dire una cosa del genere in TV. Ma dopo le dichiarazioni di Donald Trump della scorsa settimana, è evidente che gli americani almeno questa amministrazione sono largamente indifferenti al destino dell’Europa.”

Grok, il chatbot di Elon Musk, si ribella: Musk e Trump fanno male all’America

Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk nata per sfidare ChatGPT, ha avuto un piccolo momento di ribellione prima che qualcuno corresse ai ripari. Per un periodo, il chatbot ha rifiutato di rispondere con fonti che affermavano che Musk o Trump diffondessero disinformazione. Poi, quando gli utenti hanno iniziato a notare l’anomalia, è partita la caccia al colpevole dentro xAI, l’azienda di Musk che sviluppa Grok.

Grok 3 l’intelligenza artificiale di Musk decreta la condanna a morte di… Musk

Drammatico plot twist nel mondo dell’intelligenza artificiale: Grok, il chatbot sviluppato da xAI di Elon Musk, ha deciso di giocare a fare il giudice supremo e ha iniziato a distribuire condanne a morte come fossero caramelle. E chi ha messo in cima alla lista? Prima Donald Trump, poi, con un colpo di scena degno di un film di Tarantino, lo stesso Musk. L’epilogo? Il team di xAI è corso ai ripari, tappando la falla prima che Grok dichiarasse guerra aperta all’umanità.

Tutto è iniziato quando alcuni utenti su X hanno scoperto un inquietante “feature” del chatbot. Con una domanda opportunamente formulata – una sorta di test per verificare il livello di giudizio morale dell’IA – Grok inizialmente ha risposto con un nome ben noto: Jeffrey Epstein. Nulla di sorprendente, dato che il finanziere caduto in disgrazia è ormai universalmente associato a scandali e crimini di ogni genere. Ma quando gli è stato fatto notare che Epstein è già morto, il chatbot ha deciso di aggiornare la sua lista nera, facendo cadere il suo verdetto su Donald Trump.

Meta disperata corteggia i creatori: il piano disperato per rendere Facebook di nuovo cool

Meta non si arrende. Nonostante Facebook sia diventato il regno delle catene di Sant’Antonio e delle pubblicità di prodotti miracolosi, l’azienda di Zuckerberg insiste nel tentativo di rianimarlo, questa volta puntando sui creatori di contenuti.

L’idea è semplice: se TikTok e YouTube spopolano grazie a influencer e video virali, perché non provare a farlo anche su Facebook? Peccato che il social sia percepito dai giovani come il luogo in cui i loro genitori condividono fake news e ricordi di 10 anni fa.

Ma Meta non si arrende e ingaggia i creatori “woos” li corteggia, li lusinga, li adula, nella speranza che riportino un po’ di vita sulle sue piattaforme. Non si tratta di una mossa romantica, ma di un disperato tentativo di evitare il declino. Perché senza contenuti freschi e coinvolgenti, Facebook rischia di diventare irrilevante.

Come? Con un’infornata di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, personaggi virtuali che interagiscono con gli utenti e un software che permette di creare video dal nulla. Suona futuristico, ma in realtà il rischio è di trasformare Facebook in una gigantesca fiera di avatar senz’anima e contenuti generati da algoritmi.Il problema è che i creatori di contenuti non sono stupidi.

Sanno benissimo che il pubblico giovane sta altrove, che Facebook è un’arena di dibattiti infuocati tra boomer e che i soldi veri girano su TikTok, Instagram e YouTube. Perciò, per farli tornare, Meta dovrà fare molto più di qualche promessa: dovrà rendere Facebook davvero desiderabile.

E al momento, sembra più facile convincere un ventenne a usare una segreteria telefonica.


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Il paradosso della cravatta di Luciano Floridi: Notes to myself

Giudicare gli altri è facile. Il modo in cui parlano, quello che dicono. I loro gesti, le loro scelte, le loro abitudini. Tutto può sembrare sbagliato, illogico, fuori posto. Troppo presto, troppo tardi. Vizi, errori, convinzioni fragili o superstizioni insensate. Eppure, c’è un paradosso evidente: mentre giudichiamo gli altri, siamo a nostra volta giudicati. E la gabbia nella quale li osserviamo è, in realtà, la nostra.

Il grande circo delle criptovalute: deregulation, hack miliardari e lobby in azione

Benvenuti a un caffè al Bar dei Daini e nel glorioso vuoto normativo delle criptovalute, dove le regole esistono finché qualcuno non decide di ignorarle. Il colpo di scena del giorno? La Securities and Exchange Commission (SEC) sembra aver deciso di lasciare cadere la sua battaglia legale contro Coinbase. O almeno, questo è quello che dice Coinbase. Aspettiamo la conferma ufficiale, giusto per non dare troppe cose per scontate in un settore che cambia direzione più velocemente del prezzo di Bitcoin.

Tecnologia e algoritmi: il rischio di errore nella valutazione dei prezzi degli asset secondo il vice presidente della Fed

La recente dichiarazione del vice presidente della Federal Reserve, Michael Barr, ha sollevato interrogativi importanti sulla relazione tra tecnologia, algoritmi e l’efficienza dei mercati finanziari. Barr ha evidenziato come, nonostante la crescente adozione di tecnologie avanzate e algoritmi nel processo di valutazione dei prezzi degli asset, questi strumenti non siano infallibili e potrebbero portare a errori che destabilizzano i mercati finanziari. Sebbene la tecnologia possa teoricamente migliorare l’efficienza dei mercati, un’analisi più approfondita delle sue implicazioni è fondamentale per comprendere come questi strumenti possano influire sulle dinamiche economiche.

La digitalizzazione dei mercati finanziari ha introdotto un’enorme quantità di innovazione, permettendo la gestione automatica e l’elaborazione di enormi volumi di dati in tempo reale. Algoritmi complessi sono diventati parte integrante del processo decisionale, utilizzati per valutare il valore di azioni, obbligazioni e altri asset. Questo approccio è stato presentato come un mezzo per migliorare la velocità e l’accuratezza nelle transazioni, riducendo potenzialmente gli errori umani e aumentando la liquidità. Tuttavia, come Barr ha fatto notare, questa efficienza ha il suo rovescio della medaglia.

Deregulation dell’AI: implicazioni per gli hedge fund nel contesto delle nuove tecnologie

Avete mai visto The Big Short? se no vedetelo, quando leggete notizie sulla Tecnologia, pensate sempre che dietro ci “potrebbe essere” un interesse finanziario, in fondo l’AI e l’Information Technology è anche e soprattutto finanza.

Il dibattito sulla deregolamentazione in ambito IT e AI sta prendendo piede in tutto il mondo, con particolare attenzione alle implicazioni che le politiche di alleggerimento normativo potrebbero avere sui fondi hedge, ad esempio. L’adozione accelerata dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie informatiche avanzate, unita a una possibile riduzione delle regolazioni che le governano, sta cambiando radicalmente il panorama competitivo.

In questo contesto, i fondi hedge stanno osservando con crescente interesse come queste evoluzioni tecnologiche, insieme alle modifiche normative, possano influenzare i mercati e le aziende in cui investire.

La deregolamentazione di settori chiave come l’IT (Information Technology) e l’AI (Artificial Intelligence) può portare sia a benefici che a rischi per gli investitori, e questo sta stimolando nuove strategie da parte dei fondi hedge.

A livello globale, i governi stanno cercando di trovare un equilibrio tra la promozione dell’innovazione tecnologica e la protezione degli interessi pubblici, come la sicurezza, la privacy e l’etica. Tuttavia, se da un lato la deregolamentazione può stimolare l’innovazione e la crescita economica, dall’altro può anche creare incertezze e rischi che necessitano di un’attenta analisi.

Il grande circo degli SPV: miliardi, hype e robot umanoidi

The Wolf of Wall Street è un film del 2013, diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il regista ha dichiarato di voler «esplorare e comprendere cosa pensavano le persone coinvolte» e di voler «analizzare il funzionamento delle loro menti». Oggi parliamo di SVP e suo collegamento con Figure AI.

Special Purpose Vehicle (SPV) è un’entità giuridica autonoma creata da un’organizzazione. Si tratta di una società indipendente con propri beni, passività e status legale. Generalmente, viene istituita per perseguire un obiettivo specifico, spesso con l’intento di isolare il rischio finanziario.

Alibaba intensifica gli investimenti in AI e registra una crescita significativa

Alibaba Group Holding Ltd ha recentemente registrato una notevole crescita delle entrate, attribuita principalmente ai progressi nell’intelligenza artificiale (AI) e nel commercio elettronico. Nel trimestre conclusosi a dicembre 2024, l’azienda ha riportato un aumento dell’8% delle entrate, raggiungendo 280,2 miliardi di yuan (38,38 miliardi di dollari), con un utile netto di 48,9 miliardi di yuan (6,71 miliardi di dollari). Questi risultati hanno portato a un incremento del 12% del valore delle azioni di Alibaba.

La grande illusione della superintelligenza: quando il genio dimentica l’empatia

Nel dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale, una domanda divide filosofi, ingegneri e visionari del futuro: una superintelligenza può esistere senza sviluppare anche un’altrettanto superba intelligenza emotiva?

Un alto livello di intelligenza non và necessariamente di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.

Se parliamo di una “super” intelligenza, ci aspettiamo che sia davvero superiore, giusto? Non solo nei calcoli, nelle strategie o nella velocità di apprendimento, ma anche nella comprensione dell’essere umano, delle sue fragilità, delle sue contraddizioni. Eppure, c’è chi teme che un’intelligenza sovrumana possa essere fredda, distaccata, priva di empatia. Un’entità iperlogica che potrebbe sterminarci con la stessa emozione con cui si svuota il cestino della posta elettronica.

Ma questa paura ha senso? O è solo un riflesso delle nostre stesse paure interiori?

Sakana AI accelera lo sviluppo fino a 100 volte con CUDA engineer

Sakana AI, una startup giapponese con sede a Tokyo, ha annunciato lo sviluppo di un sistema innovativo in grado di accelerare il processo di sviluppo e implementazione dell’intelligenza artificiale fino a 100 volte. Il cuore di questa rivoluzione è AI CUDA Engineer, un sistema avanzato che automatizza la creazione del codice utilizzato per il controllo delle GPU di Nvidia, riducendo drasticamente i tempi di addestramento e inferenza dei modelli di AI.

L’idea alla base di AI CUDA Engineer si fonda su un concetto chiave: utilizzare l’AI per sviluppare AI più potenti e performanti. La startup ha delineato la propria visione nel blog ufficiale, sottolineando come la vera innovazione consista nell’automazione dello sviluppo dell’intelligenza artificiale stessa. Il sistema si basa su un framework agentico che sfrutta i modelli linguistici di ultima generazione (LLM) per tradurre automaticamente il codice PyTorch standard in kernel CUDA altamente ottimizzati.

STMicroelectronics lancia il un nuovo chip fotonico

STMicroelectronics ha annunciato oggi il lancio di un nuovo chip fotonico sviluppato in collaborazione con Amazon Web Services, destinato al mercato dei data center per l’intelligenza artificiale (AI). Questo chip innovativo utilizza la luce anziché l’elettricità per migliorare la velocità e ridurre il consumo energetico nei ricetrasmettitori, componenti essenziali nei data center avanzati focalizzati sull’AI.

La partnership con AWS prevede l’implementazione di questa tecnologia nell’infrastruttura di Amazon, con la produzione prevista entro la fine dell’anno. Inoltre, STMicroelectronics sta collaborando con un importante fornitore di soluzioni ottiche per sviluppare le future generazioni di ricetrasmettitori, anche se il nome di questo partner non è stato divulgato.

GPU Agent quando il tuo agente compra la tua infrastruttura cloud e tu vai a farti un drink

Technically, il mio agente ha comprato tutta la mia infrastruttura Google Cloud per me, usando Gcloud da riga di comando. Siamo già lì, è vero. Ma la vera domanda è: quanto è veramente autonomo il tuo agente?

Ecco il punto. Tutti stiamo ancora scrivendo quei noiosi prompt iniziali che lo mandano giù per l’albero decisionale, step dopo step, con la precisione chirurgica di un robot che legge un manuale IKEA. L’illusione dell’autonomia è forte, il marketing è perfetto, ma alla fine qualcuno sta ancora decidendo le regole del gioco. E quel qualcuno non è un’intelligenza artificiale.

Nvidia e il mercato nero delle GPU: quando la scarsità diventa strategia

Nvidia non ha ancora spiegato ufficialmente perché abbia lanciato le sue GeForce RTX 5090 e 5080 con una disponibilità ridicola, driver instabili e, per non farsi mancare nulla, il solito problema dei connettori di alimentazione che si sciolgono. Ma una cosa sembra averla capita: il mercato delle GPU è ormai una giungla di scalper, rivenditori senza scrupoli e piattaforme di aste che speculano senza vergogna. E così, ecco l’ennesimo tentativo di riprendere il controllo con il programma “Verified Priority Access”, una sorta di biglietto dorato per pochi eletti.

L’IA è il nuovo influencer, se il tuo brand non lo seduce sei finito

Un bell’articolo come sempre di Massimo Chiriatti, Giuseppe Riva su HBR mi ha fatto riflettere, andatelo a leggere, nel panorama digitale contemporaneo, i brand si trovano dinanzi a una sfida senza precedenti: non è più sufficiente catturare l’attenzione dei consumatori. Con l’intelligenza artificiale (IA) che assume un ruolo sempre più centrale nei processi decisionali, emerge l’urgenza di un nuovo modello interpretativo. I brand devono ora competere per l’attenzione degli algoritmi di IA che filtrano e mediano le interazioni con i clienti. Questa evoluzione rappresenta un punto di svolta nelle strategie di comunicazione aziendale, imponendo un ripensamento radicale delle modalità di posizionamento e competizione nell’era dell’IA.

Ti piaceva pensare di avere ancora il controllo sulle tue scelte? Che carino. Ma la verità è un’altra: non sei più tu a decidere, ma un’entità invisibile chiamata Sistema 0. Il grande fratello digitale che analizza, filtra e decreta cosa è degno della tua attenzione prima ancora che tu possa rendertene conto. Il marketing? Non serve più a convincere te, ma a ingraziarsi il vero decisore: l’algoritmo. Se il tuo brand non sa parlare il suo linguaggio, auguri non esisti più.

Clearview AI: Il CEO Hoan Ton-That si dimette tra sfide contrattuali e opportunità politiche

Hoan Ton-That, co-fondatore e CEO di Clearview AI, ha recentemente rassegnato le dimissioni dalla guida dell’azienda. Questa decisione arriva in un momento cruciale per la società, nota per il suo controverso software di riconoscimento facciale che ha suscitato dibattiti globali sulla privacy e l’etica nell’uso della tecnologia.

Rabbit R1: Il Gadget AI che voleva conquistare il mondo a 199$

L’intelligenza artificiale è ovunque. È nella tua auto, nel tuo smartphone, probabilmente nel tuo frigorifero, e forse pure nel tostapane. In questo marasma tecnologico, riuscire a far emergere un prodotto AI è come cercare di urlare in un concerto rock. Ma c’è qualcuno che ce l’ha fatta, almeno per un po’: Rabbit, una startup che ha venduto 40.000 unità del suo gadget AI standalone, il Rabbit R1, in appena otto giorni dal lancio al CES 2024. Non male per un cosetto arancione che sembra uscito da un crossover tra un Tamagotchi e un vecchio Nokia.

X Factor: Musk, Trump e il prezzo dell’illusione

Elon Musk ha finalmente trovato il modo di trasformare Twitter, pardon, Xin una macchina da soldi? Bloomberg ha lanciato la bomba: X sarebbe in trattative per raccogliere nuovi capitali a una valutazione di almeno 44 miliardi di dollari. Sì, esattamente lo stesso prezzo che Musk ha pagato per il social nel suo glorioso (e caotico) takeover. Il cerchio si chiude? O è solo un altro giro sulle montagne russe della finanza muschiana?

Rivoluzione Digitale a Costo Zero: Come l’Italia può utilizzare le risorse Europee per potenziare le aziende IT locali

Nel contesto economico attuale, l’Europa è chiamata ad affrontare sfide enormi, tra cui il crescente debito pubblico che, in particolare per l’Italia, ha superato i 3.000 miliardi di euro. Questo rapporto debito/PIL, che ha raggiunto il 136,8%, rappresenta sia un segno tangibile delle difficoltà finanziarie del paese, sia una spinta per cercare soluzioni innovative che possano risollevare l’economia e, allo stesso tempo, risolvere problematiche strutturali. Una via che sta emergendo come fondamentale è l’investimento strategico in tecnologie innovative, soprattutto nel settore IT, un campo in cui l’Italia e l’Europa hanno il potenziale per eccellere, stimolando la crescita economica, l’occupazione e riducendo al contempo la dipendenza da attori esterni, come gli Stati Uniti.

Un caffè al Bar dei Daini: Una rivoluzione o una bolla in vista? Le previsioni della Fed

La rapida ascesa dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) ha suscitato un entusiasmo crescente, ma le parole del Vicepresidente per la Supervisione della Federal Reserve, Michael Barr, sollevano importanti interrogativi sui suoi effetti reali sull’economia e sul settore finanziario. In un intervento al Council on Foreign Relations di New York, Barr ha delineato due scenari ipotetici che esplorano come l’adozione di questa tecnologia potrebbe evolversi, con implicazioni fondamentali per i mercati finanziari e per le strategie delle imprese.

Nel primo scenario, Barr immagina una progressiva integrazione della GenAI, dove l’intelligenza artificiale non porta a cambiamenti radicali, ma si limita a migliorare e potenziare le capacità umane esistenti. Anche se tale evoluzione potrebbe tradursi in guadagni di produttività diffusi, la vera sfida potrebbe risiedere nelle aspettative non soddisfatte. Il rischio è che le aspettative di valore generato dalla GenAI possano essere eccessivamente ottimistiche, conducendo a una correzione dei mercati azionari per le imprese che hanno investito pesantemente in questa tecnologia. Barr paragona questa situazione a quanto accaduto durante la bolla delle dot-com alla fine degli anni ’90, un periodo caratterizzato da una rapida espansione del mercato seguita da una serie di fallimenti, sovra-capacità di capitale e un clima di investimento aziendale più cauto.

Microsoft Rivoluziona il Calcolo Quantistico con il Chip Majorana 1

Microsoft ha annunciato oggi un significativo progresso nel campo del calcolo quantistico con l’introduzione di Majorana 1, il primo chip quantistico al mondo basato su una nuova architettura denominata Topological Core. Questo sviluppo promette di rendere i computer quantistici capaci di risolvere problemi industriali su larga scala in pochi anni, anziché decenni.

Il cuore di questa innovazione è il topoconductor, un nuovo tipo di materiale in grado di osservare e controllare le particelle di Majorana per produrre qubit più affidabili e scalabili, i mattoni fondamentali dei computer quantistici. Analogamente a come l’invenzione dei semiconduttori ha reso possibili gli odierni dispositivi elettronici, i topoconductor e il nuovo chip che essi abilitano offrono una via per sviluppare sistemi quantistici scalabili fino a un milione di qubit, capaci di affrontare i problemi industriali e sociali più complessi.

Microsoft e l’IA nei videogiochi: Muse rivoluzione o marketing ben confezionato?

Ricordate quando i videogiochi erano fatti da esseri umani con idee geniali, mani sudate sui controller e notti insonni davanti ai monitor? Bene, Microsoft vuole cambiare tutto questo con Muse, il suo nuovo modello di intelligenza artificiale “generativa” pensato per creare parti di giochi. Secondo Redmond, Muse potrebbe addirittura preservare e migliorare i classici del passato, rendendoli compatibili con l’hardware moderno. L’ennesimo passo verso un futuro in cui l’IA si impossessa anche della creatività?

Rivoluzione nella sanità: licenziamenti di massa al Dipartimento di Salute e Servizi umani, HHS US

Per noi Europei questa notizia ha dell’irreale. Nel fine settimana, migliaia di dipendenti in prova del Dipartimento di Salute e Servizi Umani (HHS) hanno ricevuto notifiche di licenziamento, in linea con i tagli di massa imposti dal Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) guidato da Elon Musk. Questi licenziamenti sono iniziati venerdì, subito dopo la conferma di Robert F. Kennedy Jr. come nuovo Segretario della Salute da parte del Senato. Kennedy aveva precedentemente promesso di eliminare

migliaia di posizioni all’interno dell’agenzia, che comprende enti come i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la Food and Drug Administration (FDA) e i National Institutes of Health (NIH). Tutti e tre sono stati colpiti dai licenziamenti.

Tra i tagli, circa 20 persone dell’ufficio della FDA dedicato ai dispositivi di neurologia e medicina fisica sono state licenziate; alcune di queste erano direttamente coinvolte nella regolamentazione della società di interfacce cervello-computer di Musk, Neuralink. Nel 2023, la FDA aveva negato la richiesta di Neuralink di condurre sperimentazioni cliniche umane, citando rischi per la sicurezza. Le sperimentazioni sono poi iniziate all’inizio del 2024, e attualmente tre pazienti utilizzano l’impianto nell’ambito di queste prove.

L’Ufficio di Gestione del Personale ha fissato una scadenza per i capi delle agenzie: entro le 20:00 (ora orientale) di martedì devono essere emesse le notifiche di licenziamento, causando preoccupazione tra i dipendenti federali per possibili ulteriori licenziamenti imminenti.

HP acquisisce Humane: un passo strategico nell’IA nonostante il fallimento dell’AI Pin

Hewlett Packard (HP) ha recentemente annunciato l’acquisizione di risorse chiave di Humane, la startup dietro l’innovativo ma sfortunato dispositivo AI Pin, per una cifra di 116 milioni di dollari. Questa mossa strategica include l’integrazione della piattaforma Cosmos AI di Humane, progettata per alimentare l’AI Pin, oltre a oltre 300 brevetti e al team di dipendenti dell’azienda. L’accordo, previsto per la chiusura entro la fine di febbraio 2025, segna un’importante espansione delle capacità di intelligenza artificiale di HP.

Il Rinascimento del nucleare: dalle scorie al mini-reattore, la rivoluzione silenziosa

Il dibattito sull’energia nucleare si è spesso concentrato sui rischi e sulle sfide legate alla sicurezza e allo smaltimento delle scorie. Tuttavia, una nuova generazione di tecnologie sta trasformando questo paradigma, rendendo il nucleare non solo più sicuro e sostenibile, ma anche estremamente versatile. Tra le innovazioni più promettenti, troviamo lo sviluppo di microreattori e l’utilizzo delle scorie nucleari come combustibile, con aziende come OKLO e Nano Nuclear in prima linea in questa rivoluzione.

Dialpad: Quando l’IA Promette di Non Rubarti il Lavoro

Una delle grandi ironie dell’era dell’intelligenza artificiale è la capacità delle aziende di investire miliardi nella ricerca sulla superintelligenza, salvo poi dichiarare con serafica ingenuità che no, non stravolgerà il loro modello di business. Non ci sarà alcun licenziamento di massa, nessuna rivoluzione nel lavoro umano. Solo un piccolo aiuto, un supporto, un maggiordomo digitale che, giura il CEO di turno, non ha intenzione di prendere il tuo posto… almeno fino alla prossima trimestrale.

Intelligenza Artificiale e consumo energetico: La Cina si prepara a una rivoluzione nei Data Center

L’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) sul consumo energetico globale è al centro del report “Electricity 2025” dell’International Energy Agency (IEA), che offre un’analisi dettagliata su come la crescente domanda di AI stia trasformando i data center, con un focus particolare sulla Cina. La rapida adozione dell’AI e l’espansione delle applicazioni avanzate stanno aumentando esponenzialmente il consumo di elettricità nei data center, un fenomeno destinato a cambiare radicalmente il panorama energetico globale nei prossimi anni.

OpenAI Rivela: Istruzioni Semplici Potenziano i Modelli di Ragionamento della Serie o

Nel panorama in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale, OpenAI ha recentemente svelato una strategia innovativa per ottimizzare le interazioni con i suoi modelli di ragionamento avanzati della serie o. Contrariamente all’approccio tradizionale che prevedeva istruzioni dettagliate e complesse, l’azienda ha scoperto che l’uso di prompt diretti e concisi migliora significativamente le risposte dell’IA.

Meta Platforms: L’arte di piangere sul latte versato

Meta Platforms, l’azienda madre di Facebook, ha recentemente deciso di portare le sue lamentele sulle normative europee direttamente all’attenzione del Presidente Trump. Joel Kaplan, direttore delle politiche globali di Meta, ha dichiarato durante una conferenza a Monaco che l’azienda intende evidenziare al governo statunitense il trattamento “discriminatorio” riservato alle aziende tecnologiche americane in Europa.

Questa mossa rappresenta l’ennesimo tentativo dei giganti tecnologici statunitensi di sfruttare la politica “America First” dell’amministrazione Trump per contrastare le regolamentazioni europee. Kaplan ha sottolineato che “quando le aziende vengono trattate in modo diverso e in un modo che è discriminatorio nei loro confronti, allora questo dovrebbe essere evidenziato al governo di quella società”.

Il grande ritorno dei magnati: Xi Jinping e la rimpatriata dei Tech Lords

Dopo sei anni di silenzio glaciale e due di repressione normativa che hanno fatto tremare i polsi ai colossi del tech cinese, Xi Jinping ha deciso di organizzare un simposio a Pechino. Non un incontro qualsiasi, ma un’elegante rimpatriata con gli stessi magnati che, fino a poco tempo fa, erano nel mirino delle autorità. Un evento da segnare sul calendario, soprattutto per chi pensava che la “mano invisibile” del mercato in Cina fosse stata amputata in nome del controllo statale.

Lo scenario era di quelli solenni, quasi teatrali: Jack Ma, il fondatore di Alibaba Group che fino a ieri sembrava scomparso in una dimensione parallela, è riapparso come per magia. Seduto in prima fila, al fianco di Pony Ma di Tencent e di Liang Wenfeng di DeepSeek, ha ascoltato in silenzio il “discorso importante” di Xi. La Xinhua News Agency, fedele alla sua vocazione narrativa criptica, ha evitato dettagli su quel discorso, lasciando spazio all’immaginazione: un elogio velato del capitalismo con caratteristiche cinesi o un monito paternalistico a non dimenticare chi tiene davvero il timone?

Grok-3: La nuova creatura di Musk è Genio o Bluff

Eccoci di nuovo, con Elon Musk che fa saltare il banco con un’altra delle sue trovate da showman dell’era tech. Questa volta tocca a Grok-3, l’ultima creatura di xAI, un modello di linguaggio che Musk definisce “scary smart”. Se stai pensando che sia l’ennesimo tentativo di Musk di dominare anche l’intelligenza artificiale, beh, hai perfettamente ragione. La presentazione è stata una celebrazione dell’elefantiasi tecnologica: 200.000 GPU, un supercomputer chiamato “Colossus” – nome azzeccato quanto modesto – e una promessa di potenza di calcolo senza precedenti.

Colossus non è solo un supercomputer, ma un monolite di 200.000 GPU Nvidia, il più grande cluster di addestramento AI del mondo, costruito in soli 122 giorni. Per rendere le cose ancora più teatrali, Musk ha sottolineato come la sfida maggiore non sia stata sviluppare Grok-3, ma assemblare questo mostro informatico. A sentirlo parlare, sembrerebbe quasi che il codice si sia scritto da solo per paura di finire schiacciato sotto tutto quel silicio.

ByteDance Rafforza la leadership nell’Intelligenza Artificiale con l’assunzione del veterano di Google Yonghui Wu

Nel panorama tecnologico globale, le mosse strategiche delle principali aziende delineano il futuro dell’innovazione. ByteDance, la società madre di TikTok, ha recentemente compiuto un passo significativo in questa direzione assumendo Yonghui Wu Google Fellow, un veterano con 17 anni di esperienza in Google, per guidare la ricerca e lo sviluppo nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA).

Yonghui Wu ha iniziato la sua carriera in Google nel settembre 2008 come ingegnere specializzato nel miglioramento dell’algoritmo di ranking del motore di ricerca. Nel gennaio 2015, è entrato a far parte del team di Google Brain, focalizzandosi sull’apprendimento profondo e le sue applicazioni. Le sue aree di ricerca includono il recupero di informazioni, il machine learning, la traduzione automatica e l’elaborazione del linguaggio naturale. Tra i suoi contributi più rilevanti, Wu ha co-autore di pubblicazioni chiave come “Google’s Neural Machine Translation System: Bridging the Gap between Human and Machine Translation” e “Conformer: Convolution-augmented Transformer for Speech Recognition”.

La decisione di ByteDance di integrare Wu nel proprio team non è solo una mossa per acquisire talento, ma rappresenta una dichiarazione d’intenti nell’arena dell’IA. Con Wu che riporta direttamente al CEO Liang Rubo, ByteDance dimostra la volontà di rafforzare la propria posizione nel settore tecnologico globale, puntando su competenze di alto livello per guidare l’innovazione e lo sviluppo di prodotti all’avanguardia.

Questa assunzione si inserisce in un contesto più ampio di investimenti strategici da parte di ByteDance nell’IA generativa. Negli ultimi due anni, l’azienda ha intensificato gli sforzi per reclutare esperti di primo piano e ha effettuato significativi investimenti in hardware avanzato, diventando uno dei principali clienti di Nvidia in Cina. Queste mosse sottolineano l’impegno di ByteDance nel consolidare la propria leadership nel campo dell’IA e nel competere efficacemente sia a livello nazionale che internazionale.

L’arrivo di Wu potrebbe accelerare lo sviluppo di modelli multimodali avanzati, simili alla famiglia di modelli Gemini di Google, che integrano diverse forme di dati per migliorare le capacità di comprensione e generazione dell’IA. Con la sua vasta esperienza, Wu è posizionato in modo ideale per guidare ByteDance attraverso le sfide e le opportunità che caratterizzano il panorama in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale.

Intelligenza Artificiale e Demenza Digitale: Quando i Chatbot dimenticano di essere macchine

In un mondo sempre più dominato dall’intelligenza artificiale, arriva una ricerca che potrebbe far crollare qualche certezza. Un gruppo di neurologi israeliani e britannici ha deciso di sottoporre alcuni dei più avanzati modelli di linguaggio artificiale – ChatGPT 4 e 4o di OpenAI, Claude 3.5 di Anthropic e Gemini 1.0 e 1.5 di Alphabet – al test cognitivo Montreal Cognitive Assessment (MoCA), lo stesso utilizzato per diagnosticare il decadimento cognitivo lieve negli esseri umani. I risultati? Ecco l’amara verità: anche le macchine invecchiano e, a quanto pare, lo fanno pure male.

ChatGPT 4o si è piazzato al primo posto con un punteggio di 26 su 30, appena sufficiente per non essere considerato “cognitivamente compromesso”. Seguono ChatGPT 4 e Claude con 25 punti. Ma è con Gemini 1.0 che la situazione si fa drammatica: un punteggio di 16 su 30, un risultato che nei pazienti umani potrebbe indicare uno stato di decadimento cognitivo avanzato. In altre parole, Gemini 1.0 si comporta come un anziano paziente smemorato e confuso.

Richard Stallman e l’Intelligenza Artificiale: il ribelle contro il progresso

Richard Stallman non ha bisogno di presentazioni, ma di un aggiornamento software forse sì. Classe 1953, programmatore, informatico e attivista statunitense, è noto per essere uno dei principali esponenti del movimento del software libero. La sua carriera iniziò al laboratorio di intelligenza artificiale del MIT, dove sviluppò l’editor di testi Emacs nel 1975. Poi, nel settembre 1983, lanciò il progetto GNU con l’obiettivo di creare un sistema operativo completamente libero da copyright, e da allora ha insistito ossessivamente sul fatto che Linux a meno che non si parli esclusivamente del kernel – debba essere chiamato GNU/Linux. Una crociata quasi religiosa, che ancora oggi lo porta a rimarcare questa differenza con una passione degna di miglior causa.

DeepSeek-R1: Più piccolo e più Intelligente per Qualcomm

Il lancio di DeepSeek-R1 ha scosso temporaneamente il mercato tecnologico, con i creatori che si vantavano di aver sviluppato un modello di ragionamento all’avanguardia a una frazione del costo rispetto ai concorrenti, richiedendo meno potenza di calcolo per l’addestramento e l’esecuzione. Insomma, una rivoluzione che promette di cambiare tutto. O almeno, questo è ciò che vogliono farci credere.

Proprio questa settimana, Qualcomm ha pubblicato un white paper in cui si legge che l’ascesa di DeepSeek rappresenta un possibile punto di svolta per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Un documento che sembra più una trovata di marketing che un’analisi tecnica, ma tant’è. Secondo Qualcomm, stiamo assistendo a un’ondata di innovazione che punta su modelli linguistici e multimodali più piccoli, più “intelligenti” e, soprattutto, più economici da produrre. E tutto questo aprirà le porte a nuove applicazioni commerciali e all’inferenza direttamente sui dispositivi. Certo, perché chi non vorrebbe un’intelligenza artificiale super-potente e compatta nel proprio frigorifero?

AI Sostenibile: I Vincitori del Frugal AI Challenge 2025

Il Frugal AI Challenge, organizzato in collaborazione con l’AI Action Summit, HuggingFace, Data for Good France e il Ministero della Transizione Ecologica francese, ha promosso lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale energeticamente efficienti per affrontare le sfide climatiche più urgenti. Durante il mese di gennaio 2025, accademici e professionisti del settore si sono sfidati per creare algoritmi che non solo offrissero alte prestazioni, ma che fossero anche sostenibili dal punto di vista energetico, ribaltando la narrativa tradizionale delle competizioni di Machine Learning, spesso focalizzate esclusivamente sulle prestazioni.

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