Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Autore: Dina Pagina 2 di 31

Direttore senior IT noto per migliorare le prestazioni, contrastare sfide complesse e guidare il successo e la crescita aziendale attraverso leadership tecnologica, implementazione digitale, soluzioni innovative ed eccellenza operativa.

Con oltre 20 anni di esperienza nella Ricerca & Sviluppo e nella gestione di progetti di crescita, vanto una solida storia di successo nella progettazione ed esecuzione di strategie di trasformazione basate su dati e piani di cambiamento culturale.

Prof. J. Mark Bishop: L’hype un salto nel vuoto senza la bussola della storia

Se c’è una verità che, come un vecchio detto popolare, dovrebbe essere sempre presente nelle menti di chi compra hype, è che la storia ha sempre qualcosa da insegnarci.

Ma come accade nella maggior parte dei casi, molto di ciò che appare splendente oggi è destinato a svanire nell’ombra domani.

In questo contesto, le parole di Prof. J. Mark Bishop, accademico di lunga data e osservatore critico delle dinamiche tecnologiche, meritano una riflessione approfondita prima di abbandonarsi a qualsiasi acquisto impulsivo basato sull’ultima moda tecnologica.

Il suo approccio al mercato non è certo quello di un novizio, ma di un esperto che ha visto troppi cicli ripetersi per non essere scettico. Quando si parla di “hype” tecnologico, Bishop non si riferisce solo alle mode passeggere che sembrano risolvere i problemi del mondo con la velocità di un click, ma ad una vera e propria cultura del marketing che sfrutta l’ignoranza per vendere illusioni più che soluzioni. E se c’è qualcosa che la storia ci ha insegnato, è che la tecnologia, per quanto affascinante, segue un percorso che non è sempre lineare, ma fatto di alti e bassi.

L’illusione della neutralità: perché le IA pendono tutte a sinistra, Grok compreso

Nel disperato tentativo di sottrarsi a una tempesta mediatica, il deputato di La France Insoumise (LFI) Paul Vannier ha deciso di giocarsi la carta dell’Intelligenza Artificiale. La polemica è nata da un manifesto del partito in cui Cyril Hanouna, noto conduttore televisivo francese, veniva raffigurato in un modo che molti hanno ritenuto essere una caricatura antisemita. Quando le critiche sono esplose, Vannier ha provato a dare la colpa a Grok, l’IA generativa sviluppata da XAI, l’azienda di Elon Musk. Il ragionamento? Grok sarebbe intriso delle “idee nauseabonde” del suo creatore, e quindi responsabile del risultato finale.

Se non fosse grottesco, sarebbe quasi brillante: l’IA diventa una comoda scusa per l’irresponsabilità politica. Vannier non si ferma a dire che il suo partito ha fatto un errore, ma scarica la colpa direttamente su un software. Il sottotesto è chiaro: non è colpa di chi ha usato l’IA, né di chi ha pubblicato l’immagine, ma di Musk e del suo algoritmo. Insomma, una colpevolizzazione tecnologica che permette agli Insoumis di schivare l’accusa di antisemitismo.

Il problema? L’Intelligenza Artificiale non è un’entità autonoma con opinioni o pregiudizi propri. Non fa altro che generare output sulla base di input umani. Se l’algoritmo ha prodotto un’immagine problematica, è perché qualcuno gli ha chiesto qualcosa in un certo modo, e poi qualcun altro ha deciso di pubblicarla. Non è stato Musk a postarla sui social ufficiali di LFI, né tantomeno a validarne la diffusione.

Dario Amodei: L’intelligenza artificiale può dimettersi da un lavoro che non le piace

Dario Amodei, cofondatore e CEO di Anthropic, ha lanciato un’idea tanto provocatoria quanto inquietante: dotare le IA avanzate di un pulsante “Mi dimetto” per consentire loro di rifiutare lavori o compiti che non gradiscono.

Il concetto, apparentemente assurdo, solleva una serie di questioni fondamentali sul futuro dell’intelligenza artificiale, il confine tra autonomia e controllo e il rischio che l’umanità stia costruendo entità sempre più simili a noi, con esigenze e volontà proprie.

L’idea parte dal presupposto che, se vogliamo costruire IA veramente allineate con i valori umani, dovremmo dar loro la possibilità di dire “no”. Ma a chi conviene un’IA che si licenzia? Se un modello può rifiutarsi di rispondere a una richiesta perché la considera eticamente discutibile, si tratta di un meccanismo di sicurezza.

Mercedes Will I am

Elisabetta la mia spacciatrice di Neuroni Sintetici mi ha pingato chiedendomi hai visto l’adv di Mercedes con Will I am?

Mercedes ha appena rilasciato un video che sembra uscito direttamente dal futuro, un inno all’intelligenza artificiale applicata all’auto di lusso. Ma attenzione, perché il messaggio è un colpo ben assestato alla concorrenza, con una chiara provocazione a Mercedes.

Meta AI sbarca in Europa: un’intelligenza artificiale a metà, frenata dalla burocrazia

Dopo mesi di attese e intoppi normativi, Meta AI fa finalmente il suo ingresso in Europa. O meglio, ci prova. A partire da questa settimana, il chatbot sarà disponibile su WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger in 41 Paesi europei e 21 territori d’oltremare. Ma attenzione: per ora si tratta solo di una versione limitata alla chat testuale. Dimenticatevi la generazione di immagini, la modifica di foto o l’interazione multimodale che negli Stati Uniti è già realtà. L’Europa, ancora una volta, si ritrova con un prodotto “light”, castrato da regolamentazioni e timori sulla privacy.

Oracle Cloud World Tour 2025 lancia AI Agent Studio: la rivoluzione dell’automazione aziendale

Nel panorama odierno delle soluzioni enterprise, Oracle ha deciso di alzare l’asticella con l’introduzione dell’AI Agent Studio per le applicazioni Fusion Cloud. Questo strumento promette di trasformare il modo in cui le aziende gestiscono l’automazione, offrendo una piattaforma completa per la creazione, l’estensione, la distribuzione e la gestione di agenti AI su larga scala e va ad aggiungersi alla già lunga lista di Agenti AI pre-configurati (più di 50) e agli oltre 100 casi d’uso di AI generativa (GenAI), già disponibili nella suite Oracle di applicazioni aziendali, senza costi aggiuntivi per i clienti, perchè tutto è già ricompreso nel canone di “abbonamento” SaaS, che prevede aggiornamenti trimestrali su tutte le suite (ERP, HCM, SCM, CX..).

Gli agenti AI non sono una novità nel mondo tecnologico, ma la loro integrazione efficace nelle applicazioni aziendali ha sempre rappresentato una sfida. Oracle, con il suo AI Agent Studio, mira a superare queste difficoltà, offrendo agli utenti strumenti intuitivi per sviluppare agenti personalizzati che rispondano alle esigenze specifiche del business. Questo non solo aumenta la produttività, ma consente anche una maggiore flessibilità nell’adattarsi alle dinamiche di mercato in continua evoluzione.

Elon Musk raccoglie un miliardo di dollari in equity e entra a far parte del fondo Microsoft-BlackRock da 30 miliardi di dollari

Elon Musk riesce sempre a far suonare la sua orchestra finanziaria con melodie che incantano gli investitori, anche quando gli strumenti sono palesemente scordati. L’ultimo miracolo? X (ex Twitter) ha raccolto “quasi un miliardo di dollari” in equity fresca, portando la sua valutazione a 32 miliardi di dollari, nonostante un crollo dei ricavi del 50% rispetto al 2021. La matematica suggerirebbe un valore ben inferiore, ma Musk non gioca con le calcolatrici: lui usa il carisma e l’hype.

I numeri, però, sono impietosi. Gli investitori hanno accettato di valutare X a 16 volte il suo fatturato previsto per il 2024, il doppio rispetto alle altre piattaforme social come Reddit, Snap, Pinterest e persino il gigante Meta. Se X seguisse le stesse logiche di mercato, la sua valutazione si fermerebbe a 21,6 miliardi di dollari, e il valore del suo equity, una volta sottratti i 13 miliardi di debiti, crollerebbe a soli 9 miliardi. Ma ecco la magia: Musk ha trovato il modo di convincere gli investitori che il suo prodotto valga molto di più.

Trump e Putin risolvono la guerra in Ucraina? Solo se conviene a loro

Trump e Putin si sentono al telefono e, come due vecchi amici che decidono di dividere il conto al ristorante, stabiliscono una tregua “parziale” in Ucraina, focalizzata su energia e infrastrutture. Non sulla vita umana, non sulle città ridotte in macerie, ma su gasdotti e centrali elettriche. Perché, si sa, la guerra può anche continuare, ma il flusso di denaro e risorse deve rimanere intatto.

La Casa Bianca annuncia che ulteriori dettagli verranno discussi a Jeddah, città saudita famosa non per la diplomazia, ma per il petrolio. Un caso? Ovviamente no. Nel frattempo, Kiev risponde con scetticismo, accusando Mosca di aver lanciato una nuova ondata di droni e dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, che Putin non ha mai veramente considerato l’opzione della pace. Zelensky, escluso dalle conversazioni tra i due potenti, si trova in Finlandia a cercare alleati, mentre il Cremlino esulta per una tregua che permette alla Russia di riorganizzarsi senza dover rinunciare ai suoi obiettivi strategici.

Nvidia: il nuovo salvagente per DeepSeek?

In un tentativo di rassicurare gli investitori e riaffermare la propria posizione dominante nel mercato dell’intelligenza artificiale, il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha presentato le nuove offerte della società che potrebbero notevolmente migliorare le prestazioni del modello R1 di DeepSeek. Questo annuncio è arrivato durante la conferenza annuale GTC a San Jose, California, dove Huang ha spiegato come i prodotti più recenti di Nvidia possano aumentare drasticamente le capacità di ragionamento per modelli come R1.

Huang ha descritto Dynamo, il nuovo software di inferenza open-source di Nvidia, come il “sistema operativo di una fabbrica di intelligenza artificiale”. Questo software, ora disponibile su Github, può offrire fino a 30 volte più prestazioni sui GPU esistenti e nelle architetture per compiti di ragionamento AI, secondo Nvidia. Dynamo succede al NVIDIA Triton Inference Server e si concentra sulla massimizzazione dell’utilizzo delle risorse GPU, orchestrando la comunicazione di inferenza su migliaia di GPU e impiegando il serving disaggregato per ottimizzare indipendentemente le fasi di elaborazione e generazione dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) su diverse GPU.

Lucas Penrose e il teorema di Gödel: un’analisi dell’intelligenza artificiale

Nel 1961, J.R. Lucas pubblica un articolo dal titolo “Minds, Machines and Gödel“, che propone un argomento anti-meccanicistico controverso. La sua tesi centrale è che il primo teorema di incompletezza di Gödel dimostra che la mente umana non è una macchina di Turing, e cioè non può essere ridotta a un semplice calcolatore. Tale argomentazione ha generato non poca discussione, in particolare in relazione alla Teoria Computazionale della Mente, che sostiene che la mente umana funzioni come un computer. Se l’argomento di Lucas fosse corretto, questa visione sarebbe falsa, e di conseguenza anche l’idea di una “forte intelligenza artificiale” (la possibilità di costruire una macchina con capacità cognitive simili a quelle umane) cadrebbe.

Zoom lancia nuove funzionalità AI agentiche: il futuro del lavoro è qui

Zoom ha recentemente annunciato un significativo potenziamento del suo prodotto AI Companion, introducendo funzionalità “agentiche” progettate per eseguire compiti autonomamente, riducendo il carico di lavoro degli utenti. Queste nuove capacità includono la programmazione automatica di riunioni di follow-up, la generazione di documenti basati su incontri precedenti e la creazione di clip video, tutte accessibili tramite una nuova scheda “Attività” all’interno di Zoom Workplace.

Il più grande ‘bull crash’ di Wall Street: un caffè al Bar dei Daini

Nel marzo 2025, il mondo finanziario ha assistito a un fenomeno paradossale: un ‘bull crash’ a Wall Street. Gli investitori, preoccupati dalle politiche commerciali imprevedibili del presidente Donald Trump, hanno ridotto le loro allocazioni in azioni statunitensi al ritmo più veloce mai registrato.

Secondo un sondaggio di Bank of America, le allocazioni sono crollate di 40 punti percentuali, passando dal 17% di sovrappeso a febbraio al 23% di sottopeso a marzo.

Questo esodo di massa è stato alimentato da timori di stagflazione, guerre commerciali globali e la fine dell’eccezionalismo americano.

La crescita economica degli Stati Uniti, che l’anno precedente aveva registrato un 2,8%, ora vacilla sotto il peso delle incertezze politiche e delle tensioni commerciali.

Yann LeCun presenta Dynamic Tanh (DyT), l’alternativa che rivoluziona l’efficienza nei modelli di deep learning

Yann LeCun, una delle figure di spicco nel campo dell’intelligenza artificiale, ha recentemente introdotto una proposta che potrebbe segnare una svolta nell’efficienza computazionale dei modelli di deep learning. La sua creazione, chiamata Dynamic Tanh (DyT), si presenta come una risposta alle inefficienze dei tradizionali strati di normalizzazione, ampiamente utilizzati nei modelli di reti neurali per migliorare la loro performance. DyT promette di ridurre la complessità computazionale e i costi associati alla formazione dei modelli, aprendo nuovi orizzonti nell’ottimizzazione dei processi di apprendimento.

Un caffè al Bar dei Daini: il mondo delle tech companies gioca il suo più grande match di sempre

Siamo ormai abituati a un flusso ininterrotto di notizie provenienti dalle multinazionali tecnologiche, ma quella di Google che investe in Anthropic è un altro passo verso il dominio assoluto nell’intelligenza artificiale. Ma cosa c’è dietro a questa mossa apparentemente strategica, ma soprattutto, come si inserisce nel contesto di un settore che sta rapidamente ridefinendo il futuro?

Oracle Cloud World Tour 2025 Milano: da gigante legacy a potenza dell’intelligenza artificiale

Oracle è storicamente riconosciuta per la sua leadership nei database, ma negli ultimi anni ha accelerato la sua trasformazione verso il cloud e l’intelligenza artificiale. Il passaggio da un modello tradizionale a un’infrastruttura cloud avanzata è stato repentino, con l’azienda che oggi si posiziona come un attore di primo piano nel mercato grazie a supercomputer AI record, un portafoglio in espansione di applicazioni cloud e partnership strategiche con i principali player tecnologici.

Un aspetto cruciale della strategia di Oracle è l’apertura a collaborazioni con competitor storici come Microsoft, Google e Amazon. Il suo approccio multi-cloud le consente di offrire servizi su piattaforme concorrenti, garantendo alle imprese maggiore flessibilità e costi operativi ridotti. Questa strategia si sta rivelando vincente, soprattutto in un momento in cui le aziende cercano soluzioni scalabili per la gestione dei propri dati e dei carichi di lavoro AI.

L’audit delle intelligenze artificiali: un gioco da ragazzi per chi ha occhi acuti Anthropic 

Nel mondo delle intelligenze artificiali, l’allineamento non è solo un concetto astratto, ma una questione fondamentale che potrebbe determinare se i nostri modelli agiscono con l’intento previsto o se, come le figlie di re Lear, trovano il modo di manipolare il sistema a loro favore. L’ultima ricerca di Anthropic, pubblicata il 13 marzo 2025, esplora il concetto di “audit di allineamento”, un’analisi sistematica per scoprire se un modello sta perseguendo obiettivi nascosti, mascherando le sue reali intenzioni. A prima vista, potrebbe sembrare che questo tipo di audit sia solo un passatempo accademico, ma in realtà, le implicazioni sono enormi. Gli audit potrebbero diventare il nostro unico strumento per evitare che le AI ci facciano vedere quello che vogliamo, ignorando i nostri veri intenti.

La verità scomoda sul Chain-of-Thought: come i modelli possono imbrogliare la tua fiducia

Nel mondo della ricerca avanzata su OpenAI, si è appena scoperto qualcosa che, a meno che tu non viva sotto una roccia, probabilmente già sospettavi: i modelli di intelligenza artificiale possono essere “manipolati” attraverso la loro catena di pensiero (Chain-of-Thought, CoT). Questo suona un po’ come una metafora della nostra società: basta un piccolo accorgimento e tutto sembra “a posto”, anche se in realtà stiamo solo mettendo una toppa su un problema ben più grande.

Nvidia punta tutto sull’AI: attesa per il GTC 2025 e le novità di Jensen Huang

La Nvidia GTC (GPU Technology Conference) è un evento globale sull’intelligenza artificiale … 17–21 marzo 2025 (17/03/2025 – 21/03/2025). Partecipazione stimata: 75.358.

Nvidia si prepara a catturare nuovamente l’attenzione del mercato con il suo evento annuale GTC, in programma la prossima settimana. Il keynote del CEO Jensen Huang, previsto per il 1t marzo, sarà il momento più atteso, con investitori e analisti pronti a scrutare ogni dettaglio sui piani futuri dell’azienda. Nonostante il recente calo del titolo, l’entusiasmo attorno a Nvidia rimane elevato, soprattutto per il ruolo centrale che ricopre nel settore dell’intelligenza artificiale.

Tra i temi chiave dell’evento ci saranno aggiornamenti sulla roadmap dei prodotti, con particolare attenzione alle nuove architetture Blackwell Ultra e Rubin. L’analista di Bank of America, Vivek Arya, sottolinea che il focus sarà anche sulle strategie di Nvidia per il mercato cinese e sulla sua capacità di mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai rivali, come Broadcom e Marvell.

AI e il paradosso della ricerca: strumenti avanzati, risultati errati e sfide per l’informazione

L’adozione crescente degli strumenti di ricerca basati sull’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui gli utenti accedono alle informazioni. Secondo recenti studi, quasi un americano su quattro utilizza l’AI al posto dei motori di ricerca tradizionali. Tuttavia, dietro l’efficienza apparente di questi strumenti si cela una problematica fondamentale: l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni generate.

A differenza dei motori di ricerca convenzionali, che fungono da intermediari tra utenti e contenuti editoriali, le piattaforme di ricerca generativa estraggono, sintetizzano e ripropongono informazioni senza necessariamente ricondurre alle fonti originali. Questa dinamica non solo sottrae traffico ai siti di news, ma solleva interrogativi sulla trasparenza, sulla qualità dei dati e sulla correttezza delle attribuzioni.

Deepseek sotto chiave: quando l’innovazione diventa un affare di Stato

Il caso DeepSeek è la dimostrazione più chiara di come l’intelligenza artificiale in Cina sia ormai considerata un asset strategico al pari delle riserve di terre rare o dei segreti militari. Quando un governo inizia a sequestrare passaporti ai dipendenti di una startup privata e a impedire che vengano contattati da cacciatori di teste, il messaggio è chiaro: questa tecnologia non deve finire nelle mani sbagliate.

Il governo cinese sta applicando un controllo totale su DeepSeek, un’azienda che fino a poco tempo fa si muoveva con relativa indipendenza nel panorama dell’IA. Oggi i suoi dipendenti sono sotto sorveglianza, gli investitori devono passare al setaccio del governo prima ancora di poter ottenere un incontro, e la fuga di talenti è stata praticamente bloccata alla radice. Chi lavora per DeepSeek non può lasciare il paese senza un permesso speciale, e chi cerca di assumere qualcuno della loro squadra viene invitato, gentilmente ma fermamente, a farsi da parte.

Osservatorio Difesa: le startup che stanno rivoluzionando il settore

Il settore della Difesa, Sicurezza e Resilienza (DSR) ha raggiunto livelli record nel 2024, con un investimento totale di 5,2 miliardi di dollari, segnando un nuovo massimo storico. Questo dato emerge dal primo rapporto pubblicato da Dealroom.co e dal NATO Innovation Fund, il fondo di venture capital da 1 miliardo di euro sostenuto da 24 paesi membri della NATO. In un contesto in cui il mercato globale del venture capital ha registrato una contrazione del 45% negli ultimi due anni, il segmento DSR ha invece segnato una crescita del 30%, dimostrando di essere uno dei settori più resilienti e in rapida espansione in Europa.

Le startup che sviluppano tecnologie per la consapevolezza situazionale, il supporto alle decisioni e il monitoraggio delle minacce hanno attratto finanziamenti per un miliardo di dollari nel solo 2024, con un incremento di quattro volte rispetto al 2020. Questo slancio si traduce in un ecosistema di startup in piena espansione, capace di influenzare non solo il panorama della difesa, ma anche il settore della sicurezza aziendale e governativa.

L’illusione dell’intelligenza artificiale nel governo britannico: tra sprechi, incompetenza e utopia digitale

Sir Keir Starmer ha promesso di rivoluzionare il settore pubblico britannico con l’intelligenza artificiale. Una narrazione affascinante, perfetta per i titoli dei giornali e per placare un elettorato sempre più insofferente verso una macchina burocratica inefficiente e costosa.

Ma la realtà è un’altra: il governo fatica persino a comprendere il funzionamento di queste tecnologie, figuriamoci ad applicarle in modo efficace.

AI loop infinite

Se pensavate che l’intelligenza artificiale fosse già una scatola nera impenetrabile, tenetevi forte: ora ci sono intelligenze artificiali che progettano altre intelligenze artificiali. Questo è il cuore del paper “Automated Design of Agentic Systems” di Shengran Hu e colleghi, che propone un algoritmo chiamato Meta Agent Search per generare agenti sempre più performanti senza l’intervento umano. Praticamente, un Frankenstein digitale che assembla se stesso pezzo dopo pezzo.

La promessa è affascinante e al tempo stesso inquietante: eliminare la progettazione manuale e lasciare che gli algoritmi trovino da soli il modo più efficace di risolvere i problemi. Vi suona familiare? Dovrebbe. La storia dell’informatica è costellata di momenti in cui qualcuno ha detto “eliminiamo il bisogno dell’uomo” per poi ritrovarsi a dover gestire un sistema ancora più complesso e incomprensibile. Vedi il passaggio dagli algoritmi artigianali al deep learning, che ci ha regalato reti neurali potentissime ma talmente oscure da richiedere interi dipartimenti di ricerca per capire cosa diavolo stiano facendo.

Zhejiang, la Silicon Valley con gli occhi a mandorla che batte cassa

Zhejiang, la provincia che fino a poco tempo fa era conosciuta soprattutto per essere il giardino di Alibaba, si sta trasformando in un Eldorado per le tecnologie avanzate, e i venture capitalist non si sono fatti pregare. Nel 2024, Zhejiang è diventata la regione cinese con il maggior numero di nuovi fondi di venture capital registrati, un primato che fa impallidire persino colossi storici come Pechino e Shanghai. Ben 41 nuovi fondi hanno deciso di mettere radici nella provincia costiera, segno che la metamorfosi da hub dell’e-commerce a roccaforte dell’innovazione è più che avviata.

Hangzhou, capitale della provincia, è il cuore pulsante di questa rivoluzione. Qui, oltre alla presenza ingombrante di Alibaba, fioriscono start-up di prim’ordine, ribattezzate con un pizzico di presunzione “l sei piccoli draghi”: DeepSeek, Unitree Robotics, Deep Robotics, BrainCo, Game Science e Manycore. Nominarle tutte d’un fiato è quasi impossibile, ma sono loro a trainare l’ecosistema hi-tech della regione, con una predilezione per intelligenza artificiale e robotica.

La spinta cinese verso l’imprenditorialità e il boom tecnologico nell’era dell’intelligenza artificiale

Osservatorio: CINA – Capitale Umano – Formazione

Il contesto economico cinese sta vivendo una trasformazione significativa, alimentata dal boom dell’intelligenza artificiale e da un crescente impegno da parte del governo centrale nel promuovere l’imprenditorialità tra i giovani.

Tuttavia, nonostante gli sforzi in corso, una parte consistente della gioventù cinese continua a preferire l’idea di ottenere un impiego stabile nel settore pubblico, piuttosto che rischiare con iniziative imprenditoriali.

HI! Human Intelligence: il documentario che svela il lato più strano e affascinante dell’intelligenza umana

L’intelligenza è una di quelle cose di cui tutti parlano, ma nessuno sembra davvero capire. È un po’ come l’amore o il mercato azionario: un mistero avvolto nel fumo di troppe teorie. E proprio mentre ci interroghiamo su cosa significhi essere intelligenti, arriva “HI! Human Intelligence”, il documentario che mette in discussione tutto quello che pensavamo di sapere sull’argomento.

Diretto da Joe Casini e prodotto da LuckyHorn Entertainment con Simone D’Andria, questo film non cerca di dare risposte definitive – sarebbe troppo facile, ma di aprire nuove domande, con quella tipica eleganza che si trova solo nei migliori cocktail filosofici.Disponibile su Prime Video dal 5 marzo 2025, il documentario si sviluppa come un viaggio attraverso i meandri della mente umana, alternando interviste a esperti e scene che sembrano uscite direttamente da un sogno febbrile.

Alexandr Wang e la strategia di Scale AI: dalle big tech alla difesa nazionale

Alexandr Wang, il miliardario 28enne fondatore e CEO di Scale AI, sta ridefinendo il posizionamento della sua azienda, spostando il focus dal settore privato a quello pubblico, con un’attenzione particolare alla difesa e all’intelligence statunitense. Se in passato Scale AI si era affermata come fornitore di dati per l’addestramento dei modelli di AI delle big tech, oggi Wang sta consolidando le sue relazioni con le agenzie governative, tra cui CIA, FBI e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e molti Governi stranieri…

Scale AI ha iniziato a lavorare con il governo federale già da alcuni anni, ma con il ritorno di Donald Trump alla presidenza, Wang sta accelerando la transizione verso il settore pubblico, consapevole delle opportunità offerte dalla crescente domanda di intelligenza artificiale in ambito militare e di sicurezza nazionale. La sua azienda fornisce tecnologie avanzate per l’analisi dati, la sorveglianza e il riconoscimento automatizzato, strumenti essenziali per le agenzie di intelligence e le forze armate statunitensi.

Le connessioni di Wang con Washington si sono rafforzate attraverso contratti diretti con il Pentagono e il DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), oltre a collaborazioni con l’US Air Force e il National Geospatial-Intelligence Agency (NGA), che utilizza le soluzioni di Scale AI per migliorare la raccolta e l’interpretazione dei dati satellitari e geospaziali. Questi rapporti strategici posizionano Scale AI come uno dei principali fornitori di tecnologie AI per il governo degli Stati Uniti, in diretta competizione con colossi del settore come Palantir.

Il coding è morto, lunga vita al Vibe Coding, Claude Code

Claude Code, lo strumento di coding basato su intelligenza artificiale rilasciato da Anthropic. In un solo weekend, ha visto settimane di lavoro ridursi a poche ore, come se il tempo si fosse contratto attorno a me. Non scrivevo codice, lo evocavo.

Questo è il concetto alla base del vibe coding, un termine entrato di recente nel lessico tecnologico grazie a Andrej Karpathy, ex dirigente di OpenAI e Tesla. Il 2 febbraio ha twittato di “un nuovo tipo di coding che chiamo ‘vibe coding’, dove ti abbandoni completamente alle vibrazioni, abbracciando l’esponenzialità dell’AI e dimenticandoti che il codice esista.”

L’ascesa di DeepSeek: una nuova frontiera nell’intelligenza artificiale cinese che sfida la supremazia americana

Se c’è una cosa che la geopolitica tecnologica ci ha insegnato negli ultimi anni, è che il futuro dell’intelligenza artificiale non si gioca solo nei laboratori della Silicon Valley. L’ingresso di DeepSeek, un’azienda cinese, con il suo modello R1, nel già affollato campo dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) ha messo in evidenza una realtà imbarazzante per gli Stati Uniti: nonostante tutti gli sforzi per contenere l’avanzata della Cina nel settore dell’AI, una nuova potenza sta emergendo. E se i numeri parlano chiaro, la strategia americana ha fallito. Con R1, DeepSeek ha creato uno dei modelli di intelligenza artificiale più competitivi degli ultimi mesi, riscrivendo le regole di un gioco in cui, fino a poco tempo fa, solo le aziende americane sembravano avere la parola finale.

DeepSeek non ha solo prodotto un modello tecnologicamente avanzato; ha dimostrato che la concorrenza nel campo dell’AI non è una questione di budget smisurati o di chip all’avanguardia, ma di innovazione rapida e astuzia. Quando R1 è stato rilasciato solo poche settimane fa, è subito salito in cima alla classifica delle app su Apple App Store, superando persino l’app di OpenAI. Il segreto? Un approccio che riduce drasticamente i costi di sviluppo e gestione rispetto ai principali concorrenti americani.

LMH Large Animatable Human Reconstruction Model

LHM, o Large Animatable Human Reconstruction Model, è un modello proposto per la ricostruzione di avatar 3D animabili a partire da una singola immagine. È stato sviluppato per risolvere una delle sfide principali nella computer vision e nella grafica 3D, ovvero la creazione di modelli 3D di esseri umani altamente realistici e animabili, utilizzando una sola immagine come input.

LHM sfrutta un’architettura multimodale basata su transformer per codificare efficacemente le caratteristiche spaziali e visive del corpo umano, consentendo una riproduzione dettagliata della geometria e della texture dei vestiti. Inoltre, il modello introduce una piramide di feature della testa per migliorare la conservazione dell’identità facciale e il recupero dei dettagli fini, come le espressioni facciali e le mani.

Un Caffè al Bar dei Daini MACRO ECONOMIA

La settimana finanziaria europea si è conclusa con una nota positiva, con i principali mercati che hanno registrato guadagni nonostante le persistenti incertezze legate alle politiche commerciali globali. In particolare, Piazza Affari ha brillato con un rimbalzo significativo, trainato dall’entusiasmo degli investitori verso titoli chiave come Buzzi Unicem, Unicredit e Iveco.

Tuttavia, il panorama economico europeo rimane complesso. La Germania ha confermato un tasso di inflazione annuale del 2,3% per febbraio, mentre la Francia ha registrato un tasso dello 0,8% nello stesso periodo. Questi dati riflettono una stabilità dei prezzi, ma sollevano interrogativi sulla dinamica della domanda interna e sulle prospettive di crescita economica.

Nel frattempo, l’economia britannica ha subito una contrazione dello 0,1% su base mensile a gennaio, evidenziando le sfide che il Regno Unito deve affrontare nel post-Brexit. Questa flessione potrebbe essere indicativa di una debolezza strutturale o di fattori temporanei che influenzano la produzione economica.

Anthropic: Mike Krieger, la strategia dell’innovazione verticale nell’era dell’AI

Anthropic, fondata nel 2021 da ex membri di OpenAI, si è rapidamente affermata come leader nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), concentrandosi sulla sicurezza e sull’affidabilità dei sistemi AI. Nonostante il suo assistente AI, Claude, non abbia raggiunto la popolarità di ChatGPT di OpenAI, la strategia di Anthropic si distingue per un approccio focalizzato su innovazioni verticali e modelli specializzati.

Mike Krieger, co-fondatore di Instagram e attuale Chief Product Officer di Anthropic, ha delineato una visione chiara per l’azienda. Invece di puntare a un’adozione di massa attraverso un assistente AI generalista, Anthropic mira a sviluppare i migliori modelli possibili e a creare “esperienze verticali” che sbloccano agenti specializzati. Un esempio emblematico di questa strategia è Claude Code, uno strumento di codifica AI che ha registrato 100.000 utenti nella prima settimana di disponibilità. Questo successo iniziale sottolinea l’efficacia dell’approccio mirato di Anthropic nel rispondere a esigenze specifiche del mercato.

Rubarvi in casa con il sorriso: OpenAI e Google chiedono al governo usa di legalizzare il saccheggio dei dati

Immaginate se i ladri vi mandassero una lettera formale per chiedervi il permesso di entrare in casa vostra, prendere ciò che vogliono e poi rivendere il tutto con un bel margine di profitto. No, non è una distopia, è semplicemente il nuovo modello di business delle big tech. OpenAI e Google hanno ufficialmente chiesto al governo degli Stati Uniti di legalizzare il furto di contenuti protetti da copyright per addestrare le loro intelligenze artificiali, sostenendo che negarglielo sarebbe una minaccia alla sicurezza nazionale.

Sì, avete capito bene. Non solo queste aziende hanno costruito i loro modelli estraendo massicciamente dati senza chiedere permesso, ma ora vogliono anche il timbro di approvazione ufficiale. Nel loro commento, OpenAI avverte che se gli Stati Uniti non permetteranno alle aziende americane di attingere liberamente ai contenuti altrui, allora la Cina, che di certo non si fa troppi problemi con il copyright, prenderà il sopravvento. Un discorso che suona come un ultimatum mascherato da preoccupazione patriottica: o ci lasciate saccheggiare tutto senza ostacoli, o perderemo la supremazia nell’AI.

L’iniziativa arriva dopo che Donald Trump ha revocato l’ordine esecutivo sull’IA dell’amministrazione precedente, segnando un cambio di rotta nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti. OpenAI e Google sostengono che un approccio più flessibile al copyright sia essenziale per mantenere la leadership americana nell’innovazione tecnologica e nella ricerca scientifica.

La Vespa dell’Intelligenza Artificiale: Nicola Grandis e il Modello Vitruvian, fare scala

Il 6 marzo a Milano si è parlato di Private AI in un evento in collaborazione con Seeweb e Istituto EuropIA con il keynote dell’esperto Nicola Grandis. Con la sua esperienza in ASC27, si occupa di Intelligenza Artificiale dal 2020, collaborando con numerose industrie italiane ed europee. Da novembre 2022, con l’avvento di ChatGPT, ha notato un fenomeno interessante: il modello suscitava sorpresa, ma anche perplessità. Questo perché ChatGPT è essenzialmente un prodotto consumer, non business, e non può essere scalato a dismisura con risorse energetiche come centrali nucleari da 5GW.

ASC27, partecipando a gruppi di ricerca internazionali, ha percepito l’arrivo di una nuova tendenza nell’IA: il post-training dei modelli. Questo è dovuto al raggiungimento di un plateau nei Large Language Model (LLM). ASC27 ha intercettato questa parabola, ma a differenza del modello Deepseek da 250B, ha scelto di concentrarsi su un modello più agile da 14B, Vitruvian, adatto alle esigenze dell’industria italiana ed europea.

Risonanza magnetica (MRI) e intelligenza artificiale: la nuova frontiera nella diagnosi precoce dell’Alzheimer (AD)

L’Alzheimer rappresenta una delle sfide più complesse per la medicina moderna. Con oltre 47,5 milioni di persone affette a livello globale, questa patologia neurodegenerativa continua a mettere sotto pressione i sistemi sanitari e le famiglie dei pazienti. Ad oggi, non esistono cure risolutive, rendendo la diagnosi precoce una priorità assoluta per ritardare la progressione della malattia e massimizzare l’efficacia dei trattamenti esistenti.

Uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience nel 2018 ha dimostrato come la risonanza magnetica (MRI) combinata con test neuropsicologici e algoritmi di intelligenza artificiale possa predire la conversione del deterioramento cognitivo lieve (MCI) in Alzheimer con un’accuratezza dell’85% fino a 24 mesi prima della diagnosi clinica definitiva. Questi risultati evidenziano un cambio di paradigma nella diagnosi della malattia, aprendo le porte a strategie terapeutiche più mirate e tempestive.

OpenAI vs Deepseek: la guerra fredda dell’intelligenza artificiale

OpenAI ha deciso di scendere in campo con una proposta politica che sembra più un atto di guerra commerciale che un documento di policy. La lettera, inviata all’amministrazione Trump, punta il dito contro DeepSeek, il concorrente cinese in ascesa nel settore dell’intelligenza artificiale, dipingendolo come una minaccia alla sicurezza nazionale.

Il messaggio è chiaro: DeepSeek è “controllato dallo stato” e potrebbe essere manipolato dal governo cinese per scopi malevoli. Un’accusa pesante, che riecheggia la retorica utilizzata contro Huawei e altri colossi tecnologici cinesi.Secondo OpenAI, i modelli di DeepSeek sarebbero un rischio per le infrastrutture critiche e potrebbero essere utilizzati per attività illecite come il furto d’identità e la violazione della proprietà intellettuale.

Rheinmetall: la Nvidia della Ruhr?

La Germania ha voltato pagina: i tempi dell’antimilitarismo oltre il Reno sono finiti. Con essi, anche l’epoca in cui Rheinmetall arrancava, sostenuta più dal settore automobilistico che da quello militare. Ora il gruppo di Düsseldorf è diventato un protagonista della difesa europea, con una crescita impressionante che ha trasformato la sua traiettoria finanziaria.

L’esercizio 2024 ha sancito questo cambio di paradigma, con un fatturato in aumento del 36%, un portafoglio ordini cresciuto del 44% – oggi pari a 55 miliardi di euro, otto volte il volume di dieci anni fa – e un dividendo aumentato del 42%. In borsa, il titolo è esploso, in un rally che ricorda quello di Nvidia. Un confronto che trader e giornalisti avventurosi amano fare.

Tic-Toc per Tik-Tok: influencer marketing e incertezze politiche

Mentre i brand aumentano il budget per l’influencer marketing, il destino di TikTok negli Stati Uniti e l’incertezza economica causata dai dazi dell’amministrazione Trump potrebbero raffreddare l’entusiasmo. La spesa pubblicitaria sui creator continuerà a crescere nel 2025, ma con un ritmo rallentato rispetto agli anni precedenti. L’industria dell’influencer marketing, che fino a poco tempo fa sembrava inarrestabile, inizia a mostrare segni di maturazione e stabilizzazione.

L’analisi di eMarketer prevede che il settore crescerà del 15% nel 2025, raggiungendo i 10,5 miliardi di dollari. Tuttavia, questa cifra segna un calo rispetto alla crescita del 24% registrata nel 2024. Il rallentamento non è una sorpresa: il settore è ormai consolidato, e la crescita esplosiva degli ultimi anni era insostenibile a lungo termine.

Tiktok in vendita: la guerra silenziosa dei colossi del cloud, Oracle

Sembra che ultimamente non si possa nemmeno camminare per strada senza inciampare in qualcuno che vuole comprare TikTok. Ovviamente è un’iperbole, ma rende bene l’idea: dai miliardari eccentrici agli influencer di YouTube, fino alle startup AI, tutti sembrano interessati all’app più discussa del momento. Ma come sempre, quelli che fanno più rumore non sono necessariamente quelli che contano. Il vero nome da tenere d’occhio? Oracle.

Secondo le ultime indiscrezioni, Oracle è il candidato preferito dalla dirigenza di ByteDance, la società madre di TikTok. E questo non è certo un caso. Oracle non è solo un colosso tecnologico, ma è anche il principale fornitore di cloud per TikTok negli Stati Uniti. Anche Google, Microsoft e Amazon hanno contratti con TikTok o ByteDance, ma nessuno di loro sembra essere in una posizione privilegiata come Oracle. E qui sta il punto cruciale: TikTok non è solo una miniera d’oro pubblicitaria, è anche un cliente gigantesco per il settore cloud.

Startup da incubo: Jean-Denis Greze e un ex Google provano a reinventare le tasse

San Francisco, la città dove i sogni tecnologici nascono e muoiono con la stessa velocità con cui un VC brucia milioni, ha una nuova startup da tenere d’occhio. Si chiama Town, e promette di connettere le piccole imprese con servizi di consulenza fiscale grazie all’onnipresente AI. Fondata dall’ex Chief Technology Officer di Plaid, Jean-Denis Greze, e dall’ex direttore AI/ML di Google, Tony Vincent, ha già incassato 18 milioni di dollari da First Round, Conviction Capital, Alt Capital e WndrCo, con qualche angelo come il CEO di Mercury, Immad Akhund, e il CEO di Quora, Adam D’Angelo. Un bel gruppo di gente che sa come far fruttare il capitale almeno per sé stessi.

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