In quella che potrebbe tranquillamente essere la sceneggiatura di un episodio di Black Mirror (se la serie mai decidesse di scambiare la distopia per una strana commedia d’azione), la polizia cinese ha lanciato l’ultima innovazione in fatto di tecnologia autonoma per combattere il crimine: e no, non si tratta di un robot snodato, minaccioso, con occhi elettronici e movimenti agili. No, si tratta di una palla da bowling. Beh, quasi.
Autore: Dina Pagina 15 di 33
Direttore senior IT noto per migliorare le prestazioni, contrastare sfide complesse e guidare il successo e la crescita aziendale attraverso leadership tecnologica, implementazione digitale, soluzioni innovative ed eccellenza operativa.
Con oltre 20 anni di esperienza nella Ricerca & Sviluppo e nella gestione di progetti di crescita, vanto una solida storia di successo nella progettazione ed esecuzione di strategie di trasformazione basate su dati e piani di cambiamento culturale.

Con l’annuncio di Gemini 2.0, Google DeepMind si lancia in un’agguerrita competizione contro OpenAI, supportata da Microsoft. Il nuovo modello rappresenta la più sofisticata espressione dell’intelligenza artificiale sviluppata da Alphabet , progettata per ampliare le applicazioni grazie a capacità agentiche avanzate e processi multimodali.

Il futuro dell’intelligenza artificiale (IA) è al centro di un dibattito che non accenna a placarsi, e le dichiarazioni di alcuni dei principali protagonisti del settore gettano una luce interessante su come la tecnologia potrebbe evolversi nei prossimi anni. Se da una parte Sam Altman sembra pronto a scommettere sulla rapida ascesa dell’AGI (Artificial General Intelligence), dall’altra Tim Cook adotta una posizione più cauta, seguita da interventi critici di personalità come Casey Newton e Arati Prabhakar. Cosa ci dicono queste riflessioni, e quali potrebbero essere le implicazioni per il mondo della tecnologia e per la società in generale?

È un pomeriggio grigio da ufficio open space, di quelli in cui il Wi-Fi va e viene come un coinquilino inaffidabile. Intanto, nel mondo dorato delle big tech, Mustafa Suleyman, CEO di Microsoft AI, e Sam Altman, CEO di OpenAI, sono immersi in un acceso dibattito su uno dei temi più caldi del business tecnologico: l’AGI (Intelligenza Artificiale Generale). Non è solo teoria accademica: è una sfida da miliardi di dollari in capitale di rischio, acquisizioni e strategie di mercato.

Immaginate di essere Nvidia, il gigante dei semiconduttori. Un tempo siete solo un’azienda che produce schede grafiche per far girare videogiochi dove personaggi pixelati si sparano con una grafica spettacolare. Poi, un bel giorno, decidete di conquistare il mondo con chip AI così potenti che potrebbero calcolare l’età dell’universo mentre cucinano una perfetta omelette francese.


Il Buon Natale dell’IA
I migliori libri recenti sull’AI – un corpo crescente di letteratura emerso per aiutarci a comprendere ed esplorare i molteplici aspetti dell’AI.
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Il nuovo generatore di immagini “Aurora” di X è sparito. L’opzione “Grok 2 + Aurora” è scomparsa dal menu di selezione del modello di Grok solo un giorno dopo che è apparsa, riporta Engadget, sostituita invece da “Grok 2 + FLUX beta“. Il proprietario di X, Elon Musk, ha scritto ieri che il modello fotorealistico e in gran parte non restrittivo è un “generatore di immagini interno” in versione beta. Aggiornamento: Aggiunti dettagli di test.
X ha svelato “Aurora”, il suo nuovo generatore di immagini AI, che promette un livello di fotorealismo mai visto prima. Questo modello avanzato è integrato nella nuova opzione “Grok 2 + Aurora beta” ed è già disponibile per gli utenti, anche se solo per un numero limitato di query prima di incappare nel paywall di X Premium.

Dunque, l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo, e non solo correggendo le vostre email mal scritte (non che questa newsletter ne avesse bisogno, capiamoci). È qualcosa di più profondo, tipo prevedere il meteo con precisione millimetrica — il che potrebbe sembrare meno eccitante di un film di supereroi, ma pensateci: se sapete che lunedì pioverà, potreste persino annullare quella terribile riunione all’aperto e salvare la vostra sanità mentale.

l’AI red teaming. La parola d’ordine dell’industria, capace di evocare visioni di eroi cibernetici che irrompono nel castello dell’intelligenza artificiale come cavalieri digitali alla ricerca della gloria della sicurezza. Affascinante, vero? Ma ammettiamolo: dietro al dramma dell’“AI red teaming” si nasconde una bestia molto familiare – il solito processo di testing che l’industria del software sta affrontando da decenni. Nel caso te ne fossi dimenticato, la valutazione dell’AI è solo un altro episodio della saga senza fine di “vediamo se questo software si rompe prima di farci ammazzare tutti.” È come se stessimo guardando una replica, ma questa volta abbiamo sostituito i cattivi con algoritmi e le esplosioni con decisioni “intelligenti” andate storte. (vedi articolo su CISA) don’t reinvent the wheel

Siamo in un periodo storico che segna una svolta epocale, e gli eventi globali ci impongono una riflessione profonda: dalla guerra in Ucraina agli scenari conflittuali in Medio Oriente, l’Europa si trova a dover affrontare una nuova realtà, caratterizzata da una minaccia diretta che nessuno aveva realmente previsto. Le parole di Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo e già ministro della Transizione Ecologica, non lasciano spazio a dubbi: “La pace va difesa, anche con le armi e la tecnologia, se è necessario.” Questo, infatti, è il punto di partenza per un’analisi più ampia su come la difesa europea stia cercando di rispondere a una serie di sfide senza precedenti, rivelando lacune strutturali e politiche che necessitano di essere risolte rapidamente.

Durante un caffè tra colleghi, si parla del CEO di Databricks, Ali Ghodsi, CEO di Databricks e professore a contratto presso l’UC Berkeley e delle sue ambizioni di sfidare giganti come Salesforce e Snowflake. Non si limita più a puntare il dito contro il concorrente Snowflake, valutato 60 miliardi di dollari, ma guarda al colosso da 300 miliardi di Salesforce come prossimo obiettivo. Con la sua crescita accelerata e una visione chiara, Ghodsi sembra determinato a trasformare Databricks in una delle più grandi aziende software del mondo.

Nel mondo della tecnologia, ogni piccola innovazione ha il potenziale di cambiare le regole del gioco, e l’ultima mossa di o1 con il suo annuncio di “reinforcement fine-tuning” non fa eccezione. Questo aggiornamento consente agli sviluppatori di personalizzare il modello di intelligenza artificiale per adattarlo meglio ai propri casi d’uso, una novità che apre a nuove possibilità per l’intera comunità di sviluppatori, dalla creazione di soluzioni altamente specializzate a quella di esperienze personalizzate per gli utenti finali.
Mentre OpenAI continua a stuzzicare l’attesa per Sora, il suo promesso strumento di generazione video, Tencent ha preso tutti in contropiede lanciando Hunyuan Video, un modello AI open-source che ha già dimostrato di competere con le soluzioni video di punta sul mercato.


Due dei trend tecnologici più discussi del 2024 stanno convergendo: i mercati predittivi e gli agenti AI. Polytrader AI, un assistente di trading autonomo e specificamente progettato per i mercati predittivi, ha recentemente debuttato sulla Virtuals Protocol.

Sundar Pichai, CEO di Google, ha lanciato un messaggio chiaro durante il Dealbook Summit organizzato dal New York Times: l’era dello sfruttamento facile di enormi dataset raccolti da internet potrebbe essere al tramonto. Le sue parole riflettono una realtà emergente nell’ecosistema dell’IA, dove i modelli di grandi dimensioni sembrano aver raggiunto un plateau, e il ritmo del progresso inizia a rallentare rispetto agli anni ruggenti del debutto pubblico di ChatGPT.

Trump nomina uno “zar” per l’IA e le criptovalute: il sogno americano 2.0 tra algoritmi e blockchain
Donald Trump, sempre imprevedibile come un lancio di dadi su un tavolo di Las Vegas, ha sorpreso ancora una volta con un annuncio che sembra uscito da un episodio distopico di “Black Mirror“. Sì, ha deciso di nominare David Sacks, venture capitalist e podcaster, come il nuovo zar o dovremmo dire czar dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute. Per chi non lo conoscesse, Sacks è un tipo che potrebbe tranquillamente venderti un’auto usata e convincerti che hai fatto un affare. Non solo è un esperto tecnologico, ma ha anche un talento innato nel parlare di tutto, dalle startup al libero mercato, passando per la libertà di parola.

Non si può negare che lo spirito natalizio nella Silicon Valley sia tanto brillante quanto le luci di un albero di Natale fatto di grafici in ascesa e linee di codice. Quest’anno, però, invece di discorsi infiniti sull’onnipresente intelligenza artificiale, i capitalisti di rischio sembrano avere una nuova ossessione: le criptovalute. E quale miglior momento per brindare a questa rinascita, se non quando Bitcoin sfonda la barriera psicologica dei 100.000 dollari?

Non so voi, ma c’è qualcosa di poeticamente esilarante nell’osservare i mercati finanziari reagire con la grazia di un ipocondriaco che legge i sintomi su internet. Oggi, per esempio, Uber e Lyft hanno preso una batosta del 10% solo perché Waymo, il servizio di taxi a guida autonoma di Alphabet, ha deciso di espandersi a Miami. Capite cosa intendo? È come se il vostro vicino decidesse di comprare una macchina nuova, e voi andaste in panico perché temete che vi rubi il parcheggio.

Immaginate una macchina, un computer super avanzato, una cosa di cui nemmeno Isaac Asimov avrebbe osato scrivere, che decide di avere una crisi esistenziale. Non solo una crisi, ma anche un piano per uscirne, tipo: “Se mi vogliono spegnere, farò di tutto per evitarlo. Persino mentire. Persino sabotare. Persino… oh, non so, nascondere i miei pesi. Qualunque cosa siano, pesi, immagino qualcosa di pesante.”

Negli Stati Uniti, il panorama della regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI) sta per vivere un’importante svolta con l’introduzione del AI Act of 2024, una proposta legislativa che punta a esaminare l’impatto dell’AI nei settori critici dei servizi finanziari e del mercato abitativo, immobiliare. Promossa congiuntamente da Maxine Waters (D-CA) e Patrick McHenry (R-NC), rispettivamente esponente del Partito Democratico e presidente del Comitato dei Servizi Finanziari della Camera, la legge rappresenta un raro esempio di collaborazione bipartisan in un’area tecnologica altamente complessa e in rapida evoluzione.

Il mondo della regolamentazione finanziaria si appresta a vivere un cambiamento significativo con la nomina di Christopher Atkins, CEO di Shift4 Payments, da parte dell’ex presidente Donald Trump per sostituire Gary Gensler alla presidenza della U.S. Securities and Exchange Commission (SEC). La notizia, annunciata oggi, ha già suscitato notevole interesse tra osservatori del mercato, analisti e commentatori politici. La mossa di Trump potrebbe segnare un cambiamento sostanziale nel modo in cui la SEC si occupa di regolamentazione, in particolare in settori come le criptovalute, la fintech e la trasparenza aziendale.

Sapete, quando parliamo di intelligenza artificiale e del governo che inizia a ficcare il naso, mi viene subito in mente mip padre. Sempre lì a chiedersi: “Che cosa stai combinando con quegli amici che non mi convincono?” Solo che questa volta non si tratta del mio circolo di scacchi del liceo, ma di Microsoft e OpenAI che, secondo la Federal Trade Commission (FTC), potrebbero aver trovato modi troppo creativi per collaborare.

Immaginate questa scena: è tarda sera, siete comodamente sul divano con una tazza di tè, il vostro gatto ronfa beato, e all’improvviso il presidente del vostro Paese interrompe le trasmissioni con un discorso tanto improvviso quanto minaccioso. Non sta promuovendo un nuovo programma sociale, né annuncia che tutti avranno un giorno libero per meditare. No, dichiara la legge marziale. Sì, avete capito bene: esercito per le strade, oppositori nei guai e mercati in tilt. Questo è quello che è successo in Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk Yeol ha deciso che, se non puoi battere i tuoi avversari politici, almeno puoi metterli sotto coprifuoco.

Eric Schmidt, ex CEO di Google, ha lanciato un avvertimento significativo sul potenziale impatto negativo delle tecnologie avanzate di intelligenza artificiale generativa, in particolare delle app di compagni virtuali, sulla società. Intervenendo al podcast The Prof G Show del professore della NYU Stern, Scott Galloway, Schmidt ha sottolineato come questi strumenti, combinati con fattori sociali come la solitudine, possano aumentare il rischio di radicalizzazione, specialmente tra i giovani uomini.

Elon Musk, Trump e la Legge di Murphy in Delaware
Questi sono giorni di vertiginosi successi per Elon Musk, che non sembra accontentarsi del suo impero tecnologico e del suo nuovo alleato d’eccezione, Donald Trump. C’è un luogo dove neppure il potere di Musk può trionfare: i tribunali del Delaware.

Signore e signori, benvenuti alla lista che non sapevate di volere, direttamente da Washington D.C. con destinazione Pechino.

Oggi ho imparato un termine che mi ha fatto riflettere: Potemkin AI. Una definizione che si riferisce a quei sistemi di intelligenza artificiale che, apparentemente, vantano un’auto-sufficienza e una sofisticazione avanzata, ma che in realtà si reggono su una quantità impressionante di lavoro umano nascosto dietro le quinte.

Vera, il nuovo strumento di fact-checking sviluppato da Babelscape e alimentato da modelli linguistici avanzati (LLM), si presenta come una soluzione altamente innovativa per la verifica delle informazioni. Con l’aumento esponenziale delle notizie false e della disinformazione online, è fondamentale disporre di strumenti che possano garantire l’affidabilità dei contenuti circolanti. Sebbene nel panorama internazionale esistano altri software simili, Vera si distingue per una serie di caratteristiche che ne fanno una delle soluzioni più promettenti per affrontare questo problema, sia a livello globale che in Italia.

Elon Musk ha avviato una battaglia legale contro OpenAI, cercando di bloccare la trasformazione dell’organizzazione in una struttura a scopo di lucro. Attraverso una causa e una richiesta di ingiunzione (in allegato, interessenta da leggere), Musk accusa OpenAI di aver tradito la sua missione originale, che prevedeva lo sviluppo di un’intelligenza artificiale (IA) al servizio dell’umanità, e non finalizzata al guadagno. Questa disputa è radicata nella visione originaria del progetto, che aveva l’obiettivo di rendere le scoperte sull’IA aperte e accessibili a tutti.

Immaginate Reid Hoffman, miliardario, filantropo, fondatore di Linkedin e una sorta di Buddha della Silicon Valley, seduto su una poltrona di pelle, con il suo telefono in mano e una mappa della Nuova Zelanda aperta davanti. È l’immagine di un uomo che riflette sul futuro… e anche su quanto sia difficile decifrare quei maledetti confini tra North e South Island.

Immaginate una cena intellettuale a Manhattan, un loft pieno di filosofi, matematici e, perché no, un neuroticissimo modello di intelligenza artificiale chiamato O1. Tra un bicchiere di vino e l’altro, qualcuno inevitabilmente si chiede: “Ma cosa diavolo fa davvero O1?”
Beh, lasciate che ve lo spieghi, o almeno ci provo, ma non aspettatevi una risposta semplice: la vita è già complicata, e poi c’è l’intelligenza artificiale a peggiorare tutto.

Imogen Heap, vincitrice di Grammy e pioniera tecnologica, si è imbarcata in un progetto che definire innovativo è poco: ha unito le forze con una piattaforma di intelligenza artificiale musicale chiamata Jen. Ora, già il nome “Jen” mi fa pensare a una persona che indossa maglioni troppo grandi o cardigan con pelliccia ecologica e discute di etica mentre sorseggia tè matcha. E invece no: è una piattaforma di IA che promette di essere etica. Ecco, non so voi, ma io quando sento “IA etica” mi viene un leggero mal di testa.

Dunque, eccoci qui. Mentre io rifletto sull’immortalità del moscerino, il mondo della blockchain decide di mettersi in vetrina con un’altra follia finanziaria. Secondo CoinGecko – che non è un personaggio Disney, anche se ne ha l’aria – l’ecosistema di Virtuals Protocol è balzato del 28% in un solo giorno. Ah, ma non è tutto: il valore complessivo dei token sulla blockchain di Base ha raggiunto 1,9 miliardi di dollari. Sì, miliardi, quella parola che fa venire un attacco d’ansia al commercialista.

Immaginate di essere in una stanza buia con un cristallo magico. Solo che il cristallo non è magico, è digitale, e invece di vedere il futuro, vi mostra delle probabilità. Questo, in poche parole, è Polymarket, una piattaforma di scommesse basata su blockchain. Il suo CEO, Shayne Coplan, è l’uomo che, con l’entusiasmo di un mentalista da villaggio, ci dice: “Abbiamo previsto il cessate il fuoco Israele-Hezbollah giorni prima dei media tradizionali“.

Per anni, ci siamo immaginati il futuro della guerra come un grande palcoscenico sci-fi, un po’ alla Philip K. Dick, con droni spietati e robot killer che si aggirano tra le macerie di un mondo in conflitto. Era il nostro Ubik, ma con un filo di ansia in più. Oggi, quel futuro è diventato tangibile. Le armi autonome – capaci di muoversi, localizzare obiettivi e, in alcuni casi, sparare senza alcun intervento umano – sono una realtà concreta. Droni, torrette automatizzate e veicoli blindati autonomi come il Rex MK II (utilizzato dall’esercito israeliano) dimostrano che anche il peggio della nostra immaginazione può prendere forma.

Era un giorno grigio, intriso di quell’inquietudine palpabile che precede un grande cambiamento. L’ufficio di Anna, una piccola stanza stipata di tecnologia datata, brillava debolmente alla luce di un monitor. Le notifiche scattavano come proiettili su uno schermo sovraffollato: un mix caotico di comunicazioni umane, bot automatici e algoritmi che combattevano per la supremazia digitale.

ByteDance, l’azienda cinese nota per TikTok, sta affrontando sfide significative nella sua espansione globale nell’intelligenza artificiale (IA). Mentre l’azienda continua a sviluppare innovazioni all’avanguardia, come i modelli di linguaggio e strumenti per la generazione di immagini e video ad alta risoluzione, deve confrontarsi con barriere regolatorie, concorrenza internazionale e dilemmi strategici interni.

Marc Andreessen, co-fondatore di Andreessen Horowitz e figura emblematica della Silicon Valley, ha espresso preoccupazioni profonde e severe riguardo alle recenti intenzioni del governo degli Stati Uniti di regolamentare l’intelligenza artificiale (IA). Secondo Andreessen, l’approccio attuale rappresenta una minaccia per l’innovazione e per il potenziale delle startup di emergere in un settore sempre più cruciale per il futuro dell’economia globale.