Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Autore: Alessandra Innocenti Pagina 2 di 18

Avatar in aula: quando l’IA diventa l’avvocato (senza dirlo a nessuno)

Certe volte la realtà supera la fantascienza. E altre volte, la supera, la investe, e poi fa retromarcia. Prendete Jerome Dewald, 74 anni, imprenditore seriale e visionario dell’intelligenza artificiale, che ha pensato bene di mandare Jim, un avatar AI “grande, bello e maschio alfa”, a rappresentarlo in tribunale durante un’udienza. Sì, avete letto bene. Un avatar generato da una piattaforma chiamata Tavus, usato per tenere un’arringa legale in un’aula della Corte Suprema dello Stato di New York.

Ora, si potrebbe anche apprezzare l’intento se fosse stato chiaro. Ma Dewald non ha avuto la brillante idea di informare preventivamente la corte che l’uomo in video, con voce baritonale e mascella scolpita, non era un avvocato in carne e ossa, né tanto meno lui. Il dettaglio, a quanto pare, era secondario. Peccato che la giudice Sallie Manzanet-Daniels non abbia esattamente gradito la sorpresa, interrompendo il video dopo la prima frase pronunciata da Jim e chiedendo se quella fosse la parte legale del caso.

Adobe punta sull’intelligenza artificiale creativa: Photoshop e Premiere Pro diventano (finalmente) intelligenti

Adobe ha deciso di mandare in pensione il concetto romantico di “editing manuale” e ha fatto coming out con la sua nuova religione: l’agentic AI. Un nome che sa più di buzzword da pitch per venture capitalist che di rivoluzione, ma il succo è chiaro. Photoshop e Premiere Pro stanno per diventare strumenti che non solo eseguono comandi, ma li capiscono, li anticipano e soprattutto – li fanno al posto tuo. Addio alle notti insonni passate a mascherare dettagli pixel per pixel. Benvenuti nell’era del creative agent, dove il mouse serve più per sentirsi creativi che per esserlo davvero.

A spiegare l’ennesima mossa di Adobe nel campo dell’IA è Ely Greenfield, CTO del Digital Media di Adobe, che in un blog pubblicato oggi ha raccontato con toni visionari – e un certo gusto per la retorica futuristica – come funzioneranno questi nuovi agenti. Si parte da Photoshop: una nuova interfaccia galleggiante, chiamata Actions panel, che analizza la tua immagine, ti suggerisce interventi estetici (tipo: “vuoi che sparisca quella comitiva di turisti sullo sfondo?”) e poi se gli dici sì – lo fa. Senza chiederti dove vuoi salvare il file.

La resurrezione AI de Il mago di Oz nella cattedrale Sphere digitale di Las Vegas

Il mago di Oz è morto, lunga vita al Mago di Oz. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale non solo restaura ma reinventa, Google, DeepMind e Magnopus hanno deciso di prendere uno dei film più iconici della storia del cinema e… hackerarlo con classe. L’obiettivo? Trasformarlo in un’esperienza immersiva degna del più lisergico dei viaggiatori del 1939, proiettata su un colossale schermo semi-sferico di 160.000 piedi quadrati nella Sphere di Las Vegas. Per chi ancora crede che l’arte non debba essere toccata, sedetevi comodi: qui siamo ben oltre il restauro digitale. Qui siamo nella resurrezione aumentata.

Vitruvian-1 14B: Un Balzo in Avanti per l’Intelligenza Artificiale Europea

ASC27 s.r.l., con il supporto della comunità italiana e europea, ci riprova e lancia Vitruvian-1, o semplicemente V1, un modello AI che porta in scena una nuova era nel mondo dell’intelligenza artificiale con capacità di ragionamento avanzate. Con soli 14 miliardi di parametri, Vitruvian-1 non è il solito gigante da centinaia di miliardi di parametri che dominano il mercato, ma offre qualcosa di unico: il vero ragionamento.

Nel mezzo della tempesta: AICT sfida i mercati e punta su Hong Kong per la sua IPO da 200 milioni

Mentre la tempesta perfetta della guerra commerciale globale fa tremare le fondamenta dei mercati finanziari, con l’indice Hang Seng che registra il peggior tonfo giornaliero degli ultimi trent’anni, un’azienda di intelligenza artificiale con base a Pechino decide di premere sull’acceleratore. AICT, specializzata in tecnologie AI ad alta precisione per il controllo del traffico e la gestione dei parcheggi in oltre 50 città cinesi, annuncia con spavalderia la sua intenzione di presentare domanda di quotazione alla borsa di Hong Kong entro fine mese.

In barba ai segnali macroeconomici da codice rosso, AICT vuole raccogliere almeno 200 milioni di dollari attraverso la sua IPO. Secondo quanto trapela da fonti vicine all’operazione, l’obiettivo è ambizioso ma strategicamente calcolato. Per Yan Jun, fondatore e presidente della compagnia, non si tratta di una scommessa cieca ma di una mossa studiata: “Meglio essere già in pista. Se il mercato migliora, siamo pronti a decollare. Se resta turbolento, almeno siamo in posizione”.

Waymo e la privacy: una promessa o una strategia di marketing?

Recentemente, Waymo, la divisione di veicoli autonomi di Alphabet, ha dichiarato di non avere intenzione di utilizzare le riprese delle telecamere interne dei suoi robotaxi per addestrare modelli di intelligenza artificiale destinati alla pubblicità mirata. Questa affermazione è giunta in risposta alla scoperta di una pagina non ancora pubblicata della loro politica sulla privacy, individuata dalla ricercatrice Jane Manchun Wong, che suggeriva la possibilità di utilizzare i dati delle telecamere interne associati all’identità dei passeggeri per scopi pubblicitari.

Secondo la portavoce di Waymo, Julia Ilina, il testo in questione era solo un segnaposto e non rifletteva accuratamente le funzionalità in fase di sviluppo. Ha inoltre sottolineato che il sistema di apprendimento automatico dell’azienda non è progettato per identificare singoli individui e che non ci sono piani per utilizzare questi dati a fini pubblicitari.

Tim Cook e il panico da iPhone: se la guerra dei dazi fa volare le vendite (per ora), np Trump farà Iphone in US

Quando Donald Trump minaccia dazi del 54% sui prodotti cinesi, a Wall Street il panico si trasforma in prassi. Ma mentre gli investitori abbandonano Apple come se avesse appena annunciato il ritorno del Newton MessagePad, i consumatori americani stanno correndo nei negozi come se fosse il Black Friday fuori stagione. Il motivo? La paura che l’iPhone diventi un oggetto di lusso stile Rolex.

Apple, che da sempre danza sull’orlo di una catastrofe geopolitica pur mantenendo i profitti a doppia cifra, si è trovata di colpo al centro di una corsa all’oro hi-tech: gente che affolla gli Apple Store chiedendo con ansia se “i prezzi aumenteranno domani”. I dipendenti, lasciati senza linee guida ufficiali dall’azienda, sono diventati improvvisamente i nuovi oracoli di Cupertino, costretti a improvvisare risposte mentre l’adrenalina scorre come un aggiornamento iOS mal riuscito.

Chatbot arena: la guerra fredda dei cervelli sintetici

Mentre il pubblico si perde in chiacchiere con il proprio chatbot preferito, sul campo di battaglia digitale chiamato Chatbot Arena si consuma un vero e proprio scontro tra titani dell’intelligenza artificiale conversazionale. Una classifica, aggiornata costantemente e alimentata dalla preferenza degli utenti, sta mettendo in scena l’equivalente di una guerra fredda 2.0, in cui le armi non sono bombe atomiche ma modelli linguistici sempre più raffinati. Reddit, ovviamente, osserva e commenta ogni mossa, ogni miglioramento, ogni crollo in classifica come se si trattasse della Champions League del futuro.

Views sono una truffa ben confezionata: il grande inganno dell’era digitale

Il “view” è la criptovaluta dell’attenzione. È la metrica più esibita, idolatrata, manipolata e abusata dell’intero universo digitale. La vedi ovunque: sotto ogni video, post, reel, story, shorts, tweet, thread o qualsiasi altro feticcio del contenuto contemporaneo. Il messaggio subliminale è chiaro: più views hai, più vali. Più vali, più sei. Eppure, sotto la superficie di questo numero apparentemente oggettivo si nasconde una truffa degna di Wall Street nei tempi d’oro del subprime.

Non è un’opinione: è un fatto. I views sono bugie con l’abito della verità. Sono il risultato di metriche arbitrarie, gonfiate e ridisegnate da piattaforme che hanno tutto l’interesse a venderti un’illusione di successo. Facebook, per esempio, è stata beccata a gonfiare intenzionalmente i numeri per convincere i creator a investire nei video nativi, salvo poi finire coinvolta in cause legali per frode. Ma è solo la punta dell’iceberg.

L’ AI ruba, noi paghiamo: la stampa scende in guerra contro l’intelligenza artificiale Stop AI THEFT

Some of the ads included in the Support Responsible AI campaign.

Nell’era in cui l’intelligenza artificiale non dorme mai e si nutre di tutto ciò che tocca, anche i padroni dell’informazione — quelli veri, non gli influencer da due soldi — hanno deciso di smettere di porgere l’altra guancia. Centinaia di editori, tra cui mostri sacri come The New York Times, The Washington Post, The Guardian, e la sempre acida Vox Media (The Verge incluso), hanno lanciato questa settimana una campagna di fuoco: Support Responsible AI. Il tono? Più da guerra fredda che da iniziativa civile.

VIEWS Il Grande Tradimento Digitale

Siamo entrati nell’era del “Grande Tradimento Digitale”, e questa volta non è una metafora. È un urlo collettivo che risuona da ogni angolo della rete: “Google ci ha traditi”. È il pianto amaro di editori indipendenti, gestori di blog, piccole testate giornalistiche e siti verticali di nicchia. Tutti accomunati da un destino cinico: essere stati prima nutriti, poi bruciati vivi, da un algoritmo che cambia umore più spesso di un trader sotto metanfetamina.

Google, il buon vecchio motore di ricerca, è diventato qualcosa di diverso. Ora si comporta più come un oracolo ermetico alimentato da AI, dispensando risposte pronte in stile chatbot e riducendo a macerie il traffico organico che una volta distribuiva come un re magnanimo. La partita non è più tra chi scrive meglio, chi indicizza meglio, chi ha più backlink. No. Ora il gioco è truccato. Il nuovo sfidante si chiama SGE, Search Generative Experience, ed è l’intelligenza artificiale conversazionale di Google che risponde direttamente agli utenti. Sintetizza, interpreta e cancella la necessità stessa di cliccare su un link.

Microsoft entra nel dark mirror del gaming: gameplay generati da Muse AI e il ritorno distorto di Quake II

Microsoft ha appena spalancato una porta sul futuro del gaming, e dentro non c’è l’Eden, ma piuttosto una distopia tecnologica che sa tanto di laboratorio segreto di Redmond. La nuova creatura si chiama Muse AI, e non è un semplice giocattolo nerd: è una macchina pensante in grado di generare gameplay. Sì, hai capito bene. Non livelli progettati da umani o nemmeno scene suggerite da prompt: gameplay generati interamente da un modello neurale.

Il primo assaggio di questa mutazione arriva in forma di reliquia cyberpunk: un Quake II ricostruito in browser, visibilmente sfigurato, come se fosse passato attraverso un sogno febbrile dell’AI. È la tech demo che Microsoft ha messo online come parte dell’iniziativa Copilot for Gaming, ed è più un teaser allucinato che un’esperienza concreta. Pixel sfocati, frame rate migliorato rispetto all’originale demo a 10fps (ora siamo a 640×360, non esattamente 4K), e sessioni di gioco a tempo determinato. Più Black Mirror che Xbox Live.

Tron: Ares e l’apocalisse digitale che Disney voleva tenerci nascosta

Disney ha appena sganciato la bomba visiva che aspettavamo (più o meno) da tredici anni: il primo trailer di Tron: Ares, seguito tanto atteso – e a lungo congelato in carbonite creativa di Tron: Legacy. Un trailer da un minuto e mezzo che, come ogni buon teaser moderno, non spiega quasi nulla ma urla tutto.

Nell’era dei reboot, sequel, prequel e “requeli”, questa nuova iterazione della saga cyber-mitologica sembra voler finalmente varcare il confine tra la griglia e la realtà. Jared Leto, in perfetta modalità transumanista, interpreta Ares: un Programma diventato carne. O forse, vista la sua aura disturbante, carne diventata codice? Non ci è dato saperlo, ma lo vediamo sfrecciare su una light cycle in mezzo a una città notturna, braccato da poliziotti. Uno di loro viene tagliato in due da un’onda luminosa: la firma visiva di Tron, qui ricaricata con intenti decisamente più bellici.

Leonardo l’appello di Cingolani: L’Europa deve unirsi per affrontare la competizione spaziale con Elon Musk

Nel cuore della sfida tecnologica globale, Roberto Cingolani, una delle voci più influenti nel panorama della difesa e della transizione tecnologica europea, ha espresso più volte l’urgenza di un’azione concreta per rafforzare la posizione dell’Europa nel settore spaziale. Con l’incredibile ascesa di SpaceX di Elon Musk, il mondo assiste a una rivoluzione nell’esplorazione spaziale, con Musk che ha portato la corsa spaziale privata a un livello mai visto prima. Tuttavia, la posizione dominante della sua azienda potrebbe non essere facilmente sfidabile, e Cingolani sa che l’Europa deve rispondere con forza e coesione. Ma come? La risposta potrebbe risiedere nella creazione di un consorzio spaziale europeo che unisca forze, risorse e competenze in un fronte unito.

AI Agent Index

I principali innovatori nel campo dell’intelligenza artificiale stanno adottando sempre più sistemi di IA agentica, progettati per pianificare ed eseguire compiti complessi con un’interazione umana minima. Tuttavia, manca ancora un framework strutturato per documentare i componenti tecnici, gli utilizzi previsti e le misure di sicurezza di questi sistemi. Per affrontare questa necessità, abbiamo creato l’AI Agent Index, il primo database pubblico dedicato alla raccolta e alla documentazione delle informazioni sui sistemi di IA agentica attualmente operativi.

Nightwhisper: Il nuovo balzo di Google nel dominio della codifica AI

Nel panorama in continua evoluzione della codifica assistita da intelligenza artificiale, il misterioso modello Nightwhisper ha suscitato l’entusiasmo della comunità tecnologica. I dettagli che trapelano suggeriscono che questo modello, che sembra essere una novità di Google, potrebbe segnare un’importante evoluzione, probabilmente in grado di superare persino i modelli già avanzati come Gemini 2.5 Pro. Le prime recensioni dei tester parlano di un sistema che gestisce attività di sviluppo software in modo superiore, aumentando le aspettative e alimentando le speculazioni su cosa potrebbe essere veramente questo nuovo strumento.

Meta e UFC: quando il tech incontra l’ottagono

Nel panorama odierno, dove la tecnologia e lo sport si intrecciano in modi sempre più sorprendenti, l’annuncio di una partnership pluriennale tra Meta Platforms e la Ultimate Fighting Championship (UFC) rappresenta un ulteriore passo verso l’innovazione nell’intrattenimento sportivo. Questa collaborazione mira a sfruttare le avanzate tecnologie di Meta per offrire ai fan un’esperienza più coinvolgente e interattiva.

La UFC, sotto la guida di Dana White, ha sempre cercato di ampliare il proprio pubblico e migliorare l’esperienza dei fan. L’accordo con Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, apre le porte all’integrazione di strumenti come Meta AI, Meta Glasses e Meta Quest nelle trasmissioni degli eventi UFC. L’obiettivo dichiarato è quello di trasformare il modo in cui gli appassionati vivono gli incontri, portandoli virtualmente a bordo ring attraverso la realtà aumentata e virtuale.

Nintendo switch 2: più cara, più potente, ma è davvero l’upgrade che stavamo aspettando?

Nintendo ha finalmente annunciato la Switch 2, la sua prima nuova console in otto anni, fissando l’uscita per il 5 giugno 2025. Con un prezzo di partenza di 450 dollari negli Stati Uniti, la nuova console costa significativamente di più rispetto ai 300 dollari della Switch originale del 2017. Il colosso giapponese dei videogiochi scommette che l’evoluzione della sua console ibrida gli permetterà di mantenere la leadership nel mercato, ma sarà sufficiente per convincere i giocatori a fare l’upgrade?

Un salto generazionale o una versione “Pro” sotto mentite spoglie?

Adobe premiere pro si lancia nell’era dell’AI: montaggio video senza limiti

Adobe ha deciso di spingere il pedale sull’intelligenza artificiale, e lo fa aggiornando Premiere Pro con funzionalità che sembrano uscite da un film di fantascienza. La versione 25.2 del celebre software di montaggio video introduce strumenti avanzati per localizzare, tradurre ed estendere i filmati, portando alcune delle innovazioni più attese fuori dalla fase beta e mettendole finalmente a disposizione di tutti gli utenti.

FactSelfCheck: Un Nuovo Metodo per Rilevare le Allucinazioni nei Modelli Linguistici

di Redazione Tech

I grandi modelli linguistici (LLM) come ChatGPT hanno rivoluzionato il modo in cui interagiamo con l’intelligenza artificiale, ma non sono privi di limiti. Uno dei problemi più critici è la generazione di contenuti “allucinati”, ovvero informazioni false o inventate presentate come vere. Questa tendenza rappresenta un rischio in contesti dove la correttezza fattuale è essenziale, come in ambito medico, giuridico o giornalistico.

Un team di ricercatori della Wroclaw University of Science and Technology e dell’University of Technology Sydney ha recentemente presentato FactSelfCheck, un innovativo metodo per identificare le allucinazioni a livello di singoli fatti, anziché di frasi o paragrafi. Il sistema si basa sulla costruzione di grafi della conoscenza (knowledge graph), dove ogni fatto è rappresentato come una tripla (soggetto, relazione, oggetto). Ad esempio, (“Albert Einstein”, “premio Nobel”, “1921”).

Protetto: Capire l’intelligenza artificiale in risonanza magnetica: guida semplice per tecnici radiologi

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Il futuro della pubblicità personalizzata: AI e il business delle inserzioni su misura

L’intelligenza artificiale non sta solo rivoluzionando il mondo del lavoro e della creatività, ma sta trasformando in profondità anche l’industria pubblicitaria. E se pensavi che gli annunci personalizzati fossero già abbastanza inquietanti, preparati: stanno per diventare ancora più subdoli, pervasivi e iper-mirate.

Nvidia, ha sperimentato pubblicità interamente generate dall’AI in collaborazione con colossi del settore come Unilever. Il concetto è semplice quanto diabolico: un’azienda carica una manciata di risorse creative e informazioni demografiche di base, dopodiché l’AI fa il resto, generando un numero infinito di varianti personalizzate per ogni singolo utente.

L’intelligenza artificiale e il rischio nucleare: una partita senza arbitro

L’Intelligenza Artificiale (AI) sta ridefinendo il concetto stesso di guerra e, con esso, il pericolo di un conflitto nucleare fuori controllo. L’idea che una macchina possa prendere decisioni in ambito militare, in particolare nel contesto nucleare, fa tremare i polsi persino agli esperti di strategia. Eppure, la corsa all’AI militare è già una realtà consolidata, con Stati Uniti, Cina e Russia in prima linea, mentre il resto del mondo osserva con una combinazione di paura e impotenza.

Secondo John Tasioulas, direttore dell’Institute for Ethics in AI dell’Università di Oxford, la priorità dovrebbe essere una sola: garantire che le decisioni sull’uso di armi nucleari restino sotto il controllo umano. Il rischio non è tanto l’apocalisse robotica da fantascienza, ma una guerra atomica innescata da un malinteso, da un errore di calcolo o, peggio, da un algoritmo difettoso. L’AI, lungi dall’essere solo uno strumento difensivo, potrebbe rivelarsi il più grande fattore destabilizzante mai introdotto nella geopolitica moderna.

Drone Russo su Lago di Garda – Waldo: Sorveglianza Totale

Un drone di fabbricazione russa è stato avvistato vicino a Ispra, in provincia di Varese, violando una «no fly zone» altamente sorvegliata. Secondo il Corriere della Sera, il velivolo avrebbe sorvolato per circa una settimana la zona del Joint Research Centre della Commissione europea, sul lago Maggiore. Il Centro comune di ricerca europeo ha rilevato il drone grazie a un sistema sperimentale per individuare velivoli sconosciuti. A marzo sono stati registrati almeno cinque passaggi, provocando l’allarme sicurezza.

Benvenuti nell’era in cui ogni vostro movimento, ogni decisione, ogni interazione è potenzialmente registrata, analizzata e archiviata. Se pensavate che il concetto di “privacy” avesse ancora qualche significato, Waldo 3.0 potrebbe essere la prova definitiva che vi sbagliate. Questo modello di AI di rilevamento avanzato è in grado di identificare e tracciare oggetti, veicoli, persone e infrastrutture, dalle immagini satellitari a quelle catturate da un drone a pochi metri dal suolo.

Ma non si tratta solo di tecnologia all’avanguardia per il monitoraggio urbano, la sicurezza pubblica o la gestione delle emergenze. Il vero problema è che ogni innovazione come questa sposta l’ago della bilancia sempre più verso un controllo totale, normalizzando una sorveglianza che una volta sarebbe stata considerata fantascientifica.

CoreWeave: quando l’IPO ridimensionata svela crepe nel castello di sabbia dell’AI

CoreWeave, il fornitore di servizi cloud specializzato in infrastrutture AI, ha recentemente affrontato un debutto in borsa tutt’altro che stellare. L’azienda aveva inizialmente previsto di vendere 49 milioni di azioni a un prezzo compreso tra 47 e 55 dollari per azione, con l’obiettivo di raccogliere circa 2,7 miliardi di dollari. Tuttavia, a causa di una domanda inferiore alle aspettative, l’offerta è stata ridotta a 37,5 milioni di azioni al prezzo di 40 dollari ciascuna, raccogliendo 1,5 miliardi di dollari e valutando l’azienda intorno ai 23 miliardi di dollari .

Il primo giorno di negoziazione non ha portato sollievo: le azioni di CoreWeave hanno aperto a 39 dollari, scendendo poi a circa 37 dollari, per poi chiudere alla cifra iniziale di 40 dollari . Questo andamento riflette una crescente cautela degli investitori verso le IPO tecnologiche, soprattutto in un mercato che inizia a mostrare segni di surriscaldamento nel settore AI.​

Amazon dichiara guerra a Nvidia: sconti sui chip AI, supercomputer e investimenti miliardari per dominare l’AI

​Amazon ha deciso di sfidare Nvidia nel mercato dei chip per l’intelligenza artificiale (AI) con una serie di mosse strategiche che mirano a ridurre la dipendenza dall’attuale leader di mercato e offrire alternative più economiche e performanti ai propri clienti cloud. Questa iniziativa si concretizza attraverso lo sviluppo di chip proprietari, la costruzione di supercomputer avanzati e investimenti significativi in startup AI.

Meta e l’ombra lunga dell’addestramento: i libri inediti nel mirino?

Se pensavi che la guerra sui dati fosse già abbastanza sporca, ecco un nuovo capitolo ancora più inquietante: Meta potrebbe aver addestrato i suoi modelli di intelligenza artificiale anche su libri non ancora pubblicati.

Il sospetto arriva dopo che The Atlantic ha lanciato un tool di ricerca nel database di LibGen, rivelando che la grande GAI (Grande AI Industriale) di Zuckerberg potrebbe essersi nutrita non solo di libri già disponibili, ma anche di opere inedite, probabilmente sottratte da piattaforme di distribuzione di copie avanzate come NetGalley ed Edelweiss.

L’autrice Maris Kreizman, scrivendo su Literary Hub, ha scoperto che il suo libro, in uscita il 1° luglio, era già nel dataset di addestramento di Meta. E qui sorge la domanda fatidica: come è possibile?

Il fenomeno Manus: come un’AI cinese sta affascinando la Silicon Valley e mettendo in discussione gli investimenti USA in Cina

La startup cinese che ha sviluppato Manus, un agente AI che sta spopolando negli Stati Uniti, è in trattative con investitori, tra cui importanti venture capital americani, per una nuova raccolta di fondi. Si stima che la valutazione dell’azienda raggiunga i 500 milioni di dollari, un aumento di cinque volte rispetto alla valutazione precedente. Nonostante l’attenzione che Manus ha attirato, il contesto geopolitico rende la situazione decisamente più interessante di quanto possa sembrare a prima vista.

Manus, sviluppato dalla startup Butterfly Effect, è un agente AI che compie operazioni come prenotazioni di viaggio o analisi finanziarie semplicemente navigando su siti web. Il prodotto ha fatto breccia tra sviluppatori e dirigenti tecnologici grazie al suo debutto avvenuto a marzo in versione beta. La vera sorpresa? Il suo successo sta arrivando in un periodo in cui gli Stati Uniti stanno esaminando con crescente sospetto gli investimenti in tecnologia cinese, soprattutto quelli legati all’intelligenza artificiale. La crescita esplosiva di Manus e il crescente interesse per i prodotti AI cinesi, come nel caso di DeepSeek, potrebbero cambiare le dinamiche dell’ecosistema tecnologico globale.

Le startup che stanno rivoluzionando il panorama digitale italiano: l’AI al servizio delle imprese, Sicuro.it e Chino.io, compri ai

In un’epoca in cui l’innovazione è il motore principale della crescita economica, le startup italiane si stanno facendo largo come protagoniste nel campo della digitalizzazione e dell’automazione dei processi aziendali. Alcune realtà, come Sicuro.it e Chino.io, stanno facendo passi da gigante nel rinnovare il panorama delle soluzioni aziendali, mentre altre, come compri, promettono di ridefinire completamente il modo in cui le aziende gestiscono i loro processi interni.

Alibaba dichiara guerra alle immagini AI false su Taobao: il bluff del commercio online è finito

Alibaba sta alzando il tiro nella lotta contro le immagini di prodotto generate dall’intelligenza artificiale, un fenomeno che sta sfuggendo di mano a livello globale. La sua piattaforma di e-commerce Taobao ha annunciato una nuova iniziativa per arginare l’uso improprio dell’AI nella creazione di immagini pubblicitarie ingannevoli, una mossa che punta a proteggere i consumatori e i brand originali.

Con la crescente accessibilità di strumenti avanzati di generazione di immagini, molti venditori hanno trovato terreno fertile per abbellire – o meglio, falsificare – i propri prodotti con un realismo mai visto prima. Ma Alibaba ha deciso di dire basta. Il messaggio è chiaro: il ritocco è consentito, ma solo se rimane “moderato e realistico”. In altre parole, niente più immagini che mostrano prodotti in versioni esageratamente perfette, distanti anni luce dalla realtà.

Microsoft AI Tour 2025: l’AI Generativa e Agentica tra marketing, investimenti e realtà

Il Microsoft AI Tour 2025 ha portato a Milano il futuro dell’Intelligenza Artificiale, confezionato in un evento che ha visto la partecipazione di oltre 2.000 tra imprenditori, manager, sviluppatori e professionisti IT. L’appuntamento del 26 marzo al Palazzo del Ghiaccio ha trasformato Milano in un hub tecnologico, con Microsoft che ha sfoderato la sua visione dell’AI Generativa e Agentica come motore di crescita economica.

Asha Sharma, Corporate Vice President di Microsoft AI Platform, ha ribadito il messaggio chiave: l’AI non è solo una promessa, ma un acceleratore concreto per i modelli di business.

Parole d’ordine? Triplicare il ROI e rendere le aziende competitive. Non è una dichiarazione astratta: Microsoft ha già messo sul piatto 4,3 miliardi di euro per potenziare le infrastrutture AI in Italia.

AI Generativa e Agentica: moda del momento o rivoluzione strutturale?

Il disastro silenzioso dei metadata: miliardi di dollari persi per un errore banale

Nell’era dello streaming, dove ogni ascolto si traduce in centesimi di dollaro per gli artisti, un problema apparentemente banale sta causando un’emorragia economica di proporzioni gigantesche: la cattiva gestione dei metadata musicali. Un semplice errore di formattazione può trasformare il titolo di una canzone in un valore numerico, un codice temporale o, peggio ancora, in un’identità completamente sbagliata.

Esempi clamorosi? “4:44” di Jay-Z o “7/11” di Beyoncé, che possono essere erroneamente convertiti in formati decimali o date, creando confusione nei database delle piattaforme di streaming. Il risultato è devastante: brani e interi album vengono attribuiti ad artisti sbagliati, con royalties che finiscono nelle tasche sbagliate o, ancora peggio, non vengono pagate affatto.

Secondo alcune stime, tra il 2016 e il 2018 circa 2,5 miliardi di dollari di royalties sono rimasti non assegnati solo negli Stati Uniti a causa di questi errori nei metadata. Un problema che colpisce in particolare gli artisti indipendenti, che non hanno la forza contrattuale per reclamare ciò che spetta loro.

Ideogram 3.0: l’arte dell’IA raggiunge nuove vette

Nel panorama in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale, Ideogram 3.0 emerge come una pietra miliare nella generazione di immagini. Questo modello avanzato non solo promette un fotorealismo senza precedenti, ma ridefinisce anche il rendering del testo all’interno delle immagini, superando concorrenti come Imagen 3 di Google e DALL-E 3.​

Microsoft rallenta sull’AI: effetto guerra con la Cina o bolla dell’hype?

Microsoft ha deciso di abbandonare progetti di data center per un totale di 2 gigawatt negli Stati Uniti e in Europa negli ultimi sei mesi. Secondo gli analisti di TD Cowen, la scelta è dovuta a un eccesso di capacità rispetto alla domanda prevista. Ma il dettaglio più significativo è che la decisione è legata al mancato supporto a OpenAI per l’addestramento di nuovi modelli di intelligenza artificiale.

Joe Tsai smonta il mito dell’intelligenza artificiale superiore e dei robot umanoidi: sogno o follia? Chapeau

Joe Tsai, presidente di Alibaba Group Holding, ha recentemente lanciato una serie di domande filosofiche sulla reale capacità dell’intelligenza artificiale di superare l’intelligenza umana e sull’effettiva utilità dei robot umanoidi. In un’epoca in cui l’IA sembra essere la chiave per risolvere ogni problema, la sua riflessione non è solo provocatoria, ma mette a nudo i limiti di una visione troppo semplicistica del futuro tecnologico.

Tsai ha parlato durante la finale di Jumpstarter a Hong Kong, un evento organizzato dal fondo per imprenditori di Alibaba per sostenere le startup emergenti. Pur riconoscendo il potenziale trasformativo dell’IA, ha sollevato dubbi sul concetto di intelligenza artificiale generale (AGI). Se le macchine possono elaborare informazioni più velocemente degli esseri umani, ciò le rende davvero più intelligenti? Secondo Tsai, la risposta è no. L’intelligenza umana non è solo calcolo e logica: è emozione, empatia, capacità di interazione sociale. E su questi aspetti, l’IA è ancora distante anni luce.

Google lancia Gemini 2.5 Experimental: il nuovo modello AI che vuole davvero “pensare”

Google ha presentato Gemini 2.5, la sua nuova famiglia di modelli di intelligenza artificiale che, a detta dell’azienda, è in grado di “pensare”. Un’affermazione audace, ma che segna un altro passo nella corsa all’AI sempre più avanzata.

Secondo il colosso di Mountain View, Gemini 2.5 è un modello progettato per il ragionamento avanzato, il che significa che non si limita a classificare e prevedere, ma è capace di analizzare informazioni, trarre conclusioni logiche, incorporare il contesto e le sfumature, e prendere decisioni informate. In sostanza, Google vuole far credere che la sua AI non si limita a rigurgitare dati, ma elabora risposte più intelligenti e contestualizzate.

OpenAI spinge sull’acceleratore: immagini – Images in ChatGPT e la sfida al futuro dell’AI generativa

OpenAI ha appena alzato l’asticella dell’intelligenza artificiale con l’introduzione di Images in ChatGPT, una funzionalità che permette di generare immagini direttamente all’interno della chat utilizzando GPT-4o. Questa evoluzione segna un passo decisivo nell’integrazione dell’AI multimodale, rendendo il chatbot non solo un maestro della parola, ma anche della creazione visiva.

L’accesso a questa funzione sarà garantito a tutti gli utenti, indipendentemente dal piano di abbonamento, con limitazioni simili a quelle già viste con DALL·E. Il portavoce di OpenAI, Taya Christianson, ha però evitato di rivelare numeri precisi sui limiti della versione gratuita, lasciando intendere che potrebbero variare in base alla domanda. DALL·E, per ora, non verrà abbandonato, ma relegato a un “custom GPT” per chi vuole continuare a usarlo.

Ma cosa rende davvero rivoluzionario questo aggiornamento?

Otter rivoluziona le riunioni con AI Meeting Agent: addio segretari/e, benvenuta automazione totale

Otter.ai, il servizio di trascrizione automatizzata basato su intelligenza artificiale, ha deciso di alzare il tiro e rendere le riunioni ancora più intelligenti o almeno più automatizzate. Il suo nuovo trio di agenti AI punta a eliminare il lavoro umano superfluo nelle call aziendali, trasformando ogni riunione in un flusso di dati e azioni automatizzate. Il protagonista di questa rivoluzione è l’Otter Meeting Agent, un assistente vocale per meeting capace di rispondere a domande e completare attività attingendo direttamente alle informazioni aziendali.

Otter definisce il Meeting Agent come un’evoluzione “trasformativa” del suo precedente chatbot AI per meeting. In pratica, non si limita più a trascrivere conversazioni e generare riassunti, ma può rispondere attivamente alle domande durante la riunione e persino organizzare nuovi meeting o scrivere email, tutto attraverso un’interazione vocale naturale. Un salto di qualità che potrebbe rendere obsoleti i ruoli di assistenti virtuali e segretarie.

Apple Trasforma Look Around In Un’Intelligenza Artificiale: Nuova Privacy A Rischio?

Apple sta preparando il terreno per un utilizzo più aggressivo dei dati raccolti da Look Around, la sua versione di Google Street View. A partire da marzo 2025, le immagini e i dati 3D catturati durante le mappature non serviranno solo per migliorare Apple Maps, ma diventeranno carburante per allenare modelli di intelligenza artificiale destinati a prodotti e servizi dell’azienda.

Il cambiamento, segnalato da 9to5Mac, è stato discretamente aggiornato nella documentazione ufficiale di Apple, e potrebbe rappresentare una svolta significativa nell’approccio dell’azienda alla raccolta e all’uso dei dati visivi. Traduzione: quello che Apple sta catturando con le sue auto e i suoi zaini tecnologici non si limiterà più alla semplice navigazione, ma entrerà direttamente nel mondo della generazione e del riconoscimento di immagini tramite AI.

Nvidia G-Assist trasforma un pesce d’aprile in un’AI rivoluzionaria per il gaming

Nel 2017 era solo uno scherzo, oggi è realtà: Nvidia G-Assist, nato come pesce d’aprile, è diventato un vero e proprio assistente AI per i possessori di GPU RTX. Non si tratta di un semplice chatbot, ma di un’innovazione che promette di cambiare radicalmente l’esperienza di gioco e l’ottimizzazione del sistema.

Integrato direttamente nell’app Nvidia, G-Assist è in grado di gestire e ottimizzare le impostazioni di gioco, misurare i frame rate e persino controllare l’illuminazione di dispositivi compatibili come quelli di Logitech, Corsair, MSI e Nanoleaf. Può essere attivato tramite comandi vocali o testuali e offre risposte in stile ChatGPT su domande come “Come funziona il DLSS Frame Generation?”. Ma il vero valore aggiunto è la capacità di ottimizzare le prestazioni senza che l’utente debba navigare tra menu e impostazioni complesse.

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