Durante la crescente tensione della Guerra Fredda tecnologica tra Stati Uniti e Cina, le principali potenze tecnologiche cinesi, AlibabaBaidu e Tencent, hanno risposto con una mossa audace: hanno più che raddoppiato i loro investimenti nell’intelligenza artificiale rispetto all’anno precedente. Questa decisione, riportata dal Financial Times, sfida apertamente le restrizioni imposte da Washington, che mirano a limitare l’accesso della Cina a chip avanzati e processori essenziali per lo sviluppo tecnologico.

Nonostante gli ostacoli, le tre colossi tecnologici hanno investito una somma combinata di 50 miliardi di RMB (circa 7,02 miliardi di dollari) nella prima metà dell’anno, rispetto ai 23 miliardi di RMB dell’anno precedente. Questo massiccio aumento della spesa è stato principalmente indirizzato alla costruzione di infrastrutture per l’addestramento di modelli linguistici avanzati, un settore cruciale nella corsa globale all’IA.

Alibaba, sotto la guida del suo CEO Eddie Wu, ha più che raddoppiato la sua spesa, raggiungendo 23 miliardi di RMB. In una recente chiamata sugli utili, Wu ha sottolineato l’importanza di continuare a investire in ricerca e sviluppo, nonché in capital expenditure per l’IA, per garantire la crescita del loro business cloud basato sull’intelligenza artificiale. La fiducia nel ritorno sugli investimenti (ROI) è alta, nonostante le sfide geopolitiche.

Allo stesso modo, Tencent ha visto le sue spese in conto capitale aumentare a 23,1 miliardi di RMB nella prima metà dell’anno, rispetto agli 8,4 miliardi di RMB dello stesso periodo dell’anno precedente. La società ha ribadito il suo impegno a investire in piattaforme e tecnologie, con un’enfasi particolare sull’intelligenza artificiale, che viene vista come una leva per creare nuovo valore aziendale e rispondere alle esigenze degli utenti.

Baidu, anch’essa sotto pressione dalle crescenti spese legate all’IA, ha registrato una spesa di 4,2 miliardi di RMB, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente.

Nonostante gli Stati Uniti abbiano imposto sanzioni dal 2022 per limitare l’accesso della Cina a chip avanzati, come il chip H100 di Nvidia (NVDA) e la nuova serie Blackwell, la determinazione delle aziende cinesi a proseguire nello sviluppo dell’IA non sembra affievolirsi.

Alcuni chip di prestazioni inferiori, come l’H20, rimangono ancora accessibili ai clienti cinesi, permettendo così a queste aziende di continuare la loro marcia nel settore dell’intelligenza artificiale, nonostante il clima di tensione globale.