Le azioni dei principali contractor della difesa hanno registrato un calo significativo a seguito dell’elezione di Donald Trump a un secondo mandato presidenziale. Questo riflette le incertezze del mercato riguardo al futuro della politica di difesa e agli investimenti militari sotto la nuova amministrazione. Durante la sua prima presidenza, Trump aveva incrementato significativamente il budget della difesa, ma ha anche adottato un approccio controverso alla politica estera, alimentando preoccupazioni su possibili riduzioni di impegni internazionali, come il supporto militare all’Ucraina, e sul futuro della partecipazione degli Stati Uniti alla NATO.
Gli analisti prevedono che il secondo mandato potrebbe comportare cambiamenti significativi nella politica di difesa. Trump ha spesso sostenuto una riduzione del coinvolgimento militare all’estero in linea con la dottrina “America First”. Tuttavia, ci sono segnali contrastanti: se da un lato potrebbero aumentare gli investimenti in settori strategici come la difesa missilistica e lo spazio, dall’altro c’è il rischio di tagli ai programmi di aiuti militari internazionali, come quello per l’Ucraina, che hanno rappresentato un importante motore di crescita per l’industria bellica americana.
Le prospettive variano anche in base alla composizione del Congresso. Con i repubblicani al controllo del Senato, alcuni esponenti come Roger Wicker hanno già proposto significativi aumenti di spesa per la difesa. Tuttavia, il Partito Repubblicano non è più unito sul tema come in passato. Le sue fazioni interne includono sostenitori di spese militari elevate, “budget hawks” che spingono per un contenimento dei costi, e la corrente isolazionista di Trump, che potrebbe optare per tagli radicali a programmi globali.
Le aziende della difesa stanno affrontando un periodo di incertezza, poiché molti progetti dipendono direttamente dalle decisioni di politica estera e budgetaria dell’amministrazione. Durante la prima presidenza Trump, l’aumento del budget ha portato benefici significativi al settore, ma i tagli previsti agli aiuti esteri e l’eventuale riduzione delle missioni globali potrebbero rappresentare un ostacolo. Inoltre, l’industria teme una possibile “frenata improvvisa” se Trump decidesse di ridimensionare rapidamente il supporto a conflitti in corso come quello ucraino, dove gli investimenti in armamenti hanno giocato un ruolo cruciale negli ultimi anni.
Allo stesso tempo, settori come la tecnologia spaziale, la cantieristica navale e la difesa missilistica potrebbero vedere un aumento di fondi, coerentemente con le dichiarazioni del presidente in campagna elettorale.
Trump ha anche espresso scetticismo sulla permanenza degli Stati Uniti nella NATO, il che potrebbe minare la cooperazione internazionale nella difesa e influenzare negativamente i mercati globali. Una politica commerciale più aggressiva, come nuovi dazi contro Cina e alleati europei, potrebbe ulteriormente aumentare l’instabilità, complicando l’accesso alle catene di approvvigionamento globali e aumentando i costi per i contrattisti della difesa.
L’annuncio della nomina di Pete Hegseth come prossimo Segretario alla Difesa da parte del Presidente eletto Donald Trump ha scatenato un terremoto nei mercati finanziari, colpendo in particolare il settore della difesa. Hegseth, noto per le sue posizioni controverse sui leader militari “woke” e le critiche rivolte al generale CQ Brown, presidente del Joint Chiefs of Staff, è una scelta che ha sorpreso Wall Street e spaventato gli investitori.
La prima nomina dell’era Trump rischia già di cadere. Pete Hegseth, designato capo del Pentagono, è sotto esame a causa di accuse sessuali emerse. Il Washington Post riferisce che il panico è scoppiato quando lo staff di Donald Trump ha ricevuto informazioni su una denuncia del 2017. Dettagli preoccupanti potrebbero portare a ulteriori rivelazioni su Hegseth. Trump non era a conoscenza delle accuse quando ha scelto l’ex anchor di Fox, e ciò potrebbe spingerlo a rivedere la nomina.
Reazioni Immediate del Mercato
La prospettiva di una politica più severa nei confronti delle gerarchie militari e una potenziale revisione della spesa per la difesa hanno alimentato le preoccupazioni. Il risultato è stato un crollo significativo dei titoli del settore:
- Amentum Holdings (AMTM) ha perso il 10,8%.
- General Dynamics (NYSE:GD) è sceso del 6,8%.
- TransDigm (TDG) ha registrato un -6,7%.
- L3Harris Technologies (LHX) è calato del 5,1%.
- Huntington Ingalls (HII) ha perso il 4,2%.
Anche i giganti del settore come Lockheed Martin (NYSE:LMT), Northrop Grumman (NOC) e RTX (RTX) non sono stati immuni, registrando rispettivamente cali del 3,3%, 3,8% e 3,9%. Gli ETF correlati al comparto, tra cui iShares U.S. Aerospace & Defense ETF (ITA), hanno chiuso in ribasso del 3,1%.
Fattori di Incertezza
La nomina di Hegseth non è stata l’unico elemento di preoccupazione. Le dichiarazioni del rappresentante russo presso l’ONU di Ginevra, secondo cui Mosca sarebbe disposta a negoziare la fine della guerra in Ucraina sotto l’egida di Trump, hanno aggiunto ulteriore pressione sui titoli della difesa. Una rapida risoluzione del conflitto potrebbe ridurre la domanda di forniture militari.
Inoltre, l’istituzione di una nuova commissione denominata “Department of Government Efficiency”, guidata da Elon Musk e Vivek Ramaswamy, è un altro segnale che il governo Trump potrebbe tagliare drasticamente la spesa pubblica, inclusa quella per i contratti governativi. Questo timore si riflette nei crolli significativi di diverse aziende appaltatrici:
- Science Applications (SAIC) ha perso il 14,9%.
- KBR (KBR) è sceso del 14%.
- Leidos Holdings (LDOS) ha registrato un -13,6%.
- Booz Allen (BAH) è calato del 13,1%.
- Parsons (PSN) ha perso il 10,4%.
- CACI International (CACI) ha subito un calo del 9,4%.
Opinioni degli Analisti
Nonostante il nervosismo, alcuni analisti come Louie DiPalma di William Blair sostengono che il trend di spesa per la difesa potrebbe mantenersi stabile, con incrementi annuali a una cifra. Tuttavia, il contesto politico rende questa previsione incerta. Come sottolineato da Michael Ciarmoil di Truist, con il 47% della spesa discrezionale destinata alla difesa, il Pentagono potrebbe essere il prossimo bersaglio di significativi tagli.
Questa combinazione di fattori crea un quadro complesso, con implicazioni non solo per il mercato azionario ma anche per la strategia militare e geopolitica degli Stati Uniti.