IBM ha pubblicato il suo primo State of Sustainability Readiness Report 2024, dal quale emerge che l’88% dei leader aziendali intervistati sta pianificando di aumentare l’investimento in IT per la sostenibilità nei prossimi 12 mesi e che, più in generale, oltre la metà degli intervistati che operano in diversi settori considera gli investimenti in tecnologia per la sostenibilità come un’opportunità di crescita e non solo di riduzione dei costi. Tuttavia, quando si parla di tecnologia AI, c’è un grande potenziale inutilizzato.

Il potenziale inutilizzato dell’AI

Infatti, sebbene gli intervistati esprimano un giudizio largamente positivo sul potenziale dell’Intelligenza Artificiale per la sostenibilità – 9 su 10 ritengono che questa tecnologia influenzerà positivamente il raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità – il report ha messo in evidenza come invece il 56% delle organizzazioni non la utilizza ancora attivamente. Una discrepanza che può essere dovuta a vincoli di bilancio, dato che gli intervistati hanno indicato la pianificazione finanziaria come la sfida principale per gli investimenti nella sostenibilità.

Secondo il report, infatti, il 48% degli investimenti in IT per la sostenibilità sono “una tantum” e non sono finanziati da un budget operativo regolare.

Per sfruttare responsabilmente il potenziale dell’AI, le organizzazioni devono anche tenere conto del grande impiego di energia che richiede, cosa che spinge le aziende ad adottare pratiche più sostenibili, come l’ottimizzazione delle posizioni per l’elaborazione dei dati, l’investimento in processori a basso consumo energetico e lo sfruttamento delle collaborazioni open-source. Queste strategie possono non solo ridurre l’impronta ambientale dell’AI, ma anche migliorare l’efficienza operativa e l’efficacia dei costi.

Anche il reperimento dei giusti talenti nel campo dell’AI è un problema: trattenere personale esperto in un contesto di carenza di competenze è tra le prime tre sfide aziendali in materia di sostenibilità che i leader devono affrontare, secondo il report.

“Le aziende vedono nell’AI un enorme potenziale per incrementare sia i loro sforzi di sostenibilità che i loro profitti, ed è entusiasmante vedere questi incentivi allineati”, afferma Christina Shim, Chief Sustainability Officer di IBM. “I leader devono essere attenti a ridurre al minimo l’impatto ambientale durante l’adozione dell’AI, ma i dati dimostrano che ci sono molte opportunità di progresso sia in termini di sostenibilità che di costi”.

Il tema della misurazione della sostenibilità

Un altro tema importante è poi quello relativo alla misurazione della sostenibilità. Il report ha rivelato, infatti, che la misurazione dei KPI di sostenibilità è una delle prime tre sfide attuali affrontate dagli intervistati. A tale proposito, i leader intervistati hanno guardato soprattutto all’efficienza delle risorse, citando il consumo di energia rinnovabile, il consumo totale di energia e il riciclaggio come i loro tre principali KPI per i risultati di sostenibilità, anche se poi il 50% dei dirigenti aziendali ha notato che i dati per misurare i KPI di sostenibilità non sono maturi, il che può rendere il processo di reporting ancora più impegnativo.

“Sia che le organizzazioni stiano cercando di iniziare il loro percorso di sostenibilità o che abbiano già esperienza in materia, la raccolta e la classificazione accurata dei dati è fondamentale per sviluppare pratiche più sostenibili”, afferma Kendra DeKeyrel, VP, ESG & Asset Management Products Leader di IBM, secondo la quale la “ricerca dimostra che i leader aziendali comprendono l’importanza di un approccio alla sostenibilità basato sui dati e sono disposti a investire nella tecnologia per accelerare questo processo”.

Oltre la metà degli intervistati concorda sul fatto che il reporting e la conformità sono una sfida per la propria organizzazione, ma solo una parte (29%) ha indicato il miglioramento dell’accuratezza del reporting come uno dei tre principali vantaggi che apprezzerebbero maggiormente dall’uso di una nuova tecnologia

Divario di percezione tra dirigenti e personale

Il report ha anche rivelato un significativo divario tra i top manager e il loro personale quando si tratta di percezione e aspettative di sostenibilità: i dirigenti apicali sono più ottimisti dei loro vicepresidenti e direttori quando si tratta di rafforzare la resilienza climatica. Infatti, il 67% considera i propri sforzi di resilienza climatica come proattivi, rispetto ad appena il 56% dei decisori di livello inferiore: una disparità che riguarda temi come i rischi finanziari, quelli delle infrastrutture fisiche e della catena di approvvigionamento.

Raccomandazioni

Il Report State of Sustainability Readiness di IBM fornisce alcune raccomandazioni ai leader aziendali e alle organizzazioni che desiderano affrontare le sfide di sostenibilità. Tra queste:

  • Investire negli strumenti di AI più adatti alla propria organizzazione: ad esempio, l’AI generativa può fornire intuizioni che aiutano a identificare le opportunità di riduzione delle emissioni di carbonio e a creare scenari e algoritmi per pratiche aziendali più sostenibili in modo da fornire alle organizzazioni gli insight necessari per affrontare le crisi climatiche e trasformare le ambizioni di sostenibilità in azioni;
  • Fare leva sui dati per ridurre il divario di percezione tra dirigenti di alto livello e decision maker di basso livello: poiché le principali sfide alla sostenibilità sono in continua evoluzione, le organizzazioni dovrebbero raccogliere dati riguardanti la totalità del loro business per comprendere meglio la differenza di percezione tra dirigenti apicali e decision maker di livello aziendale inferiore. L’utilizzo di strumenti di analisi dei dati e di reporting può far emergere i punti ciechi e mantenere la visibilità e l’allineamento in tutta l’organizzazione.

Il report completo è disponibile a questo link: https://www.ibm.com/think/reports/sustainability-readiness


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