Ieri è uscita una bella intervista su Dissipatio.it al Generale Fernando Giancotti sui temi della guerra e della pace, che Rivista.AI aveva avuto l’onore di conoscere.
Le elezioni americane di oggi vanno oltre la scelta del prossimo presidente: sono un’occasione per riflettere sul ruolo degli Stati Uniti nella sicurezza globale e sulla necessità di una strategia europea forte e autonoma.
Questa Settimana Meta, il gigante tecnologico dietro Facebook, ha recentemente esteso l’uso dei suoi modelli di intelligenza artificiale Llama all’esercito statunitense, collaborando con società come Accenture, Amazon Web Services, Palantir, Lockheed Martin e Microsoft. Questo passo nasce in parte come risposta alla crescente adozione dei modelli di Meta da parte di istituzioni cinesi, incluse quelle collegate all’Esercito Popolare di Liberazione (PLA). Ricercatori cinesi hanno infatti adattato Llama 2 per usi militari, tra cui l’analisi delle informazioni strategiche e l’addestramento per la guerra elettronica, sviluppando strumenti come il ChatBIT che supporta simulazioni e decisioni operative complesse.
“Le battaglie si vincono o si perdono prima di tutto nelle menti dei contendenti.”
Questa dichiarazione di apertura, simile a quella del Generale Fernando Giancotti, troverebbe profonda risonanza tra i comandanti militari di molti paesi alleati Transatlantici. La visione strategica va ben oltre le mere capacità belliche: è una disciplina mentale e morale, in cui il successo dipende in larga misura dalla forza intellettuale e dall’agilità decisionale di ogni soldato e leader, nonché dall’integrazione tra questi elementi.
La chiave per una difesa efficace sta nel riuscire a dominare il campo decisionale: ciò implica l’abilità di prevedere, adattare e correggere costantemente le strategie. Ogni azione militare è il frutto di una serie di scelte che partono dal più alto livello di leadership, ma che devono essere comunicate chiaramente e capite a ogni livello operativo. Ogni battaglia è prima di tutto una questione di informazione, controllo mentale e resistenza culturale. Questo principio guida è tanto più importante in un contesto globale in cui le guerre sono diventate sempre più complesse e asimmetriche.
Una Cultura della Sicurezza Profonda e Condivisa
Negli Stati Uniti, la cultura della difesa si estende ben oltre i confini delle Forze Armate. La sicurezza è un valore radicato nella società civile, nelle istituzioni, nei governi e nelle imprese. Questo approccio olistico è una condizione necessaria per mantenere stabilità interna e prevenire minacce. Da cui deriva l’importanza di una cultura della sicurezza condivisa: ogni cittadino, direttamente o indirettamente, deve sentire di avere un ruolo nella difesa nazionale. È questa visione integrata che permette di sostenere non solo un esercito forte, ma anche un’unità nazionale stabile, pronta a fronteggiare qualsiasi crisi.
La complessità dell’attuale contesto internazionale richiede che le democrazie occidentali, in particolare l’Europa, sviluppino un’identità di difesa autonoma. Mentre gli Stati Uniti continuano a rappresentare un pilastro fondamentale della NATO, il principio di un’autonomia strategica europea viene sostenuto per garantire che ogni nazione possa assumersi la responsabilità della propria sicurezza e dei relativi costi. Gli Stati Uniti vedono con favore un’Europa capace di contribuire attivamente alla stabilità globale e pronta a proteggere i propri interessi strategici con maggiore indipendenza.
Difesa e Promozione della Pace: Una Questione di Equilibrio
Nell’ottica americana, l’utilizzo delle Forze Armate è sempre accompagnato da un’attenta riflessione sull’impatto di lungo termine. Troppo spesso, le decisioni militari comportano un equilibrio delicato tra il mantenimento della deterrenza e l’evitare un’escalation di conflitto. Una strategia ponderata può aiutare a limitare gli scontri, favorendo il dialogo e la stabilità. Tuttavia, un generale americano, riflettendo sulla cultura storica americana, potrebbe sottolineare come il mantenimento della pace richieda una prontezza costante e la volontà di rispondere in maniera decisa a qualsiasi minaccia. La pace deve essere coltivata, ma sempre a partire da una posizione di forza.
In Italia, la sensibilità verso la diplomazia potrebbe rafforzare questa visione. In un’epoca in cui le minacce sono eterogenee e gli attori in campo numerosi, promuovere soluzioni negoziate è più realistico che mai, ma deve essere supportato da un’intelligenza strategica e da una capacità di decisione autonoma.
Prepararsi alle Sfide Future: Un Sistema Militare Integrato
Il futuro della difesa italiana, come sottolinea il Generale Giancotti, non può prescindere dalla creazione di un sistema flessibile e integrato. Per affrontare le nuove sfide geopolitiche, un generale americano suggerirebbe di adottare una mentalità di preparazione alla sorpresa, in cui la prontezza e l’adattabilità diventano elementi cruciali. La capacità di “dominanza decisionale” non è semplicemente il controllo di un campo di battaglia, ma è la capacità di influenzare tutti i domini militari: terra, mare, aria, spazio e cyber. L’integrazione di queste aree in una struttura unificata e interconnessa è essenziale per anticipare le mosse dell’avversario e mantenere il vantaggio.
Un’Industria della Difesa Etica e Responsabile
Un generale americano non trascurerebbe mai l’importanza dell’industria della difesa, che costituisce la spina dorsale della capacità bellica nazionale. Tuttavia, negli Stati Uniti, come in Italia, esiste una tensione tra il settore della difesa e la società civile. L’industria della difesa deve assumere un ruolo di leadership morale, sostenendo una narrazione trasparente che non nasconda, ma illustri chiaramente i valori e le necessità alla base delle sue attività. Per un esercito moderno, la difesa non può essere solo una questione di capacità tecniche, ma di credibilità e fiducia, elementi essenziali affinché il popolo e il governo siano coesi e pronti ad affrontare insieme le difficoltà.
Un Sistema di Difesa Comune Europeo: Visione e Pragmatismo
La visione di una difesa europea unitaria non è nuova, ma è un tema sempre più rilevante. Un generale americano vede l’integrazione militare europea come un’opportunità straordinaria: in termini di efficienza operativa e di unificazione strategica. Non è necessario, né realisticamente praticabile, creare un esercito unico per l’Europa. È, tuttavia, possibile integrare il comando e controllo, la pianificazione e la standardizzazione delle forze, permettendo alle diverse nazioni di operare come un’unica entità coordinata.
er gli Stati Uniti, un’Europa più forte rappresenterebbe un partner fondamentale e un alleato capace di contribuire in maniera significativa alla sicurezza globale. Questo, tuttavia, richiede una visione politica chiara, capace di trascendere la difesa di “fettine” di sovranità nazionale per perseguire un obiettivo comune.