L’introduzione degli avatar AI nel mondo delle risorse umane sta rapidamente trasformando la modalità con cui le aziende selezionano e valutano i candidati. Secondo un recente studio condotto da Tidio, un’azienda specializzata in software per il servizio clienti, l’85% dei recruiter considera l’intelligenza artificiale come uno strumento utile per sostituire alcune fasi del processo di assunzione. Tuttavia, con il crescente utilizzo di questi avatar digitali, emergono anche nuovi interrogativi sulla reale efficacia dell’AI nel prevedere il potenziale dei candidati e sull’integrità del processo di assunzione.
In particolare, una discussione su X ha scosso il dibattito, mostrando un agente AI mentre conduceva un’intervista. L’immagine ha evidenziato come questi avatar stiano penetrando il mercato del lavoro, aprendo scenari in cui l’IA potrebbe divenire protagonista di interi colloqui, con approcci sempre più umanizzati e dinamici.
Queste figure digitali, capaci di assumere aspetto e comportamenti umani grazie all’AI generativa, stanno trovando uno spazio crescente in settori diversi, dalle presentazioni aziendali al customer service, fino alla selezione dei candidati. Aziende come Zeligate, Sapia, Hour One, HeyGen, Paradox e Synthesia stanno esplorando questi nuovi orizzonti, ampliando il ruolo degli avatar AI anche in funzioni specifiche per migliorare il coinvolgimento e l’efficienza.
Un esempio concreto è dato dal settore della ristorazione. Chipotle, in collaborazione con Paradox, ha lanciato un “team virtuale” chiamato Ava Cado. L’implementazione di questa tecnologia ha ridotto del 75% il tempo necessario per assumere un dipendente, dimostrando come l’AI possa snellire e ottimizzare il processo di assunzione. La spinta innovativa ha visto una recente accelerazione a ottobre, con Microsoft che ha annunciato la Copilot Studio, piattaforma per la creazione di agenti AI. “Gli agenti saranno le nuove applicazioni in un mondo potenziato dall’intelligenza artificiale,” ha dichiarato Microsoft.
Se da un lato le aziende sono alla ricerca di modalità innovative per sfruttare l’intelligenza artificiale nel processo di assunzione, i candidati, dall’altro, non sembrano pienamente convinti della neutralità dell’AI nella valutazione delle competenze. Secondo uno studio del Pew Research Center del 2023, il 41% degli intervistati si dichiara contrario all’idea che l’AI valuti le candidature, e ben il 71% si oppone all’idea che l’AI prenda la decisione finale su un’assunzione.
Anche LinkedIn, il social network professionale, ha investito significativamente per introdurre l’intelligenza artificiale nelle sue funzionalità, creando uno scenario in cui i candidati sfruttano le stesse tecnologie per migliorare le loro candidature, generando una vera e propria “battaglia AI” tra selezionatori e candidati.
L’evoluzione non si ferma qui: lo scenario futuro potrebbe vedere un “colloquio tra avatar AI e recruiter AI”, sostituendo gli umani in queste interazioni e portando la digitalizzazione delle risorse umane a un livello senza precedenti.