Nel contesto delle prossime elezioni americane, il futuro del CHIPS and Science Act – un progetto di legge fondamentale per l’industria dei semiconduttori negli Stati Uniti – sembra incerto. Il presidente della Camera, Mike Johnson, ha recentemente accennato alla possibilità che i Repubblicani possano tentare di abrogare la legge, qualora Donald Trump vincesse le elezioni e il GOP riconquistasse la Camera. Questa dichiarazione, fatta durante un evento elettorale a supporto del deputato repubblicano Brandon Williams, ha sollevato reazioni immediate, sia da parte del candidato democratico che dell’attuale amministrazione.

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Micron Technology, uno dei principali beneficiari del CHIPS Act, dovrebbe ricevere circa 20 miliardi di dollari in sovvenzioni per costruire due impianti di produzione di chip a nord di Syracuse, nello stato di New York. Secondo l’azienda, queste strutture non sarebbero realizzate negli Stati Uniti senza il supporto finanziario fornito dal CHIPS Act. La potenziale revoca delle sovvenzioni mette quindi in discussione l’intero piano di espansione di Micron e i suoi impatti economici per la regione.

Durante l’evento, Williams ha sottolineato l’importanza dell’atto legislativo per la sua circoscrizione, evidenziando i benefici economici e occupazionali previsti con l’arrivo di Micron nella zona. Ha anche rassicurato Johnson che avrebbe difeso con fermezza l’importanza del CHIPS Act per l’economia locale. Tuttavia, le dichiarazioni di Johnson – in cui ammette una possibile abrogazione della legge – sono state rapidamente criticate da figure di spicco del Partito Democratico, inclusi il senatore John Mannion e la vicepresidente Kamala Harris, che hanno sfruttato la questione come punto di attacco nella campagna elettorale.

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Successivamente, Johnson ha chiarito di essersi espresso in modo ambiguo: ha infatti ribadito il supporto per l’arrivo di Micron nello stato di New York e ha negato che l’abrogazione del CHIPS Act sia attualmente all’ordine del giorno del GOP. Ha tuttavia lasciato intendere che potrebbero essere introdotte nuove legislazioni per “migliorare” la legge, riducendo quelli che ha definito i “costi eccessivi” e le “norme ispirate al Green New Deal” che accompagnano il progetto di legge.

Questa controversia evidenzia non solo la complessità del sistema di sussidi federali, ma anche le implicazioni politiche e strategiche di tali interventi governativi. La corsa alle elezioni americane, da sempre caratterizzata da promesse di cambiamento e revisione delle politiche economiche, sembra quindi destinata a influenzare direttamente il futuro dell’industria tecnologica nazionale.