Taiwan si trova ad affrontare una crisi energetica sempre più grave, una situazione che minaccia il cuore dell’economia dell’isola: l’industria dei semiconduttori. Con l’aumento della domanda di energia e una crescente vulnerabilità alle interruzioni di fornitura, le autorità e le aziende locali si trovano a un bivio cruciale per il futuro economico della nazione. Questo articolo analizza i fattori che contribuiscono a questa crisi e le potenziali soluzioni.

Negli ultimi anni, l’industria dei semiconduttori di Taiwan, in particolare la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), ha registrato una crescita esponenziale della domanda di energia. Secondo un rapporto di CNBC, nel 2023, TSMC ha consumato oltre l’8% dell’intera elettricità di Taiwan, e si prevede che questo consumo triplicherà entro il 2030. Tale aumento è attribuibile alla produzione di chip avanzati e a processi altamente energivori come la litografia ultravioletta estrema.

Nel solo 2023, l’uso annuale di energia di TSMC è aumentato del 10-20%, raggiungendo oltre 24 miliardi di kilowattora. Le proiezioni indicano che il consumo di energia dell’industria dei semiconduttori raddoppierà a livello globale, toccando i 237 terawattora entro il 2030. Inoltre, la produzione di chip a 3nm da parte di TSMC sta contribuendo in modo significativo all’aumento dei consumi energetici, creando una sfida critica per l’infrastruttura energetica già sotto pressione di Taiwan.

Un altro aspetto preoccupante della crisi energetica di Taiwan è la sua dipendenza dalle fonti energetiche importate. Oltre il 90% del fabbisogno energetico dell’isola proviene dall’estero, principalmente da carbone e gas naturale. Questa vulnerabilità è accentuata dalle tensioni geopolitiche con la Cina, dove una potenziale guerra o un blocco potrebbe compromettere seriamente la sicurezza energetica di Taiwan.

Le riserve di gas naturale dell’isola, essenziali per circa il 40% della sua generazione elettrica, sono particolarmente precarie, con solo 11 giorni di approvvigionamento a disposizione, previsto ad aumentare a 14 giorni entro il 2027. Le riserve di carbone, più consistenti, forniscono un margine di sicurezza leggermente migliore, con 42 giorni di disponibilità, ma non sono una soluzione a lungo termine.

L’infrastruttura elettrica di Taiwan ha mostrato vulnerabilità significative, come dimostrano i blackout periodici che hanno colpito l’isola negli ultimi anni. Nel 2021, un’interruzione ha colpito TSMC e 6,2 milioni di famiglie per cinque ore; un’altra nel 2022 ha interessato 5,5 milioni di famiglie. Negli ultimi anni, il margine operativo sulla rete elettrica è sceso fino al 5%, ben al di sotto del 25% raccomandato per un sistema sicuro.

La Camera di Commercio Americana a Taiwan ha osservato che “i blackout sono comuni”, evidenziando ulteriormente la precarietà dell’infrastruttura energetica dell’isola. Questi eventi sottolineano la necessità di un investimento urgente in infrastrutture più resilienti e sostenibili.

La politica di “nucleare-free homeland 2025”, che mira a eliminare progressivamente il nucleare, ha complicato ulteriormente la situazione energetica di Taiwan. Gli obiettivi di energia rinnovabile per sostituire il nucleare non sono stati raggiunti; nel 2023, le energie rinnovabili costituivano solo il 9,5% del mix energetico, molto al di sotto del target del 20% per il 2025.

Affrontare la crisi energetica richiede un approccio multifattoriale, tra cui il potenziamento della capacità di generazione attraverso fonti rinnovabili decentralizzate, l’espansione delle strutture di accumulo energetico e una possibile rivalutazione della completa eliminazione del nucleare. Le limitazioni territoriali e le considerazioni politiche rendono complicate le strategie di espansione delle energie rinnovabili, mentre le bollette elettriche sottovalutate hanno portato a un aumento della domanda e a carenze nell’offerta.

La crisi energetica di Taiwan è una questione complessa che richiede azioni tempestive e strategiche. Con il futuro dell’industria dei semiconduttori in gioco, è essenziale che l’isola sviluppi una rete energetica più resiliente e diversificata. Solo affrontando le sfide attuali attraverso politiche efficaci e investimenti mirati, Taiwan potrà garantire una fornitura energetica sostenibile per sostenere la sua crescita economica e tecnologica nel lungo termine.